16 November, 2024
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«E’ una manovra finanziaria che non riesce ad intercettare il grido di sofferenza che arriva dalla società sarda». Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, critica aspramente il documento contabile approvato nell’aula di via Roma.

«Il solito copione già scritto. Lo strumento economico della maggioranza è ancora una volta un’occasione perduta, l’ennesima, per invertire la rotta di una legislatura che va incontro ad un tracollo senza precedenti, trasportando nel baratro la Sardegna – sottolinea Gianluigi Rubiu -. Non ci nascondiamo. Erano ben altre le nostre aspettative. Le decine di emendamenti bocciati non ci hanno consentito di cambiare la bussola. Si tratta di una finanziaria che ripropone un film già visto. La spartizione della torta di risorse (con una coperta ormai troppo corta) tra le varie componenti della coalizione di governo, ma che non consente di risolvere i problemi ormai annosi della Sardegna. La triste realtà è che la Giunta Pigliaru e la coalizione di centrosinistra – conclude Gianluigi Rubiu – continuano a gestire le risorse della Regione come se si trattasse del portafoglio di famiglia, ignorando che la Sardegna sta di fatto finendo in un tunnel senza via d’uscita, con marchette e mancette che aumentano la distanza con i problemi dei cittadini e non favoriscono certo la crescita economica.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge di stabilità 2017 e il bilancio di previsione triennale 2017-2019.

La seduta di stamane si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo e formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione dell’art. 5/ter (Disposizioni in materia di agricoltura, artigianato, commercio e turismo) del Dl n.393 (Legge di stabilità 2017) e degli emendamenti collegati.

Prima di affrontare l’ordine del giorno il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ripreso il tema dell’inammissibilità di un suo emendamento, perché non collegato alla norma finanziaria, ricordando che un altro emendamento identico è stato ammesso. La mia proposta, ha concluso, «riguardava una legge sulle aree industriali e non quella di bilancio».

Il presidente Ganau ha osservato che, in realtà, l’emendamento del consigliere Angelo Carta era collegato ad un altro emendamento legato e comunque fa riferimento alla materia del personale, tema non ammissibile secondo le regole attuali.

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, sempre sull’ordine dei lavori, ha comunicato che, a fronte di una richiesta di accesso agli atti, gli è stato richiesto il pagamento delle spese dall’Agenzia Forestas. Ma, ha lamentato, «l’accesso agli atti dei consiglieri regionali è disciplinato dall’art.105 del regolamento e non è previsto alcun pagamento, chiedo perciò l’intervento della presidenza».

Il presidente Ganau ha definito una “interpretazione arbitraria” quella di Forestas ed ha assicurato il suo intervento.

Ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Sdp Daniele Cocco ha ricordato che «anche stamattina una delegazione di Forestas protesta per la situazione dei lavoratori dell’Agenzia». Occorre, ha affermato, «che a breve si siano risposte da parte degli assessorati del Lavoro e del Personale perché si diano ai lavoratori certezze sul loro futuro».

Il presidente Ganau ha assicurato la massima attenzione della presidenza sul problema.

Successivamente, il Consiglio ha respinto alcuni emendamenti soppressivi presentati dall’opposizione.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, dopo aver sottolineato l’insufficienza delle risorse su settori strategici per la Regione di cui il suo gruppo auspicava l’incremento ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi. Altrettanto hanno fatto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ed il consigliere del Misto-Fdi Paolo Truzzu.

Subito dopo l’Assemblea ha approvato una serie di emendamenti. Il n.626 (Sabatini e più) che aumenta ad 800.000 euro lo stanziamento a favore di Argea per il settore vinicolo, il n. 580 (Giunta) che aumenta a 400.000 euro il contributo a sostengo delle Camere di Commercio per le funzioni trasferite dalle Province, il n. 656 (Piscedda e più) che armonizza le norme sulla riduzione dell’indennità di carica per i dirigenti ai contratti collettivi, il n. 653 (Cocco Pietro e più) che aumenta a 390.000 lo stanziamento per il Consorzio turistico della Marmilla “Sa Corona Arrubia”.

Sul testo dell’art.5/ter è stata chiesta la votazione per parti dalla consigliera di Campo Progressista Annamaria Busia.

Dopo l’approvazione dei primi 5 commi, si è sviluppato un dibattito sul comma 6 che prevede un contributo di 100.000 euro a favore del Centro di ricerca Eurispes.

Secondo il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde il contributo è un regalo ai privati.

Per la consigliera Annamaria Busia (Campo Progressista) si tratta invece di scelte dignitosissime di politica ma ognuno può decidere sulle priorità.

Il comma 6 è stato poi approvato.

Anche sul comma 7, che prevede un contributo al Consorzio turistico della Marmilla, sono intervenuti diversi consiglieri.

Luigi Crisponi, per i Riformatori, ha protestato per un sostegno che va ad un Consorzio turistico rispetto ai 31 che operano in Sardegna.

Contraria anche la consigliera Annamaria Busia (Campo progressista) che ha giudicato l’intervento inopportuno rispetto alle emergenze della Regione.

Il consigliere Paolo Zedda (Misto) ha ricordato che le priorità sono sempre soggettive, auspicando una legge organica sulla storia e cultura sarda.

Per il capogruppo sardista Angelo Carta, contrario, la proposta non c’entra nulla con l’identità della Sardegna.

Il consigliere Alessandro Collu (Pd) ha detto di non gradire certe forme di finanziamento condividendo l’esigenza di una legge organica ed osservando, però, che la battaglia di Sanluri ha segnato arrivo degli Aragonesi in Sardegna.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha affermato che alcuni interventi hanno anche una valenza pedagogica e non si tratta di “marchette”.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha giudicato positivamente l’intervento auspicando il ribaltamento della vulgata della Sardegna come popolo di vinti, contestato tuttavia sul piano storico il significato della battaglia di Sanluri.

Il consigliere del Pds Roberto Desini ha difeso la proposta ricordando un aneddoto del Comune di Sorso sulla valutazione di certi fatti, a seconda che provengano dalla maggioranza o dall’opposizione.

Messo ai voti, il comma 7 è stato approvato.

Anche il comma 8, che prevede un intervento di 330.000 euro per i collegamenti con le isole minori, è stato oggetto di un articolato confronto fra i consiglieri.

La misura è stata condivisa dal capogruppo sardista Angelo Carta, mentre l’esponente dei Riformatori Michele Cossa ha evidenziato la scarsità delle risorse.

Per il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco occorre lavorare a fondo sulla mobilità minore ma con sconti significativi per residenti o proprietari.

Il consigliere di Sdp Luca Pizzuto, a favore, ha sottolineato che si tratta di una prima risposta ad un problema antico.

Favorevole anche Luigi Crisponi dei Riformatori, che ha proposto di estendere l’intervento a 12 mesi, partendo dall’approvazione della Legge di stabilità.

La finalità della misura è stata condivida poi dal sardista Christian Solinas, secondo il quale il testo è però “un pasticcio” perché la Regione ha fatto contratti e può imporre oneri di servizio pubblico, mentre trasferire questa competenza ai Comuni determina una eccessiva frammentazione.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha condiviso in parte le tesi di Solinas, mettendo in evidenza che sulla mobilità nelle isole minori ha ragione si sta ancora navigando a vista  e tuttavia il provvedimento ma dà risposte ai cosiddetti “nativi”.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, favorevole ad un impegno più forte della Regione sulle isole minori, ha criticato a fondo la politica fin qui seguita in materia di trasporti, battaglia strategica della Sardegna.

Successivamente è stato approvato il comma 8 e di conseguenza il testo dell’articolo.

Per quanto riguarda gli emendamenti aggiuntivi sono stati approvati il n. 654 (Moriconi e più) che assegna un contributo di 150.000 all’Agenzia Agris, il n. 591 (Forma e più) che prevede la spesa di 150.000 euro per iniziative di valorizzazione del pane fresco tipico della Sardegna. (Af)

Bocciati, in rapida successione gli emendamenti aggiuntivi presentati dal gruppo dei Riformatori per alcuni interventi nei settori del commercio e dell’artigianato e del turismo: centri commerciali naturali, negozi storici, ristoranti tipici e la manifestazione “Autunno in Barbagia”. Su quest’ultimo punto il consigliere Luigi Crisponi ha chiesto un pronunciamento dell’assessore al Turismo Barbara Argiolas. «La Regione ha sempre finanziato la manifestazione Autunno in Barbagia, che ogni hanno mette in mostra le eccellenze delle zone interne richiamando migliaia di turisti. Questo impegno verrà meno o la Regione continuerà a sostenere l’iniziativa?».

L’assessore Argiolas ha confermato l’impegno: «La Regione proseguirà nelle azioni di promozione e valorizzazione della manifestazione Autunno in Barbagia per il valore che rappresenta per tutta l’Isola».

Si è poi sviluppata una lunga discussione sull’emendamento n.119 presentato dal consigliere dell’Uds Giovanni Satta che propone lo stanziamento di un contributo di 20mila euro a favore della Parrocchia di Santa Maria Abate di Posada per la celebrazione dei riti della Settimana Santa.

Sulla proposta, che ha ottenuto il parere positivo della Commissione e della Giunta, è intervenuto per primo il consigliere del Pd Antonio Solinas che ha manifestato stupore per il parere positivo della Giunta. «In Sardegna – ha detto – ci sono tanti paesi e territori che celebrano i riti  della Settimana Santa. Non capisco il perché di scelte singole di questo tipo». Critici anche il consigliere di Sdp, Paolo Zedda, che ha auspicato un provvedimento di carattere generale per la promozione del patrimonio immateriale della Sardegna (poesia, musica, canto a tenore etc.) e la consigliera di Campo Progressista Anna Maria Busia che ha invocato interventi di sistema. 

A sostegno dell’emendamento sono invece intervenuti il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta («Qual è lo scandalo? Una marchetta dell’opposizione si può fare passare. Il comune di Posada se l’è meritata sul campo»), il consigliere del Pd Roberto Deriu  ( «L’emendamento no è una marchetta. Il Comune lo ha meritato per aver  costruito una rete territoriale importante. La Giunta ha fatto bene a dare parere favorevole. E’ un premio da parte del Consiglio a comuni intelligenti e attivi»), il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi («Il vero scandalo è non avere una legge che valorizzi e promuova l’immenso patrimonio storico e culturale della Sardegna»), e il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino («Voterò a favore ma sarebbe opportuno sapere quali sono i criteri per consentire ai comuni di ottenere i finanziamenti»).

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha definito inutili le questioni sollevate: «C’è grande attenzione per il patrimonio immateriale della Sardegna. Ogni anno finanziamo con 2 milioni di euro le Pro Loco. Altri finanziamenti sono finalizzati alla promozione della cultura sarda. Non si può dire il contrario».

Il presentatore dell’emendamento Giovanni Satta (Uds) ha voluto chiarire che la proposta non aveva una finalità localistica: «Posada non è nel mio collegio elettorale. Ho presentato l’emendamento perché si tratta di una manifestazione meritoria».

Per il consigliere Giorgio Oppi (Udc) «non sono marchette ma mance. In una finanziaria costellata di provvedimenti di questo tipo non c’è motivo di perdere tempo su un piccolo finanziamento a un’iniziativa meritoria».

Pietro Pittalis (Forza Italia) ha invece difeso l’operato del suo gruppo: «La Finanziaria è un mercanteggiamento, noi non abbiamo presentato richieste – ha detto Pittalis – sfido l’assessore a dire il contrario. Chi ha proposto le marchette se le tenga. Le nostre proposte sono tutte di carattere generale e mirano allo sviluppo della Sardegna».

Posto in votazione l’emendamento n.116 è stato approvato.

Respinto l’emendamento 19 insieme al 110, 111, 114.

E’ stato approvato invece l’emendamento 151 (Rubiu e più) per finanziare con 50mila euro la rievocazione della Sartiglia di Iglesias.

L’on. Busia (CP) ha sostenuto gli emendamenti 487 e 488, che prevedono azioni di contrasto del fenomeno di spopolamento dei piccoli comuni, anche attraverso gemellaggi. Il 487 è stato respinto mentre il 644, sostitutivo del 488, è stato approvato e prevede un fondo sperimentale di 100 mila euro a titolo di cofinanziamento per i Comuni che intendono avviare  progetti di gemellaggio nell’ambito dell’Ue.

Approvato l’emendamento 652 sostitutivo del 535 dell’on. Francesco Agus (CP): 500mila euro per sostegno e animazione imprenditoriale in tutta al Sardegna in collaborazione con Gec 2017 e Meta group.

Respinto l’emendamento 112 e poi il 113, 115.

Approvati gli emendamenti 432 e 642 per avviare le procedure per acquisire il dominio di rete Sardegna .srd. La spesa prevista è di euro 20 mila.

La dismissione della partecipazione regionale dentro Insar è oggetto dell’emendamento 493 a firma Busia e Agus (CP). L’assessore Paci ha risposto che “il tema è all’attenzione della Giunta, come del resto tutte le partecipate. Ma è chiaro che non possiamo decidere solo noi perché il 50 per cento è dello Stato”. L’emendamento è stato respinto”.

Sull’articolo 6 sono stati ritirati gli emendamenti dell’opposizione e l’articolo 6 è stato approvato e a seguire anche gli articoli 7 e 8 senza nuovi emendamenti. L’on. Busia ha ritirato l’emendamento 494 (finanziamento straordinario per i debiti fuori bilancio del Comune di Nuoro) ma l’opposizione con l’on. Crisponi (Riformatori) e poi Pittalis (FI) l’ha fatto proprio insieme agli emendamenti 620 e 621.

L’on. Pittalis ha detto: “Su un argomento di questa portata contavamo sulla partecipazione trasversale di tutte le forze. Prendiamo atto del vostro ritiro e confidiamo nella sensibilità dei colleghi”. L’on. Crisponi ha aggiunto: “Ci sono tensioni nel territorio anche per i recenti fatti di Oliena”. L’on. Carta (PSd’Az) ha detto: “Qui si tratta di sostenere il capoluogo delle zone interne, perché c’è Nuoro e c’è anche la sua provincia, disperatamente isolata con ponti crollati e strade bloccate che non consentono di collegare l’Ogliastra”.

“Su questo tema è chiaro che sono tanti i Comuni in difficoltà, non solo Nuoro. E per evitare conflitti chiediamo che si intervenga per tutti, come ha richiesto lo stesso sindaco di Nuoro, che non gradisce nessuna forma di favoritismo”, ha detto l’on. Busia (CP).

L’on. Giovanni Satta (Uds) ha chiesto all’assessore Paci “un intervento chiaro sul punto”.

E’ stato respinto l’emendamento 621-

L’on. Pittalis ha riferito di “una richiesta di incontro appena giunta dal Comune di Nuoro per parlare dell’università nuorese” e ha detto: “Questo atteggiamento anche del comune di Nuoro è schizofrenico, non siamo i lacchè di nessuno”. Della stessa opinione l’on. Crisponi.

L’emendamento 494 è stato respinto.

Sulla Tabella A è stato approvato l’emendamento 590 e poi il testo della Tabella; a seguire la Tabella B e la Tabella C con il solo emendamento 30.

L’Aula è passata all’esame della Legge di bilancio e dei relativi emendamenti, che sono stati respinti con il parere contrario della Commissione e della Giunta. Respinto, in particolare, l’emendamento 23 sul quale Forza Italia aveva chiesto il voto elettronico palese.

L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 2 (sul quale sono stati ritirati gli emendamenti), l’articolo 3, l’articolo 4.

Approvati l’emendamenti 78, 57, 60, 72,  76, 75 (proposti dalla Giunta) sulle Entrate e gli emendamenti 73, 74, 65, 85 e 55, 4 e 59 sulla Spesa. Sempre sulla spesa l’on. Busia ha caldeggiato il sì all’emendamento 7 che recepisce una norma nazionale relativa ai compensi ai 12 avvocati della Regione. “In passato sono stati maturati compensi anche doppi rispetti allo stipendio”. L’assessore Raffaele Paci ha detto: “Faremo verifiche, non ho competenze dirette sulla materia”. L’emendamento è stato respinto insieme al 7, 47, 13, 50, 51, 52, 54, 49.

L’on. Roberto Desini (Pds) ha annunciato il ritiro dell’emendamento 79.

Non approvato l’emendamento 194; ritirato l’8; non approvati il 48 e il 192; ritirati l’80n e il 10; approvato il n. 83 (Giunta regionale) decade il 77; non approvati il 196, il 188, il 197,il 198. Approvato l’emendamento tecnico n. 56 (Giunta regionale) e il tecnico n. 61 (Giunta regionale); non approvato il 206, ritirato l’11.

Sull’emendamento n. 1 (Usula, Misto) che proponeva di incrementare con 1.5 milioni di euro il capitolo di bilancio relativo ai centri antiviolenza si è sviluppato un vivace confronto in Aula. Il presentatore ha rimarcato la scarsità dei fondi a disposizione ed ha definito “non un grande risultato” quello ottenuto con il pacchetto di emendamenti approvati nella seduta di ieri e salutato con favore dalle consigliere di entrambi gli schieramenti. «Propongo un  finanziamento aggiuntivo di 1.5 milioni di euro che riporterebbe così gli stanziamenti al livello del 2007 – ha concluso Usula – ponendo fine alla riduzione delle risorse che abbiamo registrato nell’attuale legislatura».

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, è intervenuto a sostegno della proposta del consigliere dei Rossomori («è un modo serio di affrontare il problema perché se è vero che è stato positivo ampliare i centri antiviolenza è altrettanto evidente che servono risorse adeguate»).

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha invece confermato soddisfazione per i risultati ottenuti in sede di finanziaria («abbiamo triplicato le risorse a disposizione») ed ha affermato che “nel corso dell’anno sarà valutato se saranno necessarie incrementi negli stanziamenti”. Soddisfatta dei risultati ottenuti anche la consigliera di Fi, Alessandra Zedda, che ha parlato di “primo passo significativo” ed ha definito “meritoria” la proposta del consigliere Usula. Posto in votazione l’emendamento 1 non è stato approvato con 23 sì e 29 no.

Ritirato l’emendamento 9; non approvati il 199, il 201, il 202, il 203, il 204; ritirato l’81; non approvato il 205, approvato invece l’emendamento n. 5 (Pietro Cocco e più) che incrementa di un milione di euro il capitolo relativo al fondo per la concessione di contributi in conto interessi sulle operazioni di credito a favore delle imprese artigiane.  Non approvati gli emendamenti 189, 190, 191 e 200.

Approvati tre emendamenti di natura tecnica della Giunta (58, 63 e 64) è stato approvato anche l’emendamento n. 66 (Giunta regionale) che sostituisce l’elenco dei residui perenti a valere su risorse vincolate e non vincolate, dell’allegato 6 alla nota integrativa.

Approvati di seguito: l’allegato 1 (Prospetto delle entrate di bilancio per titoli e tipologie); l’allegato 2 (Riepilogo generale delle entrate per titoli); l’allegato 3 (Prospetto delle spese di bilancio per missioni, programmi e titoli); l’allegato 4 (Riepilogo generale delle spese per titoli); l’allegato 5 (Riepilogo generale delle spese per missioni); l’allegato 6 (Quadro generale riassuntivo delle entrate e delle spese per titoli); l’allegato 7 (Prospetto dimostrativo degli equilibri di bilancio), l’allegato 8 (Prospetto di verifica del rispetto dei vincoli di finanza pubblica); l’allegato 9 (Tabella dimostrativa del risultato di amministrazione presunto); l’allegato 10 (Prospetto della composizione, per missioni e programmi, del fondo pluriennale vincolato); l’allegato 11 (Composizione dell’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità); l’allegato 12 (Prospetto dimostrativo del rispetto dei vincoli di indebitamento delle regioni e delle province autonome); l’allegato 13 (Elenco dei capitoli che riguardano le spese obbligatorie); l’allegato 14 (Elenco delle tipologie di spesa finanziabili con il fondo di riserva per le spese impreviste); l’allegato 15 (Nota integrativa al bilancio di previsione 2017-2019).

Dopo un chiarimento richiesto dal capogruppo Fi, Pittalis, il presidente del Consiglio ha comunicato che i lavori sarebbero ripresi alle 15 con le dichiarazioni di voto finali.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, intervenendo per fatto personale ha preannunciato azioni legali contro un consigliere per “avermi definito bugiardo”.

Il consigliere, Eugenio Lai (SdP), ha ribadito al richiesta perché si dedichi una sessione dei lavori del Consiglio al “caso Aias”. Il capogruppo di Forza Italia, Pittalis, ha rilanciato: «Concordo con Lai, così potremo far cessare le speculazioni in corso sul “caso Aias”». L’esponente della minoranza ha quindi insistito sul caso Forestas e sulla messa in calendario della legge per le zone interne.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, sia è associato alle dichiarazioni rese da Pietro Pittalis ed  ha proposto una sessione di lavori dedicata interpellanze e mozioni.

Il presidente del Consiglio dopo aver ipotizzato una riunione della capigruppo per il prossimo martedì ha dichiarato conclusi i lavori e convocato il Consiglio alle 15.00.

I lavori sono ripresi nel pomeriggio, sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con le dichiarazioni di voto finali sul Dl n. 393 (Legge di stabilità 2017).

Aprendo il ciclo degli interventi, il consigliere Luigi Lotto (Pd), favorevole, si è soffermato sullo «stanziamento considerevole per il comparto agro-pastorale, però c’è sconcerto fra maggioranza e opposizione per l’atteggiamento di una forza politica di intestarsi meriti che sono di tutto il Consiglio sulla decisione relativa al pecorino romano». A nessuno, ha aggiunto, «è consentito, peraltro con numeri non determinanti, di ergersi ad unico depositario di un interesse diffuso a soetegno di un settore, per il quale sono certo che l’assessorato troverà le strade più adeguate per l’utilizzo migliore e più rapido delle risorse disponibili».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha parlato di una «legge finanziaria inadeguata e distratta frutto del lavoro dei professori incapaci di sintonizzarsi con i problemi reali della Sardegna ma, oltre alla miope visione accademica, ne è emersa un’altra, emblematica di quadro attento ai particolarismi più che alle scelte di sistema». In questi anni, ha sintetizzato, «si è fatta molta auto-promozione mentre la Sardegna affondava, le famiglie venivano trascurate e le imprese abbandonate al loro destino».

Il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi ha definito la finanziaria 2017 «la peggiore degli ultimi vent’anni e spero che stavolta Governo non la impugni consentendo di liberare finalmente risorse comunque indispensabili per la Sardegna». Questa legge, ha detto ancora, «non permette di guardare al futuro, non ha una colonna vertebrale ed una linea, non indica una strada giusta per la Sardegna, dal turismo al lavoro, all’agricoltura, perché in tre anni siamo tornati indietro di dieci ed è stato abbandonato quanto era stato fatto in passato solo per dare risposte personalizzate e territoriali, senza niente di nuovo».

Il capogruppo di Sdp Daniele Cocco ha esordito dichiarando che « i giudizi di Cherchi sono molto ingenerosi, noi invece siano soddisfatti della legge perchè, pur nella ristrettezza di risorse, siamo riusciti a dare alcune risposte alle tante emergenze della Sardegna: politiche sociali, povertà, settore lattiero-caseario, cercando di agire con razionalità». Nel giudizio complessivo sulla legge, ha proseguito Cocco, «non cantiamo vittoria perché siamo consapevoli della situazione della nostra terra, potremo fare di più se risolveremo con lo Stato la questione degli accantonamenti per il debito pubblico, che non hanno certo creato i sardi: questo chiederemo al presidente, alla Giunta ed alla maggioranza».

Il consigliere del Misto-Fdi Paolo Truzzu ha criticato a fondo la finanziaria che, a suo giudizio, «è simile ad un bilancio di condominio, piena di spese obbligate, senza respiro e con un programma piatto dato che, a parte gli interventi per il settore lattiero-caseario, non sono mai entrati alcuni grandi temi come spopolamento, zone interne, invecchiamento della popolazione e lavoro che pure interessano moltissimo la società sarda». L’opposizione, ha ricordato Truzzu, «invece proprio su questo ha concentrato le sue proposte ma la maggioranza non le ha voluto prendere in considerazione e quello della ristrettezza di risorse è un alibi, perché in realtà sono stati divisi 10 milioni di mancette perché le elezioni sono alle porte, facendo registrare una distanza siderale fra la maggioranza e i sardi».

Il consigliere Stefano Tunis, di Forza Italia ha osservato che, dall’inizio della legislatura, «è trascorso un tempo abbastanza lungo per poter dare giudizi significativi; vi siete presentate come persone di alte competenze scientifiche che dovevate trasferite alla politica per dare una risposta più efficiente ai cittadini e noi abbiamo visto questo gioco mettendovi alla prova ma la politica rivoluzionaria non c’è stata». A cominciare dalle entrate, ha continuato, «dove Pigliaru si era paragonato al Marchionne dei progetti visionari ma alla fine ha prodotto solo la rinuncia ai ricorsi e la scelta del dialogo costruttivo col Governo: i risultati sono fallimentari ed il bilancio del giro di boa suggerisce una drastica inversione di rotta».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, «senza dietrologie», ha affermato che anche «la stessa impostazione ed il metodo della Legge di stabilità hanno lasciato a desiderare, perché doveva essere l’anno della svolta ma è arrivata in grave ritardo e solo per responsabilità dell’opposizione si è arriva oggi all’approvazione». Quanto ai contenuti, secondo la Zedda «sono largamente insufficienti su entrate ed azioni per un ruolo incisivo della Sardegna sui temi dell’ insularità (fiscalità, attività produttive, spesa di fondi comunitari, continuità territoriale)».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha sottolineato che «in questo momento, ci piace ricordare lo sforzo del Consiglio, anche dal punto di vista etico, per una manovra che porterà vantaggi e benefici, a partire da norma inserita nel comma 6 dell’articolo 1 che, per la prima volta, consente ad aziende e famiglie pressate da azioni esecutive del fisco di fare transazioni sul capitale e non solo sugli interessi».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha affermato che «se si dovesse scrivere il diario di bordo di questi tre giorni sarebbe davvero insoddisfacente, come emerge anche nelle fila della maggioranza per tanti emendamenti bocciati ed invece meritevoli di molta attenzione, dietro i quali ci sono storie di luoghi e paesi che stanno soffrendo moltissimo: Nuoro trattata a schiaffi, zone interne, tradimento del popolo delle imprese e delle attività produttive, perfino un grandissimo artista come Giuseppe Biasi è stato abbattuto dalla maggioranza».

Il capogruppo del PSd’Az Angelo Carta ha messo l’accento sul fatto che «con la legge di stabilità il Consiglio ha soltanto sfiorato i problemi importanti dei sardi, senza affrontarne neanche uno in maniera decisa, senza soluzioni e priorità; inoltre è mancato il tentativo di utilizzare la leva fiscale per iniziare a dimostrare che una Regione diversa, quella della zona franca, può decidere in autonomia le sue politiche di sviluppo, per cui purtroppo le cose in Sardegna resteranno come prima».

Il consigliere di Campo Progressista Francesco Agus ha espresso una valutazione molto positiva sull’emendamento per «il riconoscimento dell’insularità in ambito comunitario». Positiva anche la fine dell’esercizio provvisorio, ha continuato Agus, «ma non è il caso di assumere toni trionfalistici, perché la Legge di stabilità risente in effetti di vecchi problemi a causa dei quali il Consiglio ha ripartito pani e pesci senza riuscire a moltiplicarli, in tutti i sensi». Quanto al bilancio, ha aggiunto il consigliere, «è composto fondamentalmente da tre macro-voci, sanità peraltro sottostimata, macchina regionale troppo lenta, fondo unico per gli Enti locali: di qui una finanziaria compilativa in cui le uniche risorse, come patti con il Governo e fondi europei, richiedono i primi più trasparenza ed i secondi una spesa molto più veloce».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci si è detto convinto, in un primo tempo, che questa legge potesse essere una svolta che del resto «era stata annunciata come quella che regolava i conti con lo Stato ma, in realtà, rispetto ai grandi temi dello sviluppo economico e delle politiche per il lavoro, sul bilancio complessivo di circa 9 miliardi emerge che le risorse sono quasi interamente assorbite da sanità, accantonamenti, personale e mutui». Siamo insomma,a continuato Locci, «all’ennesimo festival della conferma della spesa storica, le riforme annunciate non hanno prodotto novità e non si vede nemmeno un barlume di speranza, tanto è vero che l’emendamento più importante, quello di Agus su un piano del lavoro di vecchia memoria, non è stato nemmeno discusso dal Consiglio».

Sempre per Forza Italia il consigliere Edoardo Tocco ha affermato che «questa finanziaria non ha accontentato nessuno ed anzi suona l’ennesimo campanello di allarme su una situazione davvero drammatica, i benefici (pochi) sono solo per alcuni e non incidono su problemi della Sardegna, da sanità a continuità territoriale, dall’industria ai trasporti, in definitiva il miracolo non c’è stato e non ci poteva essere perché è mancata quella strategia forte che si sardi si aspettavano».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha detto che, dalla legge di stabilità, si sarebbe aspettato qualcosa di più e di meglio, mentre invece ci si trova di fronte ad una «finanziaria inconsistente che forse non poteva essere diversa senza rivedere profondamente i rapporti con lo Stato anche con il riconoscimento dell’insularità»- Lo stesso intervento per il lattiero-caseario, «ammirevole ma tardivo comunque non salverà questa annata agraria, anche perché l’agricoltura sarda ha bisogno di una riforma profonda, così come i trasporti e tutto il tessuto economico regionale, insomma c’è bisogno di una Sardegna diversa che con questa finanziaria non c’è».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), favorevole, ha sostenuto che con la manovra «si è fatto tutto il possibile compatibilmente con la situazione della Sardegna, abbiamo lavorato in questi mesi ascoltando tutti i portatori di interesse, in un quadro di disponibilità ridotte ma, nonostante questo, va segnalato il contributo al Consorzio di bonifica Oristanese (il più grande dell’Isola) che è stato salvato superando le improvvisazioni». Va ricordato anche, ad avviso di Solinas, «che tutto il Consiglio è intervenuto con risorse importanti a sostegno del lattiero caseario, anche se è vero che alcuni argomenti solo stati solo sfiorati come zone interne e spopolamento; questo è il problema dei problemi e dobbiamo a cominciare a lavorarci da domani mattina, almeno per dare risposte in grado di bloccarlo, così come dobbiamo intervenire per accelerare la spesa dei fondi Psr e comunque è un ottimo risultato che la Giunta abbia assegnato ad Argea la funzione di ente pagatore».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è detto non soddisfatto della finanziaria ma, ha precisato, «avrei gradito di più parlare di problemi veri come il lavoro, perché il centro-destra metteva fondi ma ora non ho visto nulla per lavoro e industria». Eppure, ha ricordato, «quando scomparve il settore carbonifero si realizzò il polo di Portovesme con alluminio e piombo-zinco, speravamo insomma in qualcosa di innovativo, anche per la presenza di molti professori, e di ripetere magari l’esperienza del Veneto dove dalle ceneri dell’industria pesante nacque un diffuso tessuto di piccole imprese, qui al contrario non si è fatto niente e non si è chiusa nemmeno una vertenza».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha ribadito la valutazione negativa del suo gruppo perché «la finanziaria è povera e asfittica, senza una visione del futuro, miope e tesa a soddisfare esigenze di natura immediata simili al mercimonio, di bassissimo profilo e respiro che non va nemmeno vedere qualche Sardegna si vuole e con quali obiettivi si intende aggredire disoccupazione, dispersione scolastica, mobilità, ambiente, spopolamento di aree interne, ruralità e giovani».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino non si è dichiarato stupito da una finanziaria inefficace ed ha messo in evidenza che «mentre prima la maggioranza dava la responsabilità al passato ora ha esaurito gli alibi». «Manca – ha lamentato – un progetto di Sardegna ed il governo regionale non sa dove andare, sugli argomenti più importanti come trasporti turismo ed agro alimentare non si vedono obiettivi e tantomeno i risultati che, dopo tre anni, si dovevano vedere». L’Esecutivo, ha proseguito, «si è appiattito sull’ordinaria amministrazione ed è il peggior difetto per chi riveste una importante funzione pubblica; per quanto ci riguarda avremmo voluto parlare dei grandi problemi della Sardegna anziché dei soliti interventi spot ma i sardi meritano certamente molto di più».

Il consigliere Giuseppino Pinna (Udc) ha ribadito il voto contrario del suo gruppo ad una a finanziaria «di scarso spessore, senza autorevolezza nei confronti del Governo centrale che continua a pagare la Sardegna con assegni a vuoto».

La consigliera Anna Maria Busia (Campo Progressista) ha dichiarato che «questa non è la mia legge ideale come credo di aver dimostrato con gli emendamenti ed anche se riconosco che la politica è equilibrio fra ciò che deve essere e ciò che è, molte cose non mi piacciono, altre le avrei impostate diversamente a cominciare dal taglio coraggioso della spesa». Avrei scelto, ha continuato, «anche un altro metodo perché c’è stato poco dialogo nella coalizione e ad un certo punto sarebbe stato facile uscire dalla maggioranza ma le scelte facili non mi sono mai piaciute e per questo voterò sì».

Il consigliere Alessandro Collu (Pd) ha detto fra l’altro che, «dopo la lunga carrellata degli interventi dell’opposizione è giusto farsi coraggio». La finanziaria, ha sottolineato, «non è la soluzione di tutti i problemi e non poteva essere questo, è piuttosto un luogo come la famiglia dove si cerca di fare il massimo per non lasciare nessuno indietro e bisogna riconoscere che abbiamo trovato situazioni difficilissime, come la sanità ed Abbanoa, che sono state rimesse in piedi, per cui voterò sì».

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha difeso con decisione l’impianto della Manovra Finanziaria. Rivolto al consigliere di FdI, Paolo Truzzu, si è detto convinto che il tempo del centrosinistra non sia affatto finito: «Questo lo decideranno gli elettori – ha detto Sabatini – non accetto l’accusa di aver lavorato per distribuire mancette. Credo che abbiamo fatto invece un ottimo lavoro anche grazie all’atteggiamento costruttivo dell’opposizione. In questi mesi abbiamo ascoltato con grande attenzione le parti sociali e discusso a fondo su come utilizzare le risorse. La Finanziaria conferma il Fondo Unico per gli enti locali, i 30 milioni per il Reis, il Fondo per i beni culturali, gli 8 milioni per le biblioteche. Ci sono poi le risorse per i cantieri verdi, gli operai in utilizzo, un milione per la Caritas, 5 milioni per il trenino verde. Senza dimenticare le azioni a tutela della lingua sarda, i fondi per garantire la mobilità verso isole minori, i 14 milioni per il settore lattiero-caseario. Certo non abbiamo risolto tutti i problemi ma questo non è possibile».

Voto contrario alla Manovra ha annunciato il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «Questa finanziaria è l’ennesima occasione perduta. Le nostre aspettative erano diverse – ha detto Rubiu – la bocciatura dei nostri emendamenti non ha consentito di invertire la rotta. Il documento è un insieme di proclami e annunci, un film già visto. La Giunta Pigliaru continua a gestire le risorse come se si trattasse del portafoglio di famiglia. La Manovra è una distribuzione di mancette, un documento privo di strategia strutturale che si trasformerà in un boomerang per la maggioranza».

Anche secondo il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni la Manovra merita un voto contrario. «E’ vero che non è sulla finanziaria che si giocano le sorti della Sardegna ma se si guarda alle leggi di settore si capisce che il provvedimento non ha un’anima e un indirizzo – ha sottolineato Dedoni – tutti i comparti sono in sofferenza. Non si riesce a governare il sistema dei cantieri verdi, giochiamo male la partite delle entrate, la sanità continua a produrre disastri. Per questo occorre riorganizzare le leggi di settore. Questa potrebbe essere la vostra ultima finanziaria, vedete voi se riuscite a fare qualcosa di positivo nell’interesse del popolo sardo».

Di diverso avviso il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti, Pierfranco Zanchetta, che ha annunciato il suo voto favorevole spiegandone i motivi: «Certo la finanziaria non risolve tutto ma indica alcuni percorsi per arrivare a soluzioni positive». Zanchetta si è poi rivolto al collega Truzzu contestando alcune espressioni utilizzate nel suo precedente intervento. «Ha detto alla maggioranza di levare le tende, questo però non è un campeggio. Sarebbe meglio evitare certi termini se non si vuole contribuite ad alimentare il populismo. In questo modo si dà un cattivo esempio a chi ci segue e una rappresentazione non corretta delle istituzioni».

Anche per il capogruppo del Pd Pietro Cocco, è ingiusto dire che la Finanziaria non ha un’anima. «I dati Istat dicono che l’occupazione è in aumento, a gennaio si è registrata una crescita del 14%  grazie ai nuovi contratti a tempo indeterminato – ha ricordato Cocco – è sufficiente? Io dico di no, ma stiamo cercando di riformare la Regione. Questa è una Finanziaria da 7 miliardi e 600milioni di euro tutti spendibili. Sono stati confermati i fondi per il sociale (350 milioni) e per gli enti locali, non sono aumentati i tributi. Le misure adottate vanno nella la giusta direzione».

Giudizio negativo, invece dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Una finanziaria si misura dagli effetti che produce sul sistema economico e sociale dell’Isola – ha detto Pietro Pittalis – stiamo entrando nel quarto anno del governo della Giunta Pigliaru, vorrei sentire quali effetti hanno prodotto le finanziarie già a regime. Quale influenza sul Pil, sulla disoccupazione, sul sistema produttivo, sulla lotta alle povertà? La risposta è davanti a tutti: il Pil è sceso dell’1%, il più basso d’Italia, la disoccupazione aumenta, i poveri crescono, i precari attendono ancora risposte. Non c’è un settore che possa dirsi soddisfatto delle politiche attuate. Fuori dal Palazzo c’è gente che soffre. E’ giusto cercare di superare le conflittualità ma non è possibile un dialogo su queste premesse. Voi colleghi della maggioranza state alimentando il partito del qualunquismo».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione la Legge di stabilità 2017 che è passata con 28 voti a favore e 21 contrari. Disco verde anche per il Bilancio di previsione 2017-2019 (votanti 50, 29 sì e 21 no).

L’Aula è poi passata all’esame del Bilancio interno del Consiglio. Il presidente Ganau ha invitato i questori a leggere la relazione. Fabrizio Anedda, a nome dei colleghi del Collegio dei Questori, ha dato per letto il documento.

Subito dopo è intervenuto il questore della minoranza Giorgio Oppi che ha annunciato il suo voto contrario. «E’ arrivata l’ora di spiegare il perché del mio atteggiamento critico nei confronti della gestione complessiva del Consiglio – ha detto Giorgio Oppi – l’Assemblea sarda ha perso la sua centralità politica diventando il passacarte della Giunta il cui potere è cresciuto a dismisura. Questa Finanziaria ne è la dimostrazione evidente».

Oppi si è poi soffermato su alcune criticità del Palazzo: «Gli impianti non sono a norma e le condizioni esterne non sono degne della sede del Parlamento sardo – ha detto l’esponente dell’Udc – le gare d’appalto sono vecchie di 30 anni. Grazie all’impegno dei questori si sono definite le nuove per i servizi di vigilanza e pulizia. Per le altre forniture, invece, si va di proroga in proroga».

Oppi ha poi contestato la decisione di chiudere il presidio sanitario interno al Palazzo nonostante la disponibilità di un fondo di 100mila euro in bilancio.

Duro anche il giudizio sulla gestione del personale: dalle carenze della pianta organica alla sperequazione negli emolumenti dei vecchi e nuovi assunti: «Ci sono dirigenti con stipendi più alti rispetto al presidente del Consiglio e della Regione mentre i dipendenti assunti dopo il 2005 hanno salari bassi.».

Critiche, infine, per la programmazione dei lavori: «Ho chiesto di poter lavorare dal lunedì al venerdì. Questo consentirebbe di esaminare gli atti. Ci sono oltre 300 mozioni e interpellanze ancora da discutere. C’è poi da definire la questione relativa alla composizione dell’Ufficio di Presidenza dove siedono due rappresentanti dello stesso gruppo politico, cosa finora mai successa».

In conclusione del suo intervento, Oppi ha auspicato un cambio di rotta. «Il Consiglio ha perso prestigio e autorevolezza è tempo di cambiare ritmo».

Al questore Oppi ha replicato il presidente Gianfranco Ganau: «La centralità del Consiglio dipende dalle persone che lo compongono – ha detto Ganau – l’arretramento della politica è responsabilità di tutti».

Sulla messa a norma del Palazzo, Ganau ha ricordato che da due anni  si sollecita un intervento: «Quest’anno finalmente ci sono 6 milioni di euro vincolati – ha detto il presidente – sulle gare è vero che siamo in ritardo ma qualcosa si è mosso. La gara per la vigilanza è stata bandita, presto si farà anche quella per il servizio di pulizia».

Ganau ha annunciato anche un intervento per la copertura dei posti della pianta organica: «Esiste una carenza di personale che limita l’attività del Consiglio. Stiamo cercando di porvi rimedio. E’ stato bandito il concorso per i dirigenti referendari, presto si faranno anche quelli per le altre figure professionali». Sulla differenza tra gli emolumenti dei vecchi e nuovi assunti, il presidente ha ricordato che i nuovi contratti rispondono agli standard attuali mentre sui vecchi non si può intervenire perché si tratta di diritti acquisiti.

Sul presidio di Pronto Soccorso, Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità: «Ritengo un’anomalia che una struttura pubblica abbia un Pronto soccorso pagato dai cittadini».

Un accenno, infine, alla programmazione dei lavori: «Su questo la competenza è della Conferenza dei capigruppo. Il numero delle mozioni discusse è in linea con quanto accadeva nelle passate legislature». L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha sollecitato “uno sforzo in più dei questori affinché si porti tutto a norma. Ed è opportuno che i consiglieri non debbano più andare a pietire qualcosa dalla presidenza o dall’ufficio dei questori. E’ fuori dubbio che il palazzo a abbia bisogno di una rivisitazione, per una questione di decoro”.

L’on. Fabrizio Anedda (Misto)  ha segnalato il bisogno di “un dialogo tra i questori e i capigruppo. Possiamo farlo da subito. Per quanto riguarda i lavori urgenti del palazzo ho chiesto 2 milioni di euro per i lavoro urgenti alla commissione Bilancio. Ce n’è stato concesso uno con la promessa di un altro milione in assestamento. Ma mi pare che il problema sia far fare i lavori”.

Il Consiglio ha approvato le Entrate e le Spese del bilancio del Consiglio regionale. L’on. Pittalis ha chiesto “lumi sulla missione 99, ossia che differenza c’è tra le spese istituzionali , i servizi per conto terzi e le partite di giro” e si è rivolto all’on. Anedda.

Al termine, il bilancio è stato approvato. Il presidente Ganau ha dichiarato conclusi i lavori. L’Aula sarà riconvocata a domicilio.

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Domani, venerdì 31 marzo, alle ore 12,00, di fronte a Casa Serena, a Iglesias, si terrà una conferenza stampa con il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale e consigliere comunale Gianluigi Rubiu, i consiglieri comunali Gian Marco Eltrudis, Giorgio Carta, Andrea Pilurzu, Piero Carta, Angela Scarpa e il presidente di “Progetto per Iglesias” Maurizio Cerniglia, sui problemi legati alla presenza dei migranti nella città di Iglesias.

La conferenza stampa è stata convocata dopo l’annuncio dell’ormai certa riconversione dell’ex carcere in centro per l’accoglienza dei migranti e le voci ricorrenti sulla possibile trasformazione della stessa Casa Serena in centro di accoglienza per migranti.

L’ingresso dell’ex carcere di Iglesias.

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Sono proseguiti oggi i lavori del Consiglio regionale per l’esame della Legge di stabilità 2017 che detta le disposizioni in materia di sanità e politiche sociali. Sentito il parere del presidente della Commissione Bilancio e della Giunta, il presidente Ganau ha aperto la discussione generale.

Annamaria Busia (Misto), dopo aver sottolineato l’importanza dei contenuti del’articolo 4, ha puntato la sua attenzione sulla necessità di finanziare i Centri antiviolenza per l’assistenza dei  minori “vittime assistite” e dei maschi maltrattanti. «Avrei evitato ogni riferimento a questioni attuali ma anche ieri c’è stato un femminicidio – ha ricordato Busia – a marzo si sono registrati sei delitti contro le donne, uno dei quali in Sardegna. Ormai si tratta di un bollettino di guerra. Per questo l’argomento richiede il massimo impegno da parte di tutti».

La consigliera del Centro Democratico ha quindi auspicato l’approvazione dell’emendamento per l’incremento dei fondi destinati ai Centri antiviolenza: «Si propone un sistema di accoglienza per i minori vittime di crimini domestici. In Sardegna esistono attualmente solo strutture per minori abbandonati o devianti non per minori vittime assistite. Noi prevediamo un modesto finanziamento (100mila euro) che per il momento può bastare. A breve passerà in Senato la proposta di legge per le vittime di crimini domestici. E’ necessario completare il sistema di tutela a favore delle donne con la previsione di Centri che si occupino anche dei soggetti maltrattanti».

Edoardo Tocco (Forza Italia)  ha rimarcato come anche quest’anno la Legge di stabilità destini gran parte delle risorse al sistema sanitario. Il consigliere azzurro ha poi criticato l’operato dell’Azienda unica regionale: « Sarebbe importante capire i piani e i programmi dell’Ats e i criteri con i quali vengono deliberati i tagli. Il direttore Moirano però non si è ancora presentato in Commissione. La maggior parte delle risorse vengono destinate ai grandi ospedali della Sardegna, si dimenticano invece i piccoli nosocomi».

Edoardo Tocco ha poi parlato del Reis: «Abbiamo approvato il reddito di inclusione sociale ad agosto del 2016, da allora non si è saputo più nulla – ha affermato l’esponente della minoranza – c’è una grande aspettativa. Chiedo all’assessore Arru di catechizzare gli uffici regionali perché si colleghino con i comuni. C’è un’informazione distorta e no si riesce a dare risposte ai cittadini».

Rossella Pinna (Pd) ha invece concentrato l’attenzione sull’emendamento che autorizza l’Ats a contrarre un mutuo per il completamento del Centro di riabilitazione “Santa Maria Assunta” di Guspini. «Non è tematica locale ma riguarda tutta la Sardegna – ha detto Pinna – con questo provvedimento si  restituisce la speranza a chi ha la sfortuna di doversi curare ed è costretto a recarsi fuori dall’Isola». L’emendamento proposto, secondo la consigliera del Pd, potrebbe contribuire ad attenuare l’impatto che la modifica della rete ospedaliera avrà sull’organizzazione sanitaria regionale. «E’ un intervento di grande valenza, risponde alla esigenza di rendere omogenea la presenza di centri di riabilitazione in ambito regionale e rivitalizza un modello di eccellenza restituendogli operatività. Il piano di indirizzo per la riabilitazione ha stabilito che in ogni Regione deve essere attivata un’organizzazione capillare che consenta al paziente di avere un riferimento certo post ricovero. Attualmente il sistema sardo non risponde alle esigenze dei cittadini».

Ignazio Locci (Forza Italia), in apertura del suo intervento, ha richiamato il tema dei costi della Sanità. «Il tentativo di riformare il sistema non ha dato esiti positivi – ha detto Ignazio Locci – la spesa nona accenna a diminuire, segno che gli obiettivi che vi eravate posti non sono stati raggiunti. Basta guardare i dati del 2016 che hanno determinato un aumento dei costi di 305 milioni di euro. Per il 2017 si prevedono 330 milioni. Vedremo nel corso dell’anno quale sarà la performance».

Secondo Locci, ciò che salta all’occhio è la rinuncia del Consiglio a svolgere le proprie funzioni programmatorie in materia. «Assistiamo tutti i giorni a veri e propri interventi da parte dei manager delle Asl e della Giunta che sono caratteristici della riorganizzazione della rete ospedaliera. Anche in questa Finanziaria l’esecutivo propone un emendamento che va in questa direzione. E’ inutile discutere di programmazione se poi il Consiglio delega la propria funzione».

Sulle politiche sociali, Ignazio Locci ha ricordato che lo scorso 23 febbraio la Conferenza delle Regioni ha aggiornato il Patto della Salute. «La Sardegna perde 9 milioni di euro – ha rimarcato Ignazio Locci – che impatto avrà sul fondo per le non autosufficienze?».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha letto un elenco con i nomi delle donne vittime degli ultimi casi di femminicidio. «Stiamo in un vicolo cieco. Non esistono più politiche e strumenti per arginare il fenomeno che è comune a tutto il Paese – ha detto Alessandra Zedda – crediamo che la Sardegna avendo una sua specificità possa intervenire attraverso i Centri antiviolenza. Nonostante le misure messe in campo c’è ancora molto da fare. E’ un fenomeno culturale e su questo si deve intervenire».

Alessandra Zedda ha poi denunciato i ritardi nell’erogazione delle somme stanziate per il contrasto alle povertà, la non autosufficienza e il programma “Ritornare a casa”. «Sono programmi basilari su cui siamo tutti d’accordo. Abbiamo stanziato i soldi, perché arrivano in ritardo? Perché creiamo disagi a chi è già in difficoltà? Occorre stabilire un meccanismo che consenta di pagare nei termini».

Giudizio critico anche sul Reis: «E’ uno strumento importante ma non si può consentire un blocco di 8 mesi – ha detto Zedda – bisogna stringere e agire rapidamente».

Sulla spesa sanitaria, infine, la consigliera azzurra ha bocciato senza mezzi termini l’azione dell’esecutivo: «Quello che si è fatto fino ad oggi non è andato nella direzione voluta. La spesa sanitaria aumenta. Non siamo in grado di monitorare la diminuzione dei costi, Quanto bisogna aspettare ancora per la riforma della rete ospedaliera?».

Giovanni Satta (Uds) si è detto d’accordo sulla necessità di una razionalizzazione della spesa su larga scala. «Per questo mi sono astenuto sull’Ats, il principio è giusto ma purtroppo i costi della Sanità continuano a salire».

Giovanni Satta ha poi auspicato parità di trattamento per i territori. «Si è deciso di chiudere il punto nascita a La Maddalena, la razionalizzazione è giusta ma deve essere fatta su tutto il territorio nazionale, questo non avviene – ha affermato Giovanni Satta – a Nuoro l’Asl ha 163mila abitanti, solo tremila in più rispetto a Olbia, eppure ottiene 40 milioni di euro in più rispetto alla Gallura. Questo gap spero che venga presto colmato». Stesso discorso sui risparmi: « A Nuoro la questione del Project financing dell’ospedale San Francesco non è ancora risolta. I dipendenti, sono sottopagati, a chi vanno i soldi per i maggiori guadagni del Project?».

Giovanni Satta si è poi rivolto un plauso all’assessore Arru per l’attivazione del un servizio regionale di elisoccorso (“E’ importante perché consente di salvare vite anche nelle zone più isolate”) mentre ha sollecitato un potenziamento delle strutture per la terapia del dolore: «A Cagliari il reparto del Binaghi funziona per sole 5 ore alla settimana, il servizio potrebbe essere potenziato a costo zero».

Una bocciatura sull’operato della Giunta è arrivata invece da Giorgio Oppi, consigliere dell’Udc ed ex assessore alla Sanità. «Sfascio, disorganizzazione e fallimento come mai si era visto negli ultimi decenni. Costi aumentati e servizi peggiorati – ha detto Oppi – si è accentrato tutto nelle mani delle burocrazia mentre serve più autorevolezza della politica».

Secondo Giorgio Oppi, la Giunta ha introdotto una riforma «che non riforma nulla. La Sanità sarda non gode di buona salute, checché ne dica la stampa. Il progetto per il nuovo Polo pediatrico di Cagliari, voluto dalla Giunta Cappellacci, è fermo. A Nuoro la nuova macchina per radioterapia oncologica non funziona per la mancata formazione dei medici. Le liste d’attesa continuano ad essere lunghissime».

Critiche anche sull’Areu: «Non è ancora entrata in attività. Anzi, è stata uccisa prima di nascere. Non esiste ancora un programma. L’obiettivo – ha sottolineato Oppi – sembra essere quello di chiudere alcuni Pronto Soccorso». Per questo non convince nemmeno il recente accordo con la Lombardia: «La loro situazione è completamente diversa. La deliberazione della Giunta espropria il direttore dell’Areus delle proprie competenze. Siamo di fronte all’ennesimo pasticcio».

In conclusione del suo intervento Oppi ha parlato dell’ospedale Mater di Olbia: «Ci sono ritardi e continui cambi di programma. Proponenti accusano la Regione e voi siete in silenzio – ha affermato l’esponente della minoranza – non c’è traccia dei soldi, il Mater Olbia non aprirà mai, bisogna avere il coraggio di dirlo».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori), riprendendo gli interventi appassionati della Busia e della Zedda sui centri antiviolenza ha preannunciato un emendamento che prevede il finanziamento adeguato di queste strutture. Dopo un convegno svoltosi a Nuoro alla presenza di tutti i responsabili dei centri della Sardegna, ha ricordato Usula, «è stato lanciato un forte grido di dolore da parte di tutti gli operatori per dover gestire situazioni di grandissima complessità con pochissime disponibilità economiche». I centri anti violenza, ha detto ancora Usula, «chiedono in fin dei conti la ricostituzione della dotazione finanziaria del 2007 per cui, sotto questo profilo, apprezzo la proposta della collega Pinna ma la ritengo insufficiente perché spero in uno stanziamento più importante; c’è bisogno di certezze per permettere ai centri di dare speranza a tante donne sarde». Soffermandosi poi sul problema della nuova rete ospedaliera, il consigliere dei Rossomori ha espresso una posizione «contraria a micro emendamenti su situazioni particolari, perché compito della Regione, invece, è quello di individuare una risposta complessiva valida per tutto il sistema regionale».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sdp), in apertura, ha rinnovato la richiesta all’assessore Arru di riferire su situazione dell’Aias, mentre i lavoratori, ha ricordato, «sono impegnati in un presidio per sollecitare l’attenzione delle Istituzioni ed alcuni di essi sono addirittura in sciopero della fame». Parlando del problema della violenza di genere, Pizzuto ha auspicato fra l’altro «un lavoro avanzato in campo culturale per scardinare lo schema secondo il quale il genere maschile è di dominio e spesso di prepotenza e la donna è una sorta di oggetto». In materia di Reis (reddito di inclusione sociale), Pizzuto ha riconosciuto che «l’opposizione ha ragione a criticare alcune lentezze purché non si metta in discussione validità dello strumento,  ora la delibera della Giunta è stata modificata anche grazie a contributo dell’Anci e crediamo di aver imboccato la strada giusta». Piuttosto, ha osservato il consigliere di Sdp, «all’esterno c’è contrasto molto forte (anche mediatico) nei confronti del Reis, dimenticando che sulle povertà estreme in realtà il sistema pubblico assicurava ai destinatari, in media, circa 100 euro al mese». Forse qualcuno, ha polemizzato Pizzuto, «vuole mantenere gli ultimi in stato di oppressione e per questo serve uno scatto di volontà della politica anche perché abbiamo 40 milioni da spendere e il sistema può funzionare al meglio se le reti pubbliche fanno squadra; insomma i correttivi si possono fare ma senza può mettere in discussione il passo avanti che abbiamo fatto; la lotta è fra passato e futuro ed anzi questa conquista può essere una occasione di anzi riscatto per tutta la classe politica».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha dichiarato che «se dovessi misurare a spanne il valore della finanziaria basandoci sui report dei giornali sardi direi che è abbastanza mediocre ed in effetti difficile intervenire in un contesto in cui manca la percezione delle difficoltà del popolo sardo e non si fa un dibattito vero nel territorio e nell’opinione pubblica». Ciò accade, ha lamentato Dedoni, «anche perché, per esempio, la commissione d’inchiesta sulla sanità non riesce andare avanti senza dati e senza i necessari strumenti di analisi della situazione sarda ed è un gravissimo errore; la sanità non ha colore e dovrebbe accomunare tutti, gli sprechi ci sono ancora e sono tanti ma non si interviene, la magistratura indaga ma la politica non sembra cosciente di quanto accade e della necessità di dare risposte a cose concrete come le intollerabili attese al pronto soccorso». Nessuno vuole sparare nel mucchio, ha avvertito Attilio Dedoni, «ma la strategia giusta è quella di aggredire la mala sanità essendo noi magistrati di noi stessi e vorrei che questo fosse il grido di tutto il Consiglio».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta, dopo essersi definito anch’egli «un membro disarmato della commissione d’inchiesta sulla sanità dove di fatto non si riesce a lavorare» ha messo l’accento sullo stato dei rapporti fra Consiglio e Giunta e fra questi e lo Stato per quanto riguarda il riconoscimento degli svantaggi dell’insularità che «deve necessariamente ricomprendere le isole minori». Carloforte e La Maddalena, ha aggiunto Zanchetta, «sono riconosciute nella riforma della sanità ma vorrei sapere se, rispetto a questo principio, siamo andati avanti perché, se vengono sottratti servizi a La Maddalena non è che si possono compensare a Carloforte». La cosiddetta protesta delle pance che ha fatto il giro d’Italia, ha ricordato il capogruppo di Cps, «non è altro che la richiesta delle di far nascere i bambini a casa loro; ho già detto all’assessore Arru che bisogna garantire le condizioni di sicurezza e l’elisoccorso può essere un elemento di garanzia su cui ragionare per aiutare le donne a partorire sull’isola, una possibilità da verificare insieme alla rotazione equipe sanitaria».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, parlando dei gravi problemi della sanità nuorese, ha ricordato che recentemente ha partecipato ad un incontro organizzato dalle forze sociali «dove è stato lanciato un forte allarme sulla sanità nel territorio condiviso anche dagli amministratori». La domanda che tutti si fanno, ha proseguito, «è sapere qual è la visione complessiva del settore che ha la Regione, quale può essere la nuova idea dei servizi e della geografia degli stessi sul territorio nuorese, come ci si può confrontare fra centro e periferia». Non abbiamo risposte chiare a queste domande, ha lamentato Congiu, «anzi vediamo che si va verso una dimensione del servizio che, se non condivisa, potrebbe creare difficoltà; il manager dell’Azienda unica Moirano ha preso contatto con gli amministratori promettendo incontro ma siamo lontani da un vero metodo partecipato e costruttivo e questi sono temi molto legati all’articolo che stiamo discutendo».

Subito dopo, il Consiglio ha iniziato ad esaminare gli emendamenti all’art. 3 respingendo una serie di proposte oppressive presentate dall’opposizione.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha richiamato l’attenzione del presidente su fatto che «molte delibere della Giunta inserite nel sito in realtà non sono cliccabili e quindi non si possono consultare; ho chiesto di verificare questo disservizio ai funzionari del mio gruppo e la risposta che hanno ottenuto è quella non sono autorizzati a dare copie nemmeno ai consiglieri regionali». Faccio appello a lei, presidente, ha concluso Pittalis, «perché questa situazione non può essere tollerata e la consultazione in tempo reale degli atti della Giunta è un diritto dei consiglieri».

Il presidente Gianfranco Ganau ha concordato sulla fondatezza della richiesta.

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha denunciato la chiusura dell’unico punto ristoro dell’ospedale Oncologico di Cagliari. “E’ inaccettabile che i malati in attesa della chemio non abbiano nemmeno la possibilità di prendere una cosa calda. Vorrei sapere dall’assessore Arru se si può affrontare e risolvere, anche a livello emergenziale, questo problema”.

L’emendamento 264 è stato respinto e così anche il 265. Ritirato l’emendamento 161, l’Aula ha poi respinto l’emendamento 266 identico al 409. Respinti anche il 267, 410, 268, 411, 269, 412, 270, 413, 271, 414, 272, 415, 273, 416, 274, 417, 275, 276, 277, 278, 418, 279, 280, 281, 282, 283, 419, 284, 420, 285, 421, 286, 422, 287, 423, 288, 424.

Approvato l’emendamento 651, sostitutivo totale, a firma dell’on. Pinna e più, relativo a uno stanziamento straordinario di 200 mila euro per contrastare il fenomeno del randagismo.

Sul punto l’on. Alessandra Zedda (FI) ha annunciato il suo voto favorevole ma ha chiesto che sia “maggiore l’attenzione verso gli enti locali, che gestiscono in prima persona i canili”. Per l’on. Sabatini “meglio intervenire sulla sterilizzazione che sulla costruzione di nuovi canili, anche se i 200 mila euro sono solo un parte del denaro necessario”. Favorevole anche l’on. Gianluigi Rubiu (Udc): “E’ una cifra simbolica ma in realtà stiamo sottraendo somme alla sterilizzazione e al compito delle Asl”. Anche l’on. Tedde (FI) ha annunciato il voto favorevole, pur con critiche: “I canili comunali sono sprovvisti di risorse, purtroppo questo stanziamento è un pannicello caldo”. Sul contributo ai canili è intervenuto anche l’on. Roberto Desini (Pds): “Spero sia l’inizio di un percorso e spero che in futuro si possano aumentare le risorse”.

L’on. Rubiu (Udc) ha illustrato l’emendamento 142: si tratta di un contributo di 400 mila euro alle associazioni di volontariato che gestiscono canili, centri di ricovero e di “oasi” e “villaggi”. Respinto l’emendamento 142 stessa sorte è toccata anche al 135.

L’articolo 4 è stato poi votato.

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha illustrato l’emendamento 6, relativo alla sicurezza materna e infantile a La Maddalena e ha sollecitato a tutta l’Aula un voto favorevole, vista l’importanza del tema. L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha ribadito il concetto: “Riusciamo o no a garantire il diritto alla salute anche agli abitanti di quest’isola? Non sono manco cittadini di serie B ma di serie C”.

L’on. Zanchetta (Upc) ha detto: “Mi fa piacere tanta attenzione per la mia isola ma in tante altre circostanze ci siamo trovati da soli, per problemi altrettanto seri. All’on. Satta mi permetto di dire che non sono d’accordo quando afferma che 37 parti all’anno in quel punto nascite non legittimano un punto nascite”.

Per l’on. Tocco (FI) “tutti ormai hanno capito l’importanza di questo problema. Io sono andato a La Maddalena sei mesi fa a toccare con mano la dimensione di questa vicenda, nonostante non sia il mio territorio e non faccia parte nemmeno di quella commissione”.

L’on. Giovanni Satta (Uds) ha detto: “Vorrei chiarire all’on. Zanchetta che non sono io ma le infermiere di La Maddalena che affermano come non sia il caso di far nascere un figlio all’ospedale di La Maddalena. Certo che se ci fossero tutte le condizioni di sicurezza, garantite dall’assessorato alla Sanità, sarebbe diverso”.   

Per l’on. Augusto Cherchi (Pds) “i punti nascita di Bosa, Ghilarza e Sorgono sono stati sospesi per ragioni di sicurezza. Questo non vuol dire che l’evento eccezionale non possa riguardare La Maddalena ma si tratta appunto di eventi eccezionali. La tutela della gravidanza è cosa ben diversa da quella del parto”.

Per l’Udc l’on. Oppi ha detto: “C’è sempre stata una posizione di favore del ministero a favore delle isole minori. Ma questo è un passo indietro. E’ chiaro che bisogna trovare una soluzione al problema”.

L’emendamento 6 è stato respinto, insieme al 66,

Approvati gli emendamenti 647 (Oppi e più) sul finanziamento della scuola di chirurgia robotica all’ospedale Brotzu e il 389 (Pietro Cocco e più) per il Centro di riabilitazione Santa Maria Assunta di Guspini.

L’on. Michele Cossa ha illustrato l‘emendamento 7, poi respinto, sul proposito di garantire l’assistenza indiretta alle donne di Carloforte e La Maddalena.

Ritirato l’emendamento 21 e respinto il 45 destinato a finanziare uno studio dell’Istituto superiore di Sanità sui rischi e i tassi di mortalità nelle aree sarde, in particolare tra quelle vicine alle zone industriali. Favorevole anche l’on. Ignazio Locci (FI).

Approvato l’emendamento aggiuntivo 636 illustrato dal capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco: “Stiamo parlando dei lavoratori in deroga dei Comuni e non c’è spesa aggiuntiva”. 

L’Aula ha dato l’ok anche all’emendamento 572 (Istituto zoo profilattico) e lotta alla peste suina)

Respinto 614 mentre l’on. Roberto Desini (Pds) ha illustrato l’emendamento 586 sul personale delle aziende sanitarie e in particolar modo “sui vincitori dei concorsi che vengono però scavalcati dal personale delle agenzie interinali. A Sassari non lavorano gli idonei ma chi non ha superato nemmeno le preselezioni”. Sul punto l’on. Rossella Pinna (Pd) ha detto: “Condivido tutte le ragioni del collega”.

Il capogruppo del  Pd, on. Pietro Cocco, ha chiesto e ottenuto una sospensione breve per  coordinare la maggioranza.

Al rientro in Aula il presidente ha posto in votazione l’emendamento 586 che è stato approvato con 24 favorevoli e 23 contrari e pertanto, in sintesi, le graduatorie dei concorsi delle vecchie Asl che sarebbero dovute scadere il 30 giugno 2017 scadranno il 31 dicembre 2017. Approvato anche l’emendamento n. 2 a firma della consigliera Rossella Pinna (Pd) con le medesime finalità. Decaduto il 587 e accolto l’invito al ritiro per gli emendamenti n. 73 e 74, il primo firmatario dell’emendamento n. 90, Marco Tedde (Fi) è intervenuto per ribadire la richiesta di un finanziamento di 1 milione in favore della casa residenziale per anziani di Alghero, così come nella precedente finanziaria era stato concesso all’analoga struttura di Iglesias. A sostegno dell’emendamento di Tedde è intervenuto Giorgio Oppi (Udc) che ha citato la richiesta della struttura algherese per il finanziamento già dal 28 settembre 2016 («mentre la maggioranza aveva affermato che l’unica richiesta pervenuta era stata quella della casa per anziani di Iglesias»). Posto in votazione l’emendamento 90 non è stato approvato. Il consigliere Lotto (Pd) ha ritirato il n. 76 e l’Aula ha dato il via libera all’emendamento della Giunta n. 573 che stanzia 20mila euro per il 2017, 280mila euro per il 2018 e 560mila euro per il 2019, per il progetto di prevenzione della corruzione “Areté”. Sul 210 il relatore Sabatini si è rimesso all’Aula. Luca Pizzuto (SdP), primo firmatario dell’emendamento 210 ha spiegato che la proposta di modifica va nel verso di un miglioramento della gestione dei cosiddetti Plus consentendone la gestione consortile. Respinto l’emendamento orale del consigliere Paolo Zedda (Sdp), il Consiglio ha approvato la proposta di Pizzuto. Non approvato il 46, l’emendamento n. 9 è stato dichiarato inammissibile, non approvato l’89, ritirato il n. 3, è stato approvato il n. 616 (Dedoni e più) che modifica la copertura finanziaria dell’emendamento n. 15 (Demonti e più) che stanzia 200mila euro per il potenziamento del sistema della governante regionale sul tema dell’accoglienza.

Annunciata la discussione dell’emendamento n. 479 (Rossella Pinna e più) numerosi consiglieri di maggioranza e minoranza hanno dichiarato di apporre la firma a sostegno della proposta che modificando la normativa in vigore (la legge n. 8/2007) rende più capillare e articolata la rete dei centri antiviolenza nell’Isola. Attualmente, infatti, la rete sarda ha raggiunto il numero massimo di centri antiviolenza (8) previsti in legge e alcuni territori, ad iniziare dal Sulcis, non possono contare sui servizi di tali fondamentali strutture.

La prima firmataria, Rossella Pinna (Pd), ha espresso soddisfazione per l’attenzione mostrata al tema ed ha ricordato alcune cifre drammatiche sulla violenza di genere. Pinna ha quindi evidenziato, insieme con la modifica delle norme, anche l’incremento dei fondi regionali da 300mila euro a 900mila euro. A sostegno dell’iniziativa, seppur con differenti sfumature critiche, sono intervenuti Fasolino (Fi), Rubiu (Udc), Dedoni (Riformatori), Busia (Cp-Misto), Usula (Rossomori-Misto), Pizzuto (Sdp), Pittalis (Fi) e Sabatini (Pd).

I consiglieri della minoranza, ad incominciare da Pittalis e Rubiu, ed anche il consigliere dei Rossomori Usula, hanno criticato lo stanziamento di soli 600mila euro in aggiunta ai 300mila iniziali, mentre il relatore di maggioranza Sabatini ha replicato ricordando che insieme all’intervento della Regione deve considerarsi quello di importo equivalente da parte dello Stato («In totale contiamo su 1.8 milioni di euro»).

Posto in votazione l’emendamento 479 è stato approvato all’unanimità (51 votanti).

Approvato di seguito l’emendamento n. 14 (Ruggeri e più) che all’articolo 4 dopo il comma 22 introduce la norma che condiziona l’erogazione del finanziamento pubblico a favore dei servizi educativi per la prima infanzia all’assolvimento degli obblighi vaccinali per ciascun minore ammesso alla frequenza di tali servizi.

Il consigliere de La Base, Gaetano Ledda, ha quindi illustrato l’emendamento di cui è primo firmatario (n. 26) e che subordina gli interventi regionali sul pacchetto latte ad “una proporzionale ricaduta sull’intera filiera del lattiero-caseario, con un prezzo minimo del latte al pastore stabilito con un accordo collettivo tra produttori e trasformatori, nonché con ricadute anche nelle stagione di conferimento in cui si attua”. «Solo con queste misure – ha concluso Ledda – possiamo salvare il settore, in caso contrario sarebbe meglio evitare di stanziare risorse regionali al comparto».

Il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha ribadito di non aver niente in contrario ad esprimere parere favorevole ma, ha avvertito, «su questo provvedimento non ci devono essere bandierine, lo abbiamo discusso e voluto tutti, dalla Giunta e Consiglio, per dare un segnale a settore lattiero caseario, per cui mi danno fastidio certe esternazioni inopportune».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto) ha tenuto a ricordare che, oltre al formaggio, «i poveri hanno bisogno anche dei denti per masticare ed è strano che, da più di un anno, ci sia in lista d’attesa una legge per le cure odontoiatriche che non rientrano nella pubblica assistenza, auspico quindi che si trovino risorse necessarie per finanziarla». Quanto al pecorino, secondo Anedda «si rischia di non centrare l’obiettivo perchè gli allevatori hanno bisogno urgente di liquidità ne i soldi nostri bastano appena per la bolletta Enel o una rata di Equitalia».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha affermato che la proposta del consigliere Ledda «incide profondamente sul testo dell’art. 4 ed ha ragione il presidente Sabatini a ricordare che il provvedimento è stato voluto da Aula e Commissioni come punto di equilibrio notevolissimo per dribblare norme di carattere nazionale e sovra nazionale, usando la leva finanziaria in modo virtuoso per i produttori che soffrono». «Con l’emendamento – ha concluso Gaetano Ledda – si può aprire invece un pericoloso fronte di inapplicabilità e chiedo una verifica tecnica sul punto».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), condividendo la posizione del collega Sabatini ha espresso molte perplessità sull’emendamento «perché potremmo finire per danneggiare coloro che vogliamo aiutare; sono molto preoccupato, in particolare, per il riferimento ad accordo fra pastori e produttori che dovrebbe precedere ogni intervento normativo perché non si possono imporre i prezzi al mercato».

Intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto di rinviare votazione al pomeriggio, quando fra l’altro sarà presente l’assessore che potrà esprimere la posizione dell’Esecutivo.

Il consigliere Giorgio Oppi, nel merito si è detto d’accordo col collega Sabatini ma, sull’ordine dei lavori, ha invitato a mantenere gli impegni assunti per la conclusione dell’esame della Legge di stabilità entro la serata di domani.

Alla ripresa dei lavori, questo pomeriggio, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’emendamento aggiuntivo n.26 presentato dal consigliere Ledda (Misto-La Base) all’art. 4 (disposizioni in materia di sanità e politiche sociali) del Dl n.393 (Legge di stabilità 2017). L’emendamento prevede fra l’altro che gli interventi della Regione nel settore lattiero-caseario siano “subordinati alla proporzionale ricaduta sull’intera filiera con un prezzo minimo del latte stabilito con accordo collettivo fra produttori e trasformatori.”

Aprendo il dibattito il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha dichiarato il voto favorevole all’emendamento precisando che «il collega Ledda ha posto correttamente il problema in conferenza dei capigruppo e in Aula, sostenendo giustamente che i 14 milioni della Regione non possiamo darli agli industriali ma indirizzarli perché gli effetti favorevoli ricadano soprattutto sui produttori, possiamo scrivere meglio il testo ma il contenuto va salvato».

Sull’ordine dei lavori, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha chiesto di far intervenire subito l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria.

L’assessore Caria ha sostenuto che «l’emendamento può anche andar bene ma esiste un problema nella parte finale in cui si parla di prezzo minimo del latte; il riferimento è generico e tuttavia si corre il rischio, lasciando questa dicitura finalizzata al sostegno degli allevatori, di violare il regolamento Ue/2012 che esclude la fissazione di prezzi minimi, per cui questo passaggio potrebbe far cadere l’impalcatura». Dopo il confronto con gli attori della filiera, ha continuato Caria, «è emerso il ruolo centrale dell’organismo inter-professionale ed inoltre, tenendo presente che al calo dell’offerta non corrisponde l’aumento del prezzo in tempi brevi, sarebbe forse opportuno allargare le maglie sulla destinazione dei 14 milioni, come l’aiuto alla diversificazione produttiva e quello previsto per le compensazioni dei maggiori costi di trasporto nelle aree svantaggiate».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro ha affermato che, «alla luce dei chiarimenti dell’assessore si può sospendere l’esame dell’emendamento per verificare una nuova stesura e proseguire nei lavori».

Il proponente Gaetano Ledda si è detto d’accordo per esaminare la proposta assieme all’art. 5.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ribadito, approfittando della presenza dell’assessore, la sua richiesta di esame tecnico del testo per verificare la presenza di potenziali conflitti giuridici perché «se resta questo vulnus non andiamo da nessuna parte».

Successivamente l’Aula ha respinto una serie di emendamenti.

Approvati invece il n. 91 (Daniele Cocco e più) che prevede, senza aumento di spesa, nuovi requisiti per i dipendenti a tempo indeterminato della Regione, il n. 92 (Alessandra Zedda e più) che prevede la collaborazione del Plus e delle associazioni sportive nel programma di sport terapia destinato ai disabili, il n.162 (Piscedda e più) che dà stabilità al lavoro delle strutture che operano a sostegno delle persone ammesse a pene alternative, il 525 (Agus, Busia) per le campagne di comunicazione sull’importanza dei vaccini, il 491 (Busia e più) sulla promozione di interventi di recupero rivolti agli autori di violenze di genere.

Via libera del Consiglio anche all’emendamento n.643 (Busia, Agus) che modifica l’emendamento n.486 e costituisce un fondo regionale a favore delle vittime di crimini domestici e degli orfani.

Su quest’ultimo emendamento si è sviluppato un breve dibattito.

La consigliera Busia (Campo Progressista) ha ricordato fra l’altro che, in base alla normativa vigente, «se non ci sono familiari superstiti mancano strutture e nessuno si può occupare delle vittime delle violenze; occorre quindi colmare un vuoto e serviranno altre risorse, mentre a livello nazionale c’è una proposta già approvata unanimità dalla Camera e, al Senato, il presidente Grasso ne ha disposto la calendarizzazione, con la Sardegna che si colloca all’avanguardia».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di «buona finalità che tocca da vicino i diritti della persona però si scontra con una previsione finanziaria insignificante, poi non si può dire che ci rientrano le spese legali perché altrimenti questi fondi finirebbero agli avvocati».

L’Assemblea si è poi occupata del gioco d’azzardo patologico, discutendo l’emendamento n. 524 del consigliere Francesco Agus (Campo progressista) il quale ha ricordato che «la Sardegna è fra le poche Regioni che non hanno legiferato, una vergogna per i Sardi nell’auspicio che vengano calendarizzate al più presto le proposte di legge già presentate e stanziate risorse adeguate».

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc Sardegna) ha osservato che, quanto alle risorse, «l’assessore Arru potrà confermare dirà che lo Stato ha assegnato recentemente la somma di 1.3 milioni».

L’assessore della Sanità Luigi Arru ha ribadito l’impegno della Giunta nel riordino delle patologie da dipendenza, annunciando a breve una delibera con le risorse adeguate all’attuazione di interventi per la tutela delle persone.

Il consigliere del Pd Salvatore Demontis ha chiesto di aggiungere la sua firma, condividendo le riflessioni del collega Francesco Agus ed auspicando una legge regionale «su un fenomeno quanto mai attuale, anche perché la normativa nazionale non prevede misure come distanze minime fra esercizi abilitati all’utilizzo delle slot ed orari di apertura delle sale.

Anche il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha aderito alla proposta perchè, ha osservato, «si tratta di un fenomeno che crea grossi problemi sociali nelle comunità».

D’accordo anche il consigliere Luca Pizzuto (Sdp), secondo il quale il provvedimento è importante per il contrasto alla «nuova droga della società che colpisce gran parte della popolazione sarda, contro cui non basta la prevenzione ma servono strumenti ai servizi sanitari per le patologia complesse».

Parere favorevole anche dal vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, ad avviso del quale l’intervento della Regione «è comunque un pannicello caldo rispetto a patologia che ormai è epidemia, la nuova legge non può prescindere dalla costituzione di un centro regionale con ramificazioni presso territori, perché le famiglie non sanno come e dove curare i congiunti ludopatici».

L’emendamento n. 524 è stato poi ritirato dal consigliere Agus dopo le assicurazioni sulla disponibilità di risorse ma il vice capogruppo di Fi Marco Tedde lo ha fatto proprio, chiedendo di metterlo ai voti. In sede di scrutinio, la proposta è stata poi respinta.

Dopo l’emendamento 491 l’Aula ha affrontato il 507, che è stato ritirato dal proponente, on. Francesco Agus (CP).

Sull’emendamento 26 sul prezzo del latte e l’acquisto del formaggio invenduto l’on. Gaetano Ledda (Misto) è intervenuto per rileggere il testo finale della norma, così come modificato. L’emendamento è stato poi approvato.

Approvato anche l’emendamento 632, 633 e 655 all’articolo 2 sugli amministratori straordinari delle Province, sui consiglieri metropolitani. Ritirato, a seguito delle rassicurazioni della Giunta, l’emendamento Daniela Forma (Pd) sui cantieri verdi nei Comuni che abbiano un polo di incenerimento e di termovalorizzazione.

L’Aula è poi passato all’esame dell’articolo 5 e dei relativi emendamenti.

L’on. Pittalis (FI) ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressi a firma di Forza Italia e di FdI.

Approvato il testo dell’articolo, il Consiglio regionale è passato all’esame dei singoli emendamenti.

Approvato il 648 (Gavino Manca e più). Sul 514 (Agus e più) il presentatore ha insistito per fissare in 436 mila euro le spese per studi e ricerche a vantaggio delle società di cui la Regione abbia una quota maggioritaria. L’emendamento è stato respinto. Approvato l‘emendamento 649 e 474 (Gavino Manca e più) sulle società in house.

Si è poi passati all’art. 5 bis (Disposizioni in tema di istruzione, formazione, cultura, spettacolo e sport).

Nel dibattito generale Ignazio Locci (FI) è stato molto critico e si è soffermato soprattutto sul settore archivi e biblioteche. Dal 2014 questo settore – ha detto – ha visto diminuire la  dotazione finanziaria. Oggi la giunta propone un’ulteriore riduzione da 18 a 17 milioni di euro e non garantisce neanche la copertura finanziaria dei costi dei posti di lavoro. L’assessore Paci non è molto affezionato a questo tema dei beni culturali. Quindi la situazione non migliora rispetto allo scorso anno, nonostante le promesse. Noi non condividiamo questa impostazione. La commissione ha trovato una sintesi e poi la giunta stravolge tutto e diminuisce la dotazione finanziaria.

Alessandra Zedda (FI)  ha  aperto il suo intervento denunciando che “Sardegna ricerche” lunedì ha aperto un bando che poi è stato immediatamente chiuso. Oggi è stato aperto e dopo tre minuti è stato annullato. La vicecapogruppo di Forza Italia ha chiesto  all’assessore Paci di verificare e di intervenire. Passando nel merito dell’articolo 5 bis, Alessandra Zedda ha asserito che era  da tempo che non si vedeva in una finanziaria una “lista della spesa così spudorata”. Questo modo di legiferare è improponibile – ha detto – spesso ci sono richieste ad personam che non possono certo figurare in una finanziaria. Per il settore sport ha ringraziato gli assessori Paci e Dessena e la Terza  commissione  che stanno cercando di porre rimedio all’agonia del settore dello sport nell’isola.

Edoardo Tocco (FI) ha detto che l’articolo 5 bis prevede solo interventi parziali e improponibili  come i  70.000 euro destinati a favore dell’associazione nazionale degli ufficiali di stato civile  e d’anagrafe. Abbiamo necessità di valorizzare il settore sportivo e aiutare soprattutto  le società che devono fare le trasferte. Speriamo che nel 2017 le società possano avere i soldi in tempo reale.

Marco Tedde ha affermato che  la rubrica   è altisonante ma che poi, leggendo l’articolo ci si accorge che è frutto di una tecnica legislativa minimalista e furba. Un insieme di “marchette”  poco dignitose, solo “contributi previdenziali” per chi li propone. Tedde ha elencato i contributi previsti come quello  a favore degli architetti. Ironicamente ha chiesto alla maggioranza e alla giunta: “perché non dare qualcosa anche agli avvocati o agli  agronomi? Critico anche sul comma 10: “Niente da dire sulla figura storica di Antonio Gramsci, ma perché i contributi vengono erogati solo previa certificazione? 

Proprio su questa questione del comma 10 su cui l’on. Truzzu  ha presentato l’emendamento 311 (il comma 10 dell’articolo 5 bis è soppresso)  sono intervenuti: Paolo Truzzu (Misto) che ha spiegato le ragioni della presentazione dell’emendamento: “non si possono dare finanziamenti sulla base di una autocertificazione”; Pietro Pittalis  (FI) che ha detto che è necessario cassare il comma 10 perché si sta creando una eccezione al sistema. Non è in discussione la figura di Gramsci o della Fondazione – ha sottolineato – è sospetta la modalità. Pittalis ha annunciato la richiesta di votare l’art. 10 per parti. Anche la consigliera Anna Maria Busia ha chiesta una votazione per parti dell’articolo. E’ poi intervenuto il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini che ha spiegato che  l’autocertificazione proviene da una precedente finanziaria approvata dal centrodestra. Non ho fatto altro – ha detto – che riprodurre quello che è stato fatto in precedenza,. Se si vuole modificare non ho nulla in contrario.

L’emendamento soppressivo  311, con voto elettronico palese, è stato bocciato (votanti  49, si 16, no 33) .

Pietro Pittalis ha ritirato tutti gli altri  emendamenti soppressivi parziali.

In sequenza sono stati approvati  gli emendamenti: 

574, sostitutivo del comma 7 dell’articolo 5 bis presentato dalla giunta regionale. Questo emendamento prevede nuove procedure di erogazione in coerenza con i principi recenti di programmazione e di competenza finanziaria potenziata;

625, primo firmatario Pietro Cocco, che sostituisce nel comma 11 l’importo 18.000.000 con 16.300.000.

Poi è stato approvato il testo dell’articolo 5 bis votato per parti come richiesto dai consiglieri Pittalis e poi Busia.

L’articolo è stato votato dal comma 1 all’8 (votanti 47, sì 31, no 16); il comma 9 (votanti 47, sì 29, no 18); il 10 (votanti 46, sì 31, no 15); il comma 11 (votanti 45, sì 29, no 16), il comma 12 (votanti 46, sì 31, no 15); il comma 13 (votanti 46, sì 27, no 19); il comma 14 (votanti 46, sì 28 no 18); il comma 15 (votanti 46, sì 28, no 18), il comma 16 (votanti 47, sì 30 no 17), il comma 17 (votanti 49, sì 31, no 18); il comma 18 (votanti 48, sì 31, no 17) e infine i commi da 19 a 23 (votanti 47, sì 31, no 16).     

 Approvato l’articolo, Daniele secondo Cocco (Sinistra per la democrazia e il progresso) ha ritirato, dopo aver sentito l’assessore Paci che ha assicurato che i problemi dei Ricercatori del CNR erano all’attenzione della giunta, l’emendamento 20. 

E’ stato approvato l’emendamento 78 (Lotto e più) che prevede un contributo annuo di 800.000 euro in favore dell’ente concerti “Marialisa De Carolis di Sassari e il 638 (Dedoni e più) che prevede un contributo complessivo di 20.000 euro a favore dell’accademia delle belle arti di sassari e dei Conservatori di musica di cagliari e Sassari per il finanziamento di programmi di mobilità studentesca internazionale. Approvato anche l’emendamento 407 (Piscedda e più) .  

Dell’emendamento 575 sono stati approvati solo il  7 ter (350.000 euro per le attività musicali popolari)  e il 7 quater (1.300.000 campionati federali nazionali a squadre) 

Approvato anche l’emendamento 639 (Paolo Zedda )  che sostituisce nell’emendamento 581 le parole “1.400.000” con “1.600.000”, il 581 e l’emendamento 11 (Mario Tendas) che autorizza la spesa di 60.000 euro a favore del comune di Oristano per l’esercizio del diritto di prelazione per l’acquisto dell’immobile “Casa natale Giuseppe Pau”.

 Si è poi aperto un ampio dibattito sull’emendamento 24 presentato da Emilio Usula (Misto) sul patrimonio dei beni archeologici. Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Alessandro Collu (Pd), Attilio Dedoni (Riformatori), Angelo Carta (Psd’az), Locci (FI), Sabatini (PD). L’emendamento è stato bocciato.  

Non approvato l’emendamento n. 97, l’Aula ha dato il via libera all’emendamento n. 640 (Dedoni e più) che destina 30mila euro alla Fondazione A. Segni; decaduto il 57 è stato approvato il 147 (Rubiu e più) con copertura finanziaria precisata dall’assessore Paci per 80mila euro destinati alla pontificia facoltà di teologia della Sardegna e al pontificio seminario regionale sardo. Approvato il 212 (Daniele Cocco e più) che destina 934mila euro alla Fondazione Sardegna film commission. Approvato il 576 (Giunta regionale) che autorizza la rimodulazione dell’Apq Politiche giovanili del 2008.

La consigliera di Fi, Alessandra Zedda, ha quindi proposto un emendamento orale all’emendamento n. 98 (Alessandra Zedda e più) che abroga le diciture “improrogabilmente” e sostituisce la data del 31 agosto con 30 novembre. Accolto dall’Aula l’emendamento orale, il consigliere Desini ha dichiarato di apporre la firma agli emendamenti 98, 99 e 100. Il Consiglio ha quindi approvato l’emendamento 98 che in via straordinaria stabilisce che i contributi alle società sportive sono erogati entro il 30 novembre 2017. Approvato anche l’emendamento n.99 (Alessandra Zedda e più) che fissa al 30 giugno la scadenza per il programma degli interventi nello sport. Via libera all’emendamento n. 100 (Tocco e più) che prevede la concessione di anticipazioni fino all’80% degli importi spettanti alle società sportive.

Decaduto l’emendamento 141, non approvato il 615, decaduto il 186, l’Aula ha dato disco verde all’emendamento n. 631 (Desini e più) che emenda il 588 (approvato) ed autorizza 200mila euro a favore delle società sportive dilettantistiche per la formazione di personale in qualità di esecutore Blsd.

Approvato il  101 (Tocco e più) che modifica i requisiti richiesti alle società sportive di cui al comma 20 lettera c) dell’articolo 5 bis della presente legge.

Approvato il 646 (Collu) che modifica la copertura finanziaria dell’emendamento n. 1 (Collu e più) che autorizza la spesa di 200mila euro a favore dell’Università della terza età.

Ritirato il 17, il 18 dichiarato inammissibile, non approvati in sequenza il 102, il 103, il 104, il 106, il 107, il 108 e il 109. 

Dopo la variazione della copertura finanziaria annunciata dall’assessore Paci  (200mila euro) approvato l’emendamento n. 209 (Pizzuto) che trasferisce 200mila euro ai “CSC” della Sardegna.

Approvato l’emendamento 641 (Dedoni) che autorizza un contributo di 30mila euro al comune di Milis per la sorveglianza del palazzo Boyl.

Approvato l’emendamento  n. 472 (Paolo Zedda)  e quello di sintesi 637 (Paolo Zedda e più) che autorizzano la spesa di 70mila euro per realizzare un festival itinerante della tradizione della Sardegna; 130mila euro per la promozione della tradizione poetica e musicale; 100mila euro a favore della proloco; 30mila euro per la formazione di studenti nel settore dell’etnomusicologia; 180mila euro per la tutela della lingua sarda; 100mila euro per il doppiaggio in lingua sarda di cartoni animati; 80mila euro a favore dei periodici regionali non quotidiani e delle testate giornalistiche on line per la programmazione di spazi in lingua sarda.

Non approvato l’emendamento n. 624 e con una nuova copertura specificata dall’assessore Paci approvato l’emendamento n. 477 (Christian Solinas e più) che autorizza la spesa di 100mila euro a favore dell’Archivio storico diocesano di Cagliari. Approvato anche il 478 (Christian Solinas e più) che autorizza la spesa di  50mila euro anche per l’Archivio storico diocesano di Sassari. Ritirati gli emendamenti 490, 519, 543, 546, 560 e 563. Approvato il 579 (Giunta regionale) che autorizza la spesa di 500mila euro nel triennio per interventi di sostegno alle politiche giovanili. Via libera anche al 589 (Desini e più) che stanzia 45mila euro a favore del centro sportivo educativo nazionale (Csen).

Decaduto il 444 e ritirato l’emendamento 480 si è passati all’esame dell’articolo 5 ter e degli emendamenti presentati.

Commissione e Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Successivamente il presidente ha tolto la seduta ed aggiornato i lavori del Consiglio a domattina, con inizio alle 10.00.

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Il Consiglio regionale ha iniziato stamane l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli e degli emendamenti all’art. 1 (disposizioni in materia finanziaria e contabile) del disegno di legge n° 393 (legge di stabilità 2017) e 394 (Bilancio triennale 2017-2019)

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha comunicato di aver ricevuto una nota del presidente della commissione Autonomia sul personale dell’Agenzia Forestas «in cui emergono diverse questioni molto urgenti da non sottovalutare o lasciare alle dinamiche della sola commissione». «Propongo quindi – ha concluso Pietro Pittalis – di tenere al termine della seduta di stamane una riunione della conferenza dei capigruppo per calendarizzare al più presto una sessione del Consiglio ad hoc per discutere del problema».

Il presidente Gianfranco Ganau, concordando sull’urgenza dell’argomento segnalato, ha annunciato un riunione della conferenza dei capigruppo alla fine dei lavori.

Il capogruppo di SdP Daniele Cocco, sempre sull’ordine dei lavori, ha espresso solidarietà a dipendenti Aias in lotta, anche con forme estreme, per mantenere il posto di lavoro, chiedendo che dopo finanziaria l’assessore della Sanità Luigi Arru riferisca in Aula.

Subito dopo il Consiglio ha iniziato la discussione dell’art. 1 e degli emendamenti al disegno di legge n. 394 ed il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha illustrato il parere della commissione sugli stessi emendamenti.

Nella discussione, il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha parlato di «un’ennesima finanziaria fuori tempo massimo che non riesce ad interpretare le reali esigenze dei sardi, mentre la situazione della Regione è vicina al tracollo». «Manca una pianificazione forte – ha sostenuto Tocco – «ed emerge lo scollamento nei rapporti fra Governo centrale ed una Regione dove imprese e cittadini sono allo stremo e nel sistema dei servizi sociali non si riesce nemmeno a dare informazione, segno di una grande distanza col mondo degli Enti locali». Soffermandosi sui trasporti e la sanità Tocco ha criticato con forza «una situazione che sta tenendo bloccati i sardi nell’isola sia per i grossi problema di mobilità che per i costi proibitivi, mentre la riforma della sanità è ferma come il super-manager Moirano non è mai venuto in commissione a spiegare cosa intende fare». «A questo punto – ha concluso il consigliere – è auspicabile che questa sia o diventi la finanziaria del buon senso, noi manterremo tutte le nostre riserve ma saremo costruttivi».

Sempre per Forza Italia la vice capogruppo Alessandra Zedda si è soffermata sul primo comma dell’articolo, mettendo in luce «gli scarsi risultati della programmazione unitaria che doveva essere il punto di forza della strategia della Giunta, invece sono stati fatti solo pochi e timidi passi in avanti come si vede dalle schede degli assessorati, dimostrando che avevamo ragione noi a chiedere il monitoraggio della spesa dei fondi comunitari a cominciare dall’agricoltura». «In realtà – ha affermato la Zedda – sono mancate azioni incisive in grado di incrementare il Pil regionale e si sono moltiplicate le consulenze inutili, tracciando i confini di una situazione drammatica che ormai molto preoccupante, perché dopo tre anni progetti e programmi siamo ancora al palo». Per questo, ha aggiunto, «proponiamo una riunione straordinaria del Consiglio sullo stato di attuazione dei programmi comunitari, sicuri che in quella sede emergerà che la macchina regionale è sostanzialmente ferma e l’andamento della spesa è nettamente al di sotto di standard accettabili».

Il consigliere Marco Tedde, altro vice capogruppo di Forza Italia, ha dichiarato che «la posizione contraria di molti consiglieri di maggioranza sulla legge di stabilità è, se possibile, ancora più critica di quella dell’opposizione, segno di una crisi profonda che impedisce alla Regione di funzionare in modo dignitoso, a dispetto di scelte sono di comunicazione molto aggressive che però non riescono a nascondere la cronica incapacità di spendere risorse importanti». L’icona più efficace di questa situazione, secondo Tedde, «è il Reis (reddito di inclusione sociale) con 33 milioni bloccati dallo scorso anno che determinano gravissimi danni per tante famiglie sarde, insomma una campagna promozionale molto ampia non è riuscita a muovere nemmeno un euro in direzione delle fasce più deboli». «Altra icona – ha ricordato Tedde – è il Psr (Piano di sviluppo rurale), perché i bandi non decollano o vengono bloccati, altri si inceppano perché non funziona il sistema informatico, altri ancora sono bloccati dai vincoli del Ppr; anche nel turismo ci sono risorse importanti bloccate salvo quelle della promozione della Sardegna negli aeroporti sardi, come se la Fiat facesse pubblicità alle 500 nei propri stabilimenti e, del resto, la crescita del settore non deriva certo dall’azione della Regione è perchè non è stato fatto nulla».

Il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni, sul piano politico generale, ha osservato in apertura che «nella minoranza c’è piena sintonia sulla scelta di non voler trascinare oltre un dibattito surreale in un momento così disgraziato per il popolo sardo, per cui la maggioranza deve cogliere questa disponibilità soprattutto su alcuni punti sui quali occorre abbandonare le soluzioni profetiche e concentrarsi sulla realtà». «Le entrate per la Sardegna sono necessarie perché senza non c’è autonomia finanziaria – ha proseguito Dedoni – e per questo siamo convinti che il percorso dello Statuto speciale debba ricominciare daccapo così come deve essere riaperto il tavolo con lo Stato». «Siamo convinti in particolare – ha aggiunto il capogruppo dei Riformatori sardi – che una grande riforma debba partire dalla battaglia sulle accise, ricordando innanzitutto che la Corte Costituzionale negò alla Sicilia il riconoscimento delle accise perché non erano previste dal suo Statuto ma questa previsione nello Statuto speciale sardo c’è, per cui la Sardegna ha fatto molto male a perdere una opportunità che vale una massa di risorse di circa 4 miliardi annui, di cui almeno 1 spetta secondo noi alla Sardegna». «Questa – ha concluso – è la grande proposta positiva da rivolgere al popolo sardo al di là delle appartenenze».

Successivamente il Consiglio ha cominciato l’esame dei singoli emendamenti, respingendo tutti quelli presentati dall’opposizione.

L’Aula ha approvato il testo dell’articolo, con 35 voti a favore e 17 contrari.

Sull’emendamento 34 l’on. Attilio Dedoni (primo firmatario, Riformatori) ha detto: «Chiediamo la riduzione del 30 per cento dell’Irap per le imprese che hanno sede nei comuni sardi sotto i 5 mila abitanti».

L’on. Angelo Carta (PSd’Az) ha auspicato il parere positivo: «Spero che la Giunta sia favorevole perché la risoluzione 15 approvata dalla Quinta commissione va proprio nella direzione del sostegno ai piccoli comuni. Avete ignorato una legge dello Stato che istituiva la zona franca nei Comuni colpiti dall’alluvione 2013. Oggi avete la possibilità di rimediare e dipende solo da voi».

Per il riformatore Luigi Crisponi «a un imprenditore viene la febbre solo a sentire il nome dell’Irap, che tassa sia gli utili che le perdite. Non ho sentore delle vostre azioni a favore delle imprese sarde».

Per l’on. Michele Cossa, sempre dei Riformatori sardi, «bisogna usare la leva infrastrutturale per i trasporti e la leva fiscale, che hai l pregio di sottrarsi a ogni forma di clientelismo».

L’on. Fabrizio Anedda (Misto) ha detto che «gli sgravi sull’Irap non risolvono il problema dello spopolamento né di cosa devono fare le imprese delle zone interne. Io avrei usato altre risorse della massa manovrabile del bilancio per costituire due centri, uno a nord e uno a sud, per ricevere tutti i prodotti agroalimentari sardi per gli alberghi e le strutture turistiche».

L’on. Annamaria Busia (Cd) è intervenuta per dire che «è giusto incidere sulla fiscalità ma non so se sia corretto farlo così».

Per il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, «l’intervento dell’on. Anedda esprime una visione limitatissima delle zone interne della Sardegna e dei suoi problemi. E lo dico con tutto il rispetto: nemmeno nel suo ragionamento c’è un’idea di zone interne se parla di nord e di sud. Siete intrisi di una cultura sbagliata: bisogna viverci nelle zone interne e tra i pastori. Le vostre ricette vanno bene a Quartu».

Ha preso la parola l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), secondo cui «i segnali si danno con concretezza e questo emendamento è concreto. Blocchiamo i lavori e riflettiamo perché questo emendamento è davvero una norma fulcro di tutto il bilancio».

L’emendamento 34 è stato respinto dall’Aula, che è poi passata ad esaminare l’emendamento 566 (parere favorevole della commissione) sulla tesoreria della Regione.

L’on. Ignazio Locci (Forza Italia) è intervenuto chiedendo il ritiro dell’emendamento: «Quali sono i servizi complementari che volete pagare alla banca che dal 2018 sarà tesoriera della Regione? Perché volete regalare 250 mila euro alle banche? Spiegateci il senso dopo che tutti i contratti, dai facchini alla guardiania, sono tirati all’inverosimile?». L’emendamento 566 è stato approvato.

L’Aula è poi passata alla discussione dell’articolo 2 (enti locali, urbanistica e opere pubbliche).

Il presidente della commissione Bilancio ha chiesto di spostare l’emendamento 28 e collegati alla fine della discussione dell’articolo 4 e il presidente del Consiglio ha accolto la richiesta.

L’on. Ignazio Locci (FI) è intervenuto nella discussione dell’articolo 2 e ha detto: “Questo articolo tende ad amplificare la portata degli effetti della centrale unica degli acquisti ma da fuori ci stiamo rendendo conto che queste maxi gare hanno ripercussioni sui livelli occupazionali e retributivi dei lavoratori”.

L’on. Antonio Gaia (Upc) ha accolto l’invito al ritiro «dell’emendamento 465 a seguito delle garanzie dell’assessore Spanu».

Per l’on. Marco Tedde (FI) «l’articolo 2 è un complesso di norme importanti e quando vede la differenza di trattamento tra la rete metropolitana di Sassari e la città metropolitana di Cagliari ci vediamo costretti a presentare un emendamento solo parzialmente provocatorio».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha detto che «l’articolo 2 rischia di passare nel silenzio di quest’aula, nonostante riguardi il sistema degli enti locali. Alla Giunta sembra proprio che del sistema dei Comuni non gliene importi niente. Siamo al paradosso: ci sono Comuni che sardi che hanno le risorse in cassa ma non possono spendere e comuni come Nuoro che hanno un problema di dissesto finanziario imminente se non si pongono misure atte a limitare gli effetti dei debiti fuori bilancio, tutti contratti dalle pregresse gestioni».

Respinti gli emendamenti 222, 223.

Non approvati in sequenza e con votazioni separate tutti gli emendamenti soppressivi totali e parziali posti in votazione. Gli emendamenti n. 235, 378  e 237 sono stati ritirati dai presentatori Pietro Pittalis, Fi («Era nostro interesse far discutere l’Aula sullo stanziamento da un milione di euro per manutenzioni straordinarie al palazzo del Consiglio e sulle risorse destinate al comune di Oschiri per il suo teatro») e Paolo Truzzu (Misto-FdI). Approvato l’emendamento  n. 431 (Pietro Cocco, Pd) con l’emendamento orale dello stesso presentatore che quindi sopprime la dicitura «con popolazione superiore a quindicimila abitanti» dal comma 3 dell’articolo 2.

Prima della votazione dell’emendamento n. 238 il capogruppo di FI, Pietro Pittalis, ha sollecitato il rispetto degli accordi intercorsi in sede di capigruppo per la conclusione dei lavori dell’Aula alle 13.30 ed il presidente del Consiglio ha quindi proceduto con la proclamazione dell’esito della votazione del 238 (non approvato) ed ha dichiarato conclusi i lavori dell’antimeridiana, ricordando la convocazione dell’assemblea alle 16.00.

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I lavoratori del Centro AIAS di Cortoghiana che questa mattina hanno iniziato lo sciopero della fame come nuova clamorosa forma di protesta tesa a rivendicare il pagamento di nove mensilità arretrate ed il rispetto dei loro diritti, hanno ricevuto vari attestati di solidarietà e visite di amministratori locali, consiglieri regionali e parlamentari. Come si vede nelle due fotografie allegate, sono giunti al Centro AIAS di Cortoghiana, dove hanno incontrato i lavoratori, il deputato del Partito democratico Francesco Sanna, il consigliere regionale dell’Udc Gianluigi Rubiu ed alcuni sindaci: Paola Massidda di Carbonia, Teresa Pintus di Sant’Anna Arresi, Giorgio Alimonda di Portoscuso ed Elvira Usai di San Giovanni Suergiu. Le visite, comunque, si susseguono quasi senza interruzione, a conferma della vasta eco che la vertenza dei lavoratori AIAS sta avendo sia a livello territoriale sia regionale.

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Si accendono le polemiche dopo lo sbarco al Molo Ichnusa di Cagliari di altri 900 migranti, soccorsi in mare nei giorni scorsi durante la traversata del Mediterraneo.

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, in una nota, sostiene che «la Sardegna si è ormai trasformata in una meta per i migranti, con l’approdo quasi incontrollato di profughi. La nostra Isola è sempre stata ospitale, è giunto però il momento di fermare questa continua incursione senza freni. Abbiamo già fatto la nostra parte».

«Nella nostra Isola gemella la quota dei migranti è ferma allo zero – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Nelle rotte attorno alla Spagna ci sono solo poche migliaia di profughi. Solo nel 2016 sono arrivati oltre 9mila migranti con la complicità di una Giunta regionale incapace di porre un freno alle scelte calate dall’alto dal Governo italiano. Scontati gli interrogativi perché ci chiediamo se il mercato dell’accoglienza sia ormai un diventato un business, con le cooperative che speculano sull’arrivo di migliaia di persone considerate in difficoltà.»

«Con l’arrivo dei migranti si provocano tensioni sociali insopportabili per la società sarda, già schiacciata da una crisi economica infinita – conclude Gianluigi Rubiu -. Sarebbe logico chiedere per ogni profugo che sbarca in Sardegna almeno tre posti di lavoro per i disoccupati isolani. L’esecutivo regionale sembra però accettare senza nessun problema l’arrivo di navi strapiene di persone disperate.»

 

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«Il Cammino di Santa Barbara è un’occasione unica di sviluppo per il Sulcis Iglesiente.» Lo sostiene Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale e consigliere comunale di minoranza a Iglesias.

Il Cammino di Santa Barbara è un itinerario di 420 chilometri, dal santuario della Madonna del Buon Cammino di Iglesias sino ai villaggi abbandonati che si aggirano tra Masua e Buggerru, passando per i gioielli ambientali attorno alla costa come Pan di Zucchero e agli incontaminati paesaggi di Perde Pibera tra Villacidro e Montevecchio.

«Il cammino di Santa Barbara può fare il miracolo – sottolinea Gianluigi Rubiu -. Non ce ne voglia la patrona dei minatori, ma questo percorso turistico, religioso e ambientale potrebbe rappresentare una carta vincente per la ripresa dell’economia in territori schiacciati da una crisi senza precedenti. Si pensi alle miniere abbandonate, un tempo risorsa inestimabile per i lavoratori, e agli stabilimenti chiusi. Si approvi subito l’emendamento da 500mila euro per dare avvio al progetto denominato Cammino di Santa Barbara. Una rotta che ripercorre il Cammino di Santiago di Compostela. Si tratta di un’opportunità unica per le strutture alberghiere e ricettive incastonate nelle aree rurali, con migliaia di escursionisti, pellegrini e amanti della cultura che approderanno nei sentieri che si prolungano nell’area.»

«L’itinerario – conclude Gianluigi Rubiu – diventerà una delle mete più ambite a livello internazionale. Il Sulcis Iglesiente ed il Medio Campidano si devono attrezzare per uno strumento che può rappresentare solo l’inizio di un nuovo sviluppo per il territorio.»

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Una delegazione dei lavoratori in utilizzo provenienti da diversi territori della Sardegna, è stata ricevuta dalla conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale.

Al termine dell’incontro il vice presidente dell’Assemblea, Eugenio Lai, ha detto che «in tempi brevi la commissione Lavoro del Consiglio effettuerà una verifica incrociata, coinvolgendo l’assessore del Lavoro Virginia Mura, i tecnici dell’assessorato, i lavoratori e le organizzazioni sindacali per capire cosa non ha funzionato nell’assegnazione ai Comuni sardi dei cosiddetti “lavoratori in utilizzo” (una platea di circa 400 unità con una retribuzione media di 700 euro, suddivise in 89 Comuni) ed individuare le soluzioni più efficaci».

Eugenio Lai ha ricordato, fra l’altro, che il Consiglio ha assicurato, per l’impiego dei lavoratori, una consistente copertura finanziaria di circa 5.5 milioni, che potrà essere ulteriormente incrementata fino a 6 milioni (in sede di assestamento successivo alla Legge di stabilità 2017), per garantire la continuità del servizio nell’arco dei 12 mesi dell’anno.

I rappresentanti dei lavoratori, tutti provenienti da percorsi professionali molto travagliati, hanno messo l’accento con molta preoccupazione sul fatto che, a fronte della disponibilità delle risorse, solo pochi Comuni hanno formalmente effettuato le assunzioni, segno che «non basta la disponibilità delle risorse se poi mancano indirizzi coerenti e chiari per la loro gestione, probabilmente a causa di interpretazioni differenti della normativa da parte dei tecnici dell’assessorato e della dirigenza delle amministrazioni locali».

Nel dibattito hanno preso la parola i capigruppo del Pd Pietro Cocco, dell’Udc Gianluigi Rubiu, di Forza Italia Pietro Pittalis e dei Riformatori Attilio Dedoni. Cocco ha assicurato che la commissione Lavoro accerterà «cosa non ha funzionato nell’applicazione di una legge regionale, fermo restando che il Consiglio ha fatto per tempo la sua parte e che i Comuni conoscono certamente la normativa e gli spazi che offre, anche in termini di flessibilità».

«Anche come minoranza – ha garantito Gianluigi Rubiu – noi saremo sempre al fianco dei lavoratori, sottoposti ad una mortificazione continua a causa di problemi burocratici che ormai si verificano sempre più spesso», mentre Pietro Pittalis ha espresso disappunto per la consuetudine del «parlarsi fra sordi che caratterizza in negativo l’azione dell’amministrazione regionale.» Attilio Dedoni, infine, ha rassicurato i lavoratori sulla «volontà comune della commissione, al di là delle appartenenze, di chiudere la partita una volta per tutte e trovare una soluzione definitiva».

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«Sono tanti i giovani agricoltori che saranno tagliati fuori dalle risorse per il Piano di sviluppo rurale, destinate al nuovo insediamento, il cui bando si è aperto ieri, con un boom di domande per accedere ai finanziamenti, oltre 1.400 istanze, che ha mandato in tilt il sistema, decretando di fatto l’esclusione quasi sicura di un migliaio di futuri imprenditori agricoli.» Il grido d’allarme arriva dal capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu.

«Il bando a sportello assicura dai 35 ai 50 milioni di euro per l’avvio delle attività rurali – spiega Gianluigi Rubiu -. Si prevede un pacchetto complessivo di 20 milioni di euro. Un principio ineccepibile, che però lascia fuori da subito circa mille domande. In tantissimi si sono indebitati per la presentazione dei progetti e si ritroveranno con un pugno di mosche.»

Gianluigi Rubiu denuncia altre anomalie. «Tra le domande presentate si riproporranno una serie di stortureDal trasferimento del bestiame attraverso la presentazione del Suap, senza il sigillo delle Asl, al trasferimento delle quote comunitarie sino alla costituzione delle nuove società. Una serie di difetti delle pratiche dovuta alla fretta nella presentazione delle pratiche. Chiediamo quindi che l’assessore dell’Agricoltura – conclude Gianluigi Rubiu – sostenga i futuri imprenditori agricoli, correggendo le irregolarità nelle domande e permettendo che possano ricevere i finanziamenti».