21 December, 2024
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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, sollecita l’approvazione di misure urgenti per sostenere il comparto agrozootecnico.

«Non si può tollerare che il prezzo del latte per gli allevatori non arrivi neppure a coprire le spese minime – sottolinea Gianluigi Rubiu -. Si tratta di un’emergenza economica per la Sardegna. L’oro bianco dell’Isola deve essere protetto e tutelato. Basta ambiguità e salti nel buio, si convochi immediatamente la quinta commissione regionale (attività produttive e agricoltura), con un tavolo di confronto che veda coinvolti gli attori protagonisti i pastori, rappresentati dalla neo costituita organizzazione interprofessionale specifica per il latte ovicaprino -. Proporremo alla Regione – aggiunge Gianluigi Rubiu – di ripristinare il prestito di conduzione alle aziende agro zootecniche oggi in forte difficoltà, in modo da evitare che gli allevatori siano ostaggio degli industriali. La Regione trovi le risorse, pari a circa 40 milioni di euro, per azzerare i depositi di prodotto e acquisire quindi le scorte di formaggio nei caseifici isolani. Soluzioni che consentirebbero di uscire da una crisi senza precedenti a causa del basso costo del latte pagato agli allevatori.»

Con i portatori d’interesse – conclude Gianluigi Rubiu – ovvero allevatori, industriali, mondo della cooperazione si mettano in campo tutte le proposte per contrastare il declino del comparto. La politica sarda non può abbandonare il mondo agropastorale. Sarebbe  un ulteriore fallimento di questa maggioranza. Sul latte e sul formaggio prodotto ruota la vera economia della Sardegna, con un indotto economicamente straordinario, visto che il mondo agricolo rappresenta la nostra storia, cultura e tradizione.»

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Il gruppo dell’Udc in Consiglio regionale (primo firmatario il segretario regionale, Giorgio Oppi), ha presentato un’interpellenza urgente «sulla situazione di precarietà delle strutture complesse dell’Azienda ospedaliera Brotzu e sulla decisione di bandire la selezione per la copertura del posto di direttore della struttura complessa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale San Michele a Cagliari», con la quale chiede un intervento immediato del presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, e dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, «per scongiurare che vengano posti in essere, all’Azienda ospedaliera Brotzu,  atti palesemente illegittimi e dannosi».

Nel documento-denuncia, Giorgio Oppi, Gianluigi Rubiu, Giuseppino Pinna e Alfonso Marras, ricordano le recenti norme approvate, a partire dal 2014, e relative all’incorporazione degli ospedali Businco e Microcitemico nell’Azienda ospedaliera Brotzu, insieme con la nomina dei commissari delle Asl e delle Aziende ospedaliero universitarie, con l’obiettivo, tra gli altri, di redigere e approvare il piano di riqualificazione e riorganizzazione dei servizi sanitari, nonché la deliberazione della giunta n. 23\7 del 2015, in materia di contenimento della spesa relativa al personale.

«Sulla base di queste norme – scrivono i consiglieri dell’Udc – l’Azienda ospedaliera Brotzu non può procedere a nuove assunzioni se non dopo aver completato il processo di rideterminazione della rete ospedaliera che invece è ancora in atto.»

«Ma risulta invece che il Brotzu – aggiungono i consiglieri dell’Udc – abbia chiesto una deroga per effettuare una selezione, per ricoprire soltanto il posto vacante di direttore della struttura complessa di ostetricia e ginecologia, nonostante l’Azienda ospedaliera Brotzu conta ben quindici strutture complesse rette dai cosiddetti “facenti funzioni” e nonostante il bando per il direttore di ostetricia e ginecologia risalga al 2013. A ciò si aggiunga che attualmente operano ben due direttori di struttura complessa di ostetricia e ginecologia ed è verosimile che in sede di riorganizzazione delle strutture, siano almeno parzialmente accorpate.»

Giorgio Oppi, Gianluigi Rubiu, Giuseppino Pinna e Alfonso Marras contestano quindi lo svolgimento delle procedure concorsuali ed in particolare l’attribuzione di 35 punti su 100 per il curriculum dei candidati e di 60 punti su 100 per il colloquio, nonché pongono in dubbio i criteri di scelta della commissione esaminatrice («quest’ultima deve essere effettuata con meccanismi che ne garantiscano la genuinità ma il Brotzu non possiede alcun software specifico e certificato per soddisfare tale requisito»).

«Tali illogici comportamenti – concludono i consiglieri dell’Udc – inducono a ritenere che dietro il concorso per la direzione di ostetricia e ginecologia, al Brotzu, ci siano in realtà altre esigenze da soddisfare.»

 

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«La Portovesme srl non può e non deve rischiare la chiusura. E’ un patrimonio industriale del Sulcis Iglesiente, che va difeso e protetto. Nel rispetto delle leggi ambientali, la politica isolana ha l’obbligo di salvaguardare l’azienda e l’occupazione all’interno dell’impianto». A sottolinearlo è il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu.

«C’è il rischio che l’azienda lasci la Sardegna per le lungaggini nelle autorizzazioni inerenti l’ampliamento della discarica per accogliere gli scarti di lavorazione – sottolinea Gianluigi Rubiu -. Sarebbe una tragedia sociale per il Sulcis Iglesiente, con contraccolpi negativi sull’occupazione. Auspichiamo che si acceleri l’iter autorizzativo per agevolare gli impianti di produzione di piombo e zinco, evitando così lo stop all’attività produttiva. L’azienda – aggiunge il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale – non può permettersi di non avere un sito di stoccaggio adeguato. L’alternativa, da scongiurare è la chiusura. La discarica deve essere autorizzata velocemente senza tentennamenti. Peraltro la progettualità del sito é estremamente moderna, all’avanguardia, con un processo che garantisce il rispetto e tutela delle norme ambientali. La sola idea che si possano mettere in discussione oltre un migliaio di buste paga con l’indotto è fortemente preoccupante. Per questo – conclude Gianluigi Rubiu – occorre porre fine alle lungaggini, procedendo da subito con le concessioni per l’estensione del sito di stoccaggio.»

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, propone una mozione per allungare la stagione venatoria in Sardegna. «Nelle altre Regioni si è posticipata la stagione, mentre l’Isola attende da anni il prolungamento del calendario – denuncia Gianluigi Rubiu. Una scelta che certifica il fallimento della maggioranza, incapace di venire incontro alle richieste del mondo venatorio. I cacciatori sardi si sentono offesi e umiliati da un assessore inadeguato, incompetente e punitivo. Mentre nelle Marche, in Toscana e nel Lazio si potrà sparare ad alcune specie sino al 31 gennaio, la Sardegna viene ancora una volta ridicolizzata e beffataLa caccia rappresenta un valore, una cultura, profondamente radicata nel tessuto sociale sardo. Pensiamo che anticipare la chiusura della stagione significhi tradire il popolo sardo. Una beffa per il mondo venatorio che, con gli agricoltori, si propone come un esercito di vero custode dell’ambiente. Il patrimonio ambientale venatorio deve essere salvaguardato con la presenza costante dei cacciatori. L’assessore Donatella Spano – conclude Gianluigi Rubiu – dimostri di essere realmente capace investendo risorse per questo universo, con una politica seria di tutela della caccia e di ripopolamento delle specie, altrimenti abbandoni la poltrona e sicuramente la sua assenza non lascerà rimpianti.»

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«La Giunta regionale stanzi subito le risorse nella prossima Finanziaria per ripristinare il dipartimento della Protezione civile del Sulcis Iglesiente.»

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, sollecita un intervento immediato per evitare di abbandonare al loro destino migliaia di volontari del territorio, che si adoperano nelle associazioni operative nel campo del volontariato.

«La cancellazione dell’ufficio che supporta le associazioni di volontariato è un atto illogico e sconsiderato di una Giunta allo sbando, con la distruzione di un’eccellenza sul territorio – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Uno schiaffo all’esercito di volontari che, con dedizione e impegno, dedicano il loro tempo libero per il bene comune. Nella delibera si è dimenticato il fatto che la Protezione civile ha avuto il suo battesimo proprio nel Sulcis che per primo si è dotato di un piano idrogeologico, poi è il fronte avanzato nella lotta contro gli incendi estivi e le emergenze.»

Con la cancellazione dell’Ufficio di protezione civile da Iglesias, i gruppi di volontariato saranno costretti a fare riferimento a Cagliari o Villacidro per espletare le pratiche burocratiche. «Non accettiamo tutto questo – conclude Gianluigi Rubiu -. Speriamo che l’esecutivo faccia un passo indietro ripristinando il dipartimento del Sulcis Iglesiente per dare un supporto alle associazioni del territorio».

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Giovedì mattina, ancora una volta, come avviene da anni, lo spirito del Natale ha coinvolto oltre 100 persone che si sono recate alle grotte Is Zuddas di Santadi per seguire la Santa Messa concelebrata da don Giampiero Marongiu, don Silvano Cani, don Pietro Piras e don Giuseppe Casti.

Ad arricchire la celebrazione, il coro della parrocchia di Santadi che, con canti e melodie rivolti al Signore, ha contribuito al messaggio dei sacerdoti: «Accogliamo il Signore, apriamo le braccia e il nostro cuore e uscendo portiamo la parola di Dio con noi e per tutti…»

Un’omelia, quella di don Silvano Cani, che invoca la pace, la fratellanza, il rispetto e l’amore. Un messaggio di speranza affinché il 2017 possa portare serenità e sollievo a chi tanto soffre.

La cornice naturale delle grotte offre grande spunto alla riflessione proprio sull’importanza delle bellezze naturali che il Signore ci ha donato, che noi dobbiamo rispettare ed amare.

Un ringraziamento corale alla cooperativa Monte Meana che da anni “tiene in piedi” un servizio turistico degno di lode, soprattutto per il periodo di crisi economica che da tempo imperversa sul territorio.

Alla fine della messa, ha preso la parola il sindaco di Santadi Elio Sundas che, dopo i ringraziamenti di rito, ha voluto ricordare due persone scomparse che in qualche modo fanno parte della storia delle grotte Is Zuddas: l’artista Gianni Salidu che ha scolpito il presepe esposto e poi donato, dopo la sua dipartita, dalla moglie alla cooperativa Monte Meana e Antonello Sulas, storico presidente della stessa cooperativa, venuto a mancare prematuramente, persona che si è adoperata tanto e che ha creduto sino in fondo nei progetti legati alla valorizzazione di un tale tesoro naturale.

L’applauso dei presenti ha omaggiato il loro ricordo ed il canto finale del coro, in lingua sarda, ha concluso la prima parte della mattinata.

Una volta ritornati all’ingresso, proprio sul piazzale antistante la biglietteria, è stato scoperto dai sindaci di Santadi e Carbonia, Elio Sundas e Paola Massidda, il cippo del Cammino di Santa Barbara (il terzo, dopo quelli di Iglesias e Carbonia), benedetto da don Giampiero Marongiu, parroco di Santadi.

Subito dopo, Giampiero Pinna, presidente dell’associazione Pozzo Sella e della Fondazione Cammino di Santa Barbara, insieme ai sindaci di Santadi e Carbonia ha donato un medaglione ricordo con lo stemma del Cammino di Santa Barbara, ai fedeli collaboratori volontari che hanno seguito passo dopo passo il cammino di Santa Barbara, sostenendo tutte le iniziative e prendendo parte ai percorsi.

Una bella cerimonia che ha emozionato e commosso chi ha ricevuto il dono e non solo, un’iniziativa dal grande significato, un “Cammino” che ha messo d’accordo 23 comuni, consci che solo insieme si possano risollevare le sorti del nostro territorio, che chiede aiuto a gran voce e che attende il giusto riscatto per un momento di rinascita che possa unire tutti in un unico abbraccio di salvezza.

Il buffet ha definitivamente chiuso una giornata importante, anche dal punto di vista delle presenze: gli onorevoli Emanuele Cani e Francesco Sanna e il consigliere regionale Gianluigi Rubiu, con la loro partecipazione, fanno sperare in una sempre più grande collaborazione tra Governo, Regione e Comuni, una collaborazione volta ad una crescita culturale e socio-economica che, attesa ormai da tanto tempo, si spera possa diventare una colonna portante nel nostro più immediato futuro.

Con un vasto album fotografico, pubblichiamo un’intervista realizzata da Giampaolo Cirronis con il sindaco di Santadi, Elio Sundas.

Nadia Pische

                                                                                                                                                                                          

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La FIALS, Federazione italiana autonomie locali e Sanità ha organizzato un sit-in di protesta per la giornata di domani, venerdì 30 dicembre, alle 10.30, al CTO di Iglesias, contro “I Signori dell’anti-sanità nel nostro territorio!!!

L’organizzazione sindacale, composta da lavoratori indipendenti, «stanca di assistere allo sfascio della sanità del Sulcis Iglesiente» propone un’unione di forze e di intenti per cercare di evitare:

• lo spostamento selvaggio e la chiusura o accorpamento di reparti;

• la trasformazione di ospedali in ambulatori;

• la trasformazione di ospedale per le attività programmate in un “ospedale a tempo”, che induce i pazienti all’auto-dimissione il venerdì;

• i “trasferimenti selvaggi” del personale, che ignorano le specifiche capacità professionali maturate dai lavoratori;

• l’assenza di percorsi definiti e chiare procedure.

Secondo la FIALS – il gioco è chiaro – «si vuole arrivare alla chiusura per mancanza di numeri perché, si sa, se non si raggiungono i numeri previsti dalla legge, si chiude!!! Uno smantellamento indiretto fatto di continui disservizi che inducono gli ammalati di questo territorio a spostarsi, più che in passato, in altri contesti ospedalieri».

Sulla giornata di protesta interviene Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale.

«E’ scontata la totale solidarietà, con la mia partecipazione, alla manifestazione indetta dalla FIALS – dice Gianluigi Rubiu –. Interverranno tanti cittadini del territorio offesi e umiliati dalla giunta Pigliaru per aver distrutto la sanità isolana attraverso un’azione scellerata di devastazione dei presidi. Nel Sulcis Iglesiente si assiste impotenti allo smantellamento dei servizi, con gli ospedali ridotti a poco più di scarsi ambulatori, mettendo a continuo repentaglio la vita dei pazienti, costretti a lunghi ed estenuanti viaggi tra un ospedale e l’altro. Una condizione – aggiunge Gianluigi Rubiu – che sta inevitabilmente producendo disservizi e disagi per malati e familiari. Sono inoltre vittime dello sfascio della sanità iglesiente medici e infermieri, disarmati di fronte allo smantellamento selvaggio ed esposti a rischi di carattere personale, sempre più indeboliti senza una organizzazione degna di questo nome.»

«Il malcontento per i continui trasferimenti del personale sanitario, senza nessun criterio e con metodi sicuramente discutibili, è un altro punto critico per il comparto – sottolinea ancora Gianluigi Rubiu -. Non ci sono dubbi. La politica regionale ha fallito tutti gli obiettivi,  sia dal punto di vista economico che della qualità dei servizi per allargarsi alla soppressione di presidi sul territorio, riuscendo nell’intento di scontentare tutti. Non è possibile proseguire di questo passo, con un rischio concreto per la vita degli iglesienti, costretti sempre più a vedersi garantite solo le cure in ambulanza nei continui viaggi della speranza. Liste d’attesa infinite con tempi che sono ormai raddoppiati. E’ insomma una maggioranza senza vergogna. Non sarà certo la Asl Unica regionale a migliorare i servizi. Anzi. Avremo una sanità sempre più distante dal territorio e scadente per la qualità dei servizi. Scontato l’interrogativo: siamo sicuri che questa strategia non sia frutto di un perverso progetto per smantellare la sanità pubblica del Sulcis Iglesiente a vantaggio della sanità privata? Di fronte a questo disastro – conclude il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale – ci viene da ragionare su un disegno ben definito, altrimenti siamo costretti a pensare ad una follia incontrollata.»

 

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Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu prende posizione contro la decisione della Polar di Piscinas, che ha imposto a 6 operai reintegrati all’indomani delle manifestazioni di protesta, il trasferimento forzato nel piccolo comune dell’hinterland genovese Ronco Scrivia, con la richiesta di «convocazione urgente della quinta commissione in materia di industria, con un’assemblea urgente davanti allo stabilimento Polar di Piscinas per un sopralluogo e per verificare le condizioni dei lavoratori».

«Il trasferimento dei lavoratori in provincia di Genova appare in realtà un licenziamento mascherato – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Un ulteriore affronto ed un’offesa per i lavoratori. La Regione è stata incapace di assicurare la ripresa produttiva, visto l’impegno della società nei confronti dell’amministrazione. E’ una presa in giro per i lavoratori. La Sardegna non può sopportare anche questo sopruso.»

Il rappresentante dell’Udc mette l’accento sulla mancanza di monitoraggio. «Ci sono molte perplessità e tanti punti oscuri sul controllo dell’azienda da parte della Regione sul tema delle fideiussioni – conclude Gianluigi Rubiu -. E’ necessario essere più attenti verso le attività di un’azienda supportata dalle concessioni regionali, con un monitoraggio continuo per le autorizzazioni rilasciate. E’ inoltre opportuno il pugno duro sui controlli in tema di ambiente e sicurezza. Per questo si dovrebbe attivare immediatamente una Commissione d’inchiesta per le opportune verifiche».

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha inviato una lettera al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, e al presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, con la quale ha chiesto la convocazione urgente delle commissioni preposte e dell’aula di via Roma per discutere della vertenza dei lavoratori Ati Ifras, impegnati nei progetti del Parco Geominerario, così da esorcizzare una corsa contro il tempo alla scadenza delle misure dell’indennità di disoccupazione con l’erogazione temporanea della nuova assicurazione sociale per l’impiego.

«L’ultimo provvedimento approvato dal Consiglio regionale – sottolinea Gianluigi Rubiu – è un de profundis dei progetti legati al Geoparco, con la cassa integrazione dei lavoratori. Nessuno ci impedisce di ritrattare, discutere e chiedere pareri all’Avvocatura dello Stato, prima di votare e decidere, con attività propedeutiche ad una legge che dia garanzie agli addetti del Parco. Nulla è perduto. Siamo ancora in tempo per riprendere la discussione sulla legge e approvare la  proroga della convenzione con l’Ati Ifras. L’auspicio è che il consiglio regionale si riappropri del proprio ruolo legislativo perché la Sardegna non può permettersi il lusso di trattare con superficialità il futuro di 520 lavoratori, peraltro importantissimo per il ruolo e la missione svolto sul territorio.»

«I primi giorni del nuovo anno, alla ripresa dei lavori – aggiunge Gianluigi Rubiu –, si convochi urgentemente il consiglio regionale. I lavoratori del Parco Geominerario possono ancora sperare che la politica, quella con la P maiuscola, possa palesare con i fatti che si può trovare una soluzione credibile e, soprattutto, con una prospettiva lavorativa e non di ammortizzatori sociali, in attesa del bando pubblico per la predisposizione della gara internazionale.»

Gianluigi Rubiu propone la proroga della convenzione con Ati Ifras, poi la gara internazionale. «Nel frattempo si studi – conclude Gianluigi Rubiu – in modo serio la reale possibilità del passaggio ad una società regionale come Igea, per dare definitivamente gambe al rilancio e valorizzazione all’immenso patrimonio del Parco Geominerario.»

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«La lettera del presidente Francesco Pigliaru all’assessore Maurizio Martina è la prova del fallimento delle strategie attuate sinora per il mondo delle campagne». A sostenerlo è Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale.

«Una nuova beffa per gli agricoltori – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Servono norme chiare e agili, non si può caricare sulle spalle delle aziende agricole isolane la burocrazia e le lungaggini nelle procedure. Troppe attività isolane si trovano in forte sofferenza finanziaria a causa delle dilazioni dei contributi e delle scadenze fissate per la fine dell’anno.»

«Purtroppo è il segnale chiaro che la Sardegna e la classe politica isolana non hanno nessun peso e riconoscimento politico – conclude Gianluigi Rubiu -. L’agricoltura è un settore primario per la nostra economia. La stagione siccitosa e gli incendi che hanno devastato diverse aziende richiedono un impegno urgente per provvedere immediatamente al pagamento dei premi senza attendere ulteriori rinvii.»