16 November, 2024
HomePosts Tagged "Gianluigi Rubiu" (Page 38)

[bing_translator]

«La Giunta regionale stanzi subito le risorse nella prossima Finanziaria per ripristinare il dipartimento della Protezione civile del Sulcis Iglesiente.»

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, sollecita un intervento immediato per evitare di abbandonare al loro destino migliaia di volontari del territorio, che si adoperano nelle associazioni operative nel campo del volontariato.

«La cancellazione dell’ufficio che supporta le associazioni di volontariato è un atto illogico e sconsiderato di una Giunta allo sbando, con la distruzione di un’eccellenza sul territorio – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Uno schiaffo all’esercito di volontari che, con dedizione e impegno, dedicano il loro tempo libero per il bene comune. Nella delibera si è dimenticato il fatto che la Protezione civile ha avuto il suo battesimo proprio nel Sulcis che per primo si è dotato di un piano idrogeologico, poi è il fronte avanzato nella lotta contro gli incendi estivi e le emergenze.»

Con la cancellazione dell’Ufficio di protezione civile da Iglesias, i gruppi di volontariato saranno costretti a fare riferimento a Cagliari o Villacidro per espletare le pratiche burocratiche. «Non accettiamo tutto questo – conclude Gianluigi Rubiu -. Speriamo che l’esecutivo faccia un passo indietro ripristinando il dipartimento del Sulcis Iglesiente per dare un supporto alle associazioni del territorio».

[bing_translator]

Giovedì mattina, ancora una volta, come avviene da anni, lo spirito del Natale ha coinvolto oltre 100 persone che si sono recate alle grotte Is Zuddas di Santadi per seguire la Santa Messa concelebrata da don Giampiero Marongiu, don Silvano Cani, don Pietro Piras e don Giuseppe Casti.

Ad arricchire la celebrazione, il coro della parrocchia di Santadi che, con canti e melodie rivolti al Signore, ha contribuito al messaggio dei sacerdoti: «Accogliamo il Signore, apriamo le braccia e il nostro cuore e uscendo portiamo la parola di Dio con noi e per tutti…»

Un’omelia, quella di don Silvano Cani, che invoca la pace, la fratellanza, il rispetto e l’amore. Un messaggio di speranza affinché il 2017 possa portare serenità e sollievo a chi tanto soffre.

La cornice naturale delle grotte offre grande spunto alla riflessione proprio sull’importanza delle bellezze naturali che il Signore ci ha donato, che noi dobbiamo rispettare ed amare.

Un ringraziamento corale alla cooperativa Monte Meana che da anni “tiene in piedi” un servizio turistico degno di lode, soprattutto per il periodo di crisi economica che da tempo imperversa sul territorio.

Alla fine della messa, ha preso la parola il sindaco di Santadi Elio Sundas che, dopo i ringraziamenti di rito, ha voluto ricordare due persone scomparse che in qualche modo fanno parte della storia delle grotte Is Zuddas: l’artista Gianni Salidu che ha scolpito il presepe esposto e poi donato, dopo la sua dipartita, dalla moglie alla cooperativa Monte Meana e Antonello Sulas, storico presidente della stessa cooperativa, venuto a mancare prematuramente, persona che si è adoperata tanto e che ha creduto sino in fondo nei progetti legati alla valorizzazione di un tale tesoro naturale.

L’applauso dei presenti ha omaggiato il loro ricordo ed il canto finale del coro, in lingua sarda, ha concluso la prima parte della mattinata.

Una volta ritornati all’ingresso, proprio sul piazzale antistante la biglietteria, è stato scoperto dai sindaci di Santadi e Carbonia, Elio Sundas e Paola Massidda, il cippo del Cammino di Santa Barbara (il terzo, dopo quelli di Iglesias e Carbonia), benedetto da don Giampiero Marongiu, parroco di Santadi.

Subito dopo, Giampiero Pinna, presidente dell’associazione Pozzo Sella e della Fondazione Cammino di Santa Barbara, insieme ai sindaci di Santadi e Carbonia ha donato un medaglione ricordo con lo stemma del Cammino di Santa Barbara, ai fedeli collaboratori volontari che hanno seguito passo dopo passo il cammino di Santa Barbara, sostenendo tutte le iniziative e prendendo parte ai percorsi.

Una bella cerimonia che ha emozionato e commosso chi ha ricevuto il dono e non solo, un’iniziativa dal grande significato, un “Cammino” che ha messo d’accordo 23 comuni, consci che solo insieme si possano risollevare le sorti del nostro territorio, che chiede aiuto a gran voce e che attende il giusto riscatto per un momento di rinascita che possa unire tutti in un unico abbraccio di salvezza.

Il buffet ha definitivamente chiuso una giornata importante, anche dal punto di vista delle presenze: gli onorevoli Emanuele Cani e Francesco Sanna e il consigliere regionale Gianluigi Rubiu, con la loro partecipazione, fanno sperare in una sempre più grande collaborazione tra Governo, Regione e Comuni, una collaborazione volta ad una crescita culturale e socio-economica che, attesa ormai da tanto tempo, si spera possa diventare una colonna portante nel nostro più immediato futuro.

Con un vasto album fotografico, pubblichiamo un’intervista realizzata da Giampaolo Cirronis con il sindaco di Santadi, Elio Sundas.

Nadia Pische

                                                                                                                                                                                          

[bing_translator]

La FIALS, Federazione italiana autonomie locali e Sanità ha organizzato un sit-in di protesta per la giornata di domani, venerdì 30 dicembre, alle 10.30, al CTO di Iglesias, contro “I Signori dell’anti-sanità nel nostro territorio!!!

L’organizzazione sindacale, composta da lavoratori indipendenti, «stanca di assistere allo sfascio della sanità del Sulcis Iglesiente» propone un’unione di forze e di intenti per cercare di evitare:

• lo spostamento selvaggio e la chiusura o accorpamento di reparti;

• la trasformazione di ospedali in ambulatori;

• la trasformazione di ospedale per le attività programmate in un “ospedale a tempo”, che induce i pazienti all’auto-dimissione il venerdì;

• i “trasferimenti selvaggi” del personale, che ignorano le specifiche capacità professionali maturate dai lavoratori;

• l’assenza di percorsi definiti e chiare procedure.

Secondo la FIALS – il gioco è chiaro – «si vuole arrivare alla chiusura per mancanza di numeri perché, si sa, se non si raggiungono i numeri previsti dalla legge, si chiude!!! Uno smantellamento indiretto fatto di continui disservizi che inducono gli ammalati di questo territorio a spostarsi, più che in passato, in altri contesti ospedalieri».

Sulla giornata di protesta interviene Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale.

«E’ scontata la totale solidarietà, con la mia partecipazione, alla manifestazione indetta dalla FIALS – dice Gianluigi Rubiu –. Interverranno tanti cittadini del territorio offesi e umiliati dalla giunta Pigliaru per aver distrutto la sanità isolana attraverso un’azione scellerata di devastazione dei presidi. Nel Sulcis Iglesiente si assiste impotenti allo smantellamento dei servizi, con gli ospedali ridotti a poco più di scarsi ambulatori, mettendo a continuo repentaglio la vita dei pazienti, costretti a lunghi ed estenuanti viaggi tra un ospedale e l’altro. Una condizione – aggiunge Gianluigi Rubiu – che sta inevitabilmente producendo disservizi e disagi per malati e familiari. Sono inoltre vittime dello sfascio della sanità iglesiente medici e infermieri, disarmati di fronte allo smantellamento selvaggio ed esposti a rischi di carattere personale, sempre più indeboliti senza una organizzazione degna di questo nome.»

«Il malcontento per i continui trasferimenti del personale sanitario, senza nessun criterio e con metodi sicuramente discutibili, è un altro punto critico per il comparto – sottolinea ancora Gianluigi Rubiu -. Non ci sono dubbi. La politica regionale ha fallito tutti gli obiettivi,  sia dal punto di vista economico che della qualità dei servizi per allargarsi alla soppressione di presidi sul territorio, riuscendo nell’intento di scontentare tutti. Non è possibile proseguire di questo passo, con un rischio concreto per la vita degli iglesienti, costretti sempre più a vedersi garantite solo le cure in ambulanza nei continui viaggi della speranza. Liste d’attesa infinite con tempi che sono ormai raddoppiati. E’ insomma una maggioranza senza vergogna. Non sarà certo la Asl Unica regionale a migliorare i servizi. Anzi. Avremo una sanità sempre più distante dal territorio e scadente per la qualità dei servizi. Scontato l’interrogativo: siamo sicuri che questa strategia non sia frutto di un perverso progetto per smantellare la sanità pubblica del Sulcis Iglesiente a vantaggio della sanità privata? Di fronte a questo disastro – conclude il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale – ci viene da ragionare su un disegno ben definito, altrimenti siamo costretti a pensare ad una follia incontrollata.»

 

[bing_translator]

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu prende posizione contro la decisione della Polar di Piscinas, che ha imposto a 6 operai reintegrati all’indomani delle manifestazioni di protesta, il trasferimento forzato nel piccolo comune dell’hinterland genovese Ronco Scrivia, con la richiesta di «convocazione urgente della quinta commissione in materia di industria, con un’assemblea urgente davanti allo stabilimento Polar di Piscinas per un sopralluogo e per verificare le condizioni dei lavoratori».

«Il trasferimento dei lavoratori in provincia di Genova appare in realtà un licenziamento mascherato – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Un ulteriore affronto ed un’offesa per i lavoratori. La Regione è stata incapace di assicurare la ripresa produttiva, visto l’impegno della società nei confronti dell’amministrazione. E’ una presa in giro per i lavoratori. La Sardegna non può sopportare anche questo sopruso.»

Il rappresentante dell’Udc mette l’accento sulla mancanza di monitoraggio. «Ci sono molte perplessità e tanti punti oscuri sul controllo dell’azienda da parte della Regione sul tema delle fideiussioni – conclude Gianluigi Rubiu -. E’ necessario essere più attenti verso le attività di un’azienda supportata dalle concessioni regionali, con un monitoraggio continuo per le autorizzazioni rilasciate. E’ inoltre opportuno il pugno duro sui controlli in tema di ambiente e sicurezza. Per questo si dovrebbe attivare immediatamente una Commissione d’inchiesta per le opportune verifiche».

[bing_translator]

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha inviato una lettera al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, e al presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, con la quale ha chiesto la convocazione urgente delle commissioni preposte e dell’aula di via Roma per discutere della vertenza dei lavoratori Ati Ifras, impegnati nei progetti del Parco Geominerario, così da esorcizzare una corsa contro il tempo alla scadenza delle misure dell’indennità di disoccupazione con l’erogazione temporanea della nuova assicurazione sociale per l’impiego.

«L’ultimo provvedimento approvato dal Consiglio regionale – sottolinea Gianluigi Rubiu – è un de profundis dei progetti legati al Geoparco, con la cassa integrazione dei lavoratori. Nessuno ci impedisce di ritrattare, discutere e chiedere pareri all’Avvocatura dello Stato, prima di votare e decidere, con attività propedeutiche ad una legge che dia garanzie agli addetti del Parco. Nulla è perduto. Siamo ancora in tempo per riprendere la discussione sulla legge e approvare la  proroga della convenzione con l’Ati Ifras. L’auspicio è che il consiglio regionale si riappropri del proprio ruolo legislativo perché la Sardegna non può permettersi il lusso di trattare con superficialità il futuro di 520 lavoratori, peraltro importantissimo per il ruolo e la missione svolto sul territorio.»

«I primi giorni del nuovo anno, alla ripresa dei lavori – aggiunge Gianluigi Rubiu –, si convochi urgentemente il consiglio regionale. I lavoratori del Parco Geominerario possono ancora sperare che la politica, quella con la P maiuscola, possa palesare con i fatti che si può trovare una soluzione credibile e, soprattutto, con una prospettiva lavorativa e non di ammortizzatori sociali, in attesa del bando pubblico per la predisposizione della gara internazionale.»

Gianluigi Rubiu propone la proroga della convenzione con Ati Ifras, poi la gara internazionale. «Nel frattempo si studi – conclude Gianluigi Rubiu – in modo serio la reale possibilità del passaggio ad una società regionale come Igea, per dare definitivamente gambe al rilancio e valorizzazione all’immenso patrimonio del Parco Geominerario.»

[bing_translator]

«La lettera del presidente Francesco Pigliaru all’assessore Maurizio Martina è la prova del fallimento delle strategie attuate sinora per il mondo delle campagne». A sostenerlo è Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale.

«Una nuova beffa per gli agricoltori – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Servono norme chiare e agili, non si può caricare sulle spalle delle aziende agricole isolane la burocrazia e le lungaggini nelle procedure. Troppe attività isolane si trovano in forte sofferenza finanziaria a causa delle dilazioni dei contributi e delle scadenze fissate per la fine dell’anno.»

«Purtroppo è il segnale chiaro che la Sardegna e la classe politica isolana non hanno nessun peso e riconoscimento politico – conclude Gianluigi Rubiu -. L’agricoltura è un settore primario per la nostra economia. La stagione siccitosa e gli incendi che hanno devastato diverse aziende richiedono un impegno urgente per provvedere immediatamente al pagamento dei premi senza attendere ulteriori rinvii.»

[bing_translator]

Dopo i Riformatori sardi e Forza Italia, anche l’Udc attacca pesantemente la Giunta Pigliaru sulla soluzione adottata per i lavoratori Ati Ifras.

«L’assenza di una chiara strategia e di un progetto di rilancio è all’origine di questa fine traumatica per i lavoratori del Parco Geominerario – denuncia il capogruppo Gianluigi Rubiu -. La verità è che la Regione sceglie la strada della cassa integrazione per i dipendenti del Parco Geominerario, contravvenendo e non rispettando una legge approvata dal consiglio regionale il 30 novembre. Una figuraccia colossale e senza precedenti. Una vergogna. Un ulteriore colpo per il Sulcis Iglesiente ed il Medio Campidano con professionalità che finiranno nel calderone degli ammortizzatori sociali, lasciando senza un piano di sviluppo un patrimonio unico dell’Isola. La Giunta Pigliaru, con l’assessore Mura – aggiunge Gianluigi Rubiu -, oltre ad offendere il consiglio regionale,  umiliano e ingannano tutti i lavoratori, ma potremmo dire tutti i Sardi. Non si è tenuto conto del fatto che l’unica soluzione praticabile sarebbe stata la proroga della convenzione, in attesa di una gara pubblica internazionale per affidare definitivamente al vincitore l’incarico per eseguire tutti gli interventi di bonifica e valorizzazione  del patrimonio del Parco Geominerario, invece si sta avverando quello che sembrava un rischio lontano con la perdita di ulteriori posti di lavoro.»

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge n. 389 “Modifica della legge regionale 30 novembre 2016, n. 30, per lo svolgimento temporaneo delle attività di cui alla convenzione Ras-Ati Ifras nelle more della procedura di scelta dell’aggiudicatario del nuovo Piano per i lavoratori del Parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna” con 29 voti favorevoli e 19 contrari.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio regionale ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno.

Intervenendo sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pd Franco Sabatini ha sollecitato la Giunta a riferire al Consiglio, al termine della seduta, sulla grave situazione del su sistema agro pastorale sardo perché, ha spiegato, «tutte le misure del Psr sono bloccate da Agea, forse a causa di problemi con la Banca d’Italia».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è detto d’accordo con Sabatini ed ha chiesto, inoltre, di cambiare l’ordine del giorno mettendo al primo punto la vicenda dei lavoratori del Parco Geominerario, «anche perché i lavoratori sono qui e su questo tema c’è la sensibilità di tutti i gruppi e della stessa Giunta».

Il capogruppo dell’Udc Sardegna Gianluigi Rubiu, dopo aver chiesto di aggiungere la sua firma alla proposta di legge sul superamento del precariato nel sistema Regione, ha condiviso in parte le argomentazioni di Sabatini osservando però che «ci sono responsabilità dirette dell’assessorato, la Banca d’Italia non c’entra niente e le responsabilità sono tutte della Regione».

Il consigliere Eugenio Lai, di Sel, ha ricordato che «molti piccoli Comuni, in questi giorni, piccoli ricevono da Poste italiane la comunicazione di un taglio dei servizi a partire da febbraio, quando dovrebbe entrare in vigore un non meglio precisato nuovo modello di recapito che prevede la consegna della corrispondenza solo per pochi giorni alla settimana». «Occorre fermare la fuga dello Stato dai piccoli Comuni – ha lamentato Eugenio Lai – e occorre un intervento immediato della Giunta, fermo restando che come gruppo di Sel presenteremo al più presto un ordine del giorno».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha annunciato il parere favorevole del suo gruppo, a discutere immediatamente il problema dei lavoratori del parco geo-minerario, come concordato dai capi gruppo.

Riprendendo la questione del comparto agricolo sollevata dal consigliere Franco Sabatini, il consigliere Piermario Manca (Pds) ha sostenuto che «i problemi con Bankitalia ci sono perché sono state chiuse tutte le operazioni il 12 dicembre scorso, per questo serve la riapertura di termini come è stato fatto altre volte, per sbloccare i pagamenti».

Sottoposta al voto del Consiglio, è stata approvata la proposta di inversione dell’ordine del giorno a favore della proposta di legge 384/A – Cocco Pietro e più – “Disposizioni per la prosecuzione delle attività previste dalla convenzione relativa alla gestione del progetto denominato Parco geo-minerario e modifiche alla alle regionale 5/2016 (Legge di stabilità 2016)”, col parere favorevole dei capigruppo in base all’art. 102 del Regolamento.

Illustrando il provvedimento, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha ricordato in apertura che «il 30 novembre Consiglio ha approvato una legge che prevede la proroga un anno per una convenzione avviata dal 2001, mentre ora è emerso che questa soluzione non è giuridicamente praticabile anche se dal nostro punto di vista è legittima, sulla base di sono pareri diversi degli uffici dell’assessorato del Lavoro che hanno emanato un provvedimento di diniego formale per un contrasto con le norme nazionali su appalti». «Insomma – ha sostenuto Cocco – siamo davanti ad una situazione complicata che intendiamo risolvere assumendoci qualche responsabilità, e cioè affidare la prosecuzione del progetto non all’Ati ma ad Igea, società in house della Regione, rilevata da condizione drammatica e messa ora in condizione di fare assunzioni con una missione coerente; in concreto, si dovrà fare prima la profilazione dei dipendenti a cura dell’Aspal anche tenendo conto dei territori, mentre per i lavoratori è previsto l’accesso al trattamento Aspi per due mesi e poi il trasferimento ad Igea a tempo determinato fino al nuovo affidamento». «La ritengo una proposta ragionevole ed importante – ha concluso Cocco – che va incontro ai lavoratori».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto all’assessore del Lavoro di avere copia della nota del direttore generale relativa al diniego della proroga.

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis ha sottolineato che «l’appassionato intervento di Cocco è l’unico atto di cui dispone il Consiglio su questa vicenda, nonostante a novembre sia stata votata all’unanimità una legge perché non volevamo che ci fosse interruzione lavoro nemmeno per un giorno». «Ora la maggioranza ha cambiato idea – ha protestato Tunis – e vorremmo ragionare senza preclusioni perché, di fatto, con questa proposta i lavoratori entrano nell’area degli ammortizzatori sociali e non si capisce qual è l’atto di indirizzo della Giunta al quale il direttore generale si sia opposto con un diniego». «Non legiferiamo in modo pasticciato – ha invitato il consigliere – se la Giunta non vuole fare questa operazione se ne assuma la responsabilità, noi riteniamo invece che ci siano ulteriori possibilità della legge anche per il Consiglio e piuttosto dobbiamo riflettere su questi punti; resto è la stessa soluzione che si è seguita per definire la questione di Csl e Cesil».

Sempre per Forza Italia il consigliere Ignazio Locci ha affermato che «il richiamo alla 31 fatto da Cocco non fa capire se la norma si applica agli atti amministrativi o se si estende alla disapplicazione di una legge regionale; io non credo, forse è stato fatto un errore non prevedendo che la Giunta desse applicazione alla legge con una direttiva di attuazione e con un ordine di servizio e comunque sono atti che doveva compiere l’esecutivo, che forse avrebbero semplificato l’azione del direttore generale, salvo violazioni di carattere formale che per me non ci sono». «La realtà – ha aggiunto Ignazio Locci – è che i lavoratori non hanno avuto le tredicesime e gli stipendi di dicembre, tecnicamente sono in ferie da domani e senza lavoro con l’Aspi dal primo gennaio; per il resto è tutto rimandato a tempistiche imprecisate, a determinazioni future di società in house, a procedure concorsuali e piani industriali approvato dalla Giunta che non ci sono, a voler tacere del fatto che questi lavoratori vengono da storie industriali fallimentari». «Evitiamo di perdere tempo – ha concluso Tunis – e correggiamo la norma impegnando il governo regionale a fare ciò che deve».

Ancora per Forza Italia, la consigliera Alessandra Zedda ha ribadito le perplessità sulla proposta in esame, perché «i lavoratori passano dal lavoro ad una situazione di politiche passive ed al licenziamento e poi, se c’erano tutte queste perplessità degli uffici non avremmo potuto approvare una legge il 30 novembre scorso con consenso unanime e, rispetto alla proroga, avremmo anche potuto scegliere un percorso alternativo anche perché sapevamo dall’inizio dell’anno che la convenzione sarebbe scaduta il 31 dicembre». Ora, secondo Alessandra Zedda, «non possiamo proporre di mandare in disoccupazione chi non ha salario, dimenticando oltretutto che il cammino con le società in house non sarà facile, sarebbe invece preferibile trasferirli subito in Igea attivando la proroga perché non si può continuare a sprecare tempo ed occorrono soluzioni immediate».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha messo l’accento sul fatto che «deve restare chiaro che noi siamo favorevoli alla discussione di questa legge pur avendo molte perplessità soprattutto per il destino dei lavoratori ma, al di là delle cose amministrative, valgono le certezze politiche ed è una certezza che la Giunta ha sprecato un anno senza trovare soluzioni a questa vicenda pur avendo ben presenti le scadenze che aveva di fronte». «Il sistema del Geoparco – ha detto ancora Attilio Dedoni – va rivisto in senso globale ma ci vuole quella forte capacità di governo che è mancata e ci sono responsabilità politiche che non possono essere aggirate; non so se l’assessore fosse o non fosse favorevole alla legge votata dal Consiglio il 30 novembre, se era contrario si è determinato un corto circuito gravissimo con la maggioranza». «Non riusciamo nemmeno ad applicare una nostra legge – ha protestato Attilio Dedoni – dobbiamo agire con coscienza ed andare avanti».

Il consigliere sardista Angelo Carta ma messo l’accento su un dibattito che va focalizzato sulla necessità di «dare certezze maggiori rispetto alla proposta arrivata oggi in Aula, perché il disagio del direttore generale lo conoscevano tutti da molti mesi e già la costituzione della commissione di inchiesta, nel maggio scorso, nasceva dalla necessità di superare una complicatissima situazione di stallo poi confermata da legge di novembre ma, allora, perché non abbiamo fatto subito il bando nonostante i tre anni di tempo?» «Adesso – ha riepilogato Angelo Carta – siamo davanti ad bivio, trovare una soluzione o arrendersi alla disoccupazione ma il problema è che non possiamo dare garanzie per l’assunzione in Igea, anche perché qualcuno resterebbe comunque fuori; ora assessore e Giunta hanno il dovere di trovare soluzioni, superando quella superficialità e quella leggerezza che hanno spinto anche il Consiglio a mentire ai lavoratori».

Il consigliere di Sel Luca Pizzuto, citando Gramsci che diceva che «il mondo è grande e terribile» ha riconosciuto che «tutto è complicato, le opinioni sono tutte legittime ma ritengo sia inaccettabile l’aggressione nei confronti di chi cerca di risolvere il problema e per questo esprimiamo tutta la nostra solidarietà al capogruppo del Pd Pietro Cocco impegnato da mesi nella ricerca di soluzioni e che alla fine appare cornuto e mazziato». «Sarà ora l’esecutivo – ha aggiunto Luca Pizzuto – a dire cosa bisogna fare, certo non c’è tempo da perdere per evitare che i lavoratori entrino in periodo di disoccupazione, capisco il gioco delle parti ma il problema riguarda la legislazione regionale, nazionale ed europea, per cui non ci si può non assumere la responsabilità di dare certezze ai lavoratori». «Se ci sono altre proposte le ascoltiamo – ha concluso Luca Pizzuto – purché siano praticabili, cerchiamo piuttosto una strada unitaria in grado di assicurare continuità di impiego ai lavoratori».

Dopo l’on. Luca Pizzuto ha preso la parola l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha detto: «Noi siamo per la difesa e il rispetto dei lavoratori, già maltrattati perché provenienti da aziende decotte del territorio. Da tempo conosciamo la data del 31 dicembre e c’era un anno per affrontare questi problemi. I lavoratori sono stati illusi per un anno, lasciando intendere che ci sarebbe stata una via d’uscita. Mentre questa proposta di legge, disoccupazione per due mesi, è gravissima. L’unica cosa da fare sarebbe stata la proroga di 12 mesi della convenzione, per avere tutto il tempo di predisporre la gara, che ha bisogno di sei mesi di pubblicazione. Certo, che anche due mesi di cassa integrazione sono utili ma noi siamo chiamati a un gesto più importante e sciogliere ogni dubbio procedendo verso la gara, come il Consiglio regionale ha già deciso. Decisione che poi il direttore generale ha disatteso. Ecco, la Regione deve dimostrare di contare davvero qualcosa, non è pensabile che le nostre decisioni siano nelle mani dei dirigenti. Che poi decidono se applicare o meno i nostri provvedimenti». 

L’esponente dell’Udc ha proseguito: «C’è forse interesse da parte di qualcuno a sopprimere l’Ati Ifras? Che cosa ci impedisce di stabilizzare in Igea i lavoratori dell’Ifras?».

Sempre dall’opposizione ha preso la parola l’on. Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, che ha detto: «Cari colleghi di maggioranza, state pregiudicando i lavoratori dell’Ifras. Certo che due mesi sono più del nulla. Ma è la conclusione che non mi convince: c’è una legge del 30 novembre  2015 totalmente disattesa dalla Regione. Non c’è governo politico da parte degli assessori? Che cosa consente agli uffici di disattendere  la volontà del Consiglio? Non possiamo scommettere sulla pelle dei lavoratori: so che con due mesi di cassa integrazione saremo qui a febbraio a occuparci di Ifras. Ecco perché vogliamo chiudere oggi questa vicenda».

Per la Giunta ha preso la parola il vicepresidente, Raffaele Paci. «E’ una situazione complessa che si trascina da 13 anni. Noi abbiamo solo l’obiettivo di tutelare i lavoratori dando loro certezze con provvedimenti che abbiano una solida base amministrativa. Dobbiamo completamente cambiare registro rispetto al passato: quelle carte dell’Ifras sono già all’attenzione della Procura e dobbiamo mettere fine a queste proroghe. Solo il bando europeo darà certezze ai lavoratori: certo che si poteva fare prima ma dopo 13 anni noi lo abbiamo fatto davvero».

Per quanto riguarda la proroga, il vicepresidente Paci ha detto: “Il dirigente ha analizzato la norma e ha espresso una serie di criticità, ha chiesto un parere all’Autorità nazionale anticorruzione e ha forti dubbi sulla legittima di una ulteriore proroga.  Ecco perché oggi salvaguardiamo con questi mesi di cassa integrazione i lavoratori e ci sarà un intervento successivo da parte di società regionali come Igea per prendere con contratti a tempo determinato, massimo di 9 mesi, questi lavoratori. Nel frattempo il bando europeo andrà avanti. Questa è una strada percorribile in continuità reddituale per i lavoratori”.

L’on. Pittalis (Forza Italia) ha ripreso la parola per chiedere una sospensione dei lavori e riflettere ulteriormente sul provvedimento prima di votarlo.

La richiesta di sospensione è stata accolta. Alla ripresa  è intervenuto per dichiarazione di voto l’on. Tedde (Forza Italia): «Siamo alla Caporetto della funzione legislativa della Regione. Avevamo individuato la soluzione per salvare qualche centinaio di famiglie, collaborando con la maggioranza. Evidentemente abbiamo perso tempo perché un dirigente dice che questa legge non va bene e dà un parere contro la legge, sovvertendo la gerarchia delle fonti».

Per l’on. Stefano Tunis (FI) «approvata questa legge la posizione dei lavoratori sarà indebolita e non ci sono garanzie per una soluzione certa per i 512 lavoratori. Molti dei quali vengono da esperienze lavorative drammatiche. Annuncio a titolo personale il voto contrario al passaggio agli articoli e al contenuto della norma».

Anche l’on. Edoardo Tocco (FI) ha preso la parola. «Credo che la Giunta debba avere uno scatto d’orgoglio, soprattutto sulle questioni del lavoro nel Sulcis. Si tratta di lavoratori, che stanno dando la loro vita per un progetto regionale che è all’Unesco».

Per l’on. Piero Comandini (Pd) «la soluzione condivisa, in buona fede, sembrava fosse stata trovata a novembre. Dopo 13 anni in cui altri hanno affrontato sempre la proroga e non la stabilizzazione dei lavoratori nel Parco. Oggi con senso di responsabilità dobbiamo approvare questa legge, che non avremmo mai voluto discutere e che forse avremmo dovuto discutere prima: ritardi e responsabilità ce ne sono, anche da parte nostra».

E’ intervenuto anche l’on. Alberto Randazzo (FI), secondo cui «l’intervento dell’Anac è del tutto inutile perché non mi risulta che siamo in vista della risoluzione del problema. Questa vostra proposta non è applicabile e chiedo all’assessore se è ancora in vigore la legge Madia con tutti i suoi vincoli».

L’on. Ignazio Locci (FI) è «contrario al passaggio agli articoli di queste legge: ci sono elementi che consentono nel merito di dare continuità ai lavoratori. Siamo contrari perché voi state consegnando all’incertezza i lavoratori».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha detto: «Se non conoscessi bene questa vicenda, sentendo alcuni interventi di chi aveva tutto il tempo per sistemare la vicenda e non lo ha fatto, mi arrenderei. Peraltro, abbiamo concordato con i sindacati questa soluzione. La nostra proposta manda in Igea i lavoratori attraverso due mesi di cassa integrazione e voi avete ancora da dire? Nemmeno l’Igea è la soluzione che va bene? Noi abbiamo risanato l’Igea, altri l’hanno sventrata e fregata: vogliamo parlare anche di questo?».

Il sardista Angelo Carta ha detto: «Attenzione a non adottare atti vietati dalla legge penale: La Giunta dia l’ordine al dirigente di attuare l’articolo 2, difendendo l’operato di questo Consiglio. La Giunta deve fare la Giunta perché quest’Aula non ha violato leggi civili né penali».

Per l’on. Salvatore Demontis (Pd) «la Giunta non può ordinare a un dirigente di adottare un atto che quest’ultimo ritiene illegittimo. Il dirigente non si assume questa responsabilità perché c’è un’inchiesta di natura penale che riguarda la vicenda. Dunque, il suo atteggiamento è comprensibile. Al capogruppo del Pd va riconosciuto tutto il merito della proposta». 

Contrario anche il voto dell’on. Oscar Cherchi (FI). «E’ l’ennesima dimostrazione di una giunta totalmente incapace. Nessuno vuole avvelenare pozzi, non dimenticatevi che prima di noi avete governato voi la Sardegna. Quanto ci avete messo a decidere come agire?».

Per l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) «può accadere che il direttore generale si opponga anche su questa proposta di legge, giudicandola illegittima, e che diventi carta straccia. La nostra contrarietà si traduce in una proposta: quello di mettere mano alla legge con una proroga di sei mesi, prevista nelle norme europee. Questa è la soluzione, non due mesi di cassa integrazione».

Ha quindi preso la parola il consigliere del Pd Gigi Ruggeri che ha definito la vicenda dei lavoratori del Geoparco «un legno storto difficile da acconciare in modo ordinato».  L’esponente del Pd ha difeso l’operato della Giunta: «L’esecutivo – ha detto – sta provando a trovare una soluzione. Serve un piano industriale per dare ai lavoratori una prospettiva e non un semplice sostegno al reddito. Per fare questo c’è bisogno di tempo, si possono fare anche errori, ma in futuro avremo la possibilità di spendere correttamente i soldi. Se si dà una prospettiva ai lavoratori è tempo guadagnato e non buttato».

Mario Floris (Uds) ha ricordato che la legge 31 stabilisce una separazione netta tra politica e amministrazione. «Agli assessori spetta il compito di dare gli indirizzi, all’amministrazione quello di attuarli. Questo principio deve essere sempre tenuto in conto: la politica deve essere consapevole del proprio ruolo». 

Eugenio Lai (Sel) ha mostrato “imbarazzo” per l’andamento del dibattito. «Da sindaco sono abituato a essere in prima linea per trovare soluzioni – ha detto Lai – dalla minoranza ho sentito invece solo accuse e una continua ricerca di colpevoli. E’ vero che il bando di gara poteva essere fatto prima, ma è altrettanto vero che ad oggi c’è una sola proposta in campo per salvaguardare i lavoratori e mantenere i servizi che offrono. E’ inutile andare avanti con questo squallido teatrino se poi si crea nuovo precariato».

Secondo Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda) il dibattito sui precari del Geoparco doveva essere fatto prima. «Oggi abbiamo in ostaggio 500 persone che rischiano di perdere il loro posto di lavoro. Siamo chiamati a trovare una soluzione per assicurare una continuità lavorativa. Se non si riesce a creare nuovi posti tuteliamo almeno quelli esistenti. Mettere i lavoratori in carico all’Igea è una buona proposta».

Alessandra Zedda (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto contrario, ha respinto le accuse provenienti dai banchi della maggioranza. Rivolta al consigliere di Sel Eugenio Lai ha detto: «Non è vero che non ci sono nostre proposte. La minoranza non ha mai fatto mancare il suo supporto. Questo provvedimento però non risolve nessuna forma di precariato. Oggi si mandano in cassa integrazione i lavoratori. Non c’è niente di squallido nel cercare una soluzione migliore. Il problema in passato è sempre stato risolto in modo corretto e legittimo. Evitiamo di raccontare bugie per far passare provvedimenti che non risolvono i problemi. La proroga della convenzione con Ati Ifras è l’unica via percorribile».

Anche il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha contestato le affermazioni di Lai: «Il teatrino animato dalle comparse c’era anche il 30 novembre. Non so se hanno recitato male allora o oggi cercano di mistificare coprendosi di pezze di Arlecchino. Si vuole approvare un provvedimento perché la Giunta non è riuscita  a far passare la proroga. Non si dà una soluzione ma si mandano i dipendenti del Geoparco in cassa integrazione. I lavoratori si difendono con i fatti e non a parole. La proroga rappresentava una garanzia ma si è deciso altrimenti».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 30 voti favorevoli e 19 contrari.

Disco verde anche per l’articolo 1 “Modifiche e integrazioni alla legge regionale n. 5 del 2016” (30 sì e 19 no).

Sull’articolo 2 “Modifiche all’articolo 2 della legge regionale n. 30 del 2016” è intervenuto il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) secondo il quale la decisione di non far passare la proroga rappresenta una violenza alla funzione legislativa del Consiglio regionale. «Tutto ciò mi imbarazza – ha detto Marco Tedde – ancora più imbarazzante è impedire all’assessore del lavoro di intervenire nel dibattito. Evidentemente non può dire ciò che pensa». L’esponente azzurro ha poi contestato il fatto di aver rinunciato ad applicare la proroga della convenzione Ifras approvata il 30 novembre scorso: «Se una legge è illegittima lo decide la Corte Costituzionale. Il governo non l’ha impugnata, il problema vero è che non c’è una Giunta e il Presidente non ha in mano le redini dell’apparato burocratico. L’esecutivo può dare un ordine scritto al direttore generale perché venga attuata la legge. Evidentemente c’è qualche debolezza nella Giunta. Ha ragione Soru: chi non se la sente di fare il presidente o l’assessore vada a casa».

A Marco Tedde ha replicato il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «Ho ascoltato tanti interventi ma finora non ho sentito soluzioni. Nessuno indica cosa fare dei lavoratori – ha sottolineato Cocco – io sono inferocito sul fatto che un direttore generale intervenga sulla nostra legge. Ci schiantiamo di fronte a una nota del direttore generale dell’Assessorato. Nonostante ciò cerco di andare oltre per provare a trovare una soluzione per i lavoratori. C’è la proposta di due mesi di Naspi con la parte del reddito mancante integrata dalla Regione e la presa in carico dei lavoratori da parte di Igea. Su questo sono d’accordo anche i sindacati. Aspettare il pronunciamento della Corte Costituzionale o il parere dell’Anac ha tempi troppo lunghi». 

Rossella Pinna (Pd) ha ricordato brevemente i termini della vicenda. «E’ una questione estremamente complessa che va avanti da oltre 15 anni con  un impegno economico di 350 milioni di euro e una convenzione affidata senza procedura di evidenza pubblica – ha detto Pinna – noi abbiamo cercato di prorogare un servizio pensando più agli aspetti sociali che ad altro. Non mi sento sminuita come consigliere regionale dalla mancata applicazione della norma. Ciò che oggi interessa è mettere in sicurezza i lavoratori e dare loro una prospettiva. Non rinuncio a pensare che il Geoparco può stare slegato da Igea».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, replicando a quello del Pd Pietro Cocco, ha precisato di non voler andare contro l’operato del direttore generale dell’assessorato al Lavoro Eugenio Annichiarico. «Il Dg ha segnalato profili di illegittimità, Giunta e assessore ai sensi della normativa vigente avevano il potere e il dovere di dare attuazione a una legge anche facendo tesoro della discussione. Se sono stati commessi reati, se ci sono indagini in corso se ne occuperà la magistratura, ma ciò non deve bloccare l’attività legislativa. Noi dobbiamo occuparci della sorte dei lavoratori che non hanno nessuna responsabilità». Pietro Pittalis ha poi concluso il suo intervento augurandosi che la soluzione prospettata dalla maggioranza sia la migliore: «Speriamo che sia così, noi manteniamo le nostre perplessità».

Messo in votazione l’articolo 2 è stato approvato con 30 voti a favore e 20 contrari.

Successivamente l’Aula ha dato il via libera  anche all’art. 3 “Norma finanziaria” ( 30 sì e 20) e 4 “Entrata in vigore” (30 sì 20 no).

Prima del voto finale della legge sono intervenuti per dichiarazione di voto:

Ignazio Locci (FI) che ha espresso il voto contrario. «Dietro questa legge – ha detto – si cela un disegno più complessivo. Si vuole tornare alle politiche attive del lavoro cosi come normate in origine nella Finanziaria. Quindi non ci sarà nessun piano industriale e ci sarà il tentativo solo di allungare i tempi».  

Voto contrario anche da Marco Tedde (FI) che  ha detto di intervenire con profonda tristezza. «Stiamo celebrando – ha sottolineato – l’eclissi di questo Consiglio regionale, il crepuscolo della funzione legislativa di questa Assemblea. A cosa serve – ha chiesto – la funzione legislativa se poi le leggi non vengono rispettate dalla giunta? E’ una cosa di una gravità inaudita. Qui esiste una legge che non è stata applicata. Se la giunta non ha il coraggio di governare la Regione si deve fare da parte. Se noi con la legge del 30 novembre, come è stato detto , abbiamo posto in essere illeciti penali dobbiamo costituirci tutti in carcere. Siamo – ha concluso – in un pantano politico».

Edoardo Tocco (FI), anche lui contrario alla legge, ha espresso la speranza che le perplessità della minoranza siano smentite e che quindi, al più presto si trovino soluzioni adeguate per i lavoratori.

Gianluigi Rubiu (Udc) ha definito la legge “un rattoppo” che mette i lavoratori al sicuro per qualche mese dal punto di vista economico ma che è del tutto inadeguata. «Oggi – ha sottolineato – avevamo una grande opportunità: dimostrare che le leggi si fanno in Consiglio regionale. Ma l’opportunità è stata persa».

Piero Comandini (Pd) ha espresso il voto convinto a favore della legge. Per l’esponente del Pd l’obbligo della maggioranza era quello di trovare una soluzione, ma il percorso sarà ancora lungo. «Da oggi bisognerà evitare che si facciano gli errori del passato e dare gambe all’intero progetto senza avere altri ritardi. E’ il momento di correre».

Angelo Carta (Psd’Az) ha espresso il voto contrario alla legge. «La Giunta – ha ribadito – continua a non assumersi responsabilità. Mi auguro che questa legge, approvata a maggioranza, sia la quadratura del cerchio, ma  ho i miei dubbi. La centralità del Consiglio regionale è continuamente messa in dubbio dal comportamento della giunta».

Alberto Randazzo (FI), esprimendo un voto  contrario, ha chiesto garanzie sull’applicazione della legge.

Favorevole alla proposta di legge Salvatore Demontis (Pd)  che ha detto che si tratta dell’”unica legge possibile”. «D’altronde – ha sottolineato – non ci sono proposte alternative della minoranza. Quindi dobbiamo essere responsabili perché teniamo al futuro dei lavoratori».

Attilio Dedoni (Riformatori) ha ricordato che la legge del 30 novembre era stata votata all’unanimità, al contrario di questa che non avrà l’appoggio della minoranza. Il capogruppo dei Riformatori ha invitato tutti a ragionare in termini seri sulla pratica sempre più frequente della disapplicazione delle leggi fatte dal Consiglio regionale. «Il Parco Geominerario deve avere una vita nuova e diversa – ha concluso – vogliamo che lo statuto sia modificato e vogliamo una politica seria».    

Anche Oscar Cherchi (FI) voterà contro . Per il consigliere di Forza Italia si tratta di un passo indietro di cui si assume la responsabilità la maggioranza. «Tutto nasce dalla presa di posizione di un direttore generale. Noi non ci stiamo. Mi auguro che i lavoratori siano soddisfatti».

Favorevole alla legge  Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) che ha detto che non è vero che il Consiglio sta rinunciando alle sue prerogative. «Aver messo in campo questo provvedimento – ha aggiunto – è la dimostrazione che manteniamo in piedi la nostra funzione».

Contraria all’approvazione Alessandra Zedda (FI) secondo la quale «le questioni devono essere risolte definitivamente e questa legge ha invece l’unico effetto di allungare il brodo per altri due mesi».

Per Pietro Cocco (Pd) la legge è una buona soluzione ed è l’unica percorribile in questo momento. D’altronde la minoranza continua solo a dire «speriamo che la legge che andate ad approvare abbia successo», senza fare proposte concrete. «Lavoreremo – ha concluso – perché a questa legge sia data attuazione».

Per Mario Floris (Gruppo Misto) è una forzatura dire  che la minoranza non aveva altre soluzioni. L’ex presidente della Regione ha auspicato che in aula  cambi il modo di concepire la politica che è totalmente falso. «La responsabilità – per Mario Floris – non sono del  funzionario ma della Giunta».

La legge è stata approvata (votanti 48, sì 29, no 19). Il presidente ha interrotto la seduta. I lavori riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16.00.

[bing_translator]

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha presentato una mozione per sollecitare l’ammodernamento della linea ferroviaria del Trenino verde, con la valorizzazione turistica delle strade ferrate. «Il collegamento è stato più volte interrotto, nel corso dell’ultima stagione – spiega Gianluigi Rubiu – a causa dell’usura delle traversine metalliche sui ponti delle zone interne e dell’alto rischio per i passeggeri. Le figure professionali che operano sulla linea sono da mesi fermi, senza un lavoro. E’ il caso di addetti alla manutenzione, gestori di alcune case cantoniere e operai della linea.»

L’interruzione è stata decisa dall’Arst, che detiene il  funzionamento e la gestione degli impianti, per garantire l’alta funzionalità della tratta. Il documento presentato dal gruppo Udc si propone di accelerare la manutenzione della linea che da Mandas si spinge sino a Laconi, Sorgono, Seui, Ussassai e altri centri della Barbagia e dell’Ogliastra.

«Si tenga conto che il Trenino verde, che si sviluppa per 430 chilometri che vanno dal vecchio Ducato di Mandas ai paesi dell’interno – sottolinea ancora Gianluigi Rubiu – rappresenta una delle opportunità di crescita per il turismo e le infrastrutture a vocazione culturale, naturalistica e agroalimentare dislocate sul territorio. Dal tour nei battelli nei laghi interni sino ai ristoranti ed ai musei che puntano sul trenino verde come risorsa unica dal punto di vista turistico ed economico. E’ necessario che la Regione si attivi con il Ministero dei trasporti, che ancora si occupa della linea, per assicurare le risorse per la messa in sicurezza della tratta come un possibile sentiero di sviluppo per la Sardegna.»

 

[bing_translator]

Nonostante l’approvazione del programma di rilancio da parte del Consiglio regionale, resta incerta la situazione dei lavoratori della società Ati-Ifras che, sotto l’albero, potrebbero trovare la lettera di licenziamento. Per evitare questo epilogo, è necessario che la Regione sottoscriva la proroga della convenzione in attesa del bando internazionale.

Il capogruppo Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, solleva oggi il problema, invocando l’immediata convocazione dell’assemblea di via Roma per discutere della vertenza. «Sono stati disattesi gli accordi siglati lo scorso novembre con la promessa di un allungamento tra Regione e Ati Ifras per la convenzione sul Parco geominerario – sottolinea Gianluigi Rubiu -. Sui dipendenti, impegnati nei progetti di valorizzazione del patrimonio minerario e nelle bonifiche, aleggia lo spettro del licenziamento in mancanza di un intesa. E’ necessario che il presidente Pigliaru e gli assessori riferiscano in aula sullo stato del progetto.»

«Si tenga presente – aggiunge Gianluigi Rubiu – che il patrimonio all’interno del parco è inquadrato nell’ambito dei beni dell’Unesco. Senza una proroga della convenzione l’organismo internazionale potrebbe disconoscere il riconoscimento. Per questo il rilancio del Parco geominerario non interessa solo i lavoratori, ma tutta l’Isola, con un progetto che insiste in diversi Comuni e potrebbe generare un giro di affari di 40 milioni di euro. Non vorremmo che il piano di politica attiva del lavoro si traducesse nella cassa integrazione per i dipendenti. Sarebbe l’ennesimo schiaffo per i territori del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano. Un piano che provocherebbe la morte del parco – conclude Gianluigi Rubiu – senza la valorizzazione turistica ed ambientale di un patrimonio isolano da salvaguardare.»