16 November, 2024
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Precipita, con l’invio delle prime lettere di licenziamento, la situazione di crisi che investe i 530 lavoratori del l’Ati Ifras, impiegati nei siti del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna. Il 31 prossimo dicembre, infatti, scade la convenzione con la Regione per la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso e per le bonifiche e, al momento, non ci sono ancora certezze sul suo rinnovo. Stamane, per sollevare l’attenzione della Giunta e del Consiglio regionale, i lavoratori sono scesi in piazza a Cagliari, davanti al Palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, dove una delegazione ha incontrato i capigruppo.

I capigruppo di maggioranza ed opposizione al termine dell’incontro con i rappresentanti dei lavoratori ed una delegazione dei sindaci dei territori coinvolti nelle attività di recupero e valorizzazione dei siti minerari, si sono impegnati per la pubblicazione di un bando internazionale e, in attesa dell’espletamento delle procedure di gara, per una proroga della convenzione con Ati Ifras.

Domani mattina, alle 11.00, la commissione Lavoro, presieduta da Gavino Manca (Pd), sentirà in audizione l’assessore del Lavoro, Virginia Mura. I capigruppo, nell’immediato, proporranno un intervento in sede di assestamento di bilancio.

I rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno ricordato che «ci sono a disposizione 28 milioni di euro ma ancora non c’è un progetto chiaro della Giunta su come utilizzare i lavoratori del Geoparco». I sindaci hanno sottolineato che «l’Ati Ifras ha lavorato in sintonia con i Comuni ed è impensabile disperdere le professionalità che operano al suo interno. In gioco non c’è solo il futuro di 525 famiglie ma la capacità delle comunità locali di operare a tutela del proprio territorio». «Siamo in ritardo ma c’è il tempo per rimediare – ha detto il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau – è importante che oggi sia emersa una volontà unanime delle forze politiche per arrivare rapidamente a una proroga e attivare le procedure per la gara internazionale».

«Si auspica una proroga dell’intesa con la Regione per altri dodici mesi, per  scongiurare che i lavoratori possano entrare nel tunnel della disoccupazione con il licenziamento collettivo – ha detto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu -. Poi si pensi ad accelerare i tempi per il bando internazionale. Non vorremmo che con il bando si possa dare vita ad una cooperativa a danno dei lavoratori, venendo meno alle finalità del Geoparco. Non dimentichiamo che la maggior parte dei dipendenti è impegnata nei programmi di sviluppo dei territori del Parco Geominerario con professionalità che sono state utilizzate dai Comuni anche per la realizzazione ed il rifacimento di diverse opere pubbliche.»

«Occorre garantire la clausola sociale che consenta di mantenere livelli occupazionali e retributivi e la proroga dei servizi nelle more del nuovo appalto – ha sottolineato Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia -. Non dobbiamo rinunciare nemmeno a un posto di lavoro. Lo tengano a mente e si comportino di conseguenza. Di parole al vento i lavoratori ne hanno sentito fin troppe: si passi ai fatti senza tergiversare ulteriormente.»

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Voli low cost: incontro tra i sindaci del Nord Ovest

e la conferenza dei capigruppo

La Giunta regionale esaminerà nei prossimi giorni un disegno di legge proposto dall’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, che prevede la ricapitalizzazione della Sogeaal (la società di gestione dell’aeroporto di Fertilia) ma attenderà, in ogni caso, la conclusione della procedura di privatizzazione, la cui ultima proroga scade il prossimo 28 novembre. Ma i sindaci del Nord Ovest, con in testa il primo cittadino di Alghero, Mario Bruno, chiedono l’annullamento del  bando per l’ingresso dei privati in Sogeaal e la procedura d’urgenza (articolo 102 del regolamento del Consiglio regionale) per una legge ad hoc che ricapitalizzi Sogeaal (servono circa undici milioni di euro) così da consentire l’immediata attivazione del sistema per garantire gli incentivi ai vettori aerei che operano collegamenti internazionali.

È questo, in sintesi, il punto di non accordo tra la Giunta regionale e gli amministratori locali sul cosiddetto “caso Alghero” che ha registrato, nel corso dell’incontro con la conferenza dei capigruppo, anche una sostanziale diversità di vedute tra l’assessore Massimo Deiana e il capogruppo del Pd, Pietro Cocco; il vice capogruppo di Forza Italia, Marco Tedde; il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta; quello dell’Udc, Gianluigi Rubiu e quello dei Riformatori, Attilio Dedoni; il presidente dell’Anci, Piersandro Scano e della Coldiretti, Battista Cualbu: tutti schierati sulle posizioni dei primi cittadini (stop alla privatizzazione, ricapitalizzazione di Sogeaal e incentivi alle compagnie sulla base del principio del “pubblico investitore in economia di mercato – Piem”).

Amministratori e sindaci arrivati, oltreché dal sassarese anche dalle province di Oristano e Nuoro, hanno ribadito le ragioni della protesta, sfociata oggi con una manifestazione sotto il palazzo del Consiglio regionale e nel rimarcare i danni milionari causati dalla fuga di Ryanair, hanno argomentato le loro proposte per il salvataggio immediato della società di gestione dell’aeroporto di Fertilia e dei collegamenti delle compagnie low cost. «È questo l’obiettivo anche della Giunta – ha dichiarato il vice presidente dell’esecutivo, Raffaele Paci – e per ottenerlo procediamo su piani paralleli: la privatizzazione  e il disegno di legge per la ricapitalizzazione della Sogeaal, così da poter incentivare le compagnie aeree, nel pieno rispetto delle normative statali e comunitarie».

A conclusione dell’incontro, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, si è detto a favore della proposta per un ulteriore incontro, da tenersi la prossima settimana tra i capigruppo e la delegazione dei sindaci, per valutare i contenuti del disegno di legge proposto dalla Giunta, prima dell’eventuale esame in Aula con procedura d’urgenza, ed ha auspicato la definizione del “caso Alghero” in linea con le indicazioni degli amministratori locali e dei rispettivi territori.

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Un milione di euro nella prossima manovra di assestamento del bilancio e la raccomandazione alla Giunta perché sia emanata a breve una circolare esplicativa sul trattamento da riservare ai cosiddetti “lavoratori in utilizzo” che prestano la loro opera nelle amministrazioni locali della Sardegna e che sono però esclusi dai percorsi di stabilizzazione. Sono questi, in sintesi, i principali impegni assunti dalla conferenza dei capigruppo, esplicitati dal presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, a conclusione dell’incontro, tenutosi nella tarda serata di ieri, con una delegazione dei lavoratori che hanno manifestato il loro disagio sotto il palazzo del Consiglio regionale.

Una soluzione per le problematiche esposte dai circa 380 lavoratori, provenienti dalle diverse aree dell’Isola e che negli ultimi due anni hanno prestato la loro opera nei cosiddetti “cantieri verdi” con contratti a tempo della durata di quattro o sette mesi, è stata sollecitata dai tutti i capigruppo del Consiglio intervenuti nel corso dell’incontro (Pietro Cocco, Pd; Pietro Pittalis, Fi; Gianluigi Ruibiu, Udc; Daniele Cocco, Sel; Attilio Dedoni, Riformatori) con l’auspicio che l’annosa questione dei “lavoratori in utilizzo” possa trovare una soluzione stabile, pur nella consapevolezza delle difficoltà derivanti dall’applicazione della normativa statale in materia.

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del testo unificato n. 5 “Istituzione dell’agenzia sarda delle entrate” (Ase).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione del Testo unico sull’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate (Plip-Pl n.187 – Pl n.246/A) . Per illustrare il provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd).

Poco prima, intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato la maggioranza «a valutare l’opportunità di esaminare il testo dopo l’approvazione dei provvedimenti annunciati dal Governo nazionale sulla materia, a cominciare dalla soppressione di Equitalia, per capire quale può essere l’incidenza di questa decisione sulla normativa regionale; chiedo la semplice sospensione dell’esame del testo, senza il rinvio della legge in commissione, per poi riprendere fra qualche giorno». Pittalis ha inoltre sottoposto al presidente Ganau un’altra questione, ricordando che «il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno sull’inceneritore di Tossilo che la Giunta ha completamente stravolto come se le deliberazioni dell’Aula fossero carta straccia: non entro sul merito della vicenda ma questo è un fatto grave e non può passare sotto silenzio».

Il presidente Ganau ha ricordato che, sulla sospensiva, occorre raccogliere le espressioni dei gruppi.

Il relatore della legge Sabatini ha chiesto una breve sospensione della seduta, a causa del’assenza di alcuni capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco si è espresso in senso contrario alla sospensiva richiesta di Pittalis, spiegando che «la nuova Agenzia regionale non si occuperà della riscossione e pertanto le decisioni del Governo nazionale riguardano una materia totalmente diversa; possiamo quindi andare avanti secondo il programma concordato».

Il consigliere del Psd’Az Angelo Carta, con un paradosso, ha respinto la richiesta di sospensiva «ma solo perché la legge in esame, a normativa invariata, non significa nulla per la Sardegna e non è degna di essere nemmeno chiamata Agenzia sarda delle entrate».

Luigi Crisponi, dei Riformatori, ha dato ragione a Pittalis ha ragione, perché in effetti «non ci sono nemmeno i più elementari elementi di sovranità per poter parlare di Agenzia delle entrate». Soffermandosi poi sulla vicenda dell’inceneritore di Tossilo, Crisponi ha lamentato che la decisione della Giunta arriva dopo che «il Consiglio non solo ha deliberato su questioni serissime ma lo ha fatto dopo lunghi confronti ed un attento ascolto delle popolazioni in materia di ambiente e salute».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che «la legge sull’Agenzia ha fini certamente nobili ed è anche giusto dire che l’autonomia finanziaria è la sostanza dell’autonomia regionale, ma il testo che abbiamo davanti ha lo stesso valore della mozione su Tossilo, cioè non significa niente, anzi aumenta i costi per la Regione che non aveva e non avrà senza alcun potere in materia fiscale».

Il consigliere Gianfranco Congiu (Pds) ha osservato invece che, «proprio per le ragioni sostenute dai consiglieri di opposizione è urgente aprire subito il dibattito per capire il livello di utilità dell’Agenzia e la capacità del nuovo organismo di dare riposte ai Sardi in materia fiscale».

Il consigliere Emilio Usula (Rossomori) ha espresso il «profondo sconcerto del gruppo per la decisione della Giunta di impugnare la sentenza Tar sull’inceneritore di Tossilo, decisione che contraddice la volontà unanime del Consiglio». Usula ha poi annunciato di abbandonare l’Aula «in totale dissenso su una decisione che non è un atto amministrativo ma politico».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha detto di condividere l’opinione di Usula pur restando in Aula, perché «l’impugnazione contravviene totalmente alla decisione di una istituzione sovrana della Sardegna come il Consiglio, una decisione non generica ma motivata, articolata e ragionata, che difenderò in tutte le sedi».

Anche il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha manifestato l’intenzione di restare in Aula pur condividendo la posizione Usula, convinto che «decisioni del Consiglio vadano rispettate, anzi per quanto ci riguarda vogliamo conoscere le motivazioni della delibera della Giunta che va in direzione opposta». Sulla proposta di Pittalis relativa all’Agenzia sarda delle entrate, ha proseguito Cocco, «riteniamo opportuno proseguire nel dibattito, perché sosteniamo da sempre la legge istitutiva dell’Agenzia e ci sentiamo impegnati a migliorarla».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la richiesta di sospensiva, che il Consiglio ha respinto.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo ancora sull’ordine dei lavori, ha chiesto informazioni su un provvedimento riguardante una aliquota di precari che attendono una risposta. Il punto, ha segnalato Pittalis, «non c’è all’ordine del giorno e, se c’è il consenso, a mio avviso deve essere inserita in calendario».

Il presidente Ganau ha precisato che, per poter esaminare il provvedimento, occorre il parere della commissione. Successivamente, il presidente ha dato la parola al consigliere Franco Sabatini (Pd), relatore del testo unico sull’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate.

In apertura, Sabatini ha ricordato che «la commissione Bilancio ha approvato la legge a maggioranza dopo un lavoro durato di circa un anno, ma è comunque un provvedimento urgente perché dopo la vertenza entrate la Regione ha più che mai  bisogno di uno strumento specialistico per operare in modo più incisivo su questa materia». La prospettiva, ha aggiunto, «è quella di portare la Sardegna allo stesso livello di altre Regioni speciali, per riaffermare che l’autonomia finanziaria è il fondamento più solido dell’autonomia regionale, tema strategico sul quale è fortemente auspicabile la collaborazione dell’opposizione». Riprendendo il tema della finanza regionale e dei rapporti con lo Stato, Sabatini ha affermato che «l’incertezza del quadro complessivo degli ultimi anni ha determinato in negativo la capacità della Regione di svolgere le sue funzioni, perché le sue risorse sono solo quelle provenienti dalle compartecipazioni, sulle quali lo Stato ha competenza esclusiva in base all’.117 della Costituzione con l’unico limite, per lo Stato, di non rendere impossibile l’esercizio delle funzioni della Regione». La nuova Agenzia, ha sostenuto, «è lo strumento indispensabile per assicurare un monitoraggio costante ed una attenta verifica sul problema delle entrate, come fanno le altre Regioni speciali che non esitano a cambiare i propri statuti ogni due-tre anni per adattarli alle nuove esigenze». In questo momento, ha detto ancora il consigliere del Pd, «sulla fiscalità è in gioco la vita della nostra Regione, che può dire la sua solo attraverso una nuova intesa con lo Stato, alla quale dobbiamo arrivare ben preparati, portando sul tavolo del confronto dello Stato anche il tema della finanza locale che in altre Regioni speciali è già stato affrontato e definito riportandolo nella competenza della Regione». 

La relazione di minoranza  è stata svolta da Christian Solinas (Psd’az) che, in apertura ha sottolineato il significato politico dell’abbandono dei lavori dei due consiglieri di Soberania e Indipendentzia sulla questione di Tossilo. La volontà di ignorare le decisioni del Consiglio da parte della maggioranza e della giunta – ha detto – ormai sta diventando una consuetudine. Anche durante i lavori della commissione su questo Testo Unificato  – ha chiarito Solinas –  la maggioranza ha inteso sorpassare la concertazione e il dialogo ed ha voluto aderire alla proposta della giunta. Se ci fossero stati i  lavori della  sottocommissione avremmo sicuramente potuto contribuire a rendere questo testo condiviso e  più efficace. Solinas è stato molto critico sul testo che arriva in aula. Questa agenzia – ha chiesto – a cosa serve se non può incamerare un euro in più? Per ogni euro che incassa avremo  costi altissimi.  Inoltre,  ci saranno passaggi ulteriori e un appesantimento del procedimento. Doveva essere affrontato il tutto con una diversa ottica, invece di fatto si limita a recepire quello che già c’è. Per Solinas questa agenzia è solo  un grande ufficio studi. Ma abbiamo valutato – ha chiesto ancora – quanto costa questo ufficio studi alla collettività? Al fronte di un gettito che è in costante contrazione, la maggioranza decide di aumentare i costi per la collettività.  Bene farebbe questo Consiglio a riflettere. 

Ignazio Locci (Forza Italia) ha sottolineato la negatività del provvedimento. Sembra però che neanche la giunta regionale sia entusiasta di questa proposta. Mi pare – ha detto – che il  governatore  abbia sentito quasi un obbligo  davanti alle richieste di qualche gruppo politico e  ha deciso di istituire questa agenzia. Insomma, l’esecutivo  ha voluto rispondere alle richieste propagandistiche di una certa parte di questa maggioranza. Per Locci bisogna rafforzare il rapporto con lo Stato per far intendere le nostre ragioni sulla base dell’articolo 8 dello Statuto.  Ma bene avrebbe fatto la giunta a individuare una direzione generale specializzata nel trattare questo rapporto con lo Stato.

Annamaria Busia  (Misto) è convinta che serva una agenzia delle entrate perché è necessario rafforzare il ruolo della Regione in materia nei confronti dello Stato per avanzare delle richieste. Ho sempre pensato – ha aggiunto – a una grande agenzia sarda delle entrate, ma credo che  debba farsi nel quadro della cornice normativa esistente. Annamaria Busia ha invitato alla riflessione e al confronto. La consigliera ha invitato la minoranza  a presentare proposte per raggiungere  un risultato migliore.

Per Michele Cossa (Riformatori) è impensabile che mentre a  livello nazionale si attua la riforma del sistema, noi in Sardegna ci inventiamo una agenzia fittizia, che è l’ennesimo carrozzone che graverà sulle tasche dei sardi. Cossa ha ricordato che la Sardegna  è, con la Calabria, l’ultima regione per incremento del PIL. Nonostante questo la maggioranza,  davanti a questa situazione, si inventa un’agenzia che non serve a nulla, che crea nuovi posti di lavoro che, tra l’altro, potrebbero essere coperti dal personale già esistente nella Regione.  Per il consigliere dei Riformatori la strada deve essere quella di abbassare la pressione fiscale. 

Edoardo Tocco (Fi) ha ricordato che “non è possibile sostituirsi allo Stato nel campo finanziario ” e che dunque l’unico obiettivo possibile dei proponenti la legge “resta quello di trattenere in Sardegna la quota parte dei tributi che spettano all’isola”. «Ma – ha dichiarato l’esponente della minoranza – il provvedimento in esame è inefficace e l’agenzia di cui si propone la costituzione troppo costosa». Il consigliere di Forza Italia ha insistito dunque sulla inopportunità dell’Ase («perché non si è pensato di lasciare il tutto in capo all’assessorato al bilancio?») ed ha paventato il rischio di un incremento dei costi, rispetto ai 2.5 milioni annui ipotizzati nel provvedimento. «Questa legge – ha concluso Tocco – non risolverà i problemi dei sardi e alla Sardegna serve altro, ad incominciare da un forte sostegno al sistema delle imprese per aiutarle a recuperare liquidità».

Alessandra Zedda (Fi) ha evidenziato la scarsa attenzione dimostrata dalla maggioranza per gli approfondimenti proposti dalla minoranza («ad iniziare dall’invito alla riflessione formulato dal capogruppo Pittalis, in apertura dei lavori, perché fossero valutate le implicazioni delle nuove norme in materia annunciate dal governo nazionale»). «Questo provvedimento – ha affermato la consigliera della minoranza – è pura filosofia e parole in libertà». A giudizio di Alessandra Zedda va rivista la norma finanziaria e deve essere tenuto in considerazione che serviranno all’Ase personale con alti livelli di specializzazione “se davvero dovrà funzionare e non rappresentare soltanto un contentino per qualche partito della maggioranza”. L’esponente di Fi ha quindi ribadito il pericolo della creazione di un “nuovo carrozzone” ed ha concluso ricordando che l’istituenda agenzia potrà occuparsi solo “dell’addizionale, Irpef e Irap; della tassa ambientale e di quella sul diritto allo studio”.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, in apertura del suo intervento, ha espresso solidarietà “ai colleghi del centrosinistra che hanno abbandonato l’Aula per protestare contro l’atteggiamento irriverente mostrato dalla giunta sulla questione dell’inceneritore di Tossilo”.

«Nel merito del provvedimento – ha attaccato l’esponente della minoranza  – affermo che la montagna ha partorito un topolino e l’agenzia sarda delle entrate è una finzione giuridica, politica e storica».  «L’Ase – ha aggiunto Tedde – è uno strumento che non serve a  niente ed è soltanto un vuoto pneumatico finanziario che non interviene nella questione che attiene la marginalità della Sardegna nei confronti dello Stato». Il consigliere di Fi ha quindi affermato che ciò che serve è una modifica dello Statuto: «Sono finiti i tempi delle mozioni e degli ordini del giorno, occorre una norma statutaria che fortifichi la nostra specialità nel segno della insularità». «Non spendiamo 2.5 milioni l’anno solo per fare un grande centro studi – ha concluso Tedde – perché con l’Ase facciamo soltanto un esercizio normativo inutile che non ci consentirà di rapportarci paritariamente con lo Stato in materia finanziaria».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha ricordato la recente approvazione della legge sulla semplificazione per contrapporla a quella che istituisce l’Ase perché, a suo giudizio, questa sarebbe soltanto “un carrozzone”. «L’agenzia sarda – ha affermato Crisponi – è un grande bluff che costerà 2,5, milioni euro soltanto per iniziare». L’esponente della minoranza ha quindi contestato alcune parti dell’articolato ed ha affermato che “l’Ase sarà di fatto sottomessa all’assessorato della Programmazione a cui restano tutte le competenze in materie di entrate”.

Il consigliere del Misto, Paolo Truzzu (Fd’I), ha riproposto le critiche delle opposizioni in ordine ai costi e alla inopportunità dell’istituzione dell’agenzia sarda delle entrate («in pratica si istituirà un osservatorio e non un’agenzia in grado di riscuotere i tributi e impostare la vertenza delle entrate con lo stato»). L’esponente di Fratelli d’Italia ha quindi definito l’Ase  “un’altra scatola vuota che porterà ulteriore confusione” ed ha sottolineato i costi dell’istituenda agenzia: 2.5 milioni per un  organico di 20 persone con tre dirigenti e 9 funzionari. «Questa non è un’agenzia al servizio dei sardi – ha concluso Truzzu – ma l’ennesimo spreco al servizio di una parte della maggioranza che governa la Regione».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato l’incontro in programma con una delegazione dei precari che hanno manifestato sotto il palazzo del Consiglio ed il presidente Ganau ha confermato l’incontro al termine della discussione generale.

Per il Psd’Az Angelo Carta ha sottolineato la necessità di «ragionare sugli obiettivi che si vogliono ottenere con la nuova Agenzia e non limitarsi a scrivere il solito libro dei sogni fermo restando che occorre cambiare passo rispetto ad una Giunta e soprattutto un presidente che con il Governo ha le brache calate mentre con il Consiglio mostra il suo volto più duro e intransigente, come hanno dimostrato le vicende di Tossilo, della riforma sanitaria e di quella degli Enti locali». L’Agenzia delle entrate, ha proseguito, «nasce soprattutto da una esigenza delle imprese sarde di avere un soggetto di prossimità con cui trattare la materia fiscale ma la verità è che lo Stato incassa 100 ma non restituisce alla Regione quanto dovuto ed anzi, non consente alla Regione di trattenere direttamente le sue risorse, la costringe ad aspettare le solite elemosine; questo il problema centrale che non ha trovato risposte, la vertenza entrate ha clamorosamente mancato questo obiettivo per mancanza di una strategia efficace, in altre parole non si è ottenuta la vera autonomia». E’vero, ha concluso, »che bisogna cambiare lo Statuto, rendere operativa la zona franca ed i punti franchi, ma rispetto a tutto questo l’Agenzia come viene configurata è lontana anni luce, quanto meno occorre chiarezza sul quadro nazionale che si va definendo, proprio per fare la vera Agenzia sarda delle entrate e non un semplice osservatorio che non tocca il rapporto fra fisco e contribuenti sardi».

Il consigliere del gruppo Misto Fabrizio Anedda ha ricordato di aver presentato già nel 2014 una mozione che, fra gli altri temi, portava all’attenzione del Consiglio il difficile rapporto fra fisco e contribuenti sardi, ottenendo in quella occasione l’impegno precisi impegni dell’assessore Paci. Proprio la scorsa settimana, ha ricordato, «con l’approvazione della nostra legge sulla semplificazione e la rottamazione di Equitalia annunciata dal Governo centrale, prendono forma due provvedimenti che potrebbero rifare fiato alle imprese spesso strozzate da atteggiamenti al limite dell’usura; con questa legge, in particolare, si fa un primo passo per tenere sotto controllo il nostro bilancio ed assicurare la certezza delle entrate».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha messo l’accento sul fatto che «la stessa maggioranza ha riconosciuto che la nuova Agenzia non risolverà il problema della entrate della Regione, ma non si è spinta al punto di ammettere che in realtà siamo di fronte ad una operazione di propaganda che finisce per portare acqua all’antipolitica; le persone comuni vedono il fisco come una piovra che cerca in tutti i modi di drenare risorse da un sistema economico debolissimo e noi, per giunta, ci aggiungiamo una ennesima sovra-struttura che produce solo costi». Dedoni ha poi citato uno studio di qualche anno «con cui si dimostra che ad un eccesso di produzione legislativa non corrisponde l’efficacia delle azioni di governo; questo è proprio il caso di un provvedimento del tutto inutile per la Sardegna mentre la gente che sta fuori del palazzo aspetta risposte concrete, ci accorgeremo ben presto quali saranno i saldi della prossima finanziaria alla luce del disavanzo della sanità».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu si è detto convinto che «l’istituzione dell’Agenzia delle entrate è un momento storico per l’autonomia regionale e per una Sardegna finalmente in grado di poter contare su tutte le sue risorse ma la legge è carica di pesanti incertezze sia alla luce della riforma costituzionale che della prossima legge di stabilità; in altre parole è una legge già vecchia prima di nascere ed uno spot per il No al referendum». Entrando nel merito del testo Rubiu ha criticato i passaggi nei quali si fa riferimento alla collaborazione con Equitalia, «una specie di associazione a delinquere che ha portato al fallimento una buona parte del sistema economico regionale» e quelli relativi agli organici, «dove si parla di selezione interna volontaria ma non si capisce perché qualcuno decida di uscire dal sistema Regione per andare da un’altra parte; forse il vero obiettivo è reclutare personale esterno per mettere in piedi l’ennesima struttura pubblica, un doppione di controlli, pratiche e burocrazia».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha auspicato che il Consiglio «trovi il modo, anche con il contributo dell’opposizione, di dare ai sardi una buona legge, andando oltre le critiche dei consiglieri della minoranza, in buona parte eccesive anche se esistono alcune criticità che possiamo migliorare». Certamente, ha assicurato, «non vogliamo fare una legge tanto per farla o per farcela impugnare dal Governo, vogliamo invece fare qualcosa di buono per i sardi; è vero che lo Stato non ci ha dato le risposte che aspettavamo ma, con il nuovo strumento, vogliamo andare avanti sulla strada del confronto con lo Stato con più impegno e più incisività».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha detto che «quanti parlano dell’inutilità della legge rispetto ai bisogni della comunità sarda dimenticano che, in posizioni di governo, non hanno ottenuto risultati di rilievo; è vero, al contrario, che stiamo provando a prenderci sulla spalle questo fardello per dare risposta, fra l’altro, agli oltre 30.000 cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta da delibere di consigli comunali e provinciali». Sotto questo profilo, ha continuato, «è importante che si affermi il diritto dei sardi a chiedere ciò che spetta a loro, quanto e quando, perché da qui discende la certezza della programmazione; ecco la vera funzione del nuovo organismo che, nel confronto con il Ministero dell’economia, lavorerà con tutte le carte sul tavolo, superando la logica dei trasferimenti ed inserendosi in una cornice normativa di piena attuazione dell’art.8 dello Statuto».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha riposto a Congiu che «il leader del Pds nella scorsa legislatura non ha presentato nessuna iniziativa in tal senso, perché evidentemente ha percepito che c’era qualche problema, ma da parte nostra non vogliamo portare la questione alle calende greche ma sottolineare che le varie proposte presentate, espressione del Consiglio, non sono state prese in considerazione assegnando una sorta di corsia preferenziale al Disegno di legge della Giunta e parlando impropriamente di Testo unificato». Dopo aver criticato con forza le posizioni espresse da un importante esponente del Pds, «un capo di gabinetto che fa politica in orario di servizio come è documentato dai social media», Pittalis ha sostenuto che «la legge è una occasione mancata perché la maggioranza ha respinto sul nascere l’idea del confronto su una materia che tocca da vicino la società sarda, e non affronta gli importanti problemi della fiscalità di vantaggio e del taglio delle tasse; non è serio, inoltre, il passaggio sul contingente di personale esterno da reclutare con compiti di studio e di ricerca, ma di questo riparleremo più avanti con maggiore dettaglio».

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha tenuto a chiarire che «il problema dell’Agenzia sarda delle entrate è cosa totalmente diversa dalla vertenza entrate; certo da sola la legge non fa calare la disoccupazione, aumentare la ricchezza o ridurre la povertà, ma tutto questo non può essere un albi per il continuo ricorso al benaltrismo italiano; non facciamo proclami, riteniamo piuttosto di aver fatto un passo in avanti dopo la chiusura della vertenza entrate e l’approvazione della norme di attuazione, portando a casa risultati che nella legislatura precedente non si è riusciti ad ottenere». Ora, ha precisato, «siamo nel campo delle tecnicalità di calcolo che sono complicate quanto importanti e per questo ci vuole una struttura di specialisti, anche se l’ossatura dell’organico sarà formata con la mobilità e con personale esistente e se, non esiste, dovrà essere integrato da specialisti per definire in molto preciso il calcolo ed il controllo delle nostre spettanze». Quindi l’Agenzia, ha aggiunto, «non è un centro studi né la rivoluzione del sistema e nemmeno la battaglia di qualcuno ma un passaggio importante nella costruzione della nuova autonomia regionale, senza trascurare il rapporto con gli Enti locali». Per quanto riguarda le prospettive future,  ha concluso l’assessore Paci, «stiamo creando le condizioni, a legge vigente, per il riversamento diretto previsto nelle norme di attuazione (come già avviene in Trentino ed in Friuli) con modalità che saranno inserite in un decreto del Governo che forse avremo nella prima metà del 2017; la nostra legge istitutiva dell’Agenzia, inoltre, è perfettamente compatibile con eventuale cancellazione di Equitalia e comunque c’è ancora tempo per migliorare alcuni aspetti».

Dopo l’intervento dell’assessore, il presidente ha comunicato il calendario dei passaggi successivi, che però il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha contestato, chiedendo una breve sospensione della seduta e la riunione della conferenza dei capigruppo.

La richiesta è stata accolta. Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato che gli emendamenti potranno essere presentati entro domani alle 16.00 e alle 17.00 si riunirà la commissione per esaminarli, mentre la seduta del Consiglio è fissata per le 18.00.

Successivamente, ha messo in votazione il passaggio agli articoli della legge, che il Consiglio ha approvato con 31 voti favorevoli e 19 contrari. Subito dopo, ha tolto la seduta convocando un’altra riunione della conferenza dei capigruppo, per incontrare una delegazione di lavoratori precari che hanno manifestato davanti al palazzo del Consiglio.

Consiglio regionale 54

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I tempi d’attesa nella Asl 7 di Carbonia restano troppo lunghi e il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha portato il caso all’attenzione del Consiglio regionale con un’interpellanza urgente.

Gianluigi Rubiu segnala che i tempi di attesa per una visita reumatologica si allungano sino ad agosto 2017, con lungaggini impossibili per i pazienti. «Code lunghe, in certi casi lunghissime, per alcuni esami – spiega l’esponente centrista -. Una via crucis senza fine per le fasce deboli della popolazione, alle prese con la disfatta della sanità nel territorio. Si parte dai tempi di attesa nelle sale di pronto soccorso degli ospedali cittadini. Nel Cto di Iglesias, ad esempio, spesso il paziente si deve armare di santa pazienza. E rassegnarsi ad aspettare. Poi si comincia con il girone infernale dei trasferimenti, sballottati da una struttura all’altra del territorio. Si passa poi agli esami. E in alcuni casi la situazione è veramente al collasso. E’ quasi scontato che i cittadini del Sulcis Iglesiente preferiscano, per alcune visite, fare riferimento ai complessi ospedalieri di Cagliari e dintorni – conclude Rubiu – producendo così la mobilità passiva dei pazienti, che si rivolgono a strutture ospedaliere al di fuori della Asl 7, con tantissime professionalità esistenti nei centri sanitari di Iglesias e area vasta costrette quindi ad emigrare per la mancanza di visite. Si provoca così lo smantellamento della sanità sul territorio, con una riorganizzazione che conduce allo svuotamento di diversi presidi anche d’eccellenza nel distretto del Sulcis».

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu (Udc), ha presentato una mozione urgente sulla riforma dei biglietti Arst.

Gianluigi Rubiu sostiene che la riforma delle tariffe imposta dall’Arst ha eliminato il carnet da 52 corse, costringendo i laureandi del territorio all’acquisto di singoli biglietti. Con la mozione chiede l’immediato ripristino del vecchio blocco di corse.

«Un abbonamento  prevedeva 52 corse – spiega Gianluigi Rubiu – da utilizzare in concomitanza con le giornate di lezioni accademiche. Si permetteva quindi agli studenti di spalmare il carnet nel tempo e usufruire di tutte le corse dell’abbonamento. Si tenga conto che per la grande fetta degli universitari del Sulcis Iglesiente sono obbligati a trasferimenti periodici nelle facoltà cagliaritane con l’impossibilità di trasferirsi in case in affitto. Il treno ed il pullman sono gli unici mezzi disponibili per raggiungere il capoluogo. L’abbonamento preferito dagli universitari è stato sostituito da un pacchetto mensile di corse.»

«Questa situazione di fatto ha danneggiato gli studenti – rimarca Gianluigi Rubiu, che nella mozione ha chiesto anche la revisione delle tariffe – con una vera e propria stangata sui titoli di viaggio. Il modello da prendere in considerazione potrebbe essere quello della Regione Abruzzo. Le modifiche – conclude Gianluigi Rubiu – hanno consentito di inserire pacchetti di titoli e formule che prevedano un’offerta di trasporto flessibile che venga incontro alle esigenze degli studenti. Non basta. Si prefigurano anche delle tariffe agevolate per favorire la mobilità degli universitari.»

Autobus Arst 1 copia

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Consiglio regionale 1 copia

Il Consiglio regionale ha approvato stamane i primi nove articoli del D.L n. 254 “Norme sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato che, per effetto dell’ordinanza del Gip del Tribunale di Oristano, sono venute meno le cause che avevano determinato la sospensione del consigliere Antonello Peru (FI) il quale, pertanto, riprende il suo posto all’interno dell’Assemblea. Contestualmente è cessato dalle funzioni sostitutive Giancarlo Carta, sempre di Forza Italia.

Il Consiglio ha quindi iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli del Dl n. 254 “Norme sulla qualità della regolazione e di semplificazione dei procedimenti amministrativi”.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sull’ordine dei lavori, ha ricordato di aver consegnato ai capigruppo la bozza di una proposta di legge sulla ricapitalizzazione della Sogeaal di Alghero ed ha sollecitato una nuova riunione della conferenza, al termine dei lavori, per capire orientamento dei gruppi consiliari per quanto riguarda l’applicazione della procedura accelerata prevista dall’art. 102 del regolamento.

Il presidente Ganau ha assicurato che la richiesta sarà tempestivamente esaminata dai capigruppo alla fine dei lavori del Consiglio.

Successivamente l’Aula ha iniziato il dibattito sull’art 1 (Norme generali e programmazione delle attività di semplificazione) del Dl 254, che è stato approvato.

Sull’art. 3 (legge regionale annuale di semplificazione), il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di una norma «che appare inutile perché crea appesantimento nel sistema e in particolare nella parte in cui dice che la Giunta presenta ogni anno un disegno di legge sulla semplificazione, è un passaggio che dovrebbe essere implicito nel testo, proprio per semplificare».

Un altro consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci ha dichiarato che «in questa materia è più saggio non introdurre nuove norme ed applicare quelle esistenti, con adeguamenti automatici a quelle di nuova approvazione ed una forte attenzione, questo è davvero il tema centrale, alle esigenze reali dei cittadini».

Salvatore Demontis, del Pd, ha chiarito che «la finalità della legge è quella di valutare l’incidenza delle leggi regionali rispetto al panorama nazionale ed europeo, una sorta di valutazione comparata che tende a rendere efficace in modo permanente .l’intervento di semplificazione».

Marco Tedde, vice capogruppo di Forza Italia, ha espresso una valutazione negativa sulla legge perché, ha sostenuto, «la semplificazione è prima di tutto un grande processo culturale cui deve partecipare, a pieno titolo, il Consiglio regionale, che invece viene messo da parte».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha affermato che la posizione del suo gruppo «non è di retroguardia ma punta invece a migliorare l’efficacia dell’azione amministrativa, mentre la proposta della Giunta si ispira a qualche altra legge regionale ma manca l’obiettivo della modernizzazione della macchina amministrativa della Regione».

Per Antonio Gaia (Cps) il giudizio sulla legge è favorevole ed anche l’articolo in esame è positivo; tuttavia, ha suggerito, «sarebbe bene approfondire la parte delle competenze che spettano al Consiglio e, ai fini pratici, quella relativa all’elenco dei beni sottoposti a vincolo per eliminare inutili contenziosi». Sarebbe perciò utile, ha concluso, una breve sospensione della seduta.

La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori il consigliere Salvatore Demontis, del Pd, ha proposto un emendamento orale di chiarimento su art. 3, con cui si assegna alla Giunta il compito di predisporre annualmente un non un nuova legge ma l’aggiornamento della stessa, ai fini della semplificazione normativa.

L’emendamento orale non è stato accolto.

Il Consiglio ha poi approvato l’art. 3 nella stesura originaria

Sull’art. 4 (strumenti per il miglioramento della qualità di regolazione) il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha osservato che «lasciare la questione unici in mano alla Giunta è sbagliato, perché è un compito che spetta al Consiglio ed è un tema che merita di essere approfondito; occorre piuttosto riflettere che sugli strumenti con i quali si vorrebbe fare fronte a questo così ampio intervento di revisione periodica»

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha segnalato che «il testo prevede anche forme di partecipazione democratica ma poi non indica alcuno strumento concreto per rendere effettivo questo diritto; in definitiva tutta la prima parte del testo appare inutile e con un carico eccessivo di ovvietà»

Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia ha detto che «sembra una norma sulla filosofia del diritto; piuttosto, come ha ricordato l’apposita commissione del nostro Consiglio, ci sono molte leggi non applicate, anche di buona qualità».

Il relatore Salvatore Demontis, del Pd, per dichiarazione di voto, ha ribadito la sua posizione favorevole, riconoscendo che il consigliere Pittalis ha ragione sulla mancanza di strumenti di partecipazione democratica «ma solo perché è in preparazione una legge organica e si preferito rinviare la disciplina della materia a quella sede; il passaggio nel testo in esame è rimasto per una svista e può essere cancellata con un emendamento orale». Per quanto riguarda gli strumenti, ha concluso, «sono quelli delle comuni buone pratiche amministrative, affidati all’azione della Giunta perché ha una visione più complessiva del panorama normativo».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha criticato la formulazione dell’articolo, a suo avviso «quanto meno bizzarra, dove dice in sostanza che la chiarezza dei testi normativi viene imposta dalle legge ma non è così; la chiarezza normativa è frutto del lavoro degli uomini e in molti casi dal buon senso, sotto questo profilo il risultato raggiunto non è certo esaltante».

Successivamente il Consiglio ha approvato l’art. 4 e, a seguire, anche l’art. 5 (disegno di legge per la riduzione del numero delle leggi). Sull’art. 6 (Chiarezza del testo e tecnica legislativa), il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha definito la norma in esame «l’emblema dell’inutilità quando dice che la Giunta adotta standard di chiarezza legislativa a livelli nazionali ed europei; se questa è la finalità bisogna aggiungere, semmai, la necessità di investire in formazione e conoscenza»

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha affermato che «è preoccupante sentirci costretti a dire che dobbiamo scrivere le leggi in modo semplice, sia nel linguaggio che soprattutto nel contenuto; basterebbe leggere le delibere degli assessorati, spesso incomprensibili, per rendersi conto che c’è davvero da preoccuparsi».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, firmatario di una proposta di soppressione dell’articolo, ha detto che il testo è in larga parte scontato, ripetitivo ed inutile; il nostro compito è renderci conto dei bisogni reali dei cittadini e delle imprese e, in generale, di lavorare per miglioramento del rapporto della comunità con la politica e le istituzioni».

Dopo l’on. Rubiu ha preso poi la parola l’on. Marco Tedde (Forza Italia) secondo cui «quella dell’articolo 6 è una norma psichedelica: sono convinto che l’assessore Demuro, per la stima che ho dei suoi studi, non abbia preso parte alla stesura di questo testo normativo». 

Per l’on. Mario Floris (Uds) «sarebbe interessante capire perché il potere legislativo nell’articolo 6 passa dal Consiglio alla Giunta. Cosa vuol dire questo articolo? Assolutamente nulla».

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) è intervenuto per dichiarazione di voto affermando che «questo articolo è in piena contraddizione con il testo della legge. Altro che semplificazione: è del tutto evidente che le norme devono essere ben scritte e devono essere chiare. Sopprimere l’articolo 6 è il minimo».

L’articolo 6 è stato invece mantenuto in vita a seguito del voto dell’Aula.

Sull’articolo 6 bis “Sviluppo delle politiche di genere e revisione del linguaggio amministrativo”  l’on. Annamaria Busia (Cd) ha detto che «in altre regioni si è favorito un linguaggio adeguato e corretto rispetto ai generi e alle sue differenze. Anche un linguaggio soltanto al maschile è una forma di discriminazione mentre il termine ministra o assessora strappa un sorrisino sempre ironico. Il linguaggio va adeguato anche nelle nostre norme, dunque, perché serve a mutare le regole di una società favorendo la soluzione delle problematiche femminili».

Le osservazioni sono state condivise anche dall’on. Rossella Pinna (Pd): «Non è un capriccio delle consigliere regionali che hanno presentato questa norma ma un’esigenza reale che si sta affacciando nella nostra società. D’altronde, le parole sono il mezzo con il quale rivestiamo i nostri pensieri e li rendiamo disponibili agli altri. Anche il linguaggio che usiamo deve esprimere la nuova realtà di un’identità di genere che deve toccare anche il campo amministrativo e legislativo».

Anche l’on. Alessandra Zedda (Forza Italia) si è detta a favore: «E’ un atto di civiltà questa norma, l’unica per la quale voterò a favore di questa prima parte di una legge che non convince, a dir poco, perché è astrusa».

L’articolo 6 bis è stato approvato.

Sull’articolo 7 “Testi unici” è stato presentato un emendamento soppressivo parziale a firma Rubiu e più. L’emendamento è stato respinto e l’articolo 7, invece, approvato.

L’articolo 8 “Analisi tecnico-normativa”  è stato messo in discussione e ha preso la parola l’on. Tedde (Forza Italia), che ha detto: «Vedo che quanto stabilito dall’articolo 6 viene ribadito nell’articolo 8. Non si capisce perché questa discriminazione tra Giunta e Consiglio».

Per l’on. Demontis «la minoranza ha detto finora che i principi sono pleonastici ma l’on. Marco Tedde ha appena ricordato che anche i consiglieri regionali talvolta hanno bisogno di un sostegno in sede di scrittura delle norme».

L’articolo 8 è stato approvato.

Gli emendamenti 8, 1 e 23 sono stati presentati a valere sull’articolo 9. L’on. Pietro Pittalis (Forza Italia) ha ironizzato sul “ricorso nelle norme alla lingua inglese con incisi come “digital first”, se non ho letto male” e ha presentato un emendamento orale secondo cui sono irricevibili i disegni di legge senza relazione. «Possiamo ipotizzare una cogenza a fronte della mancanza delle relazioni? Colleghi del Consiglio, abbiate un sussulto di dignità, ormai siete consegnati al renzismo autoritario. Imponiamo almeno alla Giunta che faccia fino in fondo il suo dovere».

A seguito dei rilievi l’on. Demontis ha chiesto al presidente del Consiglio una breve sospensione. Dello stesso parere anche l’on. Francesco Agus, presidente della Prima commissione. Il presidente Ganau ha sospeso i lavori per consentire alla maggioranza di elaborare un emendamento. Alla ripresa, l’on. Demontis, relatore di maggioranza, ha detto: «Abbiamo accolto il suggerimento del consigliere Pittalis ma non possiamo andare oltre una certa formulazione per non invadere il campo del regolamento d’Aula, che ha forza maggiore rispetto alla legge ordinaria».

Il testo dell’articolo 9 è stato approvato dall’Aula e così l’emendamento all’emendamento 23, che sostituisce il termine “digital first” con “principio della priorità digitale” e l’emendamento aggiuntivo 1.

Il presidente Ganau ha sospeso la seduta, che riprenderà alle 16.30 e ha convocato la conferenza dei capigruppo.

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Gianluigi Rubiu 1

«La Asl 7 di Carbonia ripristini i servizi di assistenza ai malati di Parkinson». Lo dice Gianluigi Rubiu, capogruppo Udc in Consiglio regionale.

«Dallo scorso luglio e sino al 31 gennaio – scrive Gianluigi Rubiu in una nota – l’azienda sanitaria del Sulcis Iglesiente ha interrotto le attività all’interno dei presidi ospedalieri destinati ai pazienti colpiti dal morbo. Da inizio agosto è diventato di fatto impossibile ottenere un appuntamento per le attività di riabilitazione e assistenza domiciliare per i malati affetti dal Parkinson. Una patologia che nel Sulcis Iglesiente ha colpito centinaia di pazienti.»
Gianluigi Rubiu ha presentato un’interpellanza urgente: «In base alle delibere della giunta non si possono superare certi tetti per le cure con limiti assurdi che vanno ad incidere negativamente sui pazienti. Se si prova a chiamare i centri per la riabilitazione la risposta è sempre la stessa. La riabilitazione è sospesa, per sei mesi. Le attività riprenderanno dal prossimo anno».

«All’improvviso – conclude Gianluigi Rubiu – la Asl ha sospeso tutte le attività di assistenza ai pazienti. In pratica i malati di Parkinson si trovano abbandonati e senza nessuna prestazione sanitaria. Un vero e proprio schiaffo per i malati e per le loro famiglie. Lasciare persone in queste condizioni senza assistenza è vergognoso. Chiediamo che i vertici della Asl del Sulcis Iglesiente trovino immediatamente una soluzione per fare in modo che i pazienti possano essere seguiti con efficienza, così come è nei loro diritti. Vigileremo affinché ai malati di Parkinson siano garantite le diagnosi, le visite di controllo e le terapie più adeguate.»

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, attacca l’assessore all’ambiente per l’organizzazione dell’assemblea per la presentazione del piano faunistico regionale senza la preventiva comunicazione alle associazioni di categoria, che si terrà domani mattina a Cagliari, a partire dalle ore 10.00, nella sala Anfiteatro di via Roma.

«Una discriminazione insensata – dice Gianluigi Rubiu -. Con la decisione di non inviare nessuna informazione sull’assise ai componenti del Comitato regionale faunistico, composto in gran parte dalle associazioni venatorie è chiaro l’intento di escludere dal processo decisionale il mondo delle doppiette. Non è un caso se le associazioni sono state dimenticate. Nel corso dell’ultima riunione tenuta a Sassari (con l’informazione ai movimenti) – aggiunge Gianuigi Rubiu – i relatori del disegno hanno abbandonato i lavori a seguito di un confronto acceso sui contenuti del piano faunistico. E’ necessario che si torni alla normalità con un processo democratico atto a coinvolgere la galassia venatoria della Sardegna – conclude Gianluigi Rubiu -. Il piano faunistico regionale va discusso tenendo conto delle osservazioni di cacciatori, agricoltori e allevatori. Sono i principali custodi dell’ambiente isolano. Appare assurdo tentare di isolare queste posizioni non tenendo conto delle perplessità relative ad un disegno calato dall’alto.»

Gianluigi Rubiu 4

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Consiglio regionale 31

Nella seduta di questa mattina, il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del disegno di legge sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi. La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n.254/A – Giunta regionale – “Norme sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi“. Per illustrare il provvedimento, il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il consigliere Salvatore Demontis del Pd.

Nel suo intervento Demontis ha parlato di un «disegno di legge importante rivolto a cittadini, imprese e pubblica amministrazione, una strada che vogliamo percorrere con decisione anche nel futuro procedendo ogni anno uno specifico disegno di legge sulla riduzione del numero delle leggi (già con questo provvedimento ne tagliamo 390) ed il loro trasferimento, ove possibile, in testi unici divisi per materia». «In prospettiva – ha aggiunto – guardiamo anche «ad una valutazione dell’incidenza della normativa regionale su quella di diversi livelli oltre all’impatto della regolazione per poterne valutare i benefici per i destinatari a cominciare da quelli socio-economici». «Complessivamente – ha sintetizzato Demontis – si punta a migliorare la qualità delle leggi per strutturare buone pratiche legislative ed introdurre principi importanti: open data su tutti gli atti della Regione, consentendo ai cittadini, i cittadini di controllare in modo diffuso l’andamento della pubblica amministrazione e non solo in presenza di un interesse legittimo, termine massimo di 30 giorni per la maggior parte dei procedimenti, ora sforato molto frequentemente, possibilità di intervento sostitutivi di fronte ad inadempimenti e sistema sanzionatorio articolato, che comporterà la riduzione del premio di risultato per il dipendente inefficiente, indennizzo per ogni giorno di ritardo a prescindere da danno, abbandono della carta e utilizzo massiccio della posta elettronica certificata». «Ci aspettiamo – ha aggiunto il consigliere del Pd – effetti molto positivi della nuova legge sulla materia edilizia, attraverso il grande miglioramento dello sportello unico Suap, che supererà la situazione a macchia di leopardo attraverso nuove modalità telematiche, una piattaforma unica ed un’unica modulistica; inoltre la pubblica amministrazione sarà obbligata a portare avanti istruttorie in parallelo riducendo ancora i tempi di definizione delle pratiche».

Il relatore di minoranza Stefano Tunis di Forza Italia ha affermato che quello in esame è «un provvedimento che ha avuto una gestazione molto prolungata essendo stato concepito all’inizio di questa legislatura, quando norme buone e trasparenti sembravano priorità vere; pero è vero che ora siamo a metà mandato e vediamo che sono state approvate con il vecchio sistema riforme importati come quella edilizia che secondo gli uffici tecnici si è rivelata praticamente neutra e ad impatto zero». «Tuttavia – ha riconosciuto Tunis – l’iter della legge è stato corretto e trasparente frutto anche di un buon rapporto con l’opposizione in sede di commissione anche se, per noi, l’iniziativa legislativa rimane troppo sbilanciata sulla Giunta regionale, segno che forse occorreva affrontare il tema della semplificazione con una legge statutaria dato che siamo in presenza di regole e responsabilità comuni e condivise ed è quindi questa la strada giusta per fare buone leggi e dare buone risposte ai cittadini». Appare positivo, peraltro, «prevedere un adeguato periodo di sperimentazione con uno sguardo concreto rivolto alla soluzione dei problemi ma questo, bisogna ricordarlo, non è il metodo applicato dalla Giunta in tutte le altre circostante, a cominciare dalla Asl unica a proposito della quale lo stesso nuovo manager ha confessato di essere privo di certezze, in pratica la Giunta predica bene e razzola male». «Sarebbe stata necessaria infine – ha concluso Tunis – una maggiore attenzione, per esempio, all’abrogazione della legge regionale n. 30 in materia di trasparenza perché, in quella legge, c’era un passaggio sul cosiddetto accordo procedimentale che faceva risolvere molti problemi nei rapporti fra pubblico e privato». «Guardiamo a questo provvedimento «con spirito costruttivo – ha detto infine – perché è una norma che serve ai cittadini per provare a recuperare un rapporto virtuoso con la pubblica amministrazione, tema centrale per tutta la politica».

Il consigliere del gruppo Misto Mario Floris ha confessato di aver deciso di intervenire quasi per «timbrare il cartellino anche se parlare in quest’Aula, a volte, è non solo difficile ma inutile, perché continuiamo a rappresentare un sistema politico che la gente ha condannato e non vuole più; ieri, in occasione del dibattito sul Patto per la Sardegna, ho visto spargere morfina dappertutto (perfino nel banchi della minoranza) perché si è consolidato un sistema in cui una maggioranza che magari è una minoranza guidata da poche persone decide per altri che devono obbedire». Con la legge dei governatori, ha aggiunto, «pensavamo ad un presidenzialismo temperato, qui invece prima si fa un programma elettorale e poi lo si stravolge completamente». «Alcuni parlamentari nazionali – ha dichiarato ancora Floris – invita a votare Si alla riforma costituzionale perché così si elimina la competenza concorrente con le Regioni dimenticando che, così, scompare l’autonomia in tante materie compresa quella che stiamo discutendo». Esprimendo un giudizio nettamente contrario sul Disegno di legge, Floris ne ha evidenziato le lacune giuridiche, spiegando che «interviene su materie di competenza dello Stato che ha già legiferato ampiamente e continua a farlo anche recentemente con i decreti attuativi della riforma Madia, rendendo quindi legittimo chiedersi dove si colloca la nostra legge, anche perché la stessa riforma Madia contiene fra l’altro una clausola di salvaguardia che prevede la sua applicabilità anche nelle Regioni a Statuto speciale».

La consigliera Daniela Forma, del Pd, ha definito il disegno di legge «fra i più qualificanti per la Regione, anche per la capacità di proposta della Giunta e degli assessorati dell’Industria e degli Affari generali,  e la volontà di intercettare obiettivo strategici del mandato del centro sinistra». «Questa legge –  ha sottolineato – dà risposte certe in tempi certi ai cittadini, mette ordine nel panorama legislativo regionale, introduce meccanismi di semplificazione, riduce tempi e rende più semplice la vita dei cittadini e delle imprese; questo approccio deve diventare strutturale nella nostra agenda politica, individuando le priorità di azione e, meglio ancora, introducendo meccanismi di valutazione ex post sull’impatto della legge nella società sarda». E’positivo inoltre, a giudizio della Forma, «che si sia stabilità una uniformità dei procedimenti su tutto il territorio regionale (soprattutto negli uffici tecnici) ed un nuovo ruolo sia per le Unioni dei Comuni che per la Città metropolitana di Cagliari». In definitiva, ad avviso dell’esponente del Pd, «è una legge positiva per la comunità regionale ed ora è auspicabile che il personale della Regione e degli Enti locali risponda con generosità sentendosi protagonista di un nuovo processo virtuoso». 

Per Forza Italia il consigliere Ignazio Locci ha auspicato in apertura che «i ringraziamenti della collega Forma li facciano, in realtà, cittadini ed imprese cui la legge è destinata; sui principi da parte nostra c’è condivisione perché li riteniamo universali e quindi da non declamare politicamente, piuttosto è necessario che a queste buone intenzioni si facciano seguire i fatti». Cittadini ed imprese, ha segnalato, «chiedono una pubblica amministrazione adeguata ai tempi e soprattutto semplice, ma proprio questa è una lacuna del provvedimento in esame, che resta un po’ a metà strada fra esigenze degli uffici e delle attività produttive, soprattutto in edilizia; sono poi scettico sulla tempistica legata ad alcuni passaggi che riguardano le Sovrintendenze e le competenze dello Stato, un po’ lo stesso argomento che ha sollevato il collega Floris su norme nazionali che potranno essere non sovrapponibili a questa legge». C’è poi da affrontare, ha ricordato, «tutto il discorso sul materiale umano che si è rivelato purtroppo decisivo nell’ostacolare il nuovo corso legislativo; molti Comuni sono indietro, il funzionamento di Agenzie ed Enti agricoli è da terzo mondo e c’è la giungla degli accertamenti conformità, in altre parole oltre che un taglia leggi ci vorrebbe un taglia teste, perché ci sono persone si credono proprietarie di ogni singola pratica, c’è ancora in Sardegna un freno a mano tirato talvolta indotto da molte parti della pubblica amministrazione». «La legge – in conclusione – è un tentativo ancora insufficiente con alcune complicazioni ed il lavoro non è finito, serve un cambio di marcia nella realtà».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha parlato di un «tentativo lodevole come tutti quelli in cui la burocrazia si avvicina al cittadino ed alle imprese liberandosi di tanti aspetti fastidiosi che mettono limiti al fare ed appaiono inaccettabili, soprattutto, per quanto riguarda la tempistica; scelte condivisibili quindi anche se qualche perplessità resta sui modelli di applicazione e lo stesso testo di 53 articoli non risulta sempre di facile lettura a conferma che la burocrazia è davvero una piramide difficile da scalfire». «Forse è mancata la progettualità vincente – ha aggiunto Crisponi – per assicurare la rapida attuazione della norma, in proposito cito l’esempio del testo unico sul turismo che contrasta con il disegno di legge che stiamo esaminando; in pratica si dice che ci vuole parere obbligatorio della Regione per le strutture ricettive 5 stelle lusso ma questo fa sorridere tutto il mondo, un mondo legato ad internet ed ai suoi giudizi inappellabili, c’è però tempo di correggere guardando verso il futuro e ricordando che i testi vanno armonizzati alla luce delle reali esigenze di famiglie ed imprese, questo è il vero lavoro che renderebbe più facile la vita delle persone».

Dopo l’on. Crisponi ha preso la parola l’on. Stefano Tunis (Forza Italia), che ha proposto «un focus su due punti. Uno è sull’iniziativa legislativa, quasi esclusivamente in capo alla Giunta regionale in questi due anni e mezzo. E ne ha abusato in una serie di circostanze. Questo è un tema sul quale ci dobbiamo confrontare perché anche da qui passa la semplificazione legislativa della quale dobbiamo discutere oggi.  L’altro focus riguarda il costo della riforma, che sarebbe a zero sia in termini di personale che di risorse finanziarie. Ma sono tante le obiezioni da parte di chi a brevissimo si troverà ad applicare determinate norme in termini brevissimi. Siamo sicuri che non sia più giusta una moratoria per gli enti locali, per consentire loro di traslare nel tempo l’applicazione? La capacità di adattamento dei Comuni alla riforma degli enti locali è già stata stressata: non aggiungerei altro nell’immediatezza».

Per la maggioranza ha preso la parola l’on. Francesco Agus (Sel) e ha detto: «Sono convinto che riusciremo a migliorare questo disegno legislativo ambizioso anche con la reale partecipazione della Giunta, che è stata disponibile durante i lavori della commissione. Spero che gli emendamenti dell’opposizioni migliorino ancora di più un testo che deve rimediare al rapporto logorato tra il cittadino e la burocrazia regionale. L’Autonomia perde colpi a causa della classe politica e anche delle mancate risposte della burocrazia. Non sono convinto che tutto possa cambiare con questa legge, che la Regione faccia immediatamente un balzo in avanti ma se iniziamo con un boccone alla volta riusciremo a mangiare un elefante. Non sarà questa la legge che ci farà finire il pasto, è chiaro. Abbiamo poi il problema, anche in questa legislatura, della mancata applicazione delle leggi che pure questo consiglio approva». Nel merito, l’oratore ha parlato dell’importanza del «Suape, lo sportello unico delle attività produttive e dell’edilizia, che potrà occuparsi anche delle attività sportive e musicali come spesso gli imprenditori richiedono».

Per l’onorevole Marco Tedde (Forza Italia) «è certamente la semplificazione amministrativa la frontiera della pubblica amministrazione e non mi pare che questo testo all’esame sia il verso giusto di questo grande obiettivo. Quello che manca è la sburocratizzazione e la riduzione del carico fiscale per le imprese: sono queste le cose che mancano alla Sardegna per crescere. Oltre ovviamente alle politiche dei trasporti, dal 2014 del tutto inesistenti. Tra l’altro in questo testo legislativo non mi pare siano stati recepiti i decreti attuativi della legge Madia: siamo alle prese con la solita fretta della tecnica legislativa, come si coglie con tutta evidenza dall’articolo 52, che ci ricorda che i regolamenti regionali non possono in alcun modo essere in contrasto con le leggi. Francamente non c’era bisogno di precisarlo. Riflettiamo bene su queste cose bizzarre che avete scritto, riportiamo il testo in commissione».

I Riformatori sono intervenuti con l’on. Attilio Dedoni: «Il tema della semplificazione amministrativa è nel dna della nostra forza politica da sempre. Ma qui siamo ancora nel vago. Il buon legislatore deve proiettarsi in avanti e vedere nella lunga distanza. Se questo non accade, il lavoro del legislatore non aiuta i cittadini e gli imprenditori. Il caos che si vive nel sistema legislativo obbliga i cittadini a fare salti mortali e li costringono a perdere opportunità e diritti. Senza chiarezza siamo tutti consegnati all’arbitrio e gli imprenditori non passeranno in Sardegna manco per sbaglio. In Svizzera una fabbrica apre in una settimana: se non c’è indipendenza economica non ci sarà mai indipendenza istituzionale».

L’on. Gianluigi Rubiu (Udc) ha parlato di «una legge ricca di buone intenzioni, soprattutto per le imprese. Ma se guardiamo i contenuti della legge i dubbi si fanno avanti. E la sensazione è che stiamo creando nuovi disagi alle imprese, altro che sburocratizzare. La vostra semplificazione  coincide sempre con una rappresentazione del cittadino come una controparte, non come la persona alla quale dobbiamo prestare servizio».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, si è rivolto all’assessore Demuro e ha detto: “Lei sarebbe destinato ad essere sostituito, secondo quello che si legge. Evidentemente non ha padrini politici forti e non conta nulla il suo curriculum. In questa giunta regionale che più volte ho definito fallimentare non ho difficoltà a riconoscere competenza e spirito di iniziativa al professor Demuro. Questo provvedimento comunque tenta di avviare un nuovo corso della burocrazia regionale”.

Per l’oratore «è comunque evidente ancora una volta il centralismo regionale e la mortificazione degli enti locali, ai quali in concreto non si deve riconoscere la sussidiarietà. Al di là di tutto, le norme non devono rimanere lettera morta ma devono essere poi applicate e questo è un enorme problema della Regione che giustamente il presidente Agus ha fatto bene a evidenziare nel suo intervento».

L’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras si è detta orgogliosa del testo di legge presentato all’attenzione dell’Aula, che muove dall’esigenza, più volte e in più occasioni richiamata, di accelerare la spesa pubblica. «Questa legge – ha proseguito – non può risolvere tutti i problemi che affliggono la pubblica amministrazione ma incomincia ad affrontare in profondità e a risolvere alcune importanti questioni».

Con il provvedimento in discussione, a giudizio della Piras, si riduce quello che le multinazionali che decidono di non investire più nel Paese chiamano “gap Italia”. «Diamo a tutti i Comuni – ha spiegato a titolo esemplificativo la responsabile dell’Industria – la possibilità di unire al preesistente sportello unico anche lo sportello unico per l’edilizia: una sperimentazione incominciata in dieci Comuni nel 2014, poi diventati 46 e che continua a registrare continue richieste di inserimento da parte delle amministrazioni locali dell’Isola a testimonianza della efficacia della soluzione».

«Con la legge per la semplificazione – ha proseguito la rappresentante dell’esecutivo regionale – si tende a garantire al cittadino la possibilità di avviare un’attività con la sola autocertificazione, prevedendo i controlli in una fase successiva a quella autorizzativa e realizzativa.»  

«E’ questa è la vera rivoluzione – ha tuonato l’assessore Piras – insieme con lo stabilire tempi certi di risposta da parte della pubblica amministrazione alle richieste di cittadini e imprese.»

L’assessore si è detta disponibile ad accettare proposte tendenti al miglioramento delle norme contenute nel testo del disegno di legge ed ha auspicato una piena condivisione delle novità introdotte dal provvedimento in discussione che se approvato “migliorerà la qualità della nostra amministrazione insieme con la vita dei cittadini e delle imprese della Sardegna.

Conclusa quindi la discussione generale, l’Aula con 30 favorevoli su 34 votanti, ha approvato il passaggio agli articoli ed il presidente di turno dell’Assemblea, Eugenio Lai,  ha dichiarato conclusi i lavori annunciando la convocazione della conferenza dei capigruppo, nonché il termine per la presentazione degli emendamenti (domani alle 12.00) insieme con la convocazione della Prima commissione per il parere, sempre domani ma alle 13. Lai ha inoltre confermato la convocazione della Seconda commissione alle 14.45 e della Quinta commissione domani alle 10.30.

Il Consiglio si riunirà martedì 11 ottobre, alle 10.00.