19 December, 2024
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Il capogruppo UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, solleva dubbi e incertezze sul bando dei Cantieri verdi, un pacchetto pari a 5 milioni di euro che consentirebbe di incrementare e valorizzare il patrimonio boschivo e paesaggistico attorno ai centri isolani. Una corsia preferenziale riservata alle aree deindustrializzate e ai siti incastonati nelle vicinanze di cave dismesse.

Al riguardo, Gianluigi Rubiu ha presentato un’interrogazione. «E’ abbastanza discutibile che tra la pubblicazione dell’avviso per l’accesso ai finanziamenti e il termine fissato per la presentazione delle domande ci siano appena nove giorni di tempo – sottolinea Gianluigi Rubiu -. Questo lascia presagire parecchi punti di incertezza sulla trasparenza del bando». Il rischio – secondo Rubiu – è che tantissimi Comuni non possano conoscere in tempo utile il varo dell’iter. «Si tenga presente che parecchi centri disseminati in tutto il Sulcis Iglesiente e negli altri angoli della Sardegna avrebbero necessità di partire con i Cantieri verdi – conclude Rubiu – ma la procedura potrebbe tagliare fuori diversi Comuni a vantaggio di altri favoriti nell’acquisizione dei finanziamenti».

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Il capogruppo UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, sollecita un intervento in grado di porre fine all’interminabile odissea dei lavoratori in utilizzo.

«E’ necessario uno stanziamento straordinario per la proroga dei cantieri comunali per tutto il 2016, in attesa di una nuova proroga che preveda la stabilizzazione dei lavoratori. Con la finanziaria il Consiglio regionale ha previsto di destinare 3 milioni di euro a favore degli enti locali per l’attuazione di progetti per l’impiego dei lavoratori in utilizzo – aggiunge Rubiu -. Il piano regionale ha previsto il coinvolgimento, in tutta la Sardegna, di circa 400 lavoratori, di cui molti in mobilità in deroga, già terminata. Un intervento peraltro previsto dal decreto interministeriale, per effetto della cessazione degli ammortizzatori sociali.»

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Il capogruppo UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu contesta il nuovo taglio di quasi 51 milioni di euro sui finanziamenti agli enti locali. «E’ l’ennesima tegola sugli enti locali, che così si trovano ad avere minori risorse per servizi sociali ed opere pubbliche – sottolinea Rubiu -. C’è poi un’ulteriore nota dolente, visto che questi stanziamenti finiranno per incrementare le risorse destinate alla sanità. Il pericolo è che i Comuni siano costretti ad aumentare i tributi municipali per far fronte a questo ulteriore deficit negli stanziamenti dalla Regione.»

«Purtroppo la Giunta si sta mostrando disattenta alle esigenze dei Comuni, considerato che altri 40 milioni di euro sono stati dirottati dalle opere pubbliche nei centri isolani alla manutenzione degli immobili regionali. Ecco perché – conclude Gianluigi Rubiu – è necessario cambiare rotta, ridando la giusta centralità agli enti locali sin dalla prossima riforma.»

Gianluigi Rubiu 5 copia

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La modifica al calendario venatorio decisa ieri dal comitato regionale faunistico con l’apertura della caccia al cinghiale anche il giovedì, fa discutere.

«Occorre dare certezza ai cacciatori sul calendario venatorio. E’ davvero assurdo che, per scongiurare i danni causati dalle specie, si apra la caccia al cinghiale anche il giovedì scompaginando quindi delle regole già decise – ha commentato il capogruppo regionale UDC Gianluigi Rubiu -. Non si comprende inoltre come il comitato faunistico regionale non abbia preso in considerazione anche la possibile estensione delle giornate per i tordi.»

La revisione del calendario – secondo Rubiu – rischia di produrre delle criticità «perché la battuta al cinghiale il giovedì non è un’abitudine consolidata nella nostra Isola ed avviene a stagione in corso. Ecco perché non si comprende la necessità della modifica».

Cinghiale 1

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Il Consiglio regionale si riunirà il 24 novembre prossimo alle 16.00 presso la sede della Regione a Roma sulla vertenza Alcoa, un’ora prima di un vertice sullo stesso argomento fra le organizzazioni sindacali ed il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi (ovviamente sarà una riunione informale).

Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, raccogliendo una proposta del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, al termine dell’incontro fra i capigruppo, i sindacati di categoria del settore energetico, una delegazione di lavoratori e di amministratori locali del Sulcis Iglesiente.

Nell’incontro, il sindacalista della Cgil Roberto Puddu ha insistito molto sulla tempistica della difficile vertenza. «Sappiamo che l’incontro del 24 al ministero dello Sviluppo economico non sarà risolutivo – ha detto Puddu – ma sappiamo anche che, se entro il 31 dicembre Governo ed Unione europea non definiscono uno strumento per abbattere i costi energetici non si chiude la vendita di Alcoa alla multinazionale Glencore e nel nostro territorio va a picco un tessuto industriale con 3.000 occupati diretti e circa 9.000 nell’indotto: ecco perché serve urgentemente un segnale forte delle Istituzioni».

Per la Cisl Fabio Enne ha espresso viva preoccupazione «per tanti segnali che ci inducono al pessimismo. Il tempo a disposizione è pochissimo, il 25 novembre il ministro Guidi dovrà essere a Bruxelles per trattare la questione dei costi energetici e quella potrebbe essere l’ultima spiaggia non solo per Alcoa ma per tutta la Sardegna».

A nome della Uil Daniela Piras ha auspicato un intervento immediato del presidente del Consiglio Matteo Renzi, «un intervento che non ha alternative per portare al successo un negoziato con l’Unione europea».

Il presidente dell’Assemblea Gianfranco Ganau, dopo aver annunciato che il Consiglio sarà a Roma il 24 novembre prossimo al fianco dei lavoratori ha messo l’accento sulla centralità del problema energetico in ogni ipotesi di ripresa economica della Sardegna. «Siamo l’unica Regione senza metano – ha ricordato – ed i costi energetici pesano su imprese e famiglie sarde come in nessun’altra realtà del territorio nazionale, per questo è non solo essenziale confermare il regime di essenzialità degli impianti sardi e inquadrarlo come passaggio fondamentale della vertenza-Sardegna».

Secondo il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis la Regione «deve uscire dal palazzo ed esercitare il massimo della pressione sul presidente del Consiglio Renzi, che si è speso molto per il Mater Olbia ed ora deve fare altrettanto; noi ci saremo».

La profonda crisi del Sulcis, ha osservato il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, «non si guarisce con le aspirine, il mantenimento del regime di essenzialità per le centrali sarde è irrinunciabile e non possiamo perdere altro tempo».

Per il Pd, il presidente del gruppo Pietro Cocco ha detto che «la solidarietà verso i lavoratori ha un significato se espressa attraverso l’unità delle Istituzioni e l’efficacia della loro azione. Lavoreremo su obiettivi concreti il mantenimento del regime di non interrompibilità dei 3 poli energetici sardi, l’accordo fra Alcoa e Glencore, una prospettiva di medio termine (almeno decennale) per rilanciare un settore industriale strategico per la Sardegna».

«Basta con le dietrologie – ha esortato il capogruppo di Sel Daniele Cocco – lo Stato deve ancora molto alla Sardegna e, in situazioni analoghe che riguardavano altre parti d’Italia, hanno messo nelle vertenze tutto il suo peso, ha il dovere di farlo anche per la Sardegna.»

Gli atti delle Istituzioni non hanno un effetto dirompente, ha detto il capogruppo Piefranco Zanchetta di Cps, «ma servono perché fanno parte di un progetto che punta ad ottenere risultati concreti per una Sardegna che da troppo tempo aspetta risposte concrete e l’Alcoa è una vertenza che ha molto bisogno di concretezza».

Il capogruppo dei Riformatori Sardi Attilio Dedoni, infine, ha invitato a tutti con realismo «a mettere Terna di fronte alle sue responsabilità, perché il regime di essenzialità delle centrali sarde è il cuore del sistema economico regionale e perché non esiste nessuna autonomia se non è anche autonomia energetica».

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Il capogruppo UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, propone una riunione della commissione regionale attività produttive nell’area industriale di Portovesme e dintorni, per comprendere la gravità della crisi che attanaglia questo lembo di territorio e la sofferenza vissuta dai lavoratori.

«Sino a un decennio fa – dice Rubiu – da queste parti si assisteva ad un viavai di operai, camion, autoarticolati con gli stabilimenti a pieno regime. Sembra passato un secolo – osserva sconfortato – visto che si assiste nell’indifferenza generale ad una desertificazione industriale senza fine.»

«Alcoa, Portovesme Srl ed Enel – sottolinea Rubiu – si sono rivelati di fatto dei sogni ormai quasi del tutto smarriti nel tempo. In molti casi resta un vuoto pauroso, che poi si è tradotto in migliaia di cassintegrati e senza lavoro. Ultima beffa in ordine di tempo la cancellazione delle centrali del Sulcis dal regime di essenzialità. C’è poi l’ormai prossima scadenza della superinterrompibilità, senza che sia stata la pronuncia del governo. Il pericolo è che si chiuda l’ennesimo ciclo con la perdita delle tariffe per la competitività e la fine della continuità produttiva. Una condizione che renderà inevitabile la cessazione della Portovesme Srl, con altri lavoratori in ginocchio. Un disastro insomma. Ecco perché occorre una mobilitazione del territorio e della politica, che deve uscire dai palazzi per rivendicare una strategia di ripresa produttiva per il Sulcis Iglesiente.»

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Domenica 15 novembre inizieranno lo sciopero della fame gli “invisibili”, i malati seguiti dal servizio di assistenza domiciliare integrata.

«Quindicesimo giorno di sciopero. Due settimane senza assistenza medica e infermieristica. Due pazienti ventilati ricoverati in Rianimazione. Dieci giorni di silenzio dell’Assessore. Questi i numeri dall’avvio del nuovo sistema di assistenza domiciliare. La protesta non si ferma. Chiediamo risposte vere, serie, precise, puntuali e urgenti» si legge in una nota stampa dell’associazione Le Rondini.

«Dopo l’audizione in commissione Sanità dell’assessore Luigi Arru sulla situazione dei pazienti della ASL 7 – si legge ancora nella nota -, sul sito del Consiglio regionale si legge: “Fermo restando questo quadro di riferimento, ha aggiunto Arru, possiamo sperimentare, anche un modo graduale, un modello sardo ancora più adatto alle nostre specificità, senza però avere paura dei cambiamenti”.»

«Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Ignazio Locci e Alberto Randazzo (Forza Italia), Augusto Cherchi (Sdl), Gianluigi Rubiu (Udc), Pietro Cocco e Rossella Pinna (Pd), Luca Pizzuto (Sel) e Fabrizio Anedda (Misto).

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha proposto una moratoria del nuovo modello di assistenza fino al 31 dicembre prossimo, in modo da analizzare in modo puntuale le criticità riscontrate e mettere a punto i necessari interventi migliorativi.

L’assessore Arru ha condiviso la proposta ed il presidente Raimondo Perra, raccogliendo le indicazioni scaturite dal dibattito, ha annunciato che la commissione predisporrà in tempi molto brevi un documento di indirizzo da sottoporre all’assessore.»

«Pur essendo evidente che i tempi della politica sono ben distanti da quelli dei malati, non possiamo fare a meno di considerare che si sta profilando un aspetto ben più grave quale quello della mancata assunzione di impegno da parte dell’assessore Arru, non nuovo a questo genere di comportamenti che, ricordiamo, ha già messo in atto nel mese di agosto. Tante parole ma pochi fatti o, per meglio dire, fatti che non coincidono con le parole. Intanto, il rinnovato sistema del commissario Antonio Onnis ha già messo in luce le prime crepe: non esiste alcuna organizzazione per la gestione delle urgenze come denunciato nei giorni scorsi dalla figlia di un paziente affetto da SLA, tutt’oggi ricoverato in Rianimazione. E a dimostrazione di quanto viene sottovalutata la gravità dei pazienti in ventilazione meccanica domiciliare vogliamo richiamare la dichiarazione del direttore sanitario dottor Maggetti, il quale, nel corso dell’incontro in assessorato del 27/10/2015, ha ammesso, senza vergogna, che un medico del nuovo servizio non possiede competenze specifiche. Non possiamo accettare tanta superficialità; non vogliamo che passi il concetto che l’assistenza ai malati ventilati sia un gioco da ragazzi perché noi che da anni viviamo situazioni critiche sappiamo bene che “NELLE URGENZE NON SI IMPROVVISA”. I nostri cari sono a tutti gli effetti OSPEDALIZZATI A DOMICILIO e hanno tutto il diritto di pretendere un’assistenza qualificata.»

«Così come pretendiamo serietà e coerenza istituzionale da parte dell’Assessore nel dare seguito agli impegni assunti rendendo operativa la proroga del vecchio sistema perché NON SIAMO FIGLI DI UN DIO MINORE. Da più parti la nostra protesta viene criticata nella sua metodica applicativa; rifiutare l’assistenza medica e infermieristica non è lo strumento giusto, ci dicono che il sistema si può contestare diversamente. Ma i nostri familiari possiedono un unico strumento di lotta: la propria vita, e metterla a repentaglio è il solo modo per veder riconosciuti i propri diritti. Ed è per questo che, Vincenza Tiddia, Elena Scanu, Antonella Gabbia, Riccardo Zara, Salvatore Zedda e Massimiliano Collu, per tramite dell’Associazione Le Rondini, annunciano che da domenica 15 Novembre inizieranno lo sciopero della fame, riducendo l’alimentazione al 50% per passare in breve tempo al 100% fino allo sciopero della sete. E questa, per chi non l’avesse capito – conclude l’associazione Le Rondini -, si chiama ASSUNZIONE DI IMPEGNO!»

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Il capogruppo regionale dell’Udc Gianluigi Rubiu lancia l’allarme sulle lentezze nell’erogazione dei contributi per i disabili. «Si tratta di risorse – sottolinea il consigliere in un’interpellanza – previste dalle normative vigenti che il legislatore ha emanato nel tempo con l’intento di consentire la massima integrazione sociale ai cittadini disabili altrimenti destinati all’isolamento».

«In alcuni casi – aggiunge Rubiu – si tratta di finanziamenti attesi da oltre due anni, con progetti per l’abbattimento delle barriere ancora fermi al palo. Una situazione che preclude totalmente la mobilità dei soggetti svantaggiati».

Gianluigi Rubiu conclude auspicando una maggiore attenzione per il sociale: «Vivere quotidianamente a contatto con le innumerevoli problematiche sociali significa rendersi conto di quante reali difficoltà devono affrontare le categorie deboli. Da qui la necessità di un immediato sblocco delle risorse». 

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«Con la decisione di Terna che ha escluso la Sardegna, Portovesme e Ottana, dal regime di essenzialità, ovvero nessun rimborso per gli extracosti delle centrali, si rischia la cancellazione delle centrali del Sulcis e di Ottana». La denuncia arriva oggi da Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale.

«E’ l’ennesima beffa per la Sardegna – aggiunge Rubiu, che ha presentato una mozione -. Uno schiaffo per l’Isola, che rischia di essere penalizzato da una scelta calata dall’alto. Ancora una volta, il territorio del Sulcis Iglesiente è stato calpestato dal Governo

«E’ evidente che Terna voglia abbandonare l’Isola, dismettendo gli impianti sardi – sottolinea ancora Gianluigi Rubiu -. E’ assolutamente necessario che la Regione vada a rinegoziare immediatamente questa scelta costringendo il governo ad un dietrofront. Si tratta di un provvedimento inaccettabile che certifica la cancellazione degli impianti sardi (eccetto Assemini) dalla cartina di Terna. Una decisione che potrebbe rendere inevitabile la perdita di oltre 500 posti di lavoro. Uno spettro che vogliamo evitare. La Regione deve farsi portavoce del disagio vissuto dalla Sardegna, che potrebbe allargarsi a Ottana e Fiumesanto.»

Centrale Grazia Deledda Enel 3 copia

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«Ormai a due mesi dalla fine della stagione estiva non sono arrivati ai Comuni i finanziamenti garantiti dalla delibera della Regione, proprio per la difficoltà che le somme assegnate siano vincolate ad acquisti e impegni non dettati dalle reali necessità del servizio, esponendo dunque gli enti locali in una situazione di rischio finanziario in quanto hanno anticipato delle somme non previste.»

La denuncia arriva da Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale.

Per il Sulcis Iglesiente sono stati stanziati oltre 70 milaeuro per provvedere all’attivazione del sistema integrato di salvamento nelle spiagge del territorio, con alcuni litorali a forte rischio.

«Una decisione che è arrivata in netto ritardo rispetto agli anni precedenti – conclude Rubiu – con gli enti locali che hanno dovuto reperire delle risorse dai loro bilanci. Sono stati interessati da questa attività i centri costieri di Buggerru, Calasetta, Carloforte, Iglesias, Gonnesa, Sant’Anna Arresi, San Giovanni Suergiu, Giba, Portoscuso, Masainas e Sant’Antioco. Queste lungaggini burocratiche nell’erogazione dei contributi ai Comuni sono davvero incomprensibili, soprattutto in un periodo di forte crisi per le finanze municipali.»

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