Dopo il cordoglio per le vittime dell’attentato di Tunisi, in Consiglio regionale prosegue il dibattito sul DL n.130 in materia urbanistica.
Dopo il cordoglio per le vittime dell’attentato di Tunisi, in Consiglio regionale prosegue il dibattito sul DL n.130 in materia urbanistica. I lavori del Consiglio regionale sono ripresi stamane. Il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la seduta esprimendo la vicinanza del Parlamento sardo «alle famiglie delle vittime dell’attentato di ieri a Tunisi e alla giovane democrazia tunisina che con fatica ricostruisce il Paese».
Il presidente Ganau ha chiesto all’Aula un minuto di raccoglimento, «che segna anche il nostro sdegno e condanna a ogni forma di terrorismo e di violenza«.
I lavori del Consiglio sono poi ripresi con l’esame degli emendamenti all’articolo 2 del Piano casa. Dopo il parere della Commissione e della Giunta, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto una breve sospensione, che il presidente Ganau ha concesso.
Alla ripresa, ha preso la parola l’on. Marco Tedde (Forza Italia), secondo cui nella maggioranza e nella Giunta «si finge di fare qualcosa e non si fa invece nulla. Questa è la rappresentazione dell’articolo 2. Quel poco che state facendo andrà di certo a danneggiare le imprese e la Sardegna. Ma d’altronde, quando si tratta di imprese, avete già dimostrato qual è il vostro livello di interesse verso il settore produttivo in occasione della Finanziaria». Rivolto poi ai consiglieri di maggioranza ha detto: «Siete soggiogati dai voleri di un soggetto che predica bene e razzola male, è giusto che facciate sentire la vostra voce dentro la maggioranza. Fate capire al piccolo manovratore che ci siete e fatevi rispettare».
L’on. Mario Floris (Uds) si è rivolto al capogruppo del Pd e ha detto: «Questo articolo non è una grande riforma come ci è stato presentato. E’ la sola modifica di un nome: da concessione edilizia a permesso di costruzione. Ma non cambia nulla. Insomma, attribuire a questo articolo la trasformazione della legge urbanistica della Sardegna è offensivo».
Per l’on. Oscar Cherchi (Forza Italia), che ha ricostruito la legislazione urbanistica che si è succeduta in Italia a partire dal 1942, «oggi ci troviamo con estrema urgenza a discutere l’articolo 2. Dopo 14 anni la Regione si sveglia e pensa di proporre all’Aula una legge che stravolgerà il sistema del rilascio delle autorizzazioni a costruire. Tutto questo non ha nulla a che fare con la semplificazione».
Per l’on. Fabrizio Anedda (Sinistra sarda) «c’è l’esigenza di una vera legge urbanistica che dica dove e come si deve costruire. Anche il pericolo e manicheo Ppr, come lo definite, non si discosta dal decreto Floris. Bisogna stare attenti a non introdurre premialità nei centri storici di Cagliari e Quartu, sarebbe prima necessario censire l’edilizia dei centri storici».
Ha preso poi la parola l’on. Michele Cossa (Riformatori): »Questo articolo uniforma la terminologia sarda a quella italiana, con 14 anni di ritardo. Ma vi vorrei ricordare che la Regione ha competenza primaria in materia urbanistica: c’è molto da riflettere su questa legge, che si pone su una posizione di retroguardia rispetto alla legge nazionale, orientata invece verso la semplificazione. Questo vostro piano casa è un piano di retroguardia e fa il possibile per fare un passo indietro perfino da quello Stato al quale pretendiamo di affermare la nostra specialità. C’è molto da riflettere, soprattutto sugli effetti che le leggi producono. Com’è stato per gli effetti del Piano casa, che insieme alla crisi hanno portato il licenziamento a decine di migliaia di operai sardi dell’edilizia».
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha osservato che in materia urbanistica «la Sardegna avrebbe potuto fare molto di più avendo la competenza esclusiva per arrivare ad una vera semplificazione, invece è stato aggravato, ad esempio, il procedimento amministrativo sul silenzio-assenso laddove si prevede la sostituzione degli uffici regionali in caso di inerzia di quelli comunali». Occorre riportare il quadro normativo in linea con quello nazionale, ha aggiunto, «senza arroccarci su problemi di retroguardia, riconoscendo che qui non c’è grande riforma e non si fa altro se non cambiare alcuni passaggi terminologici privi di significato».
L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha evidenziato che «il tema non è solo nominalistico, fa parte della evoluzione normativa ed amministrativa dello jus edificandi dato che, modificando la legge 23 dell’85, cambia di conseguenza tutto l’impianto». Il dibattito finora svoltosi in Consiglio, ha però osservato Erriu, «è singolare perché nel 2013 la Giunta Cappellacci in una sua legge parla proprio di permesso di costruire ma senza una norma regionale di appoggio, cosa che pone problemi in una Regione con competenza primaria sull’urbanistica; questa è una norma di semplice allineamento che dà certezza giuridica e pur non semplificando è utile».
Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha ricordato che, permesso o concessione, «parliamo sempre di un potere autorizzativo della pubblica amministrazione e forse se ne poteva pure fare a meno; è interessante invece capire perché ci stiamo muovendo in modo asimmetrico rispetto al quadro normativo nazionale ed accontentandoci di un topolino, dopo aver detto di voler superare il Piano casa per strutturarlo in modo stabile». Fuori da questo palazzo, ha proseguito Zedda, la situazione è molto diversa: «Friuli, Toscana, Calabria, Piemonte, Marche, Abruzzo, Puglia, Sicilia, Campania e Lazio (addirittura fino al 2017) hanno prorogato il Piano casa, confermandone la validità, noi invece siamo gli unici in Italia che fanno il passo del gambero».
Il capogruppo di Area popolare Gianluigi Rubiu ha messo in luce che il dibattito somiglia alla situazione in cui «la maggioranza non riesce ad indossare l’abito che un bravo sarto come l’assessore Erriu sta cercando di confezionare, compito impossibile perché la legge che sta venendo fuori non soddisfa nessuno nemmeno all’interno della maggioranza e con i rattoppi in corsa la situazione è perfino peggiorata». Il decreto Renzi del 2014, secondo Rubiu, «è molto più avanti di quanto stiamo discutendo e molte Regioni hanno recepito la legge nazionale; sarebbe molto più utile fermare i lavori, recepiamo quel decreto e ripartiamo, così facciamo un buon servizio ai Sardi e dimostriamo che la politica sa andare oltre la dialettica maggioranza minoranza».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha osservato che «qualcuno ha detto che questo dibattito è inutile ma o il collega Lotto non è sintonizzato con l’opinione pubblica o forse si riferiva al lavoro che ha fatto la maggioranza, perché oggi anche Confindustria manifesta critiche durissime contro questa legge». Citando un documento degli imprenditori, Pittalis ha riferito che «se la nuova legge venisse approvata sarebbe un ulteriore gravissimo attacco all’economia della Sardegna ed il testo in esame è fortemente peggiorativo rispetto alla precedente stesura». «La maggioranza – ha concluso – sta portando avanti una azione debolissima ma i problemi non sono questi, non fatevi travolgere dal furore ideologico».
L’Assemblea ha quindi iniziato l’esame dell’emendamento n. 114 che sostituisce la rubrica del secondo Capo della legge con la dizione “semplificazioni e riordino in materia edilizia”.
Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha sostenuto che «è vero che è necessario aggiornare le norme regionali a quelle nazionali ma la perplessità nasce dal riferimento all’urbanistica mentre la materia trattata è quella dell’edilizia; sul permesso di costruire non c’è nessun dubbio da nessuna parte ma il vero problema è la Sardegna è ferma da quattro mesi».
Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha affermato che «la norma è la prosecuzione classica del niente assoluto, il permesso di costruire è una norma diffusa ovunque e purtroppo non ha nessuna incidenza positiva nell’ordinamento regionale».
Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha dichiarato che «sarebbe stato molto più veritiero dire cosa contiene il capo due altrimenti è una pratica da azzeccagarbugli, sforziamoci invece di rendere la legge un po’ più chiara semplificando la vita di chi dovrà applicarla».
Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) si è detto convinto che «il permesso di costruire è ormai una acquisizione comune, nella proposta della Giunta Cappellacci c’era una altra visione di fondo che, ad esempio, superava la legge regionale 23 dell’85 ma, al di là di queste differenze, qui emerge che al di là del cambio del nome non si cambia la sostanza».
Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è detto «seriamente preoccupato per quanto potrà accadere dopo l’approvazione di questa legge, state perdendo di vista il vero contenuto della legge, sono subissato da messaggi che chiedono interventi decisi accusando perfino l’opposizione di essere troppo morbida con la maggioranza, siete finiti in un imbuto dopo che vi hanno cambiato la legge sotto il muso».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha parlato di «emendamento in linea con le cose che ha detto poco fa l’assessore, la proposta dà maggiore organicità alla legge in attesa della nuova legge urbanistica, chiamiamo le cose con il loro nome».
Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha detto che «l’adeguamento della legge regionale 23/85 al testo unico nazionale non è inutile, ci sono ancora le concessioni edilizie e non i permessi, la dia e non la Scia, vuol dire che la modifica non inutile, perché stiamo introducendo gli stessi nomi e gli stessi procedimenti della legislazione nazionale».
Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha voluto rassicurare la maggioranza sul fatto che «siamo qui per consentirvi di svolgere al meglio il vostro ruolo di maggioranza ma noi non abbiamo, ed è questa la differenza, una coscienza esterna a questa Assemblea, siete assenti da questo dibattito anche se la Regione ha competenza primaria in materia urbanistica e state ignorando autonomia ed autogoverno, mentre noi non stiamo facendo ostruzionismo ma cercando di farvi capire che schifezza avete portato e come la state perfino peggiorando».
Il consigliere Attilio Dedoni (Riformatori sardi) quando si annuncia al mondo intero una rivoluzione copernicana uno si aspetta qualcosa di forte ma Copernico metteva all’indice i dogmi della Chiesa, qui non si fa nulla se non sostituire una parola con un’altra, siamo con la testa rivolta all’indietro.
Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha sottolineato che «con l’urbanistica di dobbiamo comunque confrontare ma questa legge ci spinge controvoglia a giocare al gioco dell’oca, saltando qua e là per orientarsi fra tutte le leggi richiamate; se diciamo che anziché modificare la legge x facciamo semplificazioni in materia edilizia tutti capiscono».
Il capogruppo di Area popolare Gianluigi Rubiu ha manifestato il suo orientamento favorevole all’emendamento, perché «la semplificazione dovrebbe essere la nostra stella polare, è questo che ci chiede la Sardegna, semplificare negli uffici tecnici e negli studi professionali per mettersi al servizio delle imprese e delle famiglie; la casa è il bene più prezioso ed i cittadini si aspettano dalla politica che non tradisca le loro aspettative».
Il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, ha sostenuto che «l’opposizione sta esagerando e forse scimmiottando questa sinistra elitaria che per fortuna è stata rottamata: la maggioranza ha presentato molti emendamenti e, se l’opposizione cessa l’ostruzionismo, è possibile trovare un terreno comune confrontandosi sul merito delle questioni e non sulle terminologie».
Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha definito il provvedimento «non una anticipazione di norme di carattere generale o una norma rivolta al contrasto del consumo di suolo, perché il permesso di costruire è previsto dal testo unico sull’edilizia dalle leggi successive, dal mille proroghe e allo sblocca Italia».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha detto di non aver capito neanche dall’intervento del collega Arbau «quale è la posizione della maggioranza; siamo qui per confrontarci ma, se da parte vostra restate arroccati e la Giunta continua a rimanere in silenzio, non ci sono spazi e noi continueremo a mettere in evidenza i tanti punti di debolezza di questo testo: sarebbe molto più semplice lasciarvi fare perché si ripeterebbe la storia degli anni scorsi, dalle dimissioni di Soru alla sconfitta successiva del centro sinistra».
Il consigliere Antonello Peru (Forza Italia) ha precisato che l’opposizione «non ha utilizzato il termine inutile per il dibattito; è vero che la normativa nazionale sull’edilizia si applica in moltissimi comuni della Sardegna ma i problemi sono altri rispetto al permesso di costruire, i problemi riguarderanno i sardi che non potranno utilizzare né permessi né concessioni, nelle zone agricole e turistiche, nelle città e nei centri storici».
Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione l’emendamento n.114 che il Consiglio ha respinto con 29 voti contrari e 19 a favore.
Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione l’emendamento 248 (Oscar Cherchi e più) che propone la soppressione dell’articolo 2 “titoli abilitativi”.
Il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, ha ribadito le critiche al provvedimento e tra le proteste della maggioranza ha dato lettura di un sms di critica, trasmesso – così ha dichiarato Fasolino – da un elettore del centrosinistra. «Alla maggioranza non interessa il futuro e il bene della nostra terra», ha concluso il consigliere della minoranza che è stato ripreso, a conclusione del suo intervento dal presidente del Consiglio, per non aver dichiarato la sua intenzione di voto.
Marco Tedde (Fi) ha dichiarato il voto favorevole ed ha evidenziato le critiche rivolte da Confindustria e il conseguente allarme degli imprenditori sulle drammatiche conseguenze che deriverebbero per l’economia dell’Isola qualora il Dl 130 venisse approvato dall’Aula. «La maggioranza esca dall’angolo in cui l’ha relegata il segretario regionale del Pd», è stata la conclusione polemica di Tedde.
Oscar Cherchi (Fi) ha dichiarato voto favorevole per la soppressione dell’articolo 2 («è fuori dalla logica come lo è l’intero provvedimento») e con la prima parte dell’articolato «stiamo solo aggiornando la legge 23 dell’’85 alle norme nazionali».
Stefanio Tunis (Fi) ha dichiarato il voto favore ed ha ribadito la sostanziale ininfluenza delle norme contenute nel Dl 130: «Lo dimostra il fatto che se abrogassimo l’articolo 2 non cambierebbe assolutamente niente».
Ignazio Locci (Fi) ha dichiarato il voto a favore ed ha invitato la maggioranza a non mostare risentimento per le affermazioni della minoranza in ordine al ruolo del segretario regionale del Pd nelle diverse fasi di scrittura e riscrittura del provvedimento che è all’esame dell’Aula.
Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato di comprendere la scelta ostruzionistica della minoranza ma, ha affermato rivolto ai banchi di Forza Italia, rischiate di diventare “noiosi” e “inascoltabili”. Solinas ha respinto le critiche rivolte al segretario regionale del Pd («il centrosinistra non ha padroni») ed ha elencato una serie di circostanze che evidenzierebbero – a suo giudizio – un ruolo del cosiddetto “divino” nelle scelte e nelle decisioni del centrodestra. «”Il vostro divino” – ha proseguito il consigliere della maggioranza – non ha ancora scelto chi di voi farà il coordinatore regionale, vi ha indicato assessori ed ha, a suo tempo, imposto ai sardi Cappellacci». Il presidente del Consiglio ha ricordato anche al consigliere Antonio Solinas che negli interventi per dichiarazione di voto occorre esplicitare l’intensione di voto.
Il consigliere Mario Floris (Sardegna-Uds) ha ribadito che l’articolo 2 altro non è che un adeguamento alle norme nazionali già in vigore ed ha invitato i colleghi della minoranza a cessare l’attribuzione delle responsabilità dell’inadeguatezza del Dl 130 al segretario regionale del Pd. «Questo centrosinistra – ha spiegato Floris – deve dire oggi con chiarezza se ha sposato la linea di Soru che otto anni fa aveva rifiutato fino a provocarne le dimissioni da presidente della Regione proprio per i contrasti in materia di urbanistica».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha dichiarato il voto contrario all’emendamento 248 perché – ha spiegato – «introduce elementi di semplificazione anche se sarebbero necessarie ulteriori limature».
Il capogruppo di Aps, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato voto favorevole ed ha ribadito il ruolo del segretario regionale del Pd (definendolo “l’innominabile”) nelle scelte e nelle decisioni della maggioranza in materia di edilizia e urbanistica. «Fermiamoci al recepimento delle norme nazionali – ha concluso il consigliere della minoranza – e ragioniamo sugli emendamenti e sulla seconda parte del Dl 130».
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato il contenuto dell’articolo 2 “questione di lana caprina” a fronte delle disposizioni dell’articolo 57 dello Statuto di Autonomia. Pittalis ha quindi replicato con fermezza alle critiche mosse dall’onorevole Antonio Solinas ed ha ricordato che il centrosinistra ha candidato alla presidenza della Regione, Francesco Pigliaru, nonostante le primarie vinte da Francesca Barracciu.
Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, ha dichiarato voto contrario «come sarà quello che esprime l’intera maggioranza». Usula ha quindi evidenziato come il Dl 130 sia in linea con il programma del centrosinistra ed ha replicato al collega Fasolino, affermando di aver ricevuto decina di sms che lo invitano a proseguire con l’approvazione della legge.
Il consigliere del Pd, Luigi Lotto, ha evidenziato che la minoranza continui a ostacolare l’approvazione del Dl 130 nonostante le parti a cui rivolgono critiche siano nella seconda metà dell’articolato. «Approviamo la prima parte che è il recepimento delle norme nazionali – ha dichiarato Lotto – e quando sarà il momento ci confronteremo sugli articoli che più stanno a cuore ai consiglieri di minoranza».
Il consigliere Antonio Solinas ha preso la parola per proporre un emendamento orale all’articolo 2 ed ha sottoposto all’attenzione dell’Aula la sostituzione delle parole “concessione edilizia” con “permesso di costruire” nella legge regionale 11/85 e nella normativa regionale.
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato il favore alla proposta del consigliere Antonio Solinas («va nella direzione corretta»).
Il presidente Ganau, a seguito dell’assenso dell’Aula ha dichiarato “acquisito” l’emendamento orale all’articolo 2, proposto da Antonio Solinas.
Il consigliere Oscar Cherchi (Fi), primo firmatario dell’emendamento 248 ha quindi dichiarato il ritiro dell’emendamento soppressivo totale.
Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento n. 115, presentato dal consigliere sardista Christian Solinas (Psd’Az) che riscrive l’articolo 2 limitando a tre fattispecie il rilascio del permesso di costruire: a) nuove costruzioni, b) ristrutturazioni urbanistiche, c) ristrutturazioni edilizie su edifici con volumetrie superiori a 1500 metri cubi.
Solinas, illustrando l’emendamento, lo ha definito “provocatorio” perché finalizzato a chiarire in Aula quale dovrebbe essere l’atteggiamento della Regione Sardegna su materie nelle quali esercita la potestà primaria. «Chiedo ai sovranisti dove sta l’esercizio di sovranità se ci limitiamo a trascrivere nell’ordinamento giuridico sardo leggi nazionali – ha detto il consigliere sardista – noi con questo emendamento vogliamo dare più libertà ai cittadini e affermare che il diritto di proprietà va compresso solo in alcuni casi».
Solinas si è poi soffermato sui centri storici: «Sono tutti nati in assenza di pianificazione e di regimi vincolistici ma sono migliori rispetto a quelli realizzati con i piani di lottizzazione che opprimono il senso del bello».
Oscar Cherchi (Forza Italia) ha fatto riferimento alla legislazione nazionale in materia urbanistica rispetto alla quale la Regione Sardegna ha la possibilità di ragionare su modelli alternativi: «Per questo voterò a favore dell’emendamento – ha detto Cherchi – che definisce la nostra autonomia, e disegna una Regione realmente speciale».
Stefano Tunis (Forza Italia), dopo aver ringraziato il presentatore dell’emendamento, ha rimarcato l’utilità di ribadire il valore del diritto di proprietà. «Dobbiamo convincere i sardi che vedono messo in discussione questo diritto che questa legge viene fatta per migliorare il loro patrimonio edilizio – ha affermato Tunis – purtroppo non è così, questa norma mette in discussione proprietà che hanno radici profonde nelle vicende familiari dei cittadini sardi».
Per Michele Cossa (Riformatori) l’emendamento n. 115 «esalta la potestà primaria della Regione sarda in materia urbanistica. Se questa legge non verrà cambiata provocherà un disastro».
Marco Tedde (Forza Italia) ha invitato il Presidente della Regione Francesco Pigliaru a liberarsi dal giogo imposto dal segretario regionale del Pd Renato Soru in materia urbanistica: «Chi vuole imporre i vincoli predica bene e razzola male. Chi oggi condiziona il dibattito è stato già bocciato dagli elettori».
Per Ignazio Locci (Forza Italia) l’emendamento va nella direzione di semplificare la materia. «Prende spunto dall’art 10 del Testo unico sull’edilizia, lo semplifica e lo depura da previsioni inutili». Locci ha poi negato di voler fare ostruzionismo e invocato un’apertura da parte dalla maggioranza: «D’ora in poi discuteremo di contenuti e quello sarà il terreno su cui confrontarsi».
Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha ricordato l’iter del provvedimento in Commissione «dove tutti gli emendamenti presentati dalla minoranza sono stati bocciati» per chiarire il motivo della sua contrarietà alla legge: «In Aula la minoranza cerca di fare il suo dovere. Noi ostacoliamo ciò che riteniamo negativo per la Sardegna. Questa legge è dannosa, se avessimo sentore di una vostra volontà al confronto non esiteremmo a cambiare atteggiamento».
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n. 115 che è stato respinto dall’Aula.
Si è passati poi all’esame del testo dell’articolo 2 emendato oralmente dalla proposta del presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas.
Marco Tedde Forza Italia) ha invitato nuovamente la maggioranza a tenere conto delle sollecitazioni da parte delle associazioni di categoria: «Siete sordi, sentite solo i diktat dell’ombra che aleggia sull’Aula – ha affermato Tedde – Pigliaru prenda in mano le redini e consenta di approvare una legge che vada nell’interesse dei sardi».
Alessandra Zedda (forza Italia) ha invece parlato di “chiusura totale” da parte della maggioranza nonostante gli appelli degli operatori del settore. «Questa legge non è gradita ai sardi. Vi imploriamo di fermarvi a riflettere e di ascoltare le voci che fuori dal Palazzo ci avvertono della gravità della norma che si va ad approvare».
Voto contrario al testo della legge ha annunciato Oscar Cherchi (Forza Italia) che ha difeso l’azione ostruzionistica della minoranza. «Il nostro è garantismo – ha detto Cherchi – vogliamo evitare che si approvi una legge inutile».
Stefano Tunis (Forza Italia), annunciando il suo voto contrario, ha precisato la natura politica della sua decisione: «L’integrazione di Solinas va bene ma in questa sede voglio rimarcare l’inutilità di una legge decisa da altri. Il mio è un voto negativo con apertura di fiducia. C’è la volontà di pochi di creare un clima più sereno, confido che si materializzi una coscienza rimasta finora latitante. Vi diamo il tempo di fare ciò che fino ad oggi non è stato fatto».
Ignazio Locci (Forza Italia), rivolto al consigliere del Pd Luigi Lotto, gli ha ricordato il suo ruolo di fiero oppositore all’interno del consiglio comunale di Sassari governato dal centrodestra: «Lo conobbi nel corso di uno stage – ha detto Locci – e ne apprezzai la capacità di discutere caparbiamente sulle questioni di merito. Non capisco perché adesso ci accusi di fare ostruzionismo. Noi difendiamo le posizioni degli operatori del settore edilizio e non ci si deve scandalizzare se si esprime un dissenso politico».
Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha chiesto alla maggioranza di rispondere alle domande rivolte dai rappresentanti degli ordini professionali e delle associazioni di categoria: «Cosa pensate delle loro osservazioni? – ha chiesto Fasolino -. Sembrate più interessati ad applicare le direttive del vostro segretario di partito piuttosto che a dare risposte alla società sarda».
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha invece annunciato il voto favorevole del suo gruppo al testo dell’articolo «perché convinti dalle aperture fatte dal presidente della Commisione Urbanistica Antonio Solinas. E’ un segnale di disponibilità che accogliamo perché siamo contrari ai dogmatismi che negano la schifezza di questa legge».
Anche Gianluigi Rubiu, capogruppo di Area Popolare Sarda, ha annunciato il voto favorevole al testo dell’articolo corretto dall’emendamento orale del presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas. Poi, in segno di protesta per i continui brusii in Aula, ha deciso di rinunciare al suo intervento.
Il presidente Ganau, infastidito dall’accaduto, ha bacchettato i consiglieri invitandoli ad assumere un comportamento più consono e ha annunciato la decisione di procedere a richiami formali ed eventualmente all’espulsione dall’Aula dei consiglieri che disturbano lo svolgimento dei lavori.
Ha quindi preso la parola Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, che ha ribadito la volontà della minoranza di cambiare il provvedimento: «Abbiamo insistito sull’articolo 2 per evidenziare un aspetto: i tecnicismi potevano andare in coda alla legge lasciando la preferenza alle questioni più importanti – ha detto il consigliere azzurro – si potevano affrontare da subito le disposizioni sull’agro o sugli insediamenti turistici».
A Pittalis ha replicato Luigi Lotto (Pd): «L’articolazione della legge è una questione di tecnica legislativa – ha sostenuto Lotto – il problema vero sono alcune norme sulle quali voi farete la battaglia. Quello è il vero motivo di scontro. Gli aspetti tecnici potevano passare tranquillamente».
Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo 2 che è stato approvato. Subito dopo il voto, la seduta è stata interrotta ed è stata aggiornata a questo pomeriggio.