15 November, 2024
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La Quinta Commissione del Consiglio regionale ha sentito in audizione i sindaci di Villaperuccio, Buggerru e Musei sulle difficoltà incontrate dai comuni per la stima e il pagamento dei danni causati dal maltempo.

Il sindaco di Villaperuccio, Antonello Pirosu, anche a nome del direttivo Anci, ha puntato l’indice contro il sistema di gestione delle pratiche messo in campo da Argea: «Lo scorso anno abbiamo inviato la dichiarazione dello stato di calamità naturale alla pec ufficiale di Argea – ha detto Antonello Pirosu – solo dopo abbiamo scoperto che era inattiva. In un’altra occasione la domanda di ristoro danni è stata respinta perché arrivata con pochi giorni di ritardo. Questo non è accettabile. I comuni operano con piante organiche ridotte all’osso e devono provvedere a mille incombenze. La burocrazia non può essere così rigida. Serve una deroga, gli eventi calamitosi da straordinari stanno diventando ordinari». 

Valutazioni condivise dal sindaco di Buggerru Laura Cappelli. «Il nostro comune ha subito danni ingenti dall’alluvione del 4 e 5 maggio scorso – ha detto il primo cittadino – abbiamo spedito per tempo le relazioni ad Argea. L’istruttoria è stata respinta perché i danni sono stati giudicati sotto la soglia minima prevista dalla legge (35%) eppure alcune attività sono andate completamente distrutte. Abbiamo presentato ricorso ad Argea ma non ci è stata data risposta».

Il sindaco di Musei, Antonello Cocco, infine, ha segnalato una situazione di grave emergenza che interessa il suo comune: «Nel nostro territorio, quasi interamente pianeggiante, passano 7 fiumi che scendono dalle montagne di Domusnovas e Villamassargia e si riversano sul Cixerri – ha spiegato Antonello Cocco – nel tratto tra Villamassargia e Siliqua l’alveo del fiume è irregolare e determina un allagamento continuo delle aree agricole, circa 500 ettari. Occorre un intervento urgente sugli argini, gli ultimi lavori risalgono agli anni ’70».

Solidarietà ai sindaci hanno espresso i consiglieri Mario Tendas (Pd), Roberto Desini (PdS), Edoardo Tocco (Forza Italia), Paolo Dessì (Psd’Az-LA Base) e Gianluigi Rubiu che ha denunciato la pessima gestione di Argea e chiesto la convocazione in Commissione dell’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria. Antonio Gaia (Upc) ha invece sottolineato la necessità di studiare forme alternative di contrasto delle calamità naturali: «Agricoltori e pastori devono cominciare a ragionare come imprenditori – ha detto Antonio Gaia – anziché pagare milioni di euro per risarcire i danni sarebbe meglio prevedere una forma di assicurazione obbligatoria con un contributo della Regione per l’abbattimento dei costi».

Il presidente Luigi Lotto ha assicurato massima attenzione alla vicenda: «Informeremo la Giunta della difficile situazione in cui si trovano le vostre comunità e chiederemo all’assessore di riferire in Commissione».

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Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu ha presentato un’interrogazione urgente per chiedere chiarezza sulle politiche inerenti il potenziamento dei percorsi e del turismo all’interno dei siti del Parco Geomineario. «Il Parco rappresenta il mezzo per creare sviluppo sostenibile e l’occasione per il riscatto economico e sociale dell’intero territorio – spiega Gianluigi Rubiu – ma è stato abbandonato al suo destino da una politica regionale immobile, incapace di dare prospettive al compendio».

«La confusione regna sovrana attorno all’area, con l’Unesco che ha contestato all’ente di gestione la mancanza di una perimetrazione unitaria – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Non è tanto il parere dell’organismo internazionale che ci preoccupa. E’ l’inerzia sui piani di rilancio dell’area che lascia molte perplessità, con una lentezza inverosimile del carrozzone ideato per far crescere il parco.»

«Il Parco Geominerario della Sardegna non ha sinora acquistato la centralità – conclude Gianluigi Rubiu – nell’ambito delle politiche territoriali che la Giunta regionale si è impegnata ad assumere. Siamo lontani dalle attese di sviluppo culturale e occupazionali. Abbiamo un capitale prezioso, che la Sardegna non ha saputo rendere fruibile.»

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«Di fronte all’inspiegabile ritardo della Giunta Pigliaru sulla costituzione dei comitati consultivi misti è evidente la volontà di tagliare fuori dalle decisioni le associazioni di volontariato che operano nel pianeta della sanità isolana.»

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu striglia l’esecutivo sulle lungaggini per la definizione degli organismi. «Si tratta di un istituto fondamentale nell’universo sanitario sardo – spiega Gianluigi Rubiu che ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale – in materia di donazioni, prelievi e trapianti di organi. Con un emendamento abbiamo già provveduto ad approvare il percorso per l’istituzione dei comitati (anche sulla spinta dell’associazione sarda dedicata ad Alessandro Ricchi), ma ancora nulla è stato fatto per la convocazione dell’assise. L’assessore della Sanità sta così mortificando la volontà dell’assemblea regionale – conclude Gianluigi Rubiu -. Non è più rinviabile la costituzione dei comitati consultivi misti, con un supporto fondamentale per dare voce alle associazioni del terzo settore e ai rappresentanti delle aziende sanitarie locali, dei medici e degli enti locali».

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«Duro colpo per le tonnare fisse isolane E’ un coro unanime di protesta e attacco al ministero delle Politiche agricole e all’assessore regionale dell’Agricoltura, quello che arriva dalla minoranza in Consiglio regionale. Una violenza normativa mai vista e inaudita, contro il settore della pesca isolana e, in particolare, contro lo storico patrimonio identitario delle tonnare del Sulcis Iglesiente.»

Il consigliere regionale sulcitano Paolo Dessì (Partito Sardo d’Azione) e la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, sono i primi firmatari dell’interrogazione presentata con i colleghi di tutta la minoranza, nella quale sostengono che «è inaccettabile il provvedimento della Direzione Generale del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, n. 21975 del 07/11/2018, recante l’esito dell’iter istruttorio di cui al Decreto Direttoriale n. 11779 del 29 maggio 2018, riportante l’elenco dei nuovi due operatori che sono Favignana (Trapani) e Cala Vinagra (Carloforte) che rischia di decretare un duro colpo all’economia del Sulcis Iglesiente, minacciando il proseguo dell’attività ittica, relativa alla pesca del tonno».

Profondamente delusi e preoccupati degli effetti devastanti del decreto i consiglieri sulcitani, in prima linea a difesa delle eccellenze e gioielli del territorio Paolo Dessì (Psd’Az), Giorgio Oppi (Udc), Gianluigi Rubiu (FdI), insieme a tutta la minoranza dell’assemblea sarda si ribellano «contro i tagli alle tonnare isolane. In base alle quote assegnate alla Sardegna, le tonnare di Carloforte e Portoscuso – le due realtà più importanti – non sarebbero più competitive. Il decreto siglato dal ministero delle Politiche agricole, di fatto avvantaggia Favignana e la Sicilia (già rappresentata anche da palangari e barche di circuizione) a scapito della Sardegna, è un grave atto per gli operatori del distretto del tonno e nello specifico delle tonnare fisse di Carloforte e Portoscuso, in quanto la quota indivisa assegnata alle tre tonnare della Sardegna, già insufficiente per le stesse, si ripartirà anche con le ultime due tonnare, appunto (Favignana e Cala Vinagra)».

Nell’interrogazione si fa presente che Cala Vinagra è sito storicamente poco pescoso, attualmente chiuso, necessiterebbe di una bonifica dell’area per la presenza delle attrezzature dismesse dall’ultimo gestore. «E’ quindi palese la difficoltà di operare, contrariamente al sito siciliano che ha capacità di drenare una gran parte della quota tonno indivisa. Le quote – si legge ancora nell’interrogazione – devono essere assegnate secondo il criterio storico di pesca, rispettando e salvaguardando le tradizioni della Sardegna ed una vocazione unica nel suo genere come le tonnare». 

«Il decreto è un attacco all’autonomia e alla specialità proprie della nostra Isola – aggiungono i consiglieri dei gruppi di opposizione capeggiati da Alessandra Zedda e Paolo Dessì – visto che la materia inerente la pesca rientra tra le competenze primarie della Regione. Carloforte, Portoscuso, Calasetta, Sant’Antioco e gli altri centri costieri del Sulcis potrebbero perder così anche una fetta consistente del turismo e della tradizione e chiediamo con la massima urgenza che l’assessore si attivi per rimediare al danno prodotto, e chieda  l’annullamento del decreto.»

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Fratelli d’Italia inaugura sabato pomeriggio, alle 17.30, una nuova sede nel Sulcis Iglesiente, a Carbonia, in via Gramsci. Saranno presenti il consigliere regionale Gianluigi Rubiu, il coordinatore isolano del partito Paolo Truzzu ed il deputato Salvatore Deidda.

«Con l’apertura di questa nuova struttura vogliamo avvicinare i cittadini alla politica – dice Gianluigi Rubiu -. La fase di organizzazione e strutturazione di Fratelli d’Italia sul territorio intende portare le tematiche portanti del Sulcis Iglesiente nelle sedi istituzionali.»

A Carbonia, alle ultime elezioni Politiche, il partito è andato oltre le aspettative. «Non basta – aggiunge Gianluigi Rubiu – perché ora ci attendono sfide importanti, ad iniziare dalle prossime regionali. Il Sulcis Iglesiente esige un’attenzione maggiore, che parta dai progetti di tutela delle industrie in attività e passi  attraverso l’incremento degli investimenti per le infrastrutture e la salvaguardia dei presidi sanitari esistenti. Abbiamo la responsabilità di far sentire la nostra voce per riaccendere la speranza di un’area dimenticata dalla giunta regionale. Lo sviluppo si coniuga anche con il rilancio dell’agricoltura e le nuove opportunità turistiche. La nuova sede – conclude Gianluigi Rubiu – avrà come punto centrale l’elaborazione di idee per restituire dignità ad un territorio abbandonato».

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Venerdì 16 novembre, a Iglesias e Carbonia, verrà effettuata una raccolta di firme contro la ASL unica, promossa dal Comitato “No Asl unica”. I banchetti per aderire alla sottoscrizione saranno presenti venerdì – a partire dalle 9.30 – all’ingresso del presidio sanitario del Cto di Iglesias sulla via Cattaneo, poi la tappa successiva (con inizio della raccolta firme alle 11.00) davanti all’ospedale Sirai di Carbonia.

Tra i promotori del movimento c’è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu. «E’ un comitato apartitico e aperto a tutti – spiega Gianluigi Rubiu – per palesare la contrarietà al disastro prodotto dalla Asl unica, con una riforma sanitaria che ha decretato la retrocessione degli ospedali isolani. A pagare le conseguenze più salate sono i territori come il Sulcis Iglesiente. Dal Cto al Santa Barbara sino al Sirai sono state ridotte le prestazioni all’interno delle corsie, con il taglio dei reparti incastonati nei nosocomi e la mancanza di infrastrutture adeguate. Una situazione che sta mettendo in ginocchio l’intero sistema e umiliando gli operatori. Il risultato di questa riorganizzazione – conclude Gianluigi Rubiu – si traduce dall’allungamento delle liste di attesa alle carenze di organico nelle corsie sino alla mancanza di sale adeguate per i pazienti o, peggio ancora, alla manutenzione delle strutture esistenti».

 

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In commissione “Attività Produttive” si sono svolte stamane diverse audizioni su tre diverse tematiche: legge finanziaria 2018, crisi del settore pesca e situazione dei lavoratori avventizi dei Consorzi di Bonifica.

La soluzione per i 180 lavoratori precari dei Consorzi di Bonifica di Oristano e della Sardegna Meridionale potrebbe arrivare con la prossima legge finanziaria. L’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria ha infatti annunciati in Commissione la presentazione di un emendamento per la stabilizzazione dei lavoratori. «E’ un’operazione che non comporta costi aggiuntivi per le casse della Regione – ha detto Pier Luigi Caria – la Giunta intende dare attuazione a quanto previsto dalla legge 6 del 2008».

Sulla vertenza degli avventizi dei Consorzi di Bonifica, la Commissione ha sentito in mattinata anche i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Da tutti è arrivata la richiesta di procedere in tempi rapidi alla stabilizzazione dei lavoratori: «Il ruolo dei Consorzi di bonifica, alla luce degli ultimi eventi calamitosi, è sempre più importante sul fronte della prevenzione ambientale e della mitigazione del rischio idrogeologico – ha detto Manuele Incani della Fai Cisl – attualmente i Consorzi di Oristano e della Sardegna Meridionale hanno organici carenti e ricorrono a lavoratori avventizi. Molti di questi prestano la loro opera da oltre 25 anni. E’ arrivato il momento di riconoscere il loro lavoro. Sarebbe un atto di giustizia e un passo in avanti per garantire servizi più efficienti».

«E’ un’operazione a basso costo – ha aggiunto Gaia Garau della Uila-Uil – attualmente i lavoratori precari impiegati per 8 mesi percepiscono un’indennità superiore rispetto ai lavoratori assunti a tempo indeterminato. Il loro passaggio nella pianta organica dei Consorzi comporterebbe un esborso minimo, circa 800mila euro per 180 lavoratori. La stabilizzazione consentirebbe inoltre di garantire le attività di manutenzione del territorio per tutto l’anno.»

«C’è una legge vecchia di 10 anni (la n.6 del 2008 ndr) che non è mai stata applicata – ha affermato Gabriele Virdis della Flai Cgil – la Regione ha il dovere di applicarla e di procedere alle stabilizzazioni previste. Chiediamo che i lavoratori precari, impegnati attualmente per 8 mesi all’anno, vengano assunti a tempo indeterminato. Chiediamo inoltre di dare certezza anche agli operai che vengono chiamati saltuariamente (escavatoristi, saldatori, etc.).»

A favore della stabilizzazione si sono espressi tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione Gianluigi Rubiu e Gianni Lampis di Fratelli d’Italia, Antonio Solinas, Mario Tendas, Valerio Meloni, Piero Comandini ed Alessandro Collu del Pd.

La Commissione ha sentito in mattinata i rappresentanti degli armatori di Porto Torres, Lorenzo Nieddu e Costantino Cossu.

«Da tre anni non riceviamo gli indennizzi per il fermo biologico – hanno detto Cossu e Nieddu – subiamo inoltre il peso dei vincoli regionali che si aggiungono a quelli nazionali. Il nostro settore è in forte difficoltà, serve un intervento urgente della Regione.»

Secondo i rappresentanti degli armatori turritani, le attuali norme sulla pesca a strascico penalizzano fortemente i pescatori sardi: «Le prescrizioni nazionali ci impediscono di pescare entro le 3 miglia dalla costa, la Regione impone un ulteriore limite che porta il divieto a 4 miglia. Così è troppo».

L’ex assessore all’agricoltura Oscar Cherchi è intervenuto nel dibattito per chiarire la questione degli indennizzi: «L’Unione Europea vieta i risarcimenti per il fermo biologico perché li considera aiuti di stato. L’unica possibilità di intervento è rappresentata dai fondi erogati con il regime de minimis – ha detto Oscar Cherchi – quanto ai limiti, si possono apportare delle modifiche ma serve un pronunciamento del Comitato regionale della Pesca nel quale credo che anche voi siate rappresentati».

Più attenzione per il settore ha invocato il consigliere di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu: «La competenza è attualmente in capo all’assessorato dell’Agricoltura già oberato da mille incombenze – ha detto Gianluigi Rubiu – da tempo chiedo di istituire un Dipartimento per la Pesca che si occupi dei problemi specifici del settore».

Sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2018, la Commissione ha sentito gli assessori dell’Agricoltura e dell’Industria Pierluigi Caria e Maria Grazia Piras.

«Le esigenze del mio assessorato hanno trovato quasi tutte copertura finanziaria – ha detto Pier Luigi Caria – in particolare abbiamo reperito i 17 milioni di euro necessari al funzionamento di tutti i Gal della Sardegna. In questo modo potranno essere recuperati anche i due Gal della Romangia e dell’Anglona inizialmente esclusi dai Piani di azione locale 2014-2020.»

Pier Luigi Caria ha poi espresso rammarico per l’esito della partita sugli accantonamenti. «Senza quei soldi da restituire allo Stato avremmo potuto soddisfare tante altre richieste. In ogni caso presenteremo alcuni emendamenti per ottenere risorse aggiuntive per i piani integrati di filiera (10 milioni di euro), per il primo insediamento dei giovani in agricoltura (25 milioni) per il bando sulle strade rurali (15 milioni). Se accolto, l’emendamento sul primo insediamento in agricoltura consentirebbe di evadere tutte le domande presentate e non finanziate a causa dell’esaurimento dei fondi del Psr».

L’assessore Maria Grazia Piras invece ha spiegato che una grossa fetta degli stanziamenti per l’industria previsti nella manovra 2018 anche quest’anno andranno a coprire le spese delle società partecipate (Igea, Carbosulcis e Nuova Mineraria Silius). «Abbiamo poi previsto uno stanziamento per la miniera di Olmedo – ha detto Maria Grazia Piras – l’avviso di vendita è purtroppo andato deserto. Ora, in attesa di un’eventuale interessamento all’acquisto, è necessario mettere il sito in sicurezza e garantire le attività di  sorveglianza».

L’assessorato, infine, ha inserito in bilancio anche le risorse per la metanizzazione dell’Isola: «Abbiamo rifinanziato il capitolo che lo scorso anno era stato svuotato per coprire le emergenze del settore ovicaprino».

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«La legge approvata restituisce dignità a oltre 5mila dipendenti di Forestas che  rappresentano per la Sardegna l’esercito a protezione della più grande ricchezza dei sardi, ovvero l’ambiente, la sua protezione, la sua valorizzazione.»

E’ quanto sottolinea il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu, uno dei promotori della nuova normativa sull’Agenzia.

«Una svolta storica con un inquadramento che mette fine alla discriminazione assurda subita dai lavoratori – aggiunge il consigliere regionale di FdI – con i voti determinanti dei gruppi di minoranza. La maggioranza oggi è stata battuta in Consiglio regionale su un tema di grande importanza per l’Isola. Forestas con personale distribuito in 300 sedi in tutta la Sardegna, gestisce 220mila ettari di boschi, il suo personale dà supporto ogni anno alla campagna antincendi e rappresenta un bacino di posti di lavoro soprattutto per i piccoli comuni di tutta l’isola. E’ un punto di arrivo. Ora dovremo legiferare per consentire una dinamicità e concretezza negli interventi idraulici forestali – conclude Gianluigi Rubiu -, inoltre la nostra attenzione si deve concentrare per la stabilizzazione dei 1.300 semestrali.»

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Sabato pomeriggio, alle 17.00, verrà inaugurata la nuova sede di Iglesias di Fratelli d’Italia, ai piedi della via Valverde. Alla cerimonia prenderanno parte il consigliere regionale Gianluigi Rubiu, il coordinatore regionale del partito Paolo Truzzu ed il deputato Salvatore Deidda.

«La nuova casa di Fratelli d’Italia costituisce un’occasione di rilancio per l’azione politica del partito in città e nel territorio – spiega Gianluigi Rubiu -. Un segnale di vitalità importante di apertura verso i cittadini, anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.»

La struttura vuole diventare un punto di riferimento per Iglesias e l’area vasta. I consulenti e gli esperti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale, saranno disponibili dal lunedì al giovedì, dalle 17.00 alle 19.00.

«Una sede che va oltre la politica – conclude Gianluigi Rubiu -. Un circolo che avrà come snodo centrale uno sportello giovani, destinato soprattutto alla consulenza su bandi e concorsi regionali. Pensiamo che la presenza costante sul territorio sia necessaria per ascoltare più persone possibili, perché solo in questo modo sarà mantenuto il contatto diretto tra il cittadino e le istituzioni.»

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L’istituzione di un’Autorità Regionale di Coordinamento per la Prevenzione e Protezione idraulica della Sardegna, l’incremento delle risorse destinate agli enti locali per fronteggiare le emergenze, provvedimenti urgenti per contrastare il rischio alluvioni. Sono i pilastri della mozione presentata dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu per mitigare gli effetti di nuovi disastri conseguenti alla furia devastatrice del maltempo.

«La Sardegna – dice Gianluigi Rubiu – si è fatta trovare impreparata di fronte alle improvvise perturbazioni che hanno sferzato i diversi territori con danni ingenti soprattutto nelle campagne. I cambiamenti climatici e le recenti alluvioni che hanno interessato l’Isola (con frane, esondazioni, trombe d’aria) impongono alla Regione delle scelte coraggiose per la protezione idraulica delle città e delle aree campestri.»
«E’ necessaria un’autorità che possa predisporre tutte le attività per prevenire altri disastri e scongiurare che  altre catastrofi naturali possano abbattersi in modo inaspettato sulla Sardegna – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Appare irrisorio lo stanziamento pari a 6 milioni di euro da spartire tra Province, Comuni e Città metropolitana per provvedere alla messa in sicurezza dei territori. Da qui la necessità di un incremento delle risorse per provvedere agli interventi di riqualificazione e manutenzione del sistema idraulico isolano. Solo nel Sulcis Iglesiente gli impatti sul territorio sono stati devastanti – conclude Gianluigi Rubiu -, con le campagne spazzate via dalla furia dell’acqua e le aziende agricole in ginocchio.»