18 July, 2024
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La Regione, con una delibera approvata a giugno, ha emanato le linee guida per l’accesso al sostegno economico, ma si sono aggravate le procedure per gli uffici comunali impegnati nel servizio sociale. L’allarme è stato lanciato dal capogruppo dell’Udc in Consiglio Regionale Gianluigi Rubiu, con un’interrogazione urgente all’assessore Luigi Arru: «Non si semplifica, ma si produce burocrazia – spiega Gianluigi Rubiu – con un processo macchinoso  e non lineare. Una situazione che ha determinato una petizione urgente per correggere le eventuali incongruenze. Una questione logica. I servizi sociali inglobati nei diversi Comuni isolani, già appesantiti da altri compiti, non riescono a fronteggiare i casi di povertà sempre più numerosi, con un contrasto tra le diverse misure che porterebbe alla continua revisione delle graduatorie».
Un primo accoglimento delle istanze è stato recepito con l’estensione dei tempi di chiusura per le pratiche al 17 settembre: «Un intervallo non sufficiente a concludere la procedura – conclude Gianluigi Rubiu – per questo si chiede che la Regione sposti ulteriormente i termini almeno sino al 31 ottobre. Troppe inconvenienti infatti frenano l’attività degli uffici comunali, con ricadute negative sulle fasce deboli della popolazione». 

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Si è svolta questa mattina la cerimonia del taglio del nastro per il restauro della pensilina di San Giovanni in Miniera, nella frazione di Bindua, a Iglesias, alla presenza dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, insieme all’amministratore di IGEA, Michele Caria, il presidente del Parco Geominerario, Tarcisio Agus, il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, il consigliere regionale Gianluigi Rubiu e rappresentanti dei sindacati e delle associazioni dei minatori. Il sontuoso ingresso, noto anche come ‘Ponte Cartau’, rappresenta l’accesso alle bellezze del Parco Geominerario, tra cui la Grotta di Santa Barbara, visitata ogni anno da migliaia di turisti.
La pensilina venne eretta negli anni ‘50 a sottolineare l’importanza del complesso minerario che racchiude. La ristrutturazione, a cura di IGEA, è costata circa 150 mila euro e i lavori sono durati un anno e mezzo.

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Durissimo attacco dei tre consiglieri dell’Udc Gianluigi Rubiu (capogruppo), Giorgio Oppi e Gian Filippo Sechi, sulla conclusione della riunione congiunta tra Prima e Terza commissione, sulla vertenza Entrate fra lo Stato e la Regione, con ricadute sulla finanza locale e sul concorso regionale al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nazionale. La prima e la terza commissione, convocate dai presidenti Francesco Agus e Franco Sabatini, allargate ai parlamentari sardi sono saltate per la mancanza del numero legale.

«Un atteggiamento che riteniamo fuori luogo ed inopportuno – sottolinea il capogruppo Gianluigi Rubiu, affiancato da Giorgio Oppi e Gian Filippo Sechi -. E’ l’ennesima occasione persa dal centrosinistra per illustrare la situazione della vertenza entrate.»

«Una mancanza di rispetto e attenzione – aggiungono i tre consiglieri regionali dell’UDC – che certifica il fallimento totale della giunta Pigliaru riguardo le vertenze economiche con lo Stato. Queste defezioni del centrosinistra si traducono nel tentativo della maggioranza di sfuggire a qualsiasi forma di confronto e controllo – concludono Gianluigi Rubiu, Giorgio Oppi e Gian Filippo Sechi – archiviando al più presto questa noiosa incombenza, nascondendo così le strategie rovinose dell’esecutivo nel rivendicare le risorse dovute dallo Stato.»

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Nuova denuncia del consigliere regionale Gianluigi Rubiu, sui disservizi nella sanità del Sulcis Iglesias. Il capogruppo dell’Udc, in una nota diffusa questo pomeriggio, scrive che «l’incubo per un paziente ultraottantenne si è materializzato sabato notte nelle corsie del Sirai di Carbonia. Un anziano, con frattura al femore, è stato ricoverato per una frattura al femore dopo ore di dolori e tensioni. Il pensionato, già rispedito a casa dal Pronto soccorso del Cto di Iglesias, non operativo nel fine settimana, è stato costretto ad una corsa contro il tempo verso l’ospedale Sirai di Carbonia».

«E’ una situazione intollerabile – attacca Gianluigi Rubiu, che preannuncia una mozione urgente nell’aula di via Roma – che mette a rischio la vita dei malati nei presidi del Sulcis Iglesiente. Un comparto devastato dalla riforma della rete ospedaliera, con un depotenziamento dei servizi sanitari che si ripercuote sui cittadini. Nel caso dell’anziano arrivato a Carbonia, poi, c’è da registrare un’altra disavventura. Al Sirai è stato “parcheggiato” ed abbandonato al suo destino nella sala gessi della struttura, a causa dell’insufficienza dei posti letto in corsia.»

«La sanità nel Sulcis Iglesiente è ormai al collasso, con un ridimensionamento dei reparti che non è ammissibile per il territorio. I servizi territoriali si sono progressivamente indeboliti, con un aggravamento delle condizioni sanitarie che ricade sui pazienti, palleggiati da un ospedale all’altro senza un’adeguata assistenza – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Non basta, perché a completare il disastro c’è anche la carenza di personale. Si noti che per la mancanza di anestesisti si è costretti ad un’attesa di 20 giorni per un intervento chirurgico urgente. La misura è ormai colma. Le criticità nei diversi presidi del territorio sono evidenti e la realtà è drammatica per i pazienti. Abbiamo situazioni disastrose che ricadono sulla pelle dei cittadini. Altro che chiacchierare sul progetto dell’ospedale unico, che non vedremo mai – conclude Gianluigi Rubiu -: si pensi a migliorare l’esistente e, soprattutto, pensino alla gente che deve subire disagi insopportabili.»

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«Lo smembramento del laboratorio analisi del Santa Barbara di Iglesias appare sempre di più una prospettiva concreta. In quella direzione conducono le manovre che hanno portato al trasferimento della struttura al Sirai di Carbonia. Uno spostamento forzato, all’indomani del crollo del soffitto all’interno del presidio ospedaliero ai piedi della via San Leonardo con la sanità iglesiente ora ostaggio della burocrazia, con il rischio di vedersi scippare il presidio.»

Con queste parole, il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, paventa l’interruzione definitiva delle attività nel polo sanitario del Santa Barbara.

«A ormai tre mesi dal cedimento i lavori di adeguamento e ristrutturazione del centro sono stati eseguiti, ora manca solo la certificazione dell’ingegnere del dipartimento dell’aera tecnica dell’Ats – aggiunge Gianluigi Rubiu, che ha presentato un’interpellanza urgente all’assessore della Sanità Luigi Arru -. Uno scoglio che sembra insuperabile, con i pazienti preoccupati che il trasferimento temporaneo a Carbonia possa diventare definitivo. Gli interventi di messa in sicurezza del laboratorio avrebbero dovuto assicurare un ritorno del polo analisi verso Iglesias con tempi spediti, ma si sta trasformando in un’odissea infinita per gli utenti. Le opere per garantire la ripresa delle attività nel laboratorio sono una corsa ad ostacoli con continui rinvii, contrapposizioni tra la ditta fornitrice delle attrezzature e i tecnici dell’Ats.»

«L’inerzia della Azienda sanitaria potrebbe avere come obiettivo la chiusura definitiva del laboratorio dell’ospedale Santa Barbara, a tutto vantaggio del Sirai di Carbonia. Siamo all’ennesima farsa, con il centro prelievi ostaggio della burocrazia e dell’incuria. I ritardi – conclude Gianluigi Rubiu – sarebbero dovuti alle necessarie verifiche e accertamenti tecnici da parte degli uffici, Auspichiamo un intervento dell’assessore della Sanità, perché attivi le procedure per rendere funzionale il laboratorio analisi di Iglesias.»

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Il Consiglio regionale, nella seduta di stamane, ha approvato all’unanimità la mozione per la sottoscrizione congiunta del Consiglio regionale sardo e dell’Assemblea corsa dellaCarta europea per l’eguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale”, le misure in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana, ed il passaggio agli articoli delle norme per la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento di prodotti agricoli aziendali esclusivamente aziendali.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione 439 (Pietro Cocco e più) “sulla sottoscrizione congiunta da parte del Consiglio regionale della Sardegna e dell’Assemblea di Corsica della Carta europea per l’eguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale”, in base all’art.102 del regolamento dell’Assemblea.

Aprendo gli interventi, la consigliera Annamaria Busia, del gruppo Misto, ha ringraziato i capigruppo per la sottoscrizione e la procedura accelerata assegnata al documento comune Sardegna-Corsica. La Sardegna, ha osservato, «per quanto riguarda alcuni aspetti della parità di genere ha ancora molta strada da percorrere, a cominciare dalla rappresentanza in Consiglio regionale, ed in effetti le ultime politiche hanno dimostrato che molta astensione è stata femminile perché, evidentemente, le donne risentono di più del clima generale di disorientamento e difficoltà di trovare spazio e lavoro nella famiglia e nella società». Questo fenomeno, ha concluso, «si ripeterà anche nelle prossime tornate elettorali e chiamerà la politica, anche quella locale, ad una riflessione urgente».

Il consigliere di Fdi Gianni Lampis che ricordato che «la valutazione del lavoro compiuto dalla consulta sardo-corsa ma non si può ridurre alla questione elettorale, perché nella carta c’è molto altro; è vero cioè che la Sardegna deve avere una legge diversa da quella della Corsica ma il dibattito deve riguardare tanti aspetti della vita quotidiana che impediscono alle persone (donne e uomini) di avere uguali opportunità diritti e doveri, dalle giovani coppie alle madri alle famiglie numerose, mettendo al centro di tutto soprattutto famiglia che per la nostra Costituzione è il nucleo centrale della società, voteremo quindi a favore auspicando impegni più ampi e concreti anche in prospettiva».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha sottolineato che, con onestà, «bisogna ammettere che la Corsica per certe cose e più avanti della Sardegna e comunque dalla sua realtà si possono ricavare esempi molto positivi; la carta ha un contenuto ampio che è opportuno allargare ancora verso un concetto di uguaglianza a tutto campo».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha parlato di «documento importante che il nostro gruppo sosterrà con convinzione, anche se la strada è ancora molto lunga per quanto riguarda la vera parità di genere, la prevenzione, l’educazione al rispetto, le politiche ed i programmi orientati all’educazione affettiva, alla famiglia ed alla scuola, una rete sociale viva insomma capace di caratterizzare in positivo la società sarda». L’Europa sta facendo tanto su questi temi, ha detto infine, «e crediamo che questa battaglia di civiltà potrà essere rafforzata anche da una maggiore delle donne nelle istituzioni».

L’assessore degli Affari generali Filipppo Spanu, a nome della Giunta, si è soffermato sul valore dell’idea comune che Sardegna e Corsica propongono all’attenzione delle due Regioni e dell’Europa, conquistando un ruolo centrale nel contesto europeo e Mediterraneo.

Per dichiarazione di voto, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, dopo aver sottolineato che sulla legge elettorale il Consiglio ha fatto scelte importanti avviando un percorso di perequazione dei generi, ha suggerito l’integrazione del documento in alcuni punti «come la condivisione formale dei principi e dei valori che ispirano la carta e l’impegno per l’attuazione degli stessi anche da parte della Giunta».

Il Consiglio ha accolto le proposte di modifica del consigliere Marco Tedde.

Il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta ha messo in luce l’importanza dell’azione comune Sardegna Corsica aggiungendo che, purtroppo, «la recente sentenza della Cassazione che ha negato l’applicazione di una aggravante a responsabili di stupro perché la vittima era ubriaca, segna un arretramento grave della condizione della donna nella vita pubblica sul piano della civiltà».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha apprezzato l’iniziativa del collega Tedde per le importanti integrazioni e per impegno di Giunta ad attuare un programma strategico sulla parità di genere. In Corsica, ha ricordato a proposito della legge elettorale, «ci sono nell’Assemblea regionale 31 uomini e 30 donne, frutto di un sistema con liste bloccate; quanto alle sentenze evocate dal collega Pierfranco Zanchetta, vanno lette per intero e lo faremo la prossima settimana quando parleremo di violenza».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az-La Base), favorevole, ha sostenuto che il documento «si inserisce in un contesto di continuità con le azioni precedenti adottate insieme alla Corsica per lanciare iniziative di valorizzazione delle culture dei popoli d’Europa».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, favorevole, ha riconosciuto che «sulla parità di genere forse i corsi hanno qualcosa da insegnarci ma noi abbiamo fatto la nostra parte avviando un percorso significativo, mentre sulla consulta serve un passo avanti sul piano dell’operatività e della concretezza, a cominciare dal riconoscimento degli Stati di appartenenza».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto fra l’altro che «è meglio non dire troppe parole pensando di fare chissà cosa, la parità di genere è un fatto culturale che si pensa e si pratica, siamo convinti di quello che abbiamo firmato e di crediamo profondamente».

Il consigliere Francesco Agus (Misto-Campo progressista) ha tenuto a precisare che il sistema elettorale corso funziona con liste bloccate senza preferenze, premio di maggioranza e voto alternato.

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, favorevole, ha espresso apprezzamento per le integrazioni proposte dal collega Tedde per favorire azioni più incisive coinvolgendo anche il presidente della Giunta.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato all’unanimità con 48 voti.

Dopo una breve sospensione della seduta, il Consiglio ha iniziato l’esame della Proposte di legge n. 526 (Congiu e più) che contiene “Misure straordinarie in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana”. Anche questo provvedimento arriva in Aula con il consenso di tutto i capigruppo in base all’art.102 del regolamento.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha chiesto una breve sospensione della seduta per consentire al suo gruppo di incontrare una delegazione di lavoratori Aias, presenti sotto il palazzo del Consiglio.

Il presidente Gianfranco Ganau ha risposto di non poter accogliere la richiesta per motivi organizzativi, come è già stato comunicato ai lavoratori e ad altre delegazioni di diverse categorie, ugualmente presenti sotto il palazzo.

Riprendendo la discussione della legge n. 536 il primo firmatario Gianfranco Congiu, capogruppo del Pds, ha ricordato che il provvedimento nasce da quando, nel dicembre 2017, 130 lavoratori dell’ex polo di Ottana furono esclusi dall’accesso alla mobilità in deroga. Da allora, ha spiegato, «sono state avviate diverse iniziative per il loro recupero, prima inserendoli nel progetto LavoRas con una misura specifica, azione rivelatasi non praticabile, poi prevedendo una una tantum compensativa del danno subito, attraverso una legge ad hoc che cambia la legge di stabilità; siamo conseguenti agli impegni assunti dalla Regione e contenuti in diversi documenti votati dal Consiglio per l’inserimento di Ottana fra le arie industriali di crisi complessa, per cui è auspicabile la sottoscrizione comune dei gruppi».

Per il Pd il consigliere Franco Sabatini ha espresso apprezzamento per il provvedimento proposto dal collega Congiu, ricordando però che «recentemente la Camera ha respinto un emendamento che aveva lo scopo di inserire questi lavoratori nel trattamento di cassa integrazione; tutte le forze politiche devono quindi lavorare per ripresentarlo è ingiusto che i lavoratori siano esclusi dagli ammortizzatori sociali per formalità burocratiche».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, nel condividere la proposta, ha lamentato che «le vicende di Ottana sono sempre mortificate da un qualcosa che per diversi motivi non va mai a buon fine, mentre invece quei lavoratori invece meritano il massimo dell’attenzione e dell’impegno delle istituzioni e vanno incoraggiati».

Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1 – Mdp, ha parlato di una legge che «rende giustizia a lavoratori purtroppo finora bistrattati e non è vero che il Consiglio parla di Ottana solo oggi, ce ne siamo occupati tante volte senza ottenere grandi risultati ma c’è l’impegno a fare ancora di più». Qualche giorno fa, ha ricordato, «la commissione speciale di inchiesta ha visto ad Ottava degrado e scempi ambientali senza fine, mostri di amianto e fiumi di acidi sparsi in ettari ed ettari di terreno per responsabilità certamente non addebitabili a questa Giunta».

Il capogruppo di Fdi Paolo Truzzu si è dichiarato favorevole «solo per rispetto dei 130 lavoratori e delle loro famiglie, non certo per la situazione kafkiana di Ottana piena di responsabilità politiche ed amministrative che non si possono nascondere, in un territorio dove si sono fatte scelte profondamente sbagliate, anche ideologiche, con atti di spoliazione rapace appoggiati da politici». E’sperabile, ha concluso, «che altre crisi simili possano avere la stessa considerazione».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha sostenuto che il provvedimento riguardante Ottana riguarda una situazione circoscritta agli anni 2016 e 2017 rimasti senza interventi specifici. E’chiaro però, ha proseguito, «che non possiamo trascurare tanti altri casi di lavoratori che si trovano più  o meno nelle stesse condizioni; è meglio quindi mettere a punto un quadro di insieme, comprendente altre situazioni, dal Sulcis al Medio Campidano, che presentano crisi industriali con caratteristiche previste dalla legge per interventi a sostegno dei lavoratori».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha affermato che il suo gruppo è rimasto in Aula per senso di responsabilità e per votare questa legge discussa dal Consiglio in base all’art. 102. Però, ha osservato, «forse il collega Congiu avrebbe dovuto parlare di un provvedimento condiviso da tutti i capigruppo e non come esponente di un partito; nel merito, per noi si tratta di un atto di giustizia, ma non dimentichiamo che per altri territori non c’è stata la stessa attenzione, mi riferisco in particolare ai lavoratori della ex Rockwool  definiti invisibili che tali, purtroppo, sono rimasti». Auspichiamo perciò, ha concluso, «che al più presto si affrontino anche altri casi».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, nell’esprimere piena adesione all’iniziativa, ha affermato che «Ottana è un problema grave di cui si è parlato a lungo senza mai arrivare a soluzione condivisa, capace anche di fare piena luce sui danni consumatisi nel tempo anche per colpa della pubblica amministrazione; bisogna invece andare fino in fondo per evitare che anche Ottana viva di assistenza come il Sulcis».

Per Forza Italia il consigliere Stefano Coinu ha sostenuto che «la proposta è condivibile ma è chiaro che quanto si interviene molto tardi lo si fa con provvedimenti parziali fermo restano che, per chi non ha nemmeno la cassa integrazione, anche un giorno è importante». Tuttavia, ha auspicato, «è meglio prevenire, va bene la commissione di inchiesta ma più che di ritardi è il caso di parlare di futuro e prospettive, per rispondere non solo al degrado ambientale ma al senso di abbandono di un territorio che da quella industria aspettava un rilancio; non inseguire, in definitiva, ma progettare e programmare».

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha espresso il parere favorevole della Giunta ponendo in evidenza la caratteristica “una tantum” del contributo economico, concedibile quindi solo con un’apposita norma di legge. Il vice presidente dell’esecutivo ha rammentato dunque gli interventi concreti posti in essere dalla Giunta nell’area di Ottana: «Due milioni di euro per una serie di interventi urgenti nei terreni del consorzio industriale ma che non riguardano le bonifiche perché chi ha chi ha inquinato deve pagare, 5 milioni a favore dell’ampliamento degli impianti della Antica fornace; 4 milioni per piccole e medie iniziative; 2 milioni per ulteriori interventi sul mercato del lavoro». «Con questa legge – ha concluso Paci – si interviene sui 130 lavoratori esclusi per motivi fortuiti dagli ammortizzatori in deroga riferiti al 2016-2017».

Il consigliere Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha dichiarato il sostegno personale e del suo gruppo per il provvedimento, chiedendo di apporre la firma alla proposta di legge, auspicando analoghe attenzioni anche per altre realtà di crisi della Sardegna. Pieno sostegno anche da parte del consigliere Rossomori, Emilio Usula, che ha ricordato la valenza sociale prima ancora che ambientale del disastro di Ottana. La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha ribadito la necessità di “allargare il fronte dopo Ottana” ed ha posto in evidenza la crisi della ex Keller e dei lavoratori rimasti senza alcun tipo di sostegno al reddito. L’esponente della maggioranza ha reiterato la richiesta per il riconoscimento di “area di crisi complessa” nei territori ricompresi tra Villacidro e Guspini.

Roberto Desini (Pds) ha ricordato lo spirito unitario con il quale si è intervenuti sulla crisi di Ottana, anche alla luce della manifestazione pubblica dello scorso aprile, ed ha annunciato il ritiro delle firme dei consiglieri regionali del Pds così da consentire a tutti i capigruppo la sottoscrizione del provvedimento unitario a sostegno dei lavoratori di Ottana.

Gianni Lampis (FdI) ha dichiarato sostegno alla proposta («non ci sottraiamo alla responsabilità verso i lavoratori») ma ha chiesto l’impegno del Consiglio anche per i lavoratori della Keller, proponendo l’approvazione di un ordine del giorno unitario. Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha ribadito l’adesione alla proposta di legge ed ha evidenziato come “il Consiglio sia chiamato ancora una volta a sopperire alle manchevolezze dello Stato”. A favore anche Fabrizio Anedda (Misto) che ha invitato il Consiglio a “ragionare sulla produzione perché l’assistenza non basta più” e ad affrontare in termini risolutivi la crisi dell’Aias.

Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu ha quindi ribadito che il provvedimento si rivolge ai 130 lavoratori esclusi dalla mobilità in deroga 2016 2017 definendo la norma in discussione “una misura di riequilibrio sociale”.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 47 favorevoli su 47 votanti e di seguito con 48 sì su 48 votanti è stato approvato l’articolo 1 che “autorizza per l’anno 2018 la spesa di euro 2.315.000 per l’attuazione di un programma di interventi in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana cessati dal rapporto di lavoro a seguito della liquidazione delle rispettive società e non sostenuti da ammortizzatori sociali ordinari e in deroga con riferimento agli anni 2016 e 2017, nonostante l’avvenuta presentazione della relativa istanza di mobilità in deroga nel mese di aprile 2017, in virtù delle disposizioni dell’asssessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale del 27 marzo 2017, che si trovino in una situazione di ridotta occupazione successiva al licenziamento”.

All’unanimità (50 a favore su 50 votanti) è stata approvata la norma finanziaria con la correzione della provenienza finanziaria, avanzata da Gianfranco Congiu. Dopo il via libera (50 favorevoli su 50 votanti) all’articolo 3 (entrata in vigore), il presidente del Consiglio ha sospeso i lavori per consentire la predisposizione di un ordine del giorno unitario sui lavoratori ex Keller.

Alla ripresa ha preso poi la parola il presidente Gianfranco Ganau che ha dato lettura di un ordine del giorno unitario a firma Rossella Pinna, Gianni Lampis e Alessandro Collu. Il testo sollecita l’impegno della Giunta per “ogni utile azione e iniziative per salvaguardare la continuità produttiva e occupazionale dei lavoratori dello stabilimento Keller elettromeccanica di Villacidro  e l’adozione di misure di politiche attive del lavoro” e anche l’impiego nei cantieri per gli ex lavoratori che non beneficiano di ammortizzatori sociali.

Favorevole l’assessore Raffaele Paci e anche l’Aula, che lo ha approvato e ha detto sì subito dopo anche alla legge 526 a firma Gianfranco Congiu e più “Misure urgenti in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana”.

Il parlamento sardo è passato poi all’esame della proposta di legge 506 “Norme per la lavorazione, la trasformazione e il cofnezionamento di prodotti agricoli esclusivamente aziendali”. Il presentatore, l’on. Luigi Lotto (Pd), ha detto: “Si tratta di consentire alle aziende agricole di presentare sul mercato locale con prodotti certificati e garantiti sotto il profilo della sicurezza alimentare. Abbiamo sentito in commissione tutti i pareri interessati e la abbiamo accolta favorevolmente”.

Dello stesso avviso l’on. Luigi Crisponi (Riformatori): “Con questa legge si evita di disperdere conoscenze e storie familiari, si salvaguarda l’identità delle piccole aziende agricole senza mancare di rispetto ai dettami legislativi soprattutto quelli dell’Unione Europea. Diamo forza ed energia a chi, piccola azienda, produce marmellate come salumi e non ha la possibilità di arrivare al mercato. Per questo la commissione ha salutato con favore questa proposta di legge”.

Per l’on. Marco Tedde (FI) “non è possibile non condividere questa proposta di legge perché è una proposta di buon senso. Nella propria azienda ognuno deve essere padrone ma non possiamo dire che con l’approvazione di questo testo ci dimenticheremo gli errori che avete fatto nella gestione dell’agricoltura sarda. Né ci potremo dimenticare i vostri ritardi nei bandi dell’Unione Europea”.

Anche l’on. Piermario Manca (PDS) si è detto favorevole: “Una legge semplice che va nella giusta direzione. Si tratta di consentire alle piccole imprese di trasformazione agricola di fare il suo lavoro. Vanno definiti però i quantitativi trasformati massimi ammessi, anche se si può evitare di farlo in legge”.

Dai banchi dell’Udc l’on. Gianluigi Rubiu ha aggiunto: “Questa legge è strategica perché consente all’azienda agricola di esportare i propri prodotti insieme al bene più importante: il territorio. E tutto questo lavoro di trasformazione potrà accadere usando i piccoli impianti privati dei produttori”.

Soddisfatta anche la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda: “E’ corretto sostenere con un provvedimento legislativo la produzione che non riesce ad arrivare alla grande distribuzione, stiamo coinvolgendo con questo provvedimento gli operatori del settore aprendo nuove politiche di marketing”.

Per l’on. Gianmario Tendas (Pd) “si colma oggi un vuoto legislativo che altre regioni come la Toscana hanno già colmato da un pezzo”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo al voto il passaggio agli articoli, che è stato approvato e ha aggiornato la seduta alle 16.00.

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«Sul problema dello smaltimento degli scarti di macellazione abbiamo fatto un passo avanti anche recuperando risorse significative, ora attendiamo con fiducia la proroga del ministero dell’Ambiente ed i riscontri concreti dei portatori di interesse.»

Lo ha dichiarato l’assessore regionale dell’Agricoltura Pier Luigi Caria riferendo davanti alla commissione Attività produttive presieduta da Luigi Lotto (Pd), sul problema dello smaltimento degli scarti da macellazione animale, provenienti soprattutto dalle strutture della grande distribuzione.

Successivamente Alessandro De Martini, responsabile dell’Unità di progetto costituita presso la presidenza della Giunta, ha sintetizzato i principali passaggi delle attività svolte. «Con la deroga che attendiamo dal ministero dell’Ambiente – ha annunciato – ci saranno le condizioni per una nuova ordinanza del presidente della Regione che resterà in vigore fino al marzo del 2019 per il conferimento di questa tipologia di materiali in discarica». «Tuttavia – ha aggiunto – nel rispetto delle normative europee che richiedono forme più moderne di smaltimento abbiamo pubblicato un bando rivolto a soggetti pubblici e privati per la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento, con un finanziamento di 3 milioni di euro; il bando ha raccolto 19 proposte che stiamo valutando».

«La proroga – ha aggiunto – rappresenta l’ultima possibilità soprattutto per il mondo produttivo perché la normativa vigente inquadra queste attività nell’ambito del libero mercato, con due opzioni: lavorazione di questi sottoprodotti per ottenere mangimi, farine od altro o trasformazione degli stessi per ricavare bio-gas, attraverso passaggi che prevedono un percorso autorizzativo più complesso e rigoroso.»

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Antonio Gaia (Cps), Luigi Crisponi (Riformatori), Gianluigi Rubiu (Udc), Gianmario Tendas e Valerio Meloni (Pd) e Mariano Contu (Forza Italia).

Nelle conclusioni il presidente della commissione Luigi Lotto ha espresso una valutazione positiva sulla proroga sottolineando però che «tempo e risorse finanziaria dimostrano che la Regione ha fatto la sua parte, ora tocca alla grande distribuzione dare un segnale, dimostrando di sapersi organizzare per trattare questi materiali in modo responsabile e sostenibile».

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«Una corsia preferenziale e diretta per i lavoratori ex Alcoa, che possa accompagnare il percorso per la ripresa e lo sviluppo della produzione nel polo di Portovesme e dintorni.»
E’ quanto auspicato dal capogruppo in Consiglio regionale dell’Udc Gianluigi Rubiu sulla vertenza della Sider Alloys che definisce l’esito dell’incontro di stamane una “fumata grigia”, «con l’incontro tra le rappresentanze sindacali, i vertici della multinazionale svizzera e la Giunta regionale rinviato a mercoledì 18 – consegna più di un punto interrogativo sul futuro dei dipendenti».

«La Regione deve adottare tutti gli strumenti per assicurare il rilancio dello stabilimento di Portovesme, con la necessità che vengano ricompresi nelle assunzioni i 376 dipendenti licenziati da Alcoa nel 2014. Si tratta di un accordo che non può essere disatteso. Serve un’intesa – conclude Gianluigi Rubiu – che imponga alle parti di non venire meno ai criteri sanciti per l’assorbimento all’interno della fabbrica dei dipendenti che hanno creduto più di tutti nel rilancio produttivo.»

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«Il mancato parere favorevole al piano di ampliamento della fabbrica della Rwm Italia rischia di trascinare nel baratro oltre 350 famiglie, senza peraltro contare l’indotto attorno allo stabilimento.»

A sostenerlo è il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu sui progetti di sviluppo dell’impianto nel territorio di Domusnovas. 

«Ancora una volta la giunta ostacola gli investimenti di una delle poche realtà produttive sul territorio – aggiunge l’esponente dei moderati -. E’ in gioco il destino di centinaia di giovani, che potrebbero restare senza lavoro. Troppo facile ipotizzare una riconversione. E’ indubbio che tutti vorremmo un mondo senza conflitti, ma siamo anche convinti sostenitori del lavoro e dello sviluppo. La Rwm è una realtà che negli anni si è dimostrata rispettosa dell’aspetto ambientale del territorio.»
«Il blocco all’ampliamento potrebbe tradursi in una perdita devastante per l’economia del Sulcis, ecco perché sollecitiamo la Regione, in sinergia con i Comuni, a favorire lo sviluppo dell’impianto – conclude Gianluigi Rubiu – che metterebbe in moto significativi investimenti, con l’impiego delle imprese locali per la costruzione delle strutture, semplici depositi rispettosi della sicurezza e della salute dei lavoratori.»

 

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Il saluto di benvenuto del sindaco di Bonifacio, Jean Charles Orsucci ha aperto i lavori della Consulta corso-sarda, riunita per la sua terza sessione nei locali del municipio del capoluogo, sotto la guida dei  presidenti delle assemblee di Sardegna e Corsica, Gianfranco Ganau e Jean Guy Talamoni.

Le celebrazioni per il 70° anniversario dell’Autonomia (illustrate dalla portavoce del presidente del Consiglio sardo, Maria Grazia Ledda) hanno preceduto il partecipato dibattito sul processo di riforma costituzionale in Francia, con la richiesta dello statuto di Autonomia della Corsica, e sullo “stato di salute” della specialità sarda, anche alla luce delle riforme parlamentari e delle rinnovate richieste autonomistiche avanzate, attraverso i recenti referendum popolari dalle regioni del Nord del Paese. Il confronto tra la delegazione sarda (Gianluigi Rubiu, Udc; Gianni Lampis, FdI; Attilio Dedoni, Riformatori sardi; Daniele Cocco, Art. 1 – Sdp; Pierfranco Zanchetta, Upc; Giovanni Satta, Psd’Az; Anna Maria Busia, Misto; Gianfranco Congiu, Pds; Edoardo Tocco, Fi; Pietro Cocco, Pd) e quella corsa (Petr’Anto Tomasi, Corsica Libera; Francois Ceccoli, Corsica nella Repubblica; Camilla De Rocca Serra, Per  l’avvene; Jean Jacques Lucchini, Femu a Corsica; Pierre Ghionga, Corsica nella Repubblica; Francois Orlandi, Andà per dumane) ha interessato non solo i rispettivi livelli regionale e statale ma ha riguardato anche le politiche e le iniziative assunte in sede europea, per la piena affermazione delle autonomie regionali.

I capigruppo del Consiglio regionale della Sardegna hanno insistito, con in testa Attilio Dedoni e Gianfranco Congiu,  sul riconoscimento dello status di insularità e sulla creazione della macroregione mediterranea tra le due isole. «Rilancio con convinzione il tema della insularità – ha dichiarato il presidente sardo Gianfranco Ganau – insieme con l’obiettivo della Consulta di aprire una interlocuzione diretta con l’Unione europea per vedere realizzato un diritto fondamentale e irrinunciabile per i sardi e per i corsi». Il capo dell’assemblea sarda ha inoltre illustrato alla Consulta le iniziative nel frattempo assunte, in Sardegna e in Italia, sul piano politico e istituzionale, per l’inserimento del riconoscimento dello status di insularità nella Costituzione della Repubblica italiana.

Lo “stallo” delle trattative con Parigi, sul delicato tema delle riforme costituzionali sono state, invece, le preoccupazioni espresse con chiarezza dalle rappresentanze dell’assemblea corsa che, soprattutto con gli esponenti delle forze politiche autonomiste e identitarie (sono maggioranza nel governo della Regione), hanno ribadito la richiesta di vedere riconosciuti maggiori poteri, più risorse e funzioni alla Corsica.

Condizioni e interventi specifici per le regioni insulari e la costituzione della macroregione Mediterranea di Sardegna e Corsica sono state invece, le dettagliate proposte avanzate dal presidente Ganau, nel corso della sua relazione sulle politiche di coesione dell’Unione europea. Relazione che, insieme con la relativa deliberazione (già all’esame delle rispettive assemblee) sarà posta in votazione nella prossima seduta della Consulta, la cui nuova convocazione è stata annunciata per il prossimo novembre in Sardegna.  

E’ stata invece approvata all’unanimità la deliberazione sulla gestione del parco internazionale delle Bocche di Bonifacio (relazione Jean Michel Culioli) che su proposta di Petr’Anto Tomasi afferma «una strategia comune delle isole di Sardegna e Corsica a difesa delle Bocche e un’accresciuta cooperazione e comuni obiettivi per la gestione ambientale delle Bocche di Bonifacio». A sostegno della proposta corsa è intervenuto per la Sardegna, il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta, che ha evidenziato il minore ruolo della Regione e delle amministrazioni locali nella gestione dei parchi nazionali della Maddalena e dell’Asinara, rispetto a quelle riservate alle istituzioni della Corsica, nelle aree sottoposte a misure di salvaguardia e tutela da parte dello stato francese.

La proposta dello statuto di coufficialità della lingua corsa (relazione Sebastian Quenot) e la promozione e valorizzazione della lingua sarda (relazione Daniele Cocco, Art.1-Sdp), anche in considerazione delle norme recentemente approvata in Consiglio in materia di politiche linguistiche, hanno evidenziato la volontà della Consulta di rafforzare le azioni politiche e istituzionali per la tutela ed il pieno riconoscimento del corso e del sardo come lingue ufficiali. «Il problema non è neanche più politico – ha dichiarato il presidente Talamoni – ma la questione è tecnica e scientifica perché è ormai accertato che  senza coufficilità la lingua corsa è condannata a scomparire».

Il tema del sociale è stato trattato direttamente dal presidente dell’assemblea corsa, Jean Guy Talamoni che,  in collaborazione con il segretario generale, Serge Tomi, ha illustrato le principali iniziative in campo promosse nel settore (169 milioni di euro di stanziamenti) soffermandosi sul progetto sperimentale “disoccupato di lunga durata” che incentiva le assunzioni a tempo indeterminato. Il presidente della commissione Salute del Consiglio regionale, Mondo Perra (Psi) ha invece illustrato le misure promosse in Sardegna, con particolare riferimento all’introduzione del Reis e il progetto LavoRas. Al termine, il presidente Jean Guy Talamoni, ha invitato ufficialmente il presidente Gianfranco Ganau e l’intero Consiglio sardo ad Ajaccio, in occasione della giornata di studio e confronto “sull’evoluzione del lavoro e dell’impiego in Corsica”.

I lavori della Consulta sono proseguiti con la votazione unanime della proposta della firma congiunta della Carta europea per l’uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini. A favore, in precedenza, per la delegazione corsa è intervenuto il presidente Talamoni («una firma internazionale per ribadire l’impegno di Corsica e Sardegna per la parità e i diritti») mentre per la Sardegna, Anna Maria Busia, ha ricordato lo straordinario risultato ottenuto in Consiglio regionale con l’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale per le elezioni regionali.

I lavori della Consulta corso-sarda si sono conclusi, dunque, con l’intervento di Petru Antone Vesperini, vice presidente assemblea della gioventù della Corsica, che ha illustrato il funzionamento e le attività dell’assemblea. Gianni Lampis ha quindi proposto una valutazione in Consiglio regionale per la costituzione di una consulta giovanile anche in Sardegna.