22 November, 2024
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MeA, la scuola civica di musica intercomunale di Siniscola, Posada, Torpè e Lodè con sede a La Caletta, terrà l’evento inaugurale domani 15 febbraio 2019, dalle 18.00 alle 20.30, presso l’ITCG Luigi Oggiano, in via Pietro Micca 13, a Siniscola. L’evento prevede un piccolo concerto a cura dei docenti della scuola, una conferenza stampa/presentazione (struttura organizzativa, corsi, classi e attività collaterali) e un rinfresco.

Durante la serata la presentazione sarà intervallata dalle performance musicali dei docenti:

Carlo Sezzi – docente di batteria

Giovanni Trapani – docente di chitarra moderna

Betty Uscidda – docente di canto moderno

Cristian Orsini – docente di dj e produzione elettronica

Totore Chessa – docente di organetto diatonico

Simone Pala – docente di sax

Fabrizio Leoni – docente di basso e contabbasso

Andrea Cabras – docente di percussioni

Gianmario Solinas – docente di pianoforte e tastiere

Valentina Satta – docente di propedeutica

Tetyana Shcherbyna – docente di violino.

La direzione artistica è affidata a Carlo Sezzi, la gestione alla cooperativa Doc Educational nella persona di Franca Carai.

MeA nasce per soddisfare le esigenze espressive, musicali, creative e artistiche dei suoi allievi e, a questo scopo, si riconduce l’attività ordinaria della direzione e dello staff di Doc Educational per l’anno 2018-2019. Tale attività consiste:

– in una offerta formativa qualificata e diversificata con corsi e laboratori destinati ai principianti, agli amatoriali e ai professionisti del settore.

– nella attività di un corpo docente composto da musicisti scelti per titoli, esperienza didattica e curriculum artistico.

– nella gestione delle attività in spazi confortevoli allestiti per attività didattiche individuali (lezioni strumentali) e collettive (laboratori di musica d’insieme).

– nella creazione di una struttura di gestione divisa per aree e competenze a supporto dell’attività e della comunicazione tra scuola, allievi e comunità.

I corsi che MeA ha attivato in questo primo anno di attività sono 11: pianoforte, chitarra, violino, canto moderno, tastiere moderne e midi, deejay e musica elettronica, batteria, organetto diatonico, teoria musicale e solfeggio, propedeutica musicale. Dal mese di Marzo 2019 MeA aprirà i primi tre laboratori di musica d’insieme per allievi e musicisti.

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Sennori si mobilita per raccogliere fondi da donare al reparto ospedaliero di Terapia intensiva neonatale e Neonatologia dell’Aou di Sassari. Domenica 9 dicembre, dalle 16.30, l’associazione Subra su Coro Onlus, in collaborazione con il comune di Sennori, organizza al Centro culturale di via Farina 32, una serata di beneficenza con giochi per i bambini, musica spettacoli ed una merenda stuzzicante con panini, pop corn, castagne e zucchero filato.

Nel corso della serata sarà presentata l’associazione, nata spontaneamente dalla volontà di alcuni genitori che hanno trascorso un periodo della loro vita nel reparto di Terapia intensiva neonatale, e hanno deciso di supportare con diverse iniziative il lavoro e l’impegno dei professionisti che ogni giorno fanno del loro meglio per assistere i piccoli pazienti e i loro familiari. Subra su Coro ha anche come finalità quella di informare e rendere consapevoli le coppie di genitori sulla prematurità e su come affrontare questo percorso di vita.

Durante la serata di domenica si esibiranno diversi artisti che hanno deciso di appoggiare l’iniziativa di Subra su Coro; fra questi ci saranno il bluesman Francesco Piu, i Double Dose, Gianmario Solinas, Help Band, The Moonshine, Four the pops, Giuseppe Canu e Lello Delogu.

 

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Del suo capolavoro horror “Suspiria”, tra i film più importanti del cinema italiano e mondiale datato 1977, è stato presentato quest’anno il remake alla Mostra del cinema di Venezia diretto dal regista Luca Guadagnino. Dario Argento, uno degli autori cinematografici più rilevanti e punto di riferimento per intere generazioni, re indiscusso della paura, regista, sceneggiatore, autore e scrittore e padre di altre eccelse opere cinematografiche del genere horror quali “Profondo Rosso” (1975), “Inferno” (1980) o Phenomena (1985), sbarca giovedì 15 novembre al Puntodivista Film Festival 2018, Teatro Adriano, Cagliari, ore 20.30. Dal profondo delle tenebre uno dei più grandi maestri viventi del thriller cinematografico sarà ospite, per la prima volta a Cagliari, del quinto appuntamento del Festival Concorso itinerante Internazionale di Cinematografia diretto da Romano Usai, per raccontare la sua personale ricerca nel linguaggio cinematografico della paura e le sue tecniche atte a suscitare una forte tensione emotiva all’interno dei suoi film, o le atmosfere inquietanti e cariche di aspettative, in una tensione sempre sospesa tra reale, orrore, fantastico e suspense. Una ricerca che porta avanti non solo attraverso le sue opere cinematografiche ma anche come scrittore. A settantotto anni il maestro dell’incubo pubblica per Mondadori il libro “Horror. Storie di Sangue, spiriti e segreti”, una raccolta di racconti che il regista visionario, autore tra le tante pellicole di successo e prestigio internazionale quali “L’uccello dalle piume di cristallo” (1970) e “Tenebre” (1982). “Nella vita ho sempre scritto, prima recensioni sui giornali, sceneggiature per altri, e poi i miei film, e ora questi racconti che sono incursioni nel mistero, dilatazioni sensoriali e psichiche, incubi e risvegli”. Dopo il suo esordio con l’autobiografia “Paura” pubblicata da Einaudi (2014), il maestro dell’incubo e del terrore ritorna alla scrittura per aprire nuove porte verso fiabe maledette, tra demoni, streghe e il sovrannaturale che si mescolano con il reale. Il suo talento cinematografico non si smentisce anche nelle sue storie scritte, abitate anche qui nei set da lui prediletti, quali i luoghi angoscianti e fantastici ma al contempo reali (Villa dei Mostri di Palagonia, gli Uffizi di Firenze, musei diroccati, palazzi barocchi, castelli del passato e grattacieli del futuro). “Conta anche il modo di scrivere. E il modo di scrivere di un regista è la macchina da presa”.

A dialogare con il maestro italiano del cinema horror sarà Italo Moscati, regista, sceneggiatore, scrittore e autore e conduttore della trasmissione di Radio2 “Alle 8 della sera” dove ha raccontato il privato e il pubblico di grandi nomi del nostro cinema come Anna Magnani, Vittorio De Sica, Federico Fellini e Pier Paolo Pasolini. Accostato spesso al grande regista inglese Alfred Hitchcock per le tante affinità in comune, quali la passione per il brivido e la cura minuziosa per l’inquadratura e la macchina da presa, Dario Argento sarà protagonista della serata insieme ad uno dei più importanti registi di tutti i tempi, a cui Moscati offre un affresco a tutto tondo nel contributo “Hitch il clown”. Un dialogo a più voci che trae spunto dal suo libro “Hitchcock, il laboratorio dei brividi”, in cui approfondisce non solo gli aspetti legati al genio che lo ha contraddistinto dietro la macchina da presa, ma soprattutto quella sregolatezza che ha caratterizzato la sua vita e la serie di capolavori quali “Gli uccelli”, “L’uomo che sapeva troppo”, “La donna che visse due volte”

Interventi interpretativi a cura di Manuela Loddo e Romano Usai. Interazioni musicali con Gianmario Solinas, tastiere, e Simone Sassu, tastiere. Durante la serata sarà proiettato il IV gruppo dei cortometraggi finalisti in concorso, selezionate dalla commissione artistica.

 

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E’ tutto pronto per la XXVII edizione di Narcao Blues, al via mercoledì 19 luglio. La formula è quella consueta: due set per serata, fino a sabato 22 luglio, con un cast che schiera nomi di spicco della scena blues internazionale e di quella nazionale, ma in cui trovano il giusto spazio anche le proposte isolane: ecco, dunque, in arrivo gli statunitensi Charlie Musselwhite, Eric Sardinas e Otis Taylor, gli italiani Fabio Treves e i T-Roosters, i sardi Francesco Piu e il duo Don Leone, mentre spetterà al camerunese Emmanuel Pi Djob, alla testa della sua Afro Soul Gang, il compito di suggellare in bellezza la manifestazione. Ma non è tutto, perché ogni serata avrà un prolungamento dopoconcerto in località Santa Croce, poco fuori Narcao (anziché al parco di Bacca Marronis, in territorio comunale di Perdaxius, come inizialmente previsto): protagonisti il duo Superdownhome, Moses Concas e il Bad Blues Quartet.

Organizzata, come sempre, dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del Comune di Narcao, la ventisettesima edizione del festival è dedicata alla memoria di James Cotton, il grande armonicista americano, protagonista in passato sul palcoscenico di Narcao Blues, venuto a mancare lo scorso marzo, quasi ottantaduenne. 

Si comincia, dunque, mercoledì 19 luglio, con una serata tutta nel segno del blues “made in Sardinia”: il compito di aprire il festival, alle 21.30, spetta al duo Don Leone, composto dai sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra e batteria), un progetto nato dopo un’intensa attività dei due musicisti su palcoscenici regionali e nazionali. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: è questa l’essenza del duo che ha recentemente dato alla luce l’EP d’esordio “Welcome to the south-west”: un titolo che fa chiaro riferimento alla zona sarda del Sulcis, territorio assetato e per larghi tratti incontaminato, con le sue aride strade di campagna sulle quali si muove l’idea dei due musicisti, strade piene di incroci, come quelle paludose della storia del blues.

La parte finale del primo set vedrà unirsi al duo Don Leone Makika (canto gutturale, scaccia pensieri e chitarra), nome d’arte del cagliaritano Carlo Spiga (che all’attività di artista visivo affianca quella di musicista), per una sonorizzazione dal vivo di un video nato dal progetto artistico “Ciak! Ciak! Kibera”, realizzato dall’associazione di arte contemporanea Cherimus, in collaborazione con Amani for Africa, nella baraccopoli di Kibera, a Nairobi: un progetto che ha coinvolto in una serie di workshop dedicati all’arte e alla musica ex bambini di strada che hanno intrapreso un percorso di recupero e di reinserimento. Durante un mese di permanenza nella capitale del Kenya, il musicista sardo Francesco Medda, meglio conosciuto col nome d’arte Arrogalla, ha condotto dei laboratori dai quali è tratto il tappeto sonoro su cui suoneranno Don Leone e Makika.

Il secondo set della serata inaugurale vedrà il festival riabbracciare uno dei suoi figli: il bluesman sassarese Francesco Piu, sul palco di Narcao per presentare la sua ultima fatica discografica, “Peace & Groove”, un album dove blues, soul, funk e gospel si miscelano con storie che raccontano d’amore, di guerra e di speranza. La stesura dei testi è stata firmata a quattro mani dal trentaseienne cantante e chitarrista con lo scrittore Salvatore Niffoi (vincitore del Premio Campiello nel 2006 con il romanzo “La vedova scalza”). Dopo svariati tour che l’hanno visto esibirsi negli Stati Uniti, Canada e nei migliori festival blues d’Europa, collezionando illustri collaborazioni (da Eric Bibb che ha prodotto il suo terzo disco, “Ma-Moo Tones”, a Tommy Emmanuel, Guy Davis e Roy Rogers) e aperture di prestigio (John Mayall, Johnny Winter, Jimmie Vaughan, Robert Cray, Derek Trucks Band, Joe Bonamassa, Charlie Musselwhite, Robben Ford, Larry Carlton, Albert Lee, Fabulous Thunderbirds, Sonny Landreth), Francesco Piu (voce, armonica, chitarra acustica e elettrica) si presenterà sul palcoscenico di piazza Europa affiancato da Gianmario Solinas (organo Hammond, pianoforte e cori), Gavino Riva (basso e cori), Giovanni Gaias (batteria e cori), Gianfranco Marongiu (percussioni) e dalle coriste Rita Casiddu, Denise Gueye, Irene e Francesca Loche.

Il momento che separa i due concerti della prima serata proporrà anche una parentesi inedita per la rassegna: tra tutti gli spettatori verranno infatti estratti, attraverso appositi tagliandi consegnati all’ingresso, i vincitori di dieci dischi di Francesco Piu, dieci di Don Leone ed altrettanti abbonamenti e magliette del festival. Un’iniziativa che Narcao Blues mette in atto per la prima volta per premiare il fedele e sempre numeroso pubblico che ogni anno frequenta la manifestazione.

Giovedì 20 l’anima di “Mister Superharp” James Cotton soffierà idealmente nella notte sulcitana con “La serata delle armoniche”. A salire per primo sul palco (inizio del concerto ore 21.30) sarà “il puma di Lambrate” Fabio Treves, tra i musicisti più importanti della scena nazionale, che ha festeggiato di recente i suoi prolifici quarant’anni di carriera (nel 2014 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano per i suoi meriti artistici), percorsi con coerenza e passione sulla lunga e tortuosa strada della “musica del diavolo”: un cammino cominciato nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fonda la Treves Blues Band con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie e i suoi impareggiabili interpreti. Unico italiano ad aver condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, il musicista milanese vanta collaborazioni con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones. Ad affiancarlo sul palcoscenico ci saranno Ale “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni).

Le stelle sul cielo di Narcao illumineranno subito dopo il genio dell’armonica Charlie Musselwhite. Nato in Mississippi nel 1944, cresciuto a Memphis ed educato nel South Side di Chicago, l’artista statunitense ha rivoluzionato sin dai primi anni Sessanta il genere, continuando a creare senza però trascurare le solide radici alla base del blues. Le sua singolare vocalità, la sua melodica armonica e il sound profondamente country blues della sua chitarra, accompagnano perfettamente le sue spesso autobiografiche e memorabili canzoni originali. Il “campione incontrastato dell’armonica blues”, che vanta al suo attivo collaborazioni con Howlin’ Wolf, Muddy Waters, Big Joe Williams, Little Walter, Sonny Boy Williamson, Tom Waits, Eddie Vedder, Ben Harper e il grande John Lee Hooker, giusto per fare qualche nome, sarà affiancato da Matt Stubbs alla chitarra, June Core alla batteria e Randy Bermudes al basso.

Serata tutta a stelle e strisce venerdì 21 luglio. Le valvole degli amplificatori inizieranno a surriscaldarsi alle 21.30 con il blues rock di Eric Sardinas, gradito ritorno per il pubblico del festival, undici anni dopo la sua precedente apparizione. Classe 1970, noto per l’uso della chitarra resofonica (strumento nato negli Stati Uniti d’America alla fine degli anni Venti) e per il suo stile originale condito dalle sue teatrali esibizioni dal vivo, il musicista di Fort Lauderdale ha la caratteristica di suonare lo strumento come ogni chitarrista destrorso, nonostante il suo forte mancinismo, elemento che ha contribuito non poco alla formazione della sua originale tecnica e del suo stile. Tra i generi che l’hanno maggiormente ispirato nello sviluppo della sua personalissima cifra stilistica ci sono il gospel, la musica della Motown e il R&B, che lo hanno spinto alla ricerca degli intensi suoni acustici del profondo sud degli Stati Uniti. Tra gli artisti che più l’hanno influenzato ci sono invece Charley Patton, Son House, Robert Johnson, Skip James, Bukka White, Big Bill Broonzy, Elmore James, Muddy Waters e Fred McDowell. È del 2014 il suo ultimo disco, “Boomerang”, pubblicato dalla Jazzhaus Records. Ad affiancare Eric Sardinas (chitarra e voce) sul palco di piazza Europa ci saranno Paul Loranger al basso e Demi Lee Solorio alla batteria.

Il secondo set registrerà un’importante esclusiva per il festival narcarese: nella sua unica data italiana, salirà infatti sul palco di piazza Europa l’eclettico Otis Taylor, affiancato per l’occasione da Mato Nanji alla chitarra, Todd Edmunds al basso elettrico e Larry Thompson alla batteria. Cantante, compositore e polistrumentista (suona la chitarra, il banjo, l’armonica e il violoncello), il musicista dell’Illinois è tra i nomi di spicco della New Wave del blues americano e indubbiamente tra i più innovativi dell’ultimo ventennio. Nato a Chicago nel 1948 e cresciuto a Denver, ha iniziato a suonare da giovanissimo, ma si è allontanato a lungo dalle scene musicali per farvi ritorno in pianta stabile solo a metà anni Novanta (il suo primo disco è del 1996). La rivista Guitar Player l’ha definito come il più importante bluesman ai giorni nostri, e questo è confermato dalle prestigiose collaborazioni che l’hanno visto condividere la scena con il chitarrista inglese Gary Moore, l’armonicista statunitense Charlie Musselwhite e la pianista giapponese Hiromi Uehara, tra gli altri. Taylor è stato nominato più volte ai Grammy come miglior artista blues e migliore polistrumentista. Il suo tredicesimo album in studio, “My World Is Gone” (Telarc International, 2013), rimarca la sua grande duttilità e originalità nel riuscire a muoversi con disinvoltura e grande classe attraverso jazz, rock, funk e altri generi, andando a creare un ibrido definito “trance blues”, spina dorsale dei suoi crudi racconti di lotta, libertà, desiderio, conflitto e, naturalmente, amore. Lo scorso febbraio è stata pubblicata la sua più recente testimonianza discografica, “Fantasizing About Being Black”, che lo conferma come una delle voci più autentiche e attente del blues contemporaneo.

La quarta e ultima serata, sabato 22, si aprirà sotto il segno dei T-Roosters, formazione italiana composta da quattro musicisti di lunga esperienza: Tiziano “Rooster Tiz” Galli (chitarra e voce), Giancarlo “Silver Head” Cova (batteria e cori), Luigi “Lillo” Rogati (basso, contrabbasso e cori) e Marcus “Bold Sound” Tondo (armoniche e cori). Il quartetto si muove alla costante ricerca dell’equilibrio fra musica e testi, fattori che si compenetrano e si accompagnano costantemente per raccontare storie quotidiane, per dipingere affreschi di vita reale e per offrire all’ascoltatore emozioni, suggestioni e interessanti spunti di riflessione. I “galli” del blues propongono uno show condito da pezzi autografi, da cronache del mondo attuale, con incursioni “intime” nello spazio profondo che ospita i sentimenti, le paure, le speranze, gli amori e le incertezze della vita quotidiana; a Narcao presenteranno la loro ultima uscita discografica, “Another Blues To Shout“, album figlio di una profonda ricerca sonora che esplora le radici della musica dell’anima, un tuffo nella tradizione con lo sguardo rivolto al presente e al futuro, filtrato dalla sensibilità dei musicisti. Nelle note di copertina del disco, Antonio Avalle definisce la musica dei T-Roosters come un’esperienza sensoriale e sonora senza precedenti, vissuta attraverso inconsueti blues calati fra le dissonanze del mondo.

A guidare le danze nell’ultimo atto del festival ci penserà l’estro di un’altra fulgida stella del panorama europeo: Emmanuel Pi Djob, vera e propria rivelazione e fenomeno mediatico degli ultimi tempi, capace di compiere un ritorno alle origini e un autentico viaggio a ritroso nella madre Africa, continente dal quale le radici più profonde del blues assorbono la loro vitale essenza. Originario del Camerun ma naturalizzato in Francia, è considerato una delle migliori voci nere in circolazione, come dimostra il grande successo ottenuto recentemente nell’edizione francese del talent show televisivo “The Voice”, nel quale ha entusiasmato pubblico e giudici in più di un’esecuzione. Originario di Dibang, Emmanuel Pi Djob fonde con freschezza il vecchio e il nuovo soul, contaminandolo con ritmi e sonorità tipiche del continente africano, creando un’atmosfera musicale che si colora di groove e grande originalità. A Narcao si presenta alla guida della sua Afro Soul Gang, formazione che sposa la robustezza del funky al soul più puro con sferzante e irriverente originalità: Bénilde Fodjo Foko al basso e alla direzione musicale, Elvis Megne Mbo Mba alle tastiere, Sébastien Debloos ai sassofoni, Michel Prandi alle chitarre, Eric Durand alle percussioni, Edwin Budon alla batteria, e le coriste Elica Skarlatova, Capucine Trotobas e Christina Rivoallanoi-Drevet.

Ogni serata la musica prosegue nello spazio dopoconcerto, anche quest’anno allestito in località Santa Croce, poco fuori Narcao. Il compito di animare le nottate di mercoledì 19 e venerdì 21, spetterà ai Superdowhhome, un duo di rural blues formatosi l’anno scorso dall’incontro tra Henry Sauda (voce, chitarra acustica, Diddley Bow e armonica) e Beppe Facchetti (cassa, rullante, tambourine e crash): un combo legato alle tradizioni, ma proiettato anche verso spazi personali e contaminati da tutto quello che è il moderno folk europeo che fa da substrato al blues rurale. 

A tenere banco, giovedì 20, sarà invece Moses Concas, musicista sardo che l’anno scorso ha conquistato pubblico e critica, vincendo l’Italia’s Got Talent con il suo trascinante mix di armonica e beatbox: una scelta stilistica maturata attraverso un percorso artistico che dalla Sardegna l’ha portato a viaggiare per l’Europa per approdare sul suo palco d’elezione, le strade di Londra, e poi al successo al talent televisivo. 

Sabato 22 chiude la serie il Bad Blues Quartet, la band cagliaritana formata da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Simone Arca (basso) e Frank Stara (batteria), che lo scorso primo giugno ha battezzato il suo disco d’esordio: un lavoro che racchiude e fonde le varie ed eterogenee influenze musicali dei membri del gruppo che, dopo aver iniziato il suo cammino suonando i brani dei grandi maestri del blues, ha iniziato presto a inserire nel suo repertorio pezzi originali, sino a farli diventare il pilastro centrale delle sue esibizioni.

I biglietti interi per le serate di giovedì 20, venerdì 21 e sabato 22 luglio costano dodici euro, dieci i ridotti; prezzo promozionale per la serata inaugurale di mercoledì 19: l’ingresso per la “Sardinian Blues Night” costa infatti cinque euro. Trenta euro, invece, il prezzo dell’abbonamento per le quattro serate. Prevendita online e nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna.