Audizione in quinta commissione dei produttori di sughero sui problemi della filiera e sul progetto-pilota “#Sardegna Green Forest”.
«Per rispondere alla crisi profonda che ha colpito la filiera del sughero, pianta storica della Sardegna che da sempre dà lavoro e migliora l’ambiente, occorre un nuovo progetto che in continuità con la nostra tradizione secolare incrementi qualità e quantità della materia prima nel quadro di una riforestazione della Sardegna più attenta a questa preziosa risorsa.»
Lo ha affermato Giovan Battista Giannottu, rappresentante dell’Associazione produttori sughero, aprendo il ciclo delle audizioni che la Quinta Commissione (Attività produttive), presieduta dall’on. Luigi Lotto (Pd), ha dedicato alle problematiche del comparto.
Giannottu ha poi illustrato le linee principali del progetto di rilancio del settore che l’Associazione ha voluto portare all’attenzione della Commissione: formazione professionale, valorizzazione degli ambiti territoriali del sughero, miglioramento della qualità e della quantità della materia prima, incremento della produzione energetica da bio-masse con l’utilizzo degli scarti forestali.
«Vorremmo che la politica e le Istituzioni sostenessero questo progetto – ha aggiunto il rappresentante dei produttori di sughero – per alcuni ragioni tanto semplici quanto importanti: è un progetto mediamente cantierabile in appena 90 giorni, può dare una forte spinta all’occupazione nel pieno rispetto dell’ambiente e far riemergere conoscenze e professionalità fortemente legate alle vocazioni dei territori ma ora a rischio di estinzione».
Il migliore contesto in cui collocare questo progetto strategico è, secondo Giannottu, il nuovo Piano di sviluppo rurale (Psr) che, ha sottolineato, «non deve ripetere gli errori del passato, anche di quello recente legato alla programmazione 2007-2013 che, per alcuni aspetti relativi al sughero, si è rivelata molto negativa. Sia perché, in assenza di una agenzia regionale di settore, molti progetti si sono arenati a causa di differenti valutazioni sui terreni espressi dall’Agea nazionale e dalla Forestale, sia per la farraginosità delle procedure e dei sopralluoghi effettuati da Enti pubblici diversi in tempi eccessivamente lunghi». «Un quadro complessivo – ha concluso Giannottu – che rende oggettivamente impossibile rispettare la scadenza del 31 dicembre di quest’anno per l’istruttoria delle pratiche; ci saranno sicuramente molte rinunce di imprenditori scoraggiati. Motivo in più per ripartire su basi completamente nuove.»
Gianna Masu, esperta di diritto e politiche comunitarie, ha invece messo l’accento sul fatto che, «negli ultimi tre cicli di programmazione europea la Sardegna ha sottovalutato i problemi e le difficoltà del settore, ora aggravate dalla crisi globale. Una tendenza che bisogna invertire».
Nel breve termine, ha suggerito la Masu, «è necessaria la rimodulazione dei fondi Ue 2007-2013, per scongiurarne il disimpegno e far scattare l’obbligo di utilizzo delle risorse entro il 31.12.2015; sotto questo profilo il progetto #Sardegna Green Forest rappresenta una prima risposta con prospettive strategiche. Poi, occorre una presenza incisiva nelle sedi decisionali comunitarie dove, ad esempio, le questioni specifiche del comparto sono state separate da quelle del legno grazie alle pressioni di un grande produttore di sughero come il Portogallo. Mentre invece, a livello nazionale, questa distinzione non c’è ed è una stortura che va corretta».
Sulla Pac (Politica agricola comunitaria), la dottoressa Masu ha definito “debole” il documento che il governo regionale ha inviato alla Ue nel luglio scorso, «soprattutto perché non tiene conto della nuova normativa comunitaria in materia di aiuti di stato decisamente più flessibile e con meno vincoli proprio nel settore del sughero, ma anche per la scarsa dotazione finanziaria. Manca, insomma, un segnale forte».
Giuseppe Madeddu, rappresentante della #Cooperativa sociale San Lorenzo di Iglesias, ha portato all’attenzione della Commissione la significativa esperienza di una nuova impresa che, dal 2009 (e dalle ceneri della #Rockwoll) è ormai ad un passo dal ritorno sul mercato grazie alla produzione di bio-pannelli per l’edilizia, di cui il sughero è un elemento essenziale. «Un progetto fortemente innovativo – ha ricordato Madeddu – che nasce dalla collaborazione con Sardegna Ricerche e da uno studio attento del mercato dove c’è una fortissima domanda di questo prodotto, basti pensare che ne importiamo ben 300.000 metri cubi l’anno provenienti dagli abeti della Germania. Ma il nostro sughero è decisamente migliore e costerà anche meno perché la centrale che servirà i nostri impianti sarà alimentata da materiali forestali di scarto.»
«Ad ottobre – ha annunciato ancora Madeddu – inizieranno i lavori, finanziati con 10 milioni di euro dal sistema creditizio, per la realizzazione della centrale a bio-masse con i primi 30 occupati e a breve avvieremo la produzione. Per il sughero, e per quello sardo in particolare, questo è un momento cruciale: in Portogallo ci lavorano 100.000 persone e ormai stanno venendo qui per comprare la materia prima. Senza dimenticare, in riferimento al nostro specifico di cooperativa sociale, che grazie a questo progetto stiamo per raggiungere il nostro primo grande obiettivo, trasformare l’assistenza in lavoro.»
«Il sughero è una industria attiva in Sardegna da 150 anni, sopravvissuta a tutti i cicli economici senza consumare un metro di territorio o abbattere una pianta – ha esordito Nino Scampuddu, rappresentante del sugherificio Molinas Spa, una delle maggiori aziende del settore con oltre 300 dipendenti diretti più un vastissimo indotto -. In questi anni il Portogallo ha investito molto sul sughero ed ha ottenuto grandi risultati, la Sardegna purtroppo non ha saputo fare altrettanto. Qui da noi la materia prima è sempre più scarsa e molte aziende sono state costrette a chiudere, mentre quelle ancora sul mercato faticano a reggere la concorrenza sempre più aggressiva di nuovi prodotti a basso costo come i tappi in plastica o quelli a vite.»
«Ma noi – ha concluso – vogliamo ripartire migliorando ancora la qualità del sughero sardo e, col nostro progetto-pilota, pensiamo di poter avere buoni risultati fin dalla prossima stagione.»
Nel dibattito successivo hanno preso la parola gli onorevoli Gianluigi Rubiu (Udc), Pier Mario Manca (Sardegna Vera) e Modesto Fenu (Zona Franca). In conclusione il presidente on. Luigi Lotto ha assicurato il massimo impegno della Commissione, di concerto con l’assessorato dell’Agricoltura, per assicurare al settore sugheriero, particolarmente in grado di rappresentare una Sardegna che «vuole guardare al futuro con una industria capace di assicurare il pieno rispetto dell’ambiente», la massima attenzione delle Regione.