22 December, 2024
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«Le coste rappresentano per la Sardegna un patrimonio ambientale ed economico di enorme importanza, perciò dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra la necessità di tutelare i litorali ed un giusto utilizzo, che possa contribuire allo sviluppo e crei opportunità per la nostra economia.»
Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, aprendo i lavori del convegno “Approfondire e condividere le buone pratiche sulla gestione integrata delle zone costiere”, organizzato dalla Regione nell’ambito del progetto “Maregot” (Management dei rischi derivanti dall’erosione costiera e azioni di governance transfrontaliera).

Il progetto, finanziato coi fondi del Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale), è finalizzato alla prevenzione e gestione congiunta dei rischi derivanti dall’erosione costiera nell’area marittima che, oltre la Sardegna, interessa Corsica, Liguria, Toscana e regione Paca (Provenza, Alpi, Costa Azzurra).

«Migliorando la conoscenza dei fenomeni erosivi, della dinamica dei litorali e dei sistemi di monitoraggio si possono definire le strategie e i piani di intervento – ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis -. Il rischio dell’erosione costiera riguarda, ovviamente, anche la nostra Isola e la Giunta regionale è impegnata a preservare, tutelare e valorizzare le risorse naturali, promuovendo uno sviluppo economico sostenibile dei territori.»

Nel corso dell’incontro, si è parlato anche di salvaguardia delle spiagge, con un focus sulla posidonia, di gestione integrata delle aree marine protette e sono stati condivisi i risultati dei progetti finanziati.

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Domani 21 gennaio, alle 9.30, nella Sala Anfiteatro in via Roma 253 a Cagliari, l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, aprirà i lavori del convegno “Approfondire e condividere le buone pratiche sulla gestione integrata delle zone costiere”, organizzato dalla Regione nell’ambito del progetto “Maregot”, finalizzato alla prevenzione e gestione congiunta dei rischi derivanti dall’erosione costiera. Nel corso dell’incontro, si parlerà anche di salvaguardia delle spiagge, con un focus sulla posidonia, e verranno condivisi i risultati dei progetti finanziati.

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«Le università svolgono un importante ruolo nel promuovere e rafforzare la comprensione e il coinvolgimento della società nei confronti degli obiettivi di sostenibilità. Inoltre, studenti e comunità locali possono essere fortemente influenzati dal modo in cui le istituzioni accademiche operano e implementano politiche ambientali e di sostenibilità sociale.»

Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, nell’incontro con Maria Del Zompo, rettore dell’Università di Cagliari, durante il quale è stato affrontato il tema della ‘Strategia nazionale per lo Sviluppo sostenibile’, che coinvolge tutte le istituzioni regionali.

L’assessorato regionale dell’Ambiente, che coordina l’elaborazione della strategia nell’Isola, ha ottenuto dal Ministero uno stanziamento di 210mila euro per il progetto “Verso la Strategia regionale per lo Sviluppo sostenibile” da realizzare entro marzo 2021, mentre i due atenei sardi hanno aderito alla ‘Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile’.

«La collaborazione con università ed enti di ricerca operativi in Sardegna rafforza il processo verso lo sviluppo sostenibile della nostra Isola, consentendoci di individuare strumenti e azioni innovative, nonché ampliare le ricadute occupazionali per i nuovi laureati – ha spiegato l’assessore Gianni Lampis -. Per formalizzare la collaborazione sarà opportuno sottoscrivere un accordo di collaborazione quadro, individuando almeno tre linee di azione: attività per accrescere la sostenibilità dell’università, che prevede, tra le altre cose, mobilità sostenibile, efficienza energetica, sensibilizzazione verso comportamenti responsabili dei dipendenti e degli utenti; attività per qualificare l’offerta formativa verso lo sviluppo sostenibile (didattica, percorsi di aggiornamento, ricerca, valorizzazione delle tesi di laurea e di dottorato); attività nel territorio con enti locali, associazioni ed imprese.»

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Il presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, ha espresso soddisfazione per il superamento dell’ultimo ostacolo tecnico ambientale alla realizzazione del tratto nord della dorsale che porterà il metano in Sardegna.

«Con il parere favorevole di compatibilità ambientale della Commissione tecnica nazionale sul progetto della rete metano della Sardegna nord si compie un altro passo fondamentale per la realizzazione in tempi brevi di un’opera strategica per lo sviluppo dell’Isola.»

Il decreto di valutazione di impatto ambientale per il tratto sud della rete, che ha già superato tutte le verifiche tecniche, è già pronto per la firma al ministero dell’Ambiente, mentre quello del tratto nord sarà preparato nei prossimi giorni.

«Con questo esame sul progetto della rete si conclude la fase tecnica e si compongono tutti i tasselli per arrivare alle decisive firme dei Ministri competenti – ha aggiunto il presidente Christian Solinas -. In pochi mesi, da quando l’attuale Giunta regionale ha preso in carico il progetto metano, sono stati superati tutti i problemi tecnici, recuperando il tempo perso. Terminato l’iter procedurale, con la realizzazione delle infrastrutture, si potrà programmare il futuro energetico della Sardegna.»

Resta de definire il nodo relativo al prezzo che i Sardi dovranno sostenere per le forniture: «Su questo tema – aggiunge il Presidente -, continueremo la nostra battaglia in ogni sede per vedere riconosciuto un regime favorevole a chi vive e lavora nella nostra regione, tale da mettere i Sardi nelle medesime condizioni delle famiglie e delle imprese del resto d’Italia, e per colmare il divario del prezzo dell’energia fino ad ora subito, e che ha rappresentato una forte penalità per il nostro tessuto produttivo».

«La valutazione positiva della Commissione tecnica rappresenta il naturale apprezzamento per il lavoro svolto in questi mesi dall’assessorato della Difesa dell’Ambiente, che ha riservato assoluta priorità all’istruttoria tecnico-amministrativa – ha evidenziato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis -. In questi primi mesi di legislatura abbiamo dimostrato come le prospettive di crescita e di sviluppo della Sardegna siano conciliabili con le esigenze di tutela dell’ambiente e del paesaggio. L’infrastruttura energivora verrà realizzata con le dovute prescrizioni chieste dalla Regione e non ci sarà alcun impatto negativo. Si tratta di opere prevalentemente interrate, perciò tutte le piante saranno preservate e rimesse a dimora, e i siti di interesse comunitario e quelli archeologici coinvolti non saranno in alcun modo alterati.»

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Il consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi, vice presidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale, interviene nel dibattito in corso sulla proposta di legge sulla posidonia spiaggiata.

«Sulla carta uno strumento utile e rispettoso dell’ambiente costiero, di fatto un lasciapassare che consentirà a chiunque di decidere del futuro delle spiagge sarde pur non avendo alcuna competenza in materia. Da un’attenta lettura dei diversi punti contenuti in questa proposta di legge è chiaro che è stata elaborata ignorando completamente il parere degli esperti in materia, ma fatto ancora più grave è che tra le numerose alternative proposte è presente anche il conferimento della posidonia in discarica. Un’opzione inaccettabile, in totale contrasto con quanto disposto dal decreto “Salvamare” in via di approvazione al Senato grazie all’impegno in Commissione Ambiente della portavoce del M5S Paola Deiana: norma sovraordinata a cui la Regione Sardegna dovrà obbligatoriamente adeguarsi e che ha trovato anche l’approvazione dell’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis, che già lo scorso giugno ad Alghero in occasione della visita del ministro Costa aveva espresso la sua soddisfazione. Al contrario, la proposta di legge del Psd’Az tratta ancora una volta la posidonia alla stregua di un rifiuto e non come una presenza di fondamentale importanza per preservare le nostre spiagge dall’erosione costiera.»

«I proponenti hanno presentato questo provvedimento come un modello virtuoso di riciclaggio della pianta marina, ma se andiamo oltre le apparenze notiamo che la posidonia è destinata a finire tutta in discarica. Infatti all’articolo 1 comma 3 si afferma che i comuni o i titolari di concessioni demaniali, al termine della stagione balneare, devono provvedere al riposizionamento della posidonia nella spiaggia di provenienza per evitare fenomeni di erosione. Tuttavia nel comma seguente si specifica che qualora, per motivi tecnici o economici, ritengano sia necessario optare per la rimozione permanente devono conferire la posidonia prioritariamente negli impianti di recupero e riciclaggio. Ma nel caso in cui le due opzioni sopra descritte non siano percorribili, gli stessi possono procedere allo smaltimento in discarica. Quindi saranno gli stessi comuni (con che competenza?) a poter optare per la rimozione permanente e quindi per il conferimento in discarica.»

«Quanti saranno i Comuni e i titolari di concessioni demaniali che potendo scegliere preferiranno sostenere i costi per il trasporto di questo materiale nei depositi di recupero e riciclaggio? Anche perché – sottolinea Roberto Li Gioi – l’unico impianto di recupero e riciclaggio della posidonia si trova a Quartu. Voi riuscite a immaginare i Comuni e i titolari di concessioni demaniali della Sardegna caricare a proprie spese dei camion per portare la posidonia sino a Quartu? Magari da Alghero, da Olbia o da Orosei? Credo che questa proposta di legge equivalga ad un “fate pure come volete”.»

«Ma soprattutto – sottolinea il consigliere M5S -, stiamo perdendo tempo a discutere una proposta di legge sbagliata che per una materia così delicata si avvale dell’incompetenza comunale, come precisato anche dai massimi esperti regionali con i quali abbiamo avuto la fortuna di confrontarci in Commissione. Gli stessi hanno proposto di affidare la competenza alla Regione Sardegna e di elaborare un “Piano costiero regionale”. Questo perché le spiagge presentano caratteristiche diverse l’una dall’altra dalle quali non si può prescindere. Gli studiosi hanno inoltre offerto gratuitamente la loro consulenza come direttori dei lavori per curare i particolari progetti relativi ad ogni singola spiaggia».

«In Sardegna abbiamo 1.897 km di costa, 495 km sono spiagge. Di questi 160 km sono spiagge in forte modificazione, e 50 km sono già in forte e fortissima erosione. Sono dati che ci devono far riflettere. Dobbiamo lavorare ad una legge regionale che guardi al futuro – conclude Roberto Li Gioi – una legge che permetterà anche ai nostri figli di godere delle nostre spiagge, di questo passo destinate invece a scomparire assestando al contempo un colpo mortale alla nostra economia turistica e balneare.»

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«La piattaforma di Villacidro costituisce una realtà importante nel ciclo di gestione dei rifiuti prodotti nel centro-sud della Sardegna e riceve i rifiuti indifferenziati, organico e imballaggi dal Sud Sardegna e dalla Città metropolitana di Cagliari.»

Lo ha ricordato questa mattina l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, durante la visita all’impianto di trattamento dei rifiuti, accompagnato da Franco Gioi, presidente di Villaservice (società pubblica che ha in gestione gli impianti di proprietà del Consorzio industriale di Villacidro), Marta Cabriolu, sindaco di Villacidro e presidente dell’assemblea dei soci, e Luca Argiolas, presidente del Consorzio industriale.

«Per la prima volta un assessore regionale ha deciso di rendersi conto di persona dello stato degli impianti, che ormai hanno vent’anni di vita, con l’obiettivo di individuare adeguate soluzioni per rendere più efficiente la gestione dei rifiuti urbani conferiti – ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis -. Nel nuovo Piano regionale dei rifiuti la discarica di Villacidro, dove la gestione dell’umido è già un’eccellenza, avrà un ruolo centrale e grandi investimenti andranno fatti per un’ulteriore specializzazione nel riciclo della plastica e della carta/cartone. Perciò, recentemente, abbiamo approvato un finanziamento di 250mila euro da utilizzare per l‘efficientamento del sistema di differenziazione dei rifiuti.»

«La politica regionale non può trascurare che questo impianto svolge anche un decisivo ruolo sociale, oltre che economico, in un territorio dove si registra una grave crisi occupazionale. Perciò, occorrono progettualità e investimenti nell’ottica del riciclo e del riuso, anche per tutelare i livelli occupazionali garantiti dall’impianto. Seppure mi dispiaccia che due Comuni abbiano deciso di uscire dalla società proprio in questa fase, devo evidenziare con piacere il ritrovato dialogo delle componenti istituzionali con cui la Giunta regionale intende collaborare per il rilancio delle attività della società Villaservice», ha concluso l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente.

Al termine, l’assessore Gianni Lampis ha incontrato i lavoratori dell’impianto, assicurando il massimo supporto nell’attuare le soluzioni proposte dalla proprietà e dal gestore dell’impianto.

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Questa mattina l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, si è recato a Sant’Antioco per un sopralluogo dove, lo scorso 21 dicembre, si è incagliata la nave mercantile ”Cdry blue”. Ha poi partecipato ad un incontro in Municipio, con il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci ed i rappresentanti della Capitaneria, dell’Arpas, del Corpo forestale e della Protezione civile.

«Nessun danno ambientale: i campionamenti effettuati, anche ieri, dai tecnici dell’Arpas escludono la presenza di idrocarburi sul fondale e nell’acqua di superficie. Ovviamente, i controlli proseguiranno fino al termine delle operazioni di recupero», ha detto l’assessore regionale dell’ambiente, Gianni Lampis.

«Dopo l’incidente – ha sottolineato l’assessore Gianni Lampis – la Giunta regionale ha monitorato immediatamente la situazione, al fianco dell’Amministrazione comunale, tenendosi informata sulle operazioni realizzate per tutelare l’integrità ambientale, che finora hanno consentito di ridimensionare i rischi di inquinamento.»

«Un meritato riconoscimento va a chi, in questi giorni, si è prodigato, in perfetta collaborazione, per evitare gravi danni ambientali: gli uomini della Capitaneria e degli organismi regionali Arpas, Forestale e Protezione civile. Ora puntiamo alla chiusura in tempi brevi di un’emergenza che è stata affrontata nel migliore dei modi e con capacità professionale», ha concluso l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente.

 

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Domani (mercoledì 8 gennaio), alle 10.00, l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, sarà a Sant’Antioco per effettuare un sopralluogo dove, lo scorso 21 dicembre, si è incagliata la nave mercantile ”Cdry blue”: Dopo parteciperà ad un incontro in Municipio. Saranno presenti, oltre al sindaco di Sant’Antioco, i rappresentanti della Capitaneria, dell’Arpas, del Corpo forestale e della Protezione civile.

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«Stiamo lavorando perché la nostra Isola diventi un centro di riferimento nazionale per i progetti legati a ricerca e innovazione nel settore aerospaziale e siamo impegnati quotidianamente per creare le condizioni affinché si sviluppi sempre più un ecosistema attrattivo che ci permetta di cogliere le sfide tecnologiche globali, anche grazie alla collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana (Asi) e il Dass, il Distretto aerospaziale della Sardegna.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo l’approvazione da parte della Giunta regionale della delibera sulla compatibilità ambientale per la costruzione di un banco di prova per motori a liquido (LRE, Liquid rocket engines) e di un impianto per la realizzazione di componenti in carbon-carbon nel comune di Perdasdefogu.

Il documento, approvato su proposta dell’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, descrive l’intervento – il cui costo complessivo è stimato in 33 milioni di euro – che si inserisce nell’attuazione del progetto di ricerca e sviluppo “Space Propulsion Test Facility (SPTF)” cofinanziato dalla Regione, dal ministero per lo Sviluppo economico e dalla società proponente Avio Spa.

La durata dei lavori di realizzazione delle opere è di 18 mesi e nei primi tre anni di svolgimento del progetto prevede l’impiego di 21 persone, che arriveranno fino a 35 unità lavorative altamente specializzate, rappresentate da ingegneri, chimici, informatici, e tecnici.

L’area dove sarà realizzata l’opera ha un estensione di circa 6,5 ettari all’interno del Poligono sperimentale di interforze di Salto di Quirra. Il banco di prova LRE è destinato all’esecuzione di test per lo sviluppo e la qualifica di motori aerospaziali a propulsione liquida: si tratta di motori alimentati a propellenti criogenici ad alto contenuto tecnologico e di innovazione.

«Abbiamo creduto in questa iniziativa, oltre che per l’indiscutibile valenza tecnologica in grado di dare una nuova prospettiva alla ricerca in Sardegna, anche per le ricadute socio-economiche attese sul territorio. Siamo convinti di assicurare una nuova prospettiva di crescita e occupazione e per questo abbiamo coinvolto le amministrazioni locali», ha puntualizzato l’assessore Gianni Lampis.

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«La Sardegna non accoglie rifiuti provenienti da altre regioni italiane.»
Dal presidente della Regione, Christian Solinas, arriva un’inequivocabile chiusura ad ogni ipotesi di coinvolgimento della Sardegna nell’accoglienza e smaltimento di rifiuti urbani, anche in presenza di uno stato di emergenza di altre Regioni.

In Sardegna gli impianti autorizzati per il trattamento dei rifiuti urbani non compostati e non differenziati hanno una potenzialità limitata alle esigenze del bacino territoriale sardo, si legge in una nota della Regione. Non sono disponibili volumetrie eccedenti il fabbisogno isolano e le risultanze dei rapporti sulla gestione dei rifiuti urbani di Ispra e Arpa Sardegna non consentono di dar corso alla richiesta di accordo per alcun tipo di rifiuto.

La posizione della Regione è espressa in una lettera che l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, ha scritto in risposta alla richiesta della Direzione Politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, escludendo nel modo più categorico che i rifiuti romani, come proposto dall’Ama (azienda municipalizzata dei rifiuti della Capitale), possano essere smaltiti nella nostra Isola.

«Il Corpo forestale – conclude il presidente Christian Solinas – è al lavoro incessantemente, in tutte le aree della Sardegna, per vigilare sulla regolarità degli impianti che operano nel settore dei rifiuti, garantendo il livello massimo di sorveglianza a tutela della salute pubblica e dell’ambiente.»