23 December, 2024
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Il 18 dicembre, si è conclusa la fase sperimentale del progetto di formazione reciproca fra l’Enel-Distribuzione, società che gestisce la rete elettrica di media e bassa tensione, ed il Corpo forestale e di vigilanza ambientale.
Terminata la I fase pilota, l’attività di formazione andrà a pieno regime con l’inizio del nuovo anno e coinvolgerà qualche centinaia di discenti della società elettrica e dell’istituzione forestale.

L’incontro, fra le rappresentanze qualificate dell’Enel-Distribuzione e del Corpo forestale della Regione Sardegna, è stato fortemente voluto dall’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Lampis.
L’Assessore, attraverso la sigla di un protocollo di collaborazione, fra Assessorato e società elettrica, ha favorito la convergenza di due strutture, capillarmente distribuite sul territorio, in un’ottica di collaborazione antincendi e di protezione civile.

Al primo seminario formativo, tenuto da tecnici dell’Enel presso il Centro di addestramento operativo (CAO) di Cagliari, è seguito il seminario tenuto, da ufficiali e sottufficiali del Corpo, presso la Direzione generale del Cfva di via Biasi in Cagliari.
Nell’occasione il personale forestale ha illustrato temi quali: i rischi d’incendio, le tecniche di spegnimento e le investigazioni; delicati settori in cui gli operatori del Corpo e quelli della società elettrica si trovano a dover interagire in situazioni di emergenza.

A conclusione della giornata, il comandante del Corpo forestale, dottor Antonio Casula, ha espresso grande soddisfazione per il reciproco arricchimento culturale e operativo e per il contributo che la partecipazione di E-Distribuzione potrà apportare al sistema regionale antincendio anche nella prevenzione e nella sorveglianza del territorio.

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Anche il Movimento 5 Stelle interviene sulla vicenda dei fanghi fognari “importati” dalla Campania e dalla Puglia per essere scaricati nella piana di Magomadas, denunciata con documentazione video-fotografica dall’ex presidente della Regione Mauro Pili.

«Un presunto sversamento di rifiuti fognari provenienti da altre regioni italiane e interrati nella piana di Magomadas, in piena campagna – scrive in una nota l’on. Alessandro Solinas -. È una vicenda inquietante quella denunciata in questi giorni dagli organi di stampa e dagli abitanti della zona dell’Oristanese, stanchi di dover sopportare soffocanti miasmi e preoccupati dal continuo viavai di camion provenienti dai porti di Cagliari e Olbia, presumibilmente carichi di fanghi di dubbia provenienza. Sembrerebbe si tratti di residui fognari che arrivano principalmente da Puglia e Campania e che andrebbero smaltiti a norma di legge all’interno di appositi impianti certificati. Sempre secondo quanto riportato dalla stampa, sembrerebbe invece che questi fanghi vengano trattati in assenza delle apposite vasche in cemento, ovvero pericolosamente riversati in una buca profonda non meno di due metri e a contatto con il terreno.»

«La Sardegna è già balzata alle cronache per aver smaltito rifiuti speciali pericolosi, tra cui fanghi di depurazione, provenienti da altre zone d’Italia: a fine 2018 la Procura di Tempio ha notificato l’apertura delle indagini al Cipnes per la discarica di Spiritu Santu. La Regione Sardegna è al corrente del rischio che si sta correndo? – aggiunge Alessandro Solinas -. Cosa sta accadendo oggi nella piana a pochi chilometri da Bosa, una delle zone più rinomate della Costa nord-occidentale della Sardegna in cui sono presenti diverse aziende agricole? Gli assessori all’Ambiente Lampis e alla Sanità Nieddu sono a conoscenza di quanto sta accadendo? È necessario avviare urgenti e specifiche indagini per accertare la natura dei materiali depositati e l’eventuale pericolo per la salute pubblica.»

Alessandro Solinas ha presentato un’interrogazione sottoscritta dai colleghi Desirè Manca, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa, con l’appoggio dei portavoce alla camera dei deputati Lucia Scanu, Luciano Cadeddu ed Alberto Manca, per chiedere che venga fatta assoluta chiarezza su questa vicenda sconcertante.

«Non siamo contrari al riuso e al riciclo se queste pratiche consentono di far nascere nuove realtà produttive ma alla luce di quanto accaduto chiediamo venga fatta chiarezza. Dobbiamo bloccare una volta per tutte questo circuito di smaltimento di rifiuti speciali provenienti dalle altre regioni italiane. La Sardegna – conclude Alessandro Solinas – non diventerà la pattumiera d’Italia, non lo permetteremo.»

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La fortissima denuncia fatta dall’ex presidente della Regione, Mauro Pili, sul traffico dei fanghi fognari dalla Campania e dalla Puglia alla Planargia, nel territorio di Magomadas, sta avendo un’eco sempre più vasta che ha valicato fin da ieri i confini regionali, sui media nazionali e sui social, ed ha raggiunto anche il Palazzo del Consiglio regionale. Stamane, 6 consiglieri regionali del Partito Sardo d’Azione, Stefano Schirru, Nanni Lancioni, Franco Mula, Piero Maieli, Giovanni Satta e Fabio Usai, hanno presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta all’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, relativa «allo sversamento di fanghi fognari nella pianura di Magomadas».

«Nella pianura di Magomadas nel 2017 è stata autorizzata l’installazione di un impianto per lo smaltimento di rifiuti speciali per 80.000 tonnellate di fanghi da essiccare, ossia per un quantitativo ben superiore a quello che produce l’intera Sardegna – spiega l’on. Fabio Usai, uno dei sei sottoscrittori dell’interrogazione -. Nella piana di Magomadas, situata a pochi km da Bosa, una delle zone turistiche più rinomate della costa nord-occidentale, sono presenti aziende agricole che vedono nella pastorizia e nelle pregiate vigne la loro attività principale.»

«Di fatto, la Sardegna è entrata a pieno titolo, nel circuito dello smaltimento illegale di rifiuti – si legge nell’interrogazione -; in questo momento storico in cui milioni di ragazzi di tutto il mondo manifestano per la difesa dell’ambiente, i cittadini sardi devono avere la certezza che, in nessuna zona dell’Isola, avvengano illeciti di questo tipo e chiedono, oggi più che mai, di poter far crescere i propri figli senza dover temere per la loro incolumità e la loro salute; considerato che tali discariche risultano essere autentiche bombe ecologiche che violentano il nostro splendido territorio, la Regione, per quanto di competenza, si deve attivare al fine di ridare alle popolazioni che hanno subito l’inquinamento di quei terreni la sicurezza che in quei luoghi non vengano più sversati fanghi fognari o nessun altro tipo di sostanza tossica.»

«Abbiamo chiesto all’assessore della Difesa dell’Ambiente – conclude Fabio Usai – se sia a conoscenza della situazione descritta e quali azioni intenda porre in essere, al fine di trovare una soluzione a tale problematica.»

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«Ancora promesse vuote e prive di ogni fondamento. Il presidente Solinas garantisce ai cittadini olbiesi che entro gennaio la Giunta inizierà a lavorare alla definizione del piano anti alluvione della città di Olbia. Per fortuna ha parlato di gennaio e non di maggio, perché altrimenti sarebbe stato naturale dire “A Maggiu mai’.»

Lo ha detto Roberto Li Gioi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle.

«Una promessa che ha tutta l’aria di una presa in giro – ha aggiunto Roberto Li Gioi -. Prima dovremmo aspettare gennaio,  poi la nomina di un sub commissario, in seguito dotarlo persino di una struttura che sia in grado di assisterlo. In tempi brevi dovrà accadere tutto questo. E noi dovremmo affidare le vite degli olbiesi a queste parole al vento? Solinas, in qualità di Commissario di governo contro il dissesto idrogeologico, dal suo insediamento non ha mai sollecitato  il completamento del piano anti alluvione, un progetto che attualmente sta facendo la muffa negli uffici regionali in attesa della Valutazione di impatto ambientale. L’inerzia della Regione prosegue senza vergogna nonostante sia arrivata persino la bacchettata da parte della Corte dei conti, a ricordarci che gli interventi anti alluvione finanziati dallo Stato per oltre 125 milioni di euro sono a rischio. Se le opere non verranno appaltate entro un anno, Olbia perderà il finanziamento.»

«La Via al progetto che potrebbe evitare nuove vittime stenta ad arrivare; eppure manca soltanto il sì della Giunta su proposta dell’assessore Gianni Lampis – ha rimarcato Roberto Li Gioi -. L’assessore dell’Ambiente ed il presidente Christian Solinas stanno deliberatamente prendendo tempo. Dobbiamo supporre che vogliano ricorrere a procedure in deroga rispetto alle normative? Il presidente  venga al più presto in aula per esporre quelle che sono le sue intenzioni circa la messa in sicurezza della città di Olbia, in quanto sono passati già più sei anni dall’evento che ha segnato per sempre le nostre vite”.

«Lo scorso 13 settembre ho presentato un’interrogazione per sollecitare la messa in sicurezza della città, che tutt’ora è senza risposta. Ci troviamo di fronte a una situazione gravissima – ha concluso Roberto Li Gioi -. La Giunta sta mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini olbiesi.»

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«Una discarica che si estende per 15mila metri quadri e nella quale sono stati accumulati negli anni oltre 34mila metri cubi di rifiuti di vario genere. È una vera e propria bomba ecologica ad altissimo potenziale esplosivo la discarica in località Su Donnigheddu, nel territorio del comune di Golfo Aranci. Numerosi terreni limitrofi, presumibilmente già compromessi dall’inquinamento, sono coltivati a vigneto, adibiti ad orto o utilizzati per il pascolo di bovini. Attorno a questa enorme pattumiera vivono stabilmente un centinaio di famiglie, in una situazione al limite dell’emergenza sanitaria.

Da oltre trent’anni gli abitanti di Golfo Aranci vivono questo dramma mettendo a rischio la propria salute, senza che la Regione abbia mai dato risposte valide a questa emergenza. I necessari interventi di bonifica sono ancora sulla carta, mai attuati”.

La situazione è al limite della decenza: il percolato derivante dalla discarica confluisce nel torrente Su Laccu che sfocia nella spiaggia di “Marinella”. Suolo, sottosuolo, acqua e aria rischiano di essere gravemente compromesse, il rischio per la salute pubblica è enorme.»

A denunciare l’ennesima emergenza ambientale del Nord Sardegna è il consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi, che ha presentato un’interrogazione, con richiesta di risposta scritta, indirizzata agli assessori dell’Ambiente Gianni Lampis e della Sanità Mario Nieddu.

Roberto Li Gioi chiede agli assessori se siano a conoscenza dell’esistenza della discarica abusiva di Su Donnigheddu, e come mai non sia già stata pianificata un’indagine attenta dei rischi e accertata la natura dei rifiuti accumulati.

«Poiché la Giunta regionale – spiega il consigliere del M5S – con la deliberazione n. 49/21 del 26 novembre 2013 ha stanziato al comune di Golfo Aranci 50mila euro per l’integrazione delle indagini del Piano di caratterizzazione, la messa in sicurezza di emergenza, e l’effettuazione dell’analisi di rischio, non si capisce per quale motivo la situazione non sia mai stata affrontata. A maggior ragione dal momento che la discarica risulta censita nel Piano regionale di Bonifica delle Aree Inquinate. La bonifica dei siti inquinati deve costituire uno degli obiettivi strategici della Giunta, sia per garantire la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente, sia per permettere la riconversione del territorio ai fini del suo sviluppo economico e produttivo. Il primo passo da compiere è quello di provvedere con urgenza alla rimozione dei rifiuti per evitare che il danno ambientale diventi ancora più grave, assicurandosi che le operazioni si svolgano nel pieno rispetto di tutte le normative regionali, statali e europee.»

Roberto Li Gioi  infine, chiede agli assessori Gianni Lampis e Mario Nieddu quali azioni intendano porre in atto «per recuperare questa parte del territorio della Sardegna, caratterizzata da beni paesaggistici e ambientali di alto pregio, in modo che possa essere restituita al più presto ai sardi».

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Prosegue, dopo la firma del protocollo dello scorso 1 agosto, l’attività di collaborazione tra il Corpo forestale e la società ”E-distribuzione” del Gruppo Enel, che gestisce la rete di media e bassa tensione, in materia di prevenzione incendi, impatto ambientale e miglioramento della qualità del servizio elettrico.

Sia il Corpo forestale che E-Distribuzione hanno presidi nell’intero territorio regionale: il personale forestale può trovarsi ad operare vicino ad impianti elettrici in tensione durante le attività di spegnimento degli incendi e la società del Gruppo Enel ha il compito di garantire la continuità del servizio elettrico. Il Protocollo, che durerà due anni, prevede l’ottimizzazione dei flussi informativi per migliorare efficienza ed efficacia operativa in caso di emergenza e nell’attività di prevenzione degli incendi. Sono previste attività di consulenza reciproca, anche in materia di prescrizioni regionali antincendio e delle attività di taglio delle piante, indispensabili per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di E-Distribuzione, oltre a moduli di formazione congiunta.

«La prevenzione degli incendi è un obiettivo strategico e primario per la Regione, annualmente costretta ad affrontare questa emergenza che causa ingenti danni al patrimonio ambientale sardo, oltre che mettere in pericolo uomini e beni – ha sottolineato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis -. Perciò, è indispensabile coinvolgere nel sistema antincendi regionale anche altre organizzazioni che, in questo caso proprietarie di infrastrutture tecnologiche dislocate nell’agro, possano contribuire ad aumentare i livelli di sicurezza.»

Proprio nei giorni scorsi, 25 dipendenti del Corpo forestale hanno partecipato, nel centro di addestramento operativo di E-Distribuzione a Quartucciu, ad un seminario su come approcciarsi agli impianti in situazioni di emergenza, approfondendo le conoscenze della rete elettrica in Sardegna e le modalità di contatto con il Centro operativo di E-Distribuzione, oltre ad eseguire prove di messa in sicurezza attraverso la realtà virtuale (strumento didattico che consente di simulare in modo realistico gli scenari di intervento sugli impianti) ed aver visitato il campo prove.

«L’attività formativa consentirà di migliorare ulteriormente gli standard sulla sicurezza del personale forestale – ha aggiunto il direttore generale del Corpo forestale, Antonio Casula -. La partecipazione al seminario ha permesso di approfondire le conoscenze sull’organizzazione e sulla gestione della rete di distribuzione elettrica, necessaria per le corretta attività operativa e di prevenzione degli incendi.»

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Oltre dieci anni di lotte, oltre cinque anni di iter amministrativo per l’ottenimento della VIA, la Valutazione di impatto ambientale, passaggio fondamentale per il decollo del progetto di rilancio produttivo dello stabilimento Eurallumina di Portovesme. Tutte le lunghe e tormentate vicende che hanno portato all’approvazione della VIA da parte della Giunta regionale guidata dal presidente Christian Solinas, sono state ricostruite questo pomeriggio nella sala Fabio Masala della Fabbrica del Cinema, a Carbonia, in un incontro organizzato dalla RSU. Tra gli ospiti invitati, complessivamente circa 140 persone, quattro assessori regionali (Gianni Lampis dell’Ambiente, Alessandra Zedda del Lavoro, Anita Pili dell’Industria e Mario Nieddu della Sanità); tre capi di gabinetto (Andreina Farris dell’Ambiente, Marcello Tidore della Sanità, Alberto Urpi dell’Industria); l’ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias ed ex commissario straordinario del Piano Sulcis Tore Cherchi; l’amministratore unico della provincia del Sud Sardegna Giorgio Sanna: il professor Paolo Amat di Sanfilippo; il professor Pasquale Mistretta; l’ex assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu; l’ex parlamentare Francesco Sanna; l’ex consigliere regionale Luca Pizzuto.

Dopo il saluto di Paolo Serra, direttore del Centro Servizi culturali della Società Umanitaria, Antonello Pirotto ha ricostruito le fasi decisive della lunga vertenza, maturate negli ultimi mesi, ricostruite in due filmati proiettati nel mega schermo della sala Fabio Masala. Tra i presenti, ci sono stati momenti di commozione, nel rivedere le immagini che hanno seguito il via libera…alla VIA, prima in assessorato dell’Ambiente, poi in Giunta regionale, e l’intervista al presidente Christian Solinas.

Sono seguiti i ringraziamenti alla Giunta regionale, rappresentata da quattro assessori, invitati ad intervenire uno dopo l’altro.

«La Regione ha dimostrato concretamente il suo impegno per il riavvio produttivo dell’azienda pensando alla salvaguardia dell’occupazione, alla tutela del territorio e della salute per i cittadini e al rilancio del polo dell’alluminio.» Hanno ribadito Alessandra Zedda, Anita Pili, Mario Nieddu e Gianni Lampis.

«Il primo passo di questo percorso virtuoso verrà fatto domani a Roma dove formalizzeremo l’inizio della procedura per l’immediata reintegrazione di tutti i lavoratori di Eurallumina, attraverso gli strumenti contenuti nel programma ‘TVB’ (tirocini, voucher, bonus)», ha spiegato l’assessore Alessandra Zedda.

«È stata una vertenza difficile che perdurava da tanti anni, a scapito non solo dei lavoratori e delle loro famiglie, ma di tutto l’indotto economico e sociale del territorio. Grazie all’impegno preso dal presidente Solinas e da tutta la Giunta, si apre adesso una nuova fase industriale che punta al rilancio produttivo dello stabilimento di Portovesme e getta le basi per un nuovo polo di enorme importanza, capace di attrarre investimenti e di ridare lavoro a centinaia di persone», ha concluso la vicepresidente Alessandra Zedda.

«La positiva conclusione dell’istruttoria sanitaria e ambientale per lo stabilimento Eurallumina da parte della Regione è stata decisiva per la salvaguardia dei posti di lavoro e per il via libera ad investimenti per 200 milioni di euro», ha invece sottolineato l’assessore Gianni Lampis.

L’assessore Anita Pili ha evidenziato come «sia necessario pensare a modelli alternativi di sviluppo e a basso impatto ambientale, in un’ottica di potenziamento delle ‘energie green’. Stiamo facendo la nostra parte e vogliamo che l’Isola diventi un esempio virtuoso».

Un accenno alla «compatibilità delle iniziative produttive con il diritto alla salute e la tutela dei cittadini» è stato fatto dall’assessore Mario Nieddu che ha puntualizzato l’esigenza di «dare risposte e tempi certi alle aziende che vogliono rilanciare gli investimenti, ma anche rendere attuali le procedure di controllo e vigilanza sull’ambiente e sulla salute».

Sono intervenuti inoltre il capo di gabinetto dell’assessorato regionale della Sanità, Marcello Tidore; il capo di gabinetto dell’assessorato regionale dell’Ambiente, Andreina Farris; l’ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi; il presidente del Movimento Pastori Sardi, Felice Floris.

L’incontro si è concluso in un clima festoso, con l’impegno a vigilare sul proseguo dell’iter, perché se è vero che il passo fondamentale della vertenza era costituito dalla VIA, ed è stato superato, è altrettanto vero che altri passi devono essere ancora fatti per arrivare all’avvio dei lavori per la realizzazione del progetto da parte della Rusal che è sempre stata fortemente motivata per far ripartire la produzione, investendo ben 20 milioni l’anno, in tutti questi anni, caratterizzati da tanti alti e bassi.

Giampaolo Cirronis

              

                                                                     

               

 

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Nel 2018, tra giugno e novembre, si sono verificati eventi atmosferici eccezionali e di tipo calamitoso, come abbondanti piogge, nubifragi e trombe d’aria, perciò numerosi Comuni erano stati costretti ad eseguire opere ed interventi in emergenza.

Le richieste di contributo e la documentazione delle spese sostenute da parte di dieci Comuni sono state esaminate dalla direzione generale della Protezione civile, che, dopo aver effettuato la verifica tecnico-amministrativa, ha dichiarato ammissibile un rimborso complessivo di 775mila euro, deliberato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale. I Comuni beneficiari sono Bosa (28.688 euro); Budoni (147.851); Onifai (15.249); Orosei (32.310); San Nicolò Gerrei (12.381); Sanluri (199.993); Siniscola (225.992); Tiana (42.801); Tuili (34.160); Urzulei (35.599).

«Un segnale di vicinanza politica ed istituzionale alle comunità locali ed agli amministratori che attendevano di essere ristorati e quotidianamente devono fare i salti mortali per far quadrare i conti e garantire i servizi essenziali ai cittadini», ha sottolineato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, delegato in materia di protezione civile, Gianni Lampis.

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«Se il Sulcis Iglesiente sarà unito nella rivendicazione della Provincia, la avrà, così come avrà la ASL.»

L’assessore regionale degli Enti locali ed Urbanistica, Quirico Sanna, ha confermato senza alcuna esitazione, questa mattina, nell’incontro organizzato dal consigliere regionale sardista Fabio Usai nella sala polifunzionale del comune di Carbonia, che il territorio è assai vicino a vedere riconosciute le sue legittime rivendicazioni, anche perché sono emersi segnali forti verso l’unità delle amministrazioni locali e delle forze politiche e sociali che lo rappresentano. Quirico Sanna ha sottolineato anche il grande segnale fornito dal sindaco di Carbonia, Paola Massidda, schierandosi apertamente a favore della re-istituzione della Provincia, contro la linea contraria della sua appartenenza politica, il Movimento 5 Stelle.

La sala polifunzionale s’è riempita per dare forza alla rivendicazione del ritorno all’ente intermedio cancellato sette anni fa dal referendum. Una dozzina i sindaci presenti, tra i Comuni rappresentati anche quello di Teulada, con il vicesindaco Alessandro Serafini e un assessore, segnale chiarissimo della sempre più probabile adesione alla nuova Provincia, con il distacco dalla vecchia provincia di Cagliari, della quale faceva parte Teulada prima della riforma che ha istituito l’Area metropolitana di Cagliari e la provincia del Sud Sardegna.

Con Quirico Sanna, era presente Anita Pili, assessore dell’Industria, che nel suo intervento ha rimarcato l’importanza del segnale dato due giorni fa dalla Giunta regionale nei confronti del territorio del Sulcis Iglesiente, con l’approvazione della proposta di Valutazione di impatto ambientale fatta dall’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis sul progetto di rilancio della produzione nello stabilimento Eurallumina di Portovesme.

Oltre i sindaci, hanno partecipato all’incontro consiglieri comunali, sindacalisti, imprenditori, rappresentanti di associazioni, cittadini, a conferma del fatto che la sensibilità verso questa grande vertenza sta crescendo, sia da parte di coloro che sono stati sempre contrari alla cancellazione dell’ente locale che ha prodotto perdita di risorse e quindi di servizi, sia da parte di tanti che, viceversa, sostennero quel referendum, contribuendo al raggiungimento del quorum del 33,3% (superato, peraltro, soprattutto grazie all’apporto decisivo portato dagli elettori di Cagliari e Sassari, perché in alcune circoscrizioni, tra le quali il Sulcis Iglesiente, il quorum non venne neppure avvicinato), e in questi sette anni abbondanti di commissariamento, si sono resi conto che le riforme sbandierate non si sono mai concretizzate e che i danni provocati sono stati tanti ed oggi più di ieri sono sotto gli occhi di tutti.

Dopo i numerosi interventi, alcuni dei quali proporremo in video, il consigliere regionale Fabio Usai ha rimarcato che gli impegni presi sono importantissimi e vanno mantenuti, per dimostrare che questa nuova maggioranza che governa la Regione mantiene i suoi impegni ed è vicina ai territori e alle loro popolazioni. Un monito che l’assessore degli Enti locali ha accolto positivamente, sollecitando i Consigli comunali a deliberare a sostegno dell’istituzione della nuova Provincia, rimarcando inoltre che fin dall’inizio della legislatura, Fabio Usai lo ha tallonato sul terreno della Provincia, giorno dopo giorno, diventando quasi il suo “stalker”, provocando una risata di tutta la platea…

Alleghiamo le fotografie scattate nel corso dell’incontro e tre interventi, i primi dei due assessori regionali, Quirico Sanna e Anita Pili, e quello del consigliere regionale Fabio Usai. Altri interventi li pubblicheremo domani.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10221164890219786/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10221165117865477/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10221165158946504/

       

 

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La Giunta regionale ha dato il via libera alla “Via”, la Valutazione di impatto ambientale sul progetto di rilancio dello stabilimento Eurallumina.

«Con il rilancio del polo dell’alluminio si apre una nuova fase della politica industriale della Sardegna, che guarda al futuro puntando alla crescita di un settore moderno in grado di coniugare rispetto dell’ambiente e occupazione e di attrarre nuovi investimenti nel territorio», ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando con soddisfazione la delibera, approvata oggi dalla Giunta, che chiude con un giudizio positivo la procedura di Valutazione di impatto ambientale del progetto di Eurallumina per la ripresa produttiva dello stabilimento di Portovesme.
«Abbiamo gettato solide basi – aggiunge il presidente Christian Solinas – per la rinascita di un polo strategico per il Sulcis e per l’economia della nostra Isola. Dopo anni di incertezze e di lentezze burocratiche, grazie al lavoro degli assessorati dell’Ambiente e della Sanità e alla sensibilità di tutta la Giunta, abbiamo trovato in tempi brevi la soluzione per il riavvio degli impianti di Portovesme, che apre la strada a investimenti per 200 milioni di euro e alla salvaguardia dei posti di lavoro, restituendo un futuro sereno e la dignità a centinaia di famiglie. La tutela dell’occupazione andrà di pari passo con quella della salute della popolazione e dell’ambiente, grazie a un serrato e continuo monitoraggio condotto da esperti dei più qualificati organismi nazionali.»
«La Giunta – evidenzia l’assessore della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis – ha approvato un atto indispensabile per consentire la ripresa dello stabilimento di Portovesme con un progetto di ammodernamento del sito produttivo che può ridare competitività alla produzione. Un documento – aggiunge Gianni Lampis – che contiene alcune importanti prescrizioni per contemperare le esigenze della produttività e dello sviluppo economico con quelle primarie della salvaguardia dell’ambiente e della tutela della salute, condizioni imprescindibili poste dal nostro Esecutivo.»
La Regione, infatti, si impegna «a verificare con tempestività e con il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali competenti e i privati operatori, quali azioni porre in essere per garantire la coesistenza delle attività industriali con l’esigenza di tutela della salute dei lavoratori e della popolazione», che verrà costantemente monitorata avviando «un apposito studio per la sorveglianza epidemiologica salute/inquinanti ambientali sull’area».
«Abbiamo portato a termine positivamente una vicenda delicata – conclude Gianni Lampis – durata oltre quattro anni e che da subito ha avuto priorità nell’agenda politica regionale. La Giunta Solinas, a sette mesi dall’insediamento, ha posto rimedio ai gravi ritardi accumulati dalla Giunta precedente, portando a compimento il procedimento, consapevole dell’importanza sociale prima che economica per un intero territorio, che ha necessità di prospettive concrete per il futuro delle tante famiglie coinvolte.»