23 December, 2024
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«Gli interventi anti alluvione finanziati dallo Stato per oltre 125 milioni di euro sono a rischio. A sei anni dalla tragica alluvione del 18 novembre 2013 la città di Olbia non è ancora stata messa in sicurezza, il piano di mitigazione ambientale è fermo, e oggi, come ci ha ricordato la Corte dei Conti, la Regione Sardegna rischia seriamente di perdere i fondi già stanziati. Se le opere non verranno appaltate entro un anno, Olbia perderà il finanziamento. Alla luce di questa grave situazione stride l’immobilismo della Regione Sardegna, in particolare dell’assessore all’Ambiente Gianni Lampis e del Presidente della Regione Christian Solinas. Il primo in qualità di assessore competente e il secondo come Commissario di governo contro il dissesto idrogeologico sulla base decreto legge 133 del 2014, anziché sollecitare il completamento di questo progetto, stanno inspiegabilmente tergiversando per quanto riguarda il rilascio della Valutazione di impatto ambientale. Sul punto anche l’interrogazione presentata in merito dal consigliere regionale Roberto Li Gioi il 13 settembre scorso è tutt’ora senza risposta. Sembrerebbe a questo punto che il governo regionale tacciato sino al 24 febbraio scorso dal sindaco Settimo Nizzi di essere “nemico”, con la nuova legislatura sia diventato fin troppo “amico”. Quello che sta accadendo sotto gli occhi di tutti è gravissimo: la Regione fa orecchie da mercante di fronte alle interrogazioni, prende tempo, avvantaggiando di fatto il piano ostruzionistico del primo cittadino di Olbia. Le opere anti alluvione tanto contestate dal sindaco Settimo Nizzi sono infatti state congelate. Ci troviamo di fronte a una situazione gravissima, da denunciare pubblicamente. L’inerzia della Regione sta mettendo gravemente a repentaglio la sicurezza dei cittadini olbiesi. Nello specifico Olbia potrebbe perdere 125 milioni e 300mila euro stanziati il 29 gennaio scorso.»

E’ la denuncia del deputato Nardo Marino, del consigliere regionale Roberto Li Gioi e dei consiglieri comunali di Olbia Roberto Ferinaio e Maria Teresa Piccinnu (M5S).

«Gli uffici dei Lavori pubblici hanno completato la progettazione, comprese le integrazioni richieste dall’assessorato all’Ambiente. Manca soltanto il giudizio di compatibilità ambientale ma soprattutto manca la volontà politica di portare a compimento un iter infinito cominciato sei anni fa subito dopo l’alluvione che mise in ginocchio il territorio gallurese. Nella maggioranza di centrodestra sulla questione qualcosa inizia a scricchiolare. Secondo quanto riportato dalla stampa, infatti, l’assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia avrebbe dichiarato che le misure anti alluvione da 125 milioni e 300 mila euro devono essere cantierate – aggiungono Nardo Marino, Roberto Li Gioi, Roberto Ferinaio e Maria Teresa Piccinnu -. Ricordiamo in proposito che sulla base dell’ordinanza regionale 245/1 del 2 marzo 2016 l’assessore ai Lavori pubblici è il soggetto attuatore dell’accordo di Programma stipulato il 4 novembre 2015 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dell’Ambiente e la Regione Sardegna per gli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico.»

«A questo punto, la volontà espressa dell’assessore Roberto Frongia rappresenterebbe una novità rispetto alla dolosa indolenza di questo governo regionale che ha avallato sinora gli intenti procrastinatori del primo cittadino di Olbia – concludono Nardo Marino, Roberto Li Gioi, Roberto Ferinaio e Maria Teresa Piccinnu – calpestando di fatto il diritto alla sicurezza di migliaia di persone che continuano a vivere nel terrore del ripetersi di un evento che ha segnato irrimediabilmente la storia della città.»

 

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Sono stati approvati gli indirizzi per l’utilizzo delle risorse assegnate e per la rendicontazione delle spese (entro il 30 aprile 2020) relative al programma 2019 di sgombero della neve: ai Comuni montani è stato assegnato un importo complessivo di 500mila euro.

«Alla Direzione generale della Protezione civile dalle Amministrazioni comunali erano pervenute richieste di chiarimento sull’utilizzo delle risorse – ha spiegato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, delegato in materia di protezione civile -. Perciò, era indispensabile stabilire una procedura per la rendicontazione delle spese, ma anche precisi sistemi della verifica, che sarà realizzata con un’istruttoria della Protezione civile.»

Le spese ammissibili sono in particolare quelle per la manutenzione ordinaria ed il ripristino funzionale di attrezzature; i costi per il personale, abilitato ed utilizzato per le attività di spargimento del sale, e per la fornitura di servizi affidati a terzi; i rimborsi a favore delle organizzazioni di volontariato iscritte nell’elenco regionale; altri costi diretti per l’acquisto di beni e servizi (carburante, cartellonistica, avvisi ecc.).

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Carbosulcis e Tecnocasic hanno firmato l’intesa sinergica per l’attivazione di un programma di attività sull’economia circolare del rifiuto e degli scarti di lavorazione da carbone. Il primo banco di prova dell’accordo saranno le attività della discarica di Nuraxi Figus. La bonifica e la chiusura del sto avverrà ricorrendo all’utilizzo di un ammendante composto prodotto dai rifiuti “umidi” trattati dal Tecnocasic consentendo, da un lato, un’attività di rinaturalizzazione delle aree dismesse dell’ex miniera di carbone e, dall’altro, un importante risparmio di risorse pubbliche.

«Ma le attività in intesa tra le due società non si fermano qui – dice l’Amministratore di Carbosulcis Francesco Lippi -, anzi andranno ben oltre. Con l’aiuto dei tecnici, abbiamo potuto verificare le grandi opportunità di collaborazione ed abbiamo chiesto a Tecnocasic di diventare partner nel progetto di liscivazione del carbone Sulcis che abbiamo in corso con l’Università di Cagliari, finanziato dal centro regionale di programmazione.»

«Un’opportunità che abbiano colto con grande favore – replica l’Amministratore Tecnocasic Sandro Anedda -, che permetterà di sperimentare un prodotto unico che potrebbe avere grandi potenzialità di mercato che potrà nascere dalla miscela del nostro ammendante composto ed il fertilizzante frutto della liscivazione del carbone. Un ulteriore passo in avanti che si vuol fare, attraverso la ricerca, per l’effettivo completamento dei ciclo dei rifiuti.»

Dal percorso di chiusura della discarica si è potuto risalire alla puntuale conoscenza della composizione dei prodotti, uno ricco di sostanze azotate (compost) e l’altro ricco di sostanze umide (fertilizzante), tali da realizzare un connubio perfetto nella produzione di un prodotto con caratteristiche assimilabile a quelle di un terreno vegetale, oggi difficilmente reperibile sul mercato a costi contenuti.

L’iniziativa è tenuta a battesimo dai due assessori regionali competenti Anita Pili (Industria) e Gianni Lampis (Ambiente) che vedono in questa sperimentazione un giusto percorso di sinergia all’interno dell’istituzione regionale avente come obiettivo quello di mettere in moto processi di economia circolare nel campo dei rifiuti organici e dei rifiuti minerari derivanti dal processo di estrazione dal carbone.

«L’intesa raggiunta da Carbosulcis e Tecnocasic – dice Anita Pili – rappresenta un ottimo esempio del recupero di materia e di efficientamento energetico. Rilanciare l’industria sarda, significa innovare sensibilmente il modo di fare industria, accelerando i cicli produttivi a basse emissioni di carbonio. Abbiamo siti industriali di straordinaria importanza in cui è fondamentale garantire l’innovazione tecnologica e la protezione ambientale.»

«L’azione regionale in materia della gestione dei rifiuti è caratterizzata ai principi dell’economia circolare – afferma Gianni Lampis – e l’accordo si sposa perfettamente con essi, premettendo di utilizzare nella realizzazione di un’opera pubblica, un prodotto derivante dal recupero di rifiuti in luogo di terre da scavo. Questa è una delle azioni – conclude Gianni Lampis – che intendo promuovere per consentire l’impiego del compost prodotto in Sardegna nei lavori pubblici realizzati o finanziati da questa Amministrazione.»

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«Le politiche ambientali possono rappresentare il fulcro di azioni concrete per creare gli sbocchi occupazionali di cui la Sardegna ha bisogno.»
Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, questa mattina a Cagliari, nel corso di un convegno organizzato dall’Ordine dei consulenti del lavoro, al quale ha partecipato anche la vicepresidente della Giunta, Alessandra Zedda.

«Se dovessimo replicare modelli di sviluppo già presenti in altri contesti nazionali o internazionali sicuramente ne usciremmo sconfitti – ha sottolineato Gianni Lampis -. Cosa può distinguerci da tutto il resto del mondo? Senza dubbio il patrimonio ambientale e paesaggistico, quello dei litorali ma anche quello delle zone interne, che può garantire flussi turistici dodici mesi all’anno e consentire di destagionalizzare la nostra offerta mitigando il grave fenomeno che vede emigrare 7mila sardi, molti dei quali giovani, ogni anno.»
«Il turismo ambientale, ecosostenibile – ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis – rappresenta una valvola di sfogo per la crisi occupazionale di questa terra”, mentre “le bonifiche nelle aree minerarie e industriali possono essere uno strumento per creare lavoro, perché hanno bisogno di adeguate professionalità, ma non sono la soluzione e vanno viste come una fase temporanea che porta al vero sviluppo.»

«Prima di pensare a ciò che il governo o gli imprenditori possono fare per la Sardegna – ha evidenziato Alessandra Zedda – pensiamo a ciò che c’è nella nostra Isola e a quello che possiamo trasformare in lavoro. Noi utilizziamo il nostro territorio e le nostre ricchezze solo per il 25 per cento. Noi vogliamo aggiungere l’altro 75 per cento per dare un futuro all’economia della Sardegna, che non può essere monocorde, legata solo all’industria di base, ma deve andare verso una crescita armoniosa grazie allo sfruttamento di tutto il suo patrimonio.»

La vicepresidente della Regione ha ricordato anche i provvedimenti messi in campo per l’occupazione: «Tirocini, voucher e bonus sono tre misure fondamentali che, portate avanti insieme, rappresentano una buona opportunità di investimento nel mondo del lavoro, dove i costi di produzione e di manodopera sono elevatissimi e abbatterli è uno dei nostri obiettivi». L’assessore Alessandra Zedda ha poi firmato con i rappresentanti dei consulenti del lavoro della Sardegna un protocollo d’intesa per il sostegno alle donne vittime di violenza: «Un documento importantissimo, che tradurremo in azioni mirate all’inserimento e al reinserimento lavorativo anche attraverso agevolazioni e incentivi alle imprese».

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Guardare al futuro con un’attenzione alle giovani generazioni e alla sostenibilità con un obiettivo: superare le diseguaglianze. Che non sono solo in termini si di pil ma anche sociali, energetiche e in fatto di trasporti. Questi i temi affrontati nel corso dell’appuntamento “Sosteniamo il futuro” l’agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile promosso da Legacoop Sardegna. A rimarcare la necessità di lavorare e intervenire per superare le diseguaglianze è stato il presidente di Legacoop Claudio Atzori che ha posto l’accento anche sulla questione metano e metanizzazione. «E’ uno strumento che serve per abbassare le diseguaglianze». Il presidente di Legacoop ha rimarcato la necessità di “trovare soluzioni” al problema legato al fatto che «molti ragazzi non studiano e non lavorano». Per questo motivo e per superare le «diseguaglianze diventa importante l’agenda 2030». PosiIone condivisa anche da Pierluigi Stefanini, presidente di Asvis che, ricostruendo lo scenario nazionale, ha ricordato l’importanza della sostenibilità. Il presidente di Confindustria Sardegna Maurizio de Pascale ha rimarcato il fatto che “in Sardegna serve industria”. E serve anche “un sistema dei trasporti efficiente e uno energetico”. Compreso il metano “e il sistema di collegamento con la dorsale”. Per Daniela Ducato di Edizero attenzione ai diritti delle donne “sottopagate rispetto agli uomini” ma elemento portante della green economy. Anna Maria del Zompo, Rettore dell’università di Cagliari ha parlato di pari opportunità “primo rettore donna dopo 400 anni” ma anche di sviluppo e crescita. E della necessità di partire dagli asili. A parlare su sviluppo sostenibile anche Emiliano Deiana, presidente dell’Anci Sardegna. Antonello Cabras, presidente Fondazione di Sardegna ha parlato degli obiettivi da raggiungere.

L’assessore della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis ha ricordato il traguardo raggiunto con la vertenza Eurallumina. Poi gli interventi di Michele Carrus, Riccardo Barbieri, Silvia Mongili, Annalisa Columbu e Don Marco Lai di Caritas Sardegna.

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Nei giorni scorsi a Roma, la Regione Sardegna è stata premiata nell’edizione 2019 di ‘Vivere a spreco zero’, manifestazione, promossa dalla campagna “Spreco zero” di Last minute market in sinergia con il ministero dell’Ambiente, che assegna un riconoscimento per la sostenibilità ad enti locali, imprese, scuole e cittadini. Il premio è stato assegnato per «aver contribuito alla prevenzione dello spreco alimentare attraverso un progetto di mense sostenibili in 75 Comuni, supportando gli enti locali per l’acquisto di prodotti bio, di stagione e di filiera corta, con iniziative di educazione alimentare nelle scuole e visite alle fattorie didattiche che hanno promosso la consapevolezza nel consumo del cibo».

«L’impegno della Sardegna nella ‘Green public procurement’ (acquisti verdi della Pubblica amministrazione) parte da lontano (2006): siamo stati la prima regione italiana ad avere un piano in questa direzione – ha evidenziato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, che ha ritirato il riconoscimento -. Da anni, il servizio sostenibilità ambientale e sistemi informativi dell’Assessorato ha attivato da anni un servizio di supporto tecnico dedicato a tutte le pubbliche amministrazioni, ma anche alle imprese, che hanno bisogno di aiuto per realizzare ‘bandi verdi’ (o partecipare, nel caso delle imprese), in ottemperanza ai ‘Criteri ambientali minimi’ (Cam) ministeriali.»

Gli obiettivi del Piano Gpp, entro il 2020, sono quelli di rafforzare la politica degli acquisti sostenibili in tutto l’Isola, sia in ambito pubblico che privato; favorire l’inserimento dei Cam negli appalti pubblici; incentivare la qualificazione ambientale delle imprese.

«In particolare, per quanto riguarda il settore agroalimentare – ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis – abbiamo costituito un tavolo tecnico e la rete delle mense sostenibili, un osservatorio regionale sulla ristorazione collettiva pubblica in Sardegna, oltre ad aver realizzato un piano di formazione per accompagnare gli enti pubblici e gli enti gestori delle mense, elaborando modalità per diffondere le buone pratiche a livello regionale.»

La Regione è stata individuata anche come ‘buona pratica’ del progetto “Life Gpp Best” (concluso un anno fa), al quale ha partecipato con le Regioni Basilicata e Lazio, il ministero dell’Ambiente della Romania e la fondazione Ecosistemi: obiettivo il trasferimento ad altre amministrazioni pubbliche delle esperienze già maturate in Sardegna in materia di pianificazione, gestione e implementazione del Gpp.

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«Oggi possiamo dire concluso positivamente l’iter amministrativo della Valutazione di impatto ambientale (Via), indispensabile per la ripresa produttiva dello stabilimento dell’Eurallumina di Portovesme.»

Lo ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, annunciando, durante una conferenza stampa, che a breve proporrà alla Giunta regionale la delibera che rappresenta l’ultimo atto della procedura Via e che «conterrà alcune prescrizioni per la salvaguardia dell’ambiente e per la tutela della salute della popolazione e dei lavoratori».

Prima della conferenza stampa, l’assessore Gianni Lampis ha incontrato Eugenia Lukiantseva, rappresentante legale  della Rusal, Vincenzo Rosino, presidente di Eurallumina, e gli operai, protagonisti da alcune settimane di un sit-in davanti alla sede dell’Assessorato.

«E’ una vicenda che parte nel lontano ottobre 2015 e che avrebbe dovuto avere maggiore priorità nell’agenda politica regionale ha ricordato l’assessore Gianni Lampis -. Invece, la Giunta Solinas, appena insediata ad aprile scorso, ha ritenuto che la risoluzione di questo iter fosse una priorità assoluta. Prima l’assessorato della Sanità con la Valutazione di impatto sanitario, poi quello dell’Ambiente, in meno di un mese, hanno chiuso l’istruttoria. Questo investimento produttivo ha un elevato valore sociale oltre che economico e rappresenta un segnale importante che vogliamo dare al sistema economico isolano, consentendo al Sulcis Iglesiente di avere una nuova realtà imprenditoriale e nuovi posti di lavoro. La soluzione positiva di questa vertenza dev’essere di prospettiva per un futuro migliore da garantire alle tante famiglie coinvolte.»

«Sono particolarmente soddisfatto perché è una delle prime vertenze che ho seguito come assessore, incontrando i lavoratori, consapevole delle difficoltà amministrative e della delicatezza della situazione», ha concluso l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente.

L’assessore Gianni Lampis con Eugenia Lukiantseva, Vincenzo Rosino e una delegazione dei lavoratori.

Andreina Farris e Gianni Lampis.

Stretta di mano tra Eugenia Lukiantseva e l’assessore Gianni Lampis.

L’incontro tra l’assessore Gianni Lampis, Eugenia Lukiantseva e Vincenzo Rosino.

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Si è conclusa la fase istruttoria del procedimento autorizzativo per la ripresa produttiva dello stabilimento Eurallumina di Portovesme. L’assessore regionale della Difesa delll’Ambiente, Gianni Lampis, lo ha comunicato oggi nel corso di un incontro ai rappresentanti dei lavoratori, aggiungendo che la proposta di delibera per la VIA verrà posta all’ordine del giorno della Giunta regionale entro la prossima settimana.

L’iter è stato seguito costantemente con un presidio della RSU e dei lavoratori Eurallumina davanti all’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente, in via Roma, a Cagliari.

«Una presenza delle tute verdi iniziata il 28 ottobre, giorno in cui dall’assessorato regionale della Sanità è stato recapitato il parere sulla valutazione di impatto sanitario, tassello mancante alla delibera del 22 febbraio che rimandava ad ulteriori approfondimenti sui temi della salute – si legge in una nota della RSU Eurallumina -. Un rigoroso esame del comitato scientifico nominato dall’assessore della Sanità Mario Nieddu e dal direttore generale Marcello Tidore, consentiva venisse espresso un parere positivo. Da quel momento, l’iter in carico al servizio valutazioni ambientali dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente ha potuto riprendere il suo corso.»

«La RSU per poter monitorare giornalmente gli impegni presi e poi mantenuti il 28 ottobre dall’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis, sulla priorità data agli uffici preposti per la conclusione più celere possibile dell’istruttoria, per poi inviare gli atti alla Giunta regionale per esprimersi sulla V.I.A., in queste quattro settimane di presidio, spesso in situazioni climatiche avverse, ma con immutata determinazione come è stato in questi lunghi e difficili anni, i rappresentanti dei lavoratori hanno avuto un costante confronto con il direttore generale dell’ente ambientale Andreina Farris, che ben conosce la storia dell’Eurallumina, essendo stata assessore dell’Industria nel 2009, quando si fermarono le produzioni, e firmataria del primo protocollo d’intesa – si legge ancora nella nota della RSU Eurallumina -. Nell’ultima settimana c’era stato un nuovo confronto con l’assessore Gianni Lampis, che confermava gli impegni assunti in precedenza, e che ci si stava avviando alle battute conclusive del lavoro di preparazione alla proposta di delibera.»

«Adesso l’ultima parola è di competenza della Giunta regionale, la VIA, valutazione di impatto ambientale, consentirà la realizzazione degli investimenti programmati dalla Rusal per oltre 200 milioni di euro per il riavvio del primo anello della filiera dell’alluminio, con un impatto occupazione di 345 lavoratori diretti, 200 dell’indotto e servizi, circa 200 per le operatività necessarie all’ammodernamento dello stabilimento  che con l’indice statistico utilizzato nel caso specifico valgono 1.450 buste paga, migliaia le persone coinvolte considerando i nuclei familiari. Le tute verdi Eurallumina – conclude la nota della RSU – hanno sciolto il presidio e si raduneranno davanti a Villa Devoto nella data che verrà indicata per il verdetto definitivo, l’ennesima adunata, con l’auspicio che sia l’ultima di un’interminabile serie in questi cinque anni, ricevendo un definitivo risultato positivo per il loro futuro, per la ripresa delle produzioni, del lavoro, dello sviluppo.»

La stretta di mano tra l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis e Antonello Pirotto. A sinistra dell’assessore, Andreina Farris.

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Questo pomeriggio, alle 17.00, nella sede dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente, l’assessore Gianni Lampis terrà una conferenza stampa per illustrare la chiusura dell’istruttoria che riguarda la ripresa produttiva dello stabilimento Eurallumina di Portovesme.

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«Un’intesa importante, che rafforza la tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico aprendo nuove prospettive di sviluppo per tutta la Sardegna con l’utilizzo consapevole e responsabile delle nostre risorse naturali.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, oggi a Roma con l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, al termine della seduta della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome che ha approvato le linee guida per la valutazione di incidenza sulle aree Sic (Siti di interesse comunitario) e Zps (Zone di protezione speciali).

«Le linee guida sono un ulteriore strumento di garanzia per il nostro territorio», ha rimarcato il presidente Christian Solinas che ha evidenziato come risultato di oggi rientri nell’ambito dei lavori della Commissione ambiente della Conferenza delle Regioni di cui la Regione Sardegna è autorità nazionale di coordinamento.

«Il provvedimento – ha spiegato l’assessore Gianni Lampis – arriva dopo una complessa istruttoria portata avanti dalla Regione e l’intesa raggiunta costituisce lo strumento per il successivo adeguamento delle leggi regionali e degli strumenti amministrativi di settore per l’applicazione della direttiva comunitaria in materia di procedimenti per la valutazione di incidenza. Con il nostro lavoro abbiamo anche evitato che l’Italia fosse sottoposta a una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea», ha concluso Gianni Lampis.