Si è conclusa la prima edizione del progetto “Territori del vino e del gusto”.
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Con il convegno “Akinas – Vitigni unici dalla biodiversità della Sardegna” si è conclusa la prima edizione del progetto “Territori del vino e del gusto”, organizzato dall’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio in collaborazione con l’assessorato dell’Agricoltura, col supporto delle agenzie regionali Laore e Agris e il coinvolgimento delle amministrazioni comunali interessate, delle quattro Strade del Vino della Sardegna e del Consorzio di tutela del Carignano. Il convegno, all’Auditorium del Cis – Intesa San Paolo, ha dato l’occasione per stilare un bilancio della rassegna “Territori del vino e del gusto” e ha ospitato la presentazione della ricerca sui vitigni autoctoni della Sardegna che potrebbero portare importanti sviluppi sul fronte della produzione enologica sarda.
“Territori del vino e del gusto” ha seguito due binari: da fine giugno a settembre ha proposto 8 eventi aperti al pubblico in altrettanti Comuni della Sardegna (Baunei, Nuoro, Orosei, Atzara, Aggius, Sant’Antioco, La Maddalena e Cabras), con l’obiettivo di presentare a turisti e cittadini il patrimonio enogastronomico, culturale, paesaggistico, architettonico e artigianale dei territori coinvolti attraverso degustazioni in piazza, convegni e con il coinvolgimento di buyers e giornalisti di Germania, Austria e Svizzera. A suggello, una coda di appuntamenti scientifici, svoltisi in grandi centri di studio e commercio dei vini di qualità come Milano (Università Bicocca, lo scorso 7 settembre) e Asti (in concomitanza con il Douja d’Or 2017, il 15 settembre) più, appunto, la chiusura a Cagliari.
«Chiudiamo questa prima edizione – ha detto l’assessore del Turismo Barbara Argiolas – con la consapevolezza che l’incrocio tra il nostro patrimonio culturale con quello produttivo può diventare un valore aggiunto per la Sardegna, grazie alla storia millenaria del vino nell’isola e al lavoro che la Regione, mediante le agenzie Laore e Agris, sta mettendo in campo per avere vigneti sempre più produttivi e curati e favorire al ritorno dei giovani all’agricoltura grazie a progetti di qualità legati al vino. Come dimostrano le esperienze in altre parti d’Italia e del mondo, la vinocoltura ha un valore anche per il turismo: le nostre eccellenze – e fra queste sono da annoverare anche i vitigni autoctoni – rappresentano infatti pienamente i nostri territori, il nostro paesaggio, la nostra cultura e come tali possono offrire al turista l’occasione per vivere una esperienza autentica e unica, attraverso itinerari che valorizzino le risorse delle aree interne dell’isola e il nostro patrimonio di saperi.»
«Turismo, agricoltura e produzioni agroalimentari, espressione dei diversi territori dell’Isola, sono il modo migliore per raccontare la Sardegna in tutto il mondo – ha sottolineato l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria -. Con questa manifestazione, che merita di essere riproposta, abbiamo legato la tradizione e la storia alle ricchezze ambientali, le bellezze del paesaggio rurale sardo alle migliori eccellenze dei nostri cibi. Milioni di turisti sono alla ricerca di esperienze uniche e nuove. Di viaggi che li accompagnino nella ricerca di storie, alimenti tipici e identità delle terre che li accolgono.»
E la volontà di continuare il percorso inaugurato con “Territori del vino e del gusto” è confermata da Maria Ibba, direttrice dell’agenzia LAORE: «Il progetto – ha detto – ha consentito di sperimentare e promuovere nuove forme di integrazione tra il settore agricolo e alimentare e quello turistico. Ha permesso di dare risalto e il giusto riconoscimento alle rispettive eccellenze e costituisce un esempio, anche per il futuro, di come pubblica amministrazione e imprenditorialità su obiettivi precisi e condivisi possano conseguire risultati e produrre favorevoli impatti sul mondo della produzione. Oggi abbiamo parlato di innovazione della ricerca, di trasferimento alle imprese e di scommesse e successi raggiunti.»
Il direttore di Agris Roberto Zurru ha evidenziato «come l’attività di ricerca in agricoltura sia utile per creare condizioni di supporto agli agricoltori. Il nostro obiettivo è creare valore economico in maniera sostenibile, cercando di salvaguardare le nostre risorse». Zurru ha sottolineato la soddisfazione per i risultati raggiunti dalla ricerca e dalla divulgazione, in un lodevole sforzo di collaborazione multidisciplinare, con l’auspicio di un confronto diretto con le imprese che sole potranno indicare le loro priorità per lo sviluppo delle attività nella direzione prospettata.
Il risultato del progetto Akinas è stato presentato da Gianni Lovicu di Agris: la ricerca ha restituito alla Sardegna e alle sue aziende un gran numero di vitigni, spesso veri e propri unicum (cioè coltivati e vinificati a livello mondiale solo in Sardegna), capaci di migliorare e diversificare il vino prodotto nell’isola. I vitigni recuperati dal progetto Akinas rappresentano una ulteriore possibilità di sviluppo di nuovi prodotti enologici e di marketing di quelli esistenti.
«Chiudiamo questa prima edizione – ha detto l’assessore del Turismo Barbara Argiolas – con la consapevolezza che l’incrocio tra il nostro patrimonio culturale con quello produttivo può diventare un valore aggiunto per la Sardegna, grazie alla storia millenaria del vino nell’isola e al lavoro che la Regione, mediante le agenzie Laore e Agris, sta mettendo in campo per avere vigneti sempre più produttivi e curati e favorire al ritorno dei giovani all’agricoltura grazie a progetti di qualità legati al vino. Come dimostrano le esperienze in altre parti d’Italia e del mondo, la vinocoltura ha un valore anche per il turismo: le nostre eccellenze – e fra queste sono da annoverare anche i vitigni autoctoni – rappresentano infatti pienamente i nostri territori, il nostro paesaggio, la nostra cultura e come tali possono offrire al turista l’occasione per vivere una esperienza autentica e unica, attraverso itinerari che valorizzino le risorse delle aree interne dell’isola e il nostro patrimonio di saperi.»
«Turismo, agricoltura e produzioni agroalimentari, espressione dei diversi territori dell’Isola, sono il modo migliore per raccontare la Sardegna in tutto il mondo – ha sottolineato l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria -. Con questa manifestazione, che merita di essere riproposta, abbiamo legato la tradizione e la storia alle ricchezze ambientali, le bellezze del paesaggio rurale sardo alle migliori eccellenze dei nostri cibi. Milioni di turisti sono alla ricerca di esperienze uniche e nuove. Di viaggi che li accompagnino nella ricerca di storie, alimenti tipici e identità delle terre che li accolgono.»
E la volontà di continuare il percorso inaugurato con “Territori del vino e del gusto” è confermata da Maria Ibba, direttrice dell’agenzia LAORE: «Il progetto – ha detto – ha consentito di sperimentare e promuovere nuove forme di integrazione tra il settore agricolo e alimentare e quello turistico. Ha permesso di dare risalto e il giusto riconoscimento alle rispettive eccellenze e costituisce un esempio, anche per il futuro, di come pubblica amministrazione e imprenditorialità su obiettivi precisi e condivisi possano conseguire risultati e produrre favorevoli impatti sul mondo della produzione. Oggi abbiamo parlato di innovazione della ricerca, di trasferimento alle imprese e di scommesse e successi raggiunti.»
Il direttore di Agris Roberto Zurru ha evidenziato «come l’attività di ricerca in agricoltura sia utile per creare condizioni di supporto agli agricoltori. Il nostro obiettivo è creare valore economico in maniera sostenibile, cercando di salvaguardare le nostre risorse». Zurru ha sottolineato la soddisfazione per i risultati raggiunti dalla ricerca e dalla divulgazione, in un lodevole sforzo di collaborazione multidisciplinare, con l’auspicio di un confronto diretto con le imprese che sole potranno indicare le loro priorità per lo sviluppo delle attività nella direzione prospettata.
Il risultato del progetto Akinas è stato presentato da Gianni Lovicu di Agris: la ricerca ha restituito alla Sardegna e alle sue aziende un gran numero di vitigni, spesso veri e propri unicum (cioè coltivati e vinificati a livello mondiale solo in Sardegna), capaci di migliorare e diversificare il vino prodotto nell’isola. I vitigni recuperati dal progetto Akinas rappresentano una ulteriore possibilità di sviluppo di nuovi prodotti enologici e di marketing di quelli esistenti.