Venerdì chiude la stagione primaverile di teatro da camera de Il Crogiuolo, a Cagliari, con la prima di “TRA LEOPARDI E LA LUNA. Cantus de prexu e de amargura”.
Chiude la stagione primaverile di Teatro da camera de Il Crogiuolo all’Arco Studio di via portoscalas 17, a Cagliari, lo spettacolo, in prima assoluta, “TRA LEOPARDI E LA LUNA. Cantus de prexu e de amargura”, in scena venerdì 10 aprile, ore 21.00. Autori ed interpreti Fausto Siddi e Gianni Maxia.
«È sempre più difficile fare teatro. Quello che si riesce a fare è da troppi anni un teatro di resistenza, fatto senza quasi più prove, con pochissimi attori sempre meno preparati e coscienti del loro ruolo e con allestimenti al limite. Le compagnie lottano ogni giorno per la sopravvivenza sotto l’indifferenza e l’insensibilità di una classe politica cieca e sorda. E invece ci sarebbe bisogno di tanto bel teatro in un mondo così attratto dal nulla cosmico, dalle ingiustizie, dall’ignoranza e dalla violenza.
Di resistere io non ne ho voglia, anzi molto probabilmente non ne sono capace, penso che a furia di resistere si diventi stitici e col tempo passa anche l’appetito. E allora che fare? Artisti molto più alti e profondi di me non hanno dubbi: ritornare al teatro necessario, a un teatro cioè essenziale nei mezzi ma che non rinunci al suo compito e alla sua dignità. Un teatro da esiliati e confinati ma vivo e fecondo che vuole proseguire a incidere e influire sull’esistente col suo dire. Ecco cosa bisogna fare: ripartire dal bisogno di parlare della complessità dell’essere uomini oggi, della paura del confronto tra le differenze, senza nessuna verità da trasmettere ma con tante vere emozioni.
Da un po’ di tempo mi appassiona l’idea di recitare in sardo io che non parlo il sardo ma l’italiano anche se sono felicemente sardo da sempre. E mi appassiona un’altra cosa: mostrare al pubblico il processo creativo che porta alla realizzazione di uno spettacolo. A pochi fa piacere far vedere le proprie prove, i propri errori e difficoltà e magari le banalità che si compiono quando si prova: lo sporco si lava in famiglia si dice, ma lo sporco – ciò di cui spesso ci vergogniamo e che non vogliamo mostrare e che magari nascondiamo sotto il tappeto quando all’improvviso arrivano degli ospiti – ha un che di poetico e, dunque, di vivo e di sanguigno che è a mio avviso molto molto artisticamente oggi interessante e fecondo. Dunque la poesia dell’idea senza forma, una fotografia del transitorio, del non compiuto, dell’indeciso e ovviamente del fatto male o del non fatto bene.
Del Teatro oggi salvo il lavoro – inteso come fatica tendente a realizzare un opera artistica – e il tentativo di un utopico incontro profondo con lo spettatore. L’obiettivo è proporre una splendida banalità sempre desiderata: il Teatro come luogo dove qualcuno parla (nei mille modi con cui si può parlare a teatro) e qualcuno ascolta.
TRA LEOPARDI E LA LUNA, CANTUS DE PREXU E DE AMARGURA è una chiacchierata teatrale face tu face, tra me e il poeta Gianni Mascia, attorno a un tavolo e davanti a un pubblico. La poesia di Giacomo Leopardi tradotta in sardo da Gianni e recitata insieme a lui e le sue variazioni sui temi delle stesse poesie di Leopardi, sono il pretesto per parlare tra noi di lui, dirci delle ragioni della sua poesia e della poesia, del bisogno di utopia, di come indagando sul senso della vita e sulla condizione umana si arriva “leopardianamente” a comprendere che la sofferenza può trasformarsi in valore.»
Fausto Siddi