2 November, 2024
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Si è svolto sabato 21 settembre, nel palcoscenico della Fiera del Levante di Bari, un’iniziativa promossa dalla Confunisco per discutere del tema della sicurezza sul lavoro e del ruolo della medicina legale. L’iniziativa ha voluto lanciare una nuova sfida per costruire un progetto sul territorio Nazionale per la formazione e l’informazione degli addetti ai lavoro ( medici legali, medici di base, aziende lavoratori, consulenti ,addetti alla sicurezza, operatori degli istituti previdenziali e ispettorato del lavoro); all’incontro oltre alla presenza del presidente nazionale della Confunisco Giovanni Cafaro hanno preso parte la dott.ssa Silvana Albani, esperta in materia di medicina legale, il presidente nazionale di Mutua Consumatori Agostino La Rana, il senatore della Repubblica nonché medico legale Gianni Pittella. Hanno aderito all’iniziativa portando il loro contributo l’on. Michele Emiliano, governatore della Regione Puglia, ed il dott. Antonio De Caro, sindaco della città di Bari e presidente dell’ANCI Associazione dei Comuni Italiani.

Il dibattito ha visto inoltre una folta delegazione delle realtà di Confunisco sul territorio Nazionale e ha stimolato un’ interessante discussione con i tanti aperatori del settore presente.

Si concretizza sempre più l’idea della Confunisco di essere protagonista e parte attiva di quel movimento fatto di idee e di azioni concrete che intende affermare in una realtà sociale ed economica più spietata che mai.

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La Conferenza dei Presidenti ha adottato una mozione di risoluzione, proposta dai leader di quattro gruppi politici e dalla commissione per gli affari costituzionali, nella quale sono esposte le condizioni per l’approvazione finale da parte del Parlamento europeo di qualsiasi accordo di uscita con il Regno Unito. Il progetto di risoluzione sarà discusso e votato dal Parlamento mercoledì prossimo in Plenaria.

Nella mozione si riserva grande importanza al trattamento equo dei cittadini dell’Unione e si sottolinea la necessità che non ci sia discriminazione tra i cittadini britannici che vivono nell’UE e i cittadini UE che vivono nel Regno Unito.

Il Regno Unito deve continuare a godere di tutti i suoi diritti e a rispettare tutti gli obblighi coperti dai Trattati UE finché non lascerà l’UE, inclusi gli impegni finanziari a lungo termine dell’attuale bilancio UE, e anche qualora quest’ultimi proseguissero oltre la data di uscita. 

Il Regno Unito dovrà inoltre continuare, finché non lascerà l’UE, ad accettare le quattro libertà dell’UE (libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali), la giurisdizione della Corte europea di Giustizia, i contributi generali al bilancio e l’adesione alla politica commerciale comune dell’UE. I deputati insistono poi sull’importanza di affrontare la questione del confine tra l’Irlanda (Eire) e l’Irlanda del Nord.

«Un’uscita ordinata è requisito assoluto e precondizione per qualsiasi partnership futura tra l’UE e il Regno Unito. Ciò non è negoziabile. Con il privilegio di appartenere all’Unione si assumono delle responsabilità e assumersi tali responsabilità significa garantire le quattro libertà. Le quattro libertà sono il collante di tutto e sono indivisibili», ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. 

Secondo i gruppi politici e la commissione per gli affari costituzionali, l’avvio da parte del Regno Unito di accordi commerciali con Paesi terzi prima dell’uscita dall’UE sarebbe contro le regole. Si aspettano inoltre una sincera collaborazione del Regno Unito nei negoziati delle politiche dell’UE finché non lascerà l’Unione. Infine, avvisano che gli accordi bilaterali tra il Regno Unito e uno o più Paesi UE, per esempio riguardanti le istituzioni finanziare con sede nel Regno Unito, costituirebbero delle violazioni ai Trattati UE.

«Per noi, è una priorità assoluta definire i diritti dei cittadini il più presto possibile. Deve essere la prima questione da affrontare nei negoziati. I cittadini non devono diventare merce di scambio», ha sottolineato Guy Verhofstadt, coordinatore sulla Brexit per il Parlamento europeo.

I deputati sono fermamente convinti che i vantaggi di essere un membro dell’UE non possano essere gli stessi di un Paese che lascia. Secondo la mozione redatta da Manfred Weber (PPE), Gianni Pittella (S&D), Guy Verhofstadt (ALDE), Philippe Lamberts e Ska Keller (Verdi) e dal presidente della commissione per gli affari costituzionali, Danuta Hübner, la relazione futura tra l’UE e il Regno Unito potrebbe essere un accordo di associazione. Tale accordo richiederebbe il rispetto costante, da parte del Regno Unito, degli standard europei in materia di ambiente, cambiamenti climatici, lotta all’evasione e elusione fiscale, concorrenza leale, commercio e politica sociale.

I deputati concordano sul fatto che i colloqui sulle eventuali disposizioni transitorie possano iniziare sulla base di piani per il futuro rapporto tra l’UE e il Regno Unito, tuttavia solo nel caso in cui siano stati compiuti buoni progressi per la procedura d’uscita. Un futuro accordo di relazione può essere concluso solamente quando il Regno Unito avrà effettivamente lasciato l’UE; un accordo transitorio non può durare più di tre anni.

 

 

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I leader dei gruppi politici del Parlamento hanno reagito oggi al Consiglio europeo della settimana scorsa, delineando le loro priorità in vista della Dichiarazione di Roma del 25 marzo sul futuro dell’UE. La maggioranza dei deputati ha sottolineato la necessità che gli Stati membri diano la possibilità all’UE di affrontare i bisogni immediati dei cittadini.

 Aprendo il dibattito, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha detto: «Non possiamo limitarci a una cerimonia formale per ricordare quelli che sono stati i migliori 60 anni nella storia dell’Europa libera. L’anniversario della firma dei Trattati di Roma deve essere, prima di tutto, l’occasione per riavvicinare l’Europa ai cittadini. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno dell’unità europea. L’Ue va cambiata, non indebolita». 

Sul futuro dell’Europa, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha dichiarato che «se si vuole andare veloci si va da soli, mentre se si vuole andare lontano si va insieme». Ha quindi promesso di impegnarsi nei colloqui Brexit per l’unità politica tra i 27, assicurando nel contempo che Regno Unito e Unione europea rimangono “amici intimi”«Le porte saranno sempre aperte per i nostri amici britannici», ha aggiunto. Rifiuterà però «affermazioni, presentate come minacce, che nessun accordo rappresenterebbe un male per l’Unione europea: sarebbe un male per entrambi». Parlando in olandese, Tusk ha espresso solidarietà ai Paesi Bassi, un «luogo di libertà e democrazia».

Il presidente della commissione Jean-Claude Juncker ha messo in guardia contro il ridurre il dibattito sul futuro dell’Europa a uno scenario «a due velocità»: «Io non voglio una nuova ‘cortina di ferro’ in Europa». Juncker ha quindi ricordato gli attacchi turchi all’Olanda, dicendo che sono “totalmente inaccettabili” e che i responsabili di tali attacchi stanno allontanando la Turchia dall’UE. Ha anche osservato che la nuova politica commerciale degli Stati Uniti ha aumentato le aspettative dell’UE di diventare il nuovo leader mondiale del libero commercio multilaterale, ma ha sottolineato che tutti i negoziati di libero scambio devono includere le parti sociali e la società civile.

Se non riduciamo la disoccupazione e lasciamo soli i paesi UE che sono in prima linea con la crisi migratoria, se cederemo ai nazionalismi e lasceremo indietro i più deboli, «non avremo la fiducia dei cittadini verso l’Unione europea», ha detto il primo ministro italiano Paolo Gentiloni. Sul dibattito su un’Europa a due velocità, ha detto: «Dico no a due Europe, piccola e grande, est e ovest, ma sì a una dove ognuno può avere il proprio livello di ambizione e tutti possono scegliere se partecipare a forme di cooperazione rafforzata, ora o dopo, e tutti sono coinvolti nel progetto comune». 

«Oggi la parola magica è: la velocità. Ma l’Europa a più velocità è un metodo, non è strategia. Il problema dell’Europa non è la velocità, ma la direzione di marcia, l’approdo. Abbiamo bisogno di una nuova direzione», ha detto il leader del gruppo S&D Gianni Pittella (IT). Vogliamo «un’Europa con un forte pilastro sociale e una strategia di investimenti» per creare lavoro, da finanziare con una lotta più dura all’evasione fiscale, ha proposto il capogruppo.

«La nave sta affondando e noi dovremmo chiederci come mai», ha dichiarato Raffaele Fitto (ECR, IT), chiedendo un cambiamento delle politiche. A suo parere, l’UE è diventata troppo centralizzata e distante dai cittadini. L’ECR vuole una rinegoziazione dei trattati e rifiuta ogni ulteriore cessione di sovranità nazionale, ha concluso. 

«Esiste già un’Europa a due velocità» ha dichiarato Rosa D’Amato (EFDD, IT), aggiungendo che «esiste l’Europa delle banche, delle grandi multinazionali e delle lobby, e poi l’Europa dei cittadini che hanno perso il loro lavoro e non hanno diritti».

Matteo Salvini (ENF, IT) ha chiesto di porre fine ai finanziamenti UE verso la Turchia nonché alla procedura d’adesione all’Unione: «Non sarebbero mai dovuti iniziare». Ha inoltre incolpato i leader europei di «aver rovinato il sogno europeo”.

 

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Federica Mogherini.

Federica Mogherini.

I deputati del Parlamento europeo condannano con forza il divieto di ingresso negli Stati Uniti nel dibattito con Federica Mogherini.

Il Capo della politica estera dell’UE Federica Mogherini ha accolto con favore il chiarimento da parte delle autorità statunitensi che i cittadini dell’UE non saranno interessati dal divieto di ingresso, anche se in possesso della cittadinanza di uno dei sette Paesi interessati. Ha comunque chiarito che «ciò non cambia la nostra valutazione complessiva degli ordini esecutivi. (…) L’UE non respingerà nessuno che gode della protezione internazionale», aggiungendo che «questo è il nostro punto di vista e continueremo a difenderlo».

«Trump è stato eletto e noi vogliamo il dialogo», ha detto il leader del gruppo PPE Manfred Weber (DE). «Quando Trump dice che sta combattendo l’immigrazione clandestina o l’islamismo radicale, ci trova d’accordo. Ma il divieto di ingresso non è così. Il sospetto generalizzato di Paesi e di persone conduce alla xenofobia. Gli Stati Uniti sono sempre stati un Paese di libertà e di diritti fondamentali, ora Trump tollera la tortura». Così facendo, «uno Stato diventa esso stesso un criminale», ha concluso.

Gianni Pittella, in nome del gruppo S&D, ha dichiarato: «I provvedimenti di Trump sono un attacco alla civiltà giuridica europea e ai suoi valori fondamentali. (…) Siamo chiari: il “travel ban” contro alcuni cittadini non è diretto contro il terrorismo, è una bugia, è demagogia, colpisce alcuni Stati e altri no, quelli con cui Trump fa affari! Chiedo alle compagnie aeree di non rifiutare passeggeri di quei Paesi. (…) E noi dovremo evitare una visita di Trump in Europa fino a che le restrizioni restano. Porte sbarrate nei suoi confronti!»

Syed Kamall (ECR, UK) ha dichiarato che «questo divieto arbitrario invia il messaggio che vi sarebbe contraddizione tra l’essere un buon musulmano e l’essere un buon cittadino di una democrazia occidentale. Sta dalla parte di Daesh e di altri estremisti, che fanno esattamente la stessa affermazione […]. Tuttavia, gli americani hanno votato per il candidato, che sta facendo ciò che ha promesso di fare. Dobbiamo quindi accettare che questo Presidente, le sue priorità e le politiche siano la conseguenza della crescente ondata di malcontento».

Secondo Guy Verhofstad (ALDE, BE), il fatto che nessun terrorista proveniente dai Paesi vietati abbia mai compiuto attentati sul suolo degli Stati Uniti dimostra che si tratta di “pura discriminazione”, di una misura destinata ad alimentare il populismo e il nazionalismo. Anche l’Europa è minacciata da quelle forze, ha aggiunto, auspicando che i leader europei, quando si riuniranno a Valletta, si dichiarino contrari «al gruppo di populisti e nazionalisti che vogliono distruggerci». 

La leader del gruppo GUE/NGL Gabrielle Zimmer (DE), ha chiesto di «mettere i nostri valori contro il disprezzo di Trump, di mostrare, con una politica migratoria caratterizzata dalla solidarietà, che le persone in cerca di protezione non sono la causa di tutti i mali. (…) Che cosa sarebbe diventata l’Europa democratica del dopoguerra se i rifugiati del nazismo non avessero trovato un rifugio sicuro?»

«Chi avrebbe mai pensato che le libertà e i diritti che noi diamo per scontati avrebbero potuto dileguarsi così in fretta. Questo, apparentemente, è come muore una democrazia liberale», ha osservato la leader del gruppo verde Ska Keller (DE). Ha quindi invitato l’UE a essere il «campione della protezione del diritto internazionale, dei diritti umani e delle libertà. Cerchiamo di fare dell’Europa, ha concluso, il contraltare del modello Trump». 

Per Nigel Farage (EFDD, UK), quello che sta accadendo negli Stati Uniti è che «un verace eletto democratico stia facendo quello per cui è stato eletto». Le rimostranze europee sono una prova dell’“antiamericanismo comunitario” e ha proposto di invitare il Presidente Trump a venire al Parlamento, per tenere un «dialogo aperto con il più potente uomo neoeletto al mondo».

Il co-presidente del gruppo ENF, Marcel De Graaff (NL), ha invitato il presidente del Consiglio europeo Tusk e la Commissione a «seguire l’esempio del Presidente Trump, installando controlli alle frontiere nazionali. Tenere fuori i jihadisti. Non solo dai sette Paesi indicati da Trump, ma da molti di più».

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Antonio Tajani (PPE) è il nuovo presidente del Parlamento europeo. E’ stato eletto questa sera al quarto scrutinio, con 351 voti, in seguito al ballottaggio con Gianni Pittella (S&D), che ha ottenuto 282 voti.

Risultati del quarto scrutinio iniziato alle 20.00:

  1. Antonio Tajani (PPE, IT) 351
  2. Gianni Pittella (S&D, IT) 282

Voti validi espressi: 633

Astensioni: 80

Totale voti espressi: 713
Nessun candidato aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei voti validi espressi, necessaria per essere eletti prima del quarto turno, nei primi tre turni di voto delle elezioni presidenziali del Parlamento.

L’elezione del nuovo presidente del Parlamento europeo, chiamato a succedere a Martin Schulz, era iniziata con gli interventi di tre minuti dei sei candidati, che hanno espresso le loro idee su come presiederanno l’Aula nel corso dei prossimi due anni e mezzo. Guy Verhofstadt (ALDE) ha ritirato la sua candidatura prima del voto. I deputati hanno poi proceduto ad esprimere il proprio voto al primo turno.

Risultati del primo scrutinio

  1. Antonio Tajani (PPE, IT) 274
  2. Gianni Pittella (S&D, IT) 183
  3. Helga Stevens (ECR, BE) 77
  4. Jean Lambert (Verdi/ALE, UK) 56
  5. Eleonora Forenza (GUE/NGL, IT) 50
  6. Laurentiu Rebega (ENF, RO) 43

Voti validi espressi nel primo scrutinio: 683.

Voti totali: 718.

Risultati del secondo scrutinio

  1. Antonio Tajani (EPP, IT) 287 (+13)
  2. Gianni Pittella (S&D, IT) 200 (+ 17)
  3. Helga Stevens (ECR, BE) 66 (-11)
  4. Jean Lambert (Greens/EFA, UK) 51 (-5)
  5. Laurentiu Rebega (ENF, RO) 45 (+2)
  6. Eleonora Forenza (GUE/NGL, IT) 42 (-8)

Voti validi espressi nel secondo scrutinio: 691.

Voti totali: 725.

Risultati del terzo scrutinio

  1. Antonio Tajani (EPP, IT) 291 (+4)
  2. Gianni Pittella (S&D, IT) 199 (-1)
  3. Helga Stevens (ECR, BE) 58 (-8)
  4. Jean Lambert (Greens/EFA, UK) 53 (+2)
  5. Eleonora Forenza (GUE/NGL, IT) 45 (+3)
  6. Laurentiu Rebega (ENF, RO) 44 (-1)

Voti validi espressi nel secondo scrutinio: 690.

Voti totali: 719.

Allegato il link del breve intervento fatto in Aula da Antonio Tajani subito dopo la sua elezione.

http://audiovisual.europarl.europa.eu/Assetdetail.aspx?id=fb58d15a-917a-44ad-a6a7-a6fe015207c4

Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha vinto le primarie tra gli iscritti del Partito Democratico, con il 46,7%, contro il 38,4% di Gianni Cuperlo.. Gli altri due candidati, Pippo Civati e Gianni Pittella, si sono attestati rispettivamente al 9,19% e poco sotto il 6%. I dati sono stati resi noti dall’Agenzia Giornalistica Italia che riporta in una nota l’annuncio di Davide Zoggia, responsabile organizzazione del Pd. Alle convenzioni hanno partecipato circa 7.000 circoli, per poco meno di 300.000 elettori.
Davide Zoggia ha spiegato all’Agi che i dati «sono ancora ufficiosi e non definitivi, perché ci sono dei congressi ancora in corso come ad Asti, dove la convenzione si terrà nei prossimi giorni, così come a Rovigo e anche a Frosinone i congressi si completeranno in queste giornate. Mancano alcuni circoli sparsi in alcune città come Novara e Venezia». I numeri possono essere soggetti ad alcune variazioni, non così significative da modificare il dato complessivo.

Matteo Renzi 42 copia