22 November, 2024
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Donatella Spano 6

«La nuova legge forestale nasce dall’esigenza di colmare un vuoto normativo in una Regione come la Sardegna che possiede la maggiore estensione di boschi d’Italia (1milione e 200mila ettari, di cui oltre 220.000 gestiti dall’Ente Foreste) e può esprimere, anche in questo settore, grandissime potenzialità». Lo ha dichiarato l’assessore regionale dell’Ambiente, Donatella Spano, presentato davanti alla quarta commissione (Governo del territorio) presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) il disegno di legge n. 18 – Giunta regionale – Legge forestale della Sardegna.

«Si tratta di un provvedimento organico – ha affermato l’assessore – che prende spunto dalla normativa nazionale e comunitaria in materia e dalle migliori esperienze della legislazione regionale e, sostanzialmente, dà indicazioni precise sulla missione della nuova agenzia regionale Forestas che andrà a sostituire l’Ente Foreste.»

«I punti qualificanti della legge – ha spiegato ancora la Spano – partono dalla definizione di bosco come luogo di biodiversità meritevoli di tutela per valorizzare questa grande risorsa attraverso processi di programmazione partecipata che prevedono anche interventi di semplificazione rivolti ai privati e meccanismi di monitoraggio e controllo dei risultati ottenuti.»

«Il ciclo di programmazione – ha aggiunto l’assessore dell’Ambiente – sarà articolato su 3 livelli: il piano forestale regionale, il piano di contrasto del rischio idro-geologico ed un piano particolareggiato su base comunale; anche la governante sarà molto snella, un amministratore unico affiancato dal collegio dei revisori e da un comitato territoriale (dove saranno presenti i sindaci) e, sul piano organizzativo, un catena di comando formata da direttore generale, servizi centrali e territoriali.»

Per quanto riguarda l’inquadramento del personale, circa 7.000 unità compresi le diverse tipologie di “stagionali”, l’assessore ha precisato che «a seguito dell’entrata in vigore di diverse norme nazionali si è reso necessario un approfondimento del Disegno di legge specifico predisposto dall’assessorato degli Affari generali; in ogni caso, tutto il personale transiterà dall’Ente Foreste alla nuova Agenzia».

Dopo la relazione dell’assessore Spano hanno preso la parola i consiglieri regionali Salvatore Demontis (Pd), Gianni Tatti e Gianluigi Rubiu (Area popolare Sardegna), Antonello Peru (Forza Italia) ed Eugenio Lai di Sel.

Il presidente della commissione Antonio Solinas, nelle sue conclusioni, si è riservato di acquisire anche le audizioni del commissario straordinario e del direttore generale dell’Ente Foreste. «Il problema del contratto, ha osservato – è molto complesso e credo che, in questa fase ed in attesa del disegno di legge dell’assessore, possiamo limitarci a dire se il perimetro contrattuale deve essere quello tracciato dalla legge 31 o un altro; sotto questo profilo, ritengo preferibile un inquadramento all’interno del contratto regionale».

«Sul piano generale – ha concluso Solinas – ritengo sia necessario valorizzare nella nuova programmazione sia il ruolo del Consiglio regionale che quello delle Autonomie locali fermo restando che, su questo e su altri punti, siamo e restiamo aperti a proposte migliorative.»

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L’assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, è intervenuto ieri in audizione davanti alla quarta commissione (Governo del territorio-Trasporti), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd), su continuità territoriale e trasporto ferroviario.

«Non voglio fare polemiche – ha detto l’assessore dei Trasporti – ma sulla continuità territoriale sono state dette e scritte molte imprecisioni che non tengono conto di alcuni fattori che, negli anni, hanno completamente modificato lo scenario: le nuove normative dell’Unione europea, la comparsa sulla scena delle compagnie low cost ed il primo accordo Stato-Regione sulla c.d. vertenza entrate che assegna precise competenze alla stessa Regione.»

Nella sua relazione, Massimo Deiana ha ripercorso i passaggi principali della continuità territoriale ricordando, a proposito della cosiddetta continuità2 con gli scali minori, che «l’atteggiamento consolidato dell’Unione europea è di ritenerli inammissibili in presenza di un servizio già svolto nella stessa area perché nelle due commissioni che si occupano del tema, quella della competizione e quella mobilità, ha sempre prevalso la linea della prima; allo stato, quindi, non ritengo ci siano le condizioni ma ovviamente, in presenza di atti formali di segno diverso, non ho niente in contrario».

La vera novità rispetto al passato, ha proseguito l’assessore soffermandosi sull’ipotesi di una navetta di collegamento con Roma, «è che abbiamo formulato al Governo una proposta che tiene conto dei costi reali dell’insularità che, in termini di tempo e soldi, aumentano la distanza fra la Sardegna e la Penisola a quasi 500 Km e da qui nasce il riferimento ad una tariffa pari a quella di un pedaggio autostradale; nella proposta non viene indicato nessun aeroporto sardo come luogo di partenza ma è chiaro che è giusto posizionarsi dove la domanda è più elevata, tenendo conto anche che le risorse risparmiate (13.6 milioni) sarebbero reinvestite nel sistema aeroportuale avvicinando i costi per gli utenti a quelli della navetta». In vista della scadenza della cosiddetta continuità1 fissata per il 2017, Deiana ha comunicato lo studio di altre misure, come quella della selezione dei voli più appetibili in base agli orari. «I numeri ci dicono – ha spiegato – che i voli business con andata e ritorno nell’arco della giornata costano mediamente di più, mentre sono più convenienti quelli legati alla cosiddetta sunday rule (la regola della domenica) che comprendono anche un pezzo di vacanza; sulla proposta della navetta, auspicando che sia accolta, sceglieremo comunque insieme in un nuovo quadro equilibrato delle risorse disponibili».

Nel dibattito successivo sono intervenuti i consiglieri regionali Gianni Tatti (Area popolare Sardegna), Antonello Peru (Forza Italia), Franco Sabatini, Salvatore Demontis e Giuseppe Meloni del Pd.

Successivamente, l’assessore Deiana ha affrontato il problema del trasporto ferroviario, oggetto di una precedente audizione con le organizzazioni sindacali di categoria.

L’assessore ha iniziato il suo intervento respingendo le accuse di scarsa volontà di confronto con i sindacati e con la stessa Trenitalia a proposito del nuovo contratto di servizio. «Incontro sempre i sindacati-ha detto fra l’altro Deiana anche se mi appare singolare che, in una battaglia che è di tutta la Sardegna, abbiano assunto una posizione diversa». Quanto alla trattativa con Trenitalia, l’assessore dei Trasporti ha affermato che «non c’è nessuna incomunicabilità; la nostra posizione è che, con l’entrata in servizio dei treni veloci, il 30% delle percorrenze sarà coperto da vetture di proprietà della Regione, che si fa carico anche dell’ammortamento e della manutenzione dei mezzi utilizzando meno personale, tutto questo ha un valore che ci deve essere riconosciuto». «Mantengo forti riserve – ha concluso Deiana – sulla proposta di Trenitalia di un contratto di 9 anni; ritengo preferibile quella di stipulare un accordo per un anno, durante il quale ciascuno sia libero di fare le più accurate verifiche su ogni punto del contratto».

La commissione è stata riconvocata per martedì prossimo, in un orario ancora da concordare, per l’audizione dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano sulla riforma dell’Ente Foreste.

Il consigliere regionale di Area popolare sarda, Gianni Tatti, interviene sulla Continuità territoriale da e per la Sardegna.

«Apprendo dalla stampa la dichiarazione dell’assessore Massimo Deiana relativa alla navetta oraria  da Cagliari per Roma e l’abbandono della continuità territoriale 2 relativa ai voli per Bologna, Torino, Verona, Napoli, Firenze e Palermo dagli aeroporti sardi. Il professor Deiana ci ha abituato – afferma Gianni Tatti – alle sue dichiarazioni roboanti seguite quasi sempre da un nulla di fatto. Mi preoccupa in questo momento è la cancellazione della  CT2. Una preoccupazione questa espressa in commissione Trasporti, della quale sono vicepresidente, sia dal sottoscritto sia dalle organizzazioni sindacali non più di due giorni fa. In quella seduta diversi consiglieri, sentite le parti sociali, hanno chiesto una convocazione immediata dell’assessore in commissione. Se la dichiarazione riportata sulla stampa fosse vera, assisteremo alla distruzione di un sistema che permette la mobilità a tanti sardi che si muovono per lavoro, studio e salute in queste città legate, in maniera fortissima, alla Sardegna anche per il triste fenomeno dell’emigrazione. Ci troveremo in una giungla di orari, tariffe e frequenze alla mercé di compagnie low cost che non imbarcano minori non accompagnati, barellati e altri passeggeri con problemi di salute. Questo è un altro schiaffo ai sardi e al diritto dei sardi di muoversi. Aspettiamo – conclude Gianni Tatti – l’assessore in commissione e la Giunta nei banchi del Consiglio regionale perché questa sarà per me una battaglia per i sardi e per i loro diritti.»

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«Siamo molto preoccupati per lo scenario che si sta delineando ed auspichiamo un ripensamento della Regione, perché con l’attivazione della cosiddetta continuità3 verso alcune capitali europee è a rischio il diritto alla mobilità dei sardi.»

Lo ha dichiarato il dirigente della Cgil Trasporti, Franco Monaco, nel corso di una audizione davanti alla IV commissione del Consiglio regionale, presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd).

«Quella di dare vita a nuovi collegamenti con l’Europa – ha precisato Monaco – è un’idea giusta ma non c’entra niente con la continuità che invece tocca da vicino il diritto alla mobilità dei sardi ed è costruita su condizioni molto precise: possibilità di andata e ritorno in giornata, rilascio di informazioni tempestive presso i call center, flessibilità nella conferma e nell’annullamento delle prenotazioni, accesso garantito agli aeromobili per i portatori di handicap e molto altro.»

«Questo è un passaggio centrale – ha proseguito il sindacalista -. Non si può sostenere come fa l’assessore dei Trasporti, che l’Unione europea considera sovrapponibili i voli della continuità e quelli low cost su scali minori perché i primi sono servizio pubblico e i secondi no ed è questa la linea che la Regione deve far passare presso l’Europa».

«Ferma restando questa distinzione – ha poi aggiunto Ivan Rocca della Uil trasporti – occorre anche considerare che il mantenimento della continuità2 consentirebbe di intercettare il surplus di traffico su Roma e Milano già registrato con la continuità1 e di prevenire i contraccolpi occupazionali che si avranno a partire da ottobre sugli aeroporti sardi di Cagliari, Alghero ed Olbia; dobbiamo insomma evitare la stagionalizzazione del trasporto aereo in Sardegna che è l’esatto contrario della continuità territoriale.ı

«A nostro giudizio è solo un problema di volontà politica – ha dichiarato Nicola Contini della Ugl trasporti – e i dati ci danno ragione: Bologna, ad esempio, è la terza destinazione per volume di traffico dalla Sardegna e gli scali di Torino e Verona sono diventati punti di riferimento dei sardi soprattutto per alcune tipologie di utenza, ecco perché dobbiamo estendere il concetto di continuità territoriale oltre Milano e Roma, come già avviene in Corsica, e non comprimerlo.»

Molto critico nei confronti dell’assessore dei trasporti Massimiliano Deiana, il sindacalista della Cgil Arnaldo Boeddu ha ribadito con forza che «la Sardegna deve presentare all’Unione europea una proposta di continuità territoriale dei sardi tarata sulle reali esigenze dei cittadini, i dati ci dicono che dobbiamo alleggerire il peso su Roma e Milano dove i posti sono quelli che sono soprattutto in certi periodi dell’anno e diversificare l’offerta».

Nel successivo dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Giuseppe Fasolino ed Antonello Peru di Forza Italia, Giuseppe Meloni e Salvatore Demontis del Pd e Gianni Tatti, di Area popolare Sardegna.

In conclusione il presidente della commissione Antonio Solinas ha definito l’incontro «più che positivo, perché il problema dei trasporti rimanda al tema più generale del recupero dello svantaggio dell’insularità su cui la Regione è fortemente impegnata». «Non voglio fare il difensore d’ufficio di nessuno – ha continuato Solinas – e credo che il confronto debba restare aperto ai contributi della commissione e dello stesso Consiglio regionale rispetto ad un quadro in cui le principali destinazioni nazionali non hanno bisogno di incentivi di cui però avrebbe necessità la cosiddetta continuità2, senza dimenticare che la continuità3 verso l’Europa è una scelta lungimirante che apre nuove prospettive al il turismo sardo». «Appena possibile – ha concluso – sentiremo ancora l’assessore dei Trasporti e, se necessario, anche le organizzazioni sindacali.»

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Il Consiglio regionale ha approvato stamane il DL n. 215 “Modifiche urgenti alla legge regionale 4 febbraio 2015, n. 4 (Istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna e modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 19 del 2006)”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il DL 215  “Modifiche urgenti alla legge regionale 4 febbraio 2015, n. 4 (Istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna e modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 19 del 2006), e altre disposizioni in materia di acque meteoriche”.

Prima di procedere, il presidente ha comunicato che è stata costituita la commissione d’inchiesta sulla sanità. Ne fanno parte i capigruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, del Pd Pietro Cocco, dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu, di Sardegna Vera Efisio Arbau, del Psd’Az Angelo Carta e di Sel Daniele Cocco, oltre ai consiglieri Roberto Desini (Centro democratico), Fabrizio Anedda (Sinistra sarda) e Emilio Usula (Soberania e Indipendentzia). La commissione sarà convocata a breve scadenza per l’insediamento.

Il presidente ha quindi dato la parola al relatore di maggioranza del provvedimento, il consigliere Giuseppe Meloni, del Pd.

Meloni ha ricordato in apertura che la commissione ha condiviso le posizioni espresse dall’assessore in sede di audizione, sia per quanto riguarda la modifica della legge n. 4 che per gli obiettivi che la norma si propone, con particolare riferimento alla nomina di carattere fiduciario del soggetto incaricato del governo del nuovo ente assegnando la funzione in via transitoria, e per un brevissimo periodo, al presidente del comitato di indirizzo. Da valutare positivamente, a giudizio di Meloni, «anche alla soluzione transattiva individuata per pagare i corrispettivi dovuti dai Comuni alla Regione per il periodo compreso fra il 2005 ed il 2011, più volte oggetto di richiamo dall’Anci Sardegna». Per questi motivi, ha concluso il relatore di maggioranza, «è auspicabile la rapida approvazione del provvedimento da parte del Consiglio».

Per il relatore di minoranza Gianni Tatti, di Area popolare sarda, ha ricordato il voto contrario dell’opposizione, «per la grande confusione normativa di Giunta maggioranza ed Assessore sulle procedure di nomina del direttore, passaggio che la norma tratta in modo ambiguo, poco chiaro e non in grado di conseguire i risultati sperati». «Per quanto riguarda i costi dello smaltimento delle acque meteoriche – ha osservato Tatti – la disciplina proposta appare molto complicata e condizionata da una transazione che mette in dubbio la sua applicabilità; non è stato considerato, infine, il problema delle reti duali, emergenza da affrontare per l’abbattimento delle tariffe ed il miglioramento di efficienza del sistema».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha messo in evidenza alcune anomalie contenute nella legge, affermando che «ci si sta muovendo in modo schizofrenico intervenendo sulle norme di legge per la terza volta in un semestre, segnale evidente di una grande confusione che non fa onore all’azione legislativa della Giunta e in definitiva del Consiglio». Sull’attività di gestione assegnata in via transitoria al presidente del comitato di indirizzo, è l’opinione della Zedda, «è sbagliato avere pregiudizi ferma restando la distinzione fra le due funzioni; noi, comunque, abbiamo mostrato fin dall’inizio senso di responsabilità, soprattutto perché seguiamo con la massima attenzione le vicende dei dipendenti e delle amministrazioni locali». Ricordando le procedure di nomina del nuovo direttore, il vice capogruppo di Forza Italia ha auspicato «trasparenza e pubblicità che finora sono mancate».

Il consigliere Gianni Tatti, Area popolare sarda, ha ritenuto di dover approfondire nel merito alcuni problemi legati ai consorzi di bonifica ed alla loro attività, «perché si stano usando fondi della finanziaria per 19 milioni ma non c’è chiarezza sulla loro corretta destinazione, in altre parole si sta mettendo una pezza che non dà garanzie per il futuro perchè l’ipotesi di accordo con i Comuni sulle acque meteoriche copre fino al 2011 ma dopo non ci sono risorse». E’stato trascurato inoltre, a suo avviso, «il problema della depurazione sotto il profilo della situazione ambientale in presenza di eventi atmosferici negativi; in Sardegna c’è una situazione che non consente ai Comuni di garantire questo servizio e sarebbe utile l’intervento della Regione, è vero che occorrono risorse ingenti ma bisogna affrontare il problema una volta per tutte».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha osservato che per l’ennesima volta «si propongono al Consiglio norme senza una vera logica, frutto di una confusione sulle cose da fare». «Da parte nostra – ha proseguito – c’è preoccupazione per alcuni passaggi che potrebbero rivelarsi una trappola, non ci saranno soluzioni positive ma disordine amministrativo, a cominciare dallo9 sconfinamento fra attività di indirizzo e di gestione». Poi, ha continuato, «non si parla dei problemi e delle difficoltà economiche dell’Ente di governo delle acque della Sardegna, delle esposizioni nei confronti dei consorzi di bonifica e di altri Enti che mettono in pericolo gli stipendi dei lavoratori per differenze contrattuali non definite da lungo tempo, servono invece garanzie e certezze per il futuro».

Ha quindi preso la parola il presidente della Commissione “Governo del territorio” Antonio Solinas (Pd) che ha sottolineato l’esigenza di un intervento urgente sull’Ente di governo d’Ambito. «In attesa della scelta definitiva del nuovo direttore occorre scongiurare un vuoto amministrativo che porterebbe al blocco del pagamento degli stipendi – ha detto Solinas – con questa norma si dà la possibilità al presidente di svolgere per 45 giorni le funzioni del direttore generale per motivazioni urgenti e indifferibili».

Solinas si è poi soffermato sul contenuto dell’art. 3: «C’è da risolvere il problema delle acque piovane – ha detto il presidente della Quarta Commissione – la  Regione si fa carico del pagamento di 4 milioni di euro per coprire i debiti dei Comuni. Dal 2012 non avremo più questo problema».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola all’assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda per la replica.

L’esponente della Giunta Pigliaru, accogliendo la richiesta del consigliere Alessandra Zedda, ha dato la sua disponibilità perché al bando per la selezione del nuovo direttore dell’Ente di governo d’Ambito sia data massima visibilità anche attraverso la pubblicazione nei due principali quotidiani nazionali.

Paolo Maninchedda ha poi difeso la ratio della norma in discussione: «Non c’è nessuna schizofrenia, quando una legge viene superata dalla realtà è buona regola intervenire per cambiarla. In assenza di un direttore generale le sue funzioni non possono essere svolte da altri funzionari. Per questo si è pensato a una norma transitoria che affidi i poteri al presidente per gli atti urgenti e indifferibili. La decisione è stata assunta dopo aver consultato l’avvocatura dello Stato».

Sull’art. 3, Maninchedda ha chiarito che lo spostamento di 42 milioni di euro dal Fondo di Garanzia è oggi possibile perché le banche non hanno più bisogno di quei soldi per garantire i 92 milioni di debiti di Abbanoa. «Le risorse adesso potranno essere utilizzate per altre cose, per esempio per risolvere l’annoso problema delle acque meteoriche. Torniamo in Consiglio perché riteniamo che per spostare 42 milioni di euro serva un pronunciamento dell’Assemblea».

Rispondendo a Oscar Cherchi (Forza Italia), Maninchedda ha assicurato che non c’è nessuna incertezza sui flussi finanziari. «Le risorse allocate ci sono tutte – ha chiarito l’assessore – la Regione si fa carico del debito dei comuni dal 2005 al 2011. Dal 2012 non esisterà più il problema perché quei costi sono caricati a tariffa». Maninchedda ha poi spiegato che il debito dei Comuni ammonta a circa 28 milioni di euro: «la  Giunta vuole favorire la transazione a copertura del debito di Abbanoa con Enas e di Enas con i Consorzi di bonifica. Siamo certi che il risultato sarà raggiunto, tutto il debito sarà saldato».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula con 33 a favore e 14 contrari.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 (Modifiche all’art 6 della legge regionale n.4 del 2015) sul quale ha chiesto la parola l’assessore Paolo Manichedda per proporre due emendamenti orali all’articolo 1. Il primo prevede che il bando per la nomina del nuovo direttore dell’Ente di governo d’ambito sia pubblicato nei due principali quotidiani nazionali oltre che sul sito della Regione Sardegna. Il secondo modifica la lettera b) dell’art 1 sostituendo la parola “comma” alla parola “legge”.

E’ quindi intervenuto il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi che ha annunciato il suo voto favorevole: «L’art 1 pone rimedio ad un errore – ha detto Oppi – si sana una situazione per consentire all’Ato non avere funzioni vacanti. Non ci sono alternative in attesa della selezione di un nuovo direttore generale».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione l’articolo 1 che è stato approvato. Disco verde anche er gli articoli 2 (Modifiche all’art 13 della legge regionale n.4 del 2015), 3 (Disposizioni in materia di acque meteoriche) e 3bis (entrata in vigore).

Si è quindi passati alla votazione del testo finale della legge. Per dichiarazioni di voto,ha preso la parola il consigliere di Area Popolare Sarda, Gianni Tatti, che ha annunciato il suo voto contrario: «Le parole dell’assessore non fanno che confermare le nostre perplessità. Dal 2012 il costo per lo smaltimento delle acque meteoriche sarà caricato in tariffa e pagato dagli utenti. Per alleviare i costi di questi servizi avrei preferito interventi per la realizzazione di reti duali».

Alessandra Zedda ha invece annunciato il  voto contrario del Gruppo Forza Italia. «Voteremo contro per il metodo con il quale è stato presentato il disegno di legge. Ci sono poi perplessità sui costi, ci auguriamo che l’articolo 1 non crei difficoltà sugli atti posti in essere dal presidente. Assessore lei sarà vigile? Saranno solo 45 giorni o si procederà ad altre proroghe?».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione la legge che ha ottenuto il via libera dall’Aula con  34 voti a favore e 14 contrari.

Il consigliere di Area popolare sarda, Gianni Tatti, ha presentato un’ interrogazione al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ed all’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, con la quale chiede che l’Ente Foreste sia messo nelle condizioni di «garantire un adeguato schieramento di uomini e mezzi per il controllo degli incendi durante la stagione estiva».

«Con due recenti delibere – sottolinea Tatti – il Commissario dell’Ente Foreste prima e la Giunta regionale dopo hanno effettuato tagli pesantissimi al bilancio dell’Ente Foreste dimezzando la dotazione finanziaria rispetto al 2014 e mettendo a rischio l’attività dell’Ente a cominciare dalla campagna antincendi.»

Gianni Tatti, ricordando sia la determinazione del Commissario dell’Ente Foreste che la successiva delibera della Giunta regionale, ha criticato duramente il fatto che con i due provvedimenti siano state tagliate, in una misura di circa il 55%, «le risorse destinate all’acquisto di carburanti e pneumatici, alla manutenzione straordinaria del parco macchine a disposizione ed all’acquisto di nuovi mezzi ed attrezzature meccaniche».

«Tagli così sproporzionati – ha concluso Tatti – non potranno che avere ripercussioni pesantissime sulla normale attività dell’Ente che, soprattutto, sulla imminente campagna antincendi.»

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Il consigliere regionale Gianni Tatti, del gruppo Area popolare sarda, ha presentato un’interrogazione all’assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, con la quale sollecita una serie di chiarimenti sul ruolo che si intende assegnare ad Abbasanta nell’ambito della rete regionale del trasporto pubblico.

Gianni Tatti sostiene che ad appena pochi mesi di distanza dall’inaugurazione del centro intermodale di Abbasanta, la struttura rischia di essere ridimensionata con interventi che peggiorano la qualità del servizio senza alcun risparmio per l’Arst.

«Mi risulta per esempio – sostiene fra l’altro Tatti – che recentemente sia stata istituita una nuova linea fra Macomer-Noragugume-Borore-Sedilo-Ottana Nuoro che, di fatto, ha due conseguenze: la sovrapposizione con la linea esistente Macomer-Nuoro che ha un tragitto più breve e la sottrazione di una unità al centro di Abbasanta.»

«Inoltre – osserva ancora il consigliere di Aps – sarebbe allo studio la riprogrammazione della linea Abbasanta-Alghero, provvedimento con cui verrebbe a mancare un’altra unità lavorativa alla stazione intermodale di Abbastanta».

«In definitiva – conclude Gianni Tatti – si va prefigurando una situazione di favore per la struttura di Macomer che non ha riscontro né in termini di qualità del servizio né in termini di risparmio per l’Arst e di questo intendo chiedere conto all’assessore Deiana.»

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La commissione sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) ha proseguito ieri le audizioni dei rappresentanti delle amministrazioni locali per un approfondimento delle problematiche sanitarie dei territori.

Il presidente dell’Unione dei Comuni dell’Ogliastra Davide Ferreli, anche nella sua veste di sindaco di Lanusei, ha informato la commissione di un confronto costruttivo già avviato con il commissario della Asl, esprimendo però preoccupazione per le riforme all’attenzione del Consiglio regionale, sia per quanto riguarda gli Enti Locali che per le stesse Asl. «Non vorremmo – ha detto – che si lavorasse solo ad espressioni numeriche che non considerano il territorio, le sue specificità, le sue caratteristiche geo-morfologiche e la viabilità interna». Ferreli ha poi sollecitato l’uso più razionale delle risorse disponibili, a cominciare dalla struttura per l’emodinamica, realizzata con il contributo della Ue per l’inclusione delle periferie e mai entrata in funzione dopo tante promesse.

Per il sindaco di Jerzu Roberto Congiu «la nuova articolazione dei servizi sanitari che ci ha proposto il commissario, articolata su diversi poli, è sostanzialmente condivisibile ma in un momento caratterizzato da tagli e scarsità di risorse non abbiamo ben chiaro con quali mezzi finanziari si farà fronte alle nuove esigenze e con quale tempistica».

Il Sindaco di Barisardo Paolo Fanni ha posto l’accento sulla necessità di salvaguardare i servizi presenti sul territorio ed il collega di Loceri Ivo Deiana ha auspicato per l’Ogliastra un equilibrio più solido fra la sanità pubblica e quella privata.

Dopo l’intervento dei Sindaci hanno preso la parola i consiglieri Franco Sabatini (Pd), Alberto Randazzo (Forza Italia), Gianni Tatti (Area popolare sarda) e Roberto Desini (Centro democratico). Tutti, con accenti diversi, hanno messo in luce l’importanza del confronto con le comunità locali, come premessa indispensabile per una buona riforma. Il consigliere Sabatini, in particolare, ha ripreso il tema della struttura di emodinamica, esprimendo forti critiche sia per il suo mancato utilizzo come sede staccata di Cagliari che per le motivazioni tecnico-giuridiche, riconducibili al mancato accreditamento della struttura cagliaritana. «Su questo problema – ha annunciato – presenterò nei prossimi giorni una denuncia durissima». Sul punto, lo stesso presidente della commissione Raimondo Perra si è riservato una compiuta valutazione dopo le opportune verifiche con il commissario della Asl n° 8 di Cagliari.

Per quanto riguarda la zona di Sorgono, il sindaco di Meana Sardo Angelo Nocco (inserito in un distretto che comprende 13 Comuni) ha lamentato la penalizzazione del suo territorio, sollecitando il pieno coinvolgimento delle amministrazioni locali nella definizione dei nuovi confini delle Asl. «La proposta che ci è stata consegnata dal commissario – ha spiegato – ci sembra molto distante dalle esigenze e dai bisogni concreti delle nostre comunità (dove già assistiamo ad una crescente migrazione di pazienti verso altre strutture), che risulta gravemente scoperte nei servizi di prima necessità come il pronto soccorso». «Abbiamo consegnato al commissario – ha aggiunto Nocco – un documento dettagliato con le nostre proposte e ci aspettiamo che le Istituzioni regionali lo considerino con la massima attenzione». Il sindaco di Meana Sardo ha infine informato la commissione che le elezioni della Conferenza territoriale sanitaria svoltesi recentemente hanno seguito, a suo avviso, «modalità molto discutibili anche sul piano delle procedure: per l’ennesima volta si è scelto di non dare spazio alla periferia».

Nel dibattito successivo, sono intervenuti i consiglieri regionali del Partito Democratico Rossella Pinna e Daniela Forma, che hanno chiesto una verifica dettagliata dei temi sottoposti all’attenzione della commissione.

Nella fase conclusiva dei lavori, l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ha illustrato i contenuti del documento con cui la Giunta ha integrato la Consulta per l’emigrazione con 3 nuovi componenti che dovranno essere eletti dal Consiglio. La Consulta è per certi aspetti un organismo un po’ datato, ha affermato l’qssessore, annunciando la predisposizione di una nuova legge che, fra l’altro, disciplinerà in modo diverso l’accesso ai contributi, «finalizzandoli alla presentazione di progetti in grado di valorizzare il ruolo degli emigrati come rappresentanti della Sardegna in Italia e nel mondo». Il documento è stato poi approvato all’unanimità.

I lavori della commissione sono proseguiti pomeriggio con l’audizione dell’assessore della Sanità, Luigi Arru.

Gavino Sini presidente della Camera di Commercio di Sassari, in rappresentanza di tutte le altre Camere provinciali, ha illustrato alla Commissione la situazione degli enti camerali alle prese con una profonda riorganizzazione imposta dal decreto legislativo del 2010 sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione.

«Le Camere di Commercio non sono più vincolate a un territorio provinciale, per questo avevamo già pensato a un ridisegno dell’organizzazione in Sardegna – ha detto Sini – l’attuale progetto di riforma in discussione in Parlamento ci obbligherà ad accelerare i tempi».

Sini ha poi spiegato che le nuove Camere dovranno essere costituite su un’articolazione di almeno 80mila imprese: «Considerando che in Sardegna il numero delle attività imprenditoriali è pari a 190.000, in futuro potremo avere due Camere di Commercio. Cagliari ha la possibilità di averne una tutta sua, le altre tre (Sassari, Nuoro e Oristano) potrebbero unirsi, ma non sono escluse soluzioni diverse (Cagliari-Oristano e Nuoro-Sassari)».

Il presidente della Camera di Commercio di Sassari ha sottolineato il ruolo svolto dall’ente camerale nella creazione di una classe dirigente e imprenditoriale e l’importanza della collaborazione con le province per la pianificazione e progettualità territoriale.

In rappresentanza dei sindaci dei comuni capoluogo, sono stati invece sentiti i primi cittadini di Lanusei e Tempio, Davide Ferreli e Romeo Frediani, e l’assessore alle politiche sociali di Iglesias Alessandra Ferrara.

Ferreli ha evidenziato il ruolo decisivo svolto dalla provincia Ogliastra per la creazione di una coscienza comune nella popolazione. «La provincia ha favorito un processo di aggregazione e di collaborazione nella gestione del bene Comune – ha detto il sindaco di Lanusei – la nuova riforma dovrà tenere conto di questo. Siamo disponibili a partecipare ad una stagione riformatrice che però non deve essere fatta solo su basi numeriche. L’Ogliastra conta meno di 60mila abitanti, non si può pensare di smantellare i servizi statali e regionali altrimenti il territorio continuerà a spopolarsi». Sulla nuova gestione delle funzioni prima attribuite alle province, Ferreli ha indicato l’esperienza delle unioni dei Comuni come base da cui partire e confrontarsi: «Serve però dotare le nuove realtà di personale e risorse adeguate».

Alessandra Ferrara ha invocato una politica “uniformata” del territorio che garantisca un miglior raccordo tra Comuni e Regione. «La presenza di un ente intermedio è stata decisiva – ha ricordato l’assessore di Iglesias – il Piano Sulcis è stato partorito dalla Provincia, il Plus ha permesso di capire quanto sia importante la gestione unitaria del territorio».

Ferrara ha infine segnalato la pesante situazione vissuta dal territorio del Sucis Iglesiente sul fronte della giustizia: la cancellazione degli uffici del giudice di pace e dei tribunali ha eliminato tutti i presidi. «Ora la legge prevede la possibilità di riaprire qualche ufficio ma a pagarlo dovranno essere i comuni».

Romeo Frediani ha auspicato una riforma che preveda una pianificazione in grado di colmare il gap tra le diverse aree geografiche. «Serve dotare i territori di infrastrutture e pensare a una gestione unitaria di alcuni servizi – ha detto Frediani – certe situazioni vanno gestite direttamente dalla Regione».

Il sindaco di Tempio ha quindi ricordato l’esperienza della Gallura dove sono nate tre Unioni di Comuni. «Il risultato è incoraggiante ma per l’esercizio delle funzioni associate serve più personale e più risorse».

I tre rappresentanti dei comuni capoluogo, infine, hanno manifestato contrarietà all’ipotesi prevista dal Dl 176 di un regime transitorio che consenta di tenere in piedi le quattro province storiche fino alla piena operatività della riforma. «Siamo per un ridisegno complessivo che porti a un sistema ex novo – ha detto Davide Ferreli – che ha poi invitato la commissione a una riflessione attenta sull’opportunità di istituire la Città Metropolitana di Cagliari, per il timore che si torni a una visione cagliaricentrica della Sardegna».

La Giunta regionale deve dare attuazione al protocollo d’intesa sottoscritto nel febbraio 2014 per la valorizzazione dell’azienda agricola “Tanca Regia”, proprietà della stessa Regione assegnata in affidamento all’Agenzia Agris.

Lo ha sollecitato, con un’interpellanza, il consigliere regionale di Area popolare sarda Gianni Tatti, che ha ricordato fra l’altro l’importanza del ruolo dell’azienda «nella salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio ippico, naturalistico e produttivo» del territorio e dei comuni interessati, Abbasanta e Paulatino, per una superficie complessiva di circa 530 ettari.

«L’attuazione del protocollo d’intesa che scadrà nel 2017 – ha concluso Tatti – richiede un forte impegno della Regione “sia nell’elaborazione di progetti di crescita e sviluppo occupazionale che nell’attivazione di una regia efficiente in grado di assicurare la piena realizzazione delle iniziative di partenariato pubblico-privato.»

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Il Consiglio regionale ha ripreso stamane l’esame del Piano Casa con la discussione e gli emendamenti all’art. 20. La commissione e la Giunta hanno espresso il parere di competenza e il presidente ha aperto la discussione.

L’on. Efisio Arbau (capogruppo Sardegna Vera) ha annunciato il ritiro degli emendamenti 12 e 13 mentre l’on. Oscar Cherchi (Forza Italia) ha detto: «Oggi ci concentriamo sulle volumetrie turistiche  e ricettive. Oltre i 300 metri la premialità è pari al 25 per cento salvo che i fabbricati non rientrino in differenti tipi di attività e questo va bene. Il problema è che rimangono senza una definizione chiara le zone F previste dall’articolo 19, a seguito della seduta di ieri. E sono le zona F, a seguito delle indicazioni dell’Aula, che hanno generato un problema e dovranno essere affrontate in qualche modo dalla Giunta».

L’on. Fasolino (Forza Italia) ha detto: «Non si capisce come volete incentivare con queste norme l’industria delle vacanze. Tutti aspettiamo questa legge come la manna dal cielo ma poi la manna non c’è perché non c’è un ragionamento sulle strutture turistiche e ricettive».

Sempre per Forza Italia ha preso la parola l’on. Marco Tedde, che ha toccato ancora il tema delle zone F «non quantificate dall’articolo 19 e per questo si rischia un pasticcio sulle quantità autorizzabili nelle zone F. Per questo, per evitare che l’Aula faccia una brutta figura, è bene che torniamo a definire ciò che ieri abbiamo lasciato a metà. Dobbiamo superare questo moloch della fascia dei 300 metri, perché nei 300 metri ci stanno porcherie orripilanti e cose pregevoli da tutelare».

Per l’on. Luigi Crisponi (Riformatori) «solo le industrie turistiche sono rimaste in piedi, visto che tutto il resto dell’industria è crollato. Sul sito booking.com risulta che in Sardegna esistono 4111 strutture turistiche aperte; quattro anni fa erano appena 900. E’ un sistema articolato che dà benefici al nostro territorio e che dovrebbe essere premiato da questa legge. Come può presentarsi al mercato un albergo sardo obsoleto, che non può rinnovarsi rispetto a quanto il mercato offre altrove e chiede in termini di standard di ospitalità? Parlo di spa, delle piccole aree congressuali e delle piccole strutture sportive collegate agli alberghi. E’ adesso che si firmano i contratti dei tour operator per il 2016 e non ci sono chiamate d’appello. Ma davvero pensate che qualcuno faccia investimenti, milionari o meno, senza la possibilità concreta di riguadagnare quel denaro?».

L’on. Ignazio Locci (Forza Italia) ha riferito all’Aula «di una rinnovata fiducia degli artigiani e delle piccole imprese per il nuovo e imminente Piano casa. La stessa attesa c’è da parte degli operatori delle strutture ricettive rispetto alla norma in discussione ora. Non possiamo non tener conto di queste aspettative: dobbiamo liberarci dalle paure di chi pensa che abbellire gli alberghi e le strutture ricettive costituisca un danno per l’ambiente».

Il consigliere di Aps, Gianni Tatti, ha riferito in Aula di un incontro avuto con alcuni sindaci che hanno sollecitato una nota esplicativa sulle norme contenute nel Dl 130 vista la difficile comprensione delle norme in esso contenute. Nel merito dell’articolo 20, l’esponete della minoranza ha rivolto critiche al divieto di utilizzo delle volumetrie per realizzare posti letto nelle strutture ricettive e per le disposizioni che stabiliscono la realizzazione delle strutture con “vista camere”. «Norme  – ha concluso Tatti – che danno la misura della scarsa qualità del provvedimento e testimoniano una visione miope dell’Isola e del suo sviluppo».

Antonello Peru (Fi), dopo aver richiamato l’attenzione dell’assessore Cristiano Erriu, ha ricordato il principio di fondo che sta alla base dell’articolo 20 e cioè “miglioramento delle strutture esistente”. Per tale ragione, a giudizio del vice presidente del Consiglio, serve un’analisi approfondita  sulle condizioni delle strutture esistenti nel territorio regionale ed ha ricordato la proposta di legge presentata dalle forze dell’opposizione per la riclassificazione delle attività recettive in Sardegna. Il consigliere Peru ha quindi evidenziato il contenuto del comma 4) dell’articolo 20 ed ha denunciato che la sua formulazione sembra escludere la possibilità di incrementi volumetrici per quelle strutture che abbiano già usufruito degli incrementi previsti dall’articolo 10 bis della legge n. 45.

Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa ha definito l’articolo 20 “una follia” ed ha sottolineato che le timide aperture contenute nella formulazione del testo originario del provvedimento sono state cancellate dall’emendamento sostitutivo totale n. 126 (presentato dalla Giunta) che, così come è accaduto anche per i precedenti articoli, è diventato il testo su cui confrontarsi. «Si è così eliminata – ha spiegato Cossa – la possibilità di realizzare interventi utili per rendere l’offerta turistica sarda competitiva al livello mondiale». L’esponente della minoranza ha quindi definito “ridicolo” il contenuto del comma 4) dell’emendamento 126, ed ha ribadito che i commi 7) e 8) renderanno impossibile qualunque forma di intervento nelle strutture ricettive. «Abbiate dunque il coraggio – ha concluso Cossa – di abrogare l’articolo 20».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha rivolto critiche per alcune interpretazioni di stampa riguardo gli esiti dei lavori dell’Aula nella giornata di ieri. Dedoni ha quindi svolto alcune considerazioni di carattere generale sulla strategicità del comparto turistico per l’economia della Sardegna ed ha citato l’esempio della Costa Smeralda. «Con le norme che proponete – ha tuonato il consigliere dei Riformatori, rivolto ai banchi della maggioranza –  si impedisce agli alberghi di avere servizi e di migliorare la qualità dell’offerta». Dedoni ha concluso con l’invito alla Giunta e alla maggioranza perché il Dl 130 ritorni all’esame della commissione Urbanistica.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha ricordato in tono critico la nuova riscrittura del testo dell’articolo 20 con un nuovo emendamento della Giunta ed ha sottolineato come anche da parte della  maggioranza si stato presentato un emendamento, il n. 12 (Arbau e più, poi ritirato dai presentatori) che proponeva l’abolizione dell’articolo 20. Il capogruppo della minoranza ha ribadito quindi l’invito a “riportare all’esame della commissione il Dl 130” ed ha definito le disposizione contenute nell’articolo 20 e nell’emendamento 126 “come muro e una trincea”. «Il problema – ha concluso l’esponente dei Quattro Mori – è che dall’altra parte della trincea non ci sono nemici ma altri sardi, imprenditori e l’industria turistica sarda che dovrebbe rappresentare la nostra Fiat e non un’avversario da combattere».

 Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha svolto alcune precisazioni sugli esiti dell’articolo 19 ed ha tenuto a precisare, che l’articolo, sostituito dall’emendamento 125, modificato a sua volta  con un emendamento approvato a voto segreto che allarga alla zona F le premialità edificatorie va considerato insieme con le disposizioni contenute al comma 7 del suddetto articolo. Previsioni normative che, a giudizio del capogruppo della maggioranza, consentono incrementi volumetrici soltanto per le residenze che ospitano portatori di handicap.  Nel merito dell’articolo 20, Efisio Arbau, ha  spiegato di aver raggiunto un accordo in maggioranza sull’emendamento 126, pur ribadendo la contrarietà al divieto di realizzare nuovi posti letto e definendo un “errore” il tentativo di imporre scelte che sono proprie dell’imprenditore che investe nel comparto turistico ricettivo dell’Isola.

Il capogruppo di Aps, Gianluigi Rubiu, ha affermato che «tutti siamo un po’ ambientalisti» ma ha aggiunto che «tutti insieme con la tutela delle coste e delle bellezze dobbiamo garantire occupazione a nostri giovani». «Serve trovare il giusto equilibrio», ha aggiunto l’esponente della minoranza, «e insieme dobbiamo consentire alle strutture ricettive di migliorare offerta e servizi». A giudizio di Rubiu però le norme del Dl 130 impediscono il miglioramento della qualità dell’offerta e non tengono conto delle innovazioni e dei mutamenti che caratterizzano il mercato turistico mondiale.  

Il capogruppo del gruppo  Sardegna, Modesto Fenu, ha criticato la riproposizione del limite assoluto all’edificazione nella fascia costiera entro i trecento metri ed ha auspicato l’introduzione di norme che introducano quale elemento condizionante gli studi di dettaglio sull’edificabilità costiera. L’esponente della minoranza ha quindi invitato l’assessore a far cessare la politica dei “rimandi” ed ha domandato in tono polemico il perché si proceda con l’approvazione del Dl 130 se tutte le scelte sono demandate ad una nuova legge Urbanistica.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha smentito alcuni contenuti di agenzia che riferirebbero di «una riscrittura da parte della Giunta del cuore dell’articolo 19 del Dl 130». «La Giunta – ha dichiarato Pittalis – non ha riscritto un bel nulla perché il Consiglio ha riscritto l’articolo 19 ed ha approvato l’inserimento della zona F». Pietro Pittalis ha quindi denunciato come sul’articolo 20 si assista ad un nuovo braccio di ferro interno alla maggioranza ed al Pd in particolare ed ha affermato che l’emendamento 126 presentato dalla Giunta “corregge in senso peggiorativo” l’articolo 19 esitato dalla commissione IV. Pittalis ha parlato di «una norma fatta di divieti che mortifica le potenzialità del comparto ricettivo sardo e rischia di concorrere al definitivo affossamento del nostro sistema turistico».

Il presidente del Consiglio, verificato che non risultano altri consiglieri iscritti a parlare nella discussione generale ha posto in votazione  l’emendamento n. 61 (Rubiu e più), uguale al 219, che non è stato approvato con 23 contrari e 21 favorevoli.

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n. 575 – Tedde e più – (“Incremento volumetrico delle strutture destinate all’esercizio di attività turistico-alberghiera, soppressione dei commi 3, 4 , 5 , 6, 7 e 8″) dell’emendamento 126) – Giunta regionale – Sostitutivo totale (“Premialità volumetriche per le strutture turistico-ricettive purchè situate al di fuori della fascia dei 300 metri dalla battigia”) dell’art. 20.

Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd), con un emendamento orale, ha proposto anche in considerazione dell’emendamento n. 575 presentato dalla minoranza, l’eliminazione dall’emendamento n. 126 del comma 4. Il Consiglio ha condiviso la proposta.

Messo ai voti, l’emendamento n. 575  è stato approvato con 49 favorevoli ed 1contrario.

Il presidente ha quindi messo in votazione l’emendamento n. 525.

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), per dichiarazione di voto, ha affermato che «la maggioranza e la Giunta hanno necessità di chiarimenti interni perché occorre migliorare la norma in modo chiaro senza andare contro gli operatori turistici: la fascia 300 metri va quindi necessariamente inserita fra le premialità».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), favorevole, «inserire le premialità nei 300 metri significa rispondere ad una esigenza reale del mercato perché il turismo di lusso si indirizza dove c’è l’offerta migliore; va poi considerato il dato che solo 9 alberghi su 300 presenti hanno utilizzato il Piano casa».

Il presidente, dopo alcuni richiami ai consiglieri, ha sospeso la seduta per riaprirla subito dopo e convocare la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, sono riprese le dichiarazioni di voto sull’emendamento n.525

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha sostenuto che stralciare dalla legge le strutture entro i 300 metri «è una cosa incongrua; se solo 9 su 300 hanno utilizzato il Piano casa è evidente che è stata valutata l’utilità dell’intervento, quindi non solo non c’è nessun rischio per l’ambiente ma anzi bisogna introdurre misure che incoraggino gli investimenti privati nel senso auspicato dal consigliere Crisponi, cioè potenziando i servizi aggiuntivi».

Il consigliere Luigi Crisponi, anch’egli dei Riformatori, ha detto che «le parole dell’assessore riferite ai 1600 chilometri di costa della Sardegna ed alle 390 strutture complessive danno la misura della realtà; siamo di fronte ad numero incredibilmente basso al di sotto dell’1%, quindi pericoli e scempi non esistono, tanto più di fronte alla totale assenza di benefici, ci vuole ben altro per far diventare la nostra Regione un hub turistico internazionale e per questo sono auspicabili nuove misure che forse troveremo in passaggi successivi se saranno confermate le aperture della maggioranza».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia), favorevole, ha messo in luce che «il dibattito sta prendendo una piega diversa e noi restiamo impegnati ad abbattere il moloch dei 300 metri anche perché nessuno ha mai guardato cosa c’è in quella porzione del territorio; siamo legiferando sulla carta, dimenticando che le strutture alberghiere devono poter essere riqualificate per entrare finalmente negli standard internazionali».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, favorevole, ha dichiarato che «va fatta una valutazione sul bello e sulla qualità di un progetto di sviluppo e non si può vietare a prescindere; si possono magari creare vincoli di tipologie perché brutto e bello prescindono dalle distanze, guardiamo invece alla crescita ed all’occupazione».

IL consigliere Modesto Fenu (Zona franca) si è detto convinto che «utilizzare un termine perentorio è sbagliato in una norma che vuole mettere ordine nella materia edilizia, bisogna invece considerare elementi di valore oltre i 300 metri che meritano di essere tutelati molto più di quelli sulla costa; suggerisco che l’assessore faccia un emendamento riferendosi ad uno studio di dettaglio sull’edificabilità costiera, è una cosa di buon senso già fatta per piano di assetto idrogeologico».

Messo ai voti, l’emendamento n. 525 è stato respinto con 17 favorevoli e 27 contrari.

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n. 519.

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha osservato che, «senza aumento del numero di posti letto non è una buona legge; se non vogliamo dare uno schiaffo agli operatori turistici sardi dobbiamo consentire il potenziamento delle strutture anche realizzando nuovi posti letto finalizzati all’adeguamento complessivo della qualità della struttura, su questo auspico una convergenza della maggioranza».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha sostenuto che quella dei posti letto «è una questione effimera, i posti letto non solo il vero attrattore ma la qualità, ci vogliono spazi adeguati agli standard internazionali individuati dal mercato; negli anni ’70 si puntava molto sui posti letto ma lo scenario è completamente cambiato e la ridefinizione degli spazi è fattore centrale del miglioramento dell’offerta, ed inoltre l’imprenditore deve essere libero di dimensionare la sua azienda come crede».

Messo ai voti l’emendamento n. 519 è stato respinto con 19 voti favorevoli e 27 contrari. A seguire, il Consiglio ha respinto anche l’emendamento nn. 516 e 521.

Intervenendo sull’ordine dei lavori il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto una breve sospensione della seduta, che è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha annunciato la presentazione di un emendamento di sintesi.

Il testo, illustrato dal consigliere Salvatore Demontis, apporta alcune modifiche ai commi 1, 4 e 8 bis dell’emendamento sostitutivo totale n.126 presentato dalla Giunta.

La norma così riscritta autorizza incrementi volumetrici finalizzati alla riqualificazione e accrescimento delle potenzialità delle strutture destinate all’esercizio di attività turistico ricettive nelle zone urbanistiche B,C,F e G purché fuori dalla fascia dei 300 metri dal mare. Gli interventi ammessi non potranno superare il 25% dei volumi esistenti.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento di sintesi. Per dichiarazioni di voto è intervenuto il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis che ha espresso apprezzamento per la disponibilità della maggioranza a inserire alcuni correttivi alla legge. «Rimane però il giudizio negativo sull’impianto complessivo del provvedimento».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha chiesto chiarimenti sul 1° comma dell’emendamento di sintesi e proposto di chiarire meglio la parte in cui si autorizzano incrementi volumetrici per l’adeguamento delle camere. «Deve essere chiaro – ha detto Fasolino – che il numero delle camere rimane invariato».

Il consigliere del Pd Salvatore Demontis ha spiegato che nell’ultima parte del comma 1 viene fugato ogni dubbio con la dicitura “senza incremento del numero delle stanze complessivo”.  

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento di sintesi che è stato approvato dall’Aula con 30 voti favorevoli, 16 contrari e 6 astenuti.

Approvato l’articolo 20, l’Aula è passata all’esame dell’art. 21 (Interventi per il riuso e per il recupero con incremento volumetrico dei sottotetti esistenti).

Stefano Tunis (Forza Italia), a nome della minoranza, ha espresso soddisfazione per essere riusciti a ottenere alcune modifiche al testo. «Ciò dimostra che la nostro non era una tattica ostruzionistica ma piuttosto un’azione propositiva – ha detto Tunis – certo, sarebbe stato meglio prorogare il Piano Casa ed evitare un’inutile perdita di tempo. Il provvedimento che uscirà da quest’Aula sarà un nuovo Piano Casa con la sterilizzazione delle zone turistiche. L’Aula ha buttato via sei mesi di tempo prezioso».

E’ quindi intervenuto il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni. «Ieri è finita la Quaresima e oggi inizia la Passione – ha detto – speriamo che dopo le festività pasquali si torni in Aula con meno ideologie e meno settarismo ».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti soppressivi parziali nn. 220, 269, 44, 46, 270, 288, 351, 353 che sono stati respinti dall’Aula. Approvato invece l’emendamento della Giunta n. 127 che esclude la zona A dagli interventi di recupero con incremento volumetrico dei sottotetti per il solo scopo abitativo. Respinti, infine, l’emendamento all’emendamento n. 156 e tutti gli emendamenti sostitutivi totali e parziali.

Il presidente ha messo in votazione il testo dell’art. 21 che ha ottenuto il via libera dal Consiglio.

Si è poi passati all’esame dell’art. 22 (Interventi per il riuso degli spazi di grande altezza). Il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas ha dato parere contrario agli emendamenti.

Per dichiarazioni di voto è intervenuto Michele Cossa (Riformatori) che ha chiesto spiegazioni sul terzo comma dell’art.22, in particolare sugli interventi consentiti per l’illuminazione e areazione dei sottotetti. « Stiamo imponendo che una volta fatti i soppalchi bisognerà rispettare il rapporto tra superfici finestrate e areazione, ciò è impossibile. La norma non è chiara – ha concluso Cossa – tanto vale sopprimerla».

A Michele Cossa ha replicato l’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu: «Non si tiene conto di una fattispecie: nei soppalchi si può realizzare una finestra, senza modificare il prospetto dell’edificio, ciò consente di eliminare tutte le problematiche».

Risposta che però non ha convinto Michele Cossa «gli edifici più alti si trovano, di solito, nelle zone più antiche – ha detto – in questo caso non si può intervenire perché i prospetti degli edifici non sono modificabili».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti 221, 271 e 64 che sono stati respinti.

Via libera invece al testo dell’art. 22 che è stato approvato con 29 voti a favore e 18 contrari.

Successivamente il presidente ha aperto la discussione sull’art. 23 (“Condizioni di ammissibilità degli interventi”).

Il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd) ha chiesto la sospensione della seduta, anche in considerazione del fatto che è stata convocata la riunione congiunta della prima e della terza commissione per le audizioni dei commissari delle province.

Il presidente Gianfranco Ganau, accogliendo la richiesta, ha tolto la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo, comunicando inoltre che il Consiglio sarà convocato a domicilio.