22 November, 2024
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Seconda giornata di sciopero dei lavoratori elettrici a Portovesme, organizzata da Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil con la fermata totale della Centrale Enel Grazia Deledda. In concomitanza con la giornata di mobilitazione si è svolto un presidio, davanti ai cancelli della centrale, al quale hanno partecipato sia i lavoratori elettrici, sia i lavoratori delle imprese d’appalto.
Le ragioni della protesta che vede impegnati i sindacati unitariamente a livello nazionale e locale, sono tese a contrastare il tentativo di Enel di esternalizzare attività strategiche e tagliare gli investimenti per la transizione energetica mettendo a rischio i lavoratori diretti e degli appalti.
Nel corso del presidio, abbiamo intervistato i segretari di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, Francesco Garau, Giorgio Calaresu e Pierluigi Loi, e don Antonio Mura, responsabile dell’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Iglesias.

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La decisione del Governo centrale di “uscire” dal carbone entro il 2025 avrà ricadute molto negative sul sistema economico della Sardegna e, soprattutto, sull’occupazione.

Di qui l’appello ad una azione forte ed unitaria nei confronti dell’Esecutivo nazionale che le organizzazioni sindacali hanno rivolto alle istituzioni regionali durante l’audizione sulle politiche energetiche svoltasi davanti alla commissione Attività produttive, presieduta da Piero Maieli (Psd’Az).

Infatti, lo scenario che si configura, ha sottolineato il segretario della Filctem Cgil Francesco Garau, «è quello del blocco delle centrali termoelettriche di Portovesme e Fiumesanto al quale seguirebbe una situazione di gravissima incertezza che metterebbe a rischio sia gli investimenti finalizzati alla ripresa produttiva di grandi aziende come Eurallumina e Sider Alloys (ex Alcoa) nel Sulcis che la tenuta di tutto il sistema regionale».

«Le alternative proposte dallo stesso Governo – ha aggiunto Francesco Garau – non appaiono credibili, né quella di un elettrodotto Sardegna-Sicilia-Continente che costerebbe 3 miliardi (il doppio della rete del metano) e richiederebbe 7 anni per la sua realizzazione, né tantomeno quella di una completa sostituzione fra fonti fossili e rinnovabili entro il 2025.»

«La Sardegna invece – ha concluso – ha estremo bisogno della rete del metano, e comunque di una proroga della scadenza annunciata, non tanto per difendere il sistema industriale regionale esistente ma per poter programmare il suo futuro di sviluppo in modo finalmente competitivo con il resto dell’Italia e con l’Europa.»

I rappresentanti della Uiltec Pier Luigi Loi e della FlaiCisl Giorgio Calaresu, nel condividere i temi centrali del documento della Cgil, hanno però messo l’accento su alcuni passaggi della politica energetica dell’Unione europea dove, in primo luogo, solo Italia e Francia (che ha il nucleare) hanno formalizzato il loro impegno alla de carbonizzazione per il 2025 mentre i Paesi produttori dell’Est non hanno nemmeno indicato una scadenza. Inoltre, fatto ancora più preoccupante, stanno per partire bandi comunitari di oltre 5 miliardi di euro per le rinnovabili ed un nuovo programma di incentivi (Fer 1) con premialità per il gas e penalità per le fonti fossili, che allo stato attuale danneggerebbero ulteriormente la Sardegna.

Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Michele Ennas (Lega), Cesare Moriconi (Pd) e Gian Franco Satta (Progressisti).

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Alcune associazioni ambientaliste hanno avviato una raccolta di firme contro il progetto che prevede la costruzione di un impianto di cogenerazione per il rilancio produttivo dell’Eurallumina e i lavoratori e i sindacati lo difendono.

Lo scontro, emerso già nel corso della conferenza di presentazione del progetto, svoltasi il 28 maggio scorso nella sala riunioni del Consorzio Industriale Provinciale Carbonia Iglesias, è riesploso nei giorni scorsi.

«Sosteniamo, e ne siamo convinti, che ancora oggi si possa produrre energia utilizzando il carbone – si legge tra l’altro in una nota della RSU UB Centrale Enel Sulcis -, sappiamo che questo combustibile fossile, gestito con opportuna tecnologia rispettosa dei giusti vincoli ambientali, sia ancora una fonte utilizzabile. Per chi si pone dubbi di sorta, noi conosciamo il carbone da molto più tempo di chi oggi vuole dare lezione.»

Sulla vicenda hanno preso posizione anche la segreteria territoriale della Cisl, con Fabio Enne e Massimo Cara, e la segreteria regionale Flaei Cisl, con Mario Marras e Giorgio Calaresu.

«Siamo contrari a tale iniziativa di raccolta di firme, messa in atto da parte di liberi cittadini che nulla hanno a che fare con le rappresentanze sindacali – scrivono in una nota -. Condanniamo qualsiasi forma di iniziative che mettano gli uni contro gli altri, rispettiamo e sosteniamo le lotte sindacali per la difesa e la costruzione di nuovi posti di lavoro condotte dai lavoratori dell’Eurallumina ed auspichiamo il consolidamento di rapporti di stretta collaborazione tra tutti i soggetti industriali del territorio e, in particolare, tra Enel ed Eurallumina ma anche tra Enel ed Alcoa.»

Eurallumina.