21 November, 2024
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La F.A.S.I. e i circoli dei sardi non hanno trascurato di valorizzare la figura e di divulgare il pensiero di Antonio Gramsci – l’intellettuale antifascista sardo (nato ad Ales il 22 gennaio 1891) le cui opere sono tradotte, conosciute ed apprezzate in tutto il mondo -, nella ricorrenza degli anniversari della sua morte, avvenuta il 27 aprile 1937, dopo oltre dieci anni di sofferenze nelle prigioni fasciste.

Nel 1997 la F.A.S.I. ha organizzato due convegni (il 29 novembre a Brescia; il 13 dicembre a Padova), per quali successivamente si è provveduto alla stampa degli atti in un unico volume dal titolo “Dibattito sull’attualità di Antonio Gramsci. Un sardo protagonista del Novecento ricordato nei circoli dei sardi a 60 anni dalla scomparsa” (240 pagine).

Nel 2007, a settant’anni dalla morte, la F.A.S.I. ed i circoli hanno organizzato una serie di manifestazioni, volte a commemorare e a diffondere la conoscenza della vita e delle opere del grande intellettuale sardo. In numerosi circoli della penisola, si sono svolti convegni, mostre, dibattiti, proiezioni di film e manifestazioni che hanno ripercorso la vita di Gramsci e il suo pensiero.

In particolare sono stati proposti tre spettacoli teatrali: “Il giovane Gramsci” ideato  e interpretato  da Gianluca Medas; L’albero del riccio: Antonio Gramsci, dal bambino all’adulto” scritto e interpretato da Giovanni Carroni; “Cena con Gramsci”, da un’idea di Roberto Rampi, testo di Davide Daolmi. Il progetto culturale elaborato da Rampi si è concretizzato anche nella realizzazione di una mostra e di un volume dal titolo “Nino. Appunti su Antonio Gramsci, 1937-2007” prodotti dall’Associazione Culturale ArteVox (referente Marta Galli).

La mostra ed il più ampio volume hanno inteso  favorire la scoperta della straordinaria attualità delle idee gramsciane nell’ambito della teoria  politica, della riflessione filosofica, dell’organizzazione culturale (con scritti di studiosi come Giuseppe Vacca, Edoardo Sanguineti, Giulio Giorello e di personalità della musica come Giorgio Gaslini e della pittura come Ernesto Treccani).

Questo volume curato da Rampi è ormai esaurito mentre nel 2012 è stato pubblicato, presso Becco Giallo di Padova, Cena con Gramsci”, a cura di Elettra Stamboulise e Gianluca Costantini, tratto dall’omonimo testo teatrale di Davide Daolmi sopracitato.

Gli otto istruttivi pannelli della mostra “Nino. Appunti su Antonio Gramsci. 1937-2007” mantengono intatto il loro valore documentario ed è intenzione della F.A.S.I. e dei circoli sardi  esporli in questo anno 2017,  in cui ricorre l’ottantesimo anniversario della morte di Gramsci, dichiarato “Anno Gramsciano” dalla Giunta regionale della Sardegna, e secondo quanto indicato da una mozione approvata all’unanimità il 2 marzo dalla Consulta regionale per l’Emigrazione della Regione Autonoma della Sardegna.

Il Circolo culturale “Nuraghe” di Fiorano modenese, presieduto da Mario Ledda, ha colto l’occasione della quinta edizione de “La Notte  Rossa”, cioè della Festa delle Case del popolo e dei Circoli culturali, non solo per esporre, presso la sede a Villa Cuoghi (a partire dal pomeriggio di sabato 14 ottobre), la mostra “Nino. Appunti su Antonio Gramsci” ma anche per organizzare un incontro sull’intellettuale sardo  annoverato, non solo in Italia, tra le figure più rilevanti della cultura del Novecento.

Al dibattito per cause di forza maggiore non ha potuto partecipare Luca Paulesu (nato a Firenze nel 1968, nipote di nonna Teresina Gramsci, sorella prediletta di Antonio, e di nonno Paolo Paulesu, che ebbero quattro figli: Franco, Mimma sposata con Elio Quercioli, Diddi e Marco; Luca è figlio di Marco), che alla professione di avvocato unisce un apprezzato lavoro di vignettista che gli ha permesso di pubblicare “Nino mi chiamo. Fantabiografia del piccolo Antonio Gramsci” (Milano, Feltrinelli, 2012).

Davanti a un nutrito uditorio, dopo i saluti del presidente Ledda e del sindaco Francesco Tosi (che ha lodato le iniziative “sempre di qualità” del circolo), stimolati  dalle domande di Alberto Venturi, addetto stampa del comune di Fiorano, sono intervenuti i relatori.

Maria Paola Bonilauri, docente di storia e filosofia, ha messo in evidenza che Gramsci, contro l’apatia degli “indifferenti”, ci richiama alla responsabilità e all’impegno individuale e sociale; egli propone una visione non meccanicistica della storia, in una proiezione futura che fa leva, sì, sul “pessimismo della ragione” ma anche sull’“ottimismo della volontà”. Compito dell’intellettuale, per Gramsci, è conoscere i problemi, ed abituare a diffidare dei “modelli assoluti” favorendo al contrario il formarsi  di una coscienza che consenta di respingere le manipolazioni provenienti dall’alto.   

Gerardo Bisaccia, vicepresidente dell’ARCI provinciale, ha sottolineato il ruolo decisivo delle case del popolo per la diffusione della cultura come la intendeva Gramsci (quindi non un sapere accademico fine a se  stesso). Ha sottolineato la forte vena pedagogica insita nelle riflessioni gramsciane e l’invito che in esse traspare ai valori della “partecipazione” e dell’“organizzazione” se si vuole immaginare una società basata su principi democratici. La Resistenza e la Costituzione sono nate dalla concretizzazione di questi fondamenti ideali.

Il senatore Stefano Vaccari ha definito “linfa vitale” per le comunità il ruolo delle case del popolo sia per la loro azione aggregatrice, sia per il fatto che consentono, soprattutto ai giovani, di formarsi una idea sulle questioni relative ai diritti (per esempio, in questo momento, i diritti di cittadinanza, lo “Ius Soli”). Stefano Vaccari ha sottolineato l’importanza del riconoscimento, voluto dal Parlamento, della casa Gramsci come monumento nazionale.

Nell’occasione è stato possibile anche presentare due libri su Gramsci editi in Sardegna. Franco Sonis, autore di Antonio Gramsci. Le radici materne” (edizioni Sguardi Sardi di Mogoro, Oristano, 2016), a seguito di approfondite ricerche d’archivio, ha sviscerato tutte le vicende delle famiglie degli ascendenti di Peppina Marcias, eroica mamma di Gramsci, figura di eccezionale forza fisico-morale, della quale ha certificato che non era nata a Terralba, come era stato finora ripetuto, ma che aveva origini riferite ai due paesi di Pabillonis, e Forru, oggi Collinas.

Tonino Cau, leader dei “Tenores di Neoneli”, sull’esempio di “Zuighes”, ha pubblicato (presso Nero a Colori, di Oristano), un volume intitolato “Gramsci, un’Omine, una Vida”). Centonovanta pagine, ciascuna delle quali riporta cinque ottave in sardo (con traduzione in italiano) scritte da Cau per raccontare la vita di quest’Uomo eccezionale qual è stato Antonio Gramsci.

Scrive Cau, in chiusura: «Io ho creato ‘un presupposto’, cioè il libro, un racconto in maniera originale (in lingua sarda, logudorese) della vita di Gramsci. Dal libro discende poi lo spettacolo dei Tenores di Neoneli, che abbiamo già cominciato a proporre e a lungo proporremo ovunque sarà richiesto. Il pubblico dirà, come sempre, e darà  il suo responso».

Paolo Pulina    

Foto di Giulio Cesare Pittalis: da sin. Gerardo Bisaccia, Maria Paola Bonilauri, Francesco Tosi, Stefano Vaccari, Paolo Pulina, Alberto Venturi.

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Doppio appuntamento, domani (martedì 29), con la rassegna di concerti che fa da pendant alla ventinovesima edizione dei Seminari Jazz in corso a Nuoro. Il primo è in programma alle 19 al Museo Ciusa, in piazza Santa Maria della Neve, dove sono di scena Tino Tracanna e Roberto Cecchetto. Reduci dal concerto della sera prima con il quintetto Acrobats, il sassofonista e il chitarrista si ripropongono al pubblico nuorese, stavolta nella dimensione più intima del duo. E sarà anche un’occasione per visitare le sale e le opere ospitate nello spazio dedicato al grande artista Francesco Ciusa (1883-1949), considerato l’iniziatore della scultura moderna in Sardegna.

Classe 1956, Tino Tracanna ha attraversato la storia del jazz italiano degli ultimi trent’anni, contribuendo alla sua crescita, insieme a grandi musicisti e interpreti come Franco D’Andrea, Giorgio Gaslini, Paolo Fresu, Maria Pia De Vito, Gianluigi Trovesi, Pino Minafra, Enrico Rava, Roberto Gatto – solo per citarne alcuni – ed ha conquistato importanti premi nazionali e internazionali grazie ai propri progetti discografici (una ventina gli album a suo nome o come co-leader) e ai dischi incisi con il quintetto di Fresu, nelle cui file milita fin dagli esordi nel 1984. Numerosissime sono anche le sue collaborazioni con musicisti europei e americani. Ha fatto parte del corpo docente dei Seminari Jazz di Nuoro fino al “cambio della guardia” di quattro anni fa.

Chitarrista eclettico e dalla forte identità musicale, inizia il suo viaggio musicale nel 1993 nel gruppo Electric Five di Enrico Rava con cui gira a lungo, fino al 2001, in Europa e altrove. Allo stesso tempo inizia una serie di collaborazioni con varie formazioni e registrazioni con musicisti come Patrizio Fariselli, Gak Sato, Hector Zazou, Gianluigi Trovesi, Maria Pia De Vito, Eivind Aarset, Lionel Loueke, solo per citarne alcuni. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo album come leader, “Downtown”, seguito da “Memories” “Mantra” e “Soft Wind“, catturando l’attenzione dei critici come uno dei musicisti più interessanti e innovativi della scena jazzistica italiana ed europea. Nel 2007 e nel 2010 ha vinto il premio Top Jazz della rivista Musica Jazz.  

In serata la rassegna di concerti va in trasferta per la sua terza tappa fuori città: dopo Posada e Orosei è la volta di Onanì, piccolo borgo nell’Alto Nuorese, che ospita l’omaggio a Fats Waller, uno dei più importanti musicisti della storia del jazz, di un quartetto capeggiato da Gianni Cazzola, il “padre” della batteria del jazz italiano, sulla cui scena è in azione da sessant’anni. Assente per motivi di salute l’altro artefice del progetto, il chitarrista Sandro Gibellini, spetterà a lui il compito di rendere tributo al grande pianista, cantante e compositore afroamericano (1904-1943), in compagnia del sassofonista Claudio Chiara, di Nico Menci al pianoforte (al posto di Gibellini) e di Roberto Piccolo al contrabbasso. Si comincia alle 21.00 in piazza Funtana Manna con ingresso gratuito.

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E’ in programma questa sera uno dei concerti più attesi del trentesimo festival Time in Jazz, a Berchidda. Alle 21.30 il palco di Piazza del Popolo ospita l’Art Ensemble of Chicago, storica formazione all’avanguardia sul fronte della “creative improvised music” dalla fine degli anni Sessanta. Attivo per quasi un quarto di secolo con l’organico “classico” – ovvero Roscoe Mitchell e Joseph Jarman ai sassofoni, il trombettista Lester Bowie, il contrabbassista Malachi Favors ed il percussionista Famoudou Don Moye – il gruppo ha registrato decine di dischi e si è esibito in tutto il mondo iscrivendo il proprio nome nella storia della musica. Dopo il ritiro di Jarman, e venuti a mancare Lester Bowie nel 1999 e Malachi Favors nel 2004, Roscoe Mitchell e Famoudou Don Moye hanno proseguito il cammino, avvalendosi di musicisti ospiti e tenendo ben vivo l’Art Ensemble of Chicago ancora nel ventunesimo secolo. Lo scorso febbraio, il gruppo si è riunito per una residenza artistica a Londra, esibendosi dal vivo in concerti da tutto esaurito, accolti con gioia dai critici musicali e dai fan di lunga data dell’AEoC, gli stessi che non mancheranno al concerto di questa sera con Roscoe Mitchell ai sassofoni, Hugh Ragin alla tromba, Junius Paul al contrabbasso e Famoudou Don Moye alla batteria.

La quinta giornata del festival ideato e diretto da Paolo Fresu, in pieno svolgimento da martedì 8 a mercoledì prossimo (16 agosto) tra Berchidda e altri centri del nord Sardegna, avrà proposto intanto altri appuntamenti. La musica comincia come sempre a metà mattina: alle 11.00, tappa a Mores per il piano solo di Dino Rubino, nei pressi della chiesa campestre di San Giovanni Battista. Siciliano di Biancavilla, classe 1980, pianista dallo spiccato senso melodico (ma apprezzato anche come trombettista) Rubino conta quattro dischi a suo nome e un quinto in arrivo prodotto dalla Tùk Music e dall’etichetta francese Bonsai Music. Il concerto è organizzato grazie all’iniziativa di un nutrito numero di amici di Time in Jazz col sostegno di alcuni sponsor locali e attraverso due azioni di autofinanziamento: una lotteria e un pranzo campestre.

Altra performance solistica in programma nell’appuntamento del tardo pomeriggio con cui il festival fa visita a Bortigiadas: alle 18.00, nella chiesa di San Nicola, si esibisce Francesco Bearzatti; e sarà un’occasione per apprezzare il virtuosismo, il lirismo e la freschezza del tenorsassofonista e clarinettista friulano, reduce dal concerto della sera prima alla testa del suo Tinissima Quartet. Classe 1966, Bearzatti ha compiuto studi musicali in Italia prima di trasferirsi a New York, nel 1990, per immergersi nel “vero” jazz, e poi a Parigi, nel 2000, dove Aldo Romano lo ha inserito nel suo gruppo “Sidney Bechet”. Nel corso del tempo ha dimostrato non solo di essere un sassofonista dalla tecnica impeccabile e dal sapere enciclopedico, ma un vero musicista, animato da una curiosità senza limiti e di una personalità tanto complessa quanto singolare. Nel 2006 fonda il quartetto Tinissima con cui porta avanti con rigore e coerenza diversi progetti e registra il primo album, dedicato a Tina Modotti, fotografa rivoluzionaria: un vero e proprio successo cui seguiranno con uguale entusiasmo “X (Suite for Malcolm)”, “Monk’n roll” e “This Machine Kills Fascists”, il progetto proposto anche a Time in Jazz.

Di rientro a Berchidda, alle 19.45, prima del concerto dell’Art Ensemble of Chicago, le vie e le piazze del paese saranno animate dalla miscela jazz, funk, soul, hip-hop, R&B e rock degli Huntertones, energica band statunitense a base di fiati che vede Dan White al sax tenore, Chris Ott al trombone e beat box, Jon Lampley alla tromba e al susafono, Josh Hill alla chitarra elettrica, Adam Deascentis al basso e John Hubbell alla batteria.

Al termine, invece, del concerto dell’Art Ensemble of Chicago, ci si trasferisce nello spazio jazz club allestito nella “piazzetta degli incontri”, davanti al Centro Culturale “Pietro Casu”, che domani, prima di dare di nuovo spazio alla musica dei Rent A Trio, ospiterà la presentazione di “Racconti di Jazz” (Edizioni Postcart), una sorta di diario personale dove Pino Ninfa, fotografo e viaggiatore instancabile e curioso, racconta le emozioni che hanno creato in noi la leggenda del jazz e che da sempre seducono scrittori e fotografi. Da Sonny Rollins a Michel Petrucciani, da Caetano Veloso a Giorgio Gaslini, da Enrico Pieranunzi a Paolo Fresu, i racconti intimi e appassionati del fotografo ci aiutano a comprendere l’energia che può sprigionarsi dall’incontro tra musica jazz e fotografia.

©Roger Thomas 2017 – mingus999@hotmail.com /The Art Ensemble of Chicago / Cafe Oto, London / Wed 1st February 2017 / Roscoe Mitchell – flute, saxes / Hugh Ragin – trumpet, flugelhorn and piccolo trumpet / Junius Paul – double bass / Don Moye – drums /

©Roger Thomas 2017 – mingus999@hotmail.com /The Art Ensemble of Chicago / Cafe Oto, London / Wed 1st February 2017 / Roscoe Mitchell – flute, saxes / Hugh Ragin – trumpet, flugelhorn and piccolo trumpet / Junius Paul – double bass / Don Moye – drums /

©Roger Thomas 2017 – mingus999@hotmail.com /The Art Ensemble of Chicago / Cafe Oto, London / Wed 1st February 2017 / Roscoe Mitchell – flute, saxes / Hugh Ragin – trumpet, flugelhorn and piccolo trumpet / Junius Paul – double bass / Don Moye – drums /

©Roger Thomas 2017 – mingus999@hotmail.com /The Art Ensemble of Chicago / Cafe Oto, London / Wed 1st February 2017 / Roscoe Mitchell – flute, saxes / Hugh Ragin – trumpet, flugelhorn and piccolo trumpet / Junius Paul – double bass / Don Moye – drums /

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Tre concerti in programma oggi al 28° festival Time in Jazz che ha preso il via sabato 8, con il concerto del duo del pianista Natalio Mangalavite e della cantante Monica Demuru sulla nave della Sardina Ferries in viaggio da Livorno a Golfo Aranci, e il solo di Paolo Fresu sul volo Meridiana da Bologna a Olbia; un’edizione che si riconosce sotto il titolo “Ali” e che fino al 16 agosto ruoterà tra Berchidda e altri quattordici centri del nord Sardegna.

Il primo appuntamento è alle 11.00 col chitarrista e compositore Enrico Merlin di scena alle Domus de Janas di Partulesi, sito archeologico nel territorio di Ittireddu. Musicista, compositore, musicologo: in Enrico Merlin le diverse attitudini si riuniscono per dare vita a un notevole risultato creativo ed espressivo. Come chitarrista e banjoista, ama le sonorità acustiche, ma anche l’elettronica e i campionamenti sonori; in queste vesti ha partecipato a numerose produzioni discografiche (con Steven Bernstein, Giorgio Gaslini, Michael Manring, Markus Stockhausen, tra gli altri) e a festival internazionali al fianco di artisti come Carla Bley, Mark Baldwin Harris, Lee Konitz, Maria Schneider, Giovanni Sollima, Elliott Sharp, Steve Swallow, Henry Threadgill.

Enrico Merlin sarà anche impegnato nel pomeriggio in una masterclass in programma dalle 15.00 alle 17.00 a Berchidda, al Centro Laber, nell’ambito del progetto “Mediterranea”, dedicato alla formazione di studenti e giovani musicisti. La chitarra al centro anche della successiva master: “in cattedra”, dalle 17.00 alle 19.00, un altro ospite di Time in Jazz, il musicista sardo (di Palau) Paolo Angeli. Il percorso didattico di Mediterranea, che si avvale del sostegno di Unipol, per il 2015 è parte del progetto “I luoghi del jazz”, realizzato con il contributo del MiBACT, che ha come obbiettivo la valorizzazione dei luoghi e delle residenze artistiche delle organizzazioni partner coordinate da Time in Jazz (l’associazione culturale Spaziomusica di Ancona, l’associazione Polyphonia di Lucca, l’associazione culturale musicale Locomotive di Sogliano Cavour, in provincia di Lecce, l’Onyx Jazz Club di Matera, l’Associazione culturale Rest-Art di Novara e l’Associazione culturale musica Moderna di Thiene, in provincia di Vicenza) – e la costituzione di reti tematiche strutturate attorno a “poli di aggregazione” artistica e hub creativi.

Enrico Merlin Monica Demuru - Natalio Mangalavite