22 November, 2024
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Il viaggio della Corte Costituzionale nelle carceri, nella testimonianza toccante del docufilm di Fabio Cavalli, ha chiuso la prima edizione dell’International Gramsci Festival, suggellando la declinazione di un tema, quello del “carcere”, che per tre giornate ha suscitato profondo interesse e attenzione a Ghilarza.

E in effetti il lavoro di Fabio Cavalli ha immortalato con grande maestria un momento storico: nel 2018 un gruppo di giudici della Corte Costituzionale ha deciso di visitare per la prima volta gli istituti di pena.

Da Marassi a Genova per proseguire con San Vittore a Milano, da Firenze a Napoli, sette magistrati sono entrati in altrettanti penitenziari, e il regista ne ha documentato il percorso dal nord al sud dello Stivale.

Fra gli aderenti all’iniziativa c’è anche la prima presidente donna della Corte, Marta Cartabria.

Il film sfiora nel profondo le coscienze di tutti. Si vede anche un ramo del carcere in cui sono alloggiati i transgender e una sezione in cui le mamme recluse vivono con i loro figli.

«La sorpresa è stata nel vedere la reazione dei giudici in questo momento di incontro e constatare che anche i detenuti lo considerassero importante per il loro percorso. Sia negli occhi dei primi che dei secondi, ma anche in quelli delle persone che vedono il filmato, ho visto l’umanità – ha affermato il regista – forse sono riuscito a far cadere il velo, la nebbia del pregiudizio, per un attimo, mostrando i cuori, le anime e le menti degli uni e degli altri.»
Rapito dai contenuti, il pubblico del festival è intervenuto con domande e testimonianze. Qualcuno ha anche parlato dei suoi ricordi della Torre Aragonese, quando era adibita a carcere.

Il punto di vista dall’altra parte delle sbarre è arrivato a inizio serata, nell’intervento dell’ergastolano nuorese Sebastiano Prino, che ha interloquito con il sociologo Gianfranco Oppo ed i giornalisti Luciano Piras e Piera Serusi.

«Quando sono entrato in carcere ero quasi analfabeta, poi ho ricominciato a leggere e piano piano mi è venuta la passione per la scrittura», ha detto Sebastiano Prino, che ora ha al suo attivo due pubblicazioni ed è conosciuto come il “detenuto-scrittore”.

«Sono qui per portare questa mia piccola testimonianza che spero possa servire non solo ad altri che vanno a finire in prigione, ma anche a chi le prigioni le governa – ha affermato – per dare veramente un cambiamento dentro quei posti perché da quei posti possono uscire delle persone migliori. Bisogna volerlo, soprattutto da chi sta in alto». Sebastiano Prino, che fu condannato alla massima pena per la partecipazione alla strage di Chilivani, oggi è considerato un esempio e vive in regime di libertà vigilata. Finirà di scontare la pena nel 2023.

Il ciclo virtuoso inaugurato dal neonato festival intorno a temi di così profonda sensibilità, in questi giorni ha permesso alla cittadina del Guilcer di essere al centro dell’attenzione a livello internazionale, ospitando personaggi di spicco che hanno manifestato profonda commozione per il loro arrivo in un luogo così altamente simbolico, in occasione peraltro della riapertura dell’edificio museale che fu dimora del giovane Antonio Gramsci.

Come ha ribadito più volte nel corso della kermesse il presidente della Fondazione, Giorgio Macciotta, «non vogliamo un museo imbalsamato, ma capace di permettere alle tematiche gramsciane di interagire con mondo. Finora si è fin troppo sottovalutato il forte richiamo internazionale che Gramsci può esercitare, non solo come risorsa di pensiero civile ma anche come risorsa economica per tutto il territorio».

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Sono vissuti in luoghi e periodi diversi, ma sono stati entrambi perseguitati con il carcere per difendere i propri ideali. Antonio Gramsci e Nelson Mandela hanno lasciato in eredità un ricco epistolario che ancora oggi presenta spunti di riflessione di fortissima attualità. Stamane, all’International Gramsci Festiva di Ghilarza, è stato tracciato un parallelismo tra le due esperienze di prigionia, nel corso di una conferenza patrocinata dall’Ambasciata del Sudafrica in Italia.

A presentare una lettura comparata tra questi due giganti è stata Sahm Venter, curatrice del libro “Lettere dal carcere di Nelson Mandela”, insieme a Seba Pezzani, che è il traduttore del testo in Italiano, al presidente della Fondazione Casa Museo, Giorgio Macciotta, e al direttore Paolo Piquereddu.

Come ha spiegato Sahm Venter al pubblico della Torre Aragonese, lei aveva conosciuto Nelson Mandela un paio di giorni dopo il suo rilascio dal carcere. Poi nel 2006 aveva iniziato a lavorare per la Nelson Mandela Foundation e così, fino al 2009 aveva raccolto tutte le lettere scritte in carcere: circa un migliaio. In seguito sarebbero state riassunte in un volume e così pubblicate. Il volume è stato presentato al pubblico che ha mostrato forte interesse ed attenzione.

Dal raffronto è emerso che Antonio Gramsci aveva la possibilità di scrivere un maggior numero di lettere, e con minori restrizioni. Se il pensatore sardo, per quanto profondamente colpito dalla censura, riusciva a parlare di filosofia, e principalmente di temi  politici, al contrario il futuro presidente del Sudafrica poteva scrivere solo esclusivamente di questioni familiari. Almeno all’inizio.

In entrambi emerge l’ossessione per l’istruzione. Come è ben noto nel pensiero di Gramsci, anche Mandela pensava davvero che l’unica via per la libertà fosse quella dell’istruzione.

Tuttavia, se il primo pagò con la morte la difesa delle proprie idee, Nelson Mandela ne uscì vincitore, e non solo vide cadere dell’apartheid, ma riuscì addirittura a diventare Presidente della Repubblica.

Di questo interessante parallelismo si è detto colpito il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, che in mattinata in forma riservata ha visitato i locali della struttura museale: «Porto il saluto del presidente Sergio Mattarella, che è venuto a visitare la Casa Museo ormai più di due anni fa. Siamo tutti ammirati dei progressi fatti nella realizzazione di questa istituzione, e anche delle iniziative, che sono di estremo interesse per gli argomenti trattati».

Nella serata conclusiva è in programma l’arrivo dell’autore nuorese Sebastiano Prino, conosciuto come l’“ergastolano-scrittore”, racconterà il suo percorso di rieducazione per il riscatto sociale e culturale, in un confronto dialettico con il sociologo Gianfranco Oppo e i giornalisti Luciano Piras e Piera Serusi.

Alle 18.30 sempre alla Torre Aragonese, il regista e attore Fabio Cavalli introdurrà la visione del film-documentario “Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri”, presentato di recente a Venezia (2019, Rai, Clipper Media), che testimonia un’esperienza unica per i giudici della Corte costituzionale, entrati per la prima volta nella storia tra le mura del carcere per comprendere cosa sia la vita dietro le sbarre. Cavalli, che dirige il Teatro di Rebibbia, è stato ispiratore del film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”. La manifestazione si concluderà alle 21.00 con un evento gastronomico a base di prodotti della tradizione locale.

L’IGF è organizzato dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dal comune di Ghilarza, con il supporto di RAS, Fondazione di Sardegna e ISRE, e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’ICOM, la FIHRM, l’Ambasciata del Sudafrica in Italia, e la collaborazione di numerosi enti, istituzioni e  associazioni.

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La prima edizione dell’International Gramsci Festival è stata inaugurata con la riapertura della Casa Museo, dopo sette mesi di inattività. A spalancare il portone ed entrare per primo nell’edificio (fresco di ristrutturazioni) è stato Antonio Gramsci jr che, al fianco del direttore Paolo Piquereddu, ha illustrato l’originale mostra fotografica allestita al primo piano con 45 immagini della “Famiglia Schucht”.

«Una mostra su Gramsci non c’era mai stata nemmeno nell’Unione Sovietica – ha affermato il nipote del grande pensatore -. In Russia è stata predisposta per la prima volta proprio quest’anno grazie all’appoggio della fondazione Gramsci di Roma, e mi è stata data la possibilità di lavorarci tanto. Ho riesaminato l’archivio familiare e tutti i documenti, alcuni dei quali sono stati ripresi dagli archivi del Comintern, e abbiamo scannerizzato tutto. Poi lo scorso anno, quando sono venuto a Ghilarza, è nata l’idea di portarvi questo bel progetto. È una grande emozione essere tornato qui, ci venni per la prima volta negli anni settanta con mio padre, poi ho studiato la musica a Santulussurgiu. Mi sento molto legato a questo territorio.»

Alcune foto sono inedite e rarissime, come il ritratto del trisnonno Alexander Schucht nella divisa da generale. C’è anche un’immagine del castello appartenuto alla famiglia, una casata nobile russa di origini tedesche. “Nonno Antonio” nel 1923 aveva sposato Giulia, dalla quale ebbe due figli, Delio e Giuliano. Di quest’ultimo è figlio Antonio jr.

Tra i preziosi documenti è esposto il certificato di battesimo della sorella di Giulia, firmato Vladimir Ilyich Ulyanov, il nome completo di Lenin. «Quando ha fatto il prete ha battezzato una mia parente», ha scherzato Antonio di fronte al pubblico numeroso.

Mentre alcune foto sono piuttosto antiche, risalenti addirittura a metà ottocento, una delle ultime ritrae Antonio jr bambino con suo padre per un “lasciapassare congiunto”. «La nostra famiglia non ha sentito su di sé le repressioni di Stalin – ha affermato nell’illustrare la mostra – è stata risparmiata probabilmente proprio grazie agli stretti legami con Gramsci».

All’ingresso del museo è stata presentata anche l’opera In punta di ago, un frammento di vita”, un libro realizzato dagli studenti del Liceo artistico Foiso Fois, dedicato alla vita da studente di Gramsci a Torino, mentre nei locali rinnovati dell’ex sede del PCI è stata allestita la mostraGlobal Gramsci con le illustrazioni di Agostino Iacurci, in cui l’immagine del filosofo si presenta quasi come un’icona pop a livello planetario.

In avvio della manifestazione alla Torre aragonese, il presidente della Fondazione Casa Museo, Giorgio Macciotta ed il sindaco di Ghilarza Alessandro Defrassu, hanno illustrato il progetto destinato ad avere uno sviluppo ben più ambizioso, grazie al milione di euro ottenuto con la programmazione territoriale. Il concorso di progettazione che porterà alla realizzazione del polo museale sarà bandito la prossima settimana.

Intanto il festival sta coinvolgendo tutta la cittadina del Guilcer, dai negozi che ospitano “Le parole di Gramsci” alle strade dove campeggiano gigantografie in bianco e nero che raccontano “I luoghi gramsciani”.

Stasera (13 dicembre) dalle 17.00 tra gli ospiti più attesi del festival giungeranno lo scrittore irlandese Sam Millar con Seba Pezzani e subito dopo il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick.

Il programma di sabato (14 dicembre). Domani alle 10 la Torre Aragonese farà da teatro a una lettura comparata tra le Lettere dal carcere di Nelson Mandela e quelle di Antonio Gramsci. All’evento, patrocinato dall’Ambasciata del Sudafrica in Italia, parteciperanno Sahm Venter, curatrice del libro “Lettere dal carcere di Nelson Mandela”, e Seba Pezzani, traduttore del testo, in compagnia di Maria Luisa Righi della Fondazione Gramsci di Roma.

Alle 17.00, l’autore nuorese Sebastiano Prino, conosciuto come l’“ergastolano-scrittore”, racconterà il suo percorso di rieducazione per il riscatto sociale e culturale. Prino interloquirà con il sociologo Gianfranco Oppo (già garante dei diritti delle persone detenute nel carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro) e con i giornalisti Luciano Piras e Piera Serusi.

Alle 18.30, all’Auditorium comunale di viale Antonio Carta, il regista ed attore Fabio Cavalli introdurrà la visione del film-documentario Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri, presentato di recente a Venezia (2019, Rai, Clipper Media), che testimonia un’esperienza unica per i giudici della Corte costituzionale, entrati per la prima volta nella storia tra le mura del carcere per comprendere cosa sia la vita dietro le sbarre. Cavalli, che dirige il Teatro di Rebibbia, è stato ispiratore del film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”. La manifestazione si concluderà alle 21 con un evento gastronomico a base di prodotti della tradizione locale.

L’IGF è organizzato dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dal comune di Ghilarza, con il supporto di RAS, Fondazione di Sardegna e ISRE, e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’ICOM, la FIHRM, l’Ambasciata del Sudafrica in Italia, e la collaborazione di numerosi enti, istituzioni e  associazioni.

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Prende il via domani, a Ghilarza, la prima edizione dell’International Gramsci Festival. L’inaugurazione è prevista alle 17.00, nella Torre Aragonese di piazza San Palmerio, con i saluti istituzionali e gli interventi del presidente della Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci, Giorgio Macciotta, del sindaco di Ghilarza, Alessandro Marco Defrassu e delle autorità regionali. Tema guida sarà il “carcere”nelle più svariate declinazioni.

Alle 17.30 l’attenzione sarà rivolta alla cerimonia di riapertura dell’edificio museale (dopo sette mesi di ristrutturazioni), teatro di numerose iniziative culturali. Tratta in prevalenza dagli archivi delle famiglie di Delio e Giuliano Gramsci, la preziosissima raccolta documentaria “La famiglia Schucht sui parenti russi del pensatore sardo, sarà esposta al piano inferiore della struttura fino al 22 gennaio 2020, anniversario della nascita di Gramsci. Contiene quarantacinque immagini fotografiche, in parte inedite, selezionate dal nipote Antonio jr in persona.

Al museo sarà inoltre consegnata per essere esposta fino al 29 febbraio 2010 l’opera In punta di ago, un frammento di vita”, un libro singolare ispirato all’arte di Maria Lai, realizzato dagli studenti del Liceo artistico Foiso Fois e vincitore del concorso Home promosso dall’Istituto Piemontese Antonio Gramsci. Il libro è ricamato con disegni e parole tratte dagli scritti di Gramsci per raccontare il suo arrivo a Torino nel 1911, le difficoltà incontrate, economiche e di adattamento e le paure. Ma è allo stesso tempo un gioco di specchi che parla dei tanti studenti sardi fuori sede.

Nei locali rinnovati dell’ex sede del PCI sarà invece allestita la mostra Global Gramsci, composta dalle illustrazioni dell’artista Agostino Iacurci, accompagnate da testi che evidenziano la diffusione planetaria degli studi gramsciani dall’Europa fino a territori lontanissimi quali Brasile, India e Giappone.

Nella Agorà sarà collocata la mostra Gramsci dietro le sbarre”, un’esposizione realizzata dall’associazione Culturale Casa Natale Antonio Gramsci di Ales per mettere insieme le migliori opere premiate nelle tre edizioni dell’omonimo concorso nazionale di pittura per detenuti.

Nelle strade del centro urbano arrivano poi iLuoghi gramsciani, gigantografie fotografiche in bianco e nero a cura dell’Associazione per Antonio Gramsci di Ghilarza, mentre i negozi saranno impreziositi dagli allestimenti Le parole di Gramsci, un’originale raccolta di oggetti legati ai suoi scritti, curata dell’associazione Onnigaza.

Dopo l’avvio di giovedì, sono tanti i personaggi di spicco che arriveranno a Ghilarza nei giorni successivi: venerdì l’autore irlandese Sam Millar e lo scrittore Seba Pezzani (alle 17.00), il giurista Giovanni Maria Flick (alle 18.30); sabato giungeranno Sahm Venter, curatrice del libro “Lettere dal carcere di Nelson Mandela”, Maria Luisa Righi della Fondazione Gramsci di Roma, lo scrittore-ergastolano Sebastiano Prino e l’attore e regista Fabio Cavalli.

Ci sarà anche Antonio Gramsci jr, in arrivo direttamente dalla Russia, a salutare l’evento con l’esposizione di una speciale raccolta fotografica personale.

Fino al 14 dicembre, Ghilarza accoglierà ospiti di calibro internazionale coinvolgendo i luoghi simbolo, e persino le strade ed i negozi del centro urbano saranno impreziositi da mostre e installazioni dedicate alla figura del grande intellettuale.

Allegate le fotografie di Antonio Gramsci jr con il figlio Tarquinio, e alcune immagini dell’opera “In punta di ago, un frammento di vita”, un libro ispirato all’arte di Maria Lai, realizzato dagli studenti del Liceo artistico Foiso Fois, che sarà esposto al museo fino al 29 febbraio 2010.

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Ospiti internazionali, mostre, proiezioni e incontri nel nome dell’intellettuale sardo più conosciuto al mondo, più letto di Grazia Deledda e icona universale dell’antifascismo. Ghilarza si prepara ad accogliere la prima edizione dell’International Gramsci Festival, un evento di portata internazionale che il 12, 13 e 14 dicembre, oltre alla presenza di personaggi del calibro di Giovanni Maria Flick, Seba Pezzani, Sam Millar, Sahm Venter, Fabio Cavalli e Antonio Gramsci jr, troverà uno dei momenti clou nel raffronto tra la figura dello studioso e quella di Nelson Mandela.

C’è grande attesa anche per la riapertura della Casa Museo, al numero 57 di Corso Umberto I, nella quale il pensatore sardo visse dai sette ai vent’anni (1898-1911). L’edificio, chiuso dai primi di luglio per lavori di ristrutturazione, in questi mesi è stato adeguato alle esigenze di fruizione museale con il rifacimento del tetto, l’adeguamento degli impianti, e la messa a disposizione di nuovi locali destinati a ospitare i servizi d’accoglienza.

Ma cuore pulsante di questa prima edizione del festival sarà un tema guida profondamente legato al pensatore di Ghilarza, vittima innocente di una giustizia ingiusta fino alle estreme conseguenze: il tema “carcere”. L’argomento sarà declinato attraverso le più rilevanti questioni, che vanno dagli aspetti costituzionali e quelli della rieducazione e il reinserimento nella società. La manifestazione è realizzata dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dal comune di Ghilarza, con il supporto di RAS, Fondazione di Sardegna e ISRE, e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’ICOM la FIHRM e l’Ambasciata del Sudafrica in Italia.

Il programma è stato presentato stamani nel corso di una conferenza stampa alla Torre Aragonese, durante la quale sono intervenuti il presidente della fondazione Casa Museo Antonio Gramsci, Giorgio Macciotta, il sindaco di Ghilarza Alessandro Defrassu, il direttore del museo, Paolo Piquereddu, Barbara Mura dell’Associazione per Gramsci di Ghilarza, Ignazio Ibba, dell’Associazione Casa natale Antonio Gramsci di Ales, e Marinella Mura dell’Associazione Onnigaza di Ghilarza.

L’inaugurazione si terrà giovedì 12 dicembre alle 17 nei locali della Torre aragonese di piazza San Palmerio, con i saluti istituzionali e gli interventi del presidente della Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci, Giorgio Macciotta, del sindaco di Ghilarza, Alessandro Marco Defrassu e delle autorità regionali.

La cerimonia di riapertura della Casa Museo è prevista per le 17.30. All’interno della struttura saranno allestite due importanti mostre. La prima a cura del nipote diretto, Antonio Gramsci jr, una selezione di 45 immagini tratte dagli archivi della “famiglia Shucht”, i parenti russi del filosofo. La seconda, intitolataGlobal Gramsci, raccoglie le illustrazioni dell’artista Agostino Iacurci corredate di testi dai quali si evince la capillare diffusione degli studi gramsciani in ogni parte del mondo, dal Brasile, all’India e al Giappone.

Alla Casa Museo sarà inoltre consegnata l’opera In punta di ago, un frammento di vita, realizzata dagli studenti del Liceo artistico Foiso Fois e vincitrice del concorso Home promosso dall’Istituto Piemontese Antonio Gramsci.

Il festival coinvolgerà quindi l’“Agorà” del paese, dove sarà allestita la mostra “Gramsci dietro le sbarre”, un’esposizione delle migliori opere premiate nelle tre edizioni dell’omonimo concorso nazionale di pittura per detenuti, realizzato a cura dell’associazione Culturale Casa Natale Antonio Gramsci di Ales.

Le strade del centro urbano accoglieranno le gigantografie fotografiche in bianco e nero dei “Luoghi gramsciani”, a cura dell’Associazione per Antonio Gramsci di Ghilarza, mentre i negozi saranno impreziositi dagli allestimenti “Le parole di Gramsci”, un’originale raccolta di oggetti legati ai suoi scritti, curata dell’associazione Onnigaza.

Venerdì 13 dicembre, dalle 12 alle 15.30 la manifestazione prende gusto attraverso l’evento gastronomico diffuso “Il cibo dei territori gramsciani”, proposto nel menù dei ristoranti di Ghilarza, Abbasanta, Tadasuni e Sedilo. L’iniziativa sarà replicata anche sabato dalle 12.00 alle 15.00.

Alle 17, primo protagonista della serata alla Torre Aragonese sarà l’autore irlandese Sam Millar, ex attivista dell’IRA e compagno di carcere di Bobby Sands, che dialogherà con lo scrittore Seba Pezzani, a pochi mesi dall’uscita del suo ultimo libro “I cani di Belfast” (edito da Milieu).

Alle 18.30 interverrà un altro ospite molto atteso, il giurista e accademico Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, che terrà una conferenza dal titolo “Costituzione e Carcere: dalla riforma promessa alla controriforma realizzata”.

Sabato 14 dicembre, alle 10 la Torre Aragonese sarà teatro di una lettura comparata tra le Lettere dal carcere di Nelson Mandela e quelle di Antonio Gramsci. All’evento, patrocinato dall’Ambasciata del Sudafrica in Italia, parteciperanno Sahm Venter, curatrice del libro “Lettere dal carcere di Nelson Mandela”, e Seba Pezzani, traduttore del testo, in compagnia di Maria Luisa Righi della Fondazione Gramsci di Roma.

Alle 17.00 a raccontare la sua esperienza di vita sarà l’autore nuorese Sebastiano Prino, conosciuto come l’“ergastolano-scrittore”, esempio virtuoso di un percorso di rieducazione per il riscatto sociale e culturale. Sebastiano Prino interloquirà con il sociologo Gianfranco Oppo (già garante dei diritti delle persone detenute nel carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro) e con i giornalisti Luciano Piras e Piera Serusi.

Alle 18.30 all’Auditorium comunale di viale Antonio Carta, il regista e attore Fabio Cavalli introdurrà la visione del film-documentario Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri, presentato di recente a Venezia (2019, Rai, Clipper Media), che testimonia un’esperienza unica per i giudici della Corte costituzionale, entrati per la prima volta nella storia tra le mura del carcere per comprendere cosa sia la vita dietro le sbarre. Cavalli, che dirige il Teatro di Rebibbia, è stato ispiratore del film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”. La manifestazione si concluderà alle 21 con un evento gastronomico a base di prodotti della tradizione locale.

L’IGF è svolto in collaborazione con l’Unione dei Comuni del Guilcer, la Fondazione Istituto Antonio Gramsci di Roma, l’International Gramsci Society, l’Istituto Gramsci Sardegna, le Pro Loco di Abbasanta-Ghilarza-Norbello, l’Associazione per Antonio Gramsci di Ghilarza, l’Associazione Casa Natale Antonio Gramsci di Ales, l’Associazione Onnigaza di Ghilarza, l’Associazione archeologica “Orgono” di Ghilarza, il Rotary Club Centro Sardegna, l’Unione regionale degli ordini forensi della Sardegna, la fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci.

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Giovedì 5 dicembre alle ore 10.30 negli spazi della Torre aragonese di Ghilarza si terrà la conferenza stampa di presentazione della prima edizione dell’IGF – INTERNATIONAL GRAMSCI FESTIVAL e la concomitante riapertura al pubblico della Casa Museo.

A illustrare i dettagli del programma saranno il presidente della fondazione Casa Museo Antonio Gramsci, Giorgio Macciotta, il sindaco di Ghilarza Alessandro Defrassu e il direttore del museo, Paolo Piquereddu.

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Il Consiglio regionale ha rinnovato i componenti di espressione regionale della commissione paritetica Stato-Regione sull’articolo 56 dello Statuto speciale della Sardegna.

La seduta pomeridiana del Consiglio regionale è stata aperta dal presidente Michele Pais con il primo punto l’ordine del giorno: l’esame del documento n. 5 “Articolo 56 Statuto speciale per la Sardegna. Commissione paritetica Stato – Regione Sardegna. Rinnovo dei componenti di espressione regionale”. Il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Prima commissione (Autonomia), Pierluigi Saiu (Lega).

Prima di illustrare l’esito della discussione avvenuta in Prima commissione, Pierluigi Saiu ha voluto fare alcune considerazioni. “Nel dibattito di questa mattina abbiamo ascoltato, nel confronto tra maggioranza e opposizione, l’espressione di posizioni che, nei momenti più duri del confronto, si sono manifestate come molto lontane. Mentre l’esame di questo atto è stato affrontato con grande senso di responsabilità da parte delle forze di maggioranza e di opposizione”. Pierluigi Saiu ha continuato affermando che quando si richiama la maggioranza al suo dovere di garantire il numero legale nelle Commissioni e in aula, lo si fa a ragione: “Ognuno di noi ha il dovere di essere presente in Consiglio e in commissione e chi ha la responsabilità di governare la Sardegna ha una responsabilità ulteriore e non posso che riconoscere, oltre l’impegno delle forze di maggioranza, anche il senso di responsabilità delle forze di opposizione che, nella commissione, che ho l’onore di presiedere, partecipano, ognuno con la propria posizione politica, ma con grande senso di responsabilità”.

Pierluigi Saiu ha poi proseguito con la relazione, affermando che la Prima commissione, nella seduta del 5 novembre scorso, ha preso in esame la proposta della Giunta regionale relativa alla designazione quali componenti di designazione, quali componenti di espressione regionale della Commissione paritetica Stato-Regione, di cui all’articolo 56 dello Statuto speciale sardo, della dottoressa Maria Grazia Vivarelli e dell’avvocato Silvia Curto, rispettivamente capo di Gabinetto e Direttore generale della Presidenza della Regione. “La commissione a maggioranza dei presenti, condividendo le indicazioni della Giunta, ha deliberato di proporre al Consiglio regionale di esprimere parere favore sulla nomina dei due componenti. La Commissione auspica – ha proseguito Pierluigi Saiu – che il Consiglio dia questo parere quanto prima per rendere subito operativa la Commissione paritetica al fine di proseguire il confronto con lo Stato su numerose e delicate questioni. La Commissione, infine, riferisce all’Assemblea che intende avviare una discussione sulla costituzione presso gli uffici della Regione di una struttura organica di supporto tecnico rispetto ai temi legati all’attuazione dello Statuto speciale, che operi in stretto raccordo con il Consiglio regionale”.

Su questo tema, ha proseguito il relatore, la Commissione ha avuto modo di confrontarsi, in particolare, mettendo in evidenza uno degli elementi peculiari della nostra autonomia speciale, che si esprime anche attraverso le norme di attuazione e che “ha visto in Prima commissione l’intervento dei docenti di Diritto Costituzionale, in particolare del professor Ciarlo, in tema di utilizzo migliore di questo strumento ai fini dell’esercizio pratico della nostra autonomia”. “E’ volontà condivisa della Prima commissione – ha concluso Pierluigi Saiu – trovare il modo di consentire l’utilizzo migliore dello strumento delle norme di attuazione così come già fatto da altre regioni a Statuto speciale, come il Trentino Alto Adige, che attraverso questo strumento sono state capaci di esercitare la loro autonomia, così come saremo capaci di fare noi in questa legislatura”.

Il presidente Pais ha dato la parola al capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, il quale ha fatto gli auguri alle neo componenti nominate e ha formulato l’auspicio che, come avvenuto nella scorsa legislatura, appena la Commissione sarà insediata, siano sentite dalla Prima commissione almeno le componenti di nomina regionale, affinché lo strumento delle norme di attuazione sia meglio utilizzato, tenendo conto che la provincia autonoma di Bolzano ne ha approvate 191. “Noi siamo la regione che ne ha approvate meno e credo che sia necessaria una collaborazione con chi dovrà rappresentare la nostra regione in seno alla Commissione paritetica”, ha concluso Francesco Agus.

Dopo che la Giunta ha dichiarato di rimettersi alla volontà dell’Aula, il presidente Michele Pais ha illustrato l’ordine del giorno (Saiu e più) “sul rinnovo dei componenti della Commissione paritetica Stato-Regione di cui all’articolo 56 dello Statuto Speciale per la Sardegna”, in cui il Consiglio regionale esprime parere favorevole sulla nomina della dottoressa Maria Grazia Vivarelli e dell’avvocato Silvia Curto quali componenti di espressione regionale della Commissione paritetica Stato-Regione.

L’ordine del giorno è stato approvato dall’Aula con 31 voti favorevoli e 21 astenuti.

Il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Regione, Christian Solinas, per le dichiarazioni ai sensi dell’articolo 121, il quale ha ringraziato l’Aula di avergli “immediatamente permesso di riferire riguardo a un importante passaggio della vita democratica di quest’Isola e del Paese nel suo complesso”. “Non sono qui per celebrare risultati – ha affermato – o per attribuire meriti, ma per affrontare con tutto il Consiglio regionale il risultato di un confronto serrato, ma leale, con lo Stato che ci ha portato a tracciare il perimetro di una soluzione possibile per l’annosa vertenza che riguarda gli accantonamenti e le entrate della Regione.

La Sardegna è rimasta l’unica Regione con autonomia speciale a non aver siglato un’intesa per definire il contributo per il risanamento della finanza pubblica e rivendica una riduzione, che abbiamo portato avanti con forza, di questo contributo che la metta al pari delle altre regioni”.

Solinas ha spiegato che è stata presa ad esempio la regione Sicilia, che contribuisce al risanamento della finanza pubblica con l’1,14 per cento del Pil, contro il 1,6 della regione Sardegna. “Questo significa – ha spiegato – che applicando lo stesso parametro dell’1,14, il contributo che noi abbiamo sostenuto di dover riconoscere è pari a 383 milioni contro 536 che lo Stato aveva imposto unilateralmente, con un risparmio di 153 milioni che rimangono nella disponibilità del Consiglio per alimentare le politiche di settore”. Per Solinas si tratta di un primo importante risultato. Per il pregresso, in seguito ai pronunciamenti della Corte costituzionale relativi al 2018 e 2019, che imponevano allo Stato di raggiungere un accordo sulla quantificazione, l’accordo raggiunto prevede “412 milioni a saldo e stralcio del pregresso, che vengono riconosciuti con una pluriennalizzazione dal 2020-2025 che segue la pluriennalizzazione del debito di 244 milioni della Sardegna che saranno ripianati in tre anni”, in base ai trasferimenti che lo Stato in seguito all’accordo che verrà firmato. Solinas ha poi aggiunto che la Regione ha chiesto il riconoscimento, in seguito alla sottoscrizione dell’accordo, dei 76 milioni, che derivavano dai fondi Cipe, già stati usati nelle scorsa legislatura, per ripianare il disavanzo sanitario.

“La parte a mio avviso più importante di questo possibile accordo – ha continuato il presidente – è l’intesa su un grande piano infrastrutturale che inizi a colmare il gap delle infrastrutture che l’Isola soffre in termini di scuole, strade, opere per lo studio universitario e del settore sanitario”. Solinas ha spiegato che tutta questa partita ha portato all’individuazione “di risorse aggiuntive pari a 1 miliardo e 425 milioni e 800mila euro più 111 milioni” con vincolo di destinazione da destinare all’edilizia sanitaria. Quindi un plafond di circa 1,6 miliardi che potrà alimentare un piano di infrastrutturazione “che mi auguro si possa condividere in maniera ampia” perché verrà sviluppato nei prossimi 10 anni. Per quanto riguarda i trasferimenti per le Province si è ottenuta una riduzione di ulteriori 10 milioni alla contribuzione alla finanza pubblica che si sommano ai 50 milioni già ottenuti.

Ricordando al Consiglio che domani andrà a una riunione con il ministero dell’Economia e delle Finanze, con il ministero per il Sud e con La Ragioneria dello Stato, Solinas ha chiesto che, al di là degli schieramenti, si arrivi a un ordine del giorno unitario che dia forza nella trattativa alla Regione “e ci consenta di chiudere questa annosa vicenda e iniziare a lavorare da subito per pensare al migliore utilizzo di queste risorse che rappresentano una grande opportunità di crescita e di sviluppo per tutta la Sardegna”.

Dopo il presidente Christian Solinas ha preso la parola l’on. Cesare Moriconi (Pd), che ha parlato di “una discussione attesa da mesi. Era previsto che entro il 15 luglio avremmo concluso gli accordi con lo Stato per evitare di pagare oltre ingiustamente.  Le cifre di cui ci riferisce il presidente Solinas meritano approfondimento e considerazione, si tratta di una ipotesi di accordo importante. Sarebbe più responsabile approcciarsi con una astensione davanti a un documento di questo tipo: di buono c’è che ne parliamo e di male c’è che questa discussione è molto stretta. Dunque, annuncio l’astensione del gruppo del Pd”.

Per l’on. Angelo Cocciu (Forza Italia) “abbiamo di fronte una vertenza importante e storica e oggi sarebbe importante avere un voto favorevole di tutti, non solo quello della maggioranza Sbagliato dividerci: ripensateci e firmiamo tutti”.

“Finalmente si parla di entrate e della vertenza”, ha detto l’on. Daniele Cocco (Leu), “dopo che la Corte costituzionale ha  sancito i nostri diritti. La nostra astensione sull’ordine del giorno è un fatto positivo, mi fido del presidente anche se non ho visto conti e tabelle. Il nostro dovere sarà tenere alta la tensione su questa vertenza perché tante sono le aspettative”.

Per Fdi ha preso la parola l’on. Fausto Piga, che ha ricordato alcuni passaggi della vertenza entrate vissuti anche da sindaco. “Massimo sostegno al presidente Christian Solinas. Questa è una riparazione dei danni alla Sardegna dai governi centrali che si sono succeduti. La Regione Sardegna deve essere trattata al pari delle altre e vorrei che dopo le entrate ci fosse una vertenza Sardegna, indipendente dal colore politico di ciascuno di noi. Vogliamo competere ad armi pari con tutti e non subire disagi dell’insularità”.

L’on. Massimo Zedda (Progressisti) ha detto che “sistematicamente lo Stato ha una tendenza a non pagare e già dai tempi del sottosegretario Giorgio Macciotta ci siamo accorti di questo. Oltre alle entrate è utile anche regionalizzare la finanza locale, per avere ulteriori risorse. E suggerisco di aggiungere che queste risorse sono aggiuntive rispetto a quelle dell’obiettivo uno, per evitare che con i giochi di tre carte alla fine le risorse aggiuntive siano risorse già destinate alla Sardegna. Ecco, chiedo che sia chiara la provenienza delle risorse oggetto di questo accordo, prendiamoci il tempo necessario per valutare”.

L’on. Alessandro Solinas (Cinque stelle) ha annunciato il voto di astensione del suo gruppo e ha ricordato “il lavoro svolto dai rappresentanti Cinque stelle in Parlamento per arrivare al risultato di questo traguardo storico. Presto potremo dire di aver messo la parola fine alla vertenza entrate”.

Per il gruppo Udc l’on. Gian Filippo Sechi ha annunciato il voto favorevole: “Non ci abbattono le sconfitte e non ci esaltano le vittorie ma è giusto mostrare soddisfazione”. Della stessa opinione anche l’on. Michele Cossa (Riformatori), che ha ricordato come già nel 2010 lo Stato iniziò ad applicare la politica degli accantonamenti contro le Regioni. “Ci ha pensato la Corte costituzionale, con le sentenze 6 e 31 del 2019, a spiegare che le norme di attuazione degli statuti speciali prevalgono sulla legislazione statale ordinaria. Non esistono governi amici o nemici ma controparti, perché portatrici di interessi diversi. E’ importante il risultato che ci ha portato oggi il presidente Solinas ma sulla partita delle accise dobbiamo ragionare sin dalla prossima nostra legge finanziaria. Dobbiamo liberarci di ogni complesso di inferiorità”.

Sempre dai banchi della maggioranza ha preso la parola il leader di Sardegna Venti/20, on. Stefano Tunis. “Finalmente iniziamo a costruire dalle fondamenta questa legislatura. In passato non è andata così e di questo grande risultato dobbiamo dare atto al presidente Solinas e al suo grande lavoro per arrivare al risultato. Un lavoro silenzioso, senza annunci, che rivela un metodo”. Per il Psd’Az è intervenuto l’on. Stefano Schirru che ha detto: “Questo argomento non dovrebbe trovare opposizione in Consiglio perché è interesse di tutte le forze politiche presenti qui che la quantità di denaro a disposizione aumenti. Ma c’è un messaggio più lungimirante ed è il dibattito sull’idea stessa di nazione rispetto allo Stato. Questo è il momento storico in cui le regioni d’Europa devono rimodulare le ragioni del loro stare insieme”.

Dai banchi della Lega l’on. Dario Giagoni ha ringraziato perché “l’impossibile è diventato possibile e la Lega ha ragione di gioire perché ha scelto il presidente Solinas come leader del centrodestra che oggi si mette giustamente questa medaglia al petto. Parte del maltolto ci viene restituito e si tratta di linfa vitale per il nostro territorio e dovranno essere investiti prima di tutto per una viabilità degna di questo nome”.

Per replica il presidente Alessandro Solinas ha detto: “Aggiungo un approfondimento a quanto ho detto prima e preciso che le risorse sono obiettivamente aggiunte e non le stesse risorse chiamate con un nome diverso. Su questo rassicuro l’on. Massimo Zedda, pur nella cautela dei rapporti con il governo centrale: si tratta di risorse aggiuntive e pluriennalizzate, dovremmo essere noi a programmare e a realizzare la spesa. Sulla vicenda delle province abbiamo applicato gli stessi parametri delle province delle altre regioni e arriveremo a 60 milioni di euro”. Il presidente ha proseguito: “Ho evitato di sottoscrivere l’accordo prima di confrontarmi con l’Aula e l’ho fatto per rispetto verso il Parlamento sardo, tutto il Parlamento e non soltanto le forze politiche che sostengono la mia maggioranza. Ringrazio chi ha speso parole lusinghiere verso di me: ho provato a fare il mio dovere con disciplina ed onore”.

Posto in votazione l’ordine della maggioranza (Mula e più) – che dà mandato al presidente della Regione per la stipula dell’accordo con il governo italiano sull’annosa questione delle entrate e degli accantonamenti – è stato approvato con 32 voti a favore e 22 astensioni.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha quindi proposto la sospensione dei lavori ed il rinvio della discussione delle due mozioni iscritte all’ordine dei lavori mentre il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha sottolineato l’opportunità di una convocazione del Consiglio per la prossima settimana.

Il presidente del Consiglio ha dunque dichiarato conclusi i lavori e preannunciato la convocazione dell’Assemblea regionale al domicilio dei consiglieri.

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L’Autonomia differenziata nel modello proposto da alcune Regioni del Nord determina effetti nettamente negativi sull’insieme della Repubblica. Infatti, è dimostrato che le risorse finanziarie pubbliche verrebbero destinate in misura crescente verso quelle aree a discapito del finanziamento dei servizi pubblici essenziali (istruzione, sanità, assistenza, trasporti, etc.) delle altre Regioni. I diritti di cittadinanza fondamentali verrebbero compromessi. Quel modello è la negazione del federalismo solidale di cui la Repubblica ha necessità.

Anche la Sardegna ne sarebbe direttamente colpita. La sua speciale Autonomia non è, infatti, una garanzia assoluta dal taglio delle risorse disponibili. Inoltre, il finanziamento dei servizi essenziali per i cittadini residenti nell’Isola non è realizzabile con il solo gettito fiscale interno: sono necessarie ulteriori risorse anche considerando che non è mai stata attuata la norma della legge sul federalismo fiscale (la 42/09) che dispone la risoluzione del deficit infrastrutturale derivante dall’insularità.

L’ambiguità del sardoleghismo nell’approccio verso queste questioni è irrisolvibile. Su questa ambiguità grava un velo di sostanziale silenzio.

Sarebbe peraltro un grave errore non contrastare la deriva neocentralista ed il pervasivo antifederalismo, affermatisi in questi anni, che non risparmiano nessun dei soggetti costitutivi della Repubblica, Regioni e Comuni, innanzitutto, ma anche altre autonomie come l’Università. La domanda di autonomia presente in molte aree del Paese deve essere raccolta dalle forze riformatrici che condividono la prospettiva del federalismo cooperativo e solidale riprendendo per completarne il percorso, la strada tracciata con la riforma del Titolo V della Costituzione entrata in vigore nel 2001.

Sono questi in estrema sintesi i contenuti emersi nell’affollata assemblea svoltasi ieri a Cagliari sul tema “Autonomie differenziate o secessione del Nord?”. Il dibattito, organizzato dall’associazione “Sinistra, Autonomia, Federalismo” è stato coordinato dalla sindaca di Pula, Carla Medau, e dall’avvocato Roberto Murgia. Gli interventi introduttivi sono stati svolti da Gianmario Demuro, ordinario di diritto costituzionale e da Tore Cherchi. Sono intervenuti Caterina Cocco, segreteria regionale Cgil, Piero Comandini, Benedetto Barranu, Antonio Cambus, Francesco Pigliaru, Francesco Sanna e l’insigne giurista Umberto Allegretti. Ha chiuso i lavori Giorgio Macciotta.

Alla riunione hanno preso parte, tra gli altri, amministratori locali, rappresentanti politici, la segreteria regionale della CGIL e numerosi docenti universitari.

Associazione Sinistra, Autonomia, Federalismo

 

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Antonio Gramsci, politico, filosofo, scrittore, critico letterario, quando doveva indicare la sua professione, si definiva “giornalista”. E, di fatto, il giornalismo l’ha praticato davvero con la pubblicazione di centinaia di articoli (almeno 1.500) su molte testate. A cominciare dall’Unione Sarda e poi su L’Unità, L’Avanti, L’Ordine Nuovo, La città futura e su riviste italiane e straniere.
Sull’attività giornalistica del grande pensatore è stato pubblicato di recente un importante volume curato da Gian Luca Corradi (introduzione di Luciano Canfora e postfazione di Giorgio Frasca Polara), che contiene alcune interessanti e attualissime riflessioni di Antonio Gramsci sul giornalismo.
Su questi temi la Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci, l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e l’Associazione della Stampa sarda hanno organizzato una tavola rotonda dal titolo “Dal nostro inviato Antonio Gramsci”, che sì svolgerà sabato 24 giugno, alle 18.00, a Ghilarza, presso la Torre aragonese.
Parteciperanno Giorgio Macciotta, presidente della Fondazione casa Gramsci, Giorgio Frasca Polara, già redattore parlamentare dell’Unità e portavoce di Nilde Jotti durante la sua presidenza della Camera, Costantino Cossu responsabile delle pagine culturali della Nuova Sardegna, Giancarlo Ghirra consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Celestino Tabasso, presidente dell’Associazione della Stampa sarda e Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna. Ai giornalisti partecipanti saranno assegnati tre crediti formativi.

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Venerdì la Sala Angioy del Palazzo della Provincia, a Sassari, ospiterà un convegno sul ruolo delle autonomie locali nella costruzione di una nuova Europa, organizzato dall’associazione degli ex consiglieri regionali della Sardegna.

I lavori prenderanno il via alle ore 10.00 e saranno introdotti da Maria Rosa Cardia (presidente dell’Associazione “ex consiglieri regionali”). Subito dopo sono previste le relazioni di Paolo Fois (Università di Sassari), Sabina De Luca (Comune di Roma. Dipartimento progetti di sviluppo e finanziamenti europei), Ugo Villani (Università di Bari), Omar Chessa (Università di Sassari).

Tre gli interventi programmati: Giorgio Macciotta (Fondi europei e programmazione regionale), Alberto Merler (I cittadini e il principio di prossimità. La testimonianza di Alexander Lang), Loredana Mura (Il potere estero delle autonomie regionali e locali e il diritto europeo).

All’assise saranno presenti il sindaco di Sassari Nicola Sanna, il direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Gian Paolo Demuro, il presidente dell’Anci Sardegna Pier Sandro Scano, il presidente del Consiglio regionale della Sardegna Gianfranco Ganau e del presidente della Prima  Commissione “Autonomia” del Consiglio regionale Francesco Agus.