2 November, 2024
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Identità, nazioni e minoranze nell’Europa di ieri e di oggi, per capire come sono nate alcune situazioni di crisi che ancora agitano il vecchio continente. Si tratta di eredità del crollo degli Imperi centrali, usciti sconfitti dalla Prima guerra mondiale. L’Europa dopo un secolo rimane un sogno? È stato questo il tema della seconda giornata del convegno “L’Asinara isola d’Europa”, organizzato dal comune di Stintino al Museo della Tonnara e dedicato alla storia dell’Europa e in particolare al centenario della conclusione della Prima guerra mondiale. Dopo la giornata di venerdì sul “caso Asinara” e sui risultati raggiunti nella ricostruzione delle vicende che videro l’isola diventare un grande campo di accoglienza e prigionia, sabato 17 novembre è stato analizzato il tema della nascita degli stati-nazione in Europa dopo la Grande Guerra.

In apertura, il sindaco Antonio Diana è ritornato sul tema dei prigionieri austroungarici e dei profughi serbi sull’Asinara. «Su 27mila persone si salvarono in 21mila. Le autorità non solo sanitarie riuscirono a contenere il contagio delle malattie. Credo sia importante sottolineare quel grande sforzo». Il colonnello Giuseppe Levato, vicecomandante della Brigata Sassari, ha portato i saluti del comandante, il generale Andrea Di Stasio. «La Brigata Sassari nella Prima guerra mondiale è stata la brigata più decorata dell’esercito italiano. Oggi occorre parlare alle giovani generazioni, affinché capiscano l’importanza del vivere insieme in Europa». Alain Pasqualini, in rappresentanza della Regione Corsica, ha messo in evidenza che «l’Europa oggi è come un’isola, minacciata da epidemie non più sanitarie ma ideologiche. Occorre battersi per un’Europa dei popoli, anche di quelli senza stato, come i sardi e i corsi o i catalani. Abbiamo bisogno di un’Europa pacifica e democratica. Ecco perché non dobbiamo dimenticare le lezioni della Prima guerra mondiale».

Spazio quindi alle relazioni. Sui prigionieri di guerra in Sardegna, non solo confinati sull’Asinara, è intervenuto Giorgio Madeddu, del Comitato sardo centenario Grande Guerra. «Grazie ai documenti dell’Archivio dello Stato maggiore dell’esercito e di altri archivi, tra cui quelli comunali, è stato possibile ricostruire l’arrivo dei prigionieri, suddivisi in reparti che riprendevano i nomi dei piroscafi. Ma furono subito classificate anche le nazionalità. L’Asinara anticipa quello che poi avviene in Europa con la disgregazione degli imperi centrali e l’emergere dei popoli e delle nazioni prima comprese nell’Impero austro ungarico – ha esordito Giorgio Madeddu -. In Sardegna non c’era però solo l’Asinara. Un altro campo di concentramento era presso la miniera di Monte Narba nel comune di San Vito, destinato solo agli ufficiali. Ma i prigionieri erano anche impiegati nel lavoro. Dai primi mesi del 1917 numerosi paesi sardi ospitarono decine di prigionieri di guerra “concessi” per interventi di forestazione, per lavorare in miniera o in grandi opere civiche». Un’altra storia rimossa e da ricostruire riguarda gli internati civili: un nome conosciuto è quello di Amelie Posse Brazdova, che raggiunse il marito ceco nel 1916 e che raccontò queste vicende in “Interludio di Sardegna”.

Bartolomeo Fineo, del Laboratorio di Storia di Rovereto, ha invece ricordato le vicissitudini dei soldati trentini inquadrati nell’esercito austroungarico, italiani di lingua ma sudditi di Francesco Giuseppe. Un ritorno sofferto a casa fu quello di 4mila ex prigionieri in Russia: diventati cittadini italiani dopo la guerra finirono nella missione in Estremo Oriente, in Cina. Alcuni si scontrarono con altri ex commilitoni che nel frattempo si erano arruolati nell’Armata Rossa. Filippo Sallusto, dell’Università di Cassino, ha ricostruito la situazione politica nei Balcani, le tensioni già presenti nella seconda metà del XIX secolo, i rapporti con l’Albania e con la Serbia. La memoria dei prigionieri ungheresi nell’isola dell’Asinara è stato il tema dell’intervento di Gabor Margittai (Külső Magyarok – Media Provider per le minoranze ungheresi all’estero), che ha illustrato il progetto “I soldati fantasma dell’Asinara” contro l’oblio e l’occultamento.

Didier Rey, del Laboratorio Lisa dell’Università di Corte (Corsica), ha analizzato le battaglie ideologiche sul numero di caduti corsi nella Prima Guerra Mondiale, sopravvalutati numericamente in chiave patriottica francese fino a 48 mila (numero irreale se solo si pensa che nella Grande Guerra furono 50 mila i corsi mobilitati nell’esercito francese), oggi si è tornati ad una cifra realistica di 10-12mila.

Un’altra nazione senza stato è la Catalogna. Joan Elies Adell Pitarch, dell’Istituto delle Lettere Catalane (Generalitat de Catalunya), ha richiamando in apertura del suo intervento quanto avvenne al termine della Grande Guerra: già allora un gruppo di catalani si appellò al presidente americano Wilson chiedendo l’applicazione a loro favore del principio di autodeterminazione dei popoli.

Completamente diversa invece la situazione dei tedeschi dei Sudeti, nel 1910 tre milioni e 252 mila, oggi ridotti ad appena 19 mila, ha detto Richard Neugebauer (Bohemia Troppau – rappresentante della minoranza tedesca in Boemia e Slesia) soffermandosi sulla disparità tra contadini di lingua tedesca e ceca in Boemia come una una delle cause del crollo dell’Impero Asburgico; mentre Marinella Lorinczi ha illustrato l’origine dell’espressione minoranza nazionale, un concetto, e al contempo un problema, che appare proprio subito la Prima Guerra Mondiale. L’ultimo intervento è stato di Johan Maggman, esponente del Fuen, l’Unione federale delle nazionalità europee, appartenente alla minoranza linguistica svedese in Finlandia.

A chiudere il convegno l’intervento in video di Tamara Scheer (Istituto di Storia dell’Europa Orientale dell’Università di Vienna) e la proiezione del documentario “I prigionieri dell’Asinara” di Gàbor Margittai e Anita Major.

L’appuntamento di Stintino è arrivato a coronamento di un lungo percorso, avviato dall’amministrazione comunale stintinese nel 2013 con il progetto per le “Commemorazioni di pace: i profughi serbi e i prigionieri austroungarici nell’isola dell’Asinara durante la prima guerra mondiale”, avviato in occasione del centenario della Grande Guerra. Un progetto che assieme al comune di Stintino, capofila dell’iniziativa, vede coinvolti anche il comune di Porto Torres, il Parco nazionale dell’Asinara, l’Università di Sassari, Dipartimento di Microbiologia diretto dal professor Salvatore Rubino, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri e la collaborazione della Camera di commercio del Nord Sardegna e della Fondazione di Sardegna.

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Sabato 3 novembre, alle ore 16.00, nella sede dell’ex circoscrizione di Bacu Abis si terrà un importante appuntamento con la storia. L’Associazione Culturale Bacu Abis e Sulcis Iglesiente ha organizzato, con il patrocinio del comune di Carbonia, un incontro che prende spunto dalla presentazione del libro di Giorgio Madeddu, dal titolo: “La damnatio ad metalla. Storie di prigionieri dell’Impero Austro-Ungarico nella Sardegna della Prima Guerra Mondiale”.

L’iniziativa si inserisce nel solco delle manifestazioni previste in occasione del centenario della conclusione – 1918 – della Grande Guerra e si colloca inoltre nell’ambito dei festeggiamenti per l’80° compleanno della città di Carbonia e per i 164 anni di Bacu Abis.

Nel corso del dibattito, moderato dal presidente dell’associazione culturale Bacu Abis e Sulcis Iglesiente Gianfranco Fantinel, si farà luce sulla vicenda dei prigionieri di guerra dell’Impero Austro-Ungarico che furono impiegati a lavorare nelle miniere sarde, segnatamente nell’estrazione del carbone nei cantieri delle miniere di Bacu Abis e di Terras Collu.

Alla presentazione-convegno interverranno: Antonangelo Casula, già sindaco di Carbonia; Antonio De Rubeis, presidente del Comitato Iglesiente Centenario Grande Guerra; Giorgio Madeddu, autore del libro; Aldo Accardo, presidente del Comitato Regionale Sardo Grande Guerra.

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Sabato 3 novembre 2018, alle ore 16.00, presso i locali dell’ex circoscrizione di Bacu Abis, si terrà la presentazione del libro di Giorgio Madeddu LA DAMNATIO AD METALLA – Storie di prigionieri dell’Impero austro-ungarico nella Sardegna della prima guerra mondiale.

Il libro tratta, tra le altre, la vicenda dei prigionieri di guerra impiegati nelle miniere sarde e nello specifico nelle miniere di carbone di Bacu Abis e Terras Collu.

L’iniziativa è promossa dall’associazione culturale Bacu Abis e Sulcis Iglesiente, presieduta da Gianfranco Fantinel.

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La mancata attuazione, dopo 1.581 giorni, della legge regionale n. 12 del 13 giugno 2014 “Interventi regionali per la prevenzione della fetopatia alcolica” ha portato il responsabile scientifico dell’associazione “Amici della Vita Sulcis”, Giorgio Madeddu, a scrivere una nuova lettera aperta ai Sardi, alla Giunta e al Consiglio regionale della Sardegna, nella quale propone la bocciatura del presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, dell’assessore della Sanità Luigi Arru e del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau.

Di seguito il testo integrale della lettera.

13 giugno 2014, il Consiglio regionale dopo la presentazione dell’assessore della Sanità Luigi Arru e gli entusiastici interventi di numerosi onorevoli regionali approva all’unanimità dei presenti (cinquanta) la legge. Arrivava finalmente al capolinea l’emozionante avventura cominciata nel 1989 al Centro Alcologico “Don Vito Sguotti” di Carbonia dove il tribunale dei minori inviò una mamma, alcolista, di tre bambini con grave ritardo mentale poi affidati a tre coraggiose famiglie. La storia umana ci investì, emozionò, in noi scatenò interesse e impegno, con don Diaz e dr. Gerini pionieri sulcitani dell’amore alla vita debole che, la prevenzione della fetopatia alcolica, sarebbe stato obiettivo prioritario, essenziale, da perseguire!

La proposta di legge elaborata da “Amici della Vita Sulcis” nella trincea del bisogno e della solitudine fu affiancata e preceduta da iniziative divulgative e di sensibilizzazione nelle scuole, parrocchie e associazioni, conquistò gradualmente adesioni e partecipazione delle Amministrazioni comunali, Curia, dei consiglieri regionali del Sulcis ed il sostegno della Giunta e Consiglio provinciale che nel 2012 finanziarono la prima brochure italiana sulla fetopatia alcolica.

I punti qualificanti della L.R. 12/2014:

a) Riconosce la possibilità di prevenire le conseguenze dell’abuso alcolico in gravidanza ma soprattutto propone una premura e un rispetto mai dimostrato prima dal legislatore per la malata di alcoldipendenza, nessun giudizio morale, la stessa dignità che il mondo sanitario e le istituzioni riconoscono alle altre patologie.

b) Adozione di Linee guida, questionari, percorsi di presa in carico attraverso consultori, Serd, associazioni.

c) Incoraggia e valorizza la collaborazione tra tutte le figure professionali sanitarie competenti in materia.

d) Riconosce la gratuità dei rilevatori (GammaGT e Transferrina Desialata) d’abuso alcolico per le donne in epoca pre concezionale o in stato di gravidanza ampliando di fatto in Sardegna) quanto garantito dal decreto ministeriale del 10 settembre 1998.

La legge prevede inoltre:

1) Delibera della Giunta Regionale “entro 60 giorni di linee guida”.

2) Istituzione entro 60 giorni del “tavolo permanente per la prevenzione della fetopatia alcolica e i problemi alcol correlati”.

2 dicembre 2016: delibera di Giunta regionale 64/5, il presidente Pigliaru da mandato all’assessore Arru di istituire un tavolo tecnico che elabori linee guida e tavolo permanente (dai 60 giorni previsti dagli art.2 e 4 della L.R.12/2014 ai 910 giorni della delibera). Evitando le facili polemiche riteniamo che P.A.G. abbiano sottovalutato l’importanza sociale, scientifica e morale della legge.

Sintetizziamo le drammatiche conseguenze che l’abuso alcolico in gravidanza determina in Sardegna ogni anno ( rilievi dalla nostra associazione aggiornati al 2010, condivisi peraltro nella prima proposta di legge regionale sulla fetopatia alcolica n. 546 del 31 luglio 2013 sostenuta da Giorgio Locci, Pietro Cocco, Paolo Dessì, Lorenzo Cozzolino, Onorio Petrini, Lai, Gallus, Campus, Mariani, Corda, Daniele Secondo Cocco, Espa.

Alcolisti in Sardegna 40.000 (20.000 donne, 15.000 in età fertile)

650 aborti da abuso alcolico non diagnosticati, definiti “spontanei” nelle cartelle cliniche ospedaliere.

65 fetopatie alcoliche (F.A.) caratterizzate da sindromi fenotipiche variabili e ritardo mentale grave.

I bambini affetti da F.A. hanno identica aspettativa di vita dei loro coetanei, 75 anni, rappresenta non solo strazio, angoscia e sofferenze per la famiglia e la comunità ma un impegno economico non indifferente.

In 75 anni tra invalidità e accompagnamento, Legge 20, Legge 162, Insegnante di sostegno per, mediamente 13 anni, Legge 104/92 per un genitore e spese sanitarie varie, la F.A. disabilità grave, supera il milione e mezzo di euro, ipoteca che non graverà soltanto su noi tutti ma la trasmetteremo in eredità ai nostri figli, sì, amici sardi, i nostri figli e nipoti affiancheranno e si prenderanno cura di questa grave ma prevenibile disabilità che la superficialità e indolenza di P.A.G. non ha considerato prioritaria rispetto alle, concedeteci, frequenti banalità e spesso marchette clientelari di cui è lastricata la Sardegna.

Riflettiamo insieme: quante iniziative e contributi sono stati destinati nelle ultime due legislature: sagre del pisello, fagiolo, castagne e torrone, ai numerosi eventi animati spesso da semplice familismo e clientelismo? I 150.000 euro annui che la legge 12 prevedeva per il 2014/15/16 meritavano per noi, scandalosamente, esageratamente fuori dal coro, altrettanto interesse!

Amici sardi, la P.A.G. ha snobbato la legge, prima in Europa, in grado di incidere concretamente sulla prevenzione della più frequente forma di ritardo mentale pediatrico da etiologia nota, hanno privilegiato la cronaca e la visibilità delle inaugurazioni dove il clientelismo è tangibile (sanità, turismo, industria, cultura, lavori pubblici e…) trascurando i potenziali vantaggi economici e sociali ma soprattutto morali della Legge 12/2014. Sintonizzati, oggi sulle prossime elezioni, esattamente come Cappellacci, De Francisci, Lombardo (C.D.L.) che anestetizzarono la proposta 546 perché incombeva la campagna elettorale, per i politico-dipendenti da potere, niente è prioritario al craving/bramosia elettorale.

Il Centro, la Destra e la Sinistra Sarda si dimostrano geneticamente simili, campagne elettorali scoppiettanti di buone intenzioni, patetici incoraggiamenti al volontariato, per tutti: «Risorsa insostituibile da valorizzare e sostenere”, balle! I politici, quasi tutti i politici, corteggiano il volontariato quando lo ritengono funzionale al proprio interesse, potere, visibilità; quando il volontariato non chiede assistenza o contributi al potente di turno ma lavora, studia, propone in autonomia e senza servilismi quanto la “strada e la vita” insegna, l’entusiasmo si trasforma in distanza, sospetto, indifferenza e, come in questa vicenda, meschino boicottaggio.

Amici sardi tenetevi stretti, l’assessore Arru, in altre occasioni probabilmente più rapido, impiega oltre un anno (384 giorni per l’esattezza) a firmare una paginetta, il decreto assessoriale n. 37 del 21 dicembre che all’art. 1 costituisce il tavolo tecnico, prendetene visione e senza lasciarvi condizionare dalle nostre perplessità segnalateci se 384 giorni vi sembrano “fisiologica gestazione”? Sarebbe interessante conoscere quanto la task force tecnica ha prodotto in questi 10 mesi, aiutateci a comprendere.

L’’art. 5 della legge 12 recita: «La Giunta regionale presenta ogni due anni al Consiglio regionale una dettagliata relazione che illustra i dati concernenti l’attuazione della presente legge, con particolare riferimento alla verifica dell’efficacia degli interventi», il presidente del Consiglio regionale Ganau protagonista il 13 giugno del 2014 ma successivamente contumace come gran parte dei 50 consiglieri votanti, avrebbe dovuto sollecitare, rimproverare e sculacciare la Giunta regionale che ha ampiamente disatteso quanto la legge n. 12/ 2014 del Popolo Sardo stabiliva.

1.581 giorni, nessuna indicazione è pervenuta alle Assl, ai medici della nostra regione, alle scuole (art. 4) giudicate con le associazioni di volontariato indispensabili partner nella sensibilizzazione e prevenzione. Sgomenta quanto abbiamo scoperto: macchina regionale (politici e dirigenti) indolente, fiacca, incapace di strategie veloci anche quando il compitino come in questo caso è facile facile, la Sardegna meriterebbe ben altri ritmi, passione, sensibilità e amministratori.

Pigliaru, Arru e Ganau vi bocciamo perché siete inadeguati, per 1.581 giorni, statici, ingessati privi di dinamismo e sollecitudine. Il giorno successivo alla pubblicazione della legge nel BURAS potevate con una delibera di Giunta invitare le, allora 8, ASL regionali e a cascata ospedali, consultori, medici di famiglia e pediatri, a garantire gratuitamente i due esami GammaGT e Transferrina Desialata poiché come annunciato dall’art. 3 « …essenziali per la conferma del sospetto diagnostico di abuso di alcol nelle donne in età fertile o in stato di gravidanza». La stessa delibera poteva invitare l’Ufficio Scolastico Regionale e le associazioni di volontariato ad una capillare sensibilizzazione studentesca regionale e divulgare la documentazione scientifica tra i giovani. Siete in ritardo, senza attenuanti, di almeno 1.550 giorni, senza idee, impantanati, vittime, almeno in questa storia, della vostra supponenza o forse c’è dell’altro?

Riabilitatevi, chiedete scusa ai Sardi, siate coerenti, trasformate la legge 12/2014 nel più affascinante ed innovativo dispositivo europeo a favore della vita debolissima accolta nella vita fragile delle alcoliste e tossicodipendenti.

Oggi dopo 29 anni siamo sempre più determinati a sostenere la prevenzione della fetopatia alcolica avremo, forse, perso le speranze se non avessimo ricevuto il sostegno delle Amministrazioni Comunali del Sulcis, del Volontariato, della Curia e dei Sindacati.

Tra i 50 consiglieri regionali che votarono la Legge alcuni ci sono stati sempre vicini, intendiamo ringraziarli per il costante incoraggiamento a non arrenderci. Insieme a Paolo Dessì, Raimondo Perra, Valter Piscedda, Luca Pizzuto e Gianluigi Rubiu, ricordiamo con affetto il costante sostegno e l’amicizia dell’ex consigliere regionale Giorgio Locci e degli ex Parlamentari Emanuele Cani e Tore Cherchi.

GUTTA CAVAT LAPIDEM, NON VI, SED SAEPE CADENDO.

Iglesias, 13 ottobre 2018

Giorgio Madeddu

Responsabile Scientifico di AMICI della VITA Sulcis

Associazione AMICI della VITA – amicidellavitasulcis@gmail.com

Gruppi di Auto Aiuto per Alcol Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo

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Distinto Dottor Arru,

ho intercettato sul suo profilo facebook alcune lamentele sull’ingratitudine che la stampa e la comunità le riserverebbe per un impegno da Lei ritenuto eroico ma il resto del mondo non coglie, non valorizza, non comprende. Il suo sfogo del 20 settembre scorso riportato nel Sulcis dalla testata “La Provincia del Sulcis Iglesiente” presenta affermazioni stravaganti e decisamente non condivisibili, proverò a ragionare con Lei e con i cittadini del Sulcis Iglesiente decisamente, mi creda, delusi da Lei e dai politici che dopo le quattro riforme sanitarie (1978/92/99 e 2012) hanno dimostrato inequivocabilmente che la Sanità è riserva di caccia dei partiti politici e le aspettative delle comunità devono adeguarsi ad equilibri non sempre nobili.

Grazie Dott. Arru, a differenza di altri Lei esterna e si espone.

“Abbiamo salvato l’ospedale di Iglesias, attraverso la legge regionale 23/2014

Affermazione inconcepibile! La legge che Lei propone come aspirante Robin Hood ha modificato le leggi regionali n.23/2005 (Soru-Dirindin ), la n.10/2006 (Soru-Dirindin) se non sbaglio suoi amici e la n. 21/2012 (Cappellacci – De Francisci apparentemente avversari vista la recente solidarietà dimostrata nel dileguarsi prima di censurarla in Consiglio Regionale. Avete, Lei e il Centro sinistra nel 2014 applicato del cellofan sul tubo arrugginito.

a) Da quando Lei è Assessore alla Sanità le criticità nell’accoglienza del malato e del disabile nel Sulcis sono aumentate, si è incrementata la mobilità passiva e tanti pazienti sono costretti con grandi sofferenze e sacrifici economici a riferirsi altrove.

b) Da quando Lei è Assessore abbiamo osservato la più grande mobilità passiva di medici e infermieri. Nessuno oggi, a differenza del passato, desidera lavorare negli ospedali del Sulcis dove sono state mortificate aspirazioni, possibilità di crescita professionale e programmazioni.

c) Da quando Lei è Assessore i reparti chirurgici del CTO hanno subito il week surgery, Lei era d’accordo?

d) Da quando Lei è Assessore crollano i controsoffitti dell’Ortopedia del CTO e del laboratorio analisi del Santa Barbara.

e) Da quando Lei è Assessore vive in rianimazione l’ortopedia storicamente eccellenza del territorio (mai reintegrati gli ortopedici andati in pensione), la chirurgia pediatrica (avete preferito far decollare Cagliari e Olbia), l’otorino del CTO fino a qualche anno addietro riferimento apprezzato dal Sulcis e oltre, la chirurgia generale orgoglio del territorio mortificata con il week surgery.

f) Da quando Lei è Assessore il CTO di Iglesias è un campo di battaglia che espone i nostri Colleghi medici del Pronto Soccorso a responsabilità ingiuste e mortificanti, impossibilitati a garantire un’assistenza proporzionata alle qualità professionali e umane dei suoi Operatori.

g) “Per tanti la sanità è la Caporetto del Centro Sinistra”, questa Sua affermazione esprime l’attuale sfondo depressivo e sindrome da accerchiamento del centro sinistra, francamente desidero proporre una alternativa a Lei e all’intero Consiglio Regionale; la Sanità è la Caporetto dello spoil system dei partiti politici di centro sinistra e centro destra, inadeguati nel riconoscere nel bisogno della comunità la propria mission, prioritaria rispetto agli interessi del partito e delle poltrone, mi sgomenta pensare che un Uomo intelligente e sensibile come Lei, medico apprezzato e stimato, non abbia rilevato il marciume della politica in sanità.

h) Pensando alla Sua Paziente brillantemente sopravvissuta alla leucemia grazie all’impegno del suo reparto e alla sua conclusione «…sto cercando di riportare con le dovute proporzioni quel che ho fatto con Lei, cioè una buona sanità pubblica…» viene da pensare che Lei sia astuto o patologicamente velleitario per sognare che i partiti dopo il clamoroso fallimento nella gestione della sanità dalla prima riforma sanitaria (1978) ad oggi possano convertirsi.

i) In un momento di condivisione e testimonianza Le riferisco quanto quotidianamente mi confessano tantissimi Pazienti: «L’assistenza sanitaria del passato era vicina a noi, oggi per trovare risposte siamo costretti ad andare a Cagliari o partire».

Gentilissimo Assessore, se pensassi a Lei come il responsabile della Caporetto sanitaria sarei ingiusto e superficiale, penso però che rischia di passare alla storia come uno dei tanti supporter della “Sanità dei Partiti” di non aver intercettato Lei, brillante ematologo, l’anemia morale che alligna nel potere politico quando si discute di sanità, quando le priorità sono dettate dagli uomini di partito e non dai bisogni della comunità.

Gentilissimo Assessore, colgo l’occasione per ricordarle un peccato originale.

Il 13 giugno 2014, lei presente, il Consiglio Regionale dei Sardi approvò la legge N. 12 Interventi regionali per la prevenzione della fetopatia alcolica. Era la prima legge che Lei e Pigliaru approvavate con la condivisione della minoranza in Consiglio. La proposta di legge nasceva da un decennale lavoro tra il Volontariato e le amministrazioni comunali del Sulcis. Oggi dopo oltre quatto anni Lei non è riuscito a produrre sul tema un risultato, sia più prudente in futuro quando si autocelebra, rischia di essere credibile solo tra i suoi amici.

Amici del Sulcis Iglesiente, la crisi della sanità, la povertà della nostra comunità, la mancanza di idee, progetti e aspirazioni ha un responsabile: siamo Noi che da quarant’anni deleghiamo il nostro futuro senza impegnarci quotidianamente nella progettazione di una società a misura dei nostri figli e genitori, il disastro sanitario che colpisce il CTO di Iglesias e il SIRAI di Carbonia merita una reazione composta, organizzata, condivisa. Oggi il nostro territorio non è UNITO, condizione indispensabile per avanzare richieste a Cagliari e Roma, non ha un PROGETTO condiviso sui bisogni del territorio, manca una valutazione epidemiologica sulle patologie più diffuse ed emergenti, manca una previsione demografica che vede il Sulcis invecchiare e quindi programmare risposte assistenziali sagge e competenti. Inutili saranno le rivendicazioni se non si raggiunge l’UNITA’ e si arriva al PROGETTO CONDIVISO dei 125.000 sulcitani.

NOI ABBIAMO UN SOGNO: la società della Solidarietà e dell’Auto Aiuto.

Giorgio Madeddu

Associazione AMICI della VITA – amicidellavitasulcis@gmail.com

Gruppi di Auto Aiuto per Alcol-Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo

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Uno sfortunato autogoal di Claudio Cogotti ha deciso la gara di andata dei quarti di finale di Coppa Italia, disputata questo pomeriggio tra Macomerese e Carbonia. Il risultato punisce un buon Carbonia, ancora una volta con tanti giovanissimi nell’undici iniziale, capace di creare tanto ma non preciso nelle conclusioni, prima e dopo l’autogoal subito. La squadra biancoblu è stata sostenuta, come sempre, dall’entusiasmo dei Briganti, fermamente convinti, come tutto l’ambiente, che la qualificazione si deciderà tra due settimane al Comunale “Carlo Zoboli”.

Questa la formazione del Carbonia scesa in campo a Macomer: Daniele Bove, Nicola Boi, Simone Giovagnoli (classe 1997), Federico Zucca (2000, dall’85’ Fabio Biccheddu 2000), Cristian Mameli, Claudio Cogotti, Lorenzo Loi (dal 75′ Filippo Casula 2000), Marco Foddi, Momo Konatè (1998, dal 75′ Angelo Desogus 2000), Fabrizio De Gradi (1998), Alessio Lintas (1997, dal 65′ Fabio Mastino 2001). A disposizione: Omar Galizia (1998), Gianluca Secci (2000), Giorgio Madeddu (2000). 

Sugli altri campi, Cus Sassari e Porto Rotondo hanno pareggiato 1 a 1, stesso risultato maturato tra San Marco Assemini ’80 e Sant’Elena Qusrtu, mentre la Dorgalese ha superato il Fonni per 1 a 0.

Marco Foddi.

 

 

 

 

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Giorgio Madeddu, responsabile scientifico dell’Associazione AMICI della VITA, Gruppi di Auto Aiuto per Alcol Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo, ha inviato una lettera aperta alla Giunta ed al Consiglio regionale, sulla mancata applicazione della legge regionale N. 12 del 13 giugno 2014 “Interventi regionali per la prevenzione della fetopatia alcolica”.

Di seguito il testo integrale.

PIGLIARU, ARRU, GANAU: CHE DELUSIONE!

Signori Amministratori della Sardegna,

la vostra indifferenza e superficialità dopo la trionfale approvazione della legge regionale N. 12 del 13 giugno 2014 “Interventi regionali per la prevenzione della fetopatia alcolica” ancor oggi inapplicata, merita la nostra più severa disapprovazione e pubblica indignazione.

13 giugno 2014: il Consiglio regionale dopo la presentazione dell’assessore della Sanità Luigi Arru e gli entusiastici interventi di numerosi onorevoli regionali vota all’unanimità dei presenti (cinquanta) la legge N. 12. Arrivava a fine corsa l’emozionante avventura cominciata nel sulcis 25 anni prima nel Centro alcologico “Don Vito Sguotti” e, apparentemente, licenziata nella cagliaritana via Roma. La proposta di legge elaborata dall’Associazione Amici della Vita Sulcis nella trincea del bisogno e della solitudine fu affiancata da iniziative divulgative e di sensibilizzazione nelle scuole, parrocchie e associazioni, ottenendo costante adesione e partecipazione delle Amministrazioni Comunali, Curia, dei consiglieri regionali del Sulcis e il sostegno di Tore Cherchi, Giunta e Consiglio provinciale che finanziarono la prima brochure italiana sulla fetopatia alcolica.

I punti qualificanti della L.R. 12:

a) Riconosce la possibilità di prevenire le conseguenze dell’abuso alcolico in gravidanza ma, soprattutto, propone una premura e un rispetto mai dimostrato prima dal legislatore per la malata di Alcol dipendenza, nessun giudizio morale, la stessa dignità che il mondo sanitario e le istituzioni riconoscono alle altre patologie.

b) Adozione di Linee guida, questionari, percorsi di presa in carico attraverso Consultori, Serd, Associazioni.

c) Incoraggia e valorizza la collaborazione tra tutte le figure professionali sanitarie competenti in materia.

d) Riconosce la gratuità dei rilevatori (GammaGT e Transferrina Desialata) d’abuso alcolico per le donne in epoca pre concezionale o in stato di gravidanza ampliando di fatto (in Sardegna) quanto garantito dal decreto ministeriale del 10 settembre 1998.

La Legge prevedeva inoltre:

1) Delibera della Giunta regionale “entro 60 giorni di linee guida”.

2) Istituzione entro 60 giorni del “tavolo permanente per la prevenzione della fetopatia alcolica e i problemi alcol correlati”.

Novembre 2016: segnaliamo a stampa e televisioni la vostra inadempienza e registriamo un sussulto d’orgoglio: il 2 dicembre 2016, infatti, con delibera di Giunta regionale 64/5 il presidente Francesco Pigliaru da mandato all’assessore Luigi Arru di istituire un tavolo tecnico che elabori linee guida e tavolo permanente ( dai 60 giorni previsti dagli artt. 2 e 4 della L.R.12/2014 ai 910 giorni della delibera). Evitando le facili polemiche riconoscerete, impegnati in altrettanti fronti e criticità, di avere sottovalutato l’importanza sociale, scientifica e morale che ha animato gli irriducibili sostenitori della legge.

Sicuro di non offendere la vostra sensibilità, sintetizzo le drammatiche conseguenze che l’abuso alcolico in gravidanza determina in Sardegna ogni anno.

Alcolisti in Sardegna 40.000 (20.000 Donne, 15.000 in età fertile)

650 Aborti da abuso alcolico non diagnosticati definiti “spontanei” nelle cartelle cliniche ospedaliere.

65 Fetopatie Alcoliche (F.A.) caratterizzate da sindromi fenotipiche variabili e ritardo mentale grave.

I Bambini affetti da F.A. hanno identica aspettativa di vita dei loro coetanei, 75 anni, rappresenta non solo strazio, angoscia e sofferenze per la famiglia e la comunità ma anche un costo economico non indifferente. In 75 anni tra invalidità e accompagnamento, Legge 20, Legge 162, Insegnante di sostegno per, mediamente, 13 anni, Legge 104/92 per un genitore e spese sanitarie varie, una disabilità grave, perché di questo parliamo, supera il milione e mezzo di euro, ipoteca che non graverà su Voi e noi soltanto ma la trasmetteremo in eredità ai nostri figli, sì, distinti Onorevoli Pigliaru, Arru e Ganau i nostri figli e nipoti affiancheranno e si prenderanno cura di questa grave ma prevenibile disabilità che la vostra indolenza non ha considerato prioritaria.

Riflettete: quante delibere e risorse avete destinato negli ultimi tre anni alle sagre del pisello, fagiolo, della trippa, del tappo di sughero, del gomito e ginocchio destro, ai numerosi eventi che considerate “fisiologico supporto agli elettori e strascico per le prossime elezioni”. I 150.000 euro annui che la legge 12 prevedeva per il 2014/15/16 meritavano secondo noi, ma forse siamo esagerati, altrettanto interesse!

Riflettete: avete snobbato la prima legge in Europa che poteva incidere concretamente sulla prevenzione della più frequente forma di ritardo mentale da etiologia nota, avete privilegiato la cronaca e la visibilità delle inaugurazioni dove il clientelismo è tangibile (sanità, turismo, industria, cultura, lavori pubblici e…) trascurando i potenziali vantaggi economici e sociali ma soprattutto morali, anime propulsive della legge 12/2014.

Avete e state pensando alle prossime elezioni esattamente come chi vi ha preceduto, la stessa proposta da Voi tramutata in legge la Giunta regionale precedente la anestetizzò perché quando la proponemmo nella primavera del 2013 era già in corso la campagna elettorale.

Nell’essenza più profonda il centro-destra-sinistra si dimostrano geneticamente simili, le campagne elettorali scoppiettanti di buone intenzioni con patetici incoraggiamenti al Volontariato da tutti definito: «Risorsa insostituibile da valorizzare e sostenere», balle!

I politici, quasi a tutti i politici, corteggiano il volontariato se lo ritengono funzionale al proprio interesse, potere, visibilità; quando il Volontariato non chiede assistenza o contributi al politico di turno ma lavora, studia, propone in autonomia e senza servilismi quanto la vita insegna, l’entusiasmo scema, si trasforma in distanza, sospetto o, come in questa storia, indifferenza.

Presidente Pigliaru, 900 giorni dopo il mitico 13 giugno 2014 Lei stabilisce «l’istituzione del tavolo permanente di monitoraggio per la prevenzione della fetopatia alcolica e dei problemi alcol correlati». Ritengo Lei uomo intelligente ma le sue scelte sono stravaganti:

a) Inserisce nel tavolo permanente Amici della Vita senza chiederci scusa per gli 850 giorni di ritardo? Registri ufficialmente il nostro deciso rifiuto alla sua proposta, preveda da parte nostra massima collaborazione, esterna e autonoma, leale ma soprattutto si aspetti vigilanza sull’applicazione della legge 12/2014 sempre che la sua maggioranza sia in grado di trasformarla in realtà entro l’attuale legislatura.

b) L’istituzione formale del “tavolo permanente” risale alla sua delibera N. 64/5 del dicembre 2016, sono trascorsi 10 mesi e nessun tavolo è stato apparecchiato né convocato dal suo delegato assessore Luigi Arru, o il suo collaboratore non la prende sul serio o per tutti voi “permanente” è sinonimo di futuro prossimo.

c) L’alto dirigente regionale Alessandro De Martini, certamente uomo integerrimo, ha sottoscritto la delibera 64/5 del 2 dicembre scorso, meriterebbe un aggiornamento sull’art. 6 comma 3 della Legge 12, norme finanziarie, «Gli oneri della presente legge gravano sull’UPB S05.01.001 del bilancio di previsione della regione per gli anni 2014- 2016 e su quelle corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi», Il dott. Alessandro De Martini avrebbe dovuto rimproverarla per l’intempestività o meglio miastenia che ha caratterizzato la sua azione in questa occasione, lo faccio io: Lei è moroso!

Presidente Pigliaru:

rilegga l’art. 5 della legge 12: «La Giunta regionale presenta ogni due anni al Consiglio regionale una dettagliata relazione che illustra i dati concernenti l’attuazione della presente legge, con particolare riferimento alla verifica dell’efficacia degli interventi», considerando il ritardo di 850 giorni sulle linee guida e tavolo permanente le previsioni su “relazione, risultati ed efficacia” della Legge 12 sono per il 2044.

Prima dell’incoraggiamento finale ad essere coerenti, risvegliarsi da un patologico letargo e trasformare le attuali due paginette del Consiglio regionale ( la Legge 12/2014) nel più affascinante e innovativo dispositivo europeo a favore della Vita debolissima momentaneamente accolta nella Vita fragile delle Alcoliste e Tossicodipendenti, un’ultima considerazione:

«Sgomenta pensare che l’assessore Arru ed il presidente Ganau sono medici e non hanno destinato una goccia del loro sudore alla Fetopatia Alcolica».

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Gli attivisti del gruppo “5 stelle per Iglesias Afferente al M5S” hanno organizzato all’incontro che si terrà venerdì 21/07/17, dalle ore 18,00, a Iglesias, nella sala Lepori di via Isonzo, con gli attivisti del gruppo 5 stelle per Iglesias, la senatrice M5S Giulia Grillo, i deputati del M5S Massimo Baroni ed Emanuela Corda, e il dottor Giorgio Madeddu.

Si parlerà di sanità pubblica in Sardegna con riferimento a liste d’attesa, intramoenia, registro tumori, razionalizzazione dei costi con attività di associazionismo di auto aiuto….

«Una realtà, in particolare quella sanitaria iglesiente – sostengono gli organizzatori -, che desta molta preoccupazione per la mancanza di servizi primari nonostante la recente ed esosa ristrutturazione del Centro Traumatologico (C.T.O.).»

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La Sala Lepori di via Isonzo, a Iglesias, ospiterà giovedì 29 giugno, con inizio alle ore 18.00, un’assemblea pubblica sul tema “La rete sarda – Difesa Sanità pubblica e privata”, organizzata dal coordinamento Rete Sarda del Sulcis Iglesiente. Interverranno come relatori, la dottoressa Claudia Zuncheddu ed il dottor Massimo Dadea (ex consiglieri regionali); il dottor Giorgio Madeddu, presidente dell’associazione Amici della Vita Sulcis, e il dottor Antonio Barracca.

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Non è la prima volta che Villaspeciosa si veste di verde. Finora è stato però il verde degli alberi e dei prati ad abbellire il panorama speciosese. Oggi il verde è invece quello militare, quello un po’ sbiadito della Prima Guerra mondiale. Oggi sarà quel verde ad emozionare nel ricordo dei caduti e degli ex combattenti italiani che hanno combattuto per la Patria, con un particolare sguardo ed orgoglio per quelli pianti da Villaspeciosa.

Il comune di Villaspeciosa ha voluto omaggiare tutti i nostri Eroi con la manifestazione “La Grande Guerra al di là e al di qua del mare”, inserita nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale.

Il calendario di eventi che si susseguiranno per circa un mese, dal 27 aprile al 24 maggio 2017, è stato realizzato in collaborazione con l’associazione culturale “La Storia e la Memoria” di Cagliari, il Comando della Legione dei Carabinieri Sardegna di Cagliari e la Pro Loco di Villaspeciosa.

Hanno collaborato al buon esito dell’iniziativa anche il Comitato Sardo Grande Guerra, il Comitato Iglesiente Centenario Grande Guerra, la Fondazione di ricerca Giuseppe Siotto – Centro di studi e documentazione storica, la Fondazione Memoriale Giuseppe Garibaldi, l’Istituto Comprensivo Statale “Antonio Gramsci” di Decimoputzu-Villaspeciosa, l’Associazione Culturale RiCreando e la libreria LibrArt di Villaspeciosa.

Il Comitato scientifico della manifestazione è composto da Giuliana Mallei, Paola Mallei, Pina Monni e Anna Maria Pinna.

La manifestazione prende avvio con l’inaugurazione di un’esposizione di cimeli, uniformi, oggetti, scritti e foto d’epoca appartenuti ad ex combattenti o caduti durante il conflitto, realizzata da “La Storia e la Memoria” di Cagliari e dal Comando della Legione dei Carabinieri di Cagliari.

All’interno dello spazio espositivo saranno raccontate anche le storie dei caduti di Villaspeciosa ed esposte alcune foto d’epoca.

Verrà inoltre proiettato il documentario sui prigionieri austro-ungarici nell’isola dell’Asinara “Szamár-sziget rabjai . The prisoners of Asinara” di Anita Major e Gábor Margittai, girato per la TV ungherese.

La Mostra sarà visitabile dal 27 al 29 aprile nel Centro Culturale San Platano, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20,00. Ingresso libero.

Sabato 29 aprile, alle 16.00, lo spazio espositivo del Centro Culturale si arricchisce di un ulteriore momento di approfondimento sui vari aspetti del Primo conflitto mondiale.

Il convegno, moderato da Giuliana Mallei, sarà introdotto dal sindaco Elio Mameli, dall’assessore della Cultura Maria Ilaria Podda, dal Presidente della Pro Loco Maurizio Firinu, dal presidente dell’associazione culturale “La Storia e la Memoria” di Cagliari Paolo Amat di San Filippo, dal comandante della Stazione dei carabinieri di Decimomannu maresciallo Bruno Caruso e dal presidente del Comitato Regionale Sardo Grande Guerra Aldo Accardo.

Interverranno esperti come Giorgio Madeddu (libero ricercatore), Paolo Emanuele Orrù (docente dell’Università di Cagliari), Marinella Lorinczi (Docente dell’Università di Cagliari), la stessa Giuliana Mallei (Docente dell’I.I.S. Minerario “Asproni–Fermi” di Iglesias), Paola Mallei (docente dell’I.C. Statale “A. Gramsci” di Decimoputzu- Villaspeciosa) ed alcuni studenti appassionati dell’argomento: Benedetta Podda (studentessa del Liceo Classico Europeo – Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari), Federico Sias, Davide Ballocco e Jonathan Dolci (studenti Geotecnici dell’I.I.S. Minerario “Asproni – Fermi” di Iglesias).

Domenica 14 maggio alle 10.30, nel Sagrato della Chiesa Parrocchiale B.V. Assunta, si terrà la S.S. Messa, officiata dal Parroco don Marco Puddu, in suffragio dei caduti di Villaspeciosa e d’Italia durante la Grande Guerra.

Al termine della Celebrazione, un corteo di rappresentanti di associazioni militari ed ex combattenti si recherà presso i due monumenti ai caduti (in via Cagliari e presso le Scuole) per deporre le corone di alloro e una targa ricordo realizzata dal Comune.

Martedì 16 maggio 2017, alle ore 15.00, nel Teatro Comunale, si terrà la presentazione del libro “Dimonios” di Bepi Vigna e Gildo Atzori, curata da RiCreando, in collaborazione con LibrArt. Attraverso il fumetto è narrata “La leggenda della Brigata Sassari” che tanto gloriosamente ha combattuto al fronte.

Mercoledì 24 maggio, al Centro Culturale San Platano, si terrà una nuova esposizione dedicata a “La figura della donna nella Grande Guerra”, curata da Anna Grazia Demurtas (docente dell’I.C. Statale “A. Gramsci” di Decimoputzu-Villaspeciosa).

Nell’ambito della manifestazione si svilupperà anche il progetto “Adotta un eroe”, interamente dedicato agli alunni dell’I.C. Statale “A. Gramsci” di Decimoputzu-Villaspeciosa.

Il percorso educativo-culturale prende avvio giovedì 27 aprile, dalle 10.00 alle 13.00, con le visite guidate all’esposizione curate da “La Storia e la Memoria” di Cagliari e dalla Legione dei Carabinieri Sardegna di Cagliari.

Prosegue nella stessa giornata, alle 11.00, al Teatro Comunale, con la conferenza “La Prima Guerra Mondiale: uomini e trincee”, tenuta da Roberto Sarritzu (Vice Presidente de “La Storia e la Memoria”) e dedicata agli studenti della Scuola Secondaria.

Martedì 9 maggio, la Scuola Primaria ospiterà in orario scolastico, un laboratorio di lettura sulla tematica inerente la Grande Guerra e la Pace su adattamento di “Scrivila, la guerra” di Luigi Dal Cincurato, curato da RiCreando, in collaborazione con LibrArt.

Il progetto si concluderà mercoledì 24 maggio, alle 16.00, al Centro Culturale San Platano, con la rappresentazione musicale e teatrale degli studenti delle Scuole Primaria e Secondaria di Primo Grado di Villaspeciosa. I ragazzi canteranno pezzi inerenti gli anni della Grande Guerra e reciteranno brani, sulla falsariga de “L’Antologia di Spoon River”, in memoria dei caduti di Villaspeciosa.