21 November, 2024
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Si è svolto ieri, 15 aprile, giornata mondiale dell’arte, il primo seminario digitale su uno dei patrimoni UNESCO della Sardegna: Su Nuraxi – Barumini. L’iniziativa è stata organizzata dal gruppo sardo dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO (AIGU) in collaborazione con l’Istituto Tecnico Statale “D. Panedda” di Olbia e rientra all’interno del progetto EDU.

In un momento in cui le attività didattiche e culturali sono fortemente limitate a causa dell’emergenza Covid-19, il webinar ha cercato di rispondere a varie esigenze formative configurandosi come un viaggio conoscitivo virtuale. Facendo un passo indietro nel tempo, lungo 3500 anni, si è andati a raccontare uno dei siti archeologici più suggestivi dell’Isola: l’area archeologica di Su Nuraxi di Barumini.

Sono stati circa 80 i partecipanti, tra gli studenti dell’Istituto Panedda di Olbia ed alcuni loro coetanei del Liceo Statale Dettori di Cagliari – guidato dal dirigente scolastico Roberto Pianta – che hanno ascoltato gli interventi di rappresentanti degli enti pubblici e privati in merito al valore archeologico del sito portato alla luce durante gli scavi condotti dall’archeologo Giovanni Lilliu, tra il 1950 e il 1957. Il primo relatore Giovanni Maria Mutzu, dirigente scolastico ITCS D. Panedda Olbia, ha aperto l’appuntamento con una premessa relativa all’importanza del legame tra la cultura e il territorio. I rappresentanti degli uffici periferici del MiBACT hanno illustrato agli studenti il ruolo del ministero dei Beni e le attività culturali e per il turismo in relazione al sito UNESCO: Manuela Puddu della Direzione Regionale Musei Sardegna, direttrice dell’area archeologica di Su Nuraxi, ha ripercorso la storia del nuraghe e presentato l’attività di valorizzazione del sito, mentre Chiara Pilo della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna ha parlato della tutela e della conservazione. Francesca Carrada ha illustrato la missione istituzionale della Regione Autonoma della Sardegna in riferimento al patrimonio culturale materiale e immateriale riconosciuto dall’UNESCO. Ha concluso il seminario la Fondazione Barumini con il presidente del CdA Salvatore Bellisai il quale ha spiegato come il nuovo modello gestionale della Fondazione abbia permesso di ottimizzare la gestione, la valorizzazione e la promozione dell’area. Negli anni sono state ampliate le attività con la nascita del Polo Museale di Casa Zapata (2007), il Centro di comunicazione e promozione del patrimonio culturale titolato a Giovanni Lilliu (2008) e la scuola di restauro (2010). Oltre le attività di tutela, conservazione, accoglienza e visita guidata ai siti, l’offerta culturale si è arricchita attraverso la realizzazione di mostre, eventi, laboratori didattici, ricerche e differenti attività di promozione turistica a livello regionale, nazionale ed internazionale. Questi aspetti sono stati approfonditi da Caterina Lilliu, membro del CdA Fondazione Barumini e referente per le attività museali, insieme al coordinatore scientifico Giorgio Murru. Dal 2006 in cui si registravano circa 70.000 presenze si è passati nel 2019 a 160.000 presenze registrate nelle tre strutture gestite dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura.

I rappresentanti regionali AIGU Sardegna, Federico Porcedda e Gianfranco Sanna, hanno chiuso il webinar ringraziando tutti i relatori e studenti partecipanti e considerato il successo dell’iniziativa si valuterà il proseguimento di attività di divulgazione e promozione del patrimonio materiale e immateriale attraverso il format digitale.

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La Sardegna torna a tourismA, il più importante evento europeo dedicato all’archeologia e alla promozione del turismo culturale, dal 21 al 23 febbraio al Palazzo dei Congressi di Firenze. Dopo il grande successo della scorsa edizione, quando l’isola era stata accolta come ospite d’onore e “visitata” da oltre 13mila persone, è tutto pronto per il ritorno del progetto “Sardegna, museo a cielo aperto” che quest’anno è sostenuto e promosso dall’assessorato regionale del Turismo con la collaborazione di Unioncamere Sardegna e l’organizzazione della Carlo Delfino editore.

tourismA 2020, organizzato dalla rivista “Archeologia Viva” (Giunti editore), raduna istituzioni, esperti, archeologi, giornalisti da tutta Europa per una tre-giorni di conferenze e presentazioni di altissimo livello, gratuite e aperte al pubblico: saranno presenti, tra i 250 relatori, il divulgatore e padrino della manifestazione Alberto Angela, il direttore della galleria degli Uffizi Eike Schmidt, l’archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi, il geologo e divulgatore Mario Tozzi, il critico d’arte Vittorio Sgarbi, lo storico dell’arte Philippe Daverio, il regista Pupi Avati, la scrittrice Eva Cantarella, l’archeologo e presidente del FAI Andrea Carandini.

Il supporto della Regione. La missione sarda a tourismA 2020 è stata presentata oggi in una conferenza stampa a Cagliari nella sede dell’assessorato regionale del Turismo dall’assessore Gianni Chessa, con l’editore Carlo Delfino, il direttore dell’Azienda speciale Centro servizi della Camera di commercio di Cagliari Cristiano Erriu e il direttore del Menhir Museum di Laconi Giorgio Murru. «Pochi giorni dopo il successo dello stand sardo alla Bit di Milano, la Sardegna si presenta a ‘tourismA’, nell’ambito dell’intensa campagna fieristica programmata dalla Regione, con un progetto per promuovere a livello internazionale le sue eccellenze archeologiche – ha detto l’assessore regionale del Turismo Gianni Chessa –. Infatti, per un miglior posizionamento della ‘destinazione Sardegna’ sui mercati è necessario strutturare proposte tematiche appetibili, puntando ad una migliore distribuzione dei flussi da marzo a novembre e nell’intero territorio isolano. Possiamo riuscirci anche grazie ad alcuni prodotti che riguardino storia, cultura e archeologia, proponendo così un’offerta articolata che esalti i punti di forza e le peculiarità della nostra identità».

L’allestimento. L’organizzazione della delegazione sarda, dell’allestimento e degli eventi dedicati all’isola è curata per la sesta edizione consecutiva dall’editore Carlo Delfino. Il Salone Sardegna, collocato in posizione strategica, vedrà radunati l’Unione dei comuni della Trexenta (Comuni di Gesico, Guamaggiore, Guasila, Ortacesus, Pimentel, Selegas, Senorbì, Siurgus Donigala, Suelli), i comuni di Sanluri e di Porto Torres. I visitatori potranno apprezzare gli stand dei partecipanti, ricevere il ricco materiale divulgativo distribuito per l’occasione, ascoltare il suono delle launeddas di Luigi Lai, ammirare i costumi tradizionali sardi, le immagini dei siti realizzate da Archeofoto Sardegna, i video di Teravista, le riproduzioni dei reperti realizzate dal laboratorio di archeologia sperimentale di Carmine Piras.

Di grande impatto saranno la serie di riproduzioni di statue menhir del Sarcidano, Barigadu e Mandrolisai e la ricostruzione in scala di un nuraghe opera di Carmine Piras, esposte nei giardini annessi al Palazzo dei Congressi unitamente ad un grande pannello calpestabile dedicato al confronto tra l’archeologia della Sardegna ed il resto del Mondo Antico. Nel “Salone Sardegna” troveranno tutti posto con un proprio stand dove potranno promuovere il territorio, anche con workshop e incontri mirati con i buyer (agenzie di viaggio, operatori turistici e culturali) che da tutto il mondo raggiungono Firenze in occasione di tourismA.

Il programma. Interessanti appuntamenti avranno per tema la Sardegna, tra cui le conferenze dedicate ai beni storico-archeologici di Porto Torres e alla tomba di Sa Pala Larga di Bonorva – con gli interventi di Nadia Canu, funzionario della Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari e Nuoro – e la conferenza di Carmine Piras “La metallurgia nuragica e l’archeologia sperimentale”.

L’imponente auditorium del Palacongressi da 1.200 posti ospiterà inoltre la relazione di Giorgio Murru su “Spiriti e dei nella Sardegna preistorica”.

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Si è conclusa ieri con successo la seconda edizione del Festival delle Bellezze dell’Insieme Vocale Nova Euphonia. A fare da scenografia all’evento conclusivo, sono stati il suggestivo Nuraghe Santu Antine e, più tardi, le sale del Cinema Caffè di Torralba. Il Nuraghe Santu Antine ha accolto ieri per la prima volta il polistrumentista Gavino Murgia, che ha fatto vibrare le pietre della reggia nuragica attraverso le risonanze arcane della sua voce da basso e il sax, incantando il pubblico del Festival. L’apice dell’emozione si è raggiunto quando la Corale Studentesca Città di Sassari ha intonato “Sos ojos de sa jana” e “Badde Lontana” e un repertorio che ha toccato alcuni dei brani più celebri del repertorio in limba. Più tardi la conclusione delle cinque giornate al Cinema Caffè di Torralba, con l’intervista della giornalista Luciana Satta a Pina Monne, autrice di oltre quattrocento murales illustrati anche attraverso un racconto per immagini ed il Cine-Concerto del Nova Euphonia del maestro Vincenzo Cossu, direttore artistico del Festival. L’unica corale specializzata in musica da cinema della Sardegna ha portato in scena lo spettacolo multimediale di musica, cinema e poesia ideato da Vincenzo Cossu e realizzato dal film maker Carlo Enrico Cossu.

Sui palchi naturali si sono alternati alcuni dei più importanti artisti della Sardegna in cinque giornate, tutte condotte dalla giornalista Luciana Satta nella Necropoli di Museddu, a Cheremule, nel Chiostro della Chiesa di Santa Maria di Betlem, a Sassari, a Su Campusantu ʼEzzu, a Cargeghe, nel sito prenuragico di Monte Baranta, a Olmedo, nel nuraghe Santu Antine e, infine, al Caffè-Cinema di Torralba. Dalla trombettista Jasmin Ghera alla pianista Anna Giulia Alvandi, dai musicisti Denise Gueye e Alain Pattinoni, alla cantante Rita Casiddu, dall’attore Matteo Gazzolo al sassofonista Francesco Scognamillo. E ancora, la cantante Franca Masu e Fausto Beccalossi, gli allievi della Scuola Civica Meilogu, il gruppo di danza Chentulhadas, il polistrumentista Gavino Murgia, la muralista Pina Monne, il fotografo Nicola Castangia, l’archeologo Giorgio Murru, l’orafo Pierandrea Carta, l’attrice Daniela Deidda e le corali del maestro Cossu, che si sono alternate nel corso di tutto il Festival.

Luoghi che non sono stati solo “cornici” per eventi suggestivi, ma i veri protagonisti del Festival delle Bellezze. Tante le Onlus che hanno fatto sentire la loro presenza, alternandosi in tutte le giornate per testimoniare al pubblico del Festival il proprio contributo nell’Isola, dall’ARMR (Fondazione Aiuto alla Ricerca Malattie Rare) alla Comunità La Crucca, da Amnesty International a Emergency e infine Mondo X Sardegna di Padre Morittu.

Si conclude così la seconda edizione del Festival delle Bellezze. La sfida organizzativa di una giovane associazione Culturale-Musicale, l’Insieme Vocale Nova Euphonia. Un’occasione per offrire alla musica e all’arte di qualità contesti straordinari. Un tentativo di fare rete fra le realtà più dinamiche del panorama culturale isolano: la Soprintendenza delle province di Sassari e Nuoro; i comuni di Cheremule Sassari, Cargeghe, Olmedo e Torralba; la Scuola Civica di Musica Meilogu; la FERSACO; la cooperativa La Pintadera; il Cinema caffè di Torralba e la Pro Loco di Torralba.

  

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Tredicimila persone da tutto il mondo, i principali media nazionali e internazionali, decine di compratori e agenti, semplici curiosi hanno affollato dal 22 al 24 febbraio l’area Sardegna di tourismA 2019, il Salone internazionale di Firenze dedicato all’archeologia e alla promozione del turismo culturale. L’evento, ospitato al Palazzo dei Congressi, ha riportato un enorme successo in cui la Sardegna, ospite d’onore della manifestazione con il logo “Sardegna museo a cielo aperto”, ha giocato un ruolo fondamentale. Lo spazio di 120 metri quadri dedicato all’isola edallestito dall’editore Carlo Delfino – con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, delle Soprintendenze archeologiche sarde e del Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari – è stato collocato in posizione strategica affinché tutti i visitatori lo potessero attraversare. Tra i tanti che hanno firmato la loro presenza anche i principali relatori delle conferenze in programma: dallo storico dell’arte Philippe Daverio, che nello spazio Sardegna ha tagliato il nastro inaugurale col presidente del Consiglio regionale toscano Eugenio Giani, al decano degli archeologi Andrea Carandini; dal noto divulgatore Alberto Angela al critico d’arte Vittorio Sgarbi; dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt allo scrittore e storico Valerio Massimo Manfredi fino alla “turista per caso” Syusy Blady. Tutti si sono intrattenuti tra gli stand dedicati all’isola promettendo di tornare presto in Sardegna.

Con tre giorni di convegni, dibattiti e incontri, tourismA ha confermato di essere un appuntamento di riferimento per il settore. La Sardegna, come ospite d’onore – per la prima volta è stata scelta una regione italiana e non un Paese estero -, ha attirato le attenzioni generali grazie alla straordinaria ricchezza del proprio patrimonio culturale e archeologico. Interessanti appuntamenti hanno avuto per tema la regione, tra cui il convegno “Sardegna museo a cielo aperto. Incontri con l’archeologia dell’Isola”, un viaggio di diecimila anni, dalla preistoria al Medioevo, moderato da Alberto Moravetti dell’Università di Sassari con gli interventi di docenti ed esperti delle Università di Sassari (Marco Milanese, Anna Depalmas, Michele Guirguis) Cagliari (Riccardo Cicilloni) e Firenze (Fabio Martini) e delle Soprintendenze regionali (Angela Antona, Gianfranca Salis); l’imponente auditorium ha invece ospitato le relazioni del docente dell’Università di Sassari Raimondo Zucca sulle straordinarie statue di Mont’e Prama e del direttore del Museo della statuaria preistorica di Laconi Giorgio Murru su torri e templi dell’età nuragica.

La rassegna, giunta alla quinta edizione, è un’iniziativa della rivista Archeologia Viva diretta da Piero Pruneti. Un’occasione di grande visibilità che la Carlo Delfino editore ha colto fin dalla prima edizione: «L’archeologia e in generale la cultura possono essere il volano di un turismo moderno e intelligente», ha detto l’editore, auspicando di poter curare in futuro un evento simile anche in Sardegna. Parole riprese, tra gli altri, da Vittorio Sgarbi: «I sardi hanno un turismo importante ma prevalentemente balneare che non sempre va nella giusta direzione; ha, però, un senso dell’orgoglio per cui se i turisti vengono accompagnati nei luoghi della bellezza a loro sconosciuti se ne innamorano». Sulla stessa linea Philippe Daverio: «La Sardegna ha una serie di contenuti straordinari non abbastanza percepiti. Serve un turismo diverso da quello di massa: si potrebbero avere 10 mesi di agiatezza e non solo i due e mezzo estivi, anche sfruttando le particolarità culturali di grandi personaggi sardi come Mario Sironi, Costantino Nivola e Pinuccio Sciola».

Tra il suono delle launeddas di Sergio Lecis, le immagini di Nicola Castangia e Maurizio Cossu e le riproduzioni delle statue di Mont’e Prama e dei bronzetti del laboratorio di archeologia sperimentale dell’oristanese Carmine Piras, i visitatori hanno potuto inoltre visitare gli stand degli ospiti sardi: Unioncamere Sardegna, l’Unione dei Comuni della Trexenta (Comuni di Gesico, Guamaggiore, Guasila, Ortacesus, Pimentel, Selegas, Senorbì, Siurgus Donigala, Suelli), della Comunità Montana Sarcidano Barbagia di Seulo (Comuni di Escolca, Esterzili, Genoni, Gergei, Isili, Laconi, Mandas, Nuragus, Nurallao, Nurri, Orroli, Sadali, Serri, Seui, Seulo, Villanova Tulo), la Città di Alghero – Fondazione Alghero, i Comuni di Bonorva, Borutta e Torralba, i tre aeroporti sardi di Cagliari Sogaer, Olbia Geasar e Alghero Sogeaal, l’Associazione culturale Archeofoto Sardegna e Teravista (Cagliari).

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Il critico Philippe Daverio, il presidente del Consiglio regionale toscano Eugenio Giani e il direttore della galleria degli Uffizi Eike Schmidt hanno inaugurato oggi al Palazzo dei Congressi di Firenze tourismA 2019, il salone internazionale del turismo archeologico e del turismo culturale di cui la Sardegna è l’ospite d’onore. È la prima volta che tourismA dedica il suo evento a una regione anziché un Paese estero.

Proprio la sala Sardegna ha ospitato il taglio del nastro, cui hanno presenziato il direttore di tourismA Piero Pruneti e l’editore Carlo Delfino, partner della manifestazione e organizzatore della delegazione sarda, accompagnato dal suono delle launeddas di Sergio Lecis. «Un grande onore per l’Isola che – ha detto Eugenio Giani -, è come una gemella per la Toscana. Sono realtà che hanno profondamente dialogato e avuto momenti storici di grande comunanza. Ci sono sempre stati degli scambi che hanno portato, ad esempio, la partorizia, per lungo tempo un elemento fondamentale della nostra economia. Sono due regioni sorelle e in qualche modo una mostra come questa sublima questo aspetto che mi piace considerare come una spinta per il futuro perché questi scambi possano essere sempre maggiori e più forti». Philippe Daverio si è invece soffermato sulle prospettive che per l’Isola potrebbe avere il turismo archeologico e culturale: «La Sardegna ha una serie di contenuti straordinari non abbastanza percepiti. Serve un turismo diverso da quello di massa: si potrebbero avere 10 mesi di agiatezza e non solo i due e mezzo balneari. C’è un’eredità museale importantissima, come il museo di Cagliari o il piccolo sacrario di Costantino Nivola che hanno pochi visitatori, o ancora la grande eredità lasciata da Pinuccio Sciola: si potrebbe pensare, ad esempio, a un museo che racchiude l’estetica del sasso che raduni Sciola, Nivola e Mario Sironi: non è facile per il limite tecnico della bassa popolazione sarda, ma c’è molto da fare»

L’evento, organizzato dalla rivista Archeologia Viva (Giunti editore), raduna istituzioni, esperti, archeologi, giornalisti da tutta Europa per una tre-giorni di conferenze e presentazioni di altissimo livello. La prima giornata ha ospitato, tra gli altri eventi, il convegno “Sardegna. Museo a cielo aperto – incontri con l’archeologia dell’Isola” che ha ripercorso la storia sarda dal Paleolitico al Medioevo. Moderato da Alberto Moravetti dell’Università di Sassari, l’incontro ha ospitato gli interventi di Fabio Martini dell’università di Firenze sul Paleolitico, del direttore del Menhir Museum di Laconi Giorgio Murru sul rapporto tra ipogeismo e megaliti, Riccardo Cicilloni dell’università di Cagliari su dolmen e tombe dei giganti, Angela Antona della soprintendenza di Sassari e Nuoro su nuraghi e paesaggio, Gianfranca Salis della soprintendenza di Cagliari sulla civiltà nuragica del sacro, Anna Depalmas dell’Università di Sassari sugli incontri tra le sponde del Mediterraneo, Michele Gurguis dell’università di Cagliari sulla Sardegna tra IX e VI secolo, Raimondo Zucca dell’Università di Sassari sulla Sardegna romana e Marco Milanese, ancora dell’ateneo sassarese, sull’Isola al tempo del Medioevo. Gli interventi hanno affascinato il pubblico che ha gremito la sala verde, tra cui molti non sardi e tantissimi studenti, che hanno partecipato a una full-immersion nel passato ascoltando le mille storie dell’archeologia sarda.

Raimondo Zucca ha poi partecipato, nel pomeriggio, al XV incontro di Archeologia Viva, portando all’attenzione le statue dei giganti di Mont’e Prama, grandi protagonisti di tourismA: dodici riproduzioni dei giganti, elaborate dalla bottega artigiana di Carmine Piras, accolgono i visitatori nei giardini del Palazzo.

L’evento, patrocinato dalla Regione Sardegna e dalle Soprintendenze archeologiche regionali e dell’Università di Sassari, vede raccolti nella stessa sede Unioncamere Sardegna, l’Unione dei Comuni della Trexenta, la Comunità Montana Sarcidano Barbagia di Seulo, la Città di Alghero – Fondazione Alghero, i comuni di Bonorva, Borutta e Torralba, i tre aeroporti sardi di Cagliari Sogaer, Olbia Geasar e Alghero Sogeaal, l’Associazione culturale Archeofoto Sardegna, la Bottega artistica di Carmine Piras (Oristano) e Teravista (Cagliari). L’intero Palazzo è allestito con suggestive immagini del patrimonio sardo, curate da Nicola Castangia e Maurizio Cossu, tutte corredate dal logo che Carlo Delfino Editore ha studiato per la rassegna: la “A” di Archeologia che, stilizzata, rievoca un nuraghe con richiami alle sfumature della terra, del sole e del cielo.

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Migliaia di siti archeologici, importanti musei, una densità per chilometro quadrato tra le più alte al mondo, un patrimonio unico in tutto il Continente. La Sardegna, terra ricchissima dalle potenzialità ancora inespresse, è stata scelta come ospite d’onore della quinta edizione di tourismA, il più importante evento europeo dedicato all’archeologia e alla promozione del turismo culturale, dal 22 al 24 febbraio al Palazzo dei Congressi di Firenze. L’evento, organizzato dalla rivista Archeologia Viva (Giunti editore), raduna istituzioni, esperti, archeologi, giornalisti da tutta Europa per una tre-giorni di conferenze e presentazioni di altissimo livello: saranno presenti, tra i 250 relatori, il divulgatore e padrino della manifestazione Alberto Angela, il direttore della galleria degli Uffizi Eike Schmidt, l’archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi, il critico d’arte Vittorio Sgarbi, lo storico dell’arte Antonio Paolucci, il critico Philippe Daverio, il presidente del FAI Andrea Carandini, il soprintendente di Pompei Massimo Osanna, l’ex presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali Giuliano Volpe, la “turista per caso” Syusy Blady.

Per la prima volta l’ospite principale sarà una regione italiana e la scelta non poteva che cadere sulla Sardegna, un vero e proprio museo a cielo aperto. Una ricchezza non sempre valorizzata, ben presente però all’organizzazione di tourismA e del suo direttore Piero Pruneti: «Con la Sardegna abbiamo avuto sempre un feeling speciale – spiega – a conferma del vincolo di amicizia e del medesimo “sentire culturale” che lega la terra dei nuragici a quella degli etruschi».

L’organizzazione della delegazione sarda, dell’allestimento e degli eventi dedicati alla Sardegna è curata per la quinta edizione consecutiva dall’editore Carlo Delfino. Un lavoro intenso che vede radunati – sotto il patrocinio della Regione Sardegna, delle Soprintendenze archeologiche regionali e dell’Università di Sassari – nello stesso spazio espositivo ampio 120 metri quadri e collocato nella posizione più strategica del Palazzo: Unioncamere Sardegna, l’Unione dei Comuni della Trexenta (Comuni di Gesico, Guamaggiore, Guasila, Ortacesus, Pimentel, Selegas, Senorbì, Siurgus Donigala, Suelli), la Comunità Montana Sarcidano Barbagia di Seulo (Comuni di Escolca, Esterzili, Genoni, Gergei, Isili, Laconi, Mandas, Nuragus, Nurallao, Nurri, Orroli, Sadali, Serri, Seui, Seulo, Villanovatulo), la Città di Alghero – Fondazione Alghero, i Comuni di Bonorva, Borutta e Torralba, i tre aeroporti sardi di Cagliari Sogaer, Olbia Geasar e Alghero Sogeaal, l’Associazione culturale Archeofoto Sardegna, la Bottega artistica di Carmine Piras (Oristano) e Teravista (Cagliari). Nel “Salone Sardegna” troveranno tutti posto con un proprio stand dove potranno promuovere il territorio, anche con workshop e incontri mirati con i buyer (agenzie di viaggio, operatori turistici e culturali) che da tutto il mondo raggiungono Firenze in occasione di tourismA. L’intero palazzo sarà allestito con suggestive immagini del patrimonio sardo, curate da Nicola Castangia e Maurizio Cossu, tutte accompagnate dal logo che Carlo Delfino Editore ha studiato per la rassegna: la “A” di Archeologia che, stilizzata, rievoca un nuraghe con richiami alle sfumature della terra, del sole e del cielo. Nei giardini annessi al Palazzo dei Congressi l’esposizione sarà aperta dalla sequenza di dodici splendide riproduzioni a grandezza naturale delle statue di Mont’e Prama, opera del laboratorio di archeologia sperimentale di Carmine Piras, che esporrà inoltre, all’interno del Salone, le riproduzioni di reperti della Sardegna preistorica e nuragica, tra video tematici e

All’Isola sarà dedicata la gran parte dei lavori, articolati in tre intense giornate tutte con ingresso libero e gratuito. Venerdì 22 il convegno “Sardegna museo a cielo aperto. Incontri con l’archeologia dell’Isola” ripercorrerà le varie declinazioni dell’archeologia sarda dalla preistoria al Medioevo. Moderato da Alberto Moravetti dell’Università di Sassari, l’incontro vedrà gli interventi di docenti ed esperti delle Università di Sassari, Cagliari e Firenze e delle Soprintendenze regionali. A metà mattina tourismA sarà ufficialmente inaugurato nel Salone Sardegna alla presenza dell’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu in rappresentanza della Regione Autonoma della Sardegna. Di grande interesse le due conferenze in programma sabato pomeriggio e domenica mattina nell’Auditorium curate dagli archeologi Raimondo Zucca, docente dell’Università degli studi di Sassari, e Giorgio Murru, direttore del Museo della statuaria preistorica di Laconi. Tutto intorno, per tre giorni, decine di dibattiti e incontri con delegazioni da tutta Italia, ma anche da Cina, Etiopia, Bhutan, Israele, Perù, Mongolia, Serbia, Bulgaria, Cipro, Malta, Croazia, Germania e Corsica.

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Ancora due giorni densi di appuntamenti per la decima edizione del NurArcheoFestival, la rassegna teatrale organizzata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri.

Domani, giovedì 23 agosto, alle 22.00, sarà “Bianco e Nero” – Lo spettacolo a occupare  la terrazza del Museo dell’Ossidiana di Pau. Opera foto-musicale di Lorenzo Fasolo, con Beppe Dettori (ex voce solista dei Tazenda), la regia di Andrea Lucattelli (produzione KaosLab), le fotografie di Luigi Corda, “Bianco e Nero” racchiude immagini, parole e suoni della Sardegna. Una terra antica, centenaria, così come centenari sono i protagonisti di questo racconto.

Un intero paese al buio, coinvolto in una sperimentazione nata per accogliere le proiezioni dei volti centenari di Sardegna, sulle pareti del museo e gli spazi urbani, con le musiche dal vivo di Beppe Dettori (l’ingresso allo spettacolo è gratuito, è prevista la visita al Museo, alle 20.00, su prenotazione, il biglietto è di 3 €). Le musiche di Beppe Dettori e le fotografie di Luigi Corda si uniscono nell’omaggio ai più longevi testimoni sardi del XX secolo, che, nei loro volti e nelle loro anime segnate dal tempo, custodiscono il segreto dell’elisir di lunga vita. Le immagini e le storie proiettate trovano espressione attraverso la musica e la parola, che emerge sul filo del ricordo.

Lo spettacolo sarà preceduto alle 18.00, nella sala conferenze del Museo dell’Ossidiana, dalla tavola rotonda “I Musei e l’Immaginario” -, immaginare mondi visibili e invisibili, che vedrà protagoniste le voci e le esperienze di alcune tra le strutture museali attive nelle aree della Marmilla e del Sarcidano, territori a cui gli organizzatori, Il Crogiuolo e l’associazione culturale Menabò di Pau, dedicano una particolare attenzione. Per confrontarsi sul tema, ampio e articolato, del rapporto che lega i musei al mondo dell’immagine e delle immagini, alla realtà visiva e visuale, e alla generazione e “abitazione” di immaginari, interverranno i direttori scientifici del Museo dei Menhir di Laconi, Giorgio Murru, del GeoMuseo Monte Arci di Masullas, Luigi Sanciu, del Museo dell’Ossidiana di Pau, Carlo Lugliè. Con loro Marco Spanu, presidente dell’associazione InMediazione di Cagliari, professionista nelle arti visive che da anni si dedica in particolare, con il progetto Paesaggi Visivi e Sonori, al dialogo fra realtà museali e disabilità visive ed uditive.

Sempre il 23 agosto, alle 20.00, “Sa Notti de Is Janas”, con Isella Orchis protagonista, verrà presentato a Villaperuccio, nell’area archeologica di Montessu. Alle 18.30 la visita guidata del sito a cura della coop. Sistema Museo.

Il festival nel festival dedicato ai comuni con meno di tremila abitanti, pensato dal Crogiuolo in accordo con l’Assessorato regionale del Turismo per porre la cultura come baluardo contro il rischio spopolamento, si concluderà venerdì 24 agosto, quando Isabella Carloni, attrice, cantante e autrice teatrale, una amica del NAF, porterà in scena al Menhir Museum di Laconi, alle 22.00, la prima regionale del suo spettacolo “Artemisia”, un viaggio intorno alla figura della pittrice Artemisia Gentileschi a partire dalla “Cleopatra”, appartenente alla collezione Cavallini-Sgarbi. L’opera è del 1620. E’ un ritratto spoglio, la figura è quasi sgraziata rispetto ai canoni tradizionali, niente affatto eroica: un dipinto audace, emblematico della forte personalità della pittrice, del suo genio creativo e, come tutta la sua produzione, della sfida lanciata al suo tempo e ad ogni imposizione.

La drammaturgia firmata dalla Carloni non solo ripensa scenicamente la figura e l’opera della Gentileschi, ma si interroga anche sull’idea stessa di rappresentazione, che coinvolge la pittura quanto l’arte performativa. Nel gioco scenico l’attrice ricerca assonanze e provocazioni nel mondo di Artemisia, nelle sue tele, nella sua storia, nella sua leggenda: entra nell’atelier della pittrice, gioca con la modella che presta il suo corpo all’artista, indaga il soggetto del quadro stesso, la regina d’Egitto. Una raffinata messa in scena, dal forte impatto visivo, un omaggio alla passione per il lavoro artistico, che nella figura di Artemisia si fa strumento di libertà ed espressione di sé.

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Si terrà domani, mercoledì 1 agosto, alle ore 11.00, allo Spazio Fucina Teatro nell’ex Vetreria di Pirri la conferenza stampa di presentazione della X edizione di Nurarcheofestival – Intrecci nei teatri di pietra, la rassegna teatrale organizzata da Il Crogiuolo, quest’anno dedicata al giornalista e scrittore Cristiano Bandini: le location (alcuni dei più suggestivi siti archeologici, e musei, della Sardegna, fra Ogliastra, Nuorese, Sulcis, Oristanese, Cagliaritano), il programma, gli eventi. 

Interverranno Rita Atzeri, direttrice artistica del Crogiuolo, ideatrice e curatrice del festival, Carlo Coni, assessore della Cultura del comune di Laconi, Elisabetta Contini, assessore della Cultura e Spettacolo del comune di Quartucciu, Giorgio Murru, direttore del Menhir Museum di Laconi, Cinzia Granella, responsabile del settore Promozione del Sistema Museo di Carbonia, Giulia Balzano, responsabile delle attività didattiche del Museo dell’Ossidiana di Pau.

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Il Coordinamentu pro su Sardu Ufitziale ricorda la figura di Giovanni Lilliu, archeologo, saggista, politico e strenuo difensore di lingua e nazione sarda, nel 104esimo anniversario della nascita e nel 6° anniversario della morte. Per sabato 17, a Laconi, grazie anche all’amministrazione del comune del quale Lilliu era cittadino onorario, è in programma una manifestazione nella quale il ricordo dell’intellettuale verrà associato soprattutto alle sue battaglie per la cultura, la lingua ed il riconoscimento della nazione sarda. Alle ore 17.30, presso il palazzo Aymerich (oggi prezioso museo archeologico delle statue menhir) lo ricorderanno Cristina Serra, poetessa, Giorgio Murru, archeologo, e Giuseppe Corongiu, animatore e fondatore del CSU. Saranno presenti le figlie dell’illustre uomo di cultura Cecilia e Caterina Lilliu. In programma anche un intervento del sindaco Paola Zaccheddu. Sarà proiettato un documentario sulla figura dello stesso Lilliu.

Giovanni Lilliu, nativo di Barumuni proprio il 13 marzo 1914 e scopritore del famoso nuraghe omonimo, dopo aver ottenuto la specializzazione a Roma al 1943 al 1945 ha operato nella “Soprintendenza alle Antichità della Sardegna”. Nel 1972 ha fondato e poi diretto per venti anni la “Scuola di specializzazione in Studi Sardi” dell’Università di Cagliari, ricoprendovi il ruolo di Professore ordinario di Paletnologia con l’insegnamento di Antichità sarde. Ha fondato ed è stato a lungo presidente dell’Istituto superiore regionale etnografico (ISRE) di Nuoro. A lungo è stato Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia.

Ha svolto anche attività politica, essendo stato consigliere regionale dal 1969 al 1974 e consigliere comunale a Cagliari dal 1975 al 1980 nelle file della Democrazia Cristiana. Il suo nome, nel campo politico nazionalitario, è legato al concetto di costanze resistenziale della nazione sarda e alle battaglie, protratte negli anni, per il riconoscimento ufficiale della lingua sarda.  

È stato membro di numerosi istituti scientifici italiani e stranieri e dal 1990 unico sardo all’Accademia dei Lincei. Nel 2007 ha ricevuto dalla Regione Autonoma della Sardegna l’onorificenza “Sardus Pater”, istituita proprio in quell’anno quale riconoscimento da assegnare a cittadini italiani e stranieri che si siano distinti per particolari meriti di valore culturale, sociale o morale e abbiano dato lustro alla Sardegna.

E’ scomparso a Cagliari il 19 febbraio 2012.