18 July, 2024
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La Quinta Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha concluso il primo ciclo di audizioni sul progetto di riordino dei Consorzi industriali della Sardegna e sulla situazione delle Zone industriali di interesse regionale.

All’esame del parlamentino guidato da Piero Maieli, la proposta presentata da Stefano Tunis (Sardegna 20Venti) per la modifica della legge regionale n.10 del 2008. Due gli obiettivi della riforma: allineare la normativa regionale a quella nazionale in modo da avere un quadro di riferimento omogeneo e rendere più agili le procedure per la liquidazione delle Zir.

CONSORZI INDUSTRIALI

La Commissione, presente anche l’assessore dell’Industria Anita Pili, ha sentito i rappresentanti dei Consorzi industriali di Cagliari, Nuoro, Sassari, Oristano, Ogliastra, Sulcis Iglesiente, Medio Campidano e Gallura che hanno espresso forti perplessità su alcuni contenuti della proposta di legge firmata da Stefano Tunis.

Pur condividendo l’esigenza di procedere a una legge di riordino della materia, i presidenti dei Consorzi hanno manifestato preoccupazione su due aspetti fondamentali: la previsione dell’ingresso di un rappresentante della Regione nell’assemblea e nel Cda consortile e l’attribuzione allo stesso Cda di alcune funzioni di carattere gestionale. «Nel primo caso – ha spiegato il presidente del Consorzio industriale di Cagliari Salvatore Mattana, a nome di tutti i Consorzi della Sardegna – si tratta di una decisione illegittima in quanto i Consorzi sono enti strumentali dei comuni assoggettati alla disciplina del T.U sugli Enti Locali. Nel secondo, si va contro le previsioni della legge 10/98 e del DL n39/2013 che sanciscono una netta separazione tra funzioni di indirizzo e funzioni gestionali attribuendo le seconde esclusivamente alle strutture amministrative». Per questo motivo i rappresentanti dei Consorzi hanno chiesto un’attenta riflessione su questi due aspetti e avanzato la proposta di istituire un tavolo tecnico per concordare un piano triennale di sviluppo industriale.

«Siamo aperti a tutti i suggerimenti – ha replicato l’assessore dell’Industria Anita Pili – non c’è nessuna volontà di ledere l’autonomia degli enti locali, il nostro intendimento è solo quello di creare un coordinamento regionale per le politiche industriali.»

Sulla stessa lunghezza d’onda il proponente della legge di riforma: «Condivido l’idea che i comuni siano i protagonisti delle politiche industriali territoriali – ha detto Stefano Tunis – serve però una regia regionale. La legge è in itinere, accogliamo con piacere proposte e suggerimenti».

CONFINDUSTRIA E CONFAPI

Successivamente sono stati sentiti il presidente regionale di Confindustria Maurizio De Pascale e Francesco Ginesu, componente della Giunta esecutiva di Confapi con delega alle aree industriali.

Maurizio De Pascale ha espresso apprezzamento per la presentazione di una proposta di legger di riordino dei consorzi industriali. «E’ un settore che soffre – ha rimarcato Maurizio De Pascale – i nostri consorziati lamentano carenze infrastrutturali in molte aree produttive, come l’assenza della fibra ottica, e collegamenti interni precari come avviene per la cantieristica in Ogliastra. C’è bisogno di un intervento complessivo». Sulla modifica degli organismi, De Pascale ha espresso dubbi sull’istituzione del Comitato di indirizzo tecnico presso l’assessorato: «Mi sembra di capire che sarà composto da una settantina di persone – ha affermato il numero uno di Confindustria – mi sembrano troppi. C’è bisogno di una struttura più agile e veloce. Ciò che salta all’occhio è la totale assenza degli imprenditori».

Aspetto sul quale si è soffermato anche Francesco Ginesu (Confapi): «Nei Cda dei consorzi sono presenti le Camere di Commercio che non necessariamente nominano un esponente delle industrie o delle piccole e medie imprese. Ciò che interessa la nostra associazione è che la legge di riordino permetta di migliorare le condizioni di chi fa impresa».

Le audizioni si sono concluse con l’intervento dei commissari delle Zir e del presidente dell’Anci Emiliano Deiana.

ANCI

Il rappresentante dell’associazione dei Comuni ha manifestato contrarietà alla progetto di riordino dei Consorzi presentata dal consigliere Stefano Tunis: «La proposta mette a rischio il principio di sussidiarietà. Le riforme si fanno partendo dal livello più vicino ai cittadini che sono i comuni – ha detto Emiliano Deiana – ci inquieta l’intromissione della Regione all’interno di organismi che devono essere di esclusiva competenza degli enti locali». Critica anche la posizione sul trasferimento di funzioni: «Questa proposta di riordino mischia funzioni gestionali e di indirizzo politico – ha proseguito Emiliano Deiana – le due cose devono invece rimanere distinte».

ZIR

Sono intervenuti infine i commissari delle Zir di Nuoro, Tempio, Chilivani-Ozieri e Sassari che hanno illustrato la situazione finanziaria degli enti e lo stato dell’arte sull’iter di liquidazione. A parte Tempio, che dovrebbe concludere la procedura il prossimo 4 novembre, le altre tre realtà affrontano invece serie difficoltà dovute a una situazione debitoria importante che impedisce la conclusione dell’iter liquidatorio. Tra le maggiori criticità il rapporto delle Zir con Abbanoa che ha dato vita a lunghi contenziosi legali e impedito, di fatto, il passaggio delle funzioni ai comuni.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Salvatore Corrias e Gigi Piano del Pd che hanno sottolineato la necessità di garantire gli spazi di autonomia degli enti locali nei consorzi e auspicato una soluzione rapida per le Zir; Emanuele Cera (Forza Italia) che ha rimarcato l’esigenza una valutazione specifica delle diverse situazioni in cui si trovano Consorzi industriali e Zir. Quasi tutte le forze politiche hanno manifestato la necessità  di procedere a una legge di riordino tenendo presenti i suggerimenti di tutti i soggetti interessati nel rispetto delle prerogative delle autonomie locali e delle forze produttive. «C’è bisogno di fare chiarezza su tutti gli aspetti – ha detto Giorgio Oppi – questa è una materia delicata che ha bisogno di una riflessione seria altrimenti si rischia di fare danni».

Critica, invece la posizione di Gian Franco Satta (Progressisti): «C’è la necessità di approfondire. Non capisco tutta questa fretta di portare all’attenzione della Commissione una proposta di legge che fa acqua da tutte le parti».

Il presidente della Commissione Piero Maieli, al termine delle audizioni, ha indicato la strada da seguire: «Non c’è niente di definitivo. La proposta è aperta a suggerimenti ed eventuali modifiche. Per il momento siamo in una fase interlocutoria. La decisione di sentire tutti gli operatori del settore va proprio in questa direzione. La Commissione punta a un provvedimento condiviso che fornisca strumenti efficaci per lo sviluppo».

“Nei prossimi giorni presenteremo una risoluzione dettagliata con i dati aggiornati sulla situazione crediti-debiti fra Aias ed Ats degli ultimi 5 anni, per fornire al Consiglio tutti gli elementi utili per una decisione”. Lo ha dichiarato il presidente della commissione speciale sull’Aias Gianfranco Ganau (Pd), nel corso di una seduta della commissione alla quale hanno preso parte anche l’assessore della Sanità Mario Nieddu, il direttore generale dell’assessorato Marcello Tidore ed una delegazione dell’Anci, per la parte che riguarda i rapporti fra Aias e Comuni. Il direttore generale dell’assessorato, in particolare, ha fornito alla commissione una relazione di 6 pagine corredata da tabelle riassuntive più i verbali e gli allegati di ogni singola seduta del tavolo tecnico Regione-Aias-Ats-Anci insediato l’11 aprile scorso dopo un accordo sottoscritto con la Prefettura di Cagliari. Un lavoro molto approfondito, ha affermato Marcello Tidore, che ci consente di avere dati completi, certi ed attendibili sui flussi finanziari che hanno riguardato i rapporti contrattuali con Aias negli ultimi 5 anni e, inoltre, di definire un metodo per ricostruire la seconda parte del contenzioso relativo al periodo 1998-2013 per il quale c’è grande carenza di documenti, verificando nello stesso tempo ogni ipotesi possibile di transazione. Dalla relazione emerge principalmente che negli ultimo 5 anni la Regione ha pagato ad Aias nei termini di legge (60 giorni) prestazioni per oltre 102 milioni, a fronte di 1.6 milioni circa da liquidare e 1 milione circa che potrebbe essere oggetto di ulteriori transazioni.ono numeri molto chiari, ha commentato l’assessore della Sanità Mario Nieddu, che parlano di crediti vantati molto bassi e debiti molto alti, ma ora è il momento della responsabilità. Nieddu ha poi rivolto un appello alla commissione speciale, alla commissione Sanità e in definitiva al Consiglio regionale, per arrivare ad una scelta definitiva e condivisa che per la sua complessità e per le conseguenze che ne possono derivare ai pazienti ed ai lavoratori, non può essere lasciata solo alla valutazione dell’assessore, fermo restando che sarà necessario del tempo per elaborare una strategia per il futuro. Nel dibattito hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali: Giorgio Oppi dell’Udc, Francesco Agus dei Progressisti, Eugenio Lai di Leu, Nico Mundula di Fdi, Michele Cossa dei Riformatori, Michele Ennas della Lega e Fabio Usai del Psd’Az. Tutti hanno espresso vivo apprezzamento per la qualità del lavoro prodotto dal tavolo tecnico e dall’assessorato, proclamandosi poi a favore di una risoluzione della commissione che, per la prima volta, potrà essere predisposta sulla base di dati certi sulla complessa vicenda. Nella seconda parte della seduta, la delegazione dell’Anci formata dal presidente Emiliano Deiana, dal vice presidente Salvatore Masia e dal direttore Daniela Sitzia ha fornito il rendiconto sui rapporti fra Comuni ed Aias per le prestazioni relative al trasporto disabili, alla riabilitazione ed ai servizi nel campo psico-sociale: Le cifre finali, ha spiegato Daniela Sitzia che ha sintetizzato il lavoro condotto da Anci attraverso contatti con i singoli Comuni, parlano di un credito presunto nei confronti di Aias di circa 5.8 milioni, cifra radicalmente contestata dalle Amministrazioni locali sia per gli incrementi dei costi che per la qualificazione delle prestazioni. Il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana, rispondendo ad una domanda del presidente Ganau sulla possibilità che il settore della riabilitazione sia riportato sotto la gestione diretta della Regione, ha auspicato uno scatto in avanti rispetto alla situazione attuale che vede i Comuni come passacarte, precisando di non avere posizioni ideologiche e proponendo la creazione di un “fondo unico per le politiche sociali”.

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione sulla richiesta di referendum per l’introduzione del maggioritario secco per l’elezione del Parlamento.

La seduta si è aperta sotto la presidenza de presidente del Consiglio Michele Pais e concluse  le formalità di rito, compresa la comunicazione della nomina del capogruppo Udc, Gian Filippo Sechi in sostituzione del suo collega di gruppo Domenico Gallus quale componente della giunta per le elezioni, è stata concessa la parola al capogruppo della Lega, Dario Giagoni, per l’illustrazione della mozione n. 67 “sulla richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e dell’articolo 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, di articoli del testo unico per l’elezione della Camera (decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361), del testo unico per l’elezione del Senato (decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533), della legge 27 maggio 2019, n. 51, di disposizioni di delega contenute nell’articolo 3 della legge 3 novembre 2017, n. 165”.

L’onorevole Dario Giagoni ha ricordato gli articoli e leggi interessate dal referendum che si propone di fatto l’introduzione del maggioritario secco per l’elezione del Parlamento. L’esponete del Carroccio ha evidenziato in senso positivo il protagonismo dei Consigli regionali per l’indizione del referendum abrogativo ed ha ricordato i precedenti referendum che in materia elettorale hanno provocato – a suo giudizio –  un cambiamento nei rapporti tra le istituzioni e nel corpo elettorale. «Con l’approvazione del quesito referendario – ha spiegato il consigliere della maggioranza – tutti i seggi del Parlamento saranno assegnati attraverso collegi uninominali a chi prenderà un voto in più e non ci saranno più dubbi sul risultato elettorale né spazio a meccanismi che determinano approssimazione nella trasformazione dei voti in seggi».

A favore della mozione si è dichiarato il capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, che ha ricordato la stagione referendaria di Mario Segni che nel ’92 segnò il passaggio dalla Prima alle Seconda repubblica. «I Riformatori sardi – ha spiegato il consigliere della maggioranza – sono nati con quei referendum che hanno messo fine agli effetti deleteri della stagione del proporzionale che obbligava i partiti a compromessi improbabili tra i partiti e al continuo cambio di maggioranze senza mai rendere chiare le responsabilità dei governanti».

Michele Cossa ha evidenziato i positivi risultati ottenuti nella legislazione per gli Enti Locali e ha parlato però di “pasticci nella legislazione nazionale” riferendosi alle norme nazionali che hanno consentito cambi di maggioranza.

Gianfranco Satta (Progressisti) ha criticato duramente il metodo e la sostanza della mozione e si è detto in “imbarazzo” nel constatare che “è stato attribuito carattere d’urgenza al referendum voluto da Matteo Salvini piuttosto che ai temi che interessano i sardi e le emergenze della Sardegna”. come cittadino sardo premetto che la discussione genera imbarazzo. L’esponente della minoranza ha attaccato la Lega e il centrodestra “per l’iniziativa che viene discussa perché il Consiglio regionale sardo è stato indicato tra quelli fedelissimi a Salvini”. «Questa mozione – ha affermato Gianfranco Satta – è dettata dall’esterno ed al rientro da Pontida vi siete precipitati a dare seguito ai desideri del vostro leader».«Così l’Autonomia è a rischio – ha concluso il consigliere del centrosinistra – e la maggioranza non si accorge del livello di subordinazione che dimostrate nel farsi dettare l’agenda politica dal partito del presidente del Consiglio, per questo spero in un sussulto di autonomia e dignità e dunque che questa proposta sia rigettata».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del consigliere Antonio Piu (Progressisti) che ha definito “assurda” l’urgenza della richiesta di indizione del referendum abrogativo. «Chiedete il referendum – ha dichiarato il consigliere della minoranza – solo perché il leader della Lega ha perso il posto al governo del Paese e chiedendo in questo modo il cambio delle regole del gioco date l’idea che siete dei soldatini all’interno di questo Parlamento». Antonio Piu si è quindi rivolto ai partiti del centrodestra («quelli che non vantano o non hanno sempre vantato percentuali bulgari») perché scongiurino l’introduzione del maggioritario “rispondendo sempre alla coscienza e non al capo politico di turno”.

Michele Ciusa (M5S) ha ripreso un passaggio delle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione, Christian Solinas, domandando agli esponenti della maggioranza “quale beneficio per i sardi e quale profitto per la Sardegna dalla discussione di questa mozione?”. L’esponente della minoranza ha invitato il centrodestra a far cessare “la propaganda” ed incominciare a dare seguito alle promesse elettorali e a dare risoluzione ai problemi della nostra Isola. Ciusa ha ricordato i dati della crisi e i settori economici in sofferenza per poi concludere con alcune domande provocatorie («Che benefici avranno da questa mozione?»; «Prima i sardi o prima il capitano?»). «Le leggi elettorali – ha concluso Michele Ciusa – non si fanno con il consenso presunto ma con la maggiore condivisione possibile».

Critico anche l’intervento del consigliere Pd, Roberto Deriu, che ha ricordato la stagione referendaria di Mario Segni evidenziandone “la portata popolare e culturale”. «La vostra azione – ha affermato l’esponente della minoranza – è invece un’iniziativa estemporanea per approfittare di un’occasione propizia per provare ad avere una vittoria elettorale che dia una maggioranza assoluta senza una minoranza». Deriu ha dunque criticato aspramente la scelta politica di chiedere il referendum attraverso la richiesta di cinque Consiglieri regionali: «Perché non siete rimasti tra la gente? Perché non domandate le firme per i referendum alla gente come fanno i movimenti di popolo. Voi invece agite nei palazzetti dei Consigli regionali per scodellare all’opinione pubblica uno strumento che possa scassinare un sistema solo perché vi ha escluso dal potere».

Voto contrario alla mozione è stato annunciato anche da Piero Comandini (Pd) che ha affermato: «Ricordate che i referendum producono molte volte leggi elettorali distorte». Il consigliere della minoranza ha quindi puntato il dito contro la Lega e contro il senatore Roberto Calderoli («è famoso per le leggi elettorali porcata perché lui è il maestro delle porcate». «Il testo che si discute in Aula -ha attaccato Piero Comandini – non è stato scritto all’ombra del Nuraghe Losa ma sul prato di Pontida e consegnato ai prodi leghisti perché fosse votato nei cinque consigli regionali amici in Italia».

Il consigliere democratico ha dunque preannunciato una dura opposizione in Aula e tra i cittadini e, citando un recente intervento dell’ex segretario nazionale del Psd’Az, Giacomo Sanna, si è rivolto a Udc e Riformatori sardi: «Non iscrivetevi al sindacato dei tacchini che difendono la festa del Ringraziamento e non siate polli».

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, dopo aver lamentato l’assenza del presidente della Regione al dibattito sul riconoscimento dell’insularità e ad altri appuntamenti importanti per la vita della Sardegna, ha criticato radicalmente la mozione della Lega, presentata dopo il raduno del partito a Pontida. E in materia di legge elettorale, ha definito prioritaria, semmai, la discussione sulla riforma della legge elettorale per il parlamento europeo che esclude la Regione Sarda. Il problema, a suo giudizio, resta quello della qualità delle proposte delle amministrazioni di ogni livello. La scarsa partecipazione al voto, ha aggiunto, dimostra che non sono le leggi elettorali che avvicinano i cittadini alla politica, e nello specifico la scelta del maggioritario spinto contiene molti rischi a cominciare dal sistema Usa nel quale il presidente eletto governa pur avendo ricevuto meno voti del suo avversario in termini assoluti. Più che di leggi elettorali, ha detto infine, la politica dovrebbe occuparsi di cose che interessano i cittadini.

Il consigliere Pierluigi Saiu (Lega), in apertura, ha puntualizzato che il contenuto della mozione, in realtà, è consentire ai cittadini di esercitare il loro diritto di voto, ben altro rispetto agli interventi di altri che hanno ignorato questo aspetto fondamentale. Noi, ha continuato, in questi giorni abbiamo ascoltato molto i cittadini che chiedono di potersi esprimere e di scegliere da chi essere governati, cosa completamente diversa dalla storia di questi giorni che vede uniti partiti antagonisti fino all’altro ieri. Gli stessi partiti che proprio oggi, ha ricordato, sono stati loro per primi a parlare di legge elettorale col solo scopo per impedire di governare a chi vince le elezioni. attraverso l’interdizione di partitini dell’ultima ora, come dimostra la stessa recente scelta di Matteo Renzi.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni ha affermato che la mozione fa parte del pacchetto “pieni poteri” proposto dal capo della Lega in pieno agosto, ma occorre stare molto attenti ai contenuti perché, ad esempio, il quesito referendario è incomprensibile ed ambiguo, come quello delle Province sarde. A giudizio di Giuseppe Meloni, se davvero si vuol far decidere i cittadini, occorrerebbe poter scegliere i parlamentari che nello schema ipotizzato sono indicati dalle segreterie dei partiti, e si davvero si volesse incidere sulla governabilità sarebbe necessario allineare le leggi elettorali di Camera e Senato, che ora sono diverse. Il maggioritario, a suo avviso, funziona in quadro di bipolarismo che ora non c’è ed ogni caso presuppone il doppio turno che il centro destra ha sempre rifiutato.

Il consigliere di Sardegna 20/20 Stefano Tunis ha definito gli interventi precedenti dei consiglieri di centro sinistra caratterizzati da un solo filo conduttore, segno che ha ancora bisogno di identificare un nemico qualificando come “male assoluto”. Stefano Tunis ha poi criticato la scelta dei partiti adesso al governo di sottrarsi al confronto con gli elettori spacciando un calcolo di basso profilo come grande svolta politica. Molti interventi, inoltre, hanno mostrato una grande confusione, per esempio confondendo i collegi uninominali con il maggioritario che sono cose diversissime. Il vero tema, invece è, secondo Tunis, è quello che il maggioritario ha consentito non solo maggiore stabilità ma anche, nello specifico, di avere un collegamento fra eletti ed elettori in Sardegna. Spiegheremo queste cose fuori di qui, ha assicurato in conclusione Tunis.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha respinto l’interpretazione di Tunis secondo la quale la sinistra voglia salvare “la sua pellaccia politica”. Anche perché, ha ricordato, all’interno della stessa maggioranza si fa largo l’idea che la mozione della Lega sia una violazione dell’autonomia regionale. Una autonomia, ha continuato, che più volte è comparsa negli interventi del governatore, salvo mettere da parte questi buoni sentimenti in presenza della richiesta dei suoi referenti politici. Molte riflessioni dello stesso presidente sulla legge elettorale sarda, poi, mostravano di avere a cuore la rappresentanza delle piccole realtà ma, anche in questo caso, rimangiandosi poi tutto con una proposta “all’americana” che va in direzione esattamente contraria.  Così non riconquistano gli elettori, ha concluso, si conquistano dando risposte ai problemi concreti delle persone e dei sardi in particolare.

Il consigliere dei Progressisti Diego Loi ha messo l’accento sul carattere di urgenza della mozione, a suo avviso insostenibile, ed in secondo luogo incomprensibile sul piano della scelta delle priorità per il popolo sardo che con è certamente quella della modifica della legge elettorale. Al di là dei tecnicismi, Diego Loi ha detto che occorre riflettere sul concetto di democrazia che vuole esprimere il Consiglio regionale, un concetto nel quale bisogna evitare la demagogia, assegnando al popolo in modo subdolo il compito di esprimersi su problematiche complesse riguardanti la scelta delle rappresentanze parlamentari. In concreto, ha detto infine Diego Loi, il maggioritario non rappresenta la totalità dell’elettorato e in particolare le forze politiche minori.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha dichiarato che il Consiglio regionale sta “scrivendo la storia” partecipando ad un processo di rinnovamento dei rapporti fra parlamento e governo, senza accordi e ribaltoni. Penso, ha dichiarato, che gli elettori premieranno questa scelta e voteranno sì al referendum. Quello italiano, ha ricordato, è un lungo percorso di leggi elettorali molto spesso cariche di distorsioni che hanno determinato l’allontanamento degli elettori dalla politica. Noi della Lega, ha aggiunto Ennas, non accettiamo lezioni da partiti che fino a qualche giorno fa si insultavano ogni giorno, e preferiamo rivolgerci ai cittadini in modo chiaro per metterli al centro delle scelte democratiche.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha aperto il suo intervento dicendo che i sardi non sono né pollitacchinipecore. I sardi, ha detto, si aspettavano dal governo e dal Consiglio regionale cose molto diverse da una proposta di riforma della legge elettorale e mi stupisce la posizione del Psd’Az che da sempre sostiene di voler tutelare la rappresentanza delle minoranze. Io credo che questa mozione non passerà, ha previsto Daniele Cocco, e comunque i polli siamo stati a noi a farla passare in conferenza di capigruppo dato che c’erano all’ordine del giorno questioni più urgenti, o forse no perché con la scelta di discuterla abbiamo smascherato il trucco della maggioranza. Rivolto al presidente Christian Solinas, Daniele Cocco ha auspicato che ponga sui grandi problemi della Sardegna (accantonamenti, pastori, sanità) lo stesso impegno manifestato sulla riforma della legge elettorale.

Il consigliere di Fdi Francesco Mura, premettendo che l’azione politica è importante tanto quanto quella amministrativa, ha criticato con forza la manovra di palazzo che ha portato alla formazione del governo attuale e la volontà di cancellare anni di conquiste dei cittadini che hanno portato all’elezione diretta nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni, perché la vocazione maggioritaria deve diventare il segno distintivo delle istituzioni fino all’elezione diretta del presidente della Repubblica. Non si può guardare al proprio orticello, ha concluso, ma occorre guardare oltre per il bene dell’Italia.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca ha ricordato che il 4 marzo 2018 il Movimento ha vinto le elezioni col 32% ma, a causa di una pessima legge elettorale, è stato costretto a stipulare un contratto di governo, mettendo gli argomenti concreti prima delle convenienze politiche e nonostante alcune vicende che hanno riguardato esponenti della Lega. Poi abbiamo parlato solo di migranti, ha lamentato, fino a quando il leader della Lega è stato travolto da un moto di onnipotenza violando il contratto che aveva firmato e pensando di poter andare subito ad elezioni, ma il Movimento non fa accordi con forze politiche che non hanno obiettivi e, di fronte alla stessa sbagliatissima legge elettorale, è stato raggiunto un nuovo accordo con altre forze. La nostra attenzione, ha concluso, era e resta sui contenuti che interessano la gente: scuola, sanità, economia, altro che legge elettorale nazionale dimenticandosi perfino di quella regionale.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è detto meravigliato del fatto che mentre le commissioni del Consiglio non hanno leggi da esaminare noi discutiamo di legge elettorale. La nostra cultura, ha ricordato, è assemblearistica e parlamentare quindi profondamente diversa dal maggioritario come dimostra la storia; quella cultura che ha assicurato la rinascita della Sardegna dopo la seconda guerra mondiale sotto la guida di uomini di grande valore in Italia come nella nostra Regione. Oggi, ha sostenuto, il sistema del parlamento è antidemocratico perché basato sulla figura di un leader mentre noi vogliamo rappresentare il baluardo di quello che fu il primato del ragionamento, della mediazione e dell’apertura alle forze minori, una situazione compatibile con il presente dove, in base ai numeri non vince nessuno e si determina una situazione aperta, anch’essa compatibile con l’attenzione per il proporzionale che noi riaffermiamo.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha confessato il suo imbarazzo per una mozione che arriva dall’esterno, dall’indicazione di un leader politico al quale la maggioranza si è piegato. Gianfranco Ganau ha poi ricordato di essere da sempre contrario al maggioritario che da sempre mortifica la rappresentatività degli elettori da sempre baluardo forte della democrazia e, quanto alle leggi elettorali, non possono essere stravolti dal volere di questo o quel partito che peraltro può decidere anche le liste dei candisti. Nel merito, ha osservato, il sistema proposto accentua queste distorsioni in linea con la richiesta di pieni poteri con precedenti storici non certo edificanti, andando contro una democrazia basata proprio sull’equilibrio dei poteri, ed in definitiva appare profondamente sbagliato far governare chi prende un voto in più perché così il 30% potrebbe governare contro il 70%. Meglio dedicarsi alla riforma della legge elettorale regionale, ha suggerito, perché la Sardegna esprime un forte bisogno di rappresentatività e per questo rivolgo un appello a forze politiche che hanno a cuore questi problemi ed anche all’Udc, a Forza Italia, al Psd’Az.

Ha assunto la presidenza dell’Aula il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha apprezzato tutti gli interventi precedenti, che contengono aspetti positivi a cominciare da quelli riferiti alla revisione legge elettorale ed all’abolizione del voto disgiunto, tutte cose sulle noi abbiamo molte proposte. Tuttavia, ha aggiunto, su altri commenti è necessario un chiarimento perché non accettiamo l’accusa di aver sventolato le bandiere sardiste a Pontida: non c’è niente di anormale perché noi abbiamo la nostra identità e casomai altri sono impresentabili. Io, ha ricordato, sono stato un riformatore e non rinnego il mio passato di quando raccoglievo le firme per il maggioritario e posso assicurare a tutti che nessuno mi telefona per dirmi cosa devo fare e non lo fa nemmeno il presidente. Siamo polli? Credo, ha detto ancora Franco Mula, che lo siano altri e non vedo perché non dovremmo cambiare la legge elettorale che è sbagliata ed il problema è che quando non c’è condivisione, come non c’è con l’attuale governo innaturale, sono gli italiani che si dovrebbero esprimere e non i partiti ad architettare non giochi di palazzo, e ricordo anche che i 5 stelle non hanno vinto le elezioni ma le ha vinte il centro destra come coalizione. Noi qui oggi, ha detto infine, stiamo votando a favore di un esercizio di democrazia, siamo a favore e senza vergognarcene.

Ha quindi preso la parola il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che ha stigmatizzato la fretta mostrata dalla maggioranza nel presentare la mozione in aula: Non è un argomento di nostra competenza, non ha il carattere d’urgenza e non è stato discusso in Commissione – ha affermato Francesco Agus – eppure ha bruciato i tempi entrando in Aula dopo appena 7 giorni. Oggi ci onora della sua presenza anche il Presidente Solinas, spesso assente in questo consesso. Ciò dimostra come questa Regione abbia assunto il ruolo di vassallo nei confronti di chi vuole utilizzare strumentalmente un argomento contro l’attuale maggioranza di Governo». Un riferimento chiaro al segretario della Lega Matteo Salvini: «Dopo aver perso la poltrona di ministro ha bisogno adesso di 5 Consigli regionali da utilizzare come arma contro la nuova maggioranza. Voi accettate supinamente un’indicazione e vi accingete a votare una mozione che non avete nemmeno letto. Mi ricorda ciò che accadeva nelle sezioni del Partito comunista quando si dibatteva sul capitale di Karl Marx ma in pochi lo avevano letto».

Francesco Agus si è detto poi dispiaciuto per l’assenza di un dibattito vero: « Il tema è interessante e meriterebbe una discussione approfondita. Ogni sistema elettorale ha bisogno di trovare un equilibrio tra  rappresentanza e governabilità. I problemi non nascono dai piccoli partiti, che in questo Consiglio esprimono più della metà dei consiglieri di maggioranza,  ma nei cosiddetti partitoni».

Il capogruppo dei Progressisti ha infine espresso forti dubbi sulla legittimità della mozione: «Tiene in campo un riferimento al sistema proporzionale. Si parla di collegi uninominali con più candidati sapendo che è una contraddizione in termini. La Corte Costituzionale ammette ormai solo quesiti che propongono scenari chiari e compiuti. Questa è una proposta illegittima, nessuno potrà dire di non essere stato avvisato».

Il presidente Michele Pais ha quindi chiesto il parere della Giunta. Il presidente della Regione Christian Solinas ha difeso la decisione di portare in Aula la mozione: «Oggi si è parlato un po’ di tutto. In passato i vostri rappresentanti hanno sostenuto provvedimenti che minavano dalle fondamenta il principio di rappresentanza come il referendum di Matteo Renzi e votato in Parlamento contro il collegio unico per la Sardegna alle Europee, oggi paventate rischi per la democrazia. E’ necessario riportare un po’ di ordine. L’iniziativa non è nata nel backstage di Pontida ma da una riunione di tutti i governatori del centrodestra. Non è nulla di antidemocratico, si propone di utilizzare bene uno strumento previsto dalla Costituzione: dov’è lo scandalo se cinque Consigli regionali propongono un referendum? Oggi non si decide se ci sarà un maggioritario o un proporzionale ma si chiede al popolo italiano di esprimersi»

Solinas ha quindi ringraziato le forze politiche che hanno appoggiato l’iniziativa accusando l’opposizione di utilizzare argomenti strumentali:«Volete dare lezioni dopo aver introdotto le soglie di sbarramento che non  consentono di avere una rappresentanza reale». Rivolto al consigliere Roberto Deriu (Pd) ha aggiunto: «Non sia l’epigono di un’estetica decadente che ha sempre bisogno di un riferimento al passato. Oggi la sfida è tra vecchio e nuovo, voi vi state iscrivendo al partito della conservazione. Citate ex segretari ed ex leader che difendono il vecchio. Noi non siamo il vecchio, io sono anche segretario del Partito Sardo d’Azione, partito di cui spesso si parla senza conoscerne la storia, i sardisti hanno sempre rivendicato il sistema elettorale di altre regioni autonome come il Trentino dove si vota in collegi uninominali. In Scozia c’è un sistema simile che consente allo Scottish National Party di eleggere i suoi deputati. In Sardegna ci sarebbero 17 collegi uninominali con pochi elettori che darebbero anche ai partiti più piccoli la possibilità di eleggere qualcuno».

Subito dopo, il presidente Pais ha dato la parola per la replica al presentatore della mozione, il capogruppo della Lega Dario Giagoni: «Ringrazio tutti i consiglieri e il presidente Solinas che è rimasto nel tema. Ho sentito di tutto – ha detto Giagoni – il centrodestra è compatto. Il tema è stato condiviso con altre 4 regioni italiane, nel rispetto di un articolo della Costituzione. Si è parlato di democrazia, ma è il popolo sovrano che la detiene. Voi del centrosinistra siete perennemente divisi ma appena vedete lo spiraglio di una poltrona improvvisamente vi unite. Siete voi che per cinque anni vi siate calati le braghe davanti al governo nazionale. Il centrosinistra ha creato il disastro. Chiedo rispetto per Roberto Calderoli, se si parla di porcate parliamo di Ats o di continuità territoriale. Quanto ai 5 Stelle ci parlino di Raggi o della situazione di Roma. Vi auguro buon lavoro a livello nazionale qui ci pensiamo noi con un grande condottiero come Christian Solinas».

Il presidente Michele Pais ha quindi messo in votazione gli emendamenti e il testo della mozione per i quali il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha chiesto il voto segreto.

Sulle modalità di voto e sull’interpretazione del regolamento si è acceso un piccolo dibattito risolto subito dopo una breve sospensione dell’Aula.

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione, a scrutinio segreto, l’emendamento n. 1 (Giagoni, Mula) “Nella parte dispositiva, alla lettera a) del n.1, è soppresso il punto dell’elenco contenente il riferimento all’articolo 81, secondo e terzo comma”, che è stato approvato con 36 voti a favore e 21 contrari. L’Aula ha poi approvato, con 37 voti a favore e 21 contrari, anche l’emendamento 3 (Giagoni, Mula) “Nella parte dispositiva, alla lettera d) del n. 1, è inserito come primo punto dell’elenco il seguente. “- nel titolo, le parole “e plurinominali”,”.

Il presidente Pais ha poi aperto la votazione finale della mozione, che è stata approvata con 37 voti favorevoli e 21 contrari. Successivamente l’Aula ha approvato anche l’ordine del giorno (Giagoni, Mula, Cocciu, Sechi, Cossa, Mura, De Giorgi) “sulla nomina dei delegati del Consiglio regionale ai fini del referendum abrogativo ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e dell’articolo 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352 (Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa popolare”. Il testo delibera di designare quali delegati effettivo e supplente, il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, e il consigliere regionale Dario Giagoni. L’ordine del giorno prevede inoltre “di dare mandato al presidente del Consiglio regionale di inviare la deliberazione contente la mozione n. 67 e il relativo allegato agli altri Consigli regionali con l’invito ad adottare analoga deliberazione”.

Il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. Il Consiglio regionale è stato convocato per il primo ottobre per la Seduta statutaria.

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Stamane il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità le nuove norme sul servizio di trasporto scolastico per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo livello.+, in forma gratuita o attraverso una contribuzione dell’utenza.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere della Lega Ignazio Manca ha esposto un grave episodio accaduto il 2 settembre scorso alla Sardegna Arena in occasione della partita Cagliari-Inter della quale si è parlato molto, ha ricordato, per le presunte frasi razziste contro un giocatore della squadra ospite. «E’ passato sotto silenzio invece, ha protestato Ignazio Manca, quando accaduto proprio nel settore degli ospiti, da dove sono stati rivolti alla tifoseria sarda cori razzisti ed è stato poi diffuso sul canale “you tube” un video con ulteriori contenuti offensivi nei confronti dei sardi.»

Il presidente ha fatto notare al consigliere Manca che il suo intervento non può rientrare fra quelli ammessi sull’ordine dei lavori, ma può diventare oggetto di una interrogazione o di una interpellanza. Successivamente ha sospeso la seduta convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha chiesto il rinvio alla seduta di domani dell’esame della la mozione n. 67 (Giagoni e più) con la quale si chiede il referendum abrogativo delle leggi elettorali per l’elezione dei componenti della Camera e del Senato con metodo proporzionale. La proposta, in base al regolamento, deve essere messa ai voti.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha criticato duramente la richiesta di rinvio, anomala perché in capigruppo è stata respinta una richiesta di inversione dell’ordine del giorno; si tratta di una scorrettezza politica che crea un precedente grave e pericoloso e stravolge la prassi consiliare.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha osservato che la seduta del Consiglio si è rivelata del tutto improduttiva, a causa prima di un’accelerata sulla mozione seguita da una frenata della quale non si capisce il perché.

Il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha affermato che sarebbe utile per il Consiglio capire le ragioni della sospensiva. E’ vero, ha aggiunto, che regolamento dice che sulla proposta di rinvio ci si debba pronunciare a favore o contro ma occorre comunque una motivazione e spetta alla maggioranza evitare di andare avanti in maniera caotica cambiando radicalmente opinione in pochissimo tempo.

Il consigliere Eugenio Lai di Leu ha parlato di lavori condotti in uno stato confusionale, aggravato dall’andamento della conferenza dei capigruppo che si è conclusa respingendo la proposta di inversione dell’ordine del giorno, salvo il successivo ripescaggio della stessa con una richiesta di sospensiva. Lai, infine, ha chiesto al presidente Michele Pais di chiedere scusa al capogruppo del M5S Desirè Manca per le espressioni usate durante la conferenza, che ha definito «parole fuori luogo ovunque siano pronunciate, dentro e fuori il Consiglio».

Il presidente Pais ha chiarito che da parte sua non c’è stato nessun intento offensivo, perché non mi è mai riferito alla collega Manca ma ad un contesto più generale. Tengo nel massimo conto, ha proseguito, il rispetto delle persone e dei ruoli come patrimonio di tutta l’Assemblea, anche se riconosco che a volte la politica ci porta a fare discorsi concitati dai quali però non si possono estrapolare frasi particolari per strumentalizzarle. Se poi dovessi aver sbagliato come può capitare che succeda a tutti ed anche a me, ha concluso, sono pronto a chiedere scusa.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca, premettendo di non aver concordato nulla con il collega Lai che comunque ha ringraziato, ha detto di aver ascoltato con curiosità la risposta del presidente, dal quale accetta le scuse.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha tenuto a precisare che la richiesta di rinviare l’esame della mozione risiede nell’importanza della stessa proposta.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la richiesta di rinvio che il Consiglio ha approvato con 29 voti favorevoli, 24 contrari ed 1 astenuto.

Il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, ha aperto la discussione generale sul secondo punto all’ordine del giorno: la Proposta di legge 46/A (Lai e più) “Norme per favorire il servizio di trasporto scolastico per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo livello, in forma gratuita o attraverso una contribuzione utenza”. Il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della Seconda commissione, Alfonso Marras (Riformatori sardi), il quale in apertura del suo intervento ha spiegato come questa legge sia importante perché fa chiarezza sui dubbi posti da tanti amministratori locali. “La proposta di legge in discussione è stata licenziata all’unanimità nella seduta della Seconda Commissione permanente del 18 settembre 2019. La Commissione ha preliminarmente audito l’Anci – ha affermato Marras – che ha denunciato la situazione di forte incertezza normativa, nella quale si trovano gli enti locali, per quanto concerne le modalità di determinazione della quota di partecipazione, dovuta dalle famiglie, per l’accesso ai servizi di trasporto degli alunni della scuola dell’obbligo e la possibilità di prevedere la totale gratuità del servizio. La Commissione ha iniziato l’esame della P.L. n. 46 nella seduta del 18 settembre 2019, nel corso della quale, dopo l’illustrazione del provvedimento da parte del proponente, ha sentito l’Assessore della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. La Commissione ha condiviso le preoccupazioni dell’Anci e ritenuto urgente intervenire, con una norma regionale, al fine di chiarire la possibilità per gli enti locali di determinare, con delibera motivata, la quota di partecipazione delle famiglie al servizio di trasporto scolastico, prevedendo, onde ne ricorressero le condizioni, anche la gratuità. La Commissione ha proposto un emendamento all’articolo 1 con il quale estende la misura alla scuola dell’infanzia e subordina l’intervento alla necessità del rispetto dell’equilibrio di bilancio. La Commissione, all’unanimità, ha approvato gli articoli della P.L. 46 così emendati. L’articolato – ha aggiunto – non è stato inviato alla Commissione Finanze per il parere di competenza in quanto la norma non comporta oneri per il bilancio regionale. Stante l’importanza delle misure approvate in Commissione, e i tempi stretti a disposizione, auspica una rapida e condivisa approvazione da parte dell’Aula”.

Il presidente della Seconda commissione ha ringraziato i proponenti e tutta la Commissione per il lavoro fatto, auspicando un’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio regionale.

E’ quindi intervento il capogruppo della Lega, Dario Giagoni. L’esponente della maggioranza ha chiesto di poter aggiungere alla proposta di legge la firma di tutti i consiglieri della Lega, sottolineando che il partito che rappresenta è pienamente concorde con il testo in esame. “Ringraziamo il presidente della Seconda commissione, la minoranza e tutti quelli che hanno lavorato per questa legge importantissima”, ha detto, che detterà le linee guida che faranno finalmente chiarezza dopo i pareri della Corte dei conti, “che stabiliva che ai Comuni non fosse consentita l’erogazione gratuita del servizio di trasporto scolastico”. Disposizioni, ha aggiunto Dario Giagoni, che hanno messo in agitazione le famiglie che ne usufruiscono, preoccupate di dover aggiungere costi per garantire ai propri figli la possibilità di frequentare la scuola. Un diritto, quello all’istruzione, ha ricordato, garantito dalla Costituzione. Giagoni ha affermato che in Sardegna, secondo i dati Istat dello scorso anno, la dispersione scolastica è al 21,2 per cento, ben 7 punti in più rispetto alla media nazionale. Il capogruppo della Lega ha anche ricordato come interventi come questo siano necessari anche per combattere lo spopolamento delle zone interne e dei piccoli centri.

La presidenza dell’Aula è stata assunta dal vice presidente Piero Comandini (Pd), il quale ha dato la parola al primo firmatario del provvedimento, Eugenio Lai (Leu). L’esponente della minoranza ha voluto ringraziare il presidente della Seconda commissione per la sensibilità politica, così come tutti i commissari che, con questa legge, hanno dato la priorità ai diritti delle famiglie al loro diritto allo studio dei più piccoli. Lai ha anche sottolineato l’importanza dell’intervento dell’Anci e dell’assessore regionale della Pubblica istruzione, Andrea Biancareddu. Con questa normativa, ha continuato, si supera il parere della Corte dei Conti del Piemonte, che attribuiva il costo dei trasporti completamente a carico delle famiglie e si dà certezza giuridica alle Amministrazioni. Si tratta di un provvedimento che consentirà alle famiglie di non accollarsi le spese di trasporto scolastico e che permetterà a tutti i ragazzi di frequentare le scuole dell’obbligo con più certezze e senza costi. Lai ha affermato che si tratta di una legge importante anche per combattere per l’abbandono scolastico.

Salvatore Corrias (Pd) è intervenuto per confermare la bontà della proposta di legge in esame, che colma un vuoto sotto il profilo giuridico e normativo. Per Corrias il trasporto scolastico è un servizio importante per la comunità e per i piccoli centri ed è importante che, con questo testo, si chiariscano i compiti e in capo a chi sono gli oneri del servizio. Il consigliere ha espresso preoccupazione per i dati della dispersione scolastica e dello spopolamento e ha auspicato che il Consiglio approvi una legge sul diritto all’istruzione.

Il capogruppo dell’Udc, Gian Filippo Sechi, ha ricordato che il problema si è creato per la mancata approvazione “della norma salva scuolabus”, prevista nel decreto che il Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto approvare ad agosto. Sechi ha ricordato che l’assessore Andrea Biancareddu ha provveduto a inviare una circolare esplicativa i primi giorni di settembre e che l’approvazione di questa proposta di legge darà certezze agli amministratori che ancora avevano dubbi. Sechi ha chiesto di aggiungere le firme dei consiglieri dell’Udc e ha auspicato un voto favorevole unanime da parte dell’Aula.

Fausto Piga (FdI) ha affermato che il tema in esame è molto importante e ha creato serie preoccupazione da parte di molti sindaci. L’esponente della maggioranza ha sottolineato la celerità con cui l’assessore Andrea Biancareddu ha predisposto la circolare esplicativa dell’11 settembre, che ha dato più tranquillità agli amministratoti. L’approvazione della proposta di legge, a cui Piga ha chiesto di aggiungere le firme dei consiglieri del suo partito, è comunque necessaria per fugare ogni dubbio e per dare maggiore garanzia al diritto allo studio.

Emanuele Cera (FI) ha ringraziato per il senso di responsabilità il presidente Marras, la Commissione, l’assessore Andrea Biancareddu e il presidente del Consiglio Michele Pais per il lavoro svolto che dà certezze giuridiche agli amministratori e tranquillità alle famiglie. Cera ha anche ricordato il positivo intervento dell’Anci e ha condiviso le preoccupazioni dei colleghi sui dati della dispersione scolastica.

La presidenza del Consiglio è stata assunta dal vice presidente Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi).

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, è intervenuto chiedendo di aggiungere le firme dei consiglieri del gruppo del Psd’Az, sottolineando che questa è una legge fortemente voluta da tutti i partiti e che, quindi, si può definire una legge di tutto il Consiglio regionale.

Laura Caddeo (Progressisti) ha dichiarato la piena condivisione di questa legge da parte del suo gruppo e ha chiesto di aggiungere le firme di tutti i consiglieri Progressisti. L’esponente della minoranza ha ricordato l’importanza del diritto allo studio per i bambini della scuola infanzia e dell’obbligo e ha esortato tutti i Gruppi a ricordarsene quando si parlerà di dimensionamento scolastico. Caddeo ha voluto richiamare i colleghi sulla necessità di garantire diritti uguali a tutti i piccoli alunni, sia che vivano in grandi o in piccoli centri. Oltre ai numeri, ha continuato, bisogna riflettere sulle caratteristiche evolutive in queste fasce di età delle bambine e dei bambini e sulla necessità di rispettare i loro tempi per il riposo e il gioco.

Aldo Salaris (Riformatori sardi), a nome del gruppo, si è detto soddisfatto per questa proposta di legge e ha chiesto di sottoscriverla a nome di tutti i consiglieri del gruppo. Anche Angelo Cocciu (capogruppo Forza Italia) si è detto soddisfatto per l’obiettivo raggiunto con questa proposta di legge e ha chiesto di aggiungere le firme di tutti i consiglieri del suo gruppo.

Per la Giunta è intervenuto l’assessore della Cultura, Andrea Biancareddu, il quale ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla scrittura della legge, dal proponente a tutti i commissari. L’assessore ha ricordato che la Costituzione, all’articolo 34, recita: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso (32)”. E ha sottolineato che la stessa Costituzione dispone che l’istruzione è obbligatoria e gratuita e si è meravigliato che la Corte dei Conti abbia dato un parere difforme da quanto stabilito in Costituzione. Per Andrea Biancareddu non era necessaria una legge apposita, ma si è detto comunque soddisfatto per l’obiettivo raggiunto e ha annunciato il voto favorevole.

L’Aula ha quindi votato il passaggio agli articoli (46 sì), l’articolo 1 (48 sì), 2 (50 sì e 1 astenuto) e 3 (51 sì) all’unanimità.

Il presidente Pais ha messo poi aperto la votazione finale del testo che ha avuto il via libera all’unanimità con 51 voti favorevoli.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, ha chiesto di discutere la Mozione n. 67 (Giagoni e più) visto che era stata approvata la Proposta di legge 46/A. Il presidente Michele Pais ha spiegato che la richiesta di sospensiva, approvata dal Consiglio regionale, prevedeva il rinvio alla seduta di domani e che non aveva la possibilità di modificare una decisione presa dall’Aula.

Michele Pais ha quindi sospeso la seduta. I lavori sono ripresi nel pomeriggio.

La commissione urbanistica presieduta da Giuseppe Talanas (Forza Italia) ha ascoltato gli operatori del settore balneare sulle problematiche legate agli interventi edilizi sui litorali. Assente l’assessore Quirico Sanna, trattenuto da impegni istituzionali, gli operatori hanno sostanzialmente ribadito i contenuti di una precedente audizione svoltasi prima dell’estate, confermando in primo luogo la necessità di un intervento della Regione, anche a livello di linee-guida rivolte ai Comuni, che assicuri l’interpretazione uniforme della materia su tutto il territorio. Senza questo intervento, hanno lamentato, non si potrà eliminare l’attuale situazione di incertezza che determina forti disparità di trattamento nelle diverse realtà e l’aumento del contenzioso giudiziario amministrativo e penale, rendendo impossibile sia una programmazione di lungo termine che la ripresa degli investimenti nel settore. Secondo le organizzazioni di categoria, inoltre, sono necessarie anche una normativa regionale organica, che modifichi la legge 11/2017 nella parte in cui autorizza la presenza di strutture negli arenili per tutto l’anno solo se collegata alla pratica sportiva, ed una azione incisiva della Regione nei confronti della maggioranza dei Comuni sardi che non hanno ancora approvato i Pul (Piani urbani dei litorali). Nel dibattito hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali: Stefano Schirru del Psd’Az, Michele Cossa dei Riformatori, Giorgio Oppi dell’Udc, Giuseppe Piu e Maria Laura Orrù dei Progressisti, Valter Piscedda del Pd, Michele Ennas della Lega e Roberto Li Gioi del M5S. Esponenti sia di opposizione che di maggioranza si sono espressi in modo critico nei confronti dell’assessore per i ritardi con cui è stato trattato un argomento complesso ma vitale per lo sviluppo del turismo in Sardegna: Ritardi che devono essere assolutamente recuperati per evitare, questa la sollecitazione comune, che anche la prossima stagione estiva cominci all’insegna dell’incertezza. Infine, i consiglieri hanno auspicato che la commissione svolga un ruolo attivo, formulando al suo interno una o più proposte. Nelle conclusioni, il presidente Talanas ha recepito l’indicazione ad accelerare il lavoro della commissione nel merito assicurando una nuova riunione a breve scadenza.

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Il Consiglio regionale ha approvato la seconda variazione di bilancio, contenente disposizioni in materia sanitaria.

I lavori del Consiglio regionale sono stati aperti dal presidente Michele Pais, che prima della discussione del primo punto all’ordine del giorno ha sospeso la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais ha comunicato l’inversione dell’ordine del giorno, che prevede dunque la discussione della mozione 27. La consigliera Laura Orrù (Progressisti) l’ha illustrata, ringraziando “tutto il centrosinistra, le associazioni e gli enti locali” per l’adesione all’atto parlamentare a sua prima firma. “Il problema della plastica colpisce tutti noi e l’Europa è il secondo produttore al mondo di plastica, che finisce poi riversata in mare come ben sappiamo. L’Italia è uno dei principale produttori di stoviglie monouso e d’acqua in bottiglia di plastica, otto miliardi di pezzi ogni anno. Non possiamo più chiudere gli occhi ma dobbiamo adoperarci contro questo inquinamento. Soprattutto perché la nostra regione basa il turismo sul suo ecosistema”. L’on. Laura Orrù ha proseguito: “Noi vogliamo concretamente sollecitare tutti voi perché il mondo della produzione e dell’industria viri una volta per tutte verso un’economia di tipo circolare. Deve essere chiaro che l’economia verde può essere considerata la terza rivoluzione industriale e spero che anche la maggioranza e la Giunta concordino su questo e siano conseguenti. Dobbiamo coinvolgere tutti i Comuni e tutti i portatori di interesse per andare nella direzione plastic free, minimizzando l’uso di materiale monouso non biodegradabile a cominciare dal nostro Consiglio regionale”.

A seguire l’on. Laura Caddeo (Progressisti) ha aggiunto: “E’ indubbio che occorra legiferare ma vanno cambiati gli atteggiamenti individuali e collettivi per ridurre il consumo di plastica non biodegradabile. La chance di salvare il nostro pianeta passa dall’educazione e dalla scuola, da una massiccia campagna di alfabetizzazione ecologica. La Sardegna è terrai ideale per avviare un non più procrastinabile  cambiamento”.

L’on. Francesco Mura (Fdi) ha detto di condividere questa iniziativa e ha aggiunto che “l’educazione ambientale è il passaggio necessario per andare nella direzione di preservare l’ambiente. Per questo propongo all’opposizione un ordine del giorno congiunto che vada proprio in quella direzione”.

Per l’on. Gigi Piano (Pd) “se filtrassimo tutte le acque salate del mondo scopriremmo che sono ricche di plastica in sospensione  e la catena alimentare del mare sta subendo danni forse ormai irreparabili. Purtroppo il nostro sistema produttivo è condizionato dall’uso massiccio della plastica ma la nostra generazione ha l’obbligo morale e politico di far fronte a questa enorme emergenza, che non risparmia nemmeno la nostra isola. Sono convinto che la Giunta e in particolare l’assessore all’Ambiente condividano questi ragionamenti e queste ambizioni”.

Il Pd ha preso la parola anche con l’on. Corrias, che ha detto: “Non possiamo però lasciare i Comuni alle prese con le loro ordinanze sindacali perché non basta. Bisogna intanto vietare l’uso della plastica negli arenili e deve essere la Regione a imporre questo divieto”.

L’on. Diego Loi (Progressisti) ha esordito dicendo che “questo governo regionale non può non prendere in considerazione il tema, anche perché dal 2021 l’Ue ha previsto che la plastica non rinnovabile sia bandita. Ma in realtà questo tema rappresenta in pieno il futuro della Sardegna: non bastano gli strumenti amministrativi che un Comune ha a disposizione, se vogliamo che l’effetto sia forte. E’ più importante sensibilizzare invece che pensare di affidarci soltanto alla repressione delle condotte irresponsabili”.

A seguire l’on. Antonio Piu (Progressisti), secondo cui “bisogna essere chiari e, ad esempio, se vogliamo evitare di produrre otto miliardi di bottiglie di plastica è necessario che si consumi l’acqua della rete e che l’acqua delle case sarde non abbia un cattivo sapore. Mi auguro che la green economy e le ordinanze comunali sono il primo passo verso una necessaria sensibilizzazione ma non bastano i divieti se non si registra al tempo stesso un profondo cambio culturale”.

Sempre dai banchi dell’opposizione l’on. Eugenio Lai (Leu) ha preso la parola per dire che “il tema ambientale è ormai nel dibattito pubblico e nell’agenda delle istituzioni, visto che si tratta del tema più importante della nostra epoca e l’unico vero lasciato verso i nostri figli. Ormai è chiaro che la Regione Sardegna debba svolgere la sua parte e affiancare l’azione che già i Comuni sardi hanno già avviato, preferendo il vetro e il materiale biodegradabile. Altrettanto dovremmo fare in questo Consiglio regionale, nella nostra vita di tutti i giorni in questo palazzo”.

Il capogruppo dei Riformatori Michele Cossa, dopo aver ringraziato la collega Orrù per aver sollevato un tema molto sensibile, ha auspicato il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici in un nuovo impegno sull’argomento, colmando i gravi ritardi di tante istituzioni a cominciare dalla stessa Unione europea, che lo ha inserito solo recentemente in uno specifico piano strategico. Occorre un quadro normativo adeguato nel quale la Regione possa svolgere un ruolo più incisivo e, come Riformatori, ha aggiunto, depositeremo a breve una proposta di legge che, pur essendo per certi aspetti emergenziale, inizi ad “aggredire” il problema. Con i nostri 1841 km di coste circondate dal mare, ha detto infine, sentiamo l’inquinamento in modo particolare e dobbiamo fare qualcosa subito.

Il consigliere Roberto Deriu, del Pd, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha osservato in considerazione della volontà unanime del Consiglio, ha sollecitato la Giunta ad esprimere la sua posizione.

Il capogruppo del Pasd’Az Franco Mula ha sollecitato una breve sospensione dei lavori per definire un ordine del giorno condiviso al quale alcuni gruppi stanno già lavorando.

A nome della Giunta l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis ha sottolineato che il dibattito in Consiglio ha fatto emergere la passione dell’Assemblea sarda ma anche la preoccupazione per il problema ambientale. Successivamente ha ricordato che, a pochi giorni dal suo insediamento, furono rinvenuti nella pancia di un capodoglio piaggiato ben 22 kg di plastica e, in quella circostanza, ha precisato, tutti si sono resi conto di trovarsi davanti ad una grande sfida culturale. L’assessorato parte da una buona base, da detto ancora citando l’attività dei centri di educazione ambientale che diffondono sui territori informazioni e buone pratiche con il coinvolgimento dei Comuni, e quella della rete dei parchi e delle aree marine protette sempre più capaci di mettere in campo progetti di qualità. In sede di commissione Ambiente all’interno della conferenza delle Regioni è già emersa, ha affermato Gianni Lampis, la necessità di maggiori risorse da parte dello Stato e di revisione della normativa che classifica come speciali i rifiuti recuperati in mare, con alti costi di smaltimento e tempi eccessivamente lunghi per l’eliminazione di questi materiali. Nel nuovo Piano dei rifiuti, ha poi sostenuto, sarà importante agire sulla differenziata per arrivare ad una vera e propria filiera di settore con impianti adeguati ed efficienti che ancora mancano. L’assessore ha infine annunciato una delibera riguardante le tante sagre che si svolgono in Sardegna, alle quali sarà assegnata una premialità collegata proprio all’uso di materiali bio-degradabili. Gianni Lampis ha espresso in conclusione parere favorevole sull’ordine del giorno unitario proposto dal Consiglio.

In sede di replica, la prima firmataria della mozione Laura Orrù (Progressisti), ha manifestato soddisfazione per la qualità del dibattito, le dichiarazioni dell’assessore e la proposta di legge annunciata dai Riformatori. E’una risposta alla domanda di tanti cittadini, ha concluso, e le istituzioni regionali hanno il dovere di fare nel più breve tempo possibile qualcosa di concreto.

Subito dopo il presidente ha sospeso brevemente la seduta per consentire ai gruppi di preparare l’ordine del giorno.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato l’arrivo dell’ordine del giorno sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dei Progressisti Antonio Piu ha osservato di non aver potuto leggere il documento ed il presidente ha quindi deciso di darne lettura attraverso il segretario Carla Cuccu.

Per dichiarazione di voto, il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha messo l’accento sull’alto valore del documento che ribadisce il principio della conservazione dell’ambiente naturale, come compito etico e civile assegnato alla generazione attuale nei confronti di quelle successive.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha sottolineato che ambiente e salute sono le grandi priorità del nostro tempo, da sempre al centro dei programmi della Lega.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha espresso il parere favorevole del suo gruppo.

Successivamente l’ordine del giorno, che auspica fra l’altro un intervento legislativo urgente della Regione sulla materia accompagnato da una campagna si sensibilizzazione rivolta ai residenti ed ai visitatori, è stato messo ai voti ed il Consiglio lo ha approvato con 53 voti favorevoli.

Il presidente ha quindi sospeso la seduta riconvocando il Consiglio per le 15.30.

La seduta pomeridiana è stata aperta dal presidente Michele Pais. Il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n. 37 (Mula e più) sul potenziamento e la salvaguardia degli uffici della Motorizzazione civile di Cagliari, Sassari, Oristano e soprattutto Nuoro, a rischio chiusura, e sul trasferimento dallo Stato alla Regione delle competenze in materia di motorizzazione civile.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto chiarimenti sull’ordine del giorno con particolare riferimento al Dl n. 36 che richiederà sicuramente una discussione approfondita.

Il presidente ha assicurato la discussione del provvedimento con una tempistica adeguata comunicando però la decisione di inserire prima il dibattito sulla mozione n.37 perché l’assessore dei Trasporti Giorgio Todde non potrà essere presente all’intera seduta per impegni istituzionali.

Il primo firmatario della mozione n. 37 Francesco Mula (Psd’Az), illustrando all’Aula il documento ha ricordato in apertura il progressivo ridimensionamento degli organici degli uffici regionali della motorizzazione, a causa del blocco dei concorsi pubblici, con conseguenze negative sull’utenza e le imprese di settore. Il consigliere ha poi fornito alcuni dati sulla dotazioni organiche: l’ufficio di Cagliari è passato da 36 a 27 unità, quello di Sassari, da 40 a 15, in quello di Oristano sono presenti 13 unità ed appena 8 in quello di Nuoro. Nel frattempo, ha aggiunto Franco Mula, sono state trasferite agli uffici regionali le funzioni relative agli albi provinciali degli autotrasportatori ma la scarsità di personale ha determinato il sostanziale blocco delle revisioni dei mezzi pesanti, con prenotazioni che vanno dai 9 ai 16 mesi, disagi ed aggravi di costi per le imprese del comparto e per l’indotto. Insomma, ha sintetizzato, siamo di fronte ad un contesto grave di inefficienze pubbliche sul quale lo Stato non interviene determinando forte peggioramento del servizio, per cui è necessario ed urgente trasferire alla Regione le funzioni dello Stato in modo da garantire rinnovamento degli organici, stabilità degli orari, qualità del servizio e risorse aggiuntive per circa 10 milioni all’anno. E’una decisione indispensabile, ha concluso Mula, anche perché la Sardegna è l’unica Regione dove le competenze degli uffici della motorizzazione sono ancora collocate al livello statale.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha dato la parola all’assessore Giorgio Todde per esprimere il parere della Giunta.

L’assessore ha riferito di assicurazioni fornite dal ministero che non si sono concretizzate  e quindi la realtà della Sardegna non è cambiata, con giovani che devono sostenere l’esame della patente e autotrasportatori che lavorano con i loro mezzi che non possono accedere ad importanti servizi di pubblica utilità. L’assessore, in conclusione, ha ribadito l’impegno della Regione nei confronti del Ministero per il trasferimento di competenze e di risorse che, fra l’altro, consentiranno il reclutamento del personale a livello regionale.

Presiede l’Assemblea il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

In sede di replica il capogruppo del Psd’Az Franco Mula si è dichiarato soddisfatto delle dichiarazioni dell’assessore, soprattutto per il trasferimento in sede locale sia delle competenze che delle risorse finanziarie che consentiranno alla Regione di potenziare gli uffici.

Per dichiarazione di voto, il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha auspicato la sollecita soluzione di un problema che si trascina da anni e crea un grave danno economico all’economia della Sardegna. Già nel 2014, ha ricordato, il Consiglio aveva approvato un ordine del giorno unitario che non ha avuto seguito, pertanto è opportuno intervenire in sede di commissione paritetica per perfezionare il trasferimento di competenze attraverso una norma di attuazione.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato con 46 voti a favore.

Successivamente è stata chiamata la discussione della mozione n. 25 (Comandini e più) della quale il primo firmatario ha però chiesto il rinvio in attesa dell’acquisizione di ulteriori elementi.

Subito dopo il Consiglio ha discusso l’interpellanza n. 34 (Salaris e più) sul sistema di raccolta del sangue in Sardegna.

Illustrando l’iniziativa il consigliere dei Riformatori sardi ha ricordato che il sistema sardo richiede 108.000 unità di sangue all’anno, delle quali 82.000 sono fornite dall’Avis (42.000) e da altre associazioni. E’un deficit da colmare, ha sollecitato Aldo Salaris, sia perché determina costi aggiuntivi per la Regione nella misura di 5 milioni annui, sia perché occorre assicurare sia all’Avis che alle altre associazioni le regolarità dei rimborsi peraltro prevista da un recente accordo Stato-Regioni.

Nella risposta l’assessore della Sanità Mario Nieddu ha affermato che, a fronte dei dati citati nell’interpellanza, la Sardegna ha un indice di consumo di sangue fra i più alti d’Italia a causa della talassemia e in particolare vengono utilizzate 67 unità di sangue per 1000 abitanti rispetto ad una media nazionale di 42. Per quanto riguarda i rimborsi l’assessore ha spiegato che il riferimento era in passato ad una delibera di Giunta e non all’accordo Stato Regioni, che però verrà recepito a breve, consentendo anche al tavolo tecnico attivo già dal mese di maggio di pagare l’annualità 2018 esaminando inoltre la possibilità di incrementi dietro presentazione di adeguata documentazione.

In replica, il consigliere Salaris ha presto atto delle informazioni fornite dall’assessore, auspicando la positiva soluzione del problema.

Successivamente è stata chiamata la discussione della Mozione n.5 (Cuccu e più) sul reddito energetico.

Prima di passare all’esame del documento, il capogruppo di Leu Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che nella seduta di stamattina i capigruppo avevano deciso l’inversione dell’ordine del giorno perché il presidente della Regione Solinas voleva presenziare alla discussione del Dl 36 ma, ha osservato, il presidente ancora non c’è e vogliamo capire cosa succede.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha garantito la discussione del Dl entro la serata, dopo la mozione della collega Cuccu.

Il consigliere di Leu Eugenio La ha affermato che l’opposizione sta facendo la maggioranza sul Dl 36 che, per noi, va approvato ma a condizione che la maggioranza faccia la sua parte.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha detto che è facile sapere se il presidente della Regione c’è o non c’è, perché le riunioni della conferenza dei presidenti di Regione vengono convocate con larghissimo anticipo con ordine del giorno ben definito.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha parlato di situazione imbarazzante, perché ci è stato chiesto di rinviare per problemi interni alla maggioranza e perché il presidente voleva partecipare e tuttavia la proposta di inserire nel Dl un emendamento evidentemente inammissibile in materia di spostamento di elezione delle Province non è accettabile, anche perché abbiamo proposto soluzioni alternative e corrette per arrivare allo stesso risultato delle quali la maggioranza non ha tenuto conto.

Desirè Manca, capogruppo del M5S, ha condiviso i precedenti interventi della minoranza, precisando che gli accordi raggiunti in sede di conferenza dei capigruppo vanno rispettati, per cui occorre sapere a che ora sarà discusso l’argomento più importante dell’ordine del giorno del Consiglio.

Subito dopo il presidente Pais ha sospeso la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha chiamato il presidente Domenico Gallus (Sanità) ad illustrare all’Aula il disegno di legge 36A. “Questo testo ha avuto un via libera immediato”, ha detto il relatore, “grazie all’impegno di tutti i consiglieri e in particolare di quelli dell’opposizione, che hanno mostrato grande disponibilità. Il testo contiene manovre non eccessive ma è significativo l’aumento per i disabili extra Lea e per le facoltà di medicina delle università di Cagliari e Sassari. Ancora, la dotazione triennale di 5 milioni di euro aggiuntivi per le organizzazioni del 118, attraverso l’Areus, oltre a un milione di euro per le cure termali in Sardegna”.

L’on. Francesco Agus (Progressisti sardi) ha detto: “Ci divideremo prossimamente su altri temi sanitari ma non potevamo non sostenere politiche tecniche e positive come quelle contenute in questo testo, migliorato grazie al lavoro di tutti noi in commissione. Abbiamo evitato errori, come quelli che si stavano per fare sul 118: ora con la nuova norma non solo confermiamo il finanziamento di 5 milioni di euro ma lo confermiamo anche per i successivi due anni, sino al 2021. Questo perché riconosciamo l’importanza del lavoro di chi opera nell’emergenza urgenza sarda”. L’oratore ha aggiunto: “Vedo però all’orizzonte il rischio che lo sforzo che stiamo facendo per avere specialisti medici in tutte le specializzazioni necessarie ai sardi rischia di essere vanificato dal mancato coordinamento delle due facoltà sarde di Medicina”.

A seguire il capogruppo del Pd, on. Gianfranco Ganau, ha parlato di “miglioramento complessivo del sistema sanitario grazie a questo provvedimento. Si tratta di risorse aggiuntive che serviranno anche a ridurre le liste d’attesa oltre a formare nuovi medici specialisti. Ma si tratta soprattutto di riconoscere sotto il profilo economico il lavoro delle associazioni e coop che prestano servizio nel 118: su questo abbiamo lavorato molto in commissione e ci siamo riusciti, scongiurando il rischio di un taglio che non sarebbe stato accettabile. Con questi denari potremmo rivedere gli importi della convenzione che lega Areus alle organizzazioni”.

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha chiesto alla giunta di “accompagnare per il futuro le variazioni di bilancio a una relazione che ci possa far capire per quale ragione si propone quella variazione”.

Per la Giunta l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ha spiegato il provvedimento: “L’obiettivo di questo disegno di legge è migliorare la qualità dell’assistenza erogata, a cominciare dall’abbattimento delle liste d’attesa e anche sul fronte dell’assistenza domiciliare e dell’emergenza”.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu)  “è un disegno di legge importante, vale 30 milioni di euro e in pochi giorni arriviamo a questo risultato grazie alla disponibilità dei commissari e degli assessori. C’è davvero poco da aggiungere”.

Il vicecapogruppo  Pd, on. Roberto Deriu, ha ricordato che “nella scorsa legislatura erano stati analizzati i bilanci di queste coop e associazioni, si tratta di rendiconti con una perdita strutturale. Queste risorse che oggi stiamo prevedendo per il triennio servono dunque a pareggiare i bilanci, in linea con una politica di salvaguardia del 118 sardo, che è quasi tutto svolto da privati sardi. Peraltro, questi fondi devono essere erogati immediatamente perché sarebbe beffardo il contrario, se questo non avvenisse. L’assessore Mario Nieddu deve prendere un impegno con speciale attenzione”.

Approvato l’articolo 1 e così il 2; il 3 con l’allegato 1 e l’allegato 2.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha dichiarato voto favorevole «perché la giunta si impegna a dare corso al risultato del referendum e a predisporre un provvedimento che riporti le Province all’elezione diretta».  Francesco Agus (Progressisti) ha detto di non votare a favore ed ha contestato la presentazione di un ordine del giorno in materia di Enti locali collegato ad un disegno di legge che riguarda una variazione di bilancio per dotazioni alla sanità . Massimo Zedda (Progressisti) ha argomentato il suo dissenso in linea con quanto affermato dal capogruppo Francesco Agus ed ha affermato: «Un conto è parlare dello slittamento delle elezioni di secondo grado per le Province ed un altro è introdurre l’argomento dell’elezione diretta, anche perché a mio giudizio prima deve esserci una profonda riforma della Regione».

Eugenio Lai (LeU) ha precisato che la discussione dell’ordine del giorno è stata resa possibile dalla deroga accordata in sede di capigruppo dai rappresentanti della minoranza ed ha annunciato voto favorevole. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo LeU, Daniele Cocco: «Siamo a favore della proroga e suggerisco di protrarla almeno fino alla fine dell’anno».

Giuseppe Meloni (Pd) ha ricordato le sollecitazioni alla Giunta per l’approvazione di un’apposita norma da sottoporre all’esame del Consiglio ed ha evidenziato insieme con il ritardo anche la mancanza di accordo in maggioranza sul numero delle province.

Il capogruppo Udc, Giorgio Oppi, ha ricordato la decisione unanime della capigruppo sull’ammissibilità dell’ordine del giorno ed ha invitato i consiglieri ad essere conseguenti, seguito dal presidente Pais il cui intervento è stato contestato dal consigliere Antonio Piu (Progressisti) che annunciando il voto di astensione ha precisato che il suo gruppo ha dato parere favorevole alla discussione dell’ordine del giorno riservandosi di esprimersi nel merito nel corso della discussione. Massimo Zedda e Agus hanno ribadito, intervenendo per fatto personale il concetto espresso dal consigliere Piu mentre l’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, a nome della Giunta ha confermato l’impegno dell’esecutivo a presentare entro la prossima settimana un disegno di legge sul ripristino delle elezioni dirette nelle province.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione l’ordine del giorno Dario Giagoni e più che impegna il presidente della Giunta a procedere al rinvio della data fissata per l’elezione dei presidenti delle province (5 ottobre 2019) ed è stato approvato con 36 favorevoli e 15 astensioni. Successivamente ha posto in votazione il testo finale del disegno di legge n. 36 che è stato approvato con 49 voti a favore su 49 votanti.

Dopo uno scambio polemico con il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) il presidente Michele Pais ha dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione del Consiglio al domicilio.

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«Non abbiamo intenzione di chiudere il San Marcellino, né tanto meno vogliamo depotenziarlo. Una struttura valida. Tra i presidi periferici della Sardegna è sicuramente uno dei migliori, dal punto di vista edilizio ed organizzativo.»

Lo ha dichiarato l’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ai sindaci del Sarrabus nel corso dell’incontro pubblico che si è tenuto nel comune di Muravera al termine del sopralluogo all’ospedale della città e a cui hanno partecipato anche i consiglieri regionali, gli onorevoli Roberto Caredda, Giorgio Oppi, Fausto Piga e Stefano Schirru. Presente anche il deputato sardo Guido De Martini, componente della commissione Sanità della Camera. Circa 6 milioni di euro la spesa per la ristrutturazione del nosocomio che serve un territorio di 30 mila abitanti e ha un afflusso turistico di 3,5 milioni di presenze l’anno.
«I servizi erogati oggi nell’ospedale di Muravera – ha rassicurato l’assessore della Sanità – verranno mantenuti e possibilmente implementati. Abbiamo in programma di bandire circa settanta concorsi per medici e operatori del comparto sanitario, per dare una prima forte risposta alla cronica carenza di personale nei presidi dell’isola.»
L’esponente della Giunta Solinas ha poi concluso intervenendo sull’imminente riforma del sistema sanitario: «Il San Marcellino, così come altri presidi territoriali dell’isola, sconta il peso dei una politica che per aderire al DM. 70, ha tagliato i servizi e abbandonato le strutture periferiche a una lenta agonia. La riforma partirà dal superamento del modello fondato sull’Ats e si completerà con ciò che metteremo insieme attraverso gli Stati generali della Salute, che partiranno in autunno e avranno il preciso compito di coinvolgere i territori in questo delicato, ma indispensabile processo per il futuro della sanità della Sardegna».

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Gli assessori regionali dell’Industria Anita Pili e dei Lavori pubblici Roberto Frongia, hanno partecipato stamane, a Iglesias, ad un incontro con i sindaci del Sulcis Iglesiente (presenti ben 18 su 23), consiglieri regionali (Giorgio Oppi, Michele Ennas, Stefano Tunis e Carla Cuccu), imprenditori e sindacalisti, nella sala consiliare del Municipio.

Dopo l’introduzione del sindaco di Iglesias, Mauro Usai, padrone di casa, si sono sviluppati numerosi interventi, nel corso dei quali sono state sviscerate le varie problematiche del tessuto industriale e non solo, le prospettive di nuovo sviluppo, con l’obiettivo puntato sulla dotazione infrastrutturale del Sulcis e sugli investimenti da realizzare, le criticità legate all’infrastrutturazione primaria, ai problemi relativi alla banda larga e, naturalmente, a tutti gli aspetti legati alla tutela dell’ambiente.

Abbiamo registrato alcuni interventi, che a breve proporremo. Il primo ad intervenire è stato il rag. Carlo Lolliri, dirigente della Portovesme srl.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10220255875374983/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10220255913535937/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10220255953736942/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10220256018418559/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10220256196783018/

 

 

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«La salvaguardia degli equilibri di bilancio del comune di Iglesias, come affermato dal sindaco Mauro Usai nei giorni scorsi, è stata correttamente approvata dal Consiglio Comunale lo scorso 31 luglio, ovvero nel pieno rispetto dei termini dovuti. La situazione del bilancio del comune di Iglesias in parte corrente, è da molti anni in una situazione di sofferenza, per via degli esorbitanti costi che l’Amministrazione deve affrontare per la gestione di Casa Serena, che voglio ricordare era una struttura di proprietà della Regione Sardegna fino al 2007, e quindi era a carico delle casse regionali.»

Lo scrive, in una nota, il presidente della 1ª Commissione Bilancio e Attività Produttive del comune di Iglesias, Nicola Concas.

«Dal 2007 al 2011, la Regione finanziava in via ordinaria il Comune di Iglesias per i costi di gestione della struttura. Dal 2011 in poi, la Regione ha continuato a contribuire in maniera straordinaria per Casa Serena. Nessuna stampella quindi – conclude Nicola Concas -, ma la prosecuzione di un contributo che la Regione Sardegna versa da anni al comune di Iglesias, contributo confermato anche per l’annualità corrente, grazie all’impegno determinante dell’onorevole Giorgio Oppi e dell’assessore regionale del Bilancio Giuseppe Fasolino.»

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Il Consiglio regionale ha approvato il rendiconto per il 2018 ed il disegno di legge sulle agevolazioni tariffarie finalizzate a favorire la mobilità sostenibile e contrastare la dispersione scolastica.

Il presidente Michele Pais ha informato il Consiglio che la conferenza dei capigruppo ha concordato il testo di una mozione con cui l’intera Assemblea esprime ferma condanna nei confronti degli atti intimidatori accaduti nella notte tra il 29 e il 30 luglio scorso a Cardedu e a Dorgali. Successivamente lo stesso presidente ha dato lettura del testo della mozione n. 46 nella quale “si impegna la Giunta ad assumere tutte le iniziative idonee a prevenire i fenomeni segnalati ed a sensibilizzare il Governo nazionale per avviare tutte le azioni possibili per tutelare concretamente chi svolge il delicato ruolo di amministratore locale”.

Aprendo la discussione il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha definito la mozione “il minimo si potesse fare dopo gli ultimi avvenimenti criminosi che sono avvenuti a danno del sindaco di Cardedu Matteo Piras e a danno della sede del Partito Democratico di Dorgali e aggiungerei anche le minacce subite dal vice sindaco di San Teodoro. Credo che questo problema atavico, ha sostenuto, abbia davvero necessità di essere finalmente affrontato in maniera seria e determinata in modo che la Giunta si faccia interprete col Governo nazionale affinché si adottino tutti gli atti e gli strumenti possibili e immaginabili per porre freno a questo fenomeno che sta diventando quasi un processo ineludibile. Lo Stato, secondo Daniele Cocco, deve rispondere mettendo a disposizione i presidi dello Stato mentre alcune caserme dei centri più piccoli dell’interno della Sardegna sono state chiuse. E non è possibile, ha poi lamentato, che chi sta a capo del Ministero dell’interno o chi per lui chieda ai Comuni di farsi carico di mettere a disposizione delle strutture per poter riaprire quelle caserme. Io credo che se la risposta è questo ben poco si potrà fare; quindi è lo Stato che noi vogliamo e lo Stato ci deve essere. Quindi, ha concluso, chiedo che la risposta dello Stato sia concreta e concretezza vuol dire non chiudere quelle caserme che ci sono, non togliere quei servizi che ci sono, ma oltre che potenziarle quelle caserme che sono stati chiuse io chiedo ad alta voce che vengano immediatamente ripristinate.

Il consigliere Fausto Piga (Fdi) ha annunciato la posizione favorevole del suo gruppo sulla mozione. In questa legislatura, ha ricordato, registriamo probabilmente per la prima volta il maggior numero di Consiglieri primi cittadini ed anche amministratori locali. Fare il sindaco del paese in cui vivi, ha spiegato, è quanto di più bello, credo, possa capitare; un ruolo prestigioso di responsabilità, un ruolo che non si fa per soldi, soprattutto nelle piccole comunità, ma con tanta passione e con tanto entusiasmo, con lo spirito di essere utili al prossimo. Di fronte agli ultimi atti intimidatori, ha proseguito, deve essere forte la posizione di quest’Aula nell’appellarsi al Governo centrale, perché effettivamente si prenda carico di questa problematica, che non riguarda soltanto gli amministratori locali ma anche associazioni, partiti, di autorità di pubblica sicurezza; e credo perciò che, al di là delle frasi di circostanza, bisogna essere chiari, non vogliamo passerelle del politico di turno, non vogliamo solidarietà, pacche sulle spalle o strette di mano, ma fatti concreti come il potenziamento dei presidi di pubblica sicurezza in tutti i Comuni, soprattutto i più piccoli. Ma, soprattutto, ha continuato, dobbiamo avere risposte verso il trovare i colpevoli di questi atti, perché purtroppo quasi sempre rimangono impuniti.

Il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha assicurato il sostegno del gruppo al documento che, come tale, non può avere effetti pratici immediati ma almeno quello di manifestare la vicinanza e la solidarietà del Consiglio regionale a tutti gli amministratori che vivono in trincea la loro esperienza amministrativa e diventano terminali di tensioni di cui spesso non sono responsabili o di scelte che fanno nell’interesse della comunità che magari scontentano qualcuno e questo qualcuno si vendica nel modo più facile nei loro confronti; atti inaccettabili e criminali che purtroppo sono spesso accompagnati da un sentimento anche di impunità, ecco perché è importante che ci sia non soltanto il presidio ma anche un’azione efficace delle forze dell’ordine nel contrastare questi fenomeni, nell’individuare i responsabili e nel colpirli il più pesantemente possibile. Abbiamo poi la novità, ha proseguito, dell’aggressione alla sede di un partito politico, nello specifico il PD; spero che non sia così, ma all’apparenza sembra un atto di terrorismo politico, cosa preoccupante che penso vada stigmatizzata al pari degli attentati nei confronti degli amministratori locali, perché sono gesti che minano alla radice le dinamiche della nostra democrazia. Quindi, ha concluso, credo che sia necessaria un’azione di tipo preventivo e repressivo, ma anche di tipo educativo e tipo pedagogico nei confronti della cittadinanza perché si comprenda che questi atti hanno un effetto devastante che va al di là degli atti in se stessi.

Il consigliere Emanuele Cera (Forza Italia) ha ricordato che ogni tanto ci ritroviamo di fronte ad attentati e ad atti che non sono sicuramente l’espressione della democrazia in Sardegna. Attentati ed atti che, a suo avviso, vanno tutti fermamente condannati, da quelli contro il sindaco di Cardedu, all’attentato contro la sezione comunale del PD di Dorgali. Nell’esprimere la mia solidarietà, ha aggiunto, lo esorto a tenere duro e a continuare a rappresentare la propria comunità con spirito di servizio, nella massima espressione della democrazia.

Si deve assolutamente impedire, ha auspicato, che il territorio venga abbandonato alle scorrerie di chi invece non vuole regole e vuole agire liberamente nella gestione del bene comune.  Credo poi, ha detto ancora Cera, che la riapertura dei presidi su tutto il territorio regionale sardo sia un atto dovuto da parte dello Stato centrale e ritengo doveroso difendere i sindaci e difendere la democrazia della nostra isola, con una vera e concreta azione di prevenzione e di contrasto alla criminalità; mettiamo i sindaci nelle condizioni di poter rappresentare le proprie comunità, di garantire la democrazia, e offrire alle comunità amministrate i servizi utili e necessari di cui hanno bisogno.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha ricordato che agli amministratori locali, sempre in prima linea, sono sempre più esposti ad attentati che in Sardegna registra dimensioni tali da collocarla ai primi posti a livello nazionale come incidenza sulla base della popolazione, oltre alla novità per la Sardegna di un attentato alla una sede di un partito. In questi anni, ha detto ancora, ho visto sfilare numerosi ministri dell’interno che hanno preso impegni che poi non si sono dimostrati utili lasciando gli amministratori locali ad atti delinquenziali puro, dovuti semplicemente al ruolo che svolgono i sindaci, che è quello di garantire la legittimità degli atti pubblici. Rispetto a queste cose noi dobbiamo reagire e prendere posizione nell’interesse della nostra democrazia. In Sardegna, ha proseguito, è stato attivato un sistema di videosorveglianza indubbiamente utile, ma abbiamo necessità di un’attenzione vera da parte dello Stato e del potenziamento della rappresentanza delle forze dell’ordine sul territorio, nella speranza che sia davvero l’inizio di un percorso che punta ad un controllo maggiore del territorio e ad una prevenzione di questi attentati.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha affermato che, oltre all’attentato subito dal Sindaco di Cardedu, merita una riflessione particolare quello nella sezione del Pd di Dorgali per alcune caratteristiche purtroppo nuove in Sardegna al quale si sono aggiunte poi le scritte intimidatorie qualche giorno fa al sindaco di Cuglieri e l’intimidazione al vicesindaco di San Teodoro. Rispetto a questo, ha osservato, non so se possa essere utile da sola la presenza sul territorio delle forze dell’ordine, i cui organici in Sardegna complessivamente sono in realtà molto consistenti o se invece non sia indispensabile avere presidi di cultura, istruzione, scuola ed educazione alla vita e al rispetto della vita altrui.

Il consigliere Gian Franco Satta (Psd’Az) si è soffermato sulla complessità della figura dei Sindaci, che non hanno la bacchetta magica e non possono risolvere tutti i problemi di ogni giorno, ma questa complessità bisognerebbe avere la forza di iniziare a spiegarlo soprattutto dalle scuole, respingendo la logica del buco non tappato che è colpa del Sindaco, come il buco nella strada, l’albero che sta cadendo o la mancanza di lavoro. Non solo, ha continuato, sappiamo benissimo che oggi il Sindaco è anche terrorizzato a fare una delibera, perché sente gli occhi puntati anche dalla magistratura che spesso, anziché occuparsi proprio di chi ha commesso questo tipo di attentati, si occupa invece di puntualizzare gli errori degli amministratori.

Chiedo quindi, ha concluso, che il Consiglio regionale, magari anche nella persona del Presidente del Consiglio, si impegni per il futuro ad intervenire per attivare i servizi di videosorveglianza dove non ci sono, vero deterrente contro questo tipo di atti che non hanno mai una giustificazione e non ce l’hanno neanche quando viene colpito un partito, come a Dorgali, dove forse potrebbero esserci secondo me anche dei risvolti non politici.

Il consigliere Pierluigi Saiu (Lega) ha definito il dibattito in Consiglio un atto dovuto, nei confronti dei Sindaci e degli amministratori locali che proprio in questi giorni hanno subito attentati, intimidazioni, e sono stati oggetto di violenza, come le loro famiglie, ed i loro cari. A nome della Lega, Pierluigi Saiu ha poi espresso solidarietà nei loro confronti, ferma massima condanna dei gesti criminali che li hanno colpiti e l’auspicio che i colpevoli vengano individuati e puniti. Ma questo dibattito, ha affermato, ha la funzione di dire ai Sindaci della Sardegna che non resteranno soli; i Sindaci oggi e gli amministratori locali in generale sono bersagli perché hanno molte responsabilità, sono la rappresentanza politica più vicina ai cittadini, la prima frontiera del malessere delle persone e allora non saremmo del tutto onesti se non riconoscessimo che la funzione di questo dibattito è soprattutto quella di richiamare alle sue responsabilità il Governo nazionale senza per questo sottrarci alle nostre, come Consiglio regionale della Sardegna. In prima Commissione, ha ricordato, è iniziato il dibattito sulla riforma degli enti locali, e quella sarà la sede in cui affrontare anche il tema della solitudine degli amministratori locali, chiamati ad affrontare tutti i giorni il malessere delle persone, dei cittadini, amministratori ai quali dobbiamo dare  strumenti, poteri e risorse per affrontare efficacemente i problemi che i cittadini delle nostre comunità tutti i giorni fanno presenti.

Pierluigi Saiu ha, infine, rivolto al Consiglio un appello per evitare che il dibattito superi i livelli di guardia, diventi eccessivo, si trasformi come è successo anche all’inizio di questa legislatura in azioni di autentico linciaggio contro l’avversario politico che diventa nemico, un appello che ha auspicato sia condiviso da tutte le forze politiche.

Dopo l’on. Pierluigi Saiu anche l’on. Gallus ha espresso la solidarietà agli amministratori locali a nome dell’Udc e ha invitato “i giovani a non mollare e a impegnarsi per i loro Comuni nonostante le minacce e gli attentati alle istituzioni”.

Ha preso poi la parola il presidente Pais che  ha messo ai voti la mozione, approvata dall’Aula all’unanimità con 49 voti.

A seguire, l’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha riferito che i segretari comunali di Olbia e Tempio hanno ricevuto una comunicazione dall’ufficio elettorale per richiedere l’elenco dei consiglieri comunali e sindaci in carico in vista delle elezioni provinciali del 5 ottobre. “Mi chiedo dunque, alla luce dell’imminente chiusura del Consiglio, che fine abbia fatto la mia proposta di legge 6 e quali siano le reali intenzioni della maggioranza sotto il profilo della riforma degli enti locali”.

Sempre dal Pd l’on. Piero Comandini ha parlato “dell’ennesima fumata nera della Giunta sulla nomina del commissario dell’Ats. Ci sono rischi enormi in tutto questo: la più importante azienda pubblica sarda è senza rappresentante legale e nessuno può firmare le procedure per costituirsi in giudizio. Non esiste nemmeno il responsabile della sicurezza e qualunque danno accada non si sa bene in capo a chi debba essere posto. Ci sono evidenti profili che riguardano la Corte dei conti e i diritti dei cittadini”.

Per la Sinistra l’on. Daniele Cocco si è rivolto all’Aula sul tema dei trasporti e delle Motorizzazioni civili della Sardegna, in gravissime difficoltà per mancanza di personale come segnalato anche in un recente atto parlamentare dal Gruppo Psd’Az in Consiglio regionale. L’on. Daniele Cocco ha segnalato la necessità di aprire una interlocuzione con la Direzione delle Motorizzazioni civili al ministero dei Trasporti, “anche in considerazione della presenza in Sardegna in questi giorni dei massimi dirigenti che hanno dato disponibilità per un incontro istituzionale”.

L’on. Pierluigi Saiu (Lega) ha replicato all’on. Giuseppe Meloni ed ha annunciato i prossimi impegni della commissione Autonomia, garantendo che “per la Gallura la nuova maggioranza si comporterà di certo meglio di come si è comportata la precedente”.

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) “le istanze di un territorio così vasto e importante saranno ascoltate”.

Sullo stop del trenino verde l’on. Lai (Sinistra) ha sollecitato un impegno perché “oggi Arst ha certificato che 130 lavoratori rischiano di rimanere a casa se non viene firmato prima possibile il contratto di servizio tra l’assessorato ai Trasporti e l’Arst”.

La capogruppo Cinque Stelle, on. Desirè Manca, è intervenuta per dire: “Perdiamo ore in questa aula per parlare del nulla. Iniziamo a parlare di temi perché la gente fuori aspetta i nostri fatti”. Il presidente Michele Pais ha spiegato che l’ordine del giorno prevede temi concreti e proposte di legge.

L’Aula ha iniziato ad affrontare il rendiconto di gestione dell’esercizio 2018 del Consiglio regionale. L’on. Antonio Piu a nome del collegio dei questori lo ha illustrato. L’on. Antonello Peru (FI) ha toccato il tema del personale, che nei prossimi anni passeranno per effetto dei pensionamenti dal 176 a circa la metà e ha aggiunto: “Non possiamo reclutare attraverso la mobilità della pubblica amministrazione le funzioni apicali perché si tratta di sostenere l’azione legislativa. Dunque, ritengo sia necessario dare nuovi strumenti di lavoro ai consiglieri al di là della appartenenza politica di ciascuno di noi”.

A nome dei Riformatori l’on. Michele Cossa ha detto: “L’on. Antonello Peru ha messo il dito nella piaga rispetto al problema del personale, che è un problema davvero per tutti dentro il Consiglio regionale. Siamo a volte nella condizione di rischiare di produrre leggi che sono contrarie alla stessa intenzione del legislatore”.

Dello stesso avviso l’on. Giorgio Oppi (Udc), che ha detto: “Per i quattro anni precedenti ho votato contro il bilancio del Consiglio regionale e l’ho fatto per tante ragioni, non ultimo la perdita di dignità del Consiglio regionale. Oggi per la prima volta voterò a favore ma certo preoccupa il fatto che nel giro di un anno e mezzo una quarantina di dipendenti andranno in pensione. Servono strutture necessarie e moderne: siccome la volontà c’è, ripeto, voterò a favore, ma è necessario fare in fretta tutte le gare perché il Consiglio regionale abbia la sua centralità e il suo ruolo”.

Il presidente Pais ha annunciato che all’inizio di settembre verrà redatto un piano di riordino generale del Consiglio regionale e ha aggiunto: “Verranno date tutte le risposte necessarie”.

L’Aula ha approvato il rendiconto e gli allegati.

Il presidente dell’assemblea sarda ha quindi dichiarata aperta la discussione sul disegno di legge n. 37 ed ha concesso la parola al capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, che ha proposto l’inversione dell’ordine del giorno, chiedendo l’immediata discussione del disegno di legge n. 25 (Giunta regionale) che ridefinisce i confini tra i comuni di Magomadas e Tresnuraghes.

Preso atto del favore unanime alla proposta avanzata dal capogruppo Michele Cossa, il presidente Michele Pais ha concesso la parola al consigliere del gruppo Progressisti, Diego Loi, per l’illustrazione del provvedimento. Il consigliere della minoranza ha quindi dato lettura della relazione allegata al testo di legge e ne ha auspicato l’approvazione da parte dell’Aula.

Alfonso Marras (Riformatori) ha espresso soddisfazione per “la definizione di una vicenda che si protrae da tempo” e per la dimostrazione della vicinanza della Regione alle popolazioni interessate e ai territori. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del consigliere di Forza Italia, Emanuele Cera, che ha ringraziato Giunta e commissione per l’attenzione dimostrata ed ha però ricordato che “restano altri casi simili da risolvere”. Giuseppe Meloni (Pd) si è detto contento per l’imminente approvazione del provvedimento ed ha evidenziato che nella Prima commissione è presente una proposta di legge che prevede il ricorso al referendum per la ridefinizione dei confini delle province.

L’assessore degli Enti Locali, Quirico Sanna, ha dunque dichiarato il favore della Giunta e il Consiglio ha proceduto con distinte votazioni ad approvare il passaggio all’esame degli articoli, quindi l’articolo 1 (Ridefinizione dei confini tra i Comuni di Magomadas e Tresnuraghes); poi l’articolo 2 (Regolamento dei rapporti patrimoniali e finanziari) sul quale ha annunciato voto favorevole a nome del gruppo la consigliera della Lega, Annalisa Mele; l’allegato a) e il testo finale, che ha avuto il via libera con 53 favorevoli e un astenuto.

Aperta la discussione sul Disegno di legge n. 37 (Giunta regionale) “Agevolazioni tariffarie finalizzate a favorire la mobilità sostenibile e contrastare la dispersione scolastica. Modifiche al comma 33 dell’articolo 5 della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 (Legge di stabilità 2019)” il relatore Michele Cossa (Riformatori sardi) ha illustrato i principali contenuti del provvedimento che stanzia 14 milioni di euro per l’abbattimento dei costi dei titoli di viaggio per gli studenti.

L’esponente della maggioranza ha salutato con favore l’incremento degli stanziamenti ma ha posto l’accento sulle problematicità che caratterizzano il trasporto pubblico locale, ad incominciare dalla vetustà dei mezzi e dalla inadeguatezza dei collegamenti stradali e ferroviari («E’ inutile fare gli sconti sugli abbonamenti se non possiamo offrire mezzi di trasporto adeguati»). Serve affrontare il tema del trasporto pubblico – ha concluso il capogruppo Michele ossa – ed auspico che già in finanziaria si stanzino le risorse necessarie per migliorare qualitativamente e quantitativamente i servizi del trasporto».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha lamentato con toni polemici l’assenza dall’Aula dell’assessore regionale dei Trasporti ed ha chiesto un rinvio della discussione del disegno di legge, reclamando chiarimenti da parte dell’assessore Giorgio Todde.

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ha quindi replicato informando il Consiglio degli impegni dell’assessore Giorgio Todde a Roma per siglare il contratto che consente la riattivazione in Sardegna del Trenino Verde, in conseguenza anche delle intervenute modifiche legislative.

Dopo una breve sospensione dei lavori, il consigliere del Pd, Roberto Deriu, è intervenuto nel merito del provvedimento ed ha criticato l’approccio alla discussione proposto dal relatore Cossa, sottolineando invece l’importanza delle misure proposte nel disegno di legge in favore degli studenti e più in generale per sostenere l’istruzione in Sardegna. «Non sono i trasporti al centro della discussione – ha spiegato l’esponente della minoranza – ma le politiche verso i giovani e gli studenti, considerato che il futuro ci riserva una Sardegna sempre più povera ignorante  e vecchia». Deriu ha quindi ribadito la necessità di investimenti nell’istruzione ed ha ricordato come l’iniziativa sia stata varata nella precedente legislatura («Plaudo all’iniziativa e auspico che si approvi il prima possibile perché più che gli assessori presenti mi interessano gli atti, soprattutto quando chi li ha proposti non ha aiutato granché a redigerli»).

Antonio Piu (Progressisti) ha invece dichiarato di apprezzare l’impostazione al dibattito offerta dal relatore Michele Cossa e si è rammaricato per l’assenza dell’assessore Todde. «Quando si stanzino 14 milioni di euro per il trasporto degli studenti – ha spiegato l’esponente della minoranza – è importante sapere se potranno viaggiare su mezzi e strade adeguati». Antonio Piu ha definito l’imminente via libera alla proposta legislativa come “una vittoria del buonsenso” ricordandone la prima approvazione nella precedente legislatura.

Il presidente Michele Pais ha quindi dato la parola al consigliere Fausto Piga (FdI), il quale si è detto favorevole al disegno di legge e ha evidenziato l’importanza di ridare dignità al trasporto pubblico locale e di invogliarne l’utilizzo. Per Fausto Piga da troppo tempo si interviene poco in questa direzione. Il consigliere ha quindi evidenziato i problemi  degli autobus e del parco treni, ormai vecchi, sottolineando che questa maggioranza ha ereditato una situazione complicata, “ma abbiamo cinque anni per fare meglio e bisogna iniziare subito”. Fausto Piga ha poi chiesto attenzione per “assuntori” della linea a scartamento ridotto, che  vorrebbero capire quale indirizzo si intende prendere per la loro stabilizzazione. Eugenio Lai (Leu) ha condiviso l’intervento del collega del Pd, Roberto Deriu, ricordando che l’obiettivo è quello di fare un  grande investimento sui nostri ragazzi, partendo dai trasporti e la mobilità, continuando con la cultura e l’istruzione. Lai ha ricordato che sono stati tanti gli interventi messi in campo dalla precedente Giunta, tra cui il progetto Iscol@, e che bisogna proseguire in questa direzione garantendo ai ragazzi il diritto all’istruzione e a una mobilità sostenibile. Sul tema degli autobus da sostituire, il consigliere di opposizione ha anche ricordato all’Aula che stanno arrivando i mezzi della prima parte degli acquisti fatti dalla precedente Giunta. Poi rivolgendosi al capogruppo della Lega, Dario Giagoni e alla risoluzione del problema del Trenino verde, ha affermato che sarebbe auspicabile prevenire le polemiche in politica con una migliore programmazione e che pur facendo piacere che i problemi siano stati risolti, lasciano l’amaro in bocca visto che siamo a stagione turistica inoltrata.  Sugli assuntori ha auspicato infine una risoluzione positiva.

Massimo Zedda (Progressisti) ha affermato di volersi concentrare sull’argomento in discussione: ossia  il fatto che i giovani abbiamo gravi disagi e difficoltà a spostarsi con i mezzi pubblici, con forti limitazioni soprattutto nelle aree periferiche. Disagi che contribuiscono allo spopolamento di molte aree della Sardegna, costringono gli studenti ad affrontare ore di viaggio per poter frequentare scuole e università e, non essendo presenti mezzi che viaggiano di notte, costringono i giovani a utilizzare mezzi propri con un elevato rischio di incidenti. Massimo Zedda ha affermato che, per combattere lo spopolamento, la dispersione scolastica, gli incidenti stradali, bisogna avere un trasporto pubblico efficiente e trasporti alternativi come il  car sharing. Per il consigliere di minoranza serva anche un monitoraggio degli orari che consenta a chi usa i mezzi pubblici di programmare gli spostamenti.

Pierluigi Saiu (Lega Salvini Sardegna) ha affermato di avere grande rispetto per i consiglieri dell’opposizione, quando si partecipa a un confronto sui temi e sul merito delle questioni, “mentre non mi appassiono in nessun modo a una polemica sulla presenza di un assessore ai banchi”,  ricordando che l’assessore Giorgio Todde si è molto impegnato perché la variazione di bilancio in esame venisse presentata e venisse autorizzata la rideterminazione della spesa sulla scontistica  per gli studenti.  Ha poi risposto al consigliere Eugenio Lai: “La priorità per noi non è prevenire le polemiche, per noi la priorità è risolvere i problemi”. Pierluigi Saiu ha poi affermato che è importante che l’Aula voti questo provvedimento che garantirà agli studenti uno sconto sulle tariffe pari all’80%. Il consigliere di maggioranza ha poi ricordato che la dotazione inizialmente prevista dalla passata Giunta, 10.5 milioni di euro, si è dimostrata inadeguata e insufficiente. Con questo disegno di legge verrà rideterminato lo stanziamento aggiungendo 3,5 milioni di euro ai 10,5 milioni di euro per consentire agli studenti sardi di poter contare su un provvedimento importante. E ha affermato che “la discussione sul trasporto pubblico locale vada rimandata alla sede deputata a questo confronto e cioè alla riforma del trasporto pubblico locale a cui dobbiamo iniziare a lavorare”.

Il presidente Pais ha quindi dato la parola all’assessore del Lavoro, e vice presidente della Giunta regionale, Alessandra Zedda, la quale in apertura ha confermato che l’assessore Giorgio Todde era impegnato per la firma del contratto sul Trenino verde e che, diversamente, sarebbe stato in aula. “La tematica dei trasporti interni ed esterni riveste per la nostra Regione certamente un’importanza strategica e di ampio respiro”. Alessandra Zedda, rappresentando la visione dell’assessore Giorgio Todde e del presidente Solinas, ha affermato “stiamo parlando di uno degli adempimenti fondamentali che non solo ha questa Giunta, ma ha certamente anche questo Consiglio” Alessandra Zedda si è detta d’accordo sulla necessità di portare in Aula un’ampia discussione sulla tematica dei trasporti, e non solo sul trasporto pubblico locale, e dei provvedimenti conseguenti”. L’assessora ha ricordato l’importanza della mobilità interna anche nell’ottica di combattere la dispersione scolastica, ma anche lo spopolamento. E ha aggiunto: “La prossima sfida del Fondo Sociale Europeo, in particolare per gli Assi che riguardano l’istruzione, la formazione e l’inclusione, sono fortemente legati al tema del trasporto perché non si può abbattere uno spopolamento se non abbiamo un’infrastrutturazione regionale, e qui inserisco anche i temi dell’infrastrutturazione ferroviaria e del gommato”, ha proseguito, “dobbiamo avere una visione complessiva”. Alessandra Zedda ha annunciato che “l’obbligo formativo sarà fortemente sostenuto dal vitto, alloggio e trasporto e riguarderà gli studenti più bisognosi e non solo, perché attraverso l’obbligo formativo probabilmente avremo modo di combattere di più e meglio la dispersione scolastica”. Alessandra Zedda ha ricordato che in discussione c’è una variazione di bilancio con un’integrazione di 3,5 milioni, risultati necessari “in base a calcoli più rispettosi delle esigenze da qui ai prossimi mesi” e ha affermato l’urgenza di approvare il disegno di legge in modo da poterlo rendere operativo nei tempi utili per gli studenti.  Poi parlando del rientro della Sardegna nell’Obiettivo 1 ha affermato che “la prossima sfida dei fondi comunitari credo che ci veda tutti i protagonisti affinché davvero da un lato l’essere rientrati nell’Obiettivo 1 ci porta magari ad avere due minuti di riflessione negativa, ma dall’altra ci deve far capire da subito che la sfida del raddoppio dei fondi comunitari ci deve veramente far capire che è iniziata una nuova era”, e ha auspicato che “si possa utilizzare la programmazione 2021-2027 insieme per intervenire davvero in maniera determinante sui principali problemi che viviamo tutti i giorni, ma soprattutto che affliggono la nostra Sardegna e impediscono lo sviluppo”.

Il presidente ha quindi chiuso la discussione generale e ha messo in votazione il passaggio all’esame degli articoli, che è stato approvato.  L’Aula ha approvato poi in rapida sequenza gli articoli 1 (votanti 51, sì 51), 2 (votanti 50, sì 50), 3 (votanti 50, sì 50), e gli allegati 1 (votanti 49, sì 49) e 2 (votanti 51, sì 51). Prima della votazione finale il presidente ha dato la parola al capogruppo dei Riformatori sardi, Michele Cossa, per  dichiarazione di voto. Il consigliere ha annunciato il voto favorevole suo e del suo gruppo, ricordando che oltre all’approvazione degli sconti è necessario anche rinnovare il parco mezzi. Michele Cossa ha aggiunto: “Raccolgo la proposta dell’onorevole Zedda di dedicare una seduta su questo argomento, ma vorrei parlarne di fronte a un disegno di legge”.

Voto favorevole del gruppo del Pd è stato annunciato dal capogruppo Gianfranco Ganau. “Esprimo apprezzamento per la proposta che è arrivata in Aula e che integra con 3,5 milioni di euro lo stanziamento precedentemente impostato per 10,5 milioni e che sta a testimoniare che non è inutile questo provvedimento che ha una valenza importante. Una valenza che è finalizzata appunto all’abbattimento dei costi per gli studenti pendolari e che va a favorire la partecipazione scolastica contro la dispersione e anche contro lo spopolamento, com’è stato giustamente sottolineato dalla vicepresidente, l’onorevole Alessandra Zedda, e si inserisce in una serie di azioni a sostegno della scolarità e della formazione che sono state messe in campo lo scorso anno”. Gianfranco Ganau ha ricordato i progetti per la ristrutturazione delle scuole e la costruzione di nuove strutture di edilizia scolastica conformi alle nuove esigenze didattiche con il progetto Iscol@, gli interventi contro la dispersione scolastica contenuti all’interno del progetto “Tutti a Iscol@”,  il sostegno alle Università sostenuto da questo Consiglio regionale, agli interventi a sostegno delle borse di studio che hanno raggiunto il 100 per cento degli aventi diritto”.

Voto favorevole anche da parte del gruppo del Pd’Az è stato espresso dal capogruppo Franco Mula, il quale si è detto dispiaciuto per l’assenza dell’assessore Giorgio Todde perché quando un disegno di legge viene votato all’unanimità è un grande risultato. “Quando si parla di diritto allo studio, di dispersione scolastica, e dei nostri giovani noi siamo tutti sensibili”. Mula ha aggiunto, infine, che la nomina per l’Ats arriverà “a brevissimo”. Voto favorevole è stato annunciato anche da Roberto Deriu (Pd), il quale ha detto di voler portare l’attenzione della maggioranza “sulla parola “giovane”, la parola “studente”, la parola “borsa di studio”, la parola “studio”, la parola “Università”, la parola “scuola”, perché sono le parole decisive del nostro futuro”. Voto favorevole è stato annunciato anche dal capogruppo di Leu, Daniele Cocco, a nome del suo gruppo.  “Siamo disponibilissimi e contenti di poter votare questo provvedimento e lo saremo ancora quando arriveranno in Aula questo tipo di provvedimenti, perché dobbiamo lavorare per il nostro futuro. Dopo che la previdenza è diventata provvidenza credo che dobbiamo fare molto di più per i nostri giovani”.

Voto favorevole è stato annunciato da Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, il quale ha espresso “soddisfazione riguardo al fatto che un problema sollevato poche settimane fa abbia trovato una soluzione unanimemente condivisa dall’Aula”, ricordando che uno dei più grandi problemi dell’Isola è l’abbandono scolastico. Francesco Agus ha sottolineato che “l’anno scorso oltre 5 mila studenti in più l’anno scorso hanno potuto beneficiare di borse di studio, tra questi più di mille avevano già deciso di non iscriversi all’università” e ha concluso “sarebbe criminale se in questa legislatura appunto si portasse queste mille persone, più di mille sardi, a interrompere i loro studi”.

Voto favorevole annunciato anche da Massimo Zedda (Progressisti) il quale ha ricordato i costi elevati degli abbonamenti dell’Arst e che questo provvedimento è molto importante. Massimo Zedda ha poi ricordato che, dopo una serie di interventi “il Ctm oggi è un’azienda che, insieme all’Atm di Milano è il fiore all’occhiello del trasporto pubblico a livello europeo”.

Voto favorevole del gruppo della Lega Salvini Sardegna è stato espresso dal consigliere Michele Ennas e ha voluto chiarire che “anche oggi ne ho sentito un sacco, come ne ho sentito in Commissione, nessuno ha messo in discussione questo provvedimento, ma era necessario trovare le risorse perché non erano state previste dalla Giunta precedente”. Michele Ennas ha sottolineato che c’è la massima attenzione verso i giovani e gli studenti e che ci saranno anche nuove iniziative. Il consigliere ha poi ricordato che l’Assessore “in questo preciso momento sta firmando un atto importantissimo, che è quello del Trenino Verde, che vedremo ripartire”, ribadendo l’impegno costante dell’assessore Giorgio Todde “al lavoro per il futuro della Sardegna e per quello che serve nel settore dei trasporti”.

Voto favorevole anche da parte del gruppo FdI è stato espresso dal capogruppo Francesco Mura. “Riteniamo questo provvedimento un atto di giustizia nei confronti di chi, in maniera quasi eroica sceglie di vivere nelle comunità della Sardegna che non può e non dovrà essere penalizzato dal costo del trasporto pubblico, soprattutto quando si tratta di studenti e della loro formazione”.

Favorevole anche Laura Caddeo (Progressisti), la quale ha esortato l’Aula a tenere in considerazione l’opinione dei giovani studenti e di sentire cosa hanno da dire. Voto favorevole anche da parte del gruppo del M5S. Alessandro Solinas (M5S) ha ringraziato la Giunta e i colleghi che “votando all’unanimità questo provvedimento stanno compiendo quello che è sicuramente un passo avanti nei confronti della tutela di quella che dovrebbe essere una categoria protetta, come lo studente pendolare, come lo dovrebbe essere anche allo studente fuori sede, senza nulla voler togliere a chi vive nei luoghi di studio”. E ha aggiunto:  “È stata veramente una cosa buona che si sia riusciti ad approvare questo provvedimento in maniera così celere”.

Il presidente ha messo in votazione il testo che è stato approvato all’unanimità con 49 voti favorevoli.

Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto di aprire la discussione della Mozione n. 6 al posto della proposta di legge 4. Il presidente Pais ha ricordato che in sede di conferenza di capigruppo era stato indicato il termine della seduta alle 15.30 per consentire ai consiglieri di partecipare ai funerali del Sindaco di Maracalagonis Mario Fadda.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha sollecitato il rispetto dell’ordine del giorno, proponendo di proseguire limitatamente alla relazione della legge n. 4.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula si è associato alla proposta, aggiungendo il suggerimento di rinviare a martedì prossimo la discussione del provvedimento

Il presidente, intendendo rispettare l’intesa raggiunta fra i capigruppo, ha proposto al relatore una breve esposizione

Il relatore Piero Maieli (Psd’Az), primo firmatario della legge e presidente della commissione Attività produttive ha affermato che il provvedimento riprende alcuni contenuti di una legge dello Stato introdotto a suo tempo per i formaggi di alta qualità e recentemente estesa al pecorino romano. La sua ulteriore estensione ai vini sardi soggetti ad invecchiamento (che in Sardegna rappresentano un volume di affari di circa 70 milioni di euro), ha aggiunto Piero Maieli, permetterebbe alle aziende una maggiore facilità di accesso al credito. In conclusione, il consigliere ha ricordato che in commissione la legge è stata approvata all’unanimità, per cui ha auspicato lo stesso largo consenso da parte del Consiglio.

Il presidente ha sottoposto al Consiglio la possibilità di passare alla votazione o di rinviare la discussione della legge ed ha constatato che l’Aula si è espressa a favore della seconda ipotesi. Subito dopo ha tolto la seduta, riconvocando il Consiglio per martedì 6 e mercoledì 7 agosto, alle 10.30.