2 November, 2024
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Venerdì 7 giugno, alle 18.00, nel Museo MAGMMA di Villacidro (nel Palazzo Arcivescovile di via Vittorio Emanuele 15) si svolgerà la serata di premiazione del Premio internazionale d’arte Marchionni, giunto quest’anno alla nona edizione.

Organizzata dalla Fondazione Estetica & Progresso per celebrare la figura di Dino Marchionni, il fine incisore urbinate che negli anni Cinquanta scelse di vivere a Villacidro, la serata incoronerà i due vincitori, scelti tra i tra una rosa di di quaranta finalisti (venti per ciascuna delle due sezioni Grafica e Pittura).

Stavolta la premiazione avrà però un sapore speciale: quest’anno cade il trentesimo anniversario della scomparsa di Dino Marchionni, e per l’occasione sarà esposta per la prima volta una “Opera ritrovata” dell’artista urbianate. Si tratta di un dipinto all’acqurello del 1974, ritrovato dal figlio dell’artista, Walter Marchionni, direttore artistico e creativo del MAGMMA.

Quest’anno sono state 453 le opere iscritte al concorso, provenienti da Italia, Macedonia, Spagna, Austria e Olanda.

I finalisti. Per la sezione Grafica i finalisti sono: Sara Paravagna, Grazia Salierno, Flaviano Ortu, Andrea Benatti, Giampiero Abate, Claudio Sapienza, Andrea Pani, Manuela Dore, Marilena  La Mantia, Massimo Ballardin. Simone Fochesato, Sandro Giordano, Mauro Squarzanti, Vanja Kashavelska, Simone Geraci.

Per la sezione Pittura sono in finale: Massimo Ballardin, Gianluigi Antonelli, Claudio Sapienza, Alek Ferrari, Andrea Benatti, Andrea Sanna, Giampiero Abate, Marco Corridoni, Lauro Muolo, Nicola Pellizzaro, Sara Paravagna, Roberta Sacco, Sandro Cremonese, Sinisha Kashawelski, Stefano Santi, Salvatore Alessi.

La giuria. A giudicare i lavori è stata anche quest’anno una giuria di qualità composta da Umberto Palestini, direttore dell’Accademia di Belle Arti Urbino (tra le istituzioni artistiche più importanti d’Italia), Vitaliano Angelini, presidente Incisori Urbinati, Laura Martinelli, responsabile attività culturali del museo Cà La Ghironda di Zola Predosa (Bologna), Adriano Corsi, direttore dell’Archivio Lazzaro di Milano, Giorgio Sorrentino, della Galleria Artesanterasmo di Milano, e Arialdo Ceribelli, direttore, antiquario, collezionista della Galleria Ceribelli di Bergamo.

Sabato 10 giugno, alle 18.00, nel museo MAGMMA di Villacidro (nel Palazzo Arcivescovile di via Vittorio Emanuele 15) si svolgerà la serata finale del Premio Marchionni, concorso internazionale d’arte ideato per ricordare la figura del fine incisore Dino Marchionni, che negli anni Cinquanta lasciò la sua Urbino per stabilirsi a Villacidro, dove rimase sino alla morte.

Quest’anno le opere iscritte al Premio, diviso nelle due sezioni Grafica e Pittura, sono state circa 450, provenienti da tutto il mondo. Di queste, sono quaranta (venti per ciascuna sezione) quelle selezionate dalla giuria per la finalissima di sabato che vede in corsa anche i lavori di sei artisti sardi: Luca Tedde, Roberta Congiu, Irene Urru, Antonio Andrea Ibba, Matteo Matzeu e Manuela Dore.

La giuria composta da Vitaliano Angelini, presidente Incisori Urbinati, Laura Martinelli, responsabile attività culturali Museo Ca’ La Ghironda di Bologna, Adriano Corsi, direttore dell’Archivio Lazzaro di Milano, Giorgio Sorrentino della Galleria Artesanterasmo di Milano,  e Arialdo Ceribelli, direttore antiquario collezionista della  Galleria Ceribelli di Bergamo, nominerà il vincitore assoluto delle due sezioni principali, che riceverà un premio di 1.500 euro più un’esposizione personale nell’Archivio Lazzaro  di Milano, prestigiosa istituzione artistica che offrirà anche una collaborazione.

 

Sabato 1° ottobre, alle 18,15, il museo MAGMMA di Villacidro ospiterà la serata finale dell’edizione 2022 del prestigioso Premio Rossopassione, concorso internazionale d’arte (pittura, scultura, fotografia digitale) in cui elemento essenziale è il colore rosso, inserito secondo la libera interpretazione degli artisti partecipanti.

A contendersi il premio saranno Veronica MengaliStefano AccorsiSimone PrudenteSilvia PercussiRosalia ZuttaRebecca D’AngeloPatrizia BiaginiMartina Dalla StellaLorena FonsatoLiliana CecchinIgor GrigolettoDonato LotitoMaria DitrantoCristina BattistinCesare Pinotti, Carmelo CompareAntonio Andrea IbbaAndrea Fattizzo. Le loro opere sono state selezionate tra più di cento arrivate negli scorsi mesi da tutto il mondo da una giuria presieduta da Giancarlo Demontis, ordinario nella Farcoltà di Neuroscienze dell’Università di Pisa, Adriano Corsi, direttore dell’Archivio Lazzaro di Milano, e Giorgio Sorrentino, direttore di Artesanterasmo – Milano.

Neuroscienze e mercato. Questo è l’archetipo che caratterizza il Premio il cui scopo è trovare l’opera che maggiormente si avvicina ai desideri di possesso ma anche quella che maggiormente si avvicina, con criteri neuro scientifici, a una percezione ottica positiva nell’individuo.

Il vincitore dell’edizione 2022 del Premio avrà la possibilità di vedere esposta una sua mostra personale negli spazi del Magmma (Palazzo Vescovile, via Vittorio Emanuele 15, Villacidro). Tutte le opere finaliste resteranno  in mostra al Magmma sino al 30 ottobre.

L’esposizione potrà essere visitata previo appuntamento da concordarsi tramite mail all’indirizzo info@premiomarchionni.it.

Nelle passate edizioni Rossopassione ha premiato artisti del calibro di Antonio Delluzio, Andrea Cerqueglini, Andrea Repetto.

Il Premio è organizzato dal Magmma di Villacidro con il sostegno di Fondazione di Sardegna.

Con il patrocinio di: Presidenza della Regione autonoma della SardegnaComune di VillacidroComune di Urbino.

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Sono ex aequo Antonello Delluzio e Tamara Zambon i vincitori dell’edizione 2021 di Rossopassione, il premio internazionale d’arte in cui elemento essenziale è il colore rosso da inserire secondo la libera interpretazione degli partecipanti, prescinendo dall’entità della sua presenza nell’opera.

La cerimonia di premiazione si è svolta ieri sera, nel Museo Magmma di Villacidro, diretto da Walter Marchionni. Antonello Delluzio ha vinto con un’opera intitolata “I tre moschettieri”, mentre Tamara Zambon ha vinto con un lavoro intitolato “Corsi a vedere il colore del vento”. La menzione speciale, invece, è andata a Peppe Denaro per “Il signore degli incubi”.

I vincitori sono stati scelti tra una rosa di cinque nomi (c’erano anche Cristina Costanza e Deanna Varini) arrivati in finale dopo che la giuria ha passato al vaglio 263 opere di 115 partecipanti da tutto il mondo.

A comporre la giuria c’erano Giancarlo Demontis, ordinario nella Facoltà di Neuroscienze dell’Università di Pisa, Adriano Corsi, direttore dell’Archivio Lazzaro di Milano, e Giorgio Sorrentino, direttore di Artesanterasmo- Milano.

Il Premio internazionale d’arte Rossopassione nasce nel 2017 con lo scopo di trovare l’opera che maggiormente si avvicina ai desideri di possesso, ma anche quella che maggiormente si accosta, con criteri neuroscientifici, ad una percezione ottica positiva nell’individuo.  Elemento essenziale è il colore rosso. Per questo Rossopassione di fatto è realmente una sperimentazione: può coniugare la ricerca artistica dell’autore con le aspettative sensoriali dello spettatore/collezionista. La valutazione è sul rapporto tra arte/colori/ e percezione visiva cogliendo quegli aspetti positivi che un’opera, a prescindere dalla tematica espressa, può generare nell’individuo.

Le opere finaliste del Premio resteranno in esposizione al museo MAGMMA sino al 15 novembre e potranno essere visitate tutti i giorni, dal lunedì al sabato, dalle 17.00 alle 20.00.

 

Il Coronavirus non ferma i trapianti e la generosità dei sardi. Al Policlinico è stato prelevato il fegato di un paziente 86enne, trapiantato poi su un altro paziente sardo dell’equipe di Fausto Zamboni.

Il donatore era ricoverato al Policlinico Duilio Casula per un’emorragia cerebrale a cui è poi sopraggiunta la morte. La moglie del paziente ha dato l’assenso alla donazione ed è partita la macchina dei trapianti. L’accertamento di morte cerebrale è iniziato alle 21,30 ed è terminato questa mattina, alle 4,30. Alle 7.00 l’equipe per il prelievo era già in una delle sale operatorie al Policlinico. Terminato il prelievo, il fegato è stato portato al Brotzu dove era in attesa il ricevente.

«È importante che le donazioni non si fermino – dice il direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino – anche se siamo in un momento delicato con la pandemia in corso. È fondamentale che continui a crescere la cultura del dono.»

Giorgio Sorrentino sottolinea, «il grande impegno di tutto il personale che si è prodigato per la riuscita del prelievo e la grande collaborazione con il Brotzu e il centro regionale dei trapianti: un lavoro di squadra fondamentale».

La seconda ondata da Covid, le sue conseguenze e le implicazioni sul sistema sanitario sardo, le azioni adottate per fronteggiare la crisi e le strategie in campo per combattere la pandemia, la riconfigurazione di alcune importanti strutture sanitarie, le attese al Pronto soccorso e le nuove terapie intensive, il reclutamento del personale e i modelli organizzativi da sperimentare, lo stress degli ospedali e quello di medici e pazienti, con l’obiettivo dichiarato di garantire cure e assistenza in tutta l’Isola: sono stati questi, in sintesi, i temi al centro delle audizioni nella commissione Salute del Consiglio regionale. Nel parlamentino presieduto da Domenico Gallus (Udc), i vertici della sanità in Sardegna – con in testa l’assessore regionale, Mario Nieddu; il direttore generale dell’assessorato, Marcello Tidore; il commissario straordinario Ats, Massimo Temussi; la direttrice della Assl di Nuoro, Grazia Cattina; la direttrice della Assl di Oristano, Valentina Marras; il direttore della Assl di Lanusei, Antonio Demontis; il direttore della Assl di Cagliari, Carlo Murru; il direttore della Assl di Sanluri, Maurizio Locci; il direttore della Assl di Sassari, Flavio Sensi; il commissario della Aou di Sassari, Antonio Spano; il direttore generale dell’Aou di Cagliari, Giorgio Sorrentino ed il commissario dell’Azienda ospedaliera Brotzu, Paolo Cannas – non si sono sottratti ai quesiti, alle richieste di chiarimento e neppure alle sottolineature critiche ed ai suggerimenti dei consiglieri di maggioranza ed opposizione.

«Nessuno di noi – ha esordito l’assessore Mario Nieddu – poteva immaginare che la seconda ondata del virus avesse in Sardegna una portata quattordici volte superiore rispetto alla prima, passando in pochi mesi da 1.390 positivi a circa 20mila contagiati (19.288).»

«Alla data del 24 novembre – ha proseguito il responsabile della sanità – contiamo 12.562 positivi; 6.319 guariti; 407 decessi (età media 79 anni, il più giovane aveva 31 anni, il più anziano 100 anni); attualmente 11.962 sono le persone in isolamento domiciliare, 527 i ricoverati, dei quali 73 in terapia intensiva.»

I posti in terapia intensiva, complessivamente disponibili in tutta l’Isola sono 75, ed il dato rende meglio l’dea di ciò che l’assessore ha inteso quando, nel corso del suo intervento, non ha negato “lo stress cui sono sottoposte le strutture ospedaliere” insieme con l’urgenza di attivare nuove realtà in grado di reggere l’urto dei ricoveri.

«Si incomincia però – ha aggiunto Mario Nieddu – ad intravedere un rallentamento della curva dei contagi e l’indice Rt è fermo a 0.84.»

Segnale incoraggiante se unito alle due slide illustrate dal commissario Ats, Massimo Temussi, che hanno evidenziato «una diminuzione della pressione in entrata nei pronto soccorso, insieme ad una riduzione degli accessi per febbre e dispnea». I numeri dei tamponi hanno certificato invece la mole di lavoro che si è abbattuta sui laboratori del sistema pubblico: «Il totale dei tamponi eseguiti è pari a 352.678 e solo negli ultimi sette giorni sono stati 21.869, con una media di 3.124 tamponi\giorno per 2.770 casi di positività che fanno 395 positivi di media settimanale». L’onda d’urto dei contagi e la ricerca di nuovi spazi per le terapie intensive ha rivoltato ospedali e corsie (il Marino e il Binaghi di Cagliari sono gli ultimi in ordine di tempo) tanto che «entro sessanta giorni potrebbero essere attivati (ma alcuni sono già disponibili) ulteriori 68 posti letto con l’ossigeno: 18 all’Aou di Sassari, 9 al San Martino di Oristano, 15 al San Francesco di Nuoro, 6 al Santissima Trinità, 12 al Binaghi e 8 al Marino di Cagliari». La cosiddetta area medica e sub intensiva conta in tutta l’Isola 527 posti letto al momento occupati, su un totale di 591 attivi. I nuovi posti letto attivabili nell’arco delle prossime settimane sono 578: 46 al Marino di Alghero, 15 a Ghilarza, 2 al San Martino di Oristano, 42 al San Francesco di Nuoro, 25 a Bosa, 70 Marino di Cagliari, 100 al Binaghi a Cagliari, 40 al San Giuseppe di Cagliari; 24 al Santissima Trinità a Cagliari, 25 a Iglesias, 22 alle cliniche di Sassari e 147 al Santissima Annunziata a Sassari. «In totale – ha affermato l’assessore a conclusione dell’elencazione di ospedali, paesi, città e numeri – avremo oltre mille posti Covid che rappresentano un quarto del totale dei posti letto complessivamente disponibili nel sistema sardo».
Non sono mancati i richiami al potenziamento delle Usca (unità speciali di continuità assistenziale) e dal governo regionale non si è negata tale opportunità: «Ne abbiamo attivate venti che hanno in carico 2.737 pazienti e altre tre sono in via di attivazione». Il problema sottinteso è quello del reclutamento di medici, infermieri e personale amministrativo e l’assessore Mario Nieddu ha replicato con l’illustrazione del contenuto di un altro foglio Excel: «Abbiamo reclutato in totale 1.075 unità: 185 medici, 233 specializzandi, 478 infermieri, 45 professionisti della sanità, 105 operatori socio sanitari e altri 29 operatori»«Per potenziare il cosiddetto tracciamento – ha proseguito l’esponente dell’esecutivo Solinas – è in corso il bando della Protezione Civile per assicurarci le prestazioni di 8 medici, 13 assistenti sanitari, 33 tecnici della prevenzione, per un totale di 54 nuove unità» «Mentre dei 379 medici del bando cosiddetto “dei 500”, 242 hanno già restituito il contratto firmato, 163 sono stati sottoposti alle visite e 67 hanno già preso servizio (4 a Cagliari, 25 a Sassari, 14 a Carbonia, 10 a Oristano, 5 a Nuoro, 1 a Olbia e 8 a Lanusei)».
La strettoia, i tempi lunghi e i difficili contatti con l’ufficio igiene e sanità pubblica è un altro tema che più volte è stato evidenziato dagli interventi dei consiglieri e il direttore dell’assessorato, Marcello Tidore, ha aperto uno spiraglio per un possibile alleggerimento delle incombenze che pesano su quegli uffici: «Lavoriamo ad una soluzione che consenta anche i medici e non soltanto ad un ufficiale della sanità pubblica di poter attestare la guarigione, trascorsi i 21 giorni (almeno sette dei quali da asintomatico) dalla positività, così come stabilito lo scorso ottobre dal ministero». I medici di famiglia sono chiamati in causa anche quando si è parlato della possibilità che possano eseguire i test antigenici rapidi («ne abbiamo acquistati 1.100.000 – afferma Massimo Temussi – ed un altro milione è stato ordinato») e non poteva mancare il riferimento alla vaccino antinfluenzale. La Regione ha firmato un contratto per 530mila dosi (lo scorso anno in totale erano state 220mila) ma ne sono state consegnate solo 318mila e la multinazionale del farmaco Sanofi sembra intenzionata a non rispettare l’accordo per la fornitura, nonostante le penali («sono pronto a denunciare l’azienda farmaceutica – ha dichiarato l’assessore – ed auspico un intervento del governo nazionale perché sia fatta piena luce sulla vicenda e siano garantite le dosi per il vaccino contro l’influenza»).
Gli interventi del presidente della commissione, Domenico Gallus, dei consiglieri Daniele Cocco (Leu); Gianfranco Ganau (Pd); Francesco Agus (Progressisti); Francesco Mura (FdI); Michele Ciusa (M5S); Rossella Pinna (Pd); Alessandro Solinas (M5S) e Desirè Manca (M5S) hanno riportato all’attenzione dei commissari e dei direttori generali le emergenze vissute in questi mesi nei diversi territori, insieme alla rabbia di tanti cittadini per qualche disservizio di troppo e per le risposte negate o ricevute con colpevole ritardo. La fila delle ambulanze al pronto soccorso, le lunghe attese, i percorsi sporchi e puliti negli ospedali, le cure mancate per chi soffre dei mali che non sono Covid, i timori che gli spazi dati ai ricoveri per il virus non ritornino alla loro originaria funzione, la difficoltà nelle comunicazioni con i positivi e con i sindaci, i macchinari contesi per poter processare qualche tampone in più, le assicurazioni per i medici appena reclutati, i Dpi che non ci sono o che non sono in quantità adeguata, gli spazi per il ristoro e la vestizione dei volontari del 118: sono questi alcuni dei paragrafi del libro delle doglianze della seconda ondata Covid in Sardegna.

«Ne ipotizziamo anche una terza – ha concluso l’assessore Mario Nieddu – e confidiamo di sconfiggere il virus grazie anche al nuovo vaccino ma è fin troppo evidente che il clima politico e quello generale con il quale si sta affrontando la “fase due” della pandemia è assai diverso rispetto a quello collaborativo e solidaristico che la Sardegna ha dimostrato in occasione del primo manifestarsi del Coronavirus nell’Isola.»

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La campagna sull’uso corretto degli antibiotici prosegue e si rafforza con un nuovo importante partner: a scendere in campo è Federfarma Sardegna, la federazione unitaria dei titolari delle farmacie, che ha aderito con entusiasmo al progetto e dalla prossima settimana distribuirà il materiale in tutta l’Isola attraverso la sua rete.

La campagna, promossa dalla Regione attraverso l’assessorato della Sanità, ideata e realizzata dal Servizio Comunicazione e Relazioni Esterne dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari, coinvolge tutte le aziende sanitarie e ospedaliere della Sardegna. Si parte da uno slogan semplice ed efficace («Antibiotici, usarli non è un gioco. Prendili correttamente») con l’obiettivo di riuscire ad abbassare il consumo eccessivo e inappropriato degli antibiotici. Per farlo è necessario agire sugli attori della filiera del farmaco: il medico che lo prescrive, il farmacista che lo dispensa, il cittadino che lo assume. La campagna ruota proprio attorno a questo concetto con testimonial d’eccezione come la Dinamo Sassari, con Gianmarco Pozzecco e Marco Spissu.

«Il farmacistaspiegano il presidente di Federfarma, Giorgio Congiu, e la responsabile del progetto per la federazione dei farmacisti, Maria Pia Orrù  ha l’importante ruolo di istruire il paziente sul corretto uso dell’antibiotico. È fondamentale far capire ai pazienti che se non usiamo l’antibiotico nel modo corretto, cioè non interrompere la terapia anzitempo o utilizzare in modo inappropriato un antibiotico avanzato da una terapia precedente, rischiamo poi che questo antibiotico non funzioni più e che si dovranno assumere antibiotici sempre più forti fino ad arrivare all’antibiotico-resistenza che è provocato proprio da un uso inappropriato e indiscriminato degli antibiotici. Consideriamo poi – proseguono Giorgio Congiu e Maria Pia Orrù – che la farmacia e i farmacisti grazie alla loro capillarità e professionalità sono sempre disponibili ad ascoltare il cliente-paziente e suggerire delle regole a tutela della salute. Bisogna ascoltarli.»

Per l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, «la collaborazione con i farmacisti incarna a pieno lo spirito di questa campagna d’informazione. Il gioco di squadra è fondamentale per dare forza al messaggio e sensibilizzare le persone all’uso corretto e consapevole dei farmaci. La Regione è sempre in prima linea per la tutela della salute dei cittadini anche attraverso la corretta informazione. La cultura della salute è la componente essenziale di un sistema sanitario che funziona. Sugli antibiotici il progetto curato dall’Aou di Cagliari, con la partecipazione di interpreti d’eccezione, lancia un messaggio chiaro per prevenire i danni dell’antibiotico resistenza: usarli non è un gioco».

«Del restoaggiunge il direttore generale dell’Aou di Cagliari, Giorgio Sorrentino – le partite importanti si vincono sempre con il gioco di squadra. Il coinvolgimento di tutti è importante e l’appoggio di Federfarma è essenziale per la riuscita di questa campagna.»

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Cure e soccorsi sempre più in sicurezza: l’Azienda ospedaliero universitaria può contare su due nuovissime ambulanze a pressione negativa, nuova frontiera dell’emergenza. Sono state acquistate dall’Aou di Cagliari e la prima è stata consegnata oggi al Policlinico.

«Il nostro obiettivo primario – spiega il direttore generale Giorgio Sorrentino – è la sicurezza e la tutela dei pazienti e degli operatori sanitari. Questi mezzi tecnologicamente molto avanzati sono estremamente utili e importanti».

«Investiamo sull’innovazione in ambito sanitario – dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – per migliorare la qualità dei servizi. Negli ultimi mesi abbiamo effettuato la consegna di diagnostiche di radiologia e nuovi ecografi digitali nei presidi di tutto il territorio. La dotazione dei nuovi mezzi di soccorso tecnologici a un ospedale strategico come il Policlinico Duilio Casula è un’ulteriore conferma del nostro impegno per assicurare all’intero sistema regionale cure moderne. Un segnale di attenzione per i pazienti e gli operatori, che assume un significato ancora più importante nel particolare momento che stiamo vivendo a causa dell’emergenza Covid-19».

L’ambulanza a pressione negativa è un’evoluzione del concetto già noto in ambito ospedaliero delle camere di isolamento, caratterizzate da ricambi d’aria ad alta frequenza con immissione di aria sanificata grazie a filtrazione ed irraggiamento UV unito a processi di fotocatalisi. Mediante una depressurizzazione del vano sanitario, i flussi di aria opportunamente filtrati defluiscono all’esterno dell’ambulanza evitando stratificazioni ed alte concentrazioni di cariche virali in ambiente chiuso.

Un’area di soccorso per i pazienti e di lavoro per gli operatori sanitari, basata sul concetto dell’“high efficiency ventilation”, che rendono la cellula sanitaria un vano salubre grazie ai ricambi d’aria ad alta frequenza (30 cambi/ora) irrorata costantemente da flussi sanificati.

L’effetto della pressione negativa genera una ulteriore sicurezza per gli operatori: il rischio di contaminazione della cabina di guida e quindi del suo equipaggio (autista + accompagnatori), viene minimizzata grazie alla differenza di pressione che crea un deflusso d’aria dal vano guida verso il vano sanitario e mai in senso opposto.

Completa l’eccellenza del sistema, il software interattivo di bordo “x-link 2.0”, in grado di leggere in tempo reale i segnali provenienti dai sensori distribuiti nel vano sanitario e di elaborarli indicando agli operatori sul display di bordo parametri ambientali come umidità, temperatura, concentrazione di CO2, volume d’aria trattata, numero di ricambi e pressione di bordo; tali dati, a richiesta, possono essere inviati alla centrale operativa permettendo visualizzazioni in real time della qualità dell’aria e la registrazione di uno “storico di servizio” dell’ambulanza in ottica ambientale.

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Roberta Manutza è la nuova direttrice amministrativa dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari. Il direttore generale Giorgio Sorrentino l’ha nominata oggi. Prende il posto di Vincenzo Serra, che torna all’Ats in un ruolo importante.

Roberta Manutza, 52 anni, professionalmente è nata a metà degli anni ‘90 all’azienda Brotzu dove, attualmente, è direttrice della Struttura Complessa Comunicazione e Relazioni esterne. Solida preparazione amministrativa, esperta di processi di budget, dirigente analista, al Brotzu è stata responsabile della Trasparenza ma anche della Prevenzione della corruzione. Sempre al Brotzu è stata direttrice del Controllo di gestione per poi guidare il Servizio economico finanziario, approdando infine al vertice degli Affari Generali.

«L’arrivo in squadra di Roberta Manutza – dice Giorgio Sorrentino – è un valore aggiunto per la nostra azienda: prende le redini di una direzione amministrativa brillantemente guidata, negli ultimi cinque anni, da Vincenzo Serra che ha contribuito in maniera determinante a far diventare l’Aou di Cagliari una delle più importanti realtà sanitarie della Sardegna. La sua esperienza e la sua professionalità sono un patrimonio per tutti i sardi.»

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Sei termoscanner al Policlinico Duilio Casula e due al San Giovanni di Dio: i macchinari che misurano la temperatura e controllano se si indossa la mascherina sono in funzione da ieri nella struttura di Monserrato, mentre nell’ospedale cagliaritano saranno operativi nei prossimi giorni.

Al Policlinico i termoscanner si trovano nei due ingressi del Blocco C (ingresso principale, ticket, prelievi e ambulatori di diverse specialità) e nei due del Blocco Q (ginecologia, neonatologia, oncologia, gastroenterologia e neurologia). Al San Giovanni gli ingressi operativi sono quello principale e quello che si raggiunge dal passo carraio, accanto ai nuovi e moderni uffici ticket.

Il paziente dovrà avvicinarsi alla telecamera del termoscanner sino a che la sagoma che circonderà il viso non diventerà verde. A quel punto i tornelli si apriranno solo se la sua temperatura corporea sarà inferiore ai 37,5°C e indosserà correttamente la mascherina. Se il paziente, per errore, non avrà la mascherina sul viso sarà una voce guida a ricordargli che la deve mettere.

«Nei nostri ospedali le visite e gli esami ordinari sono ripresi da alcune settimane – dice il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentinoe i termoscanner saranno molto importanti per garantire maggiore velocità alle operazioni di sicurezza all’ingresso delle nostre strutture.»