22 November, 2024
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Le associazioni e le cooperative sociali che svolgono il servizio di Emergenza di base per il 118 sono pronte a interrompere la loro attività se non verranno dotate di opportune e adeguate scorte di dispositivi di protezione individuale contro il Coronavirus e se gli operatori del 118 non verranno equiparati agli operatori sanitari, con l’esecuzione dei tamponi per tutti i volontari e con l’adozione di adeguati protocolli d’emergenza per la gestione dei soccorsi previsti nella attuale situazione. Lo hanno comunicato ieri, al presidente della Regione Christian Solinas, all’assessore della Sanità Mario Nieddu, ai direttori generali della Protezione Civile Antonio Pasquale Belloi, dell’Areus Giorgio Lenzotti e dell’Ats Sardegna Giorgio Steri, i rappresentanti di otto sigle che assicurano, con 198 mezzi e cinquemila tra volontari e soci di cooperative sociali, un servizio capillare in tutta l’isola. La lettera è stata inoltre inviata per conoscenza ai prefetti e ai responsabili delle Sale Operative del 118 di Cagliari e Sassari.

«Come abbiamo sempre dichiarato, è nostra intenzione non voler abbandonare la popolazione in questo grave momento di crisi e ci viene da piangere doverlo solo immaginare, ma reputiamo impossibile dover operare così», scrivono nella nota Federico Pintus (rappresentante delle associazioni “Libere” afferenti alla Centrale operativa di Sassari), Pier Paolo Emmolo (associazioni Libere della Centrale operativa di Cagliari), Lucia Coi dell’Anpas, Giovanni Mura delle Misericordie, Antonio Dettori dell’Avis, Angelica Fresi della Croce Rossa Italiana, Francesco (delle cooperative sociali afferenti Centrale operativa di Sassari) e Marco Usai (delle cooperative sociali della Centrale operativa di Cagliari).

«Vi chiediamo semplicemente di immaginare lo stato d’animo dei nostri operatori, che, per forza di cose, sono soggetti a soccorrere persone contagiate dal Covid-19, come crediate possano sentirsi, dovendolo fare senza le adeguate protezioni.»

Le associazioni dichiarano inoltre di essere restate «attonite nell’apprendere della presenza di maschere protettive nelle giacenze delle Aziende Sanitarie», una dichiarazione resa nel corso di una trasmissione televisiva dall’assessore alla Sanità Mario Nieddu. «Da giorni, i nostri operatori sono mandati a svolgere le attività di soccorso senza le dovute ed adeguate protezioni, o con dispositivi ottenuti grazie all’approvvigionamento a prezzi inimmaginabili, a cui si provvede in proprio. Forniture, comunque, divenute difficoltose o impossibili», continua la nota.

«Non abbiamo ricevuto alcun supporto dalle aziende sanitarie, solo ieri alcune associazioni hanno ricevuto una fornitura minimale e ridicola di mascherine, altre, addirittura, non ne hanno avuto per niente, tutto ciò con criteri di distribuzione incomprensibili. Capite che per chi ha anche la responsabilità, di questi uomini e queste donne, la situazione non è più procrastinabile.»

Per questo motivo le associazioni e le cooperative sociali hanno chiesto al presidente Solinas e all’assessore Nieddu «l’immediata considerazione del problema sicurezza degli operatori 118, predisponendo la fornitura di opportune e adeguate scorte di dispositivi di protezione individuale e il trattamento degli operatori 118, alla stessa stregua degli operatori sanitari, con l’esecuzione per tutti i volontari, dei tamponi e degli adeguati protocolli d’emergenza per la gestione dei soccorsi previsti nella attuale situazione» 

«Ci duole davvero dirlo ma senza le garanzie richieste il nostro supporto non potrà essere garantito», concludono le associazioni.


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E’ durissimo l’attacco del segretario regionale di Articolo UNO Luca Pizzuto alla Giunta regionale guidata da Christian Solinas sulla gestione del Servizio sanitario regionale.

«La Giunta Solinas in quasi un anno di mandato sta provando giorno dopo giorno a distruggere una riforma della Sanità che voleva “sminare” un sistema fatto di favori e clientele – ha detto oggi Christian Solinas -. Hanno provato sin da subito a far nascere non nuovi strumenti di assistenza ai pazienti ma nuove forme di controllo politico. Ma nonostante tutto non riescono a fare neanche questo. È di questi giorni, infatti, la notizia che è stato prorogato di altri 6 mesi il contratto del commissario dell’ATS Giorgio Steri e che per il piano di riordino territoriale e il ritorno alle vecchie ASL ci vorrà non meno di un anno. Questo dimostra non solo che la Giunta ha delle idee politiche per la gestione del comparto sanità che noi definiamo fortemente pericolose, ma anche una preoccupante incapacità gestionale e amministrativa. Come detto più volte – ha concluso Luca Pizzuto – le false promesse non creano niente, se non illusioni dannose per le speranze dei cittadini e delle cittadine.»

 

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Il presidente della Regione, Christian Solinas, è intervenuto stamane alla firma del contratto con cui Ats ha affidato alla società Inso, aggiudicataria dell’appalto, la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori per la realizzazione del nuovo ospedale di San Gavino Monreale. All’incontro, che si è tenuto questa mattina a Cagliari, hanno partecipato gli assessori regionali della Sanità, Mario Nieddu, e della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, unico esponente del Medio Campidano nella Giunta Solinas, il commissario straordinario di Ats, Giorgio Steri, il sindaco di San Gavino Monreale, Carlo Tomasi, ed il direttore dell’attuale nosocomio, Sergio Pili.

«Stiamo mantenendo gli impegni con il territorio – ha detto Christian Solinas –. I sardi devono poter ricevere le cure in strutture moderne e adeguate. San Gavino Monreale e il Medio Campidano attendono da tempo risposte e oggi diamo un segnale forte a tutta la Sardegna.»

«Abbiamo compiuto un passo fondamentale per la realizzazione di un’opera necessaria per il Medio Campidano e di grande importanza per tutte le aree circostanti – ha aggiunto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu -. Una struttura sanitaria moderna concepita sugli attuali modelli per intensità di cure ed assistenza.»

La struttura, finanziata per 68 milioni di euro, sorgerà in un’area attigua al vecchio ospedale e avrà uno sviluppo in prevalenza orizzontale. Fra le caratteristiche principali, la suddivisione in tre blocchi: il blocco centrale, a corte, adibito alle degenze, e due fabbricati ‘di testata’ in cui troveranno posto, rispettivamente, la piastra tecnologica e l’accoglienza. Distaccati dall’ospedale, invece, gli edifici che ospiteranno l’asilo nido e la Centrale tecnologica.

La struttura ospedaliera è concepita in modo da destinare ai servizi diurni le aree più vicine all’accettazione e accoglienza, riservando la Piastra tecnologica ai servizi di diagnosi e cura a maggiore intensità.

«Ora lavoreremo affinché l’opera vada avanti senza ulteriori ritardi. La Sardegna ha bisogno di nuovi ospedali. Si spendono risorse importanti per la manutenzione di strutture vecchie e ormai obsolete per i moderni criteri di organizzazione sanitaria. Per essere efficiente la sanità ha bisogno anche di strutture adeguate ed il nuovo ospedale di San Gavino sarà in grado di dare risposte in termini di qualità dei servizi e delle cure», ha spiegato l’assessore della Sanità.

«Una battaglia – ha concluso l’assessore regionale dell’Ambiente, Gianni Lampis – lunga oltre vent’anni. Era il 1997 quando fu stilata la prima relazione in cui si rappresentava l’esigenza di dare al territorio del Medio Campidano una nuova struttura ospedaliera. Amministratori locali, organizzazioni sindacali e i cittadini oggi possono festeggiare insieme alla politica regionale la vera discontinuità rispetto al passato: dopo tante illusioni sono arrivati i fatti.»

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«Stiamo monitorando l’evoluzione a livello internazionale attraverso l’Istituto superiore di Sanità e l’Oms. Il livello di rischio nell’isola in questo momento è minimo. Se mai si dovesse innalzare l’emergenza siamo pronti ad attivare le misure adeguate per tutelare e informare in modo corretto la popolazione, aspetto, quest’ultimo fondamentale per evitare che si generi panico ingiustificato.»

Lo ha detto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, sull’infezione virale partita dalla città cinese di Wuhan. «Così come già accaduto in passato, per la Sars e l’influenza aviaria, saranno seguite tutte le procedure commisurate all’eventuale evolversi della situazione. Rispetto al passato è positivo che le autorità cinesi abbiano informato tempestivamente la comunità internazionale. Nelle ultime ore ho avuto ampie rassicurazioni dall’Ats che può contare su professionisti d’eccellenza come il commissario, dottor Giorgio Steri, il responsabile del centro vaccinazioni della Assl di Cagliari, Gabriele Mereu, e il dottor Fabio Barbarossa, in prima linea durante le emergenze passate come medico sentinella e docente nei corsi Sars», ha concluso l’assessore regionale della Sanità.

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Il tavolo tecnico regionale ha individuato le soluzioni per far fronte all’emergenza dell’ospedale di Ghilarza. Subito una selezione per l’assunzione dei medici necessari a coprire le carenze d’organico del reparto di Medicina dell’ospedale Delogu di Ghilarza e chiudere un accordo con le organizzazioni sindacali per utilizzare i medici di continuità assistenziale nel punti di primo intervento. È quanto è stato deciso, questa mattina a Cagliari, nel corso della riunione alla quale hanno partecipato l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, il presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, Domenico Gallus, il commissario straordinario dell’Ats, Giorgio Steri, ed il direttore dei presidi ospedalieri dell’Ats, Sergio Pili. Per il reparto di Medicina, inoltre, in attesa dell’entrata in servizio dei nuovi medici, sarà istituita una graduatoria dei dirigenti medici in servizio nell’Ats, affinché ruotino e coprano le necessità del Delogu con turni non inferiori ad una settimana.

«Accolgo con favore le decisioni prese oggi – ha affermato Domenico Gallus, presidente della commissione Sanità – e, soprattutto, mi auguro che diventino quanto prima definitive.»

«Il nostro impegno – ha precisato l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – resta quello di scongiurare la chiusura dei presidi sanitari nel territorio, utilizzando al meglio le risorse a disposizione. Per garantire la continuità dei servizi confidiamo nella collaborazione tra i presidi e nell’applicazione del modello “a pendolo”. Ritengo che oggi, in questa direzione, sia stato fatto un passo importante per rispondere all’emergenza in modo concreto.»

Domenico Gallus.

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«Strutture residenziali, assistenza domiciliare, lungodegenze del territorio e servizi di riabilitazione che funzionino in maniera adeguata, da qui è importante partire se si vuole che l’ospedale dia delle risposte efficaci, sia per l’emergenza sia per le attività programmate, e una migliore accoglienza ai pazienti ricoverati. Uno spaccato che abbiamo rappresentato, di recente, al nuovo commissario Ats, con il quale abbiamo condiviso un programma di lavoro

A dirlo è la direzione generale dell’Aou di Sassari che prende posizione all’indomani degli articoli apparsi su alcune testate giornalistiche, che riportano le dichiarazioni dei sindacati su temporanee situazioni di sovraffollamento in alcuni reparti del Santissima Annunziata.

«Quella segnalata dai sindacatiriprende il direttore generale Nicolò Orrùè una situazione sulla quale già da tempo abbiamo concentrato la nostra attenzione. Questo perché non è giusto, in particolar modo per i pazienti, che gli stessi stiano in ospedale oltre il tempo necessario alla risoluzione dei problemi in acuzie e che sostino nei reparti di degenza in attesa di soluzioni che, talvolta, prevedono tempi d’attesa di 90 giorni per l’accesso a strutture residenziali. Parliamo di pazienti con Sla, con problematiche da lungodegenza, da assistenza domiciliare o da assistenza di minore intensità che oggi trovano difficoltà a una collocazione adeguata a livello assistenziale sul territorio. Una situazione che deriva dal fatto che le strutture territoriali non sono adeguate, dal punto di vista dell’offerta, a soddisfare la domanda. Un esempio eloquente è il fatto che molti pazienti si spengono in ospedale perché nel Sassarese manca un hospice. L’ospedale non si sottrae certo al suo compito di assistenza e cura ma non può essere sottoposto a un carico eccessivo.»

«Il primo a risentire di questa situazione è proprio l’ospedale prosegue Nicolò Orrù – che diventa il rimedio a tutto quello che il territorio non può offrire. Si genera, così, inappropriatezza clinico assistenziale, una diseconomia per l’azienda, che è finanziata in gran parte per le prestazioni erogate, e costringe il personale ospedaliero a un sovraccarico di lavoro, con pazienti in più rispetto alle dotazioni organiche previste

Nei giorni scorsi, il direttore generale dell’Aou di Sassari ha incontrato a Sassari il neo commissario dell’Ats Sardegna Giorgio Steri al quale ha esposto questa problematica.

«È necessario trovare assieme delle soluzioniconclude Nicolò Orrùe per questo motivo, in accordo anche con la Regione, abbiamo convenuto che Aou e Ats si incontrino una volta alla settimana per il monitoraggio della situazione, delle varie problematiche da affrontare e per la condivisione di soluzioni da attuare nel breve periodo

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 Sanità laboratorio analisi ospedali provette

Non c’è alcuna epidemia di meningite, sono otto i casi registrati da dicembre ad oggi ed oltre mille le persone vaccinate dalla Assl di Cagliari nell’ultima settimana, familiari e persone che hanno avuto contatti stretti con i pazienti.
E’ quanto ribadito questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, dall’assessore della Sanità, Luigi Arru, insieme con il direttore generale dell’assessorato, Giuseppe Sechi, il responsabile del Servizio di promozione della Salute, Federico Argiolas, il direttore della Assl di Cagliari, Luigi Minerba, Paolo Castiglia, epidemiologo dell’Università di Sassari, Giorgio Steri e Silvana Tilocca, del Dipartimento di Igiene Pubblica della Assl 8.
«Sono state messe in atto tutte le azioni previste dal protocollo in situazioni come la nostra – ha spiegato Luigi Arru -, procedendo alla vaccinazione delle persone entrate a stretto contatto con i pazienti. Bisogna ribadire che non è così facile essere contagiati, non basta essere rimasti nella stessa stanza o essersi scambiati una stretta di mano. Sono già stati coinvolti i medici di famiglia e le guardie mediche, ai quali ci si può rivolgere di fronte a determinati sintomi e che possono, dove sia necessario, iniziare la terapia antibiotica. La corsa alla vaccinazione non è necessaria.» 
La rete tra Ats, aziende ospedaliere, Pronto soccorso, assessorato, è al lavoro da mesi, come ribadito stamane. La Assl di Cagliari ha rafforzato gli ambulatori e incrementato i controlli nei locali e ricorda alcune regole di prevenzione soprattutto per i ragazzi: è importante lavarsi frequentemente le mani, non scambiarsi bicchieri né posate. 

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Domani, venerdì 7 luglio, dalle 9.00, la sala conferenze del Caesar’s Hotel – via Darwin, Cagliari – ospiterà il congresso che ha per cornice “Linee guida sul trattamento della grave obesità e del diabete mellito tipo 2: medici e chirurghi a confronto”. L’apertura dei lavori, su un tema particolarmente caldo e attuale per l’intera classe medica, è stata affidata al professor Pietro Ciarlo, ordinario di Diritto costituzionale e pro rettore per la Semplificazione e l’innovazione amministrativa dell’ateneo di Cagliari. Il docente dibatte su “Profili giuridici (e il contenzioso civile) prima e dopo la legge Gelli”. L’intervento si incentra sulle norme contenute nella legge, a firma del medico e parlamentare Federico Leggi, licenziata la scorsa primavera e tesa a chiarire, tutelare e modificare i delicati aspetti inerenti le responsabilità civili e penali della professione medica. Il professor Pietro Ciarlo apre la sessione presieduta da Diego Foschi, con la partecipazione, tra gli altri, degli specialisti Francesco Paribello, Luigi Presenti, Nicola Cillara, Gianluigi Luridiana e Maria Laura Cossu.

Il congresso – responsabile scientifico Roberto Moroni – spazia sulle problematiche cliniche, assistenziali e chirurgiche di una serie di patologie definite del “benessere” (diabete, obesità) ad alto impatto sociale. Il comitato scientifico dell’evento è composto da Giovanni Fantola, Stefano Pintus, Carlo Sollai, Diego Mastino, Valentino Cabras e Giorgio Steri.

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Venerdì 11 novembre, dalle 9.00 alle 18.30, l’aula magna “Alberto Boscolo – Cittadella universitaria”, a Monserrato, ospiterà l’evento Ecm sul tema “Vaccini e Vaccino-vigilanza”. Organizzato dal Centro regionale di farmacovigilanza della Sardegna, il corso è gratuito, garantisce 12 crediti, è rivolto a medici, farmacisti e infermieri (massimo 100), studenti e specializzandi delle Università di Cagliari e Sassari. Prevista l’iscrizione on line (http//providerecm.sardegnasalute.it/) e registrazioni dalle 8.15 alle 8.45. All’apertura dei lavori intervengono anche il rettore dell’ateneo di Cagliari, Maria Del Zompo, e il presidente dell’Ordine dei medici, Raimondo Ibba.

I lavori (curati da Maria Erminia Stochino, responsabile scientifico Centro regionale farmacovigilanza – Farmacologia Clinica, San Giovanni di Dio-Aou Cagliari) prevedono interventi degli specialisti Arianna Deidda (“La nuova piattaforma della segnalazione online delle reazioni avverse: vigi-farmaco”), Paolo Castiglia (“Vaccini: efficacia e sicurezza”), Giuseppe Masnata (“I falsi miti sui vaccini”), Maria Vittoria Sanna (“Comunicazione e formazione in farmacovigilanza”), Giorgio Steri (“Rifiuto vaccinale e reazioni avverse: il burden sulle coperture vaccinali”), Alessandra Pani (“La rivoluzione dei vaccini: come abbiamo sconfitto le grandi epidemie”) e Donatella Garau. La dottoressa Stochino dibatteràdi “Vaccinovigilanza in Sardegna: lo stato dell’arte”.

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 Ospedale Civile di Cagliari

Anche quest’anno il Servizio Igiene e Sanità pubblica della Asl di Cagliari darà avvio, a partire dal mese di novembre, alla campagna di vaccinazione antinfluenzale 2015-2016 secondo quanto previsto dalle Raccomandazioni del Ministero della Salute.
L’obiettivo è quello di raggiungere una copertura vaccinale compresa tra un minimo del 75% ad un massimo del 95% nella popolazione ultrasessantacinquenne e a rischio per patologie o per attività a valenza sociale. Inoltre, il Servizio garantirà ai Medici di Medicina Generale e ai Pediatri di libera scelta, che ne faranno richiesta, la fornitura del vaccino antipneumococco per i propri assistiti a rischio, oltre a garantire l’offerta nei propri ambulatori dedicati.
«Quest’anno verrà usato il vaccino tetravalente indicato per l’immunizzazione di adulti e bambini dai tre anni in su – spiega Giorgio Steri, direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica -. La Asl invita tutta la popolazione a recarsi presso gli ambulatori di Igiene e Sanità Pubblica dedicati e presso gli ambulatori dei medici di medicina generale, con fiducia e in sicurezza, in quanto la vaccinazione riduce il rischio individuale di malattia, di ospedalizzazione e di morte soprattutto per le categorie cui è raccomandata la vaccinazione e quindi più esposte.»
La vaccinazione: sicura ed efficace
L’influenza non è sempre un banale malanno di stagione come spesso si pensa.
Ogni anno, infatti, secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), causa in media 40.000 decessi prematuri in Europa. Sono le persone più fragili, quelle a maggior rischio di complicanze, tanto che il 90% dei decessi si verifica in persone di età superiore ai 65 anni, soprattutto se affetti da altre patologie. Ogni anno, colpisce, in forma più o meno severa, tra il 10 e il 20% della popolazione generale.
Le campagne di vaccinazione contro l’influenza hanno due obiettivi fondamentali:
1. proteggere le persone più fragili e maggiormente a rischio di complicanze:
– direttamente, offrendo in maniera gratuita la vaccinazione a diverse categorie di persone ad alto rischio tra cui soggetti di età pari o superiore a 65 anni, bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie, che aumentano il rischio di complicanze da influenza, donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti;
– indirettamente, impedendo che siano le persone a esse più vicine a trasmettere l’infezione. Per questo, tra le categorie per cui la vaccinazione è raccomandata rientrano i medici e il personale sanitario di assistenza e i familiari e contatti di soggetti ad alto rischio.
2. garantire il corretto funzionamento dei servizi essenziali. Per questa ragione la vaccinazione è raccomandata a particolari categorie di lavoratori, come le forze di polizia e i vigili del fuoco.
E’ importante vaccinarsi ogni anno. Tutti i virus influenzali, infatti, tendono nel tempo ad acquisire cambiamenti che permettono loro di eludere l’immunità acquisita dalla popolazione nelle stagioni precedenti.
Dove rivolgersi:
Cagliari
viale Bonaria, n. 16 c/o ex poliambulatorio dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30
Selargius
via Mazzini n. 32 b giovedì dalle 8.30 alle 12.30
Quartu Sant’Elena
via Turati dal martedì al giovedì dalle 8.30 alle 12.30
Dolianova
venerdì dalle 8.30 alle 12.30
Muravera
il 2° e il 4° lunedì del mese dalle 15.30 alle 17.30
San Nicolò Gerrei
il giovedì dalle 12.00 alle 13.00
Isili
martedì e giovedì dalle 9.00 alle 11.00
Senorbì
lunedì e giovedì dalle 16.00 alle 17.00
Assemini
c/o ambulatorio di Igiene e Sanità Pubblica via 2 Agosto 1980, n. 23 (aperture straordinarie) il 17 novembre, il 25 novembre, il 2 dicembre 2015 dalle ore 8.30 alle ore 13.00.
Villasor
c/o ambulatorio Corso Veneto (aperture straordinarie) il 18 novembre, il 25 novembre e il 1 dicembre 2015 dalle ore 9.00 alle ore 13.00.