21 November, 2024
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Il Carignano del Sulcis 6 Mura della Cantina di Giba e il Terre Brune della Cantina Santadi, sono tra i 17 vini sardi premiati con i Tre bicchieri 2025 del Gambero Rosso.

«Sardegna, quasi un Continente, seppur di piccole dimensioni. La sua struttura geologica è infatti una delle più complesse, la trama del suo paesaggio muta con invenzione inesauribile e altrettanto le vene dei metalli che si diramano sotto la sua corteccia.»

Lo scrittore Marcello Serra nel 1959 usava queste parole per descrivere la regione. Una definizione che può essere assolutamente ascrivibile alla vitivinicoltura sarda.

La moltitudine dei vitigni, perlopiù autoctoni o che comunque si sono perfettamente adattati ai suoli dell’Isola, è incredibile. Ma è ancor più incredibile la diversità di suoli, di altitudini, di microclimi che troviamo se percorriamo la regione. Si va dal granito della Gallura al calcare del Coros, dalle argille dell’Ogliastra alle sabbie del Sulcis, per citare solo alcuni areali.

A tutto ciò si aggiungono differenze climatiche importanti: alcune vigne in Barbagia e nel Mandrolisai sono a più di 700 metri di quota, una vera viticoltura di montagna, insomma, mentre sono tanti, come si può immaginare, i filari a un passo dal mare. In più c’è il valore delle vecchie vigne, ancora tante, nonostante gli espianti scellerati di alcuni decenni fa.

Tutto questo patrimonio, questa biodiversità, la troviamo puntualmente nel bicchiere. I vini sardi, ormai, non sono semplicemente buoni, ma sono sempre più tipici, autentici e capaci di raccontare il loro territorio di appartenenza. Per questo è doverosa una revisione totale delle denominazioni d’origine, soprattutto quelle regionali, generiche, dispersive e non più rappresentative di ciò che avviene in questa regione.

Veniamo alle novità tra i premiati. Per la prima volta salgono sul podio il Cagnulari di Giovanna Chessa, il Cannonau Mustazzo di Sella & Mosca, il Cannonau ogliastrino Case Sparse di Pusole e il Vermentino di Gallura Pietraia di Tenute Gregu, un bianco che esce a ben tre anni dalla vendemmia.

  • Angialis ’19 Argiolas
  • Cagnulari ’22 Chessa
  • Cannonau di Sardegna Cl. Dule ’21 Giuseppe Gabbas
  • Cannonau di Sardegna Le Anfore ’22 Olianas
  • Cannonau di Sardegna Mustazzo ’20 Tenute Sella & Mosca
  • Cannonau di Sardegna Perda Rubia ’21 Tenute Perda Rubia
  • Cannonau di Sardegna Riserva ’21 Antonella Corda
  • Carignano del Sulcis 6Mura Riserva ’21 Cantina Giba
  • Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune ’20 Cantina Santadi
  • Casesparse Ogliastra ’22 Pusole
  • Mandrolisai Fradiles ’22 Fradiles
  • Stellato Vermentino ’23 Pala
  • Su’Nico Bovale ’22 Su’Entu
  • Vermentino di Gallura Superiore Pitraia Monogram ’21 Tenute Gregu
  • Vermentino di Gallura Superiore Sciala ’23 Surrau
  • Vermentino di Gallura Superiore Sienda ’23 Mura
  • Vermentino di Sardegna Tuvaoes ’23 Giovanni Maria Cherchi

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Teatro Electra esterno 1

L’associazione artistico culturale “Pietro Allori” ha organizzato un programma di manifestazioni per celebrare la nascita del sacerdote-musicista iglesiente.

Si parte con un convegno culturale e musicale dal titolo “L’arte Musicale di don Pietro Allori: eco e risonanza della civiltà iglesiente”. Moderatore sarà il prof. don Giuseppe Tilocca, docente presso la Facoltà Teologica della Sardegna; relatori il prof. Daniele Vinci, docente presso la Facoltà Teologica della Sardegna e la prof.ssa Grazia Villani, storica e ricercatrice. Intervento musicale a cura del maestro Marcello Melis e Nicola Demontis. Appuntamento per sabato 17 maggio, alle ore 19.00, al Teatro Electra.

Si proseguirà domenica 18 maggio, alle ore 18.00, nella Chiesa della Madonna delle Grazie con la celebrazione eucaristica per il genetliaco di don Pietro Allori, a seguire la riflessione musicale “Omni die” a cura del Gruppo Vocale “don Allori”.

«Queste celebrazioni – commenta Giovanna Chessa, presidente dell’associazione don Allori – vogliono essere l’inizio di un percorso che valorizzi la figura di don Allori capace di vivere la civiltà iglesiente come spazio spirituale e poetico sapendo cogliere nelle sue fantasie musicali, scorci, luci e colori della città: fantasie che diventano stati d’animo di un paesaggio naturale e umano sempre affettivo e un po’ malinconico, come è la natura dei più autentici paesaggi di Sardegna.»

«Ringrazio l’Associazione culturale “Pietro Allori” – commenta l’assessore alla Cultura, Simone Franceschi – per un’iniziativa che spero divenga un appuntamento annuale per celebrare la figura di don Allori, sacerdote-musicista, che è riuscito a compenetrarsi in modo genuino nel tessuto sociale della nostra città.»