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La Sardegna fin dalla più remota antichità al centro degli scambi e degli spostamenti del Mediterraneo e avamposto delle connessioni tra le civiltà che si sono affacciate sul Mare Nostrum. È lo spunto da cui prende l’avvio la grande mostra internazionale “Le Civiltà e il Mediterraneo” – la cui inaugurazione è prevista il 31 gennaio 2019 al Museo Archeologico Nazionale e al Palazzo di Città di Cagliari – che ha l’obiettivo di dare lustro e visibilità a un patrimonio archeologico millenario e unico e dare slancio al turismo culturale nella nostra isola. L’esposizione è stato presentata alla stampa, oggi al Museo Archeologico Nazionale, con una piccola anteprima dei pezzi e della metodologia che verranno proposti.
La mostra, anticipata nel dicembre 2017 dal convegno internazionale ospitato all’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari che ha riunito curatori e studiosi di importanti Musei italiani, europei e del bacino mediterraneo, rientra nell’Accordo di collaborazione pluriennale siglato lo scorso 21 giugno a San Pietroburgo tra l’assessorato regionale del Turismo, Museo Statale Ermitage, Polo Museale della Sardegna – MiBAC, Fondazione di Sardegna, Comune di Cagliari e il coinvolgimento di Ermitage Italia, con l’obiettivo di favorire lo scambio di esperienze, l’attuazione di momenti di approfondimento scientifico, lo studio e realizzazione di eventi ed esposizioni.
Sono 550 reperti che coprono un arco temporale dal Neolitico al primo millennio a.C. il fulcro del progetto espositivo curato da Yuri Piotrovsky del Museo Statale Ermitage, Manfred Nawroth del Pre and Early History-National di Berlino, in collaborazione con Carlo Lugliè, docente all’Università di Cagliari e Roberto Concas, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e il coinvolgimento del Museo Nazionale Georgiano di Tbilisi, dell’History Museum of Armenia di Erevan e del MARQ di Alicante. 149 i pezzi provenienti in prestito dall’Ermitage, 149 arrivano dall’Archeological Museum di Salonicco, 97 in prestito dal Pre and Early History-National Museums di Berlino, 34 dal Mann di Napoli, 8 dal Musèee de Bardo di Tunisi, mentre i restanti 97 dalle collezioni dei musei di Cagliari, Sassari e Nuoro, per comporre un mosaico che parte dalle testimonianze archeologiche sarde, abbraccia le diverse culture e aree del Mediterraneo e del Caucaso per mettere in luce connessioni e differenze, in modo da restituire alla Sardegna la centralità nel panorama preistorico. La mostra è stata interamente finanziata coi fondi POR-FESR 2014-2020, asse “heritage tourism”.
«Ci sono molti motivi per cui questa iniziativa è così importante – dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru in apertura del suo intervento – ringraziando quanti hanno lavorato “per raggiungere l’obiettivo ambizioso di questa mostra, che partita anni fa da un’idea lungimirante del comune di Cagliari ha intrecciato collaborazioni preziose diventando una chiave per aprire nuove prospettive. La Sardegna possiede un’eredità storica e archeologica tanto straordinaria quanto ancora poco conosciuta nel mondo – sottolinea -, e crediamo sia giusto impegnarci al massimo perché questo patrimonio così peculiare abbia una visibilità internazionale crescente, tale da intercettare ampie fasce di quel turismo che negli anni sta diventando sempre più colto, sempre più curioso, sempre più alla ricerca di qualità nel paesaggio, nel cibo, nella storia, nell’archeologia. D’altro canto la lezione del passato è un messaggio chiarissimo per il presente e per il futuro. La Sardegna nel Mediterraneo antico non era isolata ma, al contrario, avamposto centralissimo, luogo e intreccio di connessioni. Un ruolo importante che abbiamo avuto e che oggi, in questo particolare momento storico, siamo più che mai chiamati a continuare a svolgere – conclude il presidente Pigliaru -, per favorire il dialogo tra la sponda nord e la sponda sud.»
«Oggi – dice Barbara Argiolas, assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio – presentiamo una prestigiosa mostra che partirà il 31 gennaio e con la quale vogliamo posizionare la Sardegna sulle rotte del grande turismo culturale. Abbiamo necessità di valorizzare, raccontare e promuovere il nostro straordinario patrimonio archeologico e storico, e con questa esposizione lo facciamo in rapporto alle civiltà che nei millenni sono sorte sulle sponde del mar Mediterraneo e con il coordinamento scientifico delle più importanti istituzioni internazionali. La cultura, materiale e immateriale, è sempre più capace di contribuire allo sviluppo sostenibile della nostra isola e creare benessere e occupazione nei territori. Infatti, insieme al paesaggio e alla qualità della vita, costituisce uno gli elementi strategici più importanti per accrescere il valore della nostra destinazione non solo nei mesi estivi, ma anche nei cosiddetti mesi di spalla. In questo senso, la sfida di “Le Civiltà e il Mediterraneo”, interamente finanziata con fondi europei, è proprio il suo arco temporale: da gennaio a maggio, mesi meno movimentati dal punto di vista turistico, per rendere Cagliari e la Sardegna ancora più attraenti per quei viaggiatori curiosi di conoscere la vera identità e cultura di chi li ospita e di vivere un’esperienza in luoghi accoglienti, ricchi di eventi e appuntamenti.»
«La partecipazione a un progetto – dichiara Giovanna Damiani, direttrice del Polo Museale della Sardegna – Mibac – che mette in primo piano la centralità culturale dell’isola ci inorgoglisce come Istituzione che ha da sempre posto questo aspetto tra i suoi compiti principali. Il Polo museale della Sardegna, infatti, racchiude al suo interno tutte le anime che, da un capo all’altro dell’isola, nella straordinaria varietà delle sue collezioni, raccontano una storia cultuale lunga oltre 6/7 mila anni.»
«Siamo orgogliosi – sono le parole di Massimo Zedda, sindaco di Cagliari – di proseguire la collaborazione avviata nel 2015, in occasione di Cagliari Capitale Italiana della Cultura, con il Museo Ermitage di San Pietroburgo. La mostra “Le Civiltà e il Mediterraneo” costituisce una nuova e straordinaria occasione di confronto internazionale e di crescita per i nostri musei, un’altra testimonianza di quanto Cagliari e la Sardegna intera possano offrire con la nostra civiltà nuragica. Una rete di relazioni e rapporti che diventa nuovamente attuale a distanza di millenni e che l’evento espositivo racconterà ai visitatori. Un appuntamento ancora più importante in questo periodo storico, ulteriore prova di quanta importanza abbia avuto e abbia il Mediterraneo nello scambio di cultura, esperienze, arte e commercio.»
«In questo particolare momento storico – dice Roberto Concas, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari – pieno di contraddizione e dove emerge il drammatico tema dell’immigrazione, il museo ancora una volta si apre alla socialità, all’integrazione attraverso la conoscenza, considerando il Mediterraneo una condizione che unisce e non isola.»
«Con questo progetto espositivo – è il commento del presidente della Fondazione di Sardegna, Antonello Cabras – frutto dell’accordo di collaborazione firmato lo scorso anno, si afferma una lettura della storia della Sardegna, che si intreccia in maniera indissolubile alle vicende degli altri popoli del Mediterrano: al centro di scambi e relazioni che ne hanno plasmato fisionomia e identità, l’isola è da sempre terra votata alla specificità ma anche all’integrazione. Dalla riflessione, che si sviluppa dalla conoscenza attraverso le testimonianze del passato, nascono occasioni di condivisione e valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale.»
“Le Civiltà e il Mediterraneo” sarà visitabile dal 31 gennaio 2019 fino alla fine di maggio.