22 December, 2024
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Il sostituto direttore medico del Presidio Ospedaliero Unico Carbonia – Iglesias, ASSL Carbonia, dottor Luca Giovanni Marini, ha disposto la chiusura ai visitatori ed al ricovero di pazienti Covid negativi del reparto di Medicina dell’Ospedale Sirai di Carbonia, dopo le «segnalazioni inerenti pazienti e personale sanitario, risultati Covid-19 positivi, provenienti dai primari e dirigenti medici». Sono risultati positivi 1 medico, 7 infermieri e 20 pazienti, la quasi totalità degli attualmente ricoverati nel reparto. I pazienti Covid negativi «qualora compatibili per tipologia di ricovero e patologie con il reparto di Medicina, andranno ricoverati presso l’Ospedale CTO di Iglesias o in altri Ospedali». Il dottor Marini, inoltre, ha disposto che «in riguardo ai reparti di Endoscopia digestiva degli Ospedali Sirai e CTO, del Presidio Ospedaliero Unico Carbonia – Iglesias, temporaneamente vengono sospese le attività sanitarie, sino ad avvenuta sanificazione degli ambienti e dichiarazione da parte del primario del ripristino delle attività».

La comunicazione inviata ai dirigenti medici segnala, inoltre, la procedura da seguire in relazione alla cronica carenza di personale sanitario e alla prevenzione, valutazione ed esposizione al rischio lavorativo e per la sicurezza ambientale, del personale in forza al Presidio Ospedaliero Unico Carbonia – Iglesias.

I tamponi cui è stato sottoposto tutto il personale sanitario, potrebbe portare, già nelle prossime ore, all’accertamento di nuovi casi di positività al Covid-19.

La situazione di gravissima emergenza presente nel reparto di Medicina, arriva dopo i problemi emersi nel Pronto Soccorso nei giorni scorsi e già nei primi giorni dello scorso mese di novembre, quando venne parzialmente occupato da pazienti Covid positivi, presenza prolungatasi per diversi giorni, in attesa di trasferimento presso altri presidi. Allora una cinquantina di medici segnalarono l’emergenza all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, al commissario straordinario dell’ATS Massimo Temussi, al direttore sanitario dell’ATS Giorgio Carboni, al direttore della ASSL di Carbonia Carlo Murru, al direttore DAP dell’ATS Sardegna Sergio Pili, al direttore medico del Presidio Ospedaliero Unico Giovanna Gregu.

«La presenza, ormai quotidiana, di pazienti Covid positivi nel nostro Pronto Soccorso rende, di fatto, impossibile la gestione contemporanea dei pazienti con codici più gravi, dei pazienti dell’osservazione breve e di quelli in attesa di referto del tampone molecolare per ricoveroscrissero i medici -. Infatti, tutti questi pazienti permangono in Pronto Soccorso in assenza di spazi adeguati e di personale sufficiente a fornire un’assistenza appropriata che, ormai in gran parte, esula dalle competenze del Pronto Soccorso stesso...

L’assistenza di questi pazienti provoca non solo un’elevata possibilità di contagio, con gravissimo pregiudizio sulla sicurezza e salute degli operatori sanitari e degli assistiti, ma anche un ritardo nella gestione delle emergenze -urgenze che, naturalmente, non può essere accettabile per il personale che si trova coinvolto in prima persona nell’assistenza ai pazienti e, soprattutto, per i pazienti stessi. Le condizioni di lavoro inaccettabili dell’Ospedale Sirai di Carbonia ed in particolare del Pronto Soccorso, porteranno inevitabilmente ad una riduzione della qualità dell’assistenza e al rischio di errori medici che potranno avere ripercussioni sulla salute dei pazienti nonché di tipo medico-legale. L’esigenza di identificare un “Ospedale Covid” dove far confluire i casi sospetti e dove si possano assistere separatamente e con competenza i pazienti affetti da tale patologia, era del tutto evidente fin dall’inizio dell’epidemia e, pertanto, prevista nel Piano regionale di riorganizzazione della rete ospedaliera…»

«Non programmare il futuro, limitandosi ad inseguire l’epidemia – scrissero in conclusione i medici – potrebbe non lasciare tempo e condannarci a conseguenze tragiche. In tale ipotesi, non ci assumeremo responsabilità morali e legali delle eventuali conseguenze.»

L’appello dei medici non è stato recepito dai vertici del sistema sanitario regionale e la situazione all’Ospedale Sirai di Carbonia è precipitata, con un reparto, quello di Medicina, quasi interamente contagiato e chiuso ai visitatori e ai ricoveri di pazienti Covid negativi. E del Centro Covid individuato nell’Ospedale Santa Barbara di Iglesias ed inserito nel Piano di emergenza della Regione Sardegna diversi mesi fa, ancora oggi, non c’è traccia…

Giampaolo Cirronis

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In tempi di emergenza sanitaria come questi, è fondamentale innescare il circolo virtuoso della solidarietà. Così come è stato fatto dal signor Luigi Bardi che, in qualità di imprenditore nel mondo della saldatura e verniciatura dei metalli, ha regalato 100 tute protettive ospedaliere al Centro Operativo Comunale di Protezione Civile che, a sua volta, ha ritenuto opportuno e doveroso donare il materiale al personale sanitario del Presidio Ospedaliero Sirai, ringraziandolo per il grande lavoro, la professionalità, lo spirito di sacrificio e l’abnegazione messi in campo per fronteggiare l’epidemia da Coronavirus.

Ieri mattina il sindaco Paola Massidda e il comandante della Polizia Locale Gioni Biagioni, accompagnati dal referente per le associazioni di Protezione civile Giampiero Atzei, si sono recati nel Presidio ospedaliero Sirai per consegnare il materiale al direttore dell’Area sociosanitaria locale di Carbonia dott. Ferdinando Angelantoni e alla direttrice dei Presidi ospedalieri Sirai di Carbonia e Santa Barbara di Iglesias dottoressa Giovanna Gregu.