22 December, 2024
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Eraldo Secchi, il nonnino ultracentenario di San Giovanni Suergiu, ha tagliato oggi il traguardo del 104° compleanno, in una condizione di eccellente lucidità. A distanza di poche settimane dai festeggiamenti per i 100 anni di Giovanna Lai ed Antioca Serafini, le restrizioni imposte dal Coronavirus hanno purtroppo impedito di festeggiare il compleanno di Eraldo Secchi come l’evento avrebbe meritato ma la sindaca, Elvira Usai, non ha voluto far mancare a nonno Eraldo il saluto dell’Amministrazione comunale e dell’intera comunità.

Francesco all’anagrafe, ma conosciuto e chiamato da tutti Eraldo, è nato a Tratalias il 23 novembre del 1916, la mamma si chiamava Grazia Pinna, il padre Antonio, agente della Guardia di Finanza in servizio all’Isola d’Elba, poi impiegato come daziere nel comune di Narcao, finché non si trasferirono a San Giovanni Suergiu. Otto i figli da sfamare, oltre Eraldo, altri due fratelli e cinque sorelle. Dario il più grande, sacerdote molto noto in paese, poi Delia, Anna, Bruna, Fausta, Mario e Maria.

Eraldo ha frequentato le scuole elementari in paese con ottimi voti, a metà degli anni ’30. Ha trovato lavoro nello stabilimento Samis, in un’officina elettrica, dove ha conosciuto il signor Arturo Manca, maestro operaio elettromeccanico di quel periodo, che lo ha accompagnato nel percorso, come lavoratore dipendente prima, poi come socio in diverse altre iniziative.

Nel 1938 la chiamata alle armi, un servizio militare durato sette anni, il congedo nel 1945. Eraldo è stato arruolato nell’82° Reggimento Fanteria di Civitavecchia, ha partecipato all’occupazione lampo della Dalmazia, poi è stato impegnato sul fronte occidentale. La vera prova di guerra, il sergente maggiore Eraldo Secchi l’ha avuta sul fronte russo, 18 lunghi mesi, trascorsi in prima linea sulle rive del Don, impegnato al comando del Reggimento, al servizio carburanti delle auto carrette, poi come staffetta motociclista.

Rientrato in Italia nel 1943, Eraldo ha trascorso altri due anni da militare, nel Battaglione Costiero di Muravera, partecipando alla guerra di liberazione dai tedeschi svoltasi in Sardegna. Ha ricevuto il riconoscimento dallo Stato Italiano, è stato decorato con la Croce al Merito di Guerra.

Finito il periodo di ferma, al suo rientro, Eraldo ha aperto una piccola officina con Arturo Manca. Eraldo ha lavorato poi in officina, alle dipendenze della Carbonifera Sarda per un anno, successivamente è stato alle dipendenze di Benigno Brai (l’imprenditore agricolo rapito il 19 settembre 1979 e mai tornato a casa), ha fatto il trasportatore ed il tassista a Cagliari, sino all’avvio del Mulino Pastificio Brai, dove è stato impiegato per dieci anni, dal 1950 al 1960, come collaboratore stretto, uomo di fiducia.

Ha cambiato ancora lavoro, gli è stata offerta la possibilità di gestire la stazione Agip, un’opportunità che Eraldo non si è lasciato sfuggire. Ha gestito l’impianto di rifornimento per quasi trent’anni. E’ proprio lì che ha messo a frutto le sue potenzialità imprenditoriali.

Ritornando indietro nel tempo, ai primi anni ’50, si scopre un’avventura ancora più coinvolgente che ha segnato la vita di Eraldo Secchi. Il fatto è accaduto durante un’escursione nei poderi agricoli, alla ricerca del grano, quando lavorava con Benigno Brai. E’ lì, a Santadi, che ha conosciuto Maria Langiu, giovane ragazza del posto, che è diventata sua moglie nel 1955 e dalla quale ha avuto quattro figli, tre femmine ed un maschio: Valeria, Marta, Marcella ed Antonello. Eraldo e Maria oggi hanno 8 nipoti, il più grande è Luca, 38 anni, la più giovane Greta, 25 anni; e quattro pronipoti (l’ultima arrivata, Nina, figlia di Luca, ha 6 mesi).

Giampaolo Cirronis

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Venerdì 9 ottobre, a Palmas, è stato festeggiato il centesimo compleanno della signora Giovanna Lai nata a Santadi il 9 ottobre del 1920. Una ricorrenza ormai abituale nel Sulcis, sempre più terra di centenari.

Sposata con Salvatore Mazzedda, nato a Palmas nel 1910 e morto nel 1993, all’età di 83 anni, per quarant’anni signora Giovanna ha svolto il lavoro di bidella, per i primi sette anni nel paese vecchio e poi, sino alla pensione, presso il paese nuovo.

Il marito era un minatore. Vedovo con una figlia, Emilia, avuta dalla prima moglie Eleonora, morta nel 1940, da Emilia ha poi avuto due nipoti. Poi ha sposato Giovanna che ha avuto una figlia che ha chiamato Eleonora, come la prima moglie, ha avuto quattro figli che le hanno poi dato quattro pronipoti.

Nel pomeriggio una messa in chiesa e poi una festa nel giardino di casa, alla presenza della sindaca Elvira Usai e di alcuni parenti ed amici che non sono voluti mancare all’appuntamento, in un giorno così importante.

A causa dell’emergenza sanitaria, si è dovuto ridurre il numero degli invitati che si sono alternati per dare gli auguri alla festeggiata e scattare alcune foto ricordo.

La nonnina, coccolata con parole gentili ed omaggi floreali, in paese è conosciuta e stimata da tutti, una grande figura di riferimento per tante persone e per i bambini della scuola, che ora adulti, la ricordano con affetto e stima.

Una donna forte che si è anche dedicata al lavoro in campagna e alla coltivazione dei fiori da lei tanto amati.

Un caro abbraccio a nonna Giovanna ed un buon proseguimento di vita insieme ai suoi cari.

Nadia Pische

                      

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E’ possibile raccontare il carcere? E’ possibile parlare, senza pregiudizi, delle condizioni di vita dei detenuti e dei familiari che li attendono fuori? A queste e ad altre domande tenteranno di dare qualche risposta due seminari formativi per i giornalisti dal titolo “Informare dentro e fuori il carcere: la centralità della persona nel racconto dei media”, organizzati dalla delegazione regionale Caritas Sardegna con l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e con l’UCSI Sardegna.
Si svolgeranno lunedì 26 febbraio 2018 dalle ore 14.00 alle 17.00 a Lanusei, nella sede della Caritas diocesana, in viale Europa snc, e martedì 27 febbraio, dalle 14.00 alle 17.00 a Oristano, nella ex Chiesa di San Domenico, in via Lamarmora. Ognuno dei due seminari darà diritto a 5 crediti formativi.
La Costituzione italiana (art. 27) dice chiaramente che «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Ma il carcere nel nostro Paese continua a far discutere e a dividere. E non tutti conoscono davvero le problematiche dei carcerati e dei loro familiari.

Lunedì 26 febbraio, alle 14.00, a Lanusei, dopo i saluti mons. Antonello Mura, vescovo di Lanusei, don Giorgio Cabras, direttore Caritas diocesana di Lanusei e Andrea Pala, presidente UCSI Sardegna e dopo l’introduzione di Francesco Birocchi, presidente ODG Sardegna, interverranno: Daniele Pulino, membro dell’Osservatorio dell’Associazione Antigone; Ornella Favero, presidente della Conferenza nazionale volontariato e giustizia (CNVG) e direttrice della rivista Ristretti Orizzonti; Bruno Monzoni, redattore della rivista Ristretti Orizzonti e Giuseppina Boeddu, direttrice UEPE Nuoro.

Martedì 27 febbraio, alle 14.00, a Oristano, dopo i saluti di mons. Ignazio Sanna, arcivescovo di Oristano; Giovanna Lai, direttrice Caritas diocesana di Oristano e Andrea Pala, presidente UCSI Sardegna e dopo l’introduzione di Francesco Birocchi, presidente ODG Sardegna, interverranno Daniele Pulino, membro dell’ Osservatorio dell’Associazione Antigone; Ornella Favero, presidente della (CNVG) Conferenza nazionale volontariato e giustizia e direttrice della rivista Ristretti Orizzonti; Bruno Monzoni, redattore della rivista Ristretti Orizzonti. Concluderà i lavori Pier Luigi Farci, direttore della Casa di reclusione Salvatore Soro, Massama (Oristano).