2 November, 2024
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Stasera il Governo ha risposto in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, all’interrogazione sul caso AIAS Sardegna/Fondazione Stefania Randazzo (lavoratori non pagati per 9 mesi ed azioni punitive per chi critica l’azienda e chiede somme ai committenti di AIAS, le ASL ed i Comuni) sottoscritta dal deputato del Partito Democratico Francesco Sanna e dai colleghi Giovanna Sanna, Caterina Pes, Marco Meloni, Paola Pinna e Gianpiero Scanu. 

«Il sottosegretario del ministero del Lavoro Franca Biondelli, a nome del Governo – scrive in una nota Francesco Sanna -, ha chiarito che tali azioni dei lavoratori sono pienamente legittime, come ha anche deciso il Consiglio di Stato. Ha poi ricostruito la responsabilità delle amministrazioni nella vicenda.»

«Mi son detto parzialmente soddisfatto della risposta del Governo – aggiunge il deputato del Partito Democratico -. Va bene l’azione degli Ispettorati territoriali del lavoro e la mediazione della Prefettura di Cagliari. Ma occorre esplorare ancora più a fondo la possibilità di esercitare le azioni di vigilanza, di annullamento delle delibere illegittime e forse anche di commissariamento temporaneo degli organi di amministrazione, a tutela dell’esistenza di AIAS stessa.»

«Su questo versante – conclude Francesco Sanna – occorrerà approfondire ancora, da parte del Ministero dell’Interno, sia il percorso giuridico, sia l’indirizzo politico da imprimere agli uffici territoriali del Governo.»

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Il Centro Regionale di Formazione CRI della Sardegna con sede in Bosa, ha ospitato per tre fine settimana del mese di marzo, il Corso di Formazione d’Istruttori di Protezione Civile. La struttura del corso si è articolata sull’approfondimento teorico della materia ed esercitazioni pratiche. Hanno partecipato alla formazione le istituzioni del territorio, tra cui i Nas, i VVF, la dottoressa Quaquero, che ha curato l’aspetto relativo al supporto psicologico.

Il Dipartimento di Protezione civile della Sardegna, rappresentato nella persona del dottor Usai, insieme al Delegato Nazionale CRI delle Attività d’Emergenza Roberto Antonini, il Responsabile Nazionale per la Formazione di Attività d’Emergenza Fabio Carturan e il Funzionario della Ras, presenti in Commissione d’Esame unitamente alla Presidente Regionale CRI della Sardegna Giovanna Sanna, il giorno 1 aprile, hanno nominato Istruttori di Protezione Civile CRI 8 a titolo pieno e 3 rivedibili dei 12  partecipanti al corso.

Gli Istruttori di protezione Civile CRI saranno delle preziosissime risorse da spendere nella divulgazione della cultura di Protezione Civile, nella formazione di personale interno ed esterno all’associazione nell’obiettivo di sviluppare nella popolazione una cultura della resilienza. 

Il Corso Istruttori IPC è stato occasione di proficuo dialogo tra le istituzioni regionali e la Croce Rossa della Sardegna, nell’ottica di una futura utile collaborazione, volta al rafforzamento delle potenzialità di Protezione Civile, a supporto dell’ausilio dei soggetti colpiti da condizioni di vulnerabilità. 

La presidente regionale Giovanna Sanna, nell’esprimere soddisfazione per il traguardo raggiunto, ringrazia tutti i partecipanti e coloro che hanno prestato le loro altissime competenze per rendere sempre più forte il ruolo della Croce Rossa nel soccorrere chiunque si trovi in condizioni di sofferenza.

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I deputati sardi del Partito Democratico Francesco Sanna, Caterina Pes, Paola Pinna, Giovanna Sanna, Gianpiero Scanu hanno preso una decisa posizione sulla situazione della Fondazione Stefania Randazzo e dell’AIAS Sardegna, chiedendo un intervento del Governo nazionale che scongiuri conseguenze negative sui pazienti e sulla qualità del servizio, con un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno Marco Minniti e del Lavoro Giuliano Poletti.

Per raggiungere questo obiettivo, ferme restando le competenze della Regione e dei comuni che pagano i servizi resi dal sistema AIAS, i parlamentari chiedono al Governo di compiere due mosse.

La prima richiesta, inoltrata al ministro Giuliano Poletti, è quella di verificare se i dipendenti, con retribuzioni erogate sistematicamente in ritardo di otto mesi siano nel loro pieno diritto di chiedere gli arretrati direttamente ai debitori pubblici di AIAS e Fondazione. Nel qual caso sarebbero evidentemente illegittime le sanzioni disciplinari poste in essere da AIAS nei confronti dei dipendenti che in questi mesi cercano di portare a casa qualcosa utilizzando l’azione prevista dall’articolo 1676 del Codice Civile.

La seconda iniziativa è invece richiesta al ministro degli Interni Marco Minniti, a cui competono poteri di indirizzo alle Prefetture, che hanno compiti di controllo e possono sostituirsi agli organi delle fondazioni in caso di violazione di leggi, illegittimità e sviamenti nel loro operato rispetto alle finalità statutarie, che i parlamentari sardi del Partito Democratico definiscono esplicitamente meritorie.

Evidenziato l’evidente intreccio di attività tra Fondazione ed AIAS Sardegna – da considerarsi un tutt’uno secondo gli interroganti – i deputati PD ricordano al ministro dell’Interno come l’autorità governativa abbia il potere-dovere di esercitare il controllo e la vigilanza sull’amministrazione delle fondazioni. Di fronte a violazioni di legge, dell’atto costitutivo che individua le finalità della fondazione, dell’ordine pubblico (qui gli interroganti fanno riferimento esplicito alla delicatezza dei servizi sociosanitari, messi in discussione dalla tensione tra enti e lavoratori) si possono annullare le delibere che abbiano posto in essere tali eventuali violazioni.

L’interrogazione evoca inoltra la possibilità della soluzione estrema, «nell’interesse degli enti ed in collaborazione con le istituzioni locali», dello scioglimento degli organi di amministrazione e la nomina di un commissario, che riporti condizioni di dialogo tra le parti, faccia chiarezza sulla situazione finanziaria accelerando i pagamenti dei salari, ripristini in tempi rapidi le normali condizioni di resa del servizi socio sanitari.

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«Nel decreto sul Mezzogiorno, di cui abbiamo votato la conversione in legge alla Camera, per la Sardegna in particolare, ci sono due cose buone subito, e una terza in prospettiva.»

Lo scrive, in una nota, Francesco Sanna, deputato del Partito democratico.

«La prima è per lo sviluppo ed il lavoro – spiega Francesco Sanna -. Si estende all’Isola il credito d’imposta – finanziato da fondi statali – che “aiuta” gli investimenti di artigiani e industrie per l’acquisto di beni strumentali  (sino a 3 milioni per le piccole imprese, 10 per le medie e 15 per le grandi). Importante: per la prima volta una legge applica le nuove percentuali massime di agevolazione ottenibili in Sardegna, e valide dal 2017 al 2020. Per questo il credito varrà il 45 per cento dell’investimento per le piccole imprese, il 35 per le medie, il 25 per le grandi.

La seconda cosa buona è per la salute e per chi purtroppo si ammala di tumore. Si mettono a disposizione delle regioni del Mezzogiorno, tra cui la Sardegna, cento milioni di euro di fondi che finanzieranno l’acquisto di macchinari per la radioterapia oncologica,  e in particolare di apparecchiature dotate di tecnologia robotica o rotazionale. Si tratta di fondi aggiuntivi rispetto a quelli già impiegati nella sanità sarda.

La terza cosa buona ha bisogno di qualche parola in più. Si tratta degli investimenti “ordinari” delle amministrazioni statali nel Mezzogiorno. Il decreto dispone che normalmente il Governo indirizzi le proprie amministrazioni ad “investire” nelle regioni del Mezzogiorno in proporzione alla popolazione. Oppure tenga conto anche di altri parametri di criticità.»

«Io e tutti i miei colleghi sardi del Partito Democratico (Giovanna Sanna, Emanuele Cani, Siro Marrocu, Marco Meloni, Romina Mura, Paola Pinna, Caterina Pes, Gian Piero Scanu) poiché il parametro della popolazione penalizza la Sardegna, abbiamo chiesto alla Camera dei Deputati di impegnare il Governo ad usare il parametro delle “criticità” nell’Isola.

In particolare impegniamo il Governo a compensare la bassa densità demografica, guardando dunque, oltre alla popolazione, anche la vastità del territorio sardo. E di tenere conto del divario delle infrastrutture sarde rispetto a quelle del resto d’Italia,  derivante dalla insularità e dalla presenza di flussi turistici stagionali che moltiplicano la pressione sulla nostra rete di strade, ferrovie, porti ed aeroporti.

Il Governo ha accolto il nostro ordine del giorno. Adesso – conclude Francesco Sanna – bisogna vigilare affinché le direttive del Governo rendano espliciti e vincolanti gli obiettivi che abbiamo suggerito e le amministrazioni dello Stato li perseguano, sin dagli impegni del bilancio 2017.»

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«Con i pareri parlamentari, l’approvazione definitiva da parte del Governo e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo 257/2016 , l’Italia ha recepito la direttiva comunitaria sui combustibili alternativi. Una parte del decreto riguarda le condizioni per il trasporto e lo stoccaggio del gas naturale liquefatto (GNL), cioè il metano raffreddato sino a fargli assumere la forma liquida che consente di “rimpicciolirne” il volume di 600 volte per poi riespandersi per l’uso domestico o industriale. E un’altra, fondamentale parte riguarda le reti energetiche isolate, come quella sarda». Lo afferma il deputato democratico Francesco Sanna.

«E’ stato così definito il quadro di regole che consentirà agli operatori – che in Sardegna sono in prima battuta i concessionari dei 38 bacini di distribuzione dell’aria propanata in cui è divisa l’isola o i Consorzi industriali come quello di Sassari – di valutare con certezza gli elementi alla base dei loro investimenti, che mi auguro subiscano da subito una forte accelerazione – aggiunge Francesco Sanna -.

La normativa di cui ci siamo dotati favorisce in maniera esplicita gli impianti small scale, cioè di piccola taglia, più semplici da gestire e da connettere a reti di gasdotti che porteranno il gas a città, paesi e centri industriali ed artigianali. Chi realizzerà gli stoccaggi del GNL – definiti opere strategiche e quindi sottoposte a sistemi di autorizzazione rigorosi e semplificati – gestirà un servizio pubblico, utilizzabile da più operatori, che favorirà la concorrenza dell’offerta del gas. Per questo motivo tali investimenti saranno finanziabili anche con un contributo tariffario nazionale, e gli utenti sardi potranno godere di prezzi perequati che compenseranno i maggiori oneri iniziali.

A questo proposito voglio sottolineare come il Governo abbia recepito in pieno le indicazioni del Parlamento circa la valutazione della strategicità delle infrastrutture, a cui sono legati i vantaggi tariffari. Gli stoccaggi saranno infrastrutture strategiche non solo in funzione del numero di quanti utilizzano o utilizzeranno il metano, ma considerando i benefici complessivi: quelli economici, ma anche quelli ambientali e sociali.»

«Si pensi alla prospettiva – aggiunge Francesco Sanna -, che il Partito Democratico ha auspicato con una risoluzione approvata dalla Camera (a firma mia e di Giovanna Sanna), di anticipare l’utilizzo del GNL nei trasporti navali nel Mediterraneo, abbattendo le emissioni di zolfo. La Sardegna, con la sua posizione centrale nel Mediterraneo ed i suoi stoccaggi portuali potrebbe essere il “rifornitore” di GNL delle navi, specie quella da crociera. O ancora del vantaggio, concedibile nella prossima gara per la continuità territoriale marittima, all’armatore che dota le sue navi impegnate nelle rotte da e per la Sardegna di un sistema dual fuel, che alimenti i motori solo a GNL nelle soste portuali, abbattendo il carico di emissioni sulle città. Questa previsione è esplicita nel progetto di legge PD (a prima firma Romina Mura e Francesco Sanna) sulla nuova continuità territoriale marittima. O ancora la possibilità che si crei in Sardegna una rete di distributori per trasporti terrestri a metano e i treni si dotino di motori che utilizzano il GNL.

L’uso del metano in Sardegna, oltre ad abbattere l’impatto ambientale derivante dalla sostituzione di altre fonti fossili, si calcola possa comportare risparmi alle famiglie ed alle imprese nell’ordine di 500 milioni di euro all’anno. Se pensiamo che la Sardegna ha accumulato un ritardo, rispetto alla metanizzazione del mezzogiorno italiano, di circa 50 anni, è come se l’isola avesse accumulato un divario sulla bolletta energetica di 25 miliardi di euro.»

«Che il sistema delle imprese sia in concreto movimento lo dimostra non solo il completamento del quadro normativo nazionale, ma anche il concreto impegno che attori di primaria importanza, già presenti in Sardegna, stanno rivolgendo alla progettazione delle infrastrutture, e alla loro migliore localizzazione nell’abito del sistema portuale italiano.

E in movimento sono anche i soggetti specializzati nel trasporto tradizionale del metano. Lo dimostra l’inserimento della “dorsale” sarda nella Rete Nazionale dei Gasdotti, decretata pochi giorni fa dal Ministero dello Sviluppo Economico sulla base della richiesta del secondo gruppo italiano nella distribuzione, la società SGI. Si tratta di una condotta dalla realizzazione a moduli, dalla lunghezza complessiva di 409 chilometri, che progetta di connettere Sarroch – Oristano – Porto Torres, Cagliari ed il Sulcis, Codrongianus-Olbia, e che per essere realizzata – conclude Francesco Sanna – ha ovviamente bisogno dei punti di approvvigionamento la cui realizzazione è favorita dalle nuove norme.»

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Piazza d'Italia Sassari

Domani, giovedì 13 ottobre, alle ore 18.00, presso la Camera di Commercio di Sassari, in via Roma 74, in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre, si terrà un evento promosso dal Comitato per il Si di Sassari, con la presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti.

Interverranno e spiegheranno i motivi del perché votare Sì, Francesco Pigliaru, presidente della Regione Sardegna, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale e Carla Bassu, docente di diritto pubblico comparato dell’Università di Sassari.

Giovanna Sanna e Giuseppe Luigi Cucca, rispettivamente deputata e senatore PD, approfondiranno le ragioni del voto favorevole in sede parlamentare.

L’intervento conclusivo sarà a cura del sottosegretario, on. Luca Lotti.

Parteciperanno, inoltre, Giampiero Cordedda, Segretario provinciale del PD e il presidente del Comitato per il Sì di Sassari, Gianluca Giordo.

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Giovanna Sanna, barbaricina di 45 anni, insegnante, è la nuova presidente regionale della Croce Rossa Sarda. Espressione della volontà elettorale dei comitati provinciali della Sardegna, presta la sua opera di volontaria da 15 anni. Ha operato in tutti i settori istituzionali della Croce Rossa, dalle emergenze al settore formativo.

Insediata da pochi giorni, insieme al vice presidente Francesco Seguro, i consiglieri regionali Giorgio Cadeddu, Antonio Masala e Angelo Erminio De Faveri, ha iniziato ad attuare il suo programma imperniato sulla continuità dell’innovazione e nel rispetto delle direttive nazionali sul nuovo assetto della Croce Rossa Italiana. Una Croce Rossa regionale sempre più impegnata nel quotidiano supporto alle persone disagiate.

La CRI sarda, inoltre, prosegue con il massimo impegno l’attività formativa del personale pronto a intervenire per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi che possono verificarsi nell’Isola?

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Francesco Sanna 1 copia

Il deputato del Partito Democratico Francesco Sanna ha espresso perplessità sull’ennesimo commissariamento del Parco Geominerario storico ambientale della Sardegna ed ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente dei deputati PD sardi,insieme ai colleghi Giovanna Sanna, Romina Mura, Caterina Pes, Paola Pinna e Gianpiero Scanu. Ricordiamo che la scorsa settimana il ministro Galletti ha nominato l’avvocato Francesco Mascia al posto del professor Gian Luigi Pillola.

«Con l’imminente approvazione del nuovo Statuto e la definizione di un nuovo decreto istitutivo, ha senso l’ulteriore commissariamento per sei mesi del Parco Geominerario della Sardegna? – ha chiesto Francesco Sanna -. Non sarebbe stato meglio chiudere la fase straordinaria, che dura ormai da 9 anni (nove! probabilmente un record italiano) e restituire la gestione del Parco ad un organo rappresentativo delle amministrazioni dello Stato e delle autonomie locali, con un presidente scelto d’intesa con la Regione?»

«Ci sorprende – ha aggiunto Francesco Sanna – che con gli accordi tra amministrazioni statali raggiunti, il superamento del contenzioso con la Regione Sardegna, la conferenza di servizi convocata per mettere la firma conclusiva a questo lunghissimo percorso, il ministro abbia deciso un nuovo periodo di commissariamento, tra l’altro con un cambio della responsabilità di vertice.

Vogliamo che non ci sia alcuna distrazione rispetto ai compiti gestionali che in questi giorni attendono le strutture del Parco, con in cima l’apertura ordinata di tutti i siti minerari dismessi, autentiche opere d’arte nel panorama dell’archeologia industriale europea, letteralmente presi d’assalto dai turisti dalle festività pasquali in poi.»

L’interrogazione richiede in modo esplicito se siano stati dati indirizzi in questo senso al nuovo commissario. «E poiché il commissariamento impedisce comunque alle autonomie locali ed alla Regione di condividere le responsabilità gestionali del Parco – ciò di cui vi è gran bisogno – conclude Francesco Sanna – chiediamo al ministro dell’Ambiente di assumere in Parlamento una precisa informazione circa i tempi di superamento della fase straordinaria del Geominerario.»

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Il deputato del Partito Democratico Emanuele Cani ha presentato un’interrogazione a risposta in commissione sulla cosiddetta “questione dell’essenzialità delle centrali elettriche sarde”.

«Terna – dice Emanuele Cani – ha comunicato nel proprio sito internet che tra i sette impianti di produzione di energia in Italia ritenuti “essenziali per la sicurezza del sistema elettrico” nel 2016 solo uno, la centrale Enel di Assemini, in provincia di Cagliari, viene riconosciuto in Sardegna, cancellando così il regime di essenzialità per le tre centrali sarde di Fiumesanto, Ottana e Portovesme. Si tratta di una decisione che considero grave, anche alla luce del fatto che il mantenimento del regime di essenzialità è fondamentale per garantire il mantenimento dell’attuale sistema energetico insulare, per tutelare migliaia di posti di lavoro e per difendere l’apparato produttivo regionale consentendo una transizione non traumatica tra il vecchio modello energetico e quello nuovo in costruzione nel Piano energetico regionale.»

«E’ necessario capire – aggiunge Cani – se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda porre in atto per prorogare il regime di essenzialità almeno sino alla possibilità di uso del metano e se sia intenzione del governo  avviare i necessari interventi di riqualificazione tecnologica delle centrali Ep, Enel e Ottana Energia, finalizzati a una maggiore sostenibilità ambientale e competitività economica.»

L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai deputati Siro Marrocu, Marco Meloni, Romina Mura, Caterina Pes, Giovanna Sanna, Francesco Sanna e Giampiero Scanu.

Centrale Enel 1

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I cittadini potranno far aggiustare la propria automobile nell’officina di fiducia e gli autoriparatori potranno rimanere indipendenti dalle Compagnie di Assicurazione. Questo ha stabilito la Camera con il voto finale al disegno di legge “Concorrenza, all’interno del quale sono contenute le norme in materia di RC Auto.

«Dopo mesi di battaglie, ragionamenti con i Deputati, emendamenti e incontri territoriali con la nostra Associazione – ha detto la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – la Camera ha riconosciuto le ragioni degli autoriparatori. E di questo siamo molto soddisfatti.»

«Dobbiamo ringraziare i deputati sardi Emanuele Cani, Romina Mura, Giovanna Sanna, Caterina Pes, Francesco Sanna che hanno votato in modo favorevole anche nel passaggio finale per l’approvazione – aggiunge la Folchetti – e gli altri, come Andrea Vallascas, che hanno supportato la categoria nei vari passaggi nelle commissioni, ascoltando e capendo quali fossero le difficoltà e necessità delle imprese dell’autoriparazione.»

Già all’inizio dell’estate le commissioni Attività produttive e Finanze cancellarono le condizioni che “intimavano” all’assicurato di far riparare la macchina, dopo un incidente, a una carrozzeria convenzionata con la propria Compagnia di Assicurazione.

«E’ stato ristabilito – spiega la presidente Folchetti – il principio in base al quale gli assicurati hanno diritto ad ottenere il risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato, avvalendosi di imprese di autoriparazione di propria fiduciaSi tratta di un primo, importante risultato per la battaglia che Confartigianato sta conducendo contro il rischio, contenuto nella riforma dell’Rc auto, di mettere fuori mercato le carrozzerie indipendenti, rendendo di fatto obbligatorio il risarcimento ‘in forma specifica’, vale a dire far riparare il veicolo incidentato dalle officine di carrozzeria convenzionate con l’assicurazione.»

«Ora ci auguriamo – conclude la presidente Folchettiche le modifiche approvate siano confermate nel passaggio al Senato. Ne va del futuro del settore dell’autoriparazione anche in Sardegna.»

In Sardegna, nel primo semestre del 2015, le imprese dell’autoriparazione (artigiane e non), ovvero tutte quelle che svolgono attività di Manutenzioni e Riparazioni Meccaniche e “Riparazioni Carrozzerie, sono state 3.770 di cui 3.154 artigiane (l’83,8%). Queste ultime sono calate del 2,6% rispetto al 2014. In provincia di Cagliari erano 1.548 (l’82,2% artigiane, ovvero 1.274), a Oristano 317 (271 artigiane, l’85,4%), 670 a Nuoro (574 artigiane, l’85,6%) e ben 1.235 a Sassari (1.035 artigiane, l’83,8%). La Sardegna (-2,6%) occupa il terz’ultimo posto come calo demografico di questo settore mentre la provincia di Nuoro registra la peggior performance italiana: -4,9%.

Le imprese della manutenzione e della riparazione meccanica di autoveicoli, alla fine dello scorso giugno, sono risultate 3.049, di cui l’83,6% (ben 2.548) sono artigiane. Da segnalare che tra il 2014 e il 2015, il settore ha registrato un calo del 2,6%. A livello territoriale, tra le imprese artigiane 1.034 sono registrate in provincia di Cagliari (-1,3% rispetto al 2014), 826 sono in quella di Sassari (-1,7% rispetto al 2014), 462 in quella di Nuoro (-4,7% rispetto al 2014) e 226 a Oristano (-3% rispetto allo scorso anno).

Tra quelle della carrozzeria, ne risultano attive 721 di cui 606 artigiane (84%). Il bilancio tra il 2014 e 2015, risulta cessato l’1,8% delle imprese.

Tra le province, le aziende artigiane sono 240 a Cagliari (-1,6% rispetto al 2014), 209 a Sassari (-0,5% rispetto allo scorso anno), 112 a Nuoro (calo del 5,1% rispetto al 2014) e Oristano con 45 (nessun calo registrato).

Maria Carmela Folchetti-02