2 November, 2024
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«Con spirito costruttivo e nell’interesse della Sardegna in questi mesi abbiamo cominciato un’intensa interlocuzione con Anas. Non bisogna aspettare che succeda l’incidente, ovvero il fallimento di una impresa, e non si può pensare che diminuiscano gli incidenti stradali se le nostre principali arterie sono disseminate di cantieri, per giunta bloccati. L’emergenza strade non può e non deve più essere un problema secondario. La sicurezza delle persone e lo sviluppo economico di una regione sono strettamente legati alla capacità di garantire vie di comunicazione efficienti e moderne.»

 Lo ha detto l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, incontrando nel municipio di Berchidda i sindaci (o delegati) dei Comuni su cui insistono i lotti incriminati della Sassari-Olbia, Berchidda, Tula, Oschiri, Monti, Ardara, Ozieri, Florinas.

“Non possiamo immaginare un futuro che prescinda dalla necessità di colmare il gap infrastrutturale, vero dramma della Sardegna. Per queste ragioni proseguiremo nella strada del commissariamento», ha aggiunto l’assessore dei Lavori pubblici.

I sindaci, alla presenza dell’amministratore straordinario della provincia di Sassari Pietrino Fois e del vicepresidente del Consiglio regionale Giovanni Antonio Satta, hanno chiesto all’assessore di non essere lasciati soli.

«La Sassari-Olbia è il futuro del Nord Sardegna e delle nostre Comunità, così drammaticamente interessate dal fenomeno dello spopolamento -hanno detto -. Oggi abbiamo costituito un fronte istituzionale compatto per lo sblocco dei lavori. La presenza dell’assessore e del vicepresidente del Consiglio regionale, che hanno raggiunto i nostri territori per toccare con mano le criticità, testimoniano la volontà di portare avanti una battaglia per il futuro della Sardegna. La nomina di un commissario straordinario – hanno concluso – è l’unica via percorribile per sbloccare i cantieri: chiediamo con forza un intervento in quel senso per cercare di semplificare con poteri straordinari queste lungaggini.»
Rispetto ad Anas l’assessore ha ribadito la volontà di essere collaborativamente al fianco di Anas attraverso il commissariamento.

«Credo sia arrivato il momento che Anas restituisca alla Sardegna qualcosa in termini di efficienza ed efficacia. È per questo che ho chiesto l’apertura di cantieri h24, oltre al potenziamento della struttura presente nell’Isola, che deve essere autonoma, slegata da Roma, perché la Sardegna ha bisogno di essere trattata diversamente rispetto alle altre regioni d’Italia.»

All’incontro è seguito il sopralluogo sulla Sassari-Olbia.

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Il Consiglio regionale ha approvato la prima variazione di bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame del primo punto all’ordine del giorno, la convalida dei consiglieri regionali eletti ai sensi dell’art. 17 del regolamento, che è stato però rinviato per la necessità espressa dalla Giunta delle elezioni di approfondire la documentazione riguardante la delibera.

A nome di tutto il Consiglio, il presidente ha poi espresso il cordoglio dell’assemblea regionale per la recente scomparsa del Sindaco di Maracalagonis Mario Fadda, pronunciando inoltre parole di ferma condanna per gli attentati, che ha definito “indegni di una democrazia”, contro il sindaco di Cardedu Matteo Piras e la sezione del Pd di Dorgali, oggetto di una intimidazione giudicata dagli inquirenti “di tipo terroristico”.

Analoghe espressioni sono state successivamente formulate da tutti i gruppi consiliari: hanno preso la parola il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ed il vice Roberto Deriu, Elena Fancello e Desirè Manca del M5S, Massimo Zedda dei Progressisti, Daniele Cocco di Leu, Francesco Mura di Fdi, Franco Mula del Psd’Az, Pietro Moro dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori e Dario Giagoni della Lega.

Il consigliere del Pd Salvatore Corrias, in particolare, ha annunciato la presentazione di una mozione, per la quale ha auspicato l’adesione unanime dei gruppi.

A nome della Giunta e del presidente della Regione Christian Solinas, è intervenuta il vice presidente Alessandra Zedda.

Il presidente Pais, nel condividere l’iniziativa, ha comunicato che l’argomento sarà all’attenzione della conferenza dei capigruppo mentre, per quanto riguarda la mozione, eventualmente potrà essere discussa (tempi permettendo) alla fine della seduta.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione del Disegno di legge 24/A – Giunta regionale – sulla variazione di bilancio per l’avvio del Mater Olbia.

Il relatore di maggioranza Domenico Gallus, presidente della commissione Sanità, ha ripercorso l’iter del provvedimento, approvato il 9 luglio scorso dalle commissioni Sanità e Bilancio in sede congiunta con il voto favorevole della maggioranza, l’astensione del Pd ed il voto contrario di Leu e Progressisti. Si tratta, ha ricordato Domenico Gallus, «di una vicenda articolata e complessa scandita da diversi passaggi istituzionali: il piano sanitario regionale del 2008 che prevedeva la realizzazione di un nuovo ospedale ad Olbia, territorio in forte crescita demografica interessato da consistenti flussi turistici, il progetto di una struttura integrata con il sistema pubblico, inserito nel memorandum del 2013 fra Regione Qatar Foundation (Giunta Cappellacci), confermato nel 2014 dal protocollo sottoscritto dalla stessa Regione (Giunta Pigliaru) con il Governo nazionale, ed inserito successivamente nel documento di ridefinizione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio del 2017». Altri momento qualificanti del percorso del provvedimento, ha specificato Domenico Gallus, «hanno riguardato la rimodulazione dell’offerta da parte della Giunta, la definizione tetto massimo di spesa a 60.6 milioni, l’accreditamento provvisorio della struttura per 12 mesi, e le necessarie autorizzazioni di spesa fino al 2021 oggetto di specifiche variazioni di bilancio». L’auspicio comune, ha detto in conclusione riservandosi un ulteriore intervento in sede di discussione generale, «è quello del miglioramento del sistema sanitario regionale».

Per la minoranza il relatore Cesare Moriconi, del Pd, ha rilanciato in apertura i dubbi sulla sostenibilità tecnica della norma già emersi in commissione sui quali si attende ancora una posizione chiara della Giunta. E’ vero, ha sostenuto, «che questo provvedimento arriva da lontano e si è formato con passaggi istituzionali diversi al di là delle differenze di merito emerse in Consiglio ed anche all’interno delle parti sociali, ma va ricordato che anche che costa tanto perché lo Stato consente il superamento del tetto massimo della spesa sanitaria fino al 20%, calcolo secondo il quale si arriverebbe però a 32 milioni e non ai 60 considerati a regime». Occorre insomma capire, ha sollecitato Moriconi, «se siamo all’interno della deroga autorizzata nonostante le rassicurazioni di carattere generale fornite dall’assessore, così come non è chiaro l’utilizzo di eventuali economie a favore del sistema pubblico che a nostro giudizio sarebbero fuori dal perimetro tracciato dal legislatore statale, e infine non esiste alcuna certezza su quanto potrebbe accadere dal 2021 in poi».

Al termine dell’intervento il di Cesare Moriconi il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto una breve sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori ha chiesto la parola l’on. Gianfranco Satta (Progressisti), che è intervenuto per dire: “Non si comprende perché dovrebbe essere ammesso il trasferimento di risorse pubbliche ai privati che operano in campo sanitario, in assenza di una procedura di evidenza pubblica.   Va bene il sostegno al privato ma fino al momento in cui non tocca i servizi sanitari pubblici già esistenti: non si devono finanziare i servizi già offerti da altri ospedali pubblici ma quelli non offerti, che costringono invece i malati sardi a lasciare la Sardegna. Non accetteremo di finanziare con denaro di tutti servizi in concorrenza con il pubblico, a vantaggio del Qatar e non del nostro popolo. Se approverete questa legge, farete a brandelli la Sanità sarda ed è per questo che voterò contro ogni provvedimento che lederà il diritto alla salute dei sardi”.

Dai banchi del Pd ha preso la parola l’on. Giuseppe Meloni: “E’ il bello della democrazia il fatto che io sia in totale disaccordo con chi mi ha preceduto. Per noi è invece importante portare a casa questo risultato: si è già detto tanto su questo tema e se ci sono ancora dubbi possiamo discuterne. Ma dobbiamo arrivare al traguardo e si tratta di una variazione di bilancio: avremo altri momenti per discutere della rete ospedaliera e dell’offerta dei servizi sanitari in Sardegna. Non è solo la Gallura che ha bisogno di questo ospedale ma tutta la Sardegna”.

Ha preso la parola il presidente della Commissione Sanità, Domenico Gallus (Udc), il quale ha ricordato che la vicenda del Mater Olbia ha viaggiato attraverso la spinta trasversalmente condivisa da un ampio spettro delle forze politiche, le quali ne hanno condiviso il progetto e le finalità. Domenico Gallus ha ricordato che l’iter è iniziato con la Giunta Cappellacci e proseguito con la Giunta Pigliaru, evidenziando l’importanza dell’iniziativa e delle sue ricadute positive sul sistema sanitario sardo.

Per Gallus il Mater Olbia non andrà a incidere sui posti letto della rete ospedaliera dell’Isola, in quanto le assegnazioni per esso sono già definite e recepite nella stessa. Il consigliere dell’Udc ha esortato tutti a valutare il progetto con spirito laico. Domenico Gallus ha poi evidenziato le diverse posizioni emerse in Commissione Sanità all’interno della minoranza e si è augurato che nel corso del dibattito possa trasformarsi nuovamente in consenso. Domenico Gallus ha assicurato che le diverse posizioni emerse in Commissione saranno prese in esame con molta attenzione e che ogni contributo sarà positivamente accolto.

Il presidente della Sesta commissione ha specificato che l’obiettivo di questa struttura non è quello di  generare doppioni ma di creare nuove eccellenze. E ha affermato che la presenza del Mater Olbia non dovrà creare un danno agli ospedali pubblici e che su questo ci sarà un attento controllo. Domenico Gallus ha poi proposto di attivare una Stroke Unit per gli interventi d’emergenza per i casi di pazienti colpiti da ictus ed emorragie cerebrali e un reparto multidisciplinare per curare i disturbi dell’alimentazione. Domenico Gallus ha poi sottolineato la grave situazione in cui versa la sanità sarda, con alcuni reparti che rischiano di chiudere come nel caso dell’ospedale Delogu di Ghilarza e del San Martino di Oristano. Per Domenico Gallus c’è stata una cattiva programmazione dei pensionamenti da parte della precedente amministrazione, ma ha affermato che l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, se ne sta occupando e sta cercando di trovare una soluzione per evitare la chiusura dei reparti.

Domenico Gallus ha anche ricordato, in chiusura d’intervento, che non approvare questa variazione di bilancio porterebbe la Regione Sardegna a dover pagare ingenti penali.

Ha poi preso la parola Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), il quale ha ripercorso l’iter che ha portato oggi alla votazione di questa variazione di bilancio. Un iter lungo, che ha preso avvio con la Giunta Cappellacci, e che oggi vede questo Consiglio regionale  chiamato a dare il via libera finale oppure a bloccare una realtà ormai consolidata con un grave danno per la Sardegna. Per Antonio Mundula si tratta di una struttura d’avanguardia anche se ci sono alcuni aspetti che andrebbero chiariti: quali patologie saranno trattate e se la struttura sarà in grado di ridurre la mobilità passiva. Per il consigliere di maggioranza, pur avendo preferito avere alcune certezze, ormai non si può più tornare indietro. Il consigliere di FdI si è detto però convinto che monitorando l’attività del Mater Olbia sarà possibile anche valutarne l’efficacia ed eventualmente apportare dei correttivi. Mundula ha annunciato voto favorevole accettando “una scommessa di speranza”: dare alla Sardegna una sanità all’avanguardia.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha assunto la presidenza dell’Aula.

E’ quindi intervenuto Eugenio Lai (Leu), il quale ha ricordato che l’argomento in esame è la variazione di bilancio e non il Mater Olbia. Il consigliere di minoranza ha ricordato di aver espresso voto negativo in Commissione e che anche parte della maggioranza aveva delle perplessità. Lai ha detto di capire i colleghi galluresi che vogliono tutelare un territorio in forte sofferenza, ma avrebbe preferito che quei 147 milioni fossero andati alla sanità pubblica, che ha bisogno di soluzioni e prospettive e che, a sei mesi dall’avvio della legislatura, la Giunta regionale non ha ancora trovato. Per Eugenio Lai, d’accordo con il collega Moriconi, ci sono dubbi di costituzionalità e sulle modalità di reperimento delle risorse, ossia dalle perenzioni e dagli accantonamenti.  Il consigliere di Leu ha inoltre sollevato il problema della scadenza della deroga prevista per il 2021 e che, a oggi, non ci sono certezze per il futuro. Lai ha annunciato voto contrario dicendo che avrebbe preferito che quelle risorse fossero andate alla sanità pubblica e che il Mater Olbia andrà a incidere negativamente su situazioni di eccellenza già presenti nell’Isola.

Ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), il quale ha ricordato che il progetto del Mater Olbia è nato in un territorio che in cui la media dei posti letto era molto al di sotto della media regionale. Il consigliere di maggioranza ha ricordato che c’è stato un importante investimento privato e che la struttura ha l’obiettivo di ridurre la mobilità passiva dei pazienti sardi, che oggi vale circa 80 milioni l’anno, ma saranno risultati da valutare nel lungo periodo. Per Satta bisogna votare a favore di questa variazione di bilancio perché si tratta di un’eccellenza. E ha ricordato che grazie a un accordo con il Gaslini di Genova, il pre-operatorio e il post-operatorio dei bambini, che saranno sottoposti a interventi al Gaslini, sarà gestito al Mater Olbia. “E questo è già un risultato”. Per Satta bisogna partire dal presupposto che si ha a che fare con persone serie che hanno l’obiettivo di realizzare una struttura di avanguardia.

Ha preso la parola Massimo Zedda (Progressisti), ribadendo che non sia in discussione il fatto che il Mater Olbia sia utile o meno per il territorio gallurese, ma un testo che tratta di dove vengono attinte le risorse per che cosa vengono destinate e a favore di chi.  Su questo aspetto Massimo Zedda ha sollevato dubbi di legittimità sul comma 3 dell’articolo 1 che recita “Nel caso che non siano entrate pienamente a regime le attività programmate, eventuali economie realizzate sulle risorse di cui al comma 2 possono essere destinate, esclusivamente per l’annualità di riferimento, agli altri operatori privati accreditati con il sistema sanitario regionale, nei limiti previsti e in conformità alla normativa vigente”. Massimo Zedda ha sottolineato di non aver alcuna preclusione verso il privato né verso il pubblico, ma che la norma, così scritta, potrebbe essere impugnata dal Governo e subire i rilievi della Corte dei Conti.

L’altro aspetto sottolineato dal consigliere di minoranza è che bisogna subito attivarsi con il Governo per ottenere la proroga oltre il 2021 e, contestualmente, trattare con Roma per ottenere una deroga anche per la sanità pubblica, in particolare per quanto riguarda le tante patologie autoimmuni che hanno un’elevata incidenza in Sardegna.

Giorgio Oppi (Udc) si è detto meravigliato perché tutti i dubbi sollevati in passato dalla minoranza nella scorsa legislatura, oggi vengano sollevati da quella che allora era la maggioranza. Giorgio Oppi ha ricordato che il Protocollo d’Intesa è stato firmato nel 2014 dalla Giunta Pigliaru, la stessa Giunta che ha firmato a febbraio 2019 il secondo Protocollo d’Intesa. Per il consigliere di maggioranza non è accettabile che oggi l’opposizione cambi linea, dopo aver approvato gli atti precedenti. Oppi ha spiegato che la deroga del Mater Olbia non deve danneggiare il budget riservato alle strutture private. Per il consigliere dell’Udc il conteggio dei 25 milioni per il 2019 è sbagliato e, secondo i suoi calcoli, ci saranno economie per 15 milioni di euro. Risorse che Giorgio Oppi auspica che siano destinate all’abbattimento delle liste d’attesa e ad intervenire sulla sanità pubblica in difficoltà.

Daniele Cocco (capogruppo LeU) ha ripercorso le diverse fasi del dibattito ed ha evidenziato i principali problemi che affliggono la sanità sarda, ad incominciare da quelli che attengono le liste d’attesa, per la riduzione delle quali, a giudizio del consigliere della minoranza, “niente è stato ancora fatto”. Il capogruppo di LeU ha quindi riaffermato il principio che “la realizzazione del Mater di Olbia non avrebbe dovuto ridurre alcun posto letto del comparto pubblico” ed ha però affermato: «Nessuno è contro per la sanità privata ma tutti vogliamo una sanità che funzioni». Daniele Cocco ha auspicato una “reale ed efficace azione di monitoraggio sulla mobilità passiva” ed ha rimarcato le eccellenze dell’ospedale privato di Olbia.  L’esponente della minoranza ha confermato le perplessità sulla eventuale destinazione delle risorse non utilizzate per i servizi del Mater, a favore dell’acquisto di prestazioni offerte da altre strutture private («potrebbe essere oggetto di impugnativa da parte del Governo»). Daniele Cocco ha quindi avanzato la ferma richiesta affinché “tutto il personale impiegato al mater Olbia sia sardo” ed ha chiesto lumi sul futuro della breast unit di Nuoro.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau ha ricordato i diversi passaggi politici e amministrativi che hanno interessato il Mater, dalla deroga statale del 2019 per lo sforamento del 20% del tetto di spesa per la sanità privata, fino all’autorizzazione sperimentale con scadenza 2021 («sarebbe opportuno avviare una nuova contrattazione col governo»). L’ex presidente del Consiglio ha quindi insistito sul via libera della scorsa legislatura alla struttura privata olbiese “con la condizione che non andasse a discapito del sistema sanitario pubblico: «Il Mater deve offrire servizi di eccellenza in grado di integrare e non deve competere con il sistema pubblico». Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità sui contenuti della delibera 59\1 per una serie di incongruenze nei posti letto di varie specialità ed ha citato il caso dei reparti di chirurgia e ortopedia. «Chiedo a questo proposito – ha aggiunto l’esponente della minoranza – che l’assessore si impegni a verificare la rimodulazione dell’offerta dei posti letto del Mater Olbia ed annuncio la presentazione di un ordine del giorno sul tema, stigmatizzando la sottrazione dei migliori specialisti impegnati nella sanità pubblica a favore del Mater, come accade nella chirurgia».

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni ha criticato alcune dichiarazioni dei consiglieri del centrosinistra («annunciano voto contrario su una convenzione firmata dall’ex presidente Pigliaru con il Qatar») ed ha ribadito il diritto di Olbia “ad avere una sanità efficace che non costringa residenti e turisti a cercare cure altrove”. «Il Mater – ha aggiunto l’esponente della maggioranza – è una eccellenza e rappresenta un’opportunità anche per ciò che attiene gli sbocchi lavorativi».

«La Lega – ha proseguito Dario Giagoni – voterà favorevolmente per una sanità migliore ma non intende creare alcun divario con la sanità pubblica ed è per questo che annuncio un emendamento per destinare le economie previste negli stanziamenti a favore del Mater, alle strutture pubbliche in zone disagiate come La Maddalena, Bosa e Isili».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus (Progressisti) ha rammentato il voto contrario in commissione “perché al comma 3 articolo 1 è stata inserita una pillola avvelenata”. L’esponente della minoranza ha ricordato, dunque, quanto stabilito nel provvedimento e cioè che “ciò che avanza del non speso dal Mater nel 2019 sarà destinato a strutture private non previste nella deroga al tetto di spesa concessa dallo Stato per il Mater”. Agus ha evidenziato il rischio di impugnativa e le ripercussioni nell’erogazione delle risorse “dinanzi ad un evidente conflitto tra le norme statali e la legge regionale”. Il capogruppo dei Progressisti ha dunque dichiarato di non aver condiviso l’iter del provvedimento in discussione ed ha sollevato perplessità sul reale impatto del Mater sul sistema sanitario pubblico ed ha auspicato una puntuale verifica sull’abbattimento dei tempi delle liste d’attesa e la riduzione della cosiddetta mobilità passiva.

L’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ha ricordato il lungo percorso del Mater («è un progetto che parte da lontano ed oggi appare molto difficile pensare di ritornare indietro») ed ha illustrato i punti cardine del provvedimento, soffermandosi sulla configurazione dei rimborsi: «Sono di tre fattispecie, la prima riguarda il 20% del tetto complessivo della medicina convenzionata, il resto sono risorse erogate per alta specialità e quindi in deroga con la spending review e sono risorse derivanti dal risparmio considerando tutte le prestazioni sanitarie erogabili, mentre la terza fattispecie sono remunerazioni per funzioni assistenziali, circa 8 milioni».

In merito all’altro tema oggetto del dibattito in Aula e cioè la destinazione delle risorse risparmiate rispetto allo stanziamento in favore delle prestazioni del Mater (nel 2019 la struttura privata gallurese non potrà erogare 25 milioni di prestazioni sanitarie), l’assessore si è detto favorevole ad un eventuale impiego delle rimanenti somme per l’acquisizioni di altri servizi sanitari offerti da soggetti privati («da almeno cinque anni la Regione nega agli operatori privati e accreditati l’extra budget»).

«Per ciò che attiene le attività di monitoraggio delle prestazioni – ha spiegato Mario Nieddu – abbiamo i fari ben puntati sul Mater Olbia ma non per preconcetto quanto perché ha il compito di abbattere la mobilità passiva e garantirci alte prestazioni sanitarie». L’assessore ha quindi concluso auspicando che i dieci milioni di euro previsti per la ricerca possano essere gestiti direttamente dall’assessorato della Sanità.

L’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, ha rammentato l’accordo sottoscritto nella precedente legislatura tra il presidente della Regione a guida centrosinistra e la Qatar Foundation, nonché la deroga ai tetti di spesa autorizzata dal precedente governo italiano e ripresentata dall’attuale governo Conte. Giuseppe Fasolino ha insistito sul concetto che ai sardi ciò che interessa è una sanità che funzioni («poco importa ai nostri concittadini se i servizi sono offerti da strutture pubbliche o private») ed ha citato i casi dell’efficienza dei sistemi di Lombardia e Veneto, dove la maggior parte dei servizi sono erogati dalle strutture private. L’assessore ha quindi precisato che i fondi (25 milioni di euro per il 2019 e 60.600.000 per gli anni 2020 e 2021) hanno copertura finanziaria attraverso la riduzione delle somme iscritte al “Fondo di accantonamento per la salvaguardia degli equilibri di bilancio destinato all’accantonamento al fondo perenzioni che confluisce nel risultato di amministrazione”.

Il Consiglio ha quindi approvato con votazione a scrutinio palese il passaggio agli articoli e il relatore di maggioranza, Domenico Gallus (Udc), ha quindi dichiarato il parere sugli emendamenti presentati all’articolo 1 (Autorizzazioni di spesa): invito al ritiro per l’emendamento n.1, contrario agli emendamenti n. 2 e n. 4, favorevole all’emendamento n. 3 (Oppi e più).

La Giunta ha dichiarato parere conforme con quello del relatore Domenico Gallus ed il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, è intervenuto auspicando una valutazione positiva dell’Aula per l’emendamento n. 4 che propone di destinare le risorse in economia dal Mater alle strutture pubbliche in zone disagiate. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha invitato il Consiglio ad esprimersi favorevolmente su quanto proposto negli emendamenti n. 1 e n. 4.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, prendendo atto dei pareri di presidente ed assessore, ha affermato che il provvedimento è a forte rischio di impugnazione perché “si sta eludendo il tetto del Mater Olbia per pagare altre prestazioni”. L’esponente della minoranza ha concluso proponendo una breve sospensione.

Il vice capogruppo Roberto Deriu, sullo stesso punto, ha chiesto alla maggioranza maggiori certezze sulla destinazione delle economie, che hanno una destinazione precisa e non possono essere oggetto di “furbizie” contabili.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sottolineato che i consigli dei colleghi Ganau e Deriu sono da tenere in considerazione, per evitare problemi maggiori in un secondo momento. Basterebbero pochi minuti di riflessione, ha concluso, per evitare una scelta sbagliata.

Il consigliere Eugenio Lai, sempre di Leu, criticando il parere del relatore sugli emendamenti, ha chiarito che l’opposizione non vuole fare ostruzionismo ma affermare con certezza l’opzione a favore della sanità pubblica e in particolare al sostegno delle strutture più disagiate.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo del Psd’az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha proposto un emendamento orale concordato con l’assessore e l’opposizione, con il quale nel caso non siano entrate a regime le strutture del Mater Olbia le risorse rientrano nel bilancio regionale.

L’assessore Fasolino è intervenuto per aggiungere l’impegno della Giunta a tener conto anche delle esigenze delle strutture sanitarie disagiate.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha sollecitato una decisione, considerando la contemporanea convocazione di alcune commissioni. Da questo punto di vista si è detto convinto che la precisazione dell’assessore sia superflua.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Il presidente, precisando di non voler richiamare nessuno, ha invitato i consiglieri ad attenersi ad un contegno consono alla dignità dell’Aula, con riferimento all’uso di telefoni cellulari.

Il consigliere Massimo Zedda dei Progressisti, nel condividere il richiamo del presidente, ha affermato che alcune prese di posizione, nel momento in cui si discutono provvedimenti di spesa, sono censurabili.

Il consigliere Francesco Agus dei Progressisti ha chiesto la sorte della richiesta di sospensione chiesta dalla Lega.

Il consigliere Pierluigi Saiu della Lega ha ribadito la necessità di una breve sospensione per valutare le modifiche ad un provvedimento così importante.

Il presidente ha accordato la sospensione richiesta dal gruppo della Lega.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha preso atto che non c’è nessuna opposizione all’emendamento orale proposto dal capogruppo del Psd’Az Francesco Mula. Il quale ha chiarito che va votato l’emendamento n.3 corretto dalla sua proposta orale.

Il consigliere del Pd Gianfranco Ganau ha annunciato il ritiro del suo emendamento (il n. 4).

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n.3, comprensivo della modifica orale proposta da Francesco Mula, che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto.

Subito dopo sono stati approvati i 3 articoli della legge più i 2 allegati con 39 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti.

Prima della votazione finale il capogruppo di Pd Gianfranco Ganau ha presentato un ordine del giorno che, in sostanza, impegna l’assessore della Sanità a modificare ove necessario lo schema della rete ospedaliera per rendere più funzionale e compatibile la stessa con la presenza del Mater Olbia, evitando sovrapposizioni di strutture.

L’assessore della Sanità ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che il pronto soccorso di Ozieri è a rischio chiusura per mancanza di medici, per cui va valutata la possibilità di modificare il protocollo di intesa.

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 48 voti favorevoli e 2 astenuti.

Sul voto finale, per dichiarazione di voto, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha detto di sentirsi in difficoltà rispetto alle indicazioni del suo partito, da sempre contrario. Inoltre ha espresso valutazione positiva sul contenuto dell’emendamento integrato dalla proposta del collega Mula. Cocco ha infine annunciato la sua astensione.

Massimo Zedda, per i Progressisti, ha ricordato che resta centrale il problema dell’uso corretto delle risorse pubbliche che viene vanificato da una ampia maggioranza alimentando ulteriori preoccupazioni. Sulle dinamiche contabili ha poi sollecitato il parere dei revisori della Regione.

E’ intervenuto per dichiarazione di voto Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti), il quale ha evidenziato due lati positivi. Il primo è  la modifica dell’articolo 1 a larga maggioranza  che “riporta il testo nel solco della legittimità”, evidenziando che può essere utile ascoltare i consigli dell’opposizione per migliorare un testo. “Credo che sia un buon precedente per quest’aula”. Il secondo lato positivo è stato l’approvazione dell’ordine del giorno.  Il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, ha annunciato il voto favorevole ringraziando tutti coloro che hanno lavorato per realizzare questo progetto e tutti i centri ospedalieri di tutta l’Isola. Per Angelo Cocciu il Mater Olbia non risolverà tutti i problemi della sanità, ma darà un contributo importante. Voto favorevole anche da parte di Giovanni Antonio Satta (Riformatori), che ha voluto ringraziare chi ha lavorato per arrivare a questo risultato, la Commissione Sanità ed il presidente Domenico Gallus. Voto favorevole è stato annunciato anche dal capogruppo del Psd’Az, Francesco Mula, che ha auspicato che il Mater Olbia porti benefici per tutta la Sardegna. Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha annunciato il voto favorevole, come atto di coraggio per il bene della Sardegna, ma con la volontà di monitorare con attenzione i risultati che porterà il progetto. Il presidente Pais ha aperto la votazione finale del testo, che è stato approvato con 39 voti favorevoli e 2 astenuti). Il Consiglio si riunirà giovedì alle 10,30.

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Il Consiglio regionale ieri ha approvato l’ordine del giorno sugli interventi finalizzati alla predisposizione di una legge di riforma del sistema agricolo regionale e al finanziamento della legge regionale n. 15 del 2010.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato le dimissioni dalla carica di consigliere regionale di Paolo Truzzu, recentemente eletto sindaco di Cagliari. Successivamente, è stata disposta la convocazione immediata della Giunta delle elezioni per la presa d’atto e la conseguente surroga con il primo dei non eletti. Per questi adempimenti, il presidente ha sospeso la seduta per 10 minuti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha letto la nota della Giunta per le elezioni, sulla base della quale Fausto Piga risulta essere il primo dei non eletti nella lista “Fratelli di Italia”, collegio di Cagliari, in cui fu eletto l’on. Paolo Truzzu. Pertanto, a seguito delle dimissioni dell’on. Paolo Truzzu, il presidente Michele Pais ha invitato l’on. Piga a entrare in Aula e a prestare giuramento.

Il presidente Michele Pais ha chiesto all’Aula un minuto di silenzio per commemorare Emanuela Loi e tutte le vittime della strage di via D’Amelio.

L’on. Piero Comandini (Pd) ha esordito dicendo che “dal 21 maggio il presidente Christian Solinas Solinas non si presenta in Aula e questo è un fatto di una gravità inaudita. Dal 28 maggio chiediamo al presidente Christian Solinas di riferire sulla vertenza del porto canale e ancora nulla si sa, nonostante la vicenda si sia aggravata a causa del diniego paesaggistico. Cosa ha fatto finora il presidente Solinas per questa vertenza?”.

Di seguito, l’on. Francesco Agus (Progressisti) ha ricordato che “dal 28 giugno la Giunta ha nominato i nuovi direttori generali ma a oggi tre direzioni sono ancora vacanti. E si tratta di direzioni generali strategiche come la Protezione civile e il Personale”.

L’assessore Andrea Biancareddu ha chiesto di ricordare in Aula il tragico incendio di Curraggia in Gallura che il 28 luglio 1983 portò un pesantissimo bilancio di nove vittime, sei feriti e oltre 18 mila ettari bruciati. Il presidente Pais ha dunque ordinato all’Aula un minuto di silenzio.

L’on. Eugenio Lai ha invece suggerito al presidente Pais di sospendere i lavori per consentire a una delegazione di “incontrare i lavoratori dell’Aias e quelli del porto canale, che da giorni protestano sotto il Consiglio regionale”.

Lo stato di agitazione dei dipendenti di Forestas è stato richiamato invece dall’on. Giovanni Satta (Psd’az), che ha detto: “Chiedo alla vicepresidente della Giunta di dare in fretta risposte sul tema del contratto dei lavoratori di Forestas”.

Per l’assessore Alessandra Zedda “la Giunta ha già preso l’impegno con i lavoratori di Forestas e ci stiamo assumendo la responsabilità di occuparci di loro”.

Anche l’on. Daniele Cocco (Sinistra) ha caldeggiato l’incontro con i lavoratori  di Forestas e ha annunciato una mozione sul tema.

Il presidente Pais ha sospeso i lavori per indire subito una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa ha comunicato gli esiti della conferenza: una delegazione dei lavoratori del porto canale di Cagliari e dell’Aias sarà ricevuta al termine dei lavori dell’Aula.

Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha iniziato l’esame della mozione n. 19 (Tunis e più) sulla riforma del sistema agricolo regionale, sospesa in una precedente seduta nella fase della dichiarazioni di voto.

Il primo firmatario Stefano Tunis (Sardegna 20/20), prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha affermato che, avendo registrato una convergenza ampia sul contenuto del documento, si rendono necessarie attraverso un emendamento orale alcune correzioni per chiarire, ha precisato, che ciò che viene messo sotto accusa è in realtà il risultato operativo di una burocrazia con cui è difficile dialogare soprattutto in materia di pagamenti a conclusione delle istruttorie condotte dalle agenzie agricole. Si tratta quindi, ha sintetizzato, di una posizione difensiva e non offensiva dell’assessorato. Inoltre, ha concluso, è opportuna anche la modifica di una parte del dispositivo per sottolineare il valore dell’ampio coinvolgimento della commissione e del Consiglio sulla legge di riforma del sistema agricolo regionale.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha espresso dissenso sulla proposta di emendamento orale, che quindi decade.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, dopo aver ricordato che l’emendamento orale era stato concordato, ha chiesto una sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori, il consigliere Stefano Tunis (sempre sull’ordine dei lavori) ha affermato che in sede di coordinamento del testo basterebbe precisare meglio soltanto il passaggio riguardante il coinvolgimento del Consiglio.

Il consigliere Roberto Deriu ha chiesto se Aula può dare indirizzi al coordinamento formale di una mozione.

Il presidente Michele Pais ha riposto di sì.

Il consigliere Francesco Agus (Progressisti) ha ricordato che il regolamento parla di coordinamento dei testi legislativi e non delle mozioni, per cui o si ritira la mozione trasformandola in ordine del giorno, oppure si mantiene il testo approvandolo o respingendolo, fermo restando che comunque il tema richiede serietà e maggiore attenzione da parte dell’Aula.

Per dichiarazione di voto, Emanuele Cera di Forza Italia ha ringraziato i proponenti della mozione per aver portato all’attenzione del Consiglio la crisi dell’agricoltura sarda. Una crisi, ha aggiunto, che impone a tutti di impegnarsi a fondo per la riforma a cominciare dalla chiusura positiva della vicenda riguardante il prezzo del latte e le difficoltà del comparto ovi-caprino. Va riconosciuto tuttavia, ha proseguito, che la legge 15/10 non ha raggiunto i risultati che si prefiggeva e si è trasformata impropriamente in uno strumento di sostegno al reddito, soluzione inadeguata per il settore che ha bisogno di interventi strutturali, fra i quali semmai va compreso anche al settore bovino.

Il consigliere Gian Franco Satta dei Progressisti ha sottolineato che la mozione Tunis contiene una proposta di riforma del sistema agricolo che però è in contraddizione con il riferimento positivo alla legge 15, che lo stesso Cera ha poco fa criticato. Ha poi annunciato il voto contrario.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd), sull’ordine dei lavori, ha detto di voler prendere sul serio la mozione che vorremmo votare confrontandoci con la maggioranza che però ha difficoltà interne. Il punto di incontro non c’è e manca chiarezza all’interno della coalizione, ha spiegato, quindi se maggioranza vuole confrontarsi siamo disponibili altrimenti voteremo contro.

Daniele Cocco di Leu ha affermato di non capire come si sta procedendo perché prima emergono differenze sul documento e poi si torna alle dichiarazioni di voto sul testo originario che peraltro, di fatto, suona come una sfiducia nei confronti dell’assessore; a questo punto meglio una proposta di legge affidata all’esame delle commissioni e poi al Consiglio

Il consigliere Stefano Tunis (Sardegna 20/20), nel comprendere le difficoltà perché il tema richiede approfondimenti e non solo qualche sospensione, ha proposto una votazione per parti, eliminando il periodo controverso.

Il presidente Michele Pais ha definito la proposta di buon senso.

Il consigliere Daniele Cocco di Leu, ha puntualizzato che si deve mettere in votazione ogni parte.

Il consigliere Pietro Moro, ha osservato che non è una questione di vita o di morte approvare un provvedimento a tutta velocità; ci vogliono contenuti più solidi perché di fronte alla vertenza latte non possiamo girarci dall’altra parte ed è meglio rimandare.

Il presidente Michele Pais ha invitato i consiglieri a formulare proposte accoglibili ed ha sostenuto che quella del voto per parti lo è.

Il consigliere Piro Comandini (Pd), d’accordo col collega Deriu, ha sollecitato una intesa ed ha proposto una sospensione.

Analogamente si è espresso Gian Franco Satta dei Progressisti.

Il presidente Michele Pais ha quindi sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori il consigliere Stefano Tunis ha comunicato la trasformazione della mozione in ordine del giorno, posto che l’ampia condivisione è fondamentale sul tema, che ha bisogno del contributo di tutta la politica e di tutto il mondo agricolo, arrivare a superamento legge 15/10 e nello stesso tempo avere uno strumento transitorio da notificare alla Ue in attesa di quadro organico. L’ordine del giorno, ha chiarito, ripercorre sostanzialmente il testo dalla mozione (a parte un paragrafo) e riafferma la necessità del coinvolgimento pieno del Consiglio.

Il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha eccepito che i tempi non coincidono col regolamento perché la trasformazione di una mozione in ordine del giorno può avvenire al termine della discussione generale e non nella fase della dichiarazione di voto, per cui si deve votare la mozione.

Il presidente Michele Pais, di diverso avviso, ha sostenuto la regolarità dell’ordine del giorno, purchè provvisto della firma di 8 consiglieri.

Il consigliere Massimo Zedda, sempre dei Progressisti, ha rilevato la presenza di alcuni errori materiali e si è comunque associato alla tesi di Agus.

Il consigliere Piero Comandini ha sollecitato il parere della Giunta.

Il consigliere dei Progressisti Gian Franco Satta ha valutato con favore il passo indietro della maggioranza ma ha preso le distanze dal modo, suggerendo il rinvio della discussione ad un momento successivo.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, ricordando l’impegno ad un incontro con i lavoratori Aias, ha criticato il la richiesta di un parere della Giunta per una semplice modifica.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha raccomandato la specificazione della parte collegata alla “misura ponte” notificabile alla Ue, a testimonianza della transitorietà del testo.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, pur dicendo di non voler fare ostruzionismo, ha sostenuto che di fatto l’ordine del giorno non c’è, meglio dunque aderire alla proposta del consigliere Moro di rinviare a martedì, altrimenti voterà contro.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, a favore, ha sollecitato l’inserimento dei problemi riguardanti la pesca.

Il presidente Pais, sul punto regolamentare, ha definito l’ordine del giorno la sommaria illustrazione di un documento già noto.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha ribadito la richiesta del parere della Giunta e della disponibilità del testo.

Il presidente Pais ha poi disposto la sospensione della seduta per la distribuzione del testo.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, sostenendo la necessità del parere della Giunta, ha ricordato che deve essere obbligatoriamente espresso prima della votazione.

Il presidente Pais ha sospeso brevemente la seduta per la distribuzione del testo.

Alla ripresa dei lavori l’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia ha fornito il parere della Giunta dichiarando la sua posizione favorevole.

Successivamente è stato messo ai voti l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato con 33 voti favorevoli, 22 contrari ed 1 astenuto. Il documento impegna fra l’altro il presidente della Regione e lo stesso assessore dell’Agricoltura a “predisporre una legge di riforma agraria coinvolgendo tutte le parti politiche presenti in Consiglio, a modificare la legge 15/10 per rispondere in maniera adeguata alle esigenze del comparto, ad integrare la legge con ulteriori capitoli di spesa ed a riorganizzare il sistema burocratico al fine di dare un supporto reale agli operatori del settore”.

Subito dopo, per partecipare all’incontro dei capigruppo con una delegazione di lavoratori Aias, il presidente Pais ha lasciato la guida dell’Assemblea al vice presidente Giovanni Satta.

La presidenza è stata assunta dal vicepresidente Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi).

Ha quindi chiesto la parola Eugenio Lai (Leu) per proporre all’Aula, vista l’assenza dei capigruppo, del presidente del Consiglio e di parte della Giunta regionale di rinviare la discussione delle interpellanza ad altra data e di sospendere la seduta.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha deciso per il proseguo dei lavori. Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha proposto di terminare con l’ultimo punto in discussione e dopo incontrare i lavoratori.  Michele Cossa (capogruppo dei Riformatori sardi) ha esortato i colleghi a un po’ di moderazione e a continuare con l’esame delle interpellanze. Anche il capogruppo di Fratelli d’Italia è intervenuto per sollecitare una rapida conclusione dei lavori in modo da incontrare i lavoratori.

Il vice presidente Satta ha, quindi, dato la parola per l’illustrazione dell’Interpellanza n. 9 “sulle criticità ambientali e gestionali della discarica consortile Spiritu Santu a Olbia” al consigliere del Movimento 5 Stelle, Roberto Li Gioi, primo firmatario del testo.

Il consigliere, rivolgendosi all’assessore dell’Ambiente, Gianni Lampis, gli ha ricordato che già da aprile gli aveva parlato delle problematiche della discarica consortile di Spiritu Santu. “Le avevo fatto presente come su quel paradiso, che è l’Area Marina protetta di Tavolare, insiste in maniera devastante una vera e propria bomba ecologica: la discarica di Spiritu Santu. Lei mi aveva assicurato un suo interessamento alla questione”. E ha aggiunto che “gli abitanti di Murta Maria sono le vittime esasperate di un modus operandi inaccettabile che li ha visti subire per decenni angherie inenarrabili, mentre osservavano impotenti l’elevarsi di una montagna di rifiuti”. Roberto Li Gioi ha poi proseguito: “Una discarica strutturata nel 1991 dal Cipnes su un sito in cui era già presente una discarica “gravemente inquinante”. Un sito che, secondo il consigliere, subisce “innumerevoli ampliamenti in barba alle direttive europee” e alle delibere delle varie giunte, tra cui quella del 2013 che imponeva al Cipnes di individuare un nuovo sito per il conferimento dei rifiuti.

Roberto Li Gioi ha anche sottolineato che c’è “una percentuale di tumori tra gli abitanti di Murta Maria clamorosamente al di sopra delle medie nazionali” e ha ricordato che un dossier è stato depositato presso la Procura della Repubblica di Tempio Pausania da un coraggioso comitato di cittadini di Murta Maria e Porto San Paolo” e ha evidenziato l’ulteriore richiesta di ampliamento da 40mila a 150mila tonnellate di rifiuti l’anno con la creazione di un impianto di biogas (“gas di pessima qualità”). “Un progetto abnorme dovuto all’emergenza rifiuti, che porta ingenti contributi pubblici nelle casse del Cipnes e disincentiva la raccolta differenziata dei rifiuti da parte dei cittadini”.

E rivolgendosi all’assessore Lampis ha sottolineato che il 1 luglio è stato concesso dalla Giunta un finanziamento di 1.082 milioni per adeguamento della discarica con dichiarazione firmata da Lampis. “Questa è la prima risposta che la Giunta regionale vuole dare alle comunità locali? Si tratta dell’ennesima intollerabile presa in giro a cittadini, che mi onoro di rappresentare”. E ha sottolineato che quella si Spiritu Santu è “una bomba ecologica”. Roberto Li Gioi ha poi ricordato all’assessore che “la terra avvelenata non ha colore e ogni centimetro di terra avvelenata è un centimetro di Sardegna che muore”

Giovanni Antonio Satta ha dato quindi la parola al capogruppo della Lega Salvini Sardegna, Dario Giagoni, per l’illustrazione dell’interpellanza n. 20/A (Giagoni e più)  “in merito alle alle criticità gestionali, ai gravi rischi ambientali, ai pericoli per la salute, alle risorse finanziarie di recente destinate relativamente all’attività della discarica consortile in località “Spiritu Santu” (Comune di Olbia)”.

“Oltre l’importanza ambientale e sanitaria, riteniamo doveroso dar voce alle legittime richieste di chiarimenti delle popolazioni locali”, ha affermato il consigliere. “Il polo rifiuti di Spiritu Santu già da anni è oggetto azioni non propriamente cristalline” e “si configura come un ecomostro di altezza spropositata”, non solo dannoso per la salute ma motivo di grave perdita economico per il settore turistico, derivanti dall’inquinamento dell’aria e del suolo.

Dario Giagoni ha spiegato che la discarica è gestita dal Cipnes, che ha beneficiato negli anni di ingenti risorse collettive, provenienti dal Comune e dalla Regione. “Oggi la discarica si presenta allo stato attuale ben lontana dagli standard imposti dalle normative nazionali e comunitarie e prosegue con l’avanzamento di pretese economiche”, ha detto, “Sarebbe dovuto essere dismesso chiuso e bonificato entro il 2009, non solo non è avvenuto ma anzi ci sono stati progressivi ampliamenti” fino a quello che ha portato dallo smaltimento 40mila a 150mila tonnellate di rifiuti. Per Giagoni c’è un conflitto di interessi visto che “c’è coincidenza tra soggetto operante e soggetto preposto al per monitoraggio, ossia al Cipnes”. Nell’Interpellanza il capogruppo della Lega chiede: se ritengano opportuno che il Cipnes possa garantire opportuno operato visto il maxi impianto da 150mila tonnellate/anno, riguardante anche lo stoccaggio di rifiuti ad elevato potere calorifero. E se l’opera che prevede la produzione di biometano risponda ai criteri di opportunità, fattibilità e convenienza, visti i rischi, costi e benefici per la popolazione. Dario Giagoni ha chiesto anche se l’Arpas abbia effettuato i rilievi dei livelli di inquinamento. E chiede di conoscere la finalità precisa delle risorse economiche, pari a oltre 1 milione di euro, recentemente assegnate al Cipnes.

Per la Giunta è intervenuto l’assessore regionale dell’Ambiente, Gianni Lampis, il quale ha evidenziato come il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani è rispondente a una corretta gestione dei rifiuti, in armonia con quanto stabilito dalle norme comunitarie e nazionali. Al fine di conseguire una corretta infrastrutturazione del Nord Sardegna, il Piano regionale, sin dagli anni ‘90 ha ubicato nel comune di Olbia una piattaforma consistente in diverse sezioni. Gianni Lampis ha spiegato che il Cipnes aveva individuato altri siti, ma non ha trovato l’accordo del Comune interessato. L’assessore ha quindi aggiunto che è in corso di valutazione ambientale il progetto di ampliamento della piattaforma e, dati tecnici alla mano, ha spiegato che sarà concesso e ha spiegato che l’ampliamento della discarica di Spiritu Santu è prevista per far fronte ai fermo impianti del termovalorizzatore di Macomer, cui andranno conferiti i rifiuti indifferenziati della provincia di Sassari e di Nuoro. “Non sono stati rinvenuti motivi ostativi alla loro autorizzazione”, ha detto. Lampis ha, inoltre, affermato che “non stiamo creando ulteriori disagi ma stiamo cercando di limitarli” e che è previsto un costante monitoraggio dell’aria da parte dell’Arpas, attraverso le stazioni fisse, ma che si potrà valutare l’utilizzo delle stazioni mobili per approfondire i valori nell’area in cui insiste la discarica di Spiritu Santu. E ha ricordato che tutti i dati sono disponibili nel sito internet “Sardegna Ambiente”.

Gianni Lampis ha anche reso noto che confluiscono nella discarica rifiuti speciali, fanghi da trattamento dei reflui delle acque urbane, provenienti dalla Campania, gestiti con scrupolose misure gestionali per evitare i rischi.

Gianni Lampis ha poi evidenziato che alla richiesta del Consorzio per l’aumento della volumetria di 25mila tonnellate è stato dato dall’assessorato dell’Ambiente parere favorevole, sottolineando che  le volumetrie devono essere riservate ai rifiuti urbani prodotti dal bacino territoriale Olbia-Tempio e a quelli derivanti dal loro trattamento.

Il consigliere Roberto Li Gioi si è detto non soddisfatto della risposta, seppur tecnicamente impeccabile, perché non tiene conto dei gravi disagi per i cittadini. Soddisfatto, invece, il consigliere Giagoni, per l’approccio costruttivo e la volontà di risolvere la situazione, anche se ha sottolineato che la Sardegna non deve prendere i rifiuti che arrivano da altre regioni.

E’ poi intervenuto il consigliere Giuseppe Meloni (Pd), il quale ha proposto ai colleghi Roberto Li Gioi e Dario Giagoni di trasformare le interpellanze in mozione. Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha chiuso la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

 

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Un pronunciamento deciso e fermo delle commissioni Lavoro e Salute del Consiglio regionale per sospendere l’efficacia delle delibere dell’Ats che, a fare data dal 1 agosto 2019, revocano l’affidamento dei servizi alle imprese del Polo sanitario della Sardegna centrale (Pssc), società di progetto e gestore dell’ormai noto project di Nuoro, annullato in autotutela nel dicembre 2016 dall’allora commissario Asl, Mario Palermo, perché ritenuto illegittimo in quanto troppo esoso per la pubblica amministrazione. È questa, in sintesi, la principale richiesta degli imprenditori e dei tecnici avanzata, nel corso delle rispettive audizioni, alle commissioni Seconda e Sesta, riunite in seduta congiunta sotto la presidenza di Alfonso Marras (Riformatori sardi) e Domenico Gallus (Udc).

Gli ingegneri Bonaventura Meloni e Gianfranco Muggianu hanno illustrato il progetto strategico a suo tempo individuato per il rilancio della sanità nella Sardegna centrale ed hanno ribadito la regolarità delle procedure adottate insieme con l’efficacia del Project nuorese.

«Nel complesso – ha affermato l’ingegnere Gianfranco Muggianu – abbiamo realizzato il 61,50% del progetto che merita di avere un futuro nell’interesse dei cittadini e dell’intera Isola». Concetti ribaditi dal direttore del Pssc, Giuseppe Soddu, che ha ripercorso le tappe della delicata vicenda e ha ricordato i significativi interventi strutturali e nei servizi avviati e conclusi a partire dal 2007 («proprio in questi giorni attiveremo a Nuoro una nuova tac e una nuova centrale di sterilizzazione»).

«Non abbiamo mai ricevuto – ha spiegato Giuseppe Soddu – contestazioni per le opere pubbliche di nostra competenze ed è dunque difficile comprendere il perché del blocco dei lavori con la risoluzione del contratto.»

«Dal dicembre 2016 ad oggi – ha aggiunto il direttore – abbiamo continuato a ristrutturare immobili e ambulatori, così come abbiamo fatto con le guardie mediche in diversi centri della provincia ed invitiamo, dunque, la commissione Sanità a verificare, attraverso un apposito sopralluogo, ciò che abbiamo realizzato e ciò che resta da fare.»

Sui rischi per il futuro occupazionale dei circa 500 lavoratori impiegati dalle imprese che erogano i servizi nelle strutture sanitarie del nuorese sono intervenuti i titolari delle aziende che dal 1 agosto saranno formalmente esentate dalle prestazioni. Anna Giuntini, a nome della “Ph facility srl”, la società che si occupa delle pulizie, ha parlato di «piccole contestazioni senza però possibilità di contradditorio» da parte dell’allora Asl ed ha ricordato il credito di oltre due milioni di euro vantato dalla sua azienda («ci hanno decurtato una serie di fatture con contestazioni strumentali e mai l’Asl prima e l’Ats dopo hanno tenuto in considerazione il sensibile aumento di superfici da pulire, rispetto alle iniziali indicazioni»). Antonio Esposito per la “Aep Multiservizi” (servizi di portierato negli ospedali e negli uffici) ha già avviato le procedure per il licenziamento collettivo mentre la società subentrate, nel frattempo, ha già dichiarato esuberi e un taglio delle retribuzioni del 30%.

«Noi invece gli stipendi li abbiamo sempre pagati puntuali nonostante l’Ats debba ancora saldare fatture per circa cinque milioni di euro», ha affermato Giampaolo Di Festa che, con la “Consorzio nazionale servizi”, gestisce il servizio delle mense. «Abbiamo rinnovato a nostre spese macchinari e attrezzature per un investimento complessivo di un milione di euro – ha proseguito – ed è curioso scoprire che nel bando pubblicato dall’Ats per assegnare il servizio mensa non si consideri che i macchinari e le attrezzature sono ancora di nostra proprietà e non dell’Azienda della salute». Non è differente la situazione denunciata da Roberto Zedda (Arionline srl) per le forniture di software, hardware e gestione reti: «Oltre un terzo delle attrezzature è di nostra proprietà e non ho neppure ricevuto una comunicazione ufficiale che mi dica che dal 1 agosto dovrò cessare la fornitura di servizi essenziali per il funzionamento del sistema sanitario».

I consiglieri Talana (Fi), Cuccu (M5S), Caddeo (Progressisti), Stara (Progressisti),  Desiré Manca (M5S), Agus (Progressisti), Peru (Fi), Mula (Psd’Az) e Cocco (LeU) nel corso dei rispettivi e distinti interventi hanno concordato sulla necessità di interventi adatti a scongiurare “una così drammatica situazione”, almeno in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato sull’annullamento del project nuorese. Auspici condivisi dai presidenti Alfonso Marras e Domenico Gallus che hanno mostrato favore anche per la proposta dell’apertura di un tavolo di confronto con le aziende cessanti e subentranti insieme con Ats e Regione.

A seguire le commissioni II e VI, sempre in seduta congiunta, hanno ascoltato i sindacati (Ugl e Fsi) ed i rappresentanti della società Secur, convocati per una serie di chiarimenti sulla ormai nota vertenza relativa al mancato completo assorbimento dei lavoratori ex Secur da parte degli aggiudicatari dei servizi di vigilanza armata e portierato nell’azienda ospedaliero universitaria (Aou) e nelle aree socio sanitarie locali (Assl) di Sassari.

Il confronto si è incentrato sull’attendibilità degli elenchi dei dipendenti ex Secur e sulla correttezza delle procedure adottate dagli aggiudicatari dell’appalto per il reclutamento del personale. Al termine di una serie di approfondimenti e di chiarimenti, sollecitati anche dagli interventi dei consiglieri Cocco (LeU), Ganau (Pd), Desiré Manca (M5S), Peru (Fi), Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi), Piu (Progressisti) Stara (Progressisti), Comandini (Pd), Oppi (Udc), i commissari dei parlamentini del Lavoro e della Salute hanno assunto come attendibile il dato confermato dal rappresentate Secur (Filippo Frisone) e dalla segretaria Ugl, Federica Bandinu, consistente in 145 lavoratori interessati dalle clausole di salvaguardia del cambio appalto e altri 30 addetti a tempo determinato impiegati nei servizi dell’antincendio.

«Ad oggi – ha affermato Federica Bandinu – risultano quindi 47 addetti al portierato non ancora assorbiti dalle aziende che si sono aggiudicate l’appalto per le forniture alla Aou e all’Ats.»

L’Ugl con Federica Bandinu e la Federazione dei sindacati indipendenti (Fsi) con Mariangela Campus hanno inoltre denunciato una serie di anomalie nel reclutamento del personale a discapito dei dipendenti ex Secur e, a questo proposito, hanno duramente contestato i parametri e i coefficienti utilizzati dalle ditte aggiudicatarie per giustificare la copertura dei turni di lavoro («non tengono conto di ferie e permessi, allo scopo di inserire surrettiziamente personale di nuova assunzione invece dei 47 lavoratori ex Secur»).

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«La strada provinciale 38 bis con il ponte di Monte Pino deve essere inserita tra le 10 opere già oggetto di commissariamento.»
Lo ha detto il consigliere regionale Giovanni Antonio Satta, vice presidente del Consiglio regionale.
«Ho chiesto di aggiungere alle principali opere di viabilità oggetto di commissariamento, già individuate dall’assessore dei Lavori Pubblici Roberto Frongia, la strada provinciale 38 bis e il ponte di Monte Pino perché non è possibile che la burocrazia blocchi la realizzazione di un’opera di cosi rilevante importanza – aggiunge Giovanni Antonio Satta -. Non è più sopportabile che questa strada, sulla quale ci sono senza dubbio tutti i motivi per agire con urgenza, sia oggetto di ulteriori lungaggini. Il cronoprogramma reso noto da Anas nel corso di un sopralluogo prevede una dilatazione dei tempi a causa dell’avvio della procedura di risoluzione del contratto con l’impresa Imp di Carloforte. Il cantiere, aperto nel maggio del 2018, rischia di restare fermo a causa dei tempi biblici necessari per risoluzione contrattuale e per l’individuazione di un altra impresa  allungando oltremodo  i tempi di realizzazione dell’opera: il commissariamento dell’opera  è una eventualità sulla quale c’è già l’attenzione dell’assessore regionale dei Lavori pubblici  che ha chiesto il commissariamento  per altre 10 opere strutturali incompiute in Sardegna. Credo che sia urgente quanto doveroso – ha concluso Giovanni Antonio Satta – inserire nell’elenco anche strada questa strada interrotta dal 18 novembre 2013.»

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La commissione Salute e Politiche sociali del Consiglio regionale, lunedì 1 luglio visiterà i tre ospedali del Sulcis Iglesiente e l’ospedale di San Gavino Monreale. Il “Viaggio” all’interno della Sanità del “Sud Ovest Sardo”, inizierà alle 10.30 all’ospedale Sirai di Carbonia, proseguirà a Iglesias, al CTO e al Santa Barbara e si concluderà nel pomeriggio all’ospedale “Nostra Signora di Bonaria” di San Gavino Monreale.

Le visite della commissione Salute e Politiche sociali, composta dal presidente Domenico Gallus (Udc), il vice Daniele Secondo Cocco (Leu), i segretari Antonio Mario Mundula (Fratelli d’Italia) e Carla Cuccu (M5S) e i componenti Francesco Agus (Progressisti), Gianfranco Ganau (PD), Annalisa Mele (Lega), Antonello Peru (Forza Italia), Giorgio Oppi (Udc), Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi), Stefano Schirru (PSd’Az) e Fabio Usai (PSd’Az), arrivano 53 giorni dopo quelle effettuate dall’assessore Mario Nieddu.


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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge per interventi a favore dei lavoratori ex Sardinia Green Island. Keller, Vesuvius, Ottana Polimeri, Ottana Energia e S&B Olmedo. La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato la costituzione della Giunta per il Regolamento. Completata inoltre la composizione della Giunta per le elezioni, che sarà presieduta dal vice presidente del Consiglio Giovanni Antonio Satta, e della commissione per la Biblioteca, che sarà guidata dall’altro vice presidente dell’Assemblea Piero Comandini.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere Ignazio Manca ha brevemente ricordato la figura dell’avvocato sassarese Dino Milia recentemente scomparso, ex consigliere regionale e parlamentare, oltre che presidente della Dinamo Basket di Sassari. Il presidente Michele Pais ha poi annunciato per la prossima settimana una commemorazione formale del Consiglio, alla presenza della famiglia dell’avv. Dino Milia.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere Piero Comandini (Pd) ha ribadito la sua richiesta della presenza in Aula del presidente della Regione Christian Solinas per riferire sulla vertenza del porto canale, sulla quale è in programma proprio domani un importante incontro a Roma.

Ancora sull’ordine dei lavori il consigliere dei Progressisti Francesco Agus si è associato alla richiesta, sollecitando inoltre la nomina del vice presidente della Regione prevista dallo Statuto. Il consigliere ha lamentato inoltre che, in occasione delle recenti designazioni disposte dal presidente, non tutti i capigruppo sono stati avvisati con la necessaria tempestività.

In riferimento alla presenza in Aula del presidente della Regione il presidente Michele Pais ha chiarito che il governatore, trattenuto da improrogabili impegni istituzionali, ha delegato la trattazione dell’argomento all’assessore del Lavoro Alessandra Zedda.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge 17/A – Giunta regionale che, modificando una parte della Legge Finanziaria 2019, prevede interventi a favore dei lavoratori ex Sardinian Green Island, Keller, Vesuvius, Ottana Polimeri, Ottana Energia ed Sardabauxiti di Olmedo.

Illustrando il provvedimento il presidente della commissione Alfonso Marras (Riformatori) ha affermato che, fra le finalità condivise, ci sono quella di indennizzare i lavoratori destinatari di procedure di licenziamento favorendone la rioccupazione, garantire quanti non hanno trovato opportunità di reimpiego al termine del periodo di blocco aziendale ed infine, come nel caso di Ottana Energia, proteggere i lavoratori con ammortizzatori sociali in scadenza.

Per la Giunta l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda ha ricordato che, con la normativa vigente, ci sarebbe stato un blocco delle risorse disponibili ed un periodo di azione troppo limitato, per cui si sono introdotti elementi correttivi che consentiranno in alcuni casi di proteggere quote di lavoratori fino al 2020, rideterminando inoltre la stessa definizione giuridica dello stato di disoccupazione. Nella seconda parte della legge, ha aggiunto, c’è la novità di misure adeguata per gli ex Ila ed ex Alcoa che non avevano alcuna forma di sostegno, a testimonianza del fatto che crediamo in una politica non di assistenza ma di mantenimento di un legame con mondo del lavoro in attesa di progetto di rilancio. Il provvedimento interessa complessivamente 630 unità.

Per dichiarazione di voto, il consigliere Piero Comandini del Pd ha ringraziato sia l’assessore Alessandra Zedda che la Giunta per primi provvedimenti, legati al lavoro fatto nella precedente legislatura, sia in materia di urbanistica con la proroga del cosiddetto Piano casa che ora con una legge sul lavoro. Alla legge sono state apportate significative modifiche tecniche per proteggere alcune aliquote di lavoratori, ha sottolineato Piero Comandini, ma questo è avvenuto all’interno di un impianto comunque molto solido e di un indirizzo generale finalizzato alla ricerca di possibili acquirenti, un punto sul quale chiediamo alla Giunta un impegno preciso.

Successivamente il Consiglio ha approvato con 53 voti il passaggio della legge agli articoli.

Intervenendo sull’art 1 per dichiarazione di voto, il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha messo l’accento sul fatto che si tratta di interventi di qualità decisi dalla precedente amministrazione. Sul piano procedurale, ha però osservato, non va taciuto che il provvedimento è arrivato in commissione Bilancio senza copertura finanziaria, fatto segnalato dagli uffici che ne hanno chiesto anzi la riscrittura. Il problema è stato poi risolto dall’assessore Alessandra Zedda, ha detto ancora il consigliere, che ha fatto le opportune correzioni aumentando anche la dotazione finanziaria: tuttavia è una prassi sbagliata, se di prassi si tratta, contraria alla Costituzione.

Il presidente della commissione Bilancio Paolo Truzzu, chiarendo di volersi rivolgere “a chi non vuol capire”, ha parlato di un episodio accaduto tante altre al volte risolto correttamente dalla commissione con un parere condizionato. Oggi, ha concluso, la legge ha piena copertura e, questo è vero, segna una continuità con il lavoro portato avanti dal centro sinistra nella precedente legislatura.

Successivamente il Consiglio ha approvato all’unanimità tutti i 4 articoli della legge.

Prima del voto finale, il consigliere del Pd ha presentato con altri un ordine del giorno nel quale si impegna la Giunta a favorire e sostenere le azioni di rilancio delle aziende in crisi, valorizzando conoscenze esperienze e professionalità maturate dai lavoratori.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione dei lavori per verificare la possibilità di arrivare ad un ordine del giorno unitario.

Alla ripresa dei lavori, esprimendo il parere della Giunta, l’assessore dell’Industria Anita Pili ha dichiarato che, sulle vertenze all’attenzione del Consiglio, è in corso il lavoro congiunto di diversi assessorati per rilanciare le attività in crisi. L’assessore ha poi fornito alcune informazioni di dettaglio, sia sulla Keller, per la quale è stato chiesto la riapertura del tavolo tecnico presso il ministero in modo da poter valutare le due proposte pervenute, che su Ottana e Porto Torres per il rispetto degli accordi di programma, e Portovesme dove il discorso è ancora aperto perché i Sindaci dei Comuni interessati hanno lamentato di non essere stati adeguatamente coinvolti nei programmi di rilancio. L’esponente dell’Esecutivo si è dichiarata infine a favore dell’ordine del giorno.

Per l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda l’azione qualificante che si sta portando avanti riguarda il potenziamento delle politiche attive del lavoro, con le quali si sta cercando di attrarre nuovi investitori ed accelerare i tempi del recupero di molte aziende in crisi, anche con altre misure di supporto che saranno attivate a breve.

Per dichiarazione di voto, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha auspicato che l’ordine del giorno sia sottoscritto da tutto il Consiglio, puntualizzando che nel caso di Portovesme le comunità hanno ragione a sentirsi escluse perché sono stati messi da parte quanti hanno veramente lottato per far ripartire Alcoa.

La seduta è stata nuovamente sospesa.

Alla ripresa dei lavori, l’ordine del giorno Piero Comandini e più è stato integrato con un riferimento più specifico alla salvaguardia delle esperienze professionali maurati dai lavoratori delle aziende in crisi.

Il consigliere Piero Comandini, come primo firmatario, ha detto di accogliere le integrazioni proposte.

L’ordine del giorno è stato quindi approvato all’unanimità con 54 voti e, subito dopo, il Consiglio ha espresso il voto finale sulla legge, con 52 voti.

Il parlamento sardo è poi passato all’esame della proposta di istituzione di una Commissione d’inchiesta sullo stato di insolvenza dell’Aias, ai sensi dell’articolo 125 del Regolamento del Consiglio regionale. L’on. Eugenio Lai (Leu) ha illustrato a nome di tutta l’opposizione la proposta e ha detto: «I diritti dei lavoratori sono negati in questo momento per quanto riguarda gli stipendi mensili ed è ancora più importante andare a verificare la situazione a seguito del tavolo attivato in Prefettura e delle dichiarazioni dell’assessore Mario Nieddu in commissione Sanità. Vogliamo certezza sui crediti che Aias ha verso la Regione e vogliamo sapere se è vero che l’Aias ha presentato soltanto il bilancio 2017. Vogliamo poi chiarezza sui servizi offerti e sulla situazione dei lavoratori, diretti e indotti. Non è dignitoso nemmeno che la nostra classe politica si trovi in questa condizione: dimostriamo che noi stiamo tra la gente e la difendiamo».

Per l’on. Annalisa Mele (Lega), di parere opposto, «è stupefacente che si chieda di istituire una commissione di inchiesta. Dove eravate in questi anni? E cosa facevate? Perché dovremmo verificare noi quel che dovevate verificare voi? E’ davvero incredibile».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) è intervenuto: «Più volte in questi anni abbiamo chiesto all’assessore Luigi Arru di fare chiarezza e farci conoscere l’esatta situazione e questo non è mai accaduto. Non dobbiamo dimenticare che in più di una circostanza l’Aias ha sostituito il servizio sanitario pubblico ed è per questo che non si può svolgere un’indagine su un soggetto privato come l’Aias. Noi possiamo invece indagare in questa commissione sui rapporti tra Aias e l’assessorato alla Sanità».

Ha preso poi la parola, rafforzando il concetto appena espresso, l’on. Valerio De Giorgi (Fortza Paris), secondo cui «non è possibile attuare parti della richiesta e in particolare non è possibile verificare atti privati perché il Consiglio non ne ha il potere. Chiedo pertanto un parere sulla legittimità della istituzione di questa commissione d’inchiesta».

Per Leu ha preso la parola l’on. Daniele Cocco, che ha affermato la necessità di «andare a fondo e chiarire tutto. Dobbiamo intervenire per chiarire qual è la prospettiva di vita e quali sono i diritti dei lavoratori Aias. A nulla serve recriminare verso il passato e guardarsi sempre indietro: dobbiamo chiudere in maniera positiva questa vertenza e la commissione di inchiesta dovremmo chiuderla tutti, non per istituire un tribunale ma per conoscere i dati. Se in passato non sono arrivate le risposte questo non significa che non possano arrivare ora».

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione la richiesta di sospensione avanzata dall’on. Valerio De Giorgi della proposta di istituzione della commissione di inchiesta.

Prima di procedere al voto, su richiesta di alcuni consiglieri la seduta è stata sospesa per alcuni minuti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais, ha concesso la parola al consigliere Valerio De Giorgi (Misto) che ha ritirato la richiesta di sospensiva con l’introduzione della specifica che l’istituenda commissione d’inchiesta potesse richiedere documentazione e quant’altro necessario, soltanto in riferimento ai fondi pubblici introitati dall’Aias.

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha avanzato quindi la richiesta di interruzione dei lavori dell’Aula che dopo una breve discussione, alla quale hanno preso parte i consiglieri Agus, Piu, Lai, Corrias e Mula, è stata approvata  a maggioranza.

Il presidente Michele Pais ha quindi comunicato il rinvio a domani della convocazione dell’ufficio di presidenza in programma alle 16.00; confermato la convocazione delle commissioni Sesta e Seconda in seduta congiunta alle 15.00 per svolgere alcune audizioni, ed ha dichiarato sospesi i lavori del Consiglio fino alle 16.00.

 

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Giornata di audizioni per la Commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Misto): sono stati sentiti i rappresentanti del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna, le delegazioni degli Operatori socio sanitari (OSS) e dei medici specialisti ambulatoriali veterinari, il Comitato per il censimento dei fibromialgici e i rappresentanti dei Giovani medici Sardegna (MÈIGOS). Una serie di audizioni per acquisire informazioni aggiornate sulla situazione attuale in cui si trovano le diverse categorie e capire quali siano gli interventi più urgenti da portare avanti.

La Commissione, su proposta del vice presidente Daniele Secondo Cocco (Liberi e Uguali), ha deciso di presentare una risoluzione che impegni l’assessore regionale della Sanità e i Direttori generali delle Aziende sanitarie a procedere all’assunzione dei circa 150 operatori socio sanitari, ancora presenti nelle graduatorie 2009-2013 degli idonei delle province di Sassari, Nuoro, Olbia e Oristano, per coprire il fabbisogno delle strutture ospedaliere. Soltanto dopo le Aziende potranno attingere dalle graduatorie più recenti, partendo comunque dalle più vecchie. I commissari ed il presidente si sono trovati d’accordo anche sul fatto che l’Ats debba attivare i corsi di aggiornamento necessari per l’assunzione degli operatori delle vecchie graduatorie, come previsto dalle legge regionale.

I rappresentanti degli Oss hanno, infatti, lamentato anomalie nello scorrimento delle graduatorie. Gli operatori hanno affermato che l’Ats non avrebbe i fondi (5-10mila euro) per organizzare il corso di aggiornamento professionale per gli operatori delle graduatorie 2019-2013, necessari ai fini dell’assunzione. Gli Oss hanno sottolineato che la loro graduatoria ha validità fino al 30 settembre 2019 e che nel nuovo Piano del Fabbisogno del Personale-annualità 2019, pubblicato con delibera del 7 maggio scorso, sono previste le assunzioni di 225 operatori, oltre alla previsione delle cessazioni di rapporti di 129 Oss, tra tempo determinato e tempo indeterminato. Il presidente Gallus, come i colleghi Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Giorgio Oppi (Udc), Antonello Peru (Forza Italia) e Francesco Agus (Progressisti) hanno garantito la massima celerità nella risoluzione di una situazione definita grave e ingiusta.

La Sesta commissione ha sentito anche i rappresentanti del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna (Sass). Carlo Taccori, presidente della Onlus iscritta nel registro generale del Volontariato, ha illustrato la situazione. Si tratta di una realtà che collabora attivamente con l’Areus e con le Forze armate e Capitaneria di porto per i soccorsi in ambiente montano, sotterraneo e impervio. E’ un’associazione composta da 230 operatori che, negli ultimi 10 anni, hanno soccorso 560 persone in 550 interventi e sono in attività 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. Carlo Taccori ha, inoltre, spiegato che un alpino o speleologo è sempre presente sull’elisoccorso per garantire la sicurezza degli operatori sanitari nel corso degli interventi di soccorso. La Onlus ha chiesto alla Commissione di riprendere in mano la proposta di legge presentata nella scorsa legislatura, di definire e puntualizzare i principi di collaborazione con il Sistema sanitario regionale, e quindi di inquadrare e istituzionalizzare l’attività dell’associazione, prevedendo garanzie e il sostegno economico necessario. Il presidente Domenico Gallus ha confermato che la Commissione si occuperà nel più breve tempo possibile della situazione, ma che bisognerà prevedere un nuovo testo di legge.

La situazione dei medici specialisti ambulatoriali veterinari è stata illustrata dalla dottoressa Patrizia Uras, nel corso dell’audizione in Sesta Commissione. I medici hanno spiegato che negli ultimi anni hanno subito «una pesante penalizzazione a causa di una opinabile interpretazione negativa del contratto nazionale Acn. Pur operando nella Sanità animale da 10 anni ancora non esiste una concreta definizione della nostra figura e delle nostre competenze, principalmente, a causa del fatto che non è mai stato concluso l’Accordo integrativo regionale per la nostra specifica figura».

La dottoressa Patrizia Uras ha anche sottolineato come il blocco della pubblicazione delle ore per la specialistica ambulatoriale ha portato a una situazione di lavoro precario, “essendo quasi tutti, dopo dieci anni, pagati per 18 ore settimanali”. I medici veterinari hanno chiesto lo sblocco delle ore per la medicina specialistica e l’aumento del contratto a 30 ore come hanno già fatto in alcune Aziende e la sottoscrizione dell’Accordo integrativo. La Commissione, presieduta da Domenico Gallus, si è detta assolutamente vicina alla categoria e pronta a sostenere le loro giuste rivendicazioni, visto anche l’importante contributo che hanno dato alla soluzione del problema della peste suina e alle emergenze che si verificano nel territorio. Sono interventi i commissari Gianfranco Ganau (Pd), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), il vice presidente della Commissione, Daniele Secondo Cocco (Liberi e Uguali), Carla Cuccu (M5S), Giorgio Oppi (Udc) e Giovanni Antonio Satta (Riformatori). I commissari, riconoscendo la professionalità dei medici, hanno definito il loro trattamento da parte dell’Ats non dignitoso e inaccettabile. Il Presidente Gallus ha concluso l’audizione ringraziando i commissari perché anche in questa seduta hanno collaborato, senza contrapposizioni politiche, per risolvere i problemi dei sardi.

I rappresentanti del Comitato hanno chiesto alla Commissione l’attuazione della legge approvata il 18 gennaio 2019 “Disposizioni per il riconoscimento, la diagnosi e la cura della fibromi algia”. Il presidente Domenico Gallus ha confermato la volontà di Più borse di studio regionali per le scuole di specializzazione dei giovani medici sardi e criteri di accesso ben definiti. Lo ha chiesto alla Commissione sanità Giovanni Marco Ruggiu, in rappresentanza dei colleghi di MÈIGOS (Giovani medici Sardegna), che lamentano pochi posti disponibili per la «formazione post laurea in Medicina in Sardegna, un imbuto formativo e carenze del turn over nel Sistema sanitario regionale». I rappresentati di MÈIGOS hanno, poi, evidenziato i dati dell’Anaao Assomed che parlano di un vuoto in organico in Sardegna di 1.54 specialisti entro il 2025, mentre nell’Isola, nel 2018, 339 medici abilitati sardi non ammessi alle Scuole di specializzazione in Medicina.

Secondo i dati forniti dai medici in audizione la Regione Sardegna investe troppo poco sulle borse di studio regionali, che si devono aggiungere a quelle nazionali. In un grafico, Giovanni Marco Ruggiu ha fatto vedere ai commissari che tra le Regioni autonome italiane la Sardegna è quella che ha investito meno sulla formazione dei propri medici e ha esortato la Commissione ha prendere spunto dalla provincia di Bolzano, dalla Valle D’Aosta e dalla Toscana. Il presidente Domenico Gallus e tutti i consiglieri hanno assicurato che il parlamentino si occuperà della situazione. In particolare Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Gianfranco Ganau (Pd) e Carla Cuccu (M5S) si sono detti d’accordo sulla necessità di trovare i fondi per aumentare il numero delle borse di studio regionali.

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È il momento giusto per lasciare da parte la conflittualità e tornare a riflettere attentamente e con coscienza sull’Assemblea costituente del Popolo sardo. Un’idea alta, lo strumento in grado di mettere insieme le migliori energie della Sardegna con l’obiettivo di riscrivere la nostra Carta fondamentale, lo Statuto di autonomia, e un nuovo patto tra la Sardegna e lo Stato. A lanciare l’appello – «i tempi sono maturi ma un Consiglio regionale conflittuale e lacerato non può essere la sede giusta per una riflessione pacata» – sono ancora una volta i Riformatori sardi, per bocca del capogruppo Michele Cossa dei consiglieri Aldo Salaris, Giovanni Antonio Satta ed Alfonso Marras, e del Coordinatore regionale Pietrino Fois.

Il buon senso, la fede nelle istituzioni e l’esperienza insegnano che se si vogliono portare a compimento riforme profonde l’unico modo serio è mettere da parte conflittualità e piccoli interessi elettorali e comunicativi per concentrarsi su un obiettivo comune: rendere l’assetto istituzionale della Sardegna funzionale a vincere la sfida del nuovo regionalismo che si sta affermando nei fatti in Italia (Riforma delle Autonomie). La costituzione materiale sta infatti registrando significativi mutamenti. Il principio di coesione nazionale su cui essa si basava sta progressivamente lasciando il passo all’egoismo territoriale, che non potrà che tradursi nella penalizzazione delle aree più deboli del Paese.

Per questo motivo su una riforma dello Statuto che nasca dalla consapevolezza del momento storico che attraversa il Paese non possono esserci divisioni tra chi ha davvero a cuore il futuro dei sardi e della Sardegna. Proprio questo ha spinto il 95% dei sardi a votare SI nel referendum del 2012. D’altra parte gran parte della sinistra e dei suoi esponenti più autorevoli diedero un contributo fondamentale al Movimento per la Costituente, che negli anni a cavallo del millennio segnò uno dei momenti più esaltanti e significativi dell’intera storia dell’Autonomia. Oggi più che mai è necessario trovare una sede e un terreno comune di confronto tra i sardi: un Consiglio regionale lacerato e conflittuale non può essere considerato la sede giusta per perseguire questo risultato.

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Ieri pomeriggio, dopo il giuramento dei sette neo assessori, il Consiglio regionale si è svolto il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta Christian Solinas.

Il presidente del Consiglio Michele Pais ha aperto la discussione e dato la parola all’on. Aldo Salaris (Riformatori sardi), il quale ha affermato che “le dichiarazioni programmatiche del presidente Solinas sono in perfetta sintonia con il pensiero del Gruppo dei Riformatori sardi”. E ha aggiunto: “Recepiscono i punti salienti del nostro programma elettorale verso il cambiamento richiesto”. Giudizio positivo, dunque, anche per la forte attenzione riservata ai temi dell’insularità e delle accise, “necessari per un reale e concreto sviluppo economico della Sardegna”. L’on. Salaris ha sottolineato la convergenza che si è creata sull’insularità, che non si era mai vista prima, e che risulta centrale nell’azione di governo della Sardegna. Dal riconoscimento del principio di insularità, ha sottolineato il consigliere di maggioranza,  dipende lo sviluppo economico e sociale dell’Isola, ed “è quindi necessario muovere i dovuti passi verso Roma” anche alla luce della richiesta di maggiore autonomia da parte delle altre Regioni. “Da qui la nostra proposta di legge nazionale di modifica delle Norme di attuazione dello Statuto quale via maestra per ottenere ciò che ci spetta”.

Per quanto riguarda le Province, il consigliere ha sottolineato che non cambia l’opinione dei Riformatori (“Troviamo un errore rivitalizzarle”), ma che sono pronti comunque a un confronto con la Giunta e la maggioranza. Sulla sanità ha affermato che è un tema che va affrontato con la massima celerità e attenzione nell’interesse del diritto alla salute dei sardi, senza guardare al passato. L’on. Aldo Salaris ha sottolineato la gravosità del compito che oggi ha l’assessore regionale della Sanità, a cui va dato tutto l’appoggio possibile. Ricordando che la spesa sanitaria impegna più del 50 per cento del bilancio regionale, ha evidenziato che secondo il Crea, Centro di ricerche dell’Università La Sapienza di Roma, “ha certificato che la performance assistenziale della sanità sarda è la peggiore d’Italia, nonostante la spesa pro capite sia tra le più alte”. L’on. Aldo Salaris ha evidenziato che ci sono delle peculiarità proprie della nostra isola dal punto di vista territoriale che vanno tenute in considerazione, come il fatto che la popolazione invecchia e che le cronicità avanzano. “Bisogna mettere mano immediatamente alla riforma del Sistema sanitario” e ha sottolineato favorevolmente il lavoro già iniziato dall’assessore della Sanità, Mario Nieddu.

L’on. Francesco Mura (FdI) è intervenuto sull’ordine dei lavori e ha chiesto al presidente Pais di onorare la memoria dell’ex assessore regionale ed ex sindaco di Oristano, Angela Nonnis, scomparsa prematuramente, facendo osservare all’Aula un minuto di silenzio.

La richiesta è stata accolta dal presidente Michele Pais e l’Aula ha onorato la memoria dell’ex assessore Nonnis.

I lavori sono proseguiti con l’intervento dell’on. Roberto Deriu (Pd). L’esponente dell’opposizione ha evidenziato come le dichiarazioni del presidente Solinas siano “interessanti e ambiziose”. Ha poi evidenziato che l’opposizione avrà il compito di sconsigliarlo, evidenziando limiti e pericoli delle sue scelte. L’on. Roberto Deriu ha sottolineato che si soffermerà, in particolare, sul capitolo intitolato “Identità politica e istituzionale”. “Siamo rimasti smarriti davanti all’affermazione iniziale che la chiave di lettura è la sardità intesa come identità”, non supportata da alcuna analisi storica. L’on. Roberto Deriu ha evidenziato che ci si deve muovere all’interno di un quadro dettato della Costituzione e bisogna fare attenzione alle affermazioni pronunciate.

Il consigliere ha evidenziato che non c’è alcuna preconcetta ostilità. Ci sono alcuni punti condivisibili come quello di pagina 17 delle dichiarazione programmatiche, che ha l’obiettivo di tutelare e promuovere le comunità locali e che si ricollega all’articolo 5 della Carta “la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”.

Tra le azioni sconsigliate: la revisione dello Statuto della Sardegna, che esporrebbe a rischi lo stesso Statuto, una volta messo al vaglio del Parlamento italiano.

“Sulle province – ha detto – le diamo il benvenuto, visto che noi l’abbiamo sostenuto sin dal lontano 2011”.  L’On. Roberto Deriu ha sconsigliato un approccio superficiale, come ha sconsigliato di procedere alla riforma della Regione. Il consigliere ha affermato che per azione volte al bene del popolo sardo non sarà negato l’appoggio del Pd. L’on. Deriu ha, inoltre, sconsigliato l’istituzione del dipartimento delle identità e di affrontare il tema sulla semplificazione legislativa senza analizzare bene quanto già posto in essere dalla Giunta Francesco Pigliaru e dalla Prima commissione. L’esponente del Pd, augurando buon lavoro al presidente Solinas, ha affermato che “nessuno le augura l’insuccesso”, ma il ruolo della minoranza sarà quello di avere un atteggiamento franco tale dei servitori fedeli della Repubblica e della Costituzione.

Il presidente Pais ha dato la parola all’on. Stefano Schirru (Psd’Az), il quale ha sottolineato l’importanza di una corretta e proficua collaborazione tra Giunta e Consiglio. “Sono infatti convinto che la centralità del Parlamento autonomistico, così fortemente stigmatizzata dalle dichiarazioni rese all’Aula sia davvero il perno su cui far ruotare l’intera azione riformatrice, così ben tratteggiata dal presidente Solinas”, ricordando la separazione netta tra Giunta e Consiglio avvenuta nella scorsa legislatura. L’on. Stefano Schirru ha definito le dichiarazioni programmatiche: “Intelligenti, azzeccate, ricche di spinti ed entusiasmanti per la nuova stagione che siamo chiamati ad affrontare”.

Il consigliere di maggioranza ha posto l’accento sulla nuova visione della Sardegna, ma anche sul ruolo della politica e sulla volontà di cambiare l’impostazione presente fino a oggi. Più celerità nel dare risposte e nel trovare soluzioni ai problemi, nell’ottica anche di trasformare la percezione che i cittadini e le aziende hanno della Regione: da ostacolo a opportunità, sfruttando al massimo gli strumenti messi a disposizione dallo Statuto sardo. Per l’on. Stefano Schirru la politica deve riappropriarsi del suo ruolo di guida, non lasciando alla burocrazia regionale il ruolo politico.

L’on. Stefano Schirru si è detto d’accordo su una rivisitazione degli enti locali, salvaguardando le diverse identità di cui si compone la Sardegna. “L’abolizione delle Province – ha detto – è stato un insuccesso”. Il consigliere del Psd’Az ha auspicato un’Amministrazione regionale capace di stare in un mondo moderno e che richiede professionalità formate e aggiornate alle nuove sfide. E ha aggiunto che il vero autonomismo è “l’affermazione della nostra diversità, il nostro essere popolo e nazione”, e “di saper essere in un mondo moderno”. Per l’on. Schirru la madre di tutte le battaglie è la tutela dell’ambiente e la capacità di disegnare un modello di politiche ambientali che daranno i risultati oggi e nel futuro. Per quanto riguarda la politica urbanistica, l’on. Stefano Schirru ha sottolineato la necessità di recuperare il patrimonio edilizio esistente prima di consentire di costruire altre case. Le città vanno modernizzate, come Cagliari, ha detto, affinché stimolino quello che per la Sardegna è sviluppo: il turismo.  L’on. Stefano Schirru ha auspicato anche un riordino e una riorganizzazione delle competenze degli assessorati e si è detto favorevole a realizzare un dipartimento dedicato ai rapporti con l’Europa, che sia dotato di personale altamente formato. Non è mancato poi un passaggio sui dati della sanità, che ha definito desolanti: “Abbiamo aumentato costi, calato l’efficienza e portato le  persone a non curarsi”. 

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) è intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere al presidente Christian Solinas di riferire in aula sulla continuità territoriale, evidenziando la grave situazione che stanno vivendo i lavoratori di Air Italy.

Il presidente Michele Pais ha poi dato la parola al consigliere del Pd, Valter Piscedda, il quale, come il collega Roberto Deriu, ha ribadito la preoccupazione per il concetto di sardità espresso dal presidente e ricordando che “la Sardegna sta in un’Italia unita, che sta in un’Europa unita, che sta in un mondo globalizzato e c’è il rischio dell’isolamento”. Il consigliere del Pd ha sottolineato che nel processo di riforma bisogna stare attenti al costo del riformismo moderato e a non lasciare indietro neanche un cittadino. Ha espresso, inoltre, perplessità sulla proposta di istituire una Assemblea costituente per modificare lo Statuto. Si è detto, invece, d’accordo sul mettere al centro gli enti locali, come alla volontà di riunire le regioni ad autonomia differenziata per una riforma dello Stato in un’ottica federale. L’on. Valter Piscedda si è detto contrario invece a istituire un dipartimento dell’identità, come alla revisione degli enti regionali, all’istituzione degli osservatori sul turismo e sul mondo del lavoro, come ancora ha trovato irriverenti le parole sulla chimica verde.

Sull’ambiente ha poi aggiunto: “La tutela ambientale non è discutibile e non indietreggeremo di un passo”. L’on. Piscedda ha garantito la collaborazione per tutte le azioni volte al miglioramento della vita dei sardi.

La presidenza è stata assunta dall’on. Giovanni Antonio Satta.

E’ quindi intervenuto, Giuseppe Talanas (FI): “Le sue dichiarazioni programmatiche, forse per la prima volta, richiamano all’identità sarda e all’autonomia speciale. Ed è la scelta che darà carattere alla sua azione”. Per l’on. Giuseppe Talanas è necessaria una forte azione a sostegno dei settori produttivi della nostra Isola, con la richiesta al Governo e all’Europa di interventi straordinari per la nostra Isola. “Sarà una battaglia che non dovrà combattere da solo, ma con una coalizione unita”. La gestione della politica non può essere affidata a un’azione ordinaria – ha continuato –  per far fronte alle tante emergenze. L’on. Giuseppe Talanas si è detto favorevole a puntare sullo Statuto autonomistico della Sardegna: dal Piano di rinascita, alla questione delle entrate, all’istituzione dei punti Franchi, fino all’insularità e alla continuità territoriale.

Il consigliere azzurro ha chiesto una particolare attenzione alle zone interne e al Nuorese e alle aree non rappresentate in Giunta. Va bene riunire in Sardegna i rappresentati delle regioni europee ad autonomie differenziata, ma con nuove risorse riconosciute dallo Stato. “L’Assemblea costituente è una bella idea – ha detto – per integrare e non cancellare lo Statuto”. Per l’on. Giuseppe Talanas bisogna rilanciare l’articolo 13, un Piano di Rinascita che guardi alle zone interne e disagiate, a forte rischio di spopolamento, con piccoli punti franchi con fiscalità di vantaggio nelle aree di  Pratosardo, Nuoro, Siniscola, Ottana, Macomer, Sorgono, Suni, Ozieri, Isili e Arbatax. Per l’esponente di maggioranza va potenziato il turismo, anche con percorsi e offerte alternative a quelle legate alle zone costiere. Un passaggio importante è stato riservato al comparto agricolo e alla forte spinta politica a sostegno del prezzo equo del latte, a partire da un euro a litro e alla ricerca di una trasformazione strutturale del comparto. Serve, inoltre, una task force che si occupi delle richieste del mondo agropastorale, creando anche un collegamento tra ambiente e mondo agricolo. Tutti i programmi devono essere portati avanti senza ritardi.

E’, poi, intervenuto il consigliere del Movimento 5 Stelle, Roberto Li Gioi, il quale ha evidenziato   che la mancata partecipazione del presidente Solinas alle celebrazioni del 25 aprile l’hanno lasciato sconcertato. “Una data, ha spiegato, che è una pietra miliare della nostra storia”. “Autonomia sì, ma all’interno di una nazione che ha lottato con ardore per la sua libertà e che ha lasciato sul campo tantissime vittime”. L’on. Roberto Li Gioi ha evidenziato i 70 giorni passati prima di vedere completata la Giunta, sul cui operato vigilerà, insieme ai consiglieri del suo gruppo. Per l’esponente del Movimento 5Stelle è fondamentale la riorganizzazione degli enti e agenzie e che si risolvano i problemi dei dipendenti dell’Aras e dell’Aias. Apprezzabile sulla carta, ha detto, il punto sull’identità ambientale e territoriale, ma sarà necessario valutare con attenzione le politiche ambientali e urbanistiche che saranno portate avanti. L’on. Roberto Li Gioi ha, inoltre, evidenziato come il turismo sia imprescindibile per lo sviluppo dell’Isola, ed è fondamentale che la Sardegna abbia un sistema di trasporti efficiente. E’ necessario, ha, proseguito, lavorare su continuità territoriale che metta alla pari i tre aeroporti sardi, così come bisogna intervenire sulla continuità marittima. Il consigliere ha ricordato la proposta presentata dal deputato Nardo Marino (M5S) in Parlamento.  In conclusione, ha affermato che il suo gruppo non farà sconti alla Giunta, ma che sarà pronto ad appoggiare gli interventi a favore del popolo sardo.

L’on. Pierluigi Saiu (Lega) ha preso la parola e ha detto: “Cari colleghi, sento l’onore di questo ruolo. Abbiamo tutti la responsabilità di lavorare per la nostra terra e per i giovani sardi.

La nostra autonomia ha superato i 70 anni e il suo sostanziale logoramento impone l’avvio di un serio processo di riforma. In questo scenario le regioni a statuto speciale sembrano stancamente inseguire le regioni a statuto ordinario e il loro dinamismo. La classe politica sarda ha poi mostrato difficoltà a elaborare riforme coraggiose ed è urgente ripensare il nuovo statuto, per consentire ai sardi di muoversi liberamente e alle imprese di crescere. ‘La sovranità e l’autonomia o la si esercita o decade’, diceva Mario Melis. Noi dobbiamo riformare lo Statuto in senso federale ed è questa la frontiera della nostra autonomia. Dobbiamo ricominciare a parlare di autonomia conquistata, non concessa. Dobbiamo scrivere un nuovo testo unico degli enti locali sardi, senza ricalcare la disciplina nazionale ma mettendo sempre al primo posto l’interesse dei cittadini sardi e dei piccoli comuni, che dovranno essere messi nelle condizioni di erogare i servizi necessari alla popolazione”.

Per l’on. Pierluigi Saiu “lo spopolamento delle zone interne si combatte investendo denari e realizzando strade”. E pure le Province dovranno avere “organi eletti direttamente dai cittadini e non dobbiamo aver paura di chi parlerà di poltrone perché la viabilità provinciale cade a pezzi e non ci sono le risorse per farlo. Come nella strada per Siniscola, dove il 10 marzo scorso abbiamo registrato l’ennesimo incidente mortale. Lo dico da presidente della commissione Prima: dobbiamo scrivere un nuovo Statuto, una nuova Statutaria e una legge generale di riforma degli enti locali. I sardi si aspettano questo e si aspettano discontinuità”. L’esponente leghista ha parlato anche dei problemi della sanità e della necessità di una riforma che venga incontro prima di tutti ai problemi dei cittadini”.

Per i Progressisti ha preso la parola l’on. Gianfranco Satta: “Le dichiarazioni del presidente Solinas sono piene di elementi di criticità, che saranno oggetto di analisi nel corso della nostra legislatura. La nostra opposizione sarà leale, chiara e intransigente, a cominciare al tema della riorganizzazione degli enti locali. Voi volete ripristinare le province ed eliminare ogni altro ente intermedio come le unioni dei Comuni ma è molto dubbia la legittimità costituzionale della vostra proposta. E i Comuni rurali hanno bisogno del pieno riconoscimento, sotto il profilo dei contributi e dei finanziamenti, della loro condizione visto che oltre la metà dei sardi abita in aree definite rurali. Per questo noi riteniamo sia necessario investire sullo sviluppo rurale di tipo partecipativo, abbandonando il modello centralista e valorizzando davvero le decisioni delle comunità”. L’oratore ha proseguito dicendo: “Se davvero lei intende dare equa rappresentanza a tutti i territori, perché non ha iniziato a usare questo criterio componendo la giunta? Non c’è un solo rappresentante della provincia di Sassari né di quella di Nuoro: è questo il suo modo di assicurare la equa rappresentanza?”.

E’ intervenuta l’on. Annalisa Mele (Lega), che ha parlato del suo territorio di provenienza, l’Oristanese, e ha detto: “La prospettiva federalista è senza dubbio la più realistica e la più consona ai nostri ideali per la Sardegna. Presidente Solinas, la sua è la via giusta: dobbiamo scegliere la via dell’identità e della collegialità per trasformare la Sardegna. Ogni enunciato dovrà avere la sua realizzazione a cominciare dalla Sanità. Un fatto su questo deve essere chiaro: la riforma della Sanità dovrà poggiare sul fattore umano. Va recuperato il prezioso contributo dei lavoratori della Sanità, che oggi si sentono privati di dignità e dimenticati dalla politica. Dobbiamo rivendicare con il Governo nazionale la libertà in materia di spesa e di formazione, per evitare una riduzione scellerata dei servizi e restituire ai territori la rete dei servizi sanitari. Non sono i pazienti che vengono verso i servizi sanitari ma sono i servizi che dovranno andare da loro, considerando l’aumento dell’età media e la necessità di occuparsi di prevenzione e di aree emergenti di criticità”. L’oratore, che esercita la professione di medico, ha toccato diffusamente i temi della disabilità, della malattia mentale e dell’incremento delle malattie neurodegenerative. “Un capitolo a parte riguarda l’emergenza urgenza territoriale, l’unico servizio che funziona e riscuote il grande apprezzamento della popolazione. Areus è in via di definizione e va rimodellata aumentando i punti di postazione avanzata. E va rivisto anche il servizio di elisoccorso, spesso utilizzato impropriamente e sproporzionato”. L’on. Annalisa Mele ha parlato poi dell’agricoltura sarda e della cultura: “La valorizzazione della storia della Sardegna deve essere la linfa che alimenta ogni azione di governo. Il mio territorio ha partorito una gigante come Eleonora d’Arborea e mi sia consentito rivolere un pensiero alla collega Angela Nonnis, scomparso pochi giorni fa, sindaco di Oristano e assessore di questa nostra Regione”.

Per l’opposizione l’on. Eugenio Lai (Leu) è intervenuto e ha parlato di linee programmatiche “confuse e contradditorie. Abbiamo vissuto sino a oggi una situazione paradossale e una maggioranza che ha in comune soltanto la divisione dei posti di governo. Non bastano le dichiarazioni del neo assessore al Turismo che pensa di risolvere il problema della disoccupazione con i campi da golf. In realtà i dati macroeconomici del governo Pigliaru sono migliori di quelli che la giunta Cappellacci aveva lasciato all’atto della conclusione della sua legislatura. E’ nel concreto che vorremmo conoscere le vostre intenzioni: che volete fare per i dipendenti Aias, senza stipendio da circa dieci mesi?  Che politica è quella che non si occupa di questi problemi? Io mi batto per una politica che possa consentire ancora al figlio dell’operaio di diventare dottore. E qual è la vostra politica energetica? Stiamo ancora aspettando il taglio delle accise sulla benzina promesso dal vostro primo alleato nel primo consiglio dei ministri”.

Per l’oratore “non serve cementificare ancora, se i nostri paesi sono pieni di case abbandonate come tutti sappiamo. Non siamo il partito del no ma del sì: al lavoro nell’ambiente, al mare cristallino, a un’isola senza plastica, a una nuova legge urbanistica. Serve invece una nuova continuità territoriale che permetta ai cittadini di viaggiare a basso costo in Sardegna e in Italia. Non possiamo aspettare lustri per il completamento di opere strategiche per i collegamenti sardi, che non spettano a noi ma allo Stato”.

Per la maggioranza l’on. Stefano Tunis, leader di Sardegna 20/20, ha detto: “Chi mi ha preceduto si è mosso sul terreno scivoloso della critica senza la prudenza di chi ha a lungo governato. La stessa prudenza che dovrebbe avere chi si avventura a parlare di calcio senza aver mai giocato. Il realtà il centrosinistra sardo ci ha riconsegnato il governo avendo soltanto parlato di Pil e crescita occupazionale. Senza che il popolo percepisse i vantaggi di tale precedente governo.  Per cinque anni non siete intervenuti sulle questioni più cruciali e non avete ostacolato il più volgare assistenzialismo. Abbiamo sentito tutti noi il presidente Francesco Pigliaru dire che neppure Sergio Marchionne era stato capito quando fondava Fca. Noi ci assumiamo il peso di un grande rinnovamento e del rilancio della Regione e lo faremo dai settori strategici e dagli locali. Ci sono rischi nel programma del presidente Solinas ma ci sono ancora più rischi nel procedere come avete proceduto voi. Noi siamo una maggioranza giovane, esuberante ma trainante e lo dimostreremo in quest’Aula”.

Ha preso la parola l’on. Antonio Piu (Progressisti) che ha sollecitato “tempi più rapidi per le decisioni che riguardano la Sardegna e soprattutto soluzioni. Vengo da un territorio grande e vasto come Sassari che non ha rappresentanza in Giunta e non difendo a prescindere le decisioni del passato. Però se nei vostri interventi c’è così tanta voglia di raccontarvi in maniera differente io non ci sto: la vostra Giunta è partita con mesi di ritardo e la Quarta commissione inizierà a lavorare domani, per la prima volta”.

L’oratore ha proseguito: “Un’identità di popolo si ha solo se si lavora sulle persone e mi sarebbe piaciuto leggere questo nelle vostre linee programmatiche. Mi auguro che in questi cinque anni il presidente Solinas mostri le soluzioni a problemi che ha raccontato con tanta leggerezza”.

Il consigliere Michele Ciusa (M5S) ha iniziato il suo intervento mettendo in luce, da cittadino, le difficoltà del sistema Regione nella proclamazione degli eletti a causa di una legge fatta apposta per fermare il Movimento 5 stelle, e successivamente i gravi ritardi che hanno accompagnato la composizione dell’esecutivo, dovuti solo alla necessità di trovare il tempo di «soddisfare gli appetiti delle forze politiche di maggioranza». Noi diciamo no, ha aggiunto, «a questi artigiani della quantità e dubitiamo che le grandi  scelte possano essere fatte con le mani libere, perché temiamo che prevarrà la convenienza personale in continuità con il passato». La Sardegna, ha detto, «deve puntare su modello di sviluppo sostenibile e compatibile con le sue vocazioni, unica strada per risolvere la profonda crisi di lavoro che riguarda i giovani che comunque hanno tanta voglia di fare e vanno sostenuti nei loro sforzi per restare in Sardegna e riportarli a casa, assicurando loro una buona formazione e l’opportunità di essere una nuova generazione di imprenditori anche lavorando ad un grande progetto di autosufficienza alimentare».

Il consigliere Andrea Piras (Lega), dopo aver ricordato che questa legislatura comincia con una eredità pesantissima, rappresentata dal più alto abbandono scolastico d’Italia, da tante opportunità di lavoro negate ai giovani, e da un grave peggioramento della situazione economica che ha determinato il declassamento della Regione da parte dell’Unione europea, ha criticato l’amministrazione precedente «che non ha portato nulla di buono alla Sardegna, lasciando tanti giovani senza una vera speranza per futuro». Il compito che ci attende, ha continuato, «è quello di affrontare con slancio tante emergenze, puntando sulla come fattore di valorizzazione della nostra identità, dal patrimonio archeologico gli antichi mestieri, e soprattutto sulla formazione di qualità, se davvero vogliamo frenare l’emigrazione e riprendere un cammino di crescita». Piras ha poi approfondito la situazione del settore agricolo, a suo giudizio frenato da troppe inefficienze: burocrazia, bassa capacità di spendere le risorse assegnate e di concentrare l’attenzione su settori strategici in grado di incrementare produzioni ad alto valore aggiunto, col risultato di aver deluso per l’ennesima volta le aspettative di quanti volevano tornare a lavorare sulla terra». Quello di una nuova qualità ambientale, ha concluso, «deve essere un grande obiettivo, assieme ad nuova cultura alimentare, alla lotta contro la contraffazione dei nostri prodotti, all’ammodernamento tecnologico del settore e ad una redistribuzione delle risorse all’interno delle varie misure europee».

Elena Fancello, del M5S, ha messo l’accento sul tentativo del presidente di unificare i diversi settori della realtà sarda con il collante con identità, anche se «le esperienze negative del passato pesano nel deterioramento dei rapporti fra politica e cittadini confermato dall’elevata astensione, molto diffusa fra giovani che, peraltro, non hanno trovato lo spazio che avrebbero meritato nelle dichiarazioni programmatiche». Si avverte, ha proseguito, «una grande di sfiducia nel futuro e tuttavia va raccolta la sfida di proporre ai sardi una idea complessiva della Sardegna del futuro attenta soprattutto ai giovani, attraverso la semplificazione burocratica, gli incentivi per l’accesso al credito, l’attenzione al capitale umano, alla formazione professionale per chi non riesce a laurearsi e sono purtroppo tantissimi,  alla valorizzazione dei saperi antichi». Molti dicono che con la cultura non si mangia, ha ricordato Elena Fancello, «io invece penso che in Sardegna con la cultura ci sia da mangiare per tutti e che, anzi, l’investimento in cultura sia lo strumento migliore per arginare il calo demografico e dare spazio a tanti giovani, come per esempio i medici, che hanno aspettato fin troppo ed hanno diritto di avere risposte».

Laura Caddeo, dei Progressisti, ha lamentato la marginalità che il programma ha riservato a temi di enorme importanza come, istruzione, diritto allo studio e cultura, «che invece sono elementi strategici sui quali far poggiare ogni disegno di sviluppo». Il documento del presidente, ha aggiunto, «parla di scuola solo due volte e lo fa per citare i dati sulla dispersione che in realtà è la conseguenza di una povertà educativa che arriva da lontano: mancanza di asili nido, scuole per l’infanzia e luoghi di aggregazione soprattutto nei piccoli centri, mentre nelle aree urbane non sono accessibili alle fasce più deboli della società». Manca inoltre, ha lamentato la Caddeo, «ogni riferimento alla disabilità, anch’esso fenomeno e trasversale che richiede una programmazione forte per ampliare gli spazi di integrazione, così come manca una politica per le donne e la parità di genere, che comprenda misure organiche su lavoro e compatibilità fra impegno sociale e realizzazione personale e professionale». Infine, «dire prima i sardi è una cosa banale e individualista, oltretutto in contrasto la citazione di Fortza Paris».

Per Nico Mundula (Fdi) il programma appare coerente con la realtà percepita fuori dal palazzo, perché propone una visione complessiva del concetto di sardità insieme ad una idea di autonomia finalmente compiuta, da protagonisti e non comprimari. E’un compito impegnativo, ha osservato, «perché ereditiamo una Sardegna in ginocchio che però vuole e deve ripartire, a cominciare dalla sanità che richiede la profonda correzione di una riforma che ha scontentato tutti ed ha peggiorato il servizio regionale, mentre invece occorre al più presto rimettere al centro cittadini e costruire un nuovo sistema attorno a loro». Va dato poi impulso, ha auspicato Nico Mundula, «a comparti trainanti dell’economia della Sardegna finora trascurati, come l’agro pastorale, l’agroalimentare, l’artigianato ed il turismo, favorendo l’accesso al credito anche delle micro imprese, tagliando la burocrazia, tutelando i prodotti sardi nei mercati, incentivando il turismo nelle zone interne, rivolgendosi in particolare ai giovani che vogliono restare in Sardegna».

Secondo Diego Loi (Progressisti), in linea generale il programma presenta diversi passaggi condivisibili a cominciare da quelli sull’identità, sui quali ci si potrà confrontare nel quadro del rilancio della nostra autonomia nel quadro nazionale ed internazionale. Ci sono anche suggestioni interessanti su un progetto di rinnovamento istituzionale coerente con le tante identità della nostra Regione, ha continuato, «ma ho qualche riserva sulle modalità indicate perché sarebbe meglio approfondire alcuni passaggi, con particolare riferimento a quelli relativi alle forme aggregative fra Comuni che dovrebbero fare spazio alle Province; vedo in altre parole una dicotomia fra questo e la valorizzazione delle comunità locali; nelle esperienze condotte fin qui c’è a mio avviso molto da salvare, perché combattere la frammentazione va bene ma senza dimenticare che molte cose funzionato e hanno fatto crescere tante piccola realtà che hanno mostrato di superare i localismi».

Carla Cuccu, del M5S, ha auspicato che questa legislatura riesca a trasmettere al popolo sardo l’attenzione delle istituzioni ai loro problemi, anche se da questo punto di vista il programma appare troppo teorico per essere concreto. Noi, ha annunciato, «faremo opposizione sui contenuti vigilando sul recupero di una idea che rappresenti davvero un quadro di istituzioni al servizio dei sardi nel nome dell’identità e richiamata ci saremo quando si parlerà di cose concrete sulle quali faremo le nostre proposte». Da donna, ha affermato, «vedo una carenza sulle politiche della famiglia che poi è il nucleo dal quale si sviluppa qualunque società e bisogna secondo noi valutarla come centro di interessi e di diritti che può fare molto per la Sardegna». Mancano inoltre, ha lamentato, «sia un messaggio di speranza e di liberazione dalla cattiva politica che una attenzione ai problemi della parità di genere che liberi la donna da una scelta obbligata fra diversi ruoli». Per quanto riguarda la sanità, ha concluso, «diciamo no a soluzioni tampone, perché si deve ripartire dalla prevenzione e dalle prestazioni di qualità».

Emanuele Cera, di Forza Italia ha detto di aver particolarmente apprezzato un programma che mette al centro il cittadino, e propone un buon metodo per valorizzare responsabilità amministrativa di chi si impegna in politica sottoponendosi al giudizio dei cittadini. Apprezzamento, inoltre, «per il nuovo ruolo assegnato agli Enti locali nel rapporto con la Regione, che può essere un ottimo strumento per riconquistare la fiducia dei sardi con uno spirito nuovo, facendoli sentire partecipi di un progetto, valorizzando competenze, risorse umane e meritocrazia». Siamo consapevoli del momento difficile che attraversiamo, ha sostenuto Emanuele Cera, «e sappiamo che saranno necessarie scelte coraggiose, nel rispetto del principio di sussidiarietà che presuppone il superamento di un certo centralismo regionale, garantisce una risposta migliore alle esigenze delle imprese ed accompagna positivamente i processi di crescita economica con proposte concrete nei diversi settori». Col rilancio delle vertenze aperte con lo Stato in settori strategici, ha concluso, «possiamo puntare ad essere l’isola della qualità della vita ma dobbiamo fare in fretta perché non c’è più tempo e i sardi non possono aspettare».

Al termine di quest’ultimo intervento, il presidente Michele Pais ha tolto la seduta. I lavori del Consiglio regionale riprenderanno martedì, alle ore 10.00, con l’intervento del consigliere Giuseppe Meloni, del Pd.