25 November, 2024
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Si terrà mercoledì 2 ottobre, a Cagliari, alla MEM (via Mameli, 164), alle 11.00, la conferenza stampa di presentazione della II edizione del Festival del Passato Remoto, che si svolgerà a Sorgono, Laconi e Nurallao dal 4 al 7 ottobre. Ad illustrare il nutrito programma sarà il direttore artistico Sergio Frau, noto giornalista e scrittore, con la partecipazione dei sindaci di Sorgono, Giovanni Arru, di Laconi, Anna Paola Zaccheddu, di Nurallao, Rita Aida Porru. Interverranno, inoltre, Graziano Milia, coordinatore per la Comunicazione e le Relazioni Esterne della Fondazione di Sardegna, Nevina Satta, direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission, e Stefano Delunas, presidente dell’Associazione Enti locali per le Attività culturali e di Spettacolo. Sono stati invitati a partecipare gli assessori della Cultura e del Turismo della Regione Sardegna, Andrea Biancareddu e Gianni Chessa.

Il Festival del Passato Remoto è organizzato dall’Associazione Enti locali per le Attività culturali e di Spettacolo, promosso dal comune di Sorgono, in collaborazione con i comuni di Laconi e Nurallao, e sostenuto dalla Fondazione di Sardegna, dalla Fondazione Sardegna Film Commission e dagli assessorati della Cultura e del Turismo della Regione Sardegna.

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«L’iscrizione del Paesaggio policolturale del Mandrolisai al Registro nazionale dei Paesaggi rurali d’interesse storico è un risultato di grande rilievo e prestigio, in quanto in tutta l’Italia si contano complessivamente soltanto 14 eccellenze, tra cui questa che è la prima e per ora l’unica in Sardegna.»

Lo ha detto l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu nel corso della conferenza stampa che si è tenuta oggi a Cagliari per illustrare il decreto del ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo.

«La Regione – ha sottolineato Cristiano Erriu – ha dato il massimo sostegno all’iniziativa voluta fortemente dai Comuni di Atzara e Sorgono, con il contributo tecnico dell’Università di Sassari. Si tratta di una sperimentazione in vitro, in quanto vogliamo estendere a tutta l’Isola la ricognizione dei paesaggi rurali e storici. Ci crediamo così tanto che, nelle prossime settimane, presenteremo la Scuola regionale del paesaggio. La Regione, inoltre, metterà a disposizione risorse mirate per sostenere queste iniziative. Il Mandrolisai da parecchi decenni conserva l’integrità del paesaggio, e questo costituisce un valore aggiunto perché in prospettiva sarà possibile ampliare la filiera vitivinicola e creare nuove opportunità di sviluppo.»

«Abbiamo affrontato questa sfida di comune accordo con l’Amministrazione di Atzara – ha spiegato il sindaco di Sorgono, Giovanni Arru -. Il Mandrolisai è l’unico territorio della Sardegna il cui nome coincide con la Doc del vino, e questa è un’ulteriore peculiarità. In generale, ci aspettiamo che le nostre imprese riescano a trarre un beneficio dalla valorizzazione di uno sforzo collettivo, per esempio attraverso un marchio distintivo nelle etichette delle nostre cantine, come è accaduto in altre regioni. Il Ministero ha riconosciuto un altro aspetto, e cioè che oltre al paesaggio vitato abbiamo anche pascoli arborati conservati nel corso dei decenni. Il contributo della Regione sarà determinante per proseguire in questo percorso.»

«La Sardegna è ricca di queste peculiarità – ha aggiunto il sindaco di Atzara, Alessandro Corona – dunque, questo riconoscimento può fornire uno stimolo per altri territori. Costituisce un enorme volano di crescita che ci aiuterà a combattere lo spopolamento. Vogliamo costruire un progetto pilota, ma è auspicabile che la Regione ci affianchi non tanto con risorse economiche, quanto con un’adeguata campagna di comunicazione. Dal centro della Sardegna può partire un messaggio nuovo, che pone il paesaggio al centro dell’attenzione e fa da supporto ai progetti di molti giovani imprenditori, del comparto agricolo e non solo.»

«Nel corso dell’Ottocento – ha spiegato il professor Alessandro Dettori, del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari – la società pastorale, nel centro della Sardegna, ha cancellato buona parte della società agricola. Nel Mandrolisai ciò non è avvenuto, e questo valore è stato riconosciuto dal Ministero attraverso lo studio condotto dal nostro Ateneo. Per l’occasione, è stata presentata anche una sovrapposizione dei rilevamenti aerei fatti nel 1954 e nel 2016: ebbene, il 53% del territorio è pressoché immutato nell’uso del suolo. La valutazione storico-ambientale ha permesso di mettere a fuoco i tre parametri richiesti per l’iscrizione al Registro: significatività, integrità e vulnerabilità del paesaggio. Tra le peculiarità del Mandrolisai, la tipica coltivazione ad alberello dei vigneti e la presenza dei tradizionali muretti a secco.» 

 

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Al Miramare GastroMusic Pub & Pizzeria d’Autore di Alghero, prosegue la programmazione musicale della stagione invernale 2018-2019. Anche questo fine settimana doppio appuntamento live, venerdì 19 la presentazione in anteprima dei Quattro Quarti e sabato il concerto dei Puro Malto.
Lo scorso weekend è stato il turno della Help Band, progetto che è approdato per la prima volta sul palco del club algherese e di Carletto e i suoi mostri, il trio capitanato da Carlo Pieraccini che ha fatto divertire il pubblico durante il sabato notte.

Questo venerdì, 19 ottobre, il Miramare ospita una prima assoluta, la presentazione dei Quattro Quarti, nuovo progetto musicale nato dall’incontro tra quattro affermati musicisti del nord Sardegna. Gavino Depalmas voce e chitarra acustica, Bachisio Ulgheri chitarra solista, Fabio Carta basso e tastiere e Domenico Bazzoni batteria e voce porteranno in scena un repertorio composto dai grandi successi italiani e internazionali sia contemporanei che di qualche anno fa, un lungo viaggio tra la musica di qualità. Sabato 20, invece, sul palco del locale algherese i Puro Malto 3.0. La longeva band sassarese nata agli albori del 2000 cambia la line up con l’innesto del batterista Stefano Romano al fianco degli storici componenti Antonello Sussarellu, voce, basso e tastiere e Giovanni Arru chitarra e voce.

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L’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano prosegue le visite nelle strutture centrali e periferiche del Corpo Forestale e di vigilanza ambientale in occasione della campagna antincendi boschivi 2018. Oggi ha verificato lo schieramento delle forze in campo delle basi elicotteri di Fenosu (Oristano), di Sorgono e di Anela.
A Oristano ha partecipato all’incontro di aggiornamento professionale che ha interessato tutta la catena di comando della Direzione di spegnimento del Corpo forestale, alla presenza di operatori delle sale operative e di personale di volo. «Il confronto delle esperienze è fondamentale anche per il perfezionamento continuo della comunicazione in emergenza tra i mezzi in volo e l’operatori di terra. La Sardegna può vantare alte competenze in campo ma non possiamo mai abbassare la guardia perché, a seconda delle condizioni meteo, il sistema può comunque presentare vulnerabilità», ha commentato Donatella Spano, che ha voluto ringraziare le donne e gli uomini impegnati quotidianamente nella stagione 2018.
La giornata è proseguita a Fenosu, la base da cui si alzano in volo uno degli undici elicotteri della flotta regionale ed il Superpuma, il mezzo biturbina con una capacità di carico di 4mila litri d’acqua e in grado di trasportare 15 specialisti del fuoco. A fine mattina il passsaggio a Farcana, la base in territorio di Sorgono, per proseguire in serata la visita della base di Anela. L’assessore Donatella Spano ha incontrato i sindaci di Sorgono, Giovanni Arru, e di Anela, Damiano Mulas. «Nella quotidiana difesa dei territori anche i Comuni fanno parte della macchina antincendi e stanno lavorando con grande scrupolo e responsabilità», ha concluso Donatella Spano.

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«I piccoli ospedali non chiudono – ha ribadito l’assessore Arru -, non è mai stata nostra intenzione ridurre l’assistenza ma vogliamo riorganizzarla e riqualificarla per dare una risposta assistenziale soprattutto nell’emergenza urgenza. La riforma della rete ospedaliera, all’esame del Consiglio regionale, è una garanzia di sopravvivenza per quegli ospedali che sono fuori dai parametri nazionali e che la rete fa salvi come strutture di zona disagiata.»
Soddisfatti i sindaci e i consiglieri comunali della comunità montana, che hanno viste accolte sostanzialmente le proprie richieste e che hanno sottolineato il particolare disagio del territorio montano per il quale chiedono attenzione. L’assessore della Sanità si è impegnato a informare di ciò la commissione Salute del Consiglio regionale.

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La commissione sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi), ha proseguito le audizioni sulla riforma della rete ospedaliera ascoltando i sindaci dei Comuni sede di strutture sanitaria.

Il sindaco di Tempio, Andrea Biancareddu, ha sottolineato fra l’altro che l’ospedale di Tempio «è l’unica struttura fra Olbia e Sassari con particolari caratteristiche geografiche e demografiche che si sommano ad una rete viaria del tutto insufficiente e in parte impraticabile a causa dell’alluvione; ciò comporta tempi di percorrenza superiori a 60 minuti incompatibili con il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza». Andrea Biancareddu si è poi espresso in modo critico sulla chiusura del punto nascita ricordando che, in base ai parametri fissati dalla legge, Tempio poteva ottenere una deroga che gli è stata negata, mentre è stata concessa ad Alghero, «da dove si può raggiungere Sassari in appena 20/30 minuti».

Il sindaco di Tempio ha inoltre richiamato l’attenzione della commissione sul fatto che la presenza del nuovo carcere, dove sono presenti soltanto detenuti “a lunga pena” richiede necessariamente il supporto di una struttura sanitarie efficiente.

Luca Montella, sindaco di La Maddalena, ha messo l’accento «sullo svantaggio dell’insularità che, per quanto riguarda il servizio sanitario, ha un peso insostenibile per la comunità maddalenina dove, in base alla riforma, sarebbe impossibile garantire l’assistenza nelle 24 ore». «Non chiediamo compassione – ha concluso – ma l’autorevolezza del Consiglio regionale».

Per Luigi Mastino, sindaco di Bosa sede di un ospedale classificato come “di zona disagiata”, è indispensabile che la riforma garantisca almeno tre cose: «Una chirurgia autonoma con reperibilità dei medici nelle 24 ore, un pronto soccorso indipendente dall’entrata in vigore della nuova Agenzia di emergenza-urgenza (Areus), l’eliminazione della scadenza temporale del 2018 per la sostituzione delle strutture locali con quelle di Areus». «Siamo favorevoli all’impianto della riforma – ha concluso Luigi Mastino – ma chiediamo che sia applicata la normativa nazionale sulle zone svantaggiate e non quella regionale, di gran lunga peggiorativa».

Marco Falchi, sindaco di Muravera, ha proposto che l’ospedale del paese sia riclassificato come “presidio ospedaliero di base”, in considerazione sia delle particolari caratteristiche geografiche e dei relativi tempi di percorrenza che del grande afflusso turistico nei mesi estivi.

«Mentre a Cagliari discutono – ha protestato il sindaco di Isili Orlando Carcangiu – il reparto di chirurgia del nostro ospedale è chiuso, con grande sofferenza del pronto soccorso, ed il laboratorio di analisi è stato smantellato; e la cosa più grave è che quanto avvenuto non sta scritto in nessuna legge nazionale o regionale.»

Profondo dissenso nei confronti della riforma è stato manifestato dal sindaco di Sorgono Giovanni Arru, «perché con questo provvedimento si riducono i diritti, non si risparmia niente e si aumenta il disagio delle zone interne». Giovanni Arru ha poi proposto che l’ospedale di Sorgono sia riclassificato come “ospedale di base”, istanza condivisa anche da Angelo Nocco, sindaco di Meana Sardo.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia