30 June, 2024
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Venerdì 3 novembre, alle 17.30, presso la Fabbrica del Cinema sita in piazza Sergio Usai, nella Grande Miniera di Serbariu, si svolgerà la presentazione del libro di Aurelio Fadda, dal titolo “L’Africa di mio padre. 10 anni di lavoro, guerra e prigionia fra Africa e India (1936-1946)”

Un appuntamento che si inscrive nell’ambito della rassegna “Carbonia Scrive”. «Questa rassegna – ha affermato l’assessore alla Cultura Sabrina Sabiu -, sta dimostrando sempre di più la sua capacità di incentivare e promuovere la lettura di libri, riscuotendo nel contempo un ottimo apprezzamento da parte dei cittadini». 
L’autore del libro “L’Africa di mio padre” è Aurelio Fadda, scrittore nato a Cagliari, con all’attivo una laurea in Scienze Geologiche e diverse attività lavorative nel campo minerario, tra cui una consulenza esterna all’Ente Minerario Sardo e, successivamente, un’esperienza da geologo alla Carbosulcis.
Aurelio Fadda ha rivestito incarichi pubblici dai primi anni Novanta, dapprima come assessore dell’Ambiente e ai Servizi tecnologici del comune di Carbonia e, successivamente, come presidente del Consiglio di Amministrazione della Muova Mineraria Silius S.p.A.
Appassionato di fotografia, sin da giovane si è dedicato allo sviluppo dei negativi riportati dalla prigionia e gelosamente custoditi da suo padre. Proprio da questa attività è nato il libro fotografico “L’Africa di mio padre”, che verrà presentato venerdì 3 novembre in un appuntamento in cui interverranno, oltre all’autore del libro, l’assessore alla Cultura Sabrina Sabiu, l’ex senatore e deputato della Repubblica Giovanni Battista Loi, il direttore del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria Paolo Serra ed il presidente dell’Associazione Amici della Miniera Mario Zara. Il dibattito sarà moderato dal giornalista Marco Corrias.

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Altorilievo Venanzo Crocetti 3 copia

Nasce il comitato Venanzo Crocetti per il recupero e la tutela dei siti e dei beni storici, ambientali e culturali di Carbonia.

«Alcuni cittadini di Carbonia (nonostante visioni politiche e culturali differenti, ma ciò costituisce un arricchimento per la presente associazione), avendo constatato che da troppo tempo molti siti e beni presenti nel nostro territorio comunale si trovano abbandonati (occultati, alterati e manomessi a causa di lunga incuria e di incapacità progettuale delle precedenti civiche amministrazioni), hanno deciso di organizzarsi nel presente Comitato denominato “Venanzo Crocetti” (dedicato al migliore artista di fama internazionale che realizzò l’altorilievo allegorico nella Torre Civica), al fine di recuperare e tutelare gli stessi siti e beni che hanno una particolare importanza storica, ambientale e culturale, valorizzando gli stessi non soltanto come memoria collettiva della nostra etereogenea comunità (che si riconosce e sente il forte senso di appartenenza per il vissuto sociale e sentimentale di certi luoghi del nostro Comune), ma anche in funzione turistica. Si ritiene che l’attività di questo Comitato possa dare un contributo, in collegamento con diverse autorità ed istituzioni, al recupero e alla tutela dei sunnominati siti e beni presenti nel nostro territorio comunale, coinvolgendo soprattutto esperti studiosi e storici dell’arte, che anche tramite mostre, convegni e conferenze possano illustrare l’importanza del bene o del sito oggetto di valutazione e di analisi.

Sembrano godere una sufficiente tutela e salvaguardia i beni ed i siti archeologici già conosciuti e presenti nel nostro Comune, costantemente monitorati dalle autorità ed istituzioni competenti. Non possiamo dire la stessa cosa per la tutela e il recupero dei casali (medaus), casolari (furriadroxius) e di altre strutture rurali come domus, tipiche del Sulcis, alcuni di origine romana e medievale, che si trovano pericolosamente in rovina e forse irrecuperabili. Da anni si attende dalla nostra Regione Autonoma un’efficace legislazione in materia finalizzata alla salvaguardia e alla volarizzazione di questi tipici ambienti rurali e rustici presenti anche nel  nostro Comune. Ugualmente si trovano in pericoloso abbandono e rovina alcune chiese campestri  del nostro Comune, dedicate a quei Santi le cui feste e sagre periodiche appartengono alla tradizionale memoria collettiva delle comunità che vivono nelle campagne di Carbonia. La stessa cosa possiamo dire su strutture minerarie minori abbandonate nel nostro territorio comunale.

Diversa, invece, è la situazione per i beni ed i siti originari del periodo fascista che meritano ancora oggi una migliore attenzione, che finora non c’è stata a causa di ignoranza, di pregiudizi politici e culturali che hanno influito non poco, determinando per molto tempo anche un’incuria e un’incapacità progettuale delle precedenti civiche amministrazioni di Carbonia. Dopo quasi 80 anni dalla Fondazione di Carbonia (9 giugno 1937), qualsiasi simbolo del passato regime fascista (ovviamente collocato nei modi corretti come prevedono le norme vigenti) ha già perso qualsiasi efficacia politica-propagandistica e richiamo nostalgico ad un passato regime dittatoriale, non costituisce affatto alcun pericolo per la libertà in un sistema democratico maturo, come quello vigente attualmente in Italia, mantenendo solo un valore storico-simbolico, estetico ed artistico, anche perché furono opere giovanili realizzate da importanti artisti del passato regime, poi divenuti accademici di fama internazionale. Per questo motivo noi carboniensi o carboniesi di prima, seconda, terza e quarta generazione (calcolata per ogni 20 anni), pur avendo visioni culturali e politiche anche molto differenti, abbiamo deciso di unirci assieme per il bene e per l’amore di questa meravigliosa e straordinaria Città che è Carbonia, costituendo il presente Comitato (ancora in nuce) per la tutela e la valorizzazione di tutti i beni e i siti storici, monumentali, ambientali presenti nel nostro Comune, rapportandoci, per questo scopo, con diverse autorità ed istituzioni (Città di Carbonia, Università degli Studi, sovrintendenza dei Beni e delle attività culturali, Ministeri, etc.). L’epoca delle continue lamentele e polemiche, con fantasiose accuse fine a se stesso, senza fare niente di concreto è finita, occorre tutti assieme rimboccarsi le maniche ed agire coerentemente ed efficacemente per la nostra straordinaria città e comunità!»

Per il Comitato promotore “Venanzo Crocetti”

Sen. Giovanni Battista Loi – Dott. Mauro Pistis – Dott. Pierpaolo Scanu – Dott. Paolo Zandara)