14 November, 2024
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Come coinvolgere i giovani nel volontariato? Un progetto e una ricerca offrono un contributo importante per chiarire il tema e offrire indicazioni alle associazioni. Il progetto GioeVo (Giovani e Volontariati), promosso dalla Convol e finanziato da Fondazione CON IL SUD, ha sperimentato un percorso per sensibilizzarli e coinvolgerli, accompagnandolo con un’indagine per rilevarne e monitorarne i risultati. Il progetto si è svolto in quattro regioni (Campania, Sardegna, Puglia e Sicilia) e ha coinvolto 16 istituti superiori e 36 associazioni. I risultati del progetto e della ricerca verranno presentati durante il seminario di riflessione

Interverranno Ermes Carretta, presidente ConVol; Emma Cavallaro, responsabile Progetto GIOeVO; Emmanuele Pavolini, dell’Università di Macerata, Giovanni Battista Sgritta, professore emerito dell’Università La Sapienza di Roma, e soprattutto insegnanti, studenti e associazioni che hanno partecipato al progetto.

Il progetto GioeVo ha proposto agli studenti delle scuole superiori un percorso in tre tappe: inizialmente sono state presentate nelle classi le attività delle organizzazioni di volontariato del territorio; in secondo luogo sono state proposte esperienze di coworking nelle associazioni stesse, all’interno delle quali gli studenti sono stati accompagnati da un tutor e formati per svolgere attività di peer education (cioè educazione tra pari) su questi temi; infine è stato chiesto ai giovani di presentare ai compagni di classe l’esperienza di volontariato fatta, facendosi “propagatori” dell’esperienza stessa.

Parallelamente, l’indagine ha coinvolto 720 studenti per mettere a fuoco gli effetti del progetto. Effetti che sono stati certamente positivi sui ragazzi che hanno fatto l’esperienza nelle associazioni e che hanno potuto così vedere crescere, oltre alla propria civicness (cioè l’orientamento civico), la percezione di essere informati sul volontariato a scuola, un atteggiamento positivo verso il volontariato, il coinvolgimento e l’orientamento a fare volontariato in futuro. I ragazzi infatti si sentono informati e si dicono disponibili in percentuale molto più alta dei loro compagni che non hanno fatto la stessa esperienza, e questo sia nel breve che nel lungo termine. L’esperienza nelle associazioni, tra l’altro, ha permesso loro di costruire anche dentro la scuola contatti e relazioni con altre persone coinvolte nel volontariato, e queste relazioni si sono mantenute anche alla fine dell’esperienza.

L’effetto peer è invece più sfumato: evidentemente la capacità dei ragazzi di trasmettere la propria esperienza non è stata sufficiente a cambiare gli atteggiamenti.  Gli aspetti positivi sono evidenti sul piano della civicness, cresciuta anche negli studenti che non hanno fatto l’esperienza di coworking: e questo è importante, perché lo sviluppo di un orientamento civico positivo, è comunque il presupposto per una disponibilità all’impegno. Ci sono aspetti positivi anche riguardo la percezione di essere informati sul volontariato a scuola (più alta a breve termine, in calo a medio termine): questo significa che c’è stato un confronto, una discussione in cui si sono sentiti coinvolti. Dall’altra parte, gli effetti della comunicazione tra pari non ha fatto venire voglia di coinvolgersi attivamente nelle associazioni.

Altri aspetti interessanti emergono dalla lettura dei “Diari di Bordo” che i ragazzi hanno compilato durante il progetto, per raccontare la loro esperienza. Qui hanno dichiarano di avere acquisito competenze trasversali e di avere imparato che cosa è un’associazione, cosa significa essere volontari, cosa vuol dire sentirsi responsabili, come si devono gestire le emozioni quando si lavora con le persone fragili, e di essere gratificati dalle relazioni instaurate tra pari, con gli utenti delle associazioni e con i tutor.

«In generale, possiamo dire che offrire ai giovani la possibilità di entrare in un’associazione per fare un’esperienza viva, anche se limitata nel tempo, rimane la via privilegiata per coinvolgere i giovani, i quali poi possono trasmettere la loro esperienza ai compagni, favorendo la sensibilità e la conoscenza del volontariato, anche se poi anche i compagni hanno bisogno di un’esperienza più determinante – commenta Emma Cavallaro, responsabile del progetto GioeVO -. Occorre dunque costruire rapporti sistematici e continui fra scuole e organizzazioni di volontariato, per offrire percorsi più articolati. E, naturalmente, sullo sfondo resta l’impegno, da parte delle associazioni, per accogliere e formare gli studenti con cui entrano in contatto». Per quanto riguarda il senso del progetto, secondo Emma Cavallaro, la speranza è che «i giovani che hanno fatto questa esperienza abbiano capito correttamente cosa è il volontariato e soprattutto che esso, prima di essere una disciplina, prima di essere una tipologia di attività, è una categoria dello spirito.»

I risultati del progetto e della ricerca sono stati pubblicati in un volumetto intitolato “Giovani e volontariati”. La versione elettronica di può scaricare dal sito www.gioevo.org .

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Seconda sessione di lavori per l’assemblea nazionale elettiva di ConVol, la Conferenza permanente delle associazioni, federazioni e reti di volontariato, riunita da ieri, venerdì 8 dicembre all’Hotel Panorama di Cagliari.

I lavori si chiuderanno domani, 10 dicembre, con le votazioni per le elezioni del nuovo Presidente e del Consiglio di presidenza, mentre questa mattina l’assemblea nazionale ha avviato un dibattito su «La riforma del terzo settore: una sfida per il volontariato organizzato», a cura del professor Giovanni Battista Sgritta, e su «La riforma del terzo settore e la ricaduta sul mondo del volontariato organizzato», a cura dell’avvocato Luca Degani.

Stando ai dati Istat, un italiano su otto svolge attività gratuite a beneficio di altri o della comunità. In Italia il numero di volontari è stimato in 6 milioni e 630mila persone, in pratica un italiano su 8, mentre sono oltre 4 milioni i cittadini che svolgono la loro attività in un gruppo o in un’organizzazione. Sono invece intorno ai tre milioni coloro che si impegnano in maniera non organizzata.

Sempre secondo i dati Istat, gli uomini risultano più attivi rispetto alle donne (13,3% contro 11,9%), mentre il numero di volontari attivamente impegnati cresce con l’età, sino a raggiungere il massimo nella fascia compresa tra i 55 e i 64 anni (15,9%), per poi scendere dopo i 65 anni.

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Prima sessione di lavori per l’assemblea nazionale elettiva di ConVol, la Conferenza permanente delle associazioni, federazioni e reti di volontariato, riunita da oggi, venerdì 8 dicembre, fino a domenica 10 dicembre all’Hotel Panorama di Cagliari.

I lavori sono stati aperti dalla presidente uscente, Emma Cavallaro, che, avendo raggiunto il limite dei mandati, non potrà essere rieletta alla massima carica associativa.

I lavori si chiuderanno domenica 10 dicembre con le votazioni per le elezioni del nuovo Presidente e del Consiglio di presidenza, mentre domani dalle 9 l’assemblea nazionale prosegue con un dibattito su «La riforma del terzo settore: una sfida per il volontariato organizzato», a cura del professor Giovanni Battista Sgritta, e su «La riforma del terzo settore e la ricaduta sul mondo del volontariato organizzato», a cura dell’avvocato Luca Degani.

«Questa nostra assemblea – esordisce Emma Cavallaro dinanzi all’assemblea nazionale – si pone in un momento socio, politico, economico e anche culturale non facile. Aumentano le disuguaglianze, si allarga sempre maggiormente la forbice tra nord e sud e non solo dal punto di vista economico ma anche per quanto concerne servizi e garanzia di diritti.»

«La nostra – prosegue Emma Cavallaro – è un’organizzazione importante ed è la sola rete di Terzo settore che riunisce unicamente organizzazioni di volontariato. È un’organizzazione con tutti i pregi e le caratteristiche del volontariato. Tante persone, tante idee, tante teste e poca struttura organizzativa.»

Tra le iniziative all’attivo il comitato «La parola ai volontari», esteso a tutto il territorio nazionale con oltre 2 mila firme di adesioni, ed è stata realizzata la ricerca «Volontariato e innovazione sociale oggi in Italia», edita da Il Mulino con l’impegno e la collaborazione di molti studiosi ed esperti dal settore, tra i quali il professor Giovanni Battista Sgritta. Una ricerca quest’ultima che si è mossa su due binari: un’indagine sulle organizzazioni di volontariato a livello nazionale e una survey sui volontari. Secondo alcune stime sono circa 5 milioni coloro che operano nelle diverse aggregazioni di volontari operative in tutto il territorio nazionale.

Il futuro della ConVol è tracciato dalla presidente uscente Emma Cavallaro che auspica come l’organizzazione «deve diventare la Casa di tutte le realtà anche piccole e medie di volontariato organizzato, del vero volontariato che si ritrova nei valori della gratuità che è anche libertà, legalità, relazione, impegno per la difesa e l’affermazione dei diritti, un volontariato dell’advocacy».