25 November, 2024
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«Martedì a Bruxelles incontrerò il commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare Vytenis Povilas Andriukaitis per fare il punto sulla nostra battaglia contro la peste suina africana: metteremo sul tavolo i risultati raggiunti e ci confronteremo sulle prospettive. Dopo 40 anni passati in ostaggio della PSA, la Sardegna non è mai stata così vicina a vincere questa battaglia ed è molto importante che l’Europa ci riconosca questo risultato, perché vogliamo essere pronti ad affrontare la svolta positiva che arriverà con l’eradicazione definitiva. Un obiettivo cruciale che si potrà raggiungere presto anche grazie al lavoro prezioso svolto qui.»

Lo ha annunciato il presidente della Regione Francesco Pigliaru, questo pomeriggio a Sassari, visitando l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, dove ha incontrato il direttore generale Alberto Laddomada, la presidente Pasqua Tilocca, il direttore sanitario Simonetta Cherchi, il direttore amministrativo Giovanni Deriu, la direttrice del laboratorio Peste Suina Africana Annalisa Oggiano e il direttore del nuovo insettario Giuseppe Satta. Attivato ufficialmente oggi, l’insettario, è struttura di supporto al laboratorio di Entomologia e controllo dei vettori. Primo del genere in Sardegna e tra i pochi in Italia, è dotato della tecnologia per riprodurre in maniera controllata l’ambiente naturale di vita degli insetti, in particolare degli artropodi. Ciò consente di individuare le specie responsabili della trasmissione dei principali agenti di diverse malattie nelle specifiche condizioni esistenti in Sardegna.

I dati PSA che emergono dagli studi elaborati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale e presentati un mese fa a Cagliari in occasione della conferenza internazionale, dicono che dal triennio 2012-2014 al 2015-2017 il numero dei focolai di Peste suina africana (PSA) nei maiali domestici si è ridotto del 75%, mentre la presenza della malattia nei cinghiali ha avuto un calo di circa il 64%. Se invece si dovesse fare il paragone con gli ultimi 8 mesi (agosto 2017 – marzo 2018), la riduzione dei focolai nel domestico raggiunge il 90%.

La struttura ha tecnologia che consente di riprodurre in maniera controllata l’ambiente naturale di vita degli insetti, in particolare degli artropodi, garantendo il ciclo circadiano di illuminazione e riproducendo le condizioni di umidità e temperatura necessarie al loro sviluppo. Con tale struttura si possono allevare in laboratorio le diverse specie di artropodi consentendo di portare avanti più generazioni di insetti che ciclicamente saranno in grado di alimentarsi, riprodursi, deporre le uova, e sfarfallare dallo stadio larvale per diventare adulti. L’allevamento di questi insetti consentirà di accertare sperimentalmente in laboratorio quali specie sono realmente capaci di consentire la trasmissione dei principali agenti (virus, batteri, protozoi, etc.) delle “malattie trasmesse da insetti vettori”, che colpiscono sia l’uomo che gli animali in Sardegna. Esempi di queste malattie sono la Lingua blu (Bluetongue) che, come gli allevatori sardi ben sanno colpisce pecore, capre e bovini, e la Febbre del Nilo Occidentale, che colpisce numerose specie animali oltre che l’uomo. Una migliore conoscenza renderà possibile focalizzare le azioni di prevenzione quando si accerta la presenza di tali specie nel territorio, con opportuni interventi di disinfestazione e conseguenti provvedimenti di Sanità pubblica.