22 November, 2024
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Ritorna Aspettando NurArcheoFestival, il cartellone di spettacoli nato con l’obiettivo di estendere la partecipazione alla rete delle aree archeologiche e di interesse storico paesaggistico che intendono creare un dialogo vivo con il teatro, anche al di fuori del periodo canonico di svolgimento del festival, organizzato da Il crogiuolo con la direzione artistica di Rita Atzeri.

Sottotitolo significativo quello proposto nell’edizione 2020, “Viaggio in Sardegna: Sulcis da scoprire”. Viaggio in Sardegna perché dopo la quarantena e con le restrizioni ancora in atto in forma di prevenzione al Covid-19, abbiamo pensato che un aiuto concreto a far ripartire il turismo nella nostra isola, fosse quello di promuoverne la conoscenza anche e soprattutto fra i suoi abitanti. Sulcis da scoprire, perché le prime amministrazioni a confermare la loro partecipazione e ad avere la forza di organizzare sono state quelle di Sant’Anna Arresi e Teulada, supportate dall’associazione Sarditinera.

Sono tre gli appuntamenti programmati: il primo, lunedì 27 luglio a Sant’Anna Arresi, dove in piazza Nuraghe, andrà in scena, alle 21.00, Su Connottu – un classico del teatro sardo, scritto nel 1972 dal poeta, romanziere, drammaturgo nuorese Romano Ruju e portato in scena per oltre 300 recite dalla cooperativa Teatro di Sardegna – il primo spettacolo in cartellone a essere rappresentato.

A qualcuno il nome di Pasqua Selis Zau, nota Paskedda Zau, non dirà nulla. Eppure è lei la popolana nuorese, madre, vedova, di dieci figli, che il 26 aprile del 1868 scatenò la sommossa popolare contro gli effetti della Legge delle Chiudende (il provvedimento legislativo emanato nel 1820 durante la dominazione sabauda in Sardegna, che autorizzava la recinzione dei terreni fino ad allora considerati, per tradizione, di proprietà collettiva, introducendo di fatto la proprietà privata), quando contadini e pastori  protestarono contro la volontà del Consiglio comunale di Nuoro di voler privatizzare le terre pubbliche. Quella rivolta  è passata alla storia come “Su Connottu”, dal grido levato da Paskedda, “A su connottu, torramus a su connottu!”, al “conosciuto”, alla consuetudine. Nell’opera di Romano Ruju, poi arricchita dalle ballate di Francesco Masala e riscritta per la scena dal regista Gianfranco Mazzoni, la narrazione è affidata principalmente agli uomini. Nel racconto al femminile pensato dal Crogiuolo, a dare lettura  del testo, adattato, saranno Rita Atzeri, Maria Grazia Bodio, Isella Orchis, due attrici storiche del Teatro di Sardegna, Gisella Vacca e il fisarmonicista Stefano Minnei: “Un tentativo, senza stravolgere i contenuti della narrazione, di riportare equilibrio alla vicenda, almeno sul piano interpretativo delle voci in scena”, specifica Atzeri.

Alcune note storiche. Il 26 aprile del 1868 i moti popolari nuoresi culminarono nella sommossa di Su Connottu, dal grido di battaglia della popolazione ormai esasperata, a distanza di 80 anni dal 1796, quando i sardi scesero in piazza per protestare contro la tirannia feudale al canto di “Procurad’ ‘e moderare Barones sa tirannia”. Allora a guidarli fu Giovanni Maria Angioi, a Nuoro invece il popolo scese in piazza guidato da una popolana, Paskedda Zau. Il motivo scatenante fu dato dall’amministrazione comunale, che, ispirandosi alla Legge delle Chiudende, fu autorizzata ad abolire i diritti di uso comune dei territori comunali da parte dei cittadini residenti e a mettere in vendita al migliore offerente i terreni interessati. Tutto ciò doveva anche concorrere a finanziare gli inglesi della Compagnia della Ferrovie che allora realizzavano le prime strade ferrate sarde. Questo provvedimento comportò di conseguenza a pastori e contadini il non poter più usufruire dei terreni destinati al pascolo e alle coltivazioni, facendo mancare loro l’unica fonte di reddito e di sostentamento.

Il 7 agosto, sempre ore 21.00, ci si sposta nella casa baronale di Teulada, con “La vedova scalza” da Salvatore Niffoi.

Con Carla Orrù protagonista e la regia di Virginia Siriu (produzione Theandric), la messa in scena, tratta dall’omonimo romanzo di Salvatore Niffoi, vincitore del Premio Campiello 2006, accompagna gli spettatori lungo un percorso catartico che dalla cieca violenza sfocia nel suo rifiuto. La vendetta, la sopraffazione, l’onore da lavare col sangue sono gli ingombranti concetti che vengono messi in dubbio.

Siamo nella Barbagia degli anni ’30, popolata di piccoli paesi in cui la vita è regolata dai podestà fascisti e dalle leggi non scritte della società tradizionale. La violenza è ovunque: nello strapotere fascista, nelle angherie delle forze dell’ordine, nel sistema di usi e consuetudini che fossilizza i membri della società in una serie di ruoli prescritti e azioni comandate. La donna ne fa parte in quanto essere quasi annichilito: dedita alla vita rurale, è destinata solo alla preghiera e alla procreazione. La protagonista, Mintonia, appare da subito come il personaggio adatto a rompere questo circolo vizioso: al contrario delle donne del suo paese, si istruisce, legge Grazia Deledda e Tolstoj, è recalcitrante all’idea di subire dei soprusi. Sceglie da sé il proprio marito, Micheddu, a dispetto della contrarietà dell’intero paese che lo guarda con sdegno a causa del suo carattere ribelle. Micheddu, come Mintonia, non ama sottomettersi al potere, e presto finisce nel mirino del brigadier Centini. Il concatenarsi degli eventi costringe Micheddu alla latitanza. Infine, verrà ucciso in modo crudele. Rimasta sola con un figlio da crescere, Mintonia brucia dal desiderio di vendicarsi uccidendo il mandante, Centini. Riesce a introdursi nella casa del brigadiere e, dopo averlo sedotto, lo accoltella a morte. Subito dopo, scappa in Argentina. Ma la violenza non trionfa. Mintonia, seppur colpevole, diventa il motore del cambiamento: accortasi di essere rimasta incinta di Centini, decide di tenere il bambino. Cresce dunque i suoi due figli, l’uno del marito vendicato, l’altro del mandante ucciso, come fratelli. La vendetta non ha più senso, il peso del rimorso è un

prezzo troppo caro da pagare: il perdono rappresenta l’unica via di fuga dalla spirale di sangue. Mintonia si sporca le mani di sangue, ma si redime, dando la vita dopo averla levata. È una dispensatrice di morte che alla fine si converte alla vita.

Il 17 agosto, si torna a Sant’Anna Arresi, ore 21.00, con lo spettacolo “Corpi al vento”, in prima regionale, messo in scena proprio nello spazio antistante il nuraghe. In scena Ilaria Gelmi e Antonella Ruggiero messa a punto del lavoro delle attrici: Roberto Anglisani.

Una storia antica narrata da due corpi e due voci che si impastano, disgiungono, intrecciano, sovrappongono, fino a diventare un solo corpo e una sola voce.  Una madre, Pasifae, la madre del Minotauro, Arianna; la prima figlia, famosa per il filo con il quale portò Teseo in salvo dal labirinto; Fedra, la seconda figlia, una donna che non può trattenere una passione che le sgorga da dentro.  Donne cretesi, “le luminose” le chiamavano, tutte accomunate dallo stesso destino. Tutte fragili di fronte alle passioni d’amore, tutte vittime della stessa maledizione. Fragili, come la creta. Noi, donne, siamo tutte fatte di creta.  Un mito classico in chiave personale, femminile, ironica e contemporanea.

Carbonia • Piazza Roma copia

Conclusa la consultazione anonima su Facebook, il comune di Carbonia presenta i nomi degli autori delle 10 fotografie vincitrici (selezionate dalla Giuria) del Concorso fotografico “Cartoline da Carbonia”:

a) Sergio Carozza, con la foto “Chiesa di Santa Lucia”;

b) Carlo Di Bella, con la foto “Pagu Arruinaus”;

c) Alessia Loddo, dell’Istituto comprensivo Satta, con la foto “Murale nella piazzetta di Serbariu”;

d) Istituto comprensivo Deledda – Pascoli (sede di Cortoghiana), con la foto “E in mezzo … una scala”;

e) Alberto Maccioccu, con la foto “Riflesso di Piazza Roma”;

f) Mattia Massa, dell’Istituto tecnico Giovanni Maria Angioj, con la foto “Ombre alla stazione”;

g) Ornella Marisa Zara, con la foto “Paesaggio”;

h) Massimo Pateri, con la foto “Vista da Monte Leone”;

i) Paolo Vaccargiu, con la foto “Piazza Venezia Chiesa Sacro Cuore”;

l) Giuseppe Angelucci, con la foto “Riflesso sull’acqua”.

Vista la qualità delle immagini, la fantasia dei partecipanti e la loro curiosità nell’andare a scoprire gli scorci meno conosciuti di Carbonia e del suo paesaggio, la commissione ha scelto di attribuire diverse “Menzioni di merito” e “Segnalazioni della Giuria”.

Le “Menzioni di merito”, per l’impegno e il coinvolgimento degli studenti e gli ottimi risultati raggiunti, sono stati assegnati alle scuole:

– Istituto tecnico Giovanni Maria Angioi, Carbonia

– Istituto comprensivo Deledda – Pascoli, sede Cortoghiana;

– Istituto comprensivo Deledda – Pascoli via Balilla, sede Carbonia;

– Istituto comprensivo Satta, Carbonia.

Le “Segnalazioni della Giuria”, per l’attenzione con cui gli autori hanno colto prospettive e particolari della città, sono state assegnate a:

– Barbara Bernardini

– Roberto Carboni

– Stefano Casu

– CICC – Museo del carbone di Carbonia

– Pina Corona

– Sandra Devis Lakeman

– Corrado Maccioccu

– Nando Mannai

– Andrea Marotta

– Cinzia Melis

– Luciano Perinu

– Corrado Saba

Per una maggiore condivisione, le 10 foto vincitrici sono state pubblicate in un apposito Album all’interno della pagina facebook “Carbonia Newsletter”. La consultazione su facebook scadeva alle ore 13 del 13 maggio.

Una consultazione su facebook, attraverso i “Mi piace”, ha sempre diversi limiti, ma nella convinzione che tutti cogliessero il senso della partecipazione e della sana competizione, si è voluto aggiungere questo passaggio sul social network, per far conoscere le foto degli autori vincitori ad un pubblico più vasto. In questa scelta la Segreteria organizzativa del Concorso ha pensato alla gratificazione personale degli stessi autori e alla promozione della nostra Città, le cui foto sono circolate su tantissimi profili ed hanno avuto una diffusione “virale”. Anche per questo, chi vorrà potrà continuare ad esprimere i propri “Mi piace” all’interno dell’Album.

Il totale complessivo dei “Mi piace”, alle ore 13.00 di mercoledì 13 maggio, è stato pari a 2.633, così suddiviso:

– foto “E in mezzo … una scala” dell’Istituto comprensivo Deledda – Pascoli Cortoghiana (1.017 “Mi piace”)

– foto n. 2 “Ombre alla stazione” di Mattia Massa, Istituto tecnico Giovanni Maria Angioj, Carbonia (845 “Mi piace”)

– foto “Riflesso di Piazza Roma” di Alberto Maccioccu (230 “Mi piace”)

– foto “Vista da Monte Leone” di Massimo Pateri (97 “Mi piace”)

– foto “Pagu Arruinaus” di Carlo Di Bella (96 “Mi piace”)

– foto “Riflesso sull’acqua” di Angelucci Giuseppe (93 “Mi piace”)

– foto “Piazza Venezia Chiesa Sacro Cuore” di Paolo Vaccargiu (72 “Mi piace”)

– foto “Chiesa di Santa Lucia” di Carozza Sergio (63 “Mi piace”)

– foto “Murale nella piazzetta di Serbariu” di Alessia Loddo, Istituto comprensivo Satta Carbonia (63 “Mi piace”)

– foto “Paesaggio” di Ornella Marisa Zara (57 “Mi piace”)

La foto “E in mezzo … una scala” dell’Istituto comprensivo Deledda – Pascoli Cortoghiana, che ha ottenuto il più alto numero di “Mi piace” alla scadenza della consultazione, sarà pubblicato nella home page del sito web del comune di Carbonia.

La segreteria organizzativa, visto l’alto numero di “Mi piace”, raccolti dalla foto “Ombre alla stazione” di Mattia Massa dell’Istituto Tecnico Giovanni Maria Angioj, ha deciso di pubblicare anche questo scatto fotografico in home.

Nello spirito del concorso, che intendeva creare un percorso condiviso di riscoperta della città e del suo territorio, visto con gli occhi dei cittadini, studenti e turisti, tutte le fotografie partecipanti, ritenute idonee dalla Giuria, saranno pubblicate, come galleria fotografica, in una sezione del sito www.comune.carbonia.ca.it

L’Amministrazione comunale ringrazia tutti coloro che hanno partecipato al concorso fotografico “Cartoline da Carbonia”, gli autori singoli e le scuole, i visitatori provenienti da vari paesi della Sardegna e da diverse città italiane, dagli Stati Uniti e dalla Germania, che hanno colto il significato dell’iniziativa ed hanno aiutato a promuovere e diffondere l’immagine di Carbonia.