24 November, 2024
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«La Giunta regionale snatura Sa Die de Sa Sardigna per dedicare la festa del popolo sardo ai migranti. Una ricorrenza così importante che richiama l’insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con la cacciata dei piemontesi, dovrebbe essere dedicata al ricordo degli eroi isolani come Giovanni Maria Angioy, Eleonora D’Arborea, Leonardo Alagon, il premio nobel Grazia Deledda, Sebastiano Satta, Emilio Lussu che hanno contribuito a dare dignità al popolo sardo con un alto valore di attaccamento all’Isola.»

A dirlo è Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale.

«Si dimostra la scarsa sensibilità verso un popolo che è in grave sofferenza economica e sociale, che come nel passato tenta di liberarsi dalle difficoltà e dalle imposizioni dall’alto», aggiunge Gianluigi Rubiu, sottolineando che «la scelta della Giunta appare un ulteriore schiaffo, visto che l’evento sarà celebrato alla presenza del presidente della Corsica Gilles Simeoni e dei rappresentanti dell’esecutivo isolano. Sarebbe stata una decisione azzeccata dedicare la giornata ai popoli del mare – conclude Gianluigi Rubiu – invece di intitolare la festa ai migranti che, pur riconoscendo lo spirito umanitario dell’iniziativa, non hanno nessuna radice in Sardegna».

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Consiglio, Christian Solinas (Psd’Az): «Una fondazione per Marianna Bussalai e per l’economia della cultura in Sardegna»

«Istituire la Fondazione Marianna Bussalai per riconoscere un modello di emancipazione femminile in Sardegna e compiere un passo decisivo nel verso di una economia della cultura, alternativa a quella dei settori tradizionali». E’ la proposta avanzata dal capogruppo del Psd’Az in Consiglio regionale, Christian Solinas, nel corso della conferenza stampa per l’illustrazione della Pl 118 “istituzione della Fondazione Marianna Bussalai”. Scopo dell’iniziativa legislativa è quello di istituire una fondazione che insieme alle opere e all’archivio della Bussalai valorizzi la sua casa di Orani, dove la “combattente sardista” ha trascorso tutti suoi 43 anni di vita (1904-1947) e dove è stato ospitato Emilio Lussu quando era un ricercato della polizia fascista.  Una casa che lo scomparso leader dei Quattro Mori, Michele Columbu, definì nel suo libro “La grotta della vipera”: «Un microcosmo, una remota cellula di resistenza al fascismo, in cui si accendono dibattiti, si affacciano dubbi e dissensi, serpeggiano insidie come nelle grandi città».

«Mi auguro di poter ringraziare presto la Regione sarda per l’istituzione della Fondazione Bussalai», ha dichiarato Marta Brundu, biografa ufficiale della discendente della casata che diede i natali a Giovanni Maria Angioy e curatrice del sito internet: www.mariannabussalai.org. La dottoressa Brundu ha sottolineato l’importanza dei documenti custoditi nella casa di Marianna Bussalai, ad incominciare da quelli relativi alla fitta corrispondenza che la donna teneva con Emilio Lussu e gli altri padri fondatori il Psd’Az, ma ha denunciato il rischio che l’intero archivio possa essere compromesso senza un progetto di digitalizzazione che ne assicuri l’integrità.

Tonino Chironi ha invece mostrato la bandiera dei Quattro Mori che, cucita a mano da Marianna Bussalai, è divenuta il primo simbolo ufficiale del Partito Sardo d’Azione nel 1921. Chironi, la cui famiglia custodisce lo storico vessillo che è stato nascosto e murato nel periodo delle persecuzioni fasciste, ha ricordato l’impegno culturale e di “autentica combattente” di “Marianedda de sos Battor Moros”.

Ha partecipato all’incontro con i giornalisti anche Carla Puligheddu (figlia del già consigliere regionale del Psd’Az, Francesco Puligheddu) e promotrice della sezione sardista di recente costituzione a Sassari, intitolata a Marianna Bussalai. «Marianna – ha dichiarato la Puligheddu nell’annunciare l’imminente nascita dell’associazione delle donne sardiste – è la figura più significativa per le donne sarde e per le donne sardiste in particolare».

L’auspicio che la fondazione Marianna Bussalai possa presto registrare l’approvazione della Regione è stato espresso anche da Valentina Casalena, moglie del cantante Andrea Parodi e promotrice della fondazione a lui intitolata: «E’ tempo per la Sardegna di scommettere sull’economia della cultura – ha dichiarato la Casalena – è posso testimoniare che l’esperienza delle fondazioni è un percorso straordinario per la valorizzazione dell’identità e per far crescere l’impegno culturale e politico». 

“Sa Die de sa Sardigna – Il Triennio Rivoluzionario Sardo”. È questo il titolo della prima giornata di approfondimento culturale e di spettacolo sui moti rivoluzionari sardi che il comune di Guasila e l’Associazione Figli d’Arte Medas organizzeranno giovedì 22 maggio al Teatro Fratelli Medas di piazza Municipio, 1. L’evento è realizzato con i contributi della L.R. 44/1993 per le attività del 2014 inerenti le celebrazioni de Sa Die de sa Sardigna.

Due gli appuntamenti in programma. Alle ore 19.00, è fissata la tavola rotonda dal titolo Il Triennio Rivoluzionario Sardo – Evoluzioni e Conflitti tra Stato e Comunità. Previsti gli interventi di Luciano Carta, esperto di storia della cultura tra Settecento e Novecento in Sardegna e Nicola Gabriele, docente di Storia Sociale e Politica della Sardegna Contemporanea all’Università di Cagliari. Coordina Ivo Murgia, operatore culturale ed esperto di lingua sarda.

Alle ore 21.00 spazio al teatro con la rappresentazione Il Viaggio di Juanne Maria Angioy e il Triennio Rivoluzionario Sardo, narrazione con musiche di scena scritta e interpretata da Gianluca Medas con l’accompagnamento musicale della band Baska e le sonorità elettroniche di Walter Demuru. Lo spettacolo racconta numerosi aspetti storici e politici legati al triennio rivoluzionario sardo (1794-1796): dalle imprese di Giovanni Maria Angioy, protagonista dei moti contro i privilegi feudali, ai tentativi delle truppe francesi di soggiogare la Sardegna, alla ribellione del 28 aprile 1794 per contrastare la dominazione piemontese.

Gli approfondimenti proseguiranno giovedì 29 maggio, sempre al Teatro Fratelli Medas di Guasila, con il secondo incontro dal titolo “Sa Die de sa Sardigna – L’Età delle Rivoluzioni in Sardegna”.

Gianluca Medas + Baska