20 November, 2024
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Sono tante le donazioni che, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, privati cittadini, aziende, associazioni culturali, sportive e mondo del volontariato quindi istituzioni hanno rivolto all’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari. Gesti finalizzati a supportare l’intero personale sanitario che opera nelle strutture in prima linea nella battaglia contro il Coronavirus.

Sono numerose le donazioni di mascherine, tute, guanti, stivali di gomma e visiere, materiale particolarmente utile per gli operatori dei reparti ospedalieri. A queste si aggiungono termometri, pulsossimetri e misuratori di pressione.

E ancora monitor multiparametrici, centraline di controllo, ventilatori e respiratori polmonari, ventilatori polmonari da trasporto, ecografi portatili, ecografi polmonari, broncoscopi, kit per la diagnostica Covid, un carrello per l’emergenza e materiale igienizzante.

Non sono mancate le raccolte fondi finalizzate all’acquisto di materiali per sostenere i reparti in prima linea nella lotta al Coronavirus.

«Si tratta di gesti di grande solidarietà e generositàafferma il commissario dell’Aou di Sassari, Giovanni Maria Soro – che fanno sentire vicina l’intera comunità. Una forte iniezione di fiducia per tutti gli operatori sanitari che ogni giorno sono impegnati nell’assistenza ai pazienti.»

Per ringraziare tutti, sul sito web dell’Aou di Sassari è stata creata una pagina, in costante aggiornamento, Le donazioni al tempo del Covid-19, raggiungibile anche dalla home page, nella quale sono elencate le varie donazioni e i donatori.

È arrivata ieri dalla Cina, intanto, una parte consistente della fornitura di mascherine acquistate dall’Aou di Sassari. Si tratta di 76mila mascherine chirurgiche (in attesa di 24.000), 10mila dispositivi FFP2 (consegna completata) e 5.000 FFP3 (consegna completata). Il materiale è stato consegnato alla farmacia ospedaliera di via Monte Grappa e va a incrementare le risorse a disposizione dei reparti dell’azienda.

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Si è riunita oggi la commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio regionale. All’ordine del giorno la situazione sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus e gli interventi di contrasto e prevenzione messi in atto dalla Giunta regionale. 

Partirà entro questa settimana o, al più tardi, all’inizio della prossima l’indagine epidemiologica sulla diffusione del Covid-19 in Sardegna. Si baserà su test rapidi per l’individuazione del virus. L’indagine regionale affiancherà quella promossa dal ministero della Salute a livello nazionale. A disposizione della Sardegna, 5mila test sierologici dei 150mila programmati. Lo ha confermato l’assessore della Sanità Mario Nieddu sentito in audizione.

«Sarà un’indagine mirata, basata su criteri severi e stringenti per accertare la reale entità della circolazione del virus nell’Isola – ha detto l’assessore della Sanità – riguarderà in particolare quei paesi dove finora non sono stati registrati casi di Coronavirus. Servirà a capire se realmente il Covid-19 non ha colpito alcuni centri o se, invece, sono presenti soggetti asintomatici. La Fase 2 si avvicina, ma se vogliamo procedere a una graduale riapertura delle attività lo dobbiamo fare su dati certi. Se dovessimo accertare la presenza del virus in zone ritenute immuni lo scenario cambierebbe radicalmente.»
L’assessore ha confermato i dati confortanti sull’andamento dell’epidemia in Sardegna: «Il numero dei positivi si riduce ha affermato Mario Niedduieri a Sassari è stato raggiunto il contagio zero. Questo vuol dire che le misure adottate hanno funzionato».
La Regione, intanto, conferma la volontà di potenziare l’attività di assistenza e controllo nei territori. «Abbiamo firmato il protocollo d’intesa con i sindacati per l’istituzione delle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, contiamo di attivarle al più tardi entro le prossima settimana. Si tratta di risolvere alcuni problemi organizzativi che riguardano, in particolare, l’individuazione delle sedi.»
Sulle polemiche riguardanti la fornitura dei dispositivi di sicurezza per gli operatori sanitari, Mario Nieddu ha ammesso qualche difficoltà dovuta ai massicci ordini provenienti dagli Stati Uniti che hanno influito negativamente sull’offerta globale: «In ogni caso i dispositivi nelle strutture Covid non sono mai mancati». Rispondendo a una sollecitazione del capogruppo dei Progressisti Francesco Agus sulla differenza, in molti casi marcata, dei costi affrontati dai diversi ospedali per l’acquisto di mascherine e tute, l’assessore ha detto: «In alcuni casi abbiamo dovuto acquistare a prezzi più alti, ma eravamo in stato di necessità, si comprava ciò che si trovava sul mercato». Nessuna novità invece sulla messa a disposizione di alberghi per ospitare pazienti positivi dimessi dagli ospedali che devono affrontare un periodo di quarantena. «In questo caso c’è qualche difficoltà di natura finanziaria – ha detto Mario Nieddu occorrerà adeguare la nostra capacità di spesa».
La Commissione ha poi sentito il responsabile dell’Ats Sardegna, Giorgio Steri, ed il neo commissario dell’Aou di Sassari Giovanni Maria Soro. Entrambi hanno espresso ottimismo per l’andamento dell’epidemia in Sardegna invitando comunque alla cautela: «E’ proprio in questo momento che non bisogna abbassare la guardiaha detto Giorgio Steri – le misure di contenimento hanno consentito di frenare la diffusione della malattia. Lo confermano i dati sui tamponi effettuati nella prima fase della comparsa del virus e quelli disposti dopo la chiusura delle attività commerciali e di intrattenimento. Nel primo periodo la percentuale dei positivi era del 12% sul numero dei tamponi effettuati, oggi è scesa al 7%». Il commissario dell’Ats ha poi illustrato l’attività di monitoraggio sulle Rsa: «Dopo aver messo in sicurezza le strutture del Nord Sardegna, grazie anche al lavoro fatto dai medici militari nelle Rsa e case di riposo, contiamo entro la settimana di completare l’attività di screening in tutte le Rsa del Centro e Sud Sardegna. La prossima settimana crediamo di concludere anche il monitoraggio sulle carceri. Valuteremo poi se intervenire sulle case di riposo dove è più alto il rischio di un “inquinamento” esterno».
Il responsabile dell’Aou di Sassari ha invece fornito dati rassicuranti sulla situazione nel Nord Sardegna: «Oggi siamo in grado di processare circa 600 tamponi al giorno. Siamo arrivati a oltre 11mila tamponi effettuatiha detto Giovanni Maria Soroi risultati delle analisi confermano un trend in calo dei contagiati. Abbiamo effettuato circa 2800 tamponi sul personale ospedaliero: 87 sono risultati positivi ma 60 sono già rientrati al lavoro. Cala il numero dei ricoveri, attualmente abbiamo 33 pazienti nelle strutture Covid: 9 in terapia intensiva, 15 nel reparto di malattie infettive, 9 nell’area “grigi” riservata ai pazienti con tampone negativo ma con sintomi sospetti. La minor pressione ospedaliera ci consente di pensare a un riconversione delle terapie intensive. All’inizio dell’epidemia disponevamo di 68 posti letto, aumentati successivamente a 83. L’andamento dei dati potrebbe consentirci di riaprire in sicurezza le strutture per la cure di altre patologie che necessitano di assistenza».
Su questo punto è arrivata una segnalazione preoccupante dal consigliere dell’UDC Cambiamo! Antonello Peru: «A Sassari interi reparti sono fermi ha detto Antonello Peru dall’inizio dell’epidemia molti pazienti, per paura, non si ricoverano o rinunciano agli esami diagnostici. Si viaggia dalle 100 alle 150 disdette al giorno di visite specialistiche. Si rischia un’emergenza nell’emergenza. Si valuti l’opportunità di riaprire gradualmente i reparti e di procedere con gli esami ordinari».
Il commissario dell’Aou di Sassari ha poi segnalato la criticità più importante del sistema sanitario, condivisa con le altre aree dell’Isola: la sistemazione dei pazienti positivi dimessi: «In molti casi si tratta di persone anziane non autosufficienti che necessitano di assistenza continuaha detto Giovanni Maria Sorosi pone il problema di trovare un luogo adatto alle loro condizioni. Spesso non possono rientrare nella propria abitazione né andare in una Casa di riposo. Occorre trovare una soluzione adeguata».
In chiusura di seduta la Commissione ha votato all’unanimità una risoluzione proposta del capogruppo di Leu Daniele Secondo Cocco e sostenuta dal presidente della Commissione Domenico Gallus che impegna la giunta regionale ad impartire ad Ats e aziende ospedaliere indirizzi specifici sulle assunzioni di nuovo personale. La copertura dei posti vacanti di infermiere e oss dovrà avvenire attraverso la stabilizzazione del personale che opera a tempo determinato o attraverso lo scorrimento delle graduatorie concorsuali. Anche su questo punto l’assessore Nieddu ha dato ampie garanzie: «Non ci sarà bisogno di prorogare al 2021 le graduatorie perché pensiamo di mandarle in esaurimento entro il 2020, anche quelle del 2017 relative alla sanità oristanese».
Soddisfatto il presidente della Commissione Domenico Gallus: «Abbiamo ricevuto oggi importanti rassicurazioni sulle azioni messe in campo per il contenimento del virus, anche le notizie che arrivano da Sassari sono confortantiha detto Domenico Galluspossiamo adesso cominciare a progettare un graduale ripresa delle attività economiche e sociali anche se dovremo attendere ancora qualche tempo per il pieno ritorno alla normalità».

Reparto Oncoematologia Oristano

A margine delle audizioni si è parlato anche della paventata chiusura del reparto di oncoematologia di Oristano. Rispondendo a una precisa domanda del presidente Domenico Gallus, l’assessore ha assicurato che l’attività del reparto riprenderà al più presto: «Abbiamo preso l’impegno per riconoscere ai malati oristanesi il diritto di essere curati nella propria città – ha detto Mario Nieddu – il reparto non sarà chiuso. Il disagio per i pazienti finirà con la fine dell’emergenza Covid-19».
«Finalmente si parla non più di mesi ma di settimane per la riapertura del reparto ha commentato il presidente della commissione Domenico Gallusavvicinare le cure ai pazienti è stato uno dei nostri mantra in campagna elettorale. Le parole dell’assessore Mario Nieddu confermano che si viaggia in questa direzione. Il reparto di oncoematologia sarà presto una realtà.»

Vediamo gli interventi del presidente della commissione Domenico Gallus, di Antonello Peru (Udc Cambiamo!), Daniele Secondo Cocco (LeU Sardigna) e Stefano Schirru (PSd1Az), registrati al termine dei lavori.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10222553482613728/

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Si chiama “Area grigi” ed è la zona di degenza dei pazienti sospetti Covid-19 che non sono stati ancora biologicamente confermati. È stata attivata nei giorni scorsi al secondo piano della palazzina di Malattie infettive. L’obiettivo, con questa apertura, è garantire cure immediate ai pazienti e, al tempo stesso, sottoporli a ulteriori accertamenti che consentano di definire l’eziologia della loro malattia. Un’operazione che consente la minor circolazione possibile di degenti potenzialmente infettanti nei reparti degli ospedali.

Questi pazienti vengono ora ospitati all’interno della Clinica Malattie Infettive, dove sono stati messi a disposizione 10 posti letto in stanze singole, con anche una postazione per paziente critico. Qui vengono ospitati quei pazienti che arrivano dal pre-triage del Pronto Soccorso o da un reparto Covid free e vengono considerati casi sospetti. Da qui, se appurata la positività o la negatività al Covid-19, i pazienti vengono indirizzati nei reparti adeguati.

E così se positivi, in base allo stadio clinico della loro malattia, i pazienti vengono gestiti o nei due reparti Covid Aou (Malattie infettive o Rianimazione), oppure indirizzati nelle strutture di supporto esterno (Policlinico e Mater Olbia). Quindi se negativi potranno essere trasferiti nei reparti adeguati alla loro patologia.

«L’apertura di questo nuovo reparto – afferma il direttore della Clinica Malattie Infettive, professor Sergio Babudierirappresenta la soluzione all’esigenza di ridurre al massimo la possibilità di trasmissione del Coronavirus all’interno degli altri reparti dell’ospedale. Una sorta di area protetta che ci consente di assistere i pazienti da subito e in maniera adeguata, nell’attesa di capire con ulteriori accertamenti biologici la causa reale della malattia.»

«Questo percorsospiega il commissario dell’Aou Giovanni Maria Soropuò rappresentare il primo passo verso la ripresa dei livelli di attività programmate in modo sicuro e protetto, così da dare risposte ai bisogni della popolazione.»

Una prima risposta in questo senso, intanto, l’Aou di Sassari l’ha data sempre nei giorni scorsi con la ripresa dell’attività assistenziale del reparto di Neurologia, al primo piano del palazzo Clemente. Il reparto, a marzo scorso, era stato accorpato con l’unità operativa di Otorinolaringoiatria per potenziare le strutture deputate a fronteggiare l’emergenza Covid-19.

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Saranno Bruno Contu, in qualità di direttore sanitario facente funzioni, e Antonio Lorenzo Spano, nel ruolo di direttore amministrativo, ad affiancare il commissario straordinario dell’Aou di Sassari.

Li ha nominati ieri pomeriggio Giovanni Maria Soro che, dal 30 marzo scorso, si è insediato nella direzione dell’Azienda di Viale San Pietro.

A Bruno Contu sono state attribuite temporaneamente, fino alla nomina del direttore sanitario titolare, le funzioni di direttore sanitario. Una scelta che – si legge nella delibera di nomina -consentirà di «garantire la continuità della gestione tecnico sanitaria dell’Azienda, in particolare per quanto concerne l’emergenza sanitaria da Covid 19».

Il commissario tiene a sottolineare la sua gratitudine per dedizione e contributo offerto dai diversi professionisti, che hanno consentito in prima battuta di far fronte all’emergenza e, certo della loro competenza e di chi lo affiancherà, si dichiara ampiamente fiducioso sull’«implementazione delle ulteriori misure di prevenzione e di contrasto del contagio», nonché di una capacità ottimale che saprà garantire le indispensabili tutele agli operatori e ai pazienti un’assistenza ospedaliera specialistica che, integrando l’offerta territoriale, riuscirà a recuperare gradualmente le funzioni di hub polispecialistico.

Bruno Contu ha una consolidata esperienza nella direzione di struttura complessa di Direzione Medica di presidio dell’Aou di Sassari ed è già stato direttore sanitario facente funzioni dell’Aou sino al 27 marzo scorso.

Antonio Lorenzo Spano, 42 anni, sarà, invece, il nuovo direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari. Laureato in Economia all’Università di Sassari e un master di II livello in “Direzione di strutture sanitarie”, ha un percorso formativo focalizzato sulle tematiche del controllo di gestione e sull’ingegnerizzazione dei processi aziendali. Andrà ad integrare e rafforzare la struttura tecnico-amministrativa che il commissario ringrazia, a partire dalla dr.ssa Seazzu, per quanto fatto in questa fase di emergenza e per quanto si saprà mettere ulteriormente in campo per proseguire a sviluppare, congiuntamente al direttore amministrativo, le attività di supporto necessarie alle attività sanitarie.

Antonio Lorenzo Spano ha ricoperto importanti incarichi all’Università degli Studi di Sassari dove è stato il responsabile del controllo di gestione. Nel 2012 il passaggio al sistema sanitario, prima alla Asl di Nuoro e, successivamente, alla Asl di Sassari dove ha diretto prima la struttura semplice dipartimentale di Ingegneria Clinica quindi la struttura complessa Contratti, appalti e acquisti. Attualmente è direttore della struttura complessa “Logistica e valorizzazione del patrimonio” dell’Ats Sardegna.

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Sono 1.453 gli iscritti alla piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle che ieri hanno votato per scegliere chi sarà il loro candidato alla carica di governatore alle prossime elezioni regionali, in sostituzione dell’ex sindaco di Assemini Mario Puddu, che ha rinunciato alla candidatura dopo essere stato condannato ad un anno in primo grado per abuso d’ufficio, per una vicenda risalente al periodo in cui era sindaco.

I candidati al primo turno erano 26 ed i primi 5, dei quali non sono state rese note le preferenze, si contenderanno la candidatura a governatore del Movimento 5 Stelle nel secondo turno di ballottaggio. Considerato che gli altri 21 candidati, complessivamente, hanno ottenuto 376 preferenze, i cinque candidati più votati si sono suddivisi 1.077 preferenze. Ricordiamo che Mario Puddu, alle precedenti elezioni primarie, alle quali avevano votato 1.944 iscritti, aveva ottenuto 981 preferenze, il 50,46%, ed aveva preceduto Luca Piras (464), Marina Rita Monagheddu (285) e, infine, Anna Sulis (74), ricandidata e tra i cinque che si contenderanno la candidatura al ballottaggio.

Sul blog delle stelle sono stati resi noti i risultati del voto, con l’indicazione dei cinque più votati ammessi al ballottaggio, in ordine alfabetico: Marcello Cherchi, 52 anni, di Sassari; Francesco Desogus, 58 anni, di Sestu; Donato Forcillo, 31 anni, di Porto Torres; Gianluca Mandas, 38 anni, di Assemini; Anna Sulis, 56 anni, di Quartu Sant’Elena.

Di seguito, gli altri 21 candidati rimasti esclusi dal ballottaggio, in questo caso in ordine di preferenze:

Benedetto Pani, 56 preferenze; Salvatore Bussu, 47; Massimiliano Tronci 45; Antonio Pilloni 34; Emanuele Sias 22; Antonio Giovanni Riu 22; Gianfranco Massa 21; Gianluca Demontis 17; Roberto Pani 16; Maria Carmela Deidda, 14; Giuseppe Meloni 12; Tonino Bande 11; Giorgio Dessì 11; Michele Ortu, 10; Fabio Zoccheddu 9; Piergiorgio Vacca 6; Roberto Sanna 6; Ivano Botticini 6; Erminio Spanu 4; Pierluigi Lavra 4; Giovanni Maria Soro, 3.

 

Ospedale Brotzu Cagliari 5

«Con le Asl commissariate e i partiti del centrosinistra tutti soddisfatti grazie a una spartizione vecchio stampo delle poltrone, rimane il neo dell’Ospedale Brotzu, vero e proprio tesoro della sanità isolana. Tuttavia, sebbene il Brotzu rappresenti il fiore all’occhiello cui riservare le massime attenzioni, resta ancora senza una guida dopo la rinuncia, quasi certamente per motivi di natura politica, del dottor Giorgio Lenzotti. Ma a quanto pare l’attesa dovrebbe durare ancora poco, visto che la Giunta Pigliaru avrebbe puntato i fari su Giovanni Maria Soro, fino al dicembre scorso direttore generale del Pio albergo Trivulzio di Milano (casa di riposo), poi sfiduciato con polemica a seguito delle dimissioni di tutto il Cda.»

Lo scrive in una nota Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Senza voler entrare nel merito di quanto accaduto a Milano, sembra comunque motivo di riflessione che il centrosinistra voglia nominare alla guida del Brotzu un manager fresco di sfiducia. Davvero l’assessore Arru non è in grado di individuare in Sardegna un dirigente degno del Brotzu e senza alcun neo nel proprio curriculum? Sono convinto che nell’isola siano diversi gli esperti in grado di reggere le redini dell’ospedale più importante della Sardegna. Anche se non sono nella lista degli “amici” o “amici degli amici”. Inoltre, visto che la maggioranza ha spinto per istituire la Commissione di inchiesta sulla Sanità, non sarebbe male verificare, attraverso un’indagine conoscitiva, i vari curriculum dei neo commissari delle Aziende sanitarie isolane. Non sia mai che qualcuno – conclude Ignazio Locci – abbia almeno un fallimento dirigenziale alle spalle.»