24 November, 2024
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Grande partecipazione, a Carbonia, alla XXIX edizione della Marcia della Pace, promossa come ogni anno dalla diocesi di Ales Terralba ed organizzata in collaborazione con il comune di Carbonia e con i soggetti promotori. Un apporto fondamentale è stato dato dal mondo dell’associazionismo del territorio, presente con una quarantina di realtà. Come negli anni passati, anche per l’edizione 2015, c’è stata l’adesione di tutta la Sardegna, unita dal desiderio di un mondo di pace e di una società giusta e solidale. 

Il tema della XXIX Marcia è stato “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”, in un mondo in cui l’indifferenza, frutto dell’individualismo esasperato, sta creando atroci disuguaglianze. 

Nel corso della mattina c’è stato un momento di riflessione al quale hanno partecipato circa cinquecento giovani. Presso la Grande Miniera di Serbariu si sono tenuti tre Workshop dedicati ai temi della Povertà, del Lavoro e dell’Ambiente. 

Mons. Gian Carlo Maria Bregantini, attuale arcivescovo di Campobasso e già vescovo di Locri, ha anche partecipato agli workshop parlando ai ragazzi con estrema semplicità catturando la loro attenzione.

Il pomeriggio è stato dedicato alla Marcia, iniziata dalla Grande Miniera di Serbariu, poco dopo le 15.00. Al termine dei saluti del sndaco di Carbonia Giuseppe Casti e del vescovo di Ales-Terralba monsignor Giovanni Dettori, la marcia è partita seguendo il seguente percorso: Grande Miniera di Serbariu, Piazza Sergio Usai, strada di collegamento Grande Miniera – Piazza Pietro Cocco, via Costituente, Piazza Repubblica, via Gramsci, via Fosse Ardeatine, via Manno, Piazza Roma.

Sul sagrato della chiesa di San Ponziano, don Angelo Pittau ha introdotto gli interventi dell’arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio, tornato nel Sulcis dopo aver guidato una ventina d’anni fa la diocesi di Iglesias; mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo della diocesi di Iglesias; mons. Gian Carlo Maria Bregantini.

«A Locri, nel sud Italia, in 25 anni di ministero – ha detto mons. Bregantini – ho imparato che se un popolo ha coraggio, se un popolo impara a dire una parola positiva e toglierne un’altra meno positiva, si può affrontare il futuro.»

«Ho ammirazione per la vostra terra – ha aggiunto – ma io che provengo dalla Val di Non dove il lavoro della terra ha prodotto una mela famosa in tutto il mondo perché quella gente ha saputo valorizzare quanto producevano, vi dico che le vostre bellezze devono essere valorizzate, vissute per creare occasioni di lavoro e di benessere». Quasi una polemica con chi, invece, vorrebbe tutelare l’ambiente mettendolo sotto una campana di vetro e poterlo ammirare solo dall’esterno per non contaminarlo.»

E tutto questo, mons. Bregantini lo ha detto dopo aver ammirato e ascoltato la storia della Grande Miniera di Serbariu da dove è partita la Marcia, cercando di comprendere il dramma che il Sulcis e tutta la Sardegna, stanno vivendo a causa di una indifferenza che sta paralizzando ogni possibilità di progettare il futuro, ma sta anche provocando uno scoramento fra la gente.

Citando Papa Francesco, mons. Bregantini ha evidenziato una parolaccia nella parola “ormai” che spesso campeggia nei cuori di chi non ha più speranza in un futuro migliore.

«Per questo – ha detto – è necessario riconoscere tutti i segni dell’indifferenza, quella che lascia Dio fuori da ogni cosa, quella che ci fa dire “a me non me ne importa”, quella che divide la società e accentua il razzismo, quella che consente ai responsabili di industrie pericolose di non informare le persone sui danni fisici che possono provocare, ma anche una indifferenza religiosa, una comunitaria e una ambientale che, magari ci fa riconoscere le nostre bellezze, ma non si fanno progetti per sviluppare e trasformare i doni di Dio per creare benessere e lavoro.»

«Passare dall’indifferenza alla speranza per questo territorio e per tutta la Sardegna». È quanto ha evidenziato don Angelo Pittau, promotore e ideatore della Marcia che da 29 anni si svolge gli ultimi giorni di dicembre. «E da Carbonia – ha detto – da tutta la gente che ha accolto il nostro appello e che attorno al messaggio di papa Francesco per la 49.a giornata mondiale della pace “vinci l’indifferenza e conquista la pace” deve nascere una speranza di riscatto sociale, economico e occupazionale per la nostra isola».

Sono intervenuti anche il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, che ha portato il saluto della città e ringraziato tutti i presenti, ed alcuni giovani, rappresentanti del mondo del lavoro e delle associazioni.

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Verrà inaugurato il 18 dicembre, alle 16.30, alla Rosa del Marganai, a Iglesias, il primo presepe vivente con pazienti affetti da diverse forme di demenza senile.

Per ritornare bambini e sorridere di nuovo al mondo basta un cielo stellato e un po’ di cartapesta. E’ da circa due mesi che ogni giorno presso la Residenza per Anziani San Raffaele Rosa del Marganai avviene un piccolo miracolo di Natale. Dallo scorso mese di ottobre, infatti, i pazienti della struttura, affetti da Alzheimer e da altre forme di demenza più o meno lievi, sono impegnati in un progetto di terapia occupazionale che finalmente vedrà la luce domani 18 dicembre, alle ore 16.30, quando la RSA del Gruppo San Raffaele si improvviserà per un giorno insolita location per il primo presepe vivente in cui a fare da “attori” saranno proprio gli ospiti della struttura e i loro famigliari.

Un lavoro durato mesi che ha coinvolto circa 40 persone, organizzato dal servizio di animazione della RSA e coordinato dall’assistente sociale del gruppo, la dott.sa Carla Angioni. Un progetto che ha permesso agli ospiti di superare le tipiche difficoltà relazionali connesse al tipo di patologie neurodegenerative di cui sono affetti.

Oltre a varie associazioni di volontariato, alla giornata, il cui invito è stato esteso all’intera comunità locale, parteciperanno anche il vescovo della diocesi di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda e l’assessore dei Servizi sociali del comune di Iglesias, dott.ssa Alessandra Ferrara.

«Fondamentali alla riuscita del progetto – ha spiegato il dottor Giancarlo Maurandi, Direttore Operativo della RSA San Raffaele – sono stati il coinvolgimento e la partecipazione dei familiari che, in maniera attiva e propositiva, hanno dato supporto per il buon fine dell’attività.»

Il progetto si è articolato in due fase distinte, come ha raccontato la dottoressa Carla Angioni: «Un primo step è stato dedicato alla realizzazione di scenografia, mentre in secondo luogo abbiamo seguito i pazienti dal punto di vista della recitazione». Momenti semplici, di ordinaria quotidianeità, ma che per una persona affetta da demenza può significare tanto: «Abbiamo ottenuto un evidente miglioramento del tono dell’umore dei nostri pazienti. Questa terapia ha permesso loro di ritornare ad emozionarsi come un tempo, tornando ad interagire proattivamente col mondo circostante».

Riallacciare i fili dell’anima con le emozioni di una volta, tornando a quel periodo talmente lontano nel tempo e nella mente da sembrare la vita di un altro “se stesso”. Anche con un semplice presepe si può.

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«Ci sono distanze da colmare fra quanto la Caritas riesce a elaborare e l’impegno nelle parrocchie per fronteggiare le emergenze riconducibili alla povertà. Diverse parrocchie, infatti, non sempre sono attente a tanta drammaticità. Spesso facciamo tante liturgie, ma queste senza la Carità non si completano.»

Così, don Gaetano Gallia, direttore della Caritas Turritana ha introdotto il secondo incontro di avvicinamento alla XXIX Marcia della Pace, che si snoderà a Carbonia il prossimo 30 dicembre.

Questa iniziativa, in preparazione alla Marcia, che si è svolta ieri a Sassari nella sala arcivescovile intitolata a mons. Isgrò, aveva per tema “Contrastare la povertà per costruire la Pace” e segue il convegno su “Dignità e lavoro per costruire la Pace” svoltosi a Cagliari lo scorso 25 novembre, e precede l’ultimo, in programma a Iglesias il prossimo 15 dicembre quando l’argomento sarà “Custodire il creato per conquistare la Pace”.

La prima relazione dell’incontro di Sassari è stata affidata a Raffaele Callia, responsabile dell’Ufficio Studi e Ricerca della Caritas regionale che ha presentato il “Report sulla povertà 2014-2015”, già reso pubblico alla stampa le settimane scorse.

Callia, ha fatto un collegamento diretto fra il dramma della povertà e la costruzione della pace sostenendo che se c’è povertà ed esclusione sociale per tanti cittadini, questa è dovuta all’assenza di giustizia, per cui contrastare la povertà significa essenzialmente superare tutte le situazioni di ingiustizia ed inequità.

«La povertà non è solo di tipo economico – ha evidenziato – ma a questa situazione di precarietà concorrono altri fattori quali, ad esempio, la bassa scolarizzazione e i rapporti interpersonali; per questo occorre rafforzare i programmi di antidispersione scolastica, sensibilizzare maggiormente i giovani sull’imminente possibile condizione di precarietà e investire risorse per programmi a lungo termine e non solo per l’emergenza contingente.»

Dietro ogni persona che si rivolge ai centri d’ascolto delle Caritas, c’è un bisogno reale da riconoscere e superare che produce la necessità imminente della richiesta d’aiuto.

Alberto Merler, docente di Sociologia alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari, ha, invece, presentato una riflessione sociologica sulla povertà oggi.

«I dati freddi del Report – ha detto – acquistano spessore e calore grazie al commento appassionato e competente fatto da Raffaele Callia. Questi dati – ha proseguito il docente – fanno emergere l’assenza di politiche a sostegno delle famiglie e la cosa più drammatica è che la povertà emerge di più nelle zone urbane rispetto ai paesi piccoli dove il vicinato e la solidarietà fra le persone è ancora presente e attiva. Ciò succede perché la povertà non è sempre uguale, ma cambia in base ai contesti in cui si sviluppa.»

Anche il prof. Merler ha ripreso il tema della mancanza di giustizia che provoca l’esclusione sociale di tanti cittadini e questa grave condizione non fa altro che minare la pace perché crea ampie sacche di risentimento e di aumento della vulnerabilità nelle nostre città.

Ora, il prossimo e ultimo appuntamento prima della Marcia del 30 dicembre a Carbonia, si terrà a Iglesias presso il Centro Culturale di via Cattaneo, martedì 15 dicembre con inizio alle ore 10,15, e il tema Custodire il creato per conquistare la Pace” è riconducibile all’emergenza ambientale e alla devastazione del territorio.

Con il vescovo mon. Giovanni Paolo Zedda e il sindaco di Iglesias, Emilio Gaziazzo, interverranno:

– Fabrizio Cavalletti, Responsabile dell’Ufficio Africa Caritas Italiana che parlerà di: Cibo di guerra”. Ambiente, risorse naturali e conflitti dimenticati.

– Don Giuseppe Tilocca, Vicario episcopale per la pastorale della Diocesi di Iglesias che svilupperà il tema: La cura del nostro territorio, alla luce delle indicazioni offerte dalla Enciclica “Laudato sì”.

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Straordinario successo, sabato sera, al Cineteatro Mutua di Carloforte, dello spettacolo “Un Mare di Musica”, antologia di ricordi ed emozioni musicali, organizzato dall’associazione turistica Pro Loco di Carloforte, scritto da Claudio Mereu, messo in scena sotto la regia di Duccio Ferrando e presentato da Mariangela Aste e Duccio Ferrando.

Il pubblico ha risposto come meglio non avrebbe potuto all’iniziativa culturale, riempiendo lo storico Cineteatro Mutua, in ogni ordine di posti (360 i posti a sedere).

«Non è un caso che Carloforte – ha detto Duccio Ferrando – possa vantare numerosissimi interpreti, esecutori e compositori di musica, perché nel loro animo c’è sempre stata questa esigenza di manifestare le più intime e personali sensazioni attraverso la musica e il canto. Questa “antologia di ricordi e di emozioni” costituisce un enorme patrimonio che le generazioni attuali difficilmente conoscono appieno e che, invece, merita di essere tramandato, perché si possa continuare a godere dell’eterno fascino dei un’isola baciata dalle note.»

Le esecuzioni musicali che hanno ripercorso oltre un secolo di tradizione e cultura tabarchine, con la riproposizione di vecchie registrazioni e immagini dei più grandi protagonisti della scena musicale dell’isola, approdati spesso ai massimi palcoscenici nazionali e internazionali, sono state curate da Gianfranco Rivano alla tastiera e alla fisarmonica, Paolo Napoli alla chitarra, Marina Figus e Maria Dessì al flauto traverso, Alessandro Petrollese al clarinetto e Tina Dessì al sax. Sul palco si sono alternate le straordinarie voci di Francesco Leone, Marina Figus, Maria Dessì, Caterina Rivano e Maddalena Chiappe e la recitazione di Cristiana Garau e Carlo Quaquero.

Lo spettacolo, diviso in due parti, per la durata complessiva di circa tre ore, è stato aperto da una breve esibizione del gruppo folk di Carloforte; sul palco si sono alternati cantanti e musicisti che in diversi momenti hanno letteralmente entusiasmato il pubblico del Cineteatro Mutua.

I disegni sono stati curati da Mario Curcio, tecnico Luci Isidoro Rombi, tecnico audio Renato Palomba, tecnico video Carlo Cambiaggio, scenografia e grafica di Silvio Vitiello. Il coordinamento tecnico è stato curato da Gianni Repetto, presidente della Pro Loco di Carloforte.

Ha partecipato alla serata, tra gli altri, don Gianni Cannas, da alcune settimane nuovo parroco della chiesa di San Carlo Borromeo, al posto di Francesco Pau, nuovo parroco della Cattedrale di Iglesias. Al suo ritorno nell’Isola, dove 35 anni fa ebbe un’esperienza da viceparroco con don Daniele Agus, è stato accolto dalla comunità con lo stesso entusiasmo con il quale ha accolto la scelta del vescovo, mons. Giovanni Paolo Zedda, che – come ha detto sul palco – lo ha «riportato a casa».

I risultati del progetto “Un Mare di Musica” sono andati al di là delle stesse aspettative degli organizzatori, al punto che, come ha annunciato Gianni Repetto, lo stesso verrà replicato in altri teatri della Sardegna (ad iniziare da Cagliari, dove è presenta una vasta comunità tabarchina) e in Liguria, regione che ha antichi legami con Carloforte, con la quale negli ultimi anni sono state coltivate numerose iniziative di gemellaggio.

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Sabato 14 e domenica 15 novembre la diocesi di Cagliari ospiterà la «65ª Giornata nazionale del ringraziamento». Promossa dalla Cei in collaborazione con la diocesi ospitante e con le organizzazioni di settore espressione della chiesa italiana (Acli Terra – Coldiretti – Fai Cisl – Feder. Agri-Mcl – Ugc Cisl), la Giornata quest’anno ha come tema: «Il suolo, bene comune».

La celebrazione della Giornata si svilupperà in tre principali momenti.

Il primo sarà il «seminario di studio» che si terrà la mattina del sabato, a partire dalle ore 9.00, presso l’aula magna del Seminario diocesano di Cagliari (via mons. Cogoni 9). Verrà presentato il messaggio della Commissione episcopale della Cei che si occupa dei problemi sociali e del lavoro. Interverranno anche il biblista Maurizio Teani, preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, e il prof. Simone Vieri, dell’Università La Sapienza di Roma. È prevista anche la presenza di Maurizio Martina, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali.

Il secondo appuntamento sarà nel pomeriggio del 14 novembre. Si terrà, infatti, il pellegrinaggio presso il Santuario di Nostra Signora di Bonaria. Il corteo partirà da piazza Giovanni XXIII (fronte parrocchia San Paolo) dove è previsto il raduno alle 14.30. Dopo una sosta presso il sagrato della basilica di San Saturnino, proseguirà il pellegrinaggio verso Bonaria, accompagnato anche dalle confraternite della diocesi di Cagliari che intoneranno il classico rosario processionale in sardo campidanese. Giunti nel Santuario, monsignor Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias e delegato della Conferenza episcopale sarda per la pastorale sociale e del lavoro, presiederà la veglia preghiera conclusiva.

Il terzo e ultimo momento della Giornata del ringraziamento sarà a Dolianova, presso la chiesa e il sagrato di San Pantaleo. Nel cuore del Parteolla si vivrà una mattinata di festa e di preghiera che culminerà alle ore 11.00, con la messa presieduta dal vescovo di Cagliari, Arrigo Miglio. La celebrazione sarà trasmessa in diretta su Rai 1. Nel vasto piazzale della ex cattedrale le organizzazioni promotrici dell’evento allestiranno degli stand per far conoscere le loro attività. Attraverso un grande schermo e la disposizione di alcune centinaia di sedie, anche coloro che non potranno essere accolti dagli esigui spazi dell’antica cattedrale avranno la possibilità di partecipare al rito.

Alla fine della messa è prevista la benedizione dei mezzi agricoli e la trasmissione dell’Angelus di Papa Francesco in diretta dal Vaticano.

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Oggi, a 30 anni dalla storica visita di Papa Giovanni Paolo II a Iglesias, è stata inaugurata una lapide sul piazzale Giovanni Paolo II, nella miniera di Monteponi. Hanno presenziato, tra gli altri, il vescovo, mons. Giovanni Paolo Zedda; il sindaco e il vicesindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo e Simone Franceschi, le massime autorità militari del Sulcis Iglesiente e rappresentanti dei lavoratori del settore minerario.

Al termine, alle 18.00, al Centro culturale di via Cattaneo, si è svolto un incontro, introdotto dal vescovo di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda, con la proiezione del film-documentario sulla visita di Giovanni Paolo II a Iglesias, realizzato dalla SarFilm di Salvatore Sardu. Dopo il saluto del sindaco, Emilio Gariazzo, don Roberto Caria, docente di Morale sociale alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, ha tenuto una relazione su “Il lavoro nella dottrina sociale da Giovanni Paolo II a Francesco”. Successivamente sono intervenuti alcuni ospiti testimoni della visita di Papa Wojtyla, con testimonianze particolarmente significative.

I lavori sono stati coordinati dal giornalista Ottavio Olita.

La giornata è stata organizzata dalla diocesi di Iglesias, con la collaborazione di Igea Spa e del comune di Iglesias.

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Venerdì 23 ottobre, a 30 anni dalla storica visita di Papa Giovanni Paolo II a Iglesias, la diocesi di Iglesias inaugurerà una lapide presso il piazzale Giovanni Paolo II nella miniera di Monteponi. La cerimonia avrà inizio alle 17.15. Al termine, alle 18.00, al Centro culturale di via Cattaneo, si svolgerà un incontro che verrà introdotto dal vescovo di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda. Don Roberto Caria, docente di Morale sociale alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna terrà una relazione su “Il lavoro nella dottrina sociale da Giovanni Paolo II a Francesco”. Seguiranno interventi e testimonianze.

I lavori saranno coordinati dal giornalista Ottavio Olita.

La giornata è organizzata con la collaborazione di Igea Spa e del comune di Iglesias.

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Due comunità in festa, Teulada e Villamassargia, per l’insediamento di don Ignazio Porcu alla guida della parrocchia della chiesa della Beata Vergine del Carmelo di Teulada.

Ignazio Porcu, 62 anni, nato a Villamassargia il 18 dicembre 1952, è stato nominato dal vescovo, mons. Giovanni Paolo Zedda, al posto di don Melchiorino Dore che, a 83 anni, è andato in pensione, per guidare sia la chiesa della Beata Vergine del Carmelo (lasciata da don Dore) sia quella della chiesa di San Giovanni Battista.

Il suo arrivo è stato salutato con una grande cerimonia, alla quale hanno partecipato diverse centinaia di persone, molte delle quali provenienti da Villamassargia (con tre autobus e numerose auto) – tra loro il gruppo degli scouts e il gruppo folk che ha partecipato alla processione e alle altre fasi della cerimonia con il gruppo folk di Teulada -, con in testa il vescovo della diocesi di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda; il sindaco di Villamassargia, Debora Porrà e il sindaco di Teulada, Daniele Serra; numerose autorità religiose, civili e militari e, soprattutto, tanti giovani. Don Ignazio Porcu, fratello di Franco, ex sindaco di Villamassargia, porta con sé una lunga e proficua esperienza maturata nella comunità di Villamassargia che lo ha ricambiato con uno straordinario entusiasmo nel suo trasferimento a Teulada.

Il servizio fotografico allegato è stato realizzato nel corso della cerimonia da Enrico Cambedda.

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Giulio Demontis 66 copia

Don Giulio Demontis, 46 anni, originario di Giba, ordinato sacerdote il 26 aprile 2003, è il nuovo parroco della chiesa della Vergine d’Itria di Portoscuso. E’ stato chiamato a ricoprire il vuoto lasciato da don Antonio Carta, 55 anni, nominato parroco della chiesa della Beata Vergine Addolorata, a Carbonia. Giulio Demontis lascia la chiesa della Vergine delle Grazie di Barbusi e la Cappella dell’ospedale Sirai di Carbonia.

La nomina di Giulio Demontis a parroco della chiesa della Vergine d’Itria di Portoscuso arriva dopo una serie di nomine iniziata con quella di don Antonio Mura, 53 anni, parroco della Cattedrale di Iglesias, a rettore del seminario regionale, decisa due mesi fa dalla Conferenza Episcopale Sarda, sostituito da don Francesco Pau, 45 anni, parroco della chiesa di San Carlo Borromeo, a Carloforte. Nell’Isola, al posto di Francesco Pau, è arrivato don Gianni Cannas, 68 anni, parroco della chiesa della Beata Vergine Addolorata, a Carbonia, dove è stato nominato don Antonio Carta, 55 anni, parroco della chiesa della Vergine d’Itria, a Portoscuso, ora sostituito da don Giulio Demontis.

Ignazio Porcu, 62 anni, parroco della Vergine della Neve, a Villamassargia, è stato nominato a Teulada, al posto di don Melchiorino Dore che, a 83 anni, è andato in pensione, ed ha assunto sia la guida della chiesa della Beata Vergine del Carmelo (lasciata da don Dore) sia quella della chiesa di San Giovanni Battista.

Alla guida della parrocchia della Vergine della Neve, a Villamassargia, è stato nominato don Antonio Manunza, 48 anni, che ha lasciato le parrocchie di San Giuseppe Sposo della Beata Vergine di Villarios e Vergine delle Grazie di Palmas. A Villarios è arrivato don Gabriele Culurgioni, amministratore parrocchiale; a Palmas il nuovo parroco è don Bachisio Carta, 60 anni, che ha lasciato la parrocchia di San Giovanni Battista di Masainas, dove non è stato ancora nominato il successore.

Don Antonio Rubiu, 66 anni, già parroco della chiesa di San Giuseppe Artigiano, a Iglesias, è stato nominato anche nella chiesa della parrocchia di San Benedetto Abate, sempre a Iglesias; don Franco Pometti, 74 anni, già parroco della chiesa di San Paolo Apostolo, a Iglesias, guida ora anche la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, sempre a Iglesias e, in entrambe le parrocchie, ha come vice parroco don Maurizio Mirai.

Don Giuseppe Tilocca, 48 anni, infine, è stato nominato Vicario Episcopale per la Pastorale.

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Cattedrale Iglesias 29 copia

E’ tempo di nomine di nuovi parroci nelle chiese della diocesi di Iglesias. La nomina di don Antonio Mura, 53 anni, parroco della Cattedrale di Iglesias, a rettore del seminario regionale, decisa due mesi fa dalla Conferenza Episcopale Sarda, ha dato il via ad una serie di nomine da parte del vescovo, mons. Giovanni Paolo Zedda, non ancora conclusa, nelle parrocchie della diocesi, iniziata proprio con l’investitura di don Francesco Pau, 45 anni, parroco della chiesa di San Carlo Borromeo, a Carloforte, come suo successore.

Gianni Cannas, 68 anni, parroco della chiesa della Beata Vergine Addolorata, a Carbonia, è il nuovo parroco della chiesa di San Carlo Borromeo, a Carloforte, in sostituzione di Francesco Pau. Al suo posto, a Rosmarino, arriva don Antonio Carta, 55 anni, parroco della chiesa della Vergine d’Itria, a Portoscuso, il cui sostituto non è stato ancora nominato.

Ignazio Porcu, 62 anni, parroco della Vergine della Neve, a Villamassargia, va a Teulada, al posto di don Melchiorino Dore che, a 83 anni, va in pensione, ed assume sia la guida della chiesa della Beata Vergine del Carmelo (lasciata da don Dore) sia quella della chiesa di San Giovanni Battista.

Alla guida della parrocchia della Vergine della Neve, a Villamassargia, arriva don Antonio Manunza, 48 anni, che lascia le parrocchie di San Giuseppe Sposo della Beata Vergine di Villarios e Vergine delle Grazie di Palmas. A Villarios arriva don Gabriele Culurgioni, amministratore parrocchiale; a Palmas arriva don Bachisio Carta, 60 anni, che lascia la parrocchia di San Giovanni Battista di Masainas, dove non è stato ancora nominato il successore.

Don Antonio Rubiu, 66 anni, già parroco della chiesa di San Giuseppe Artigiano, a Iglesias, guiderà anche la chiesa della parrocchia di San Benedetto Abate, sempre a Iglesias; don Franco Pometti, 74 anni, già parroco della chiesa di San Paolo Apostolo, a Iglesias, guiderà anche la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, sempre a Iglesias e, in entrambe le parrocchie, avrà come vice parroco don Maurizio Mirai.

Don Giuseppe Tilocca, 48 anni, infine, è stato nominato Vicario Episcopale per la Pastorale.