24 November, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 23 e 24 della riforma dell’assetto territoriale della Regione.

La seduta pomeridiana n. 116 si è aperta sotto la presidenza del presidente del Consiglio, Michele Pais, che dopo le formalità di rito ed una breve sospensione dei lavori in Aula, ha concesso la parola al capogruppo Pd Gianfranco Ganau che rivolgendosi all’assessore Mario Nieddu ha chiesto lumi sull’andamento della campagna vaccinale Covid-19 ed ha denunciato una serie di disfunzioni riguardanti la chiamata degli psicologi («non sono stati convocati a Cagliari, Carbonia e Olbia») ed i ritardi con i quali si procede con gli “over 80”. Sullo stesso argomento è intervenuto anche il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha chiesto la convocazione della commissione Salute per l’audizione del commissario Ats, mentre la sua collega di gruppo, Maria Laura Orrù ha auspicato la tempestiva convocazione della commissione Urbanistica per un confronto in seguito all’impugnazione da parte del Governo della cosiddetta legge “piano casa”.

A conclusione degli interventi sull’ordine dei lavori dell’Aula, è intervenuto il consigliere Antonello Peru (Udc-Cambiamo) che, in qualità di relatore della maggioranza della proposta di legge per la riforma dell’assetto territoriale della Regione (T.U. nn. 6-20-155-176), ha dichiarato il parere agli emendamenti. Conforme con quello del relatore il parere della Giunta. Il consigliere del Psd’Az, Giovanni Satta, accogliendo l’invito formulato in tal senso dall’onorevole Antonello Peru, ha comunicato il ritiro delle proposte di modifica n. 12-13-14-15-16, seguito dal capogruppo della Lega, Dario Giagoni, che ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 22, mentre il consigliere della Lega, Pierluigi Saiu, ha comunicato la rinuncia agli emendamenti n. 30 e 31 solo dopo l’invito al ritiro formulato dall’assessore dell’Urbanistica, Quirico Sanna (il relatore di maggioranza si era rimesso alla volontà dell’Aula). Il capogruppo di Leu, Eugenio Lai, ha fatto propri gli emendamenti 30 e 31 e il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, insieme con il suo omologo dell’Udc, Giorgio Oppi, ha invitato gli uffici a verificarne l’ammissibilità del contenuto.

Aperta la discussione sull’articolo 23 “Modifica dell’articolo 29 della legge regionale n. 2 del 2016 (Funzioni)” e sugli emendamenti è intervenuto il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) che ha evidenziato in tono critico le finalità delle proposte emendative, tendenti a «far passare le competenze sul demanio marittimo dai Comuni alla Regione». «Sapete – ha domandato in tono polemico l’esponente della minoranza – che se gli emendamenti del centrodestra saranno approvati – si crea un automatismo sulla decadenza delle concessioni demaniali marittime, perché si deve andare a gara?». «L’avete spiegato – ha concluso Zedda – ai balneari che dite di voler salvare?».

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha rivolto critiche alle proposte avanzate dalla maggioranza per accentrare in capo alla Regione le funzioni dei Comuni sul demanio marittimo ed ha affermato: «Siete sicuri che i funzionari regionali firmino le proroghe fino al 2033 che alcuni funzionari comunali si rifiutano di avvallare?». La consigliera del centrosinistra ha parlato di “ulteriori complicazioni del quadro normativo” ed ha sottolineato pesanti penalizzazioni per i concessionari. «Evitate di prendere in giro gli operatori balneari – ha tuonato Maria Laura Orrù – e l’assessore dell’Urbanistica dovrebbe smettere di racconta cose poco realistiche come ha fatto in occasione della discussione sul piano casa, poi pesantemente impugnato dal governo»

Anche Salvatore Corrias (Pd) ha concentrato il suo intervento sugli emendamenti presentati all’articolo 23 per il passaggio delle competenze, dai Comuni alla Regione, in materia di demanio marittimo. «Modifiche tecnicamente ammissibili – ha affermato l’esponente della minoranza – ma politicamente inopportune, non fosse altro perché inserite in un provvedimento che punta a restituire ruolo e competenze agli Enti locali». Corrias ha parlato di “mortificazione delle competenze dei Comuni” ed ha posto in guardia la maggioranza «dai danni che le nuove norme comporterebbero alle imprese che operano nel demanio marittimo». «Ci opponiamo con tutte le forze a questo tentativo», ha concluso il consigliere dei democratici.

Posto in votazione, l’articolo 23 è stato approvato. Sull’emendamento 3, uguale al 24, a firma dell’on. Giovanni Satta,  l’aula si è pronunciata con il voto segreto: 28 favorevoli e 22 contrari. La competenza in materia di concessioni demaniali (ai sensi dell’articolo 34 della legge 11 del 3 luglio 2017) torna nelle mani della Regione.

Sull’emendamento 4 (demanio marittimo e funzioni della Regione) hanno preso la parola sia il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che l’esponente Pd Giuseppe Meloni, che ha detto: “Tutti i concessionari devono sapere che con le vostre norme non risolveranno nulla e non avranno proroghe che nessun funzionario regionale vorrà firmare. Vi state mettendo contro l’autonomia e i diritti dei Comuni”.

Di autonomia e di autodeterminazione dei cittadini ha parlato Eugenio Lai (LeU): “O sfiduciate il sindaco di Olbia che sta andando a dire che non è corretto quel che state mettendo in questa legge. Oppure è vero che cercate di aggirare quel che non riuscita a fare nelle amministrazioni n cui siete al comando. Diamo anche atto che nessuno come l’assessore Sanna era riuscito a farsi impugnare dal governo 29 articoli su 31”.

Massimo Zedda (Progressisti) ha parlato di “neocentralismo regionale” mentre Antonio Piu, dello stesso gruppo, ha chiesto all’assessore Sanna perché “in un testo dove parlate di decentramento a favore dei Comuni vi mettere ad accentrare le competenze a favore della Regione. E’ del tutto incomprensibile”.

Per replica l’assessore Quirico Sanna  ha detto: “Confermo che questa riforma andrà a sgravare la Regione. Non c’è presa in giro ma la ricerca di dare certezze e uguaglianza su tutto il territorio regionale. Alle province daremo poteri, non vogliamo che siano scatole vuote”.

Sull’emendamento 4 (Giovanni Satta) a voto palese l’Aula si è espressa con favore: 30 favorevoli e 17 contrari. L’emendamento prevede che siano “di competenza della Regione gli atti di indirizzo dei Piani di utilizzo dei litorali” e “il rilascio di tutte le concessioni sui beni del demanio della navigazione interna, del mare territoriale e del demanio marittimo non attribuite allo Stato”.

E’ stato poi discusso l’emendamento 5, che prevede che siano “attribuite ai Comuni le sole funzioni in materia di elaborazione ed approvazione dei Piani di utilizzo dei litorali”. Per Massimo Zedda (Progressisti) “siamo davanti a norme che generano soltanto confusione”.

Il presidente Michele Pais, sull’emendamento n. 5, ha dato la parola al capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, il quale ha espresso il suo voto contrario a “un emendamento che ingenera equivoci”. Secondo l’esponente dell’opposizione la maggioranza sta “facendo questa schifezza” perché non è in grado di far rispettare le proprie direttive ai comuni che non sono d’accordo.  Giuseppe Meloni (Pd), annunciando il voto contrario, ha evidenziato che la novità di oggi è che queste deleghe vengono tolte ai Comuni e date alle Province. Giuseppe Meloni si è augurato che questo passaggio di deleghe, che dovrebbe essere introdotto da un’altra legge, non si realizzi in questa legislatura. Il consigliere ha sostenuto che i concessionari hanno il diritto di sapere quello che sta accadendo e di conoscere “le vostre bugie”. Per Giuseppe Meloni non è questo il modo di legiferare e ha invitato la maggioranza a ritirare questi emendamenti.

Il vice presidente della commissione Autonomia e riforme, Diego Loi (Progressisti) ha espresso il voto contrario e si è detto sgomento perché da una parte si parla di strenua difesa delle individualità, dell’autonomia e dell’orgoglio della Sardegna e poi, sistematicamente, si tolgono pezzetti dopo pezzetti al senso dell’identità e dell’autonomia che è insito nell’organizzazione della nostra regione. Da un lato si dice che le autonomie locali costituiscono l’ossatura della nostra regione e dall’altro si tolgono le deleghe. Per Diego Loi si tratta di un’ingiustizia. Avrei voluto, come più volte ha sostenuto in commissione, che il provvedimento avesse alla base una visione organicistica dell’ordinamento degli enti locali in Sardegna. Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha risposto alle critiche dell’opposizione, affermando che è paradossale, ma non è una novità, che oggi i Comuni approvino un Piano di utilizzo del litorale e chi decide però è la Regione. Mula ha affermato che sarebbe più utile fare una battaglia, come ha fatto la Sicilia, che ha competenza primaria sul demanio e incassa direttamente le concessioni demaniali. Mula ha sottolineato che la Sardegna oggi perde 30 milioni di euro circa per le concessioni demaniali, che vengono pagate dai nostri concessionari allo Stato. «Ragioniamo su questo», ha detto.

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha ribadito che questo emendamento lascia ai Comuni solo l’onere di redigere il Pul e tutto il resto verrà dettato dalla Regione. Abbiamo appreso, ha detto, dall’assessore che questo atto sarà transitorio perché saranno le nuove Province a gestire le competenze. Per Francesco Agus si sta legiferando senza aver potuto approfondire il testo di legge in commissione. Per il consigliere della minoranza è un rischio approvare questa norma ad aprile, perché, se fra due mesi arriveranno rilievi sul testo, si potrebbero mettere in crisi i concessionari a stagione balneare iniziata, lasciandoli nell’incertezza totale. Per Francesco Agus sarebbe meglio rimandare la decisione a settembre o ad ottobre e gestire il periodo transitorio con proroghe limitate nel tempo. Salvatore Corrias (Pd) ha sottolineato che il Comune che amministra, Baunei, e i comuni di Tortolì, Dorgali, Orosei e Siniscola stanno sottoscrivendo il cosiddetto “Patto del golfo”, per ragionare insieme e far lavorare bene le imprese titolari delle concessioni. Nel momento in cui con questo testo togliete ai Comuni la funzione delle concessioni su beni del demanio marittimo e della navigazione interna per finalità turistico ricreative, ha detto, state facendo un danno al Golfo di Orosei. Per Salvatore Corrias è una scelta deleteria.

D’accordo con il collega Corrias anche la consigliera Maria Laura Orrù (Progressisti), che ha sottolineato come si stiano penalizzando tutti i comuni a causa di poche Amministrazioni che non sono riuscite a risolvere il problema. Maria Laura Orrù si è detta favorevole alla proposta di un commissario ad acta per risolvere quei problemi ed evitare di scrivere delle leggi di carattere generale che complicano poi gli scenari e che hanno solo l’obiettivo di risolvere alcuni casi particolari, mettendo in crisi tutto il territorio regionale. Orrù infine si è detta d’accordo con la proroga fino a settembre.

Il presidente Pais ha, quindi, messo in votazione l’emendamento aggiuntivo n. 5  (Giovanni Satta e più) “Art. 23 bis . Modifiche all’articolo 41 della legge regionale n. 9 del 2006)” che attribuisce ai Comuni le sole funzioni in materia di elaborazione ed approvazione dei Piani di utilizzazione dei litorali. L’emendamento è stato approvato con 31 voti a favore, 18 contrari e 1 astenuto.

Il presidente ha quindi aperto la discussione generale sull’articolo 24 “Successione e fase transitoria”, dopo aver dato la parola al relatore di maggioranza e alla Giunta per il parere sugli emendamenti.

Per Eugenio Lai (Leu) non è comprensibile perché il sindaco metropolitano non possa stabilizzare i precari della Città metropolitana, visto che basterebbe applicare l’art. 20 del decreto legislativo 24 maggio 2017 n. 75. Per Eugenio Lai è un problema politico. Ci sono precari storici di quell’ente, ha detto, che hanno diritto di avere un futuro certo vista la professionalità acquisita. Critico anche sul tema della polizia provinciale: non capisco, ha detto, perché nelle altre regioni d’Italia i compiti vengono svolti dal Corpo forestale e qui invece sono in capo alle Province e Città metropolitane. Per Eugenio Lai si sta approvando “un accordicchio” che è costato tre settimane di ritardo a questo Consiglio, nominando due commissari, il sindaco metropolitano e il commissario. Chi approverà il bilancio? Per Eugenio Lai si sta gettando il territorio nel caos per accontentare qualcuno.

Massimo Zedda (Progressisti) ha sottolineato che è chiaro l’obiettivo della maggioranza: commissariare tutto, utilizzando, tra l’altro, norme diverse per la Città metropolitana di Cagliari e per quella di Sassari. Secondo Zedda anche questa legge è a rischio di impugnazione, visto è in contrasto con la legge Delrio, in cui c’è scritto che il sindaco della città capoluogo diventa di diritto sindaco della Città metropolitana. Per il consigliere la maggioranza sta creando un grave danno ai dipendenti delle Città metropolitane, che con la nomina dei commissari non avranno certezza di continuità lavorativa. Non può esserci una Regione che commissaria tutto, ha detto, con una persona sola che, attraverso nomine, governa tutti gli enti sardi.

Per Piero Comandini (Pd) questa legge sembra una matrioska in cui si scopre sempre qualcosa di nuovo e di fantasioso, non per migliorare, ma per soddisfare parti della maggioranza. Per il consigliere del Pd le criticità di questa legge sono note: risorse e personale per garantire il funzionamento di questi Enti. Per Piero Comandini è fondamentale andare nella direzione della semplificazione e della chiarezza. In relazione all’emendamento 41 ha sollevato il problema dei lavoratori precari della Città metropolitano e di quale sia il loro futuro, visto che l’opposizione ha difeso lo stanziamento di 1,4 milioni di euro, risorse destinate ai lavoratori precari che dal 2016 stanno aspettando le procedure di stabilizzazione, “che più volte abbiamo sollecitato”, come previsto anche dalla legge Madia. Non si capisce – ha detto – perché ancora non siano stati stabilizzati questi lavoratori che hanno funzioni fondamentali nella Città metropolitana. Il timore, ha concluso, è che in questa riorganizzazione qualche commissario dimentichi le parti più deboli, ossia questi lavoratori precari.

E’ intervenuto il capogruppo di FdI, Francesco Mura, dopo la polemica sulle due figure decise per il governo della Città metropolitana di Cagliari. Per Francesco Mura molti dell’opposizione sono cresciuti in un contesto politico malato, visto che parlano solo di commissariamenti e poltrone. Chi ha commissariato le Province non siamo stati noi, ha detto, e ci sono ancora i vostri commissari. Francesco Mura ha difeso la scelta della soluzione del sindaco metropolitano e del commissario e ha accusato l’opposizione di speculare sulla condizione dei lavoratori precari, che hanno lavorato per tre anni sotto la loro amministrazione.

Francesco Agus (capogruppo Progressisti) ha voluto puntualizzare che il primo commissariamento è stato fatto dalla Giunta Cappellacci e che la scorsa Giunta si è limitata a sostituire i commissari e non rappresentanti eletti dal popolo. Per Francesco Agus la fase transitoria sarà più lunga di quanto previsto e c’è il rischio che nella Città metropolitana ci siano conflitti di competenze e che alla fine non comandi nessuno. Il consigliere ha ribadito che la legge Delrio non è positiva, ma senza un disegno organico a livello nazionale ogni riforma regionale è destinata a scontrarsi contro un muro.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento n. 42 all’emendamento n. 34 che sopprime le parole “Città Metropolitane di Cagliari e Sassari”. Massimo Zedda (Progressisti) ha messo in evidenza le problematiche relative al personale. «In passato i posti di lavoro dei dipendenti delle province sono stati messi in sicurezza in attesa dell’espletamento dei concorsi. Oggi questo non avviene – ha detto Zedda – i commissariamenti delle Città Metropolitane potrebbero ostacolare le procedure di stabilizzazione previste dalla legge Madia». Posto in votazione l’emendamento n. 42 è stato approvato.

Via libera anche all’emendamento n.39 che, per l’emergenza Covid, rinvia le elezioni comunali previste per la prossima primavera. Si faranno in una data compresa tra  il 15 settembre e il 15 ottobre 2021.

Sull’emendamento n.37 è intervenuto il consigliere del gruppo Udc-Cambiamo Antonello Peru: «E’ un  emendamento tecnico – ha detto – serve a trasferire alla Città metropolitana di Sassari le risorse oggi assegnate alla Rete metropolitana». A favore dell’emendamento si è pronunciato il consigliere dei Progressisti Gianfranco Satta: «Ho sollecitato più volte un intervento per garantire l’attuazione dei progetti della programmazione territoriale. Non è solo un problema della Rete Metropolitana ma anche delle Unioni dei Comuni. Mi auguro che i progetti avviati da questi enti  vengano portati a termine perché, con  l’istituzione della Città Metropolitana di Sassari, le Unioni non avranno più voce in capitolo». Giudizio condiviso da Massimo Zedda (Progressisti) che ha evidenziato un rischio concreto per la programmazione territoriale. L’emendamento è stato approvato.

Disco verde, senza dibattito, anche per l’emendamento n. 34 che affida al presidente della Regione la nomina dei nuovi commissari delle Città Metropolitane di Cagliari e Sassari e delle province di Nuoro, Oristano, Gallura, Ogliastra, Sulcis Iglesiente e Medio Campidano entro 30 giorni dall’approvazione della legge. Resteranno in carica fino all’insediamento degli organi di governo la cui elezione dovrà svolgersi entro il 31 dicembre 2021.

Subito dopo, l’aula ha approvato il testo dell’articolo 24 “Successione e fase transitoria”.

Il presidente Michele Pais ha quindi sospeso la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa il presidente ha dichiarato chiusa la sedutasospeso la seduta e aggiornato i lavori a domani alle ore 16.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato i primi 4 articoli del testo unificato per la riforma dell’asseto territoriale della Regione. La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l‘esame dell’ordine del giorno con gli articoli e gli emendamenti del Testo unico sulla riforma delle Autonomie locali.

Prima dell’avvio della discussione, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha espresso apprezzamento per la decisione dei capigruppo di concedere al Consiglio qualche giorno in più per l’esame del testo. Inoltre, ha sollecitato la presidenza ad intervenire presso la commissione Sanità per una seduta dedicata alla campagna vaccinale, con la presenza dell’assessore e dei vertici delle aziende sanitarie.

Il presidente ha assicurato l’intervento della commissione.

Intervenendo sull’art. 1 del Testo unico sulle Autonomie locali, il consigliere deiProgressisti Massimo Zedda ha ricordato che diversi emendamenti discussi in  commissione hanno fatto emergere questioni molto rilevanti: riduzione delle competenze dei Comuni sul Pul (Piano urbano dei litorali) che vengono trasferito alla Regione, Autorità d’Ambito dove si ripropone la sovrapposizione delle figure di “controllore e controllato”, il taglio del percorso formativo dei segretari generali dei Comuni che ora potranno accedere alle strutture di grandi dimensioni solo dopo aver ricoperto il ruolo di funzionario o il vice segretario, “mettendo nei guai i Sindaci”.

Ancora una volta, ha concluso, al di là dei nobili principi, si fa una legge che moltiplica gli assetti e indica risorse solo per gli organi di governo prendendole dal fondo unico, mentre resta sullo sfondo la riforma della Regione, vero “cuore” del problema.

Subito dopo il Consiglio ha approvato l’art. 1 (Finalità).

E’iniziata poi la discussione dell’art. 2 al quale è collegato un emendamento sul quale relatore e Giunta si sono rimessi all’Aula. La proposta, formulata dal consigliere Giovanni Antonio Satta (Misto), cambia la denominazione della provincia Gallura in “Provincia Nord Est Sardegna”

Prima di procedere, il presidente ha sospeso brevemente la seduta.

Alla ripresa dei lavori, è ripresa la discussione dell’art. 2.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha messo l’accento sul punto che riguarda la Città metropolitana di Sassari, mentre la questione centrale è quella della mancata spesa delle risorse assegnate alla Rete metropolitana, istituita nel 2016 ma priva di strutture amministrative. Ciò, a suo giudizio, dipende solo dal prolungato commissariamento della Provincia di Sassari, al pari di tutte le altre. Sulle Unioni dei Comuni, ha aggiunto, la legge non distingue fra quelle che hanno fatto bene e quelle che non hanno funzionato.

Sempre per i Progressisti il capogruppo Francesco Agus, tornando sulla Città metropolitana di Sassari, ha sottolineato che questo organismo rappresenta oggettivamente uno dei più grandi “flop” della storia repubblicana perché non funziona la “governance” con le elezioni di secondo livello, si avvantaggiano le realtà più forti, si provocano squilibri nella distribuzione delle risorse. Solo in Sardegna, come Regione autonoma, la Cm viene definita qualcosa di utile ma utilizzando proprio il modello nazionale che non ha dato risultati positivi.

Ancora per i Progressisti, il consigliere Antonio Piu ha ribadito che a suo giudizio l’istituzione della Cm di Sassari è un grande passo avanti ma, ha avvertito, la battaglia inizia ora perché, per esempio, la metropolitana di superficie di Sassari è  ferma pur essendo partita prima di quella di Cagliari. Questo significa, ha spiegato, che il problema delle competenze non può essere aggirato e nello specifico devono essere decentrate a livello locale. Senza questo cambio di rotta, ha avvertito, non sarà possibile fermare lo spopolamento.

Il consigliere Diego Loi, anch’egli dei Progressisti, ha evidenziato che mettendo a confronto la volontà dichiarata ed il contenuto della legge, restano inalterati i motivi di dissenso del suo gruppo. In gioco, ha aggiunto, c’è l’esercizio concreto della democrazia nei territori i quali finora non hanno avuto risposte al loro bisogno di spazi più larghi di quelli locali. La legge non dà risposta a questa domanda, ha precisato, e ciò depotenzia le stesse finalità del provvedimento.

Intervenendo sull’emendamento presentato il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha osservato che il nome dovrebbe identificare, più che la geografia, coloro che vivono in quel territorio e perciò forse sarebbero preferibili toponimi legati ad una storia comune.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni, firmatario dell’emendamento, ha chiarito che il nome Nord Est era quello di una proposta di legge precedente, poi respinta. Ed inoltre, è importante lasciare aperta la porta di quanti vorranno aderire in seguito al nuovo ente.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, dopo aver premesso di voler apporre la firma all’emendamento, si è detto soddisfatto per la visione lungimirante che consente l’adesione di altri Comuni.

Anche il consigliere sardista Giovanni Satta ha chiesto di sottoscrivere la proposta, definita di “buon senso”.

Il consigliere Giovanni Antonio Satta, primo firmatario, ha ricordato che la volontà di attribuire alla nuova Provincia il nome di Nord Est appartiene ad un intero territorio, che per ora comprende 26 Comuni, del quale fa parte una realtà importante come il Monte Acuto. Forse, ha osservato, anche le discussioni passate sul nome hanno fatto perdere tempo.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha annunciato voto favorevole.

Successivamente il Consiglio ha approvato l’emendamento e, a seguire, l’art. 2 (Riforma dell’assetto territoriale complessivo).

Dopo è iniziata la discussione dell’art. 3 (Città metropolitana di Sassari). Desirè Manca, del M5S, si è espressa favorevolmente sull’istituzione della Città metropolitana di Sassari, che potrà ripartire con quella dignità che negli anni si era perduta, anche a causa di una pesante crisi economica e sociale. Desirè Manca ha quindi annunciato il voto favorevole, pur ribadendo la posizione contraria del suo gruppo nei confronti degli altri contenuti della legge.

Dopo l’on. Desirè Manca ha preso la parola l’on. Massimo Zedda (Progressisti) che ha chiesto all’Aula: “Che differenza c’è tra la città metropolitana e la provincia se i Comuni della prima sono gli stessi della seconda? Sarebbe il caso che riflettessimo su questo. E dovremmo anche ricordarci che possiamo realizzare nuovi enti ma i poteri restano sempre in capo alla Regione, che tiene per sé risorse e personale».

Per l’on. Antonio Piu (Progressisti) «è necessario introdurre in legge il concetto del decentramento amministrativo, se vogliamo che i servizi siano erogati a tutti i cittadini e non soltanto a chi vive a Cagliari. Se la politica non ha idee chiare e non ha una visione chiara sulla funzione degli enti locali le riforme non servono e non si capisce nemmeno di chi è l’errore».

Per l’on. Gianfranco Satta (Progressisti) «questa norma è comunque un riconoscimento per il nord Sardegna e io voto a favore della istituzione della città metropolitana di Sassari. Avevo presentato un’altra proposta nei mesi scorsi ma comunque voterò a favore. Siamo però ancora in tempo per rivedere alcune questioni dirimenti, specie nel campo dei servizi».

Dai banchi dell’Udc l’on. Antonello Peru ha detto: «Certo che se a un ente non dai risorse e non dai energia non potrà funzionare. Ma noi dobbiamo impegnarci a dare quel che serve perché i territori più distanti possano unirsi. Questo è l’obiettivo della nuova città metropolitana, questa è la visione organica della riforma».

Approvato l‘articolo 3, l’Aula è passata all’esame degli emendamenti dell’articolo 4.

L’on. Dario Giagoni (Lega) ha illustrato l’emendamento 8 e gli ha replicato l’on. Massimo Zedda: «Dal punto di vista finanziario state creando le premesse di un fallimento per questi enti».

Per il Pd l’on. Piero Comandini ha detto, citando l’ex presidente Pietrino Soddu: «Sedersi in  quest’Aula significa svestirsi del ruolo avuto in qualche ente locale e vestirsi da legislatore, perché qui si governano tempi ben più ampi di un Comune o di una provincia. Dobbiamo oggi allargare lo sguardo e dare dignità politica ai Comuni attualmente esclusi dalla città metropolitana. Come si fa a bloccare lo spopolamento se si concentra tutta l’attività politica su Cagliari e Sassari?»

Anche l’on. Eugenio Lai (LeU) si è associato al discorso dell’oratore precedente e ha aggiunto: «Non è giusto che due città decidano tutto per tutti. La Sardegna non ha città metropolitana ma  città medie e grossi paesi. Non serve a nulla istituire scatole se non darete servizi ai territori».

Per l’on. Fausto Piga (FdI) «la città metropolitana di Cagliari è una forzatura tutta sarda, perché non ha mantenuto il perimetro storico di tutta la Provincia e non c’è giustificazione per questa scelta, politica e forzata. Rinnovo la proposta di scongiurare il commissariamento della città metropolitana di Cagliari». Sempre dai banchi dei Fratelli d’Italia il capogruppo Francesco Mura ha detto: «Certo Cagliari non è Città del Messico con 20 milioni di abitanti ma la città metropolitana per Cagliari ha certamente un senso. Dopo Monastir c’è un mondo e anche i territori più periferici devono trovare identità dentro la città metropolitana».

Per i Progressisti l’on. Maria Laura Orrù ha detto: «Uscire da quest’aula senza un percorso comune il risultato sarà che i cittadini non avranno fiducia in noi. Il rischio è l’astensionismo crescente e la tenuta democratica». Per il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, «le province che un referendum ha abolito non erano il male assoluto e noi allora lo abbiamo detto. Sicuramente non erano apprezzate dai cittadini né percepite positivamente, nonostante lavorassero».

L’articolo 4 (Modifica della circoscrizione territoriale della Città metropolitana di Cagliari) è stato approvato e i lavori dell’Aula sono sospesi.

Riprenderanno martedì prossimo alle 16.00.

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La consigliera regionale Elena Fancello, ex Movimento Cinque Stelle e ora al Gruppo Misto, ha aderito al Partito Sardo d’Azione. Ad annunciare l’ingresso nel partito sono stati gli stessi Franco Mula, Nanni Lancioni, Piero Maieli, Giovanni Satta, Stefano Schirru e Fabio Usai.
«I consiglieri esprimono grande soddisfazione per il nuovo ingresso, la scelta effettuata dell’onorevole Fancello, infatti, è stata accolta con grande entusiasmo. Lo spessore politico e umano che caratterizza l’on. Fancello – aggiungono i consiglieri sardisti – apporterà un importante contributo all’azione politica della maggioranza e di tutto il Consiglio regionale.»
Antonio Caria

E’ arrivata alle battute finali la discussione del Testo Unico sul riordino degli Enti locali in Commissione “Autonomia”. Il parlamentino guidato da Pierluigi Saiu (Lega), ha concluso in tarda mattinata la fase di ascolto dei soggetti istituzionali con le audizioni dei rappresentanti di Anci e Cal.

Il presidente dell’Associazione dei Comuni, Emiliano Deiana, ha valutato positivamente la volontà del Consiglio di procedere a un riordino del sistema degli enti locali ponendo però alcune questioni dirimenti: «Se l’intendimento è quello di premiare i territori con la creazione di nuove province ha detto Emiliano Deianaè necessario che la Regione si spogli di molte competenze. La legge 9 del 2006 aveva definito funzioni e compiti degli enti locali. Quella norma, ancora in vigore anche se inattuata, può essere una buona base di partenza. Occorre definire e chiarire i confini delle competenze di Comuni, Province, Città Metropolitane e Regione. Gli enti territoriali devono sapere cosa fare e, allo stesso tempo, devono avere le necessarie dotazioni finanziarie e di personale per svolgere al meglio le loro funzioni».

Emiliano Deiana è poi entrato nel merito del Testo Unico elaborato dalla Prima Commissione avanzando una proposta: «La definizione dei nuovi assetti territoriali non può prescindere dal coinvolgimento delle comunità in ossequio al dettato dell’art. 43 dello Statuto. Su questo punto riceviamo diverse sollecitazioni dai territori. La consultazione popolare è un passaggio fondamentale se si vuole rafforzare il processo legislativo della riforma».

Giudizio positivo sulla decisione di far rinascere alcune province soppresse dopo il referendum del 2012 anche da parte del Consiglio delle Autonomie locali. «E’ importante però che le comunità vengano coinvolte – ha detto il vicepresidente del Cal Antonio Satta – i comuni devono essere messi nelle condizioni di scegliere a quale Provincia o Città metropolitana appartenere. La norma deve prevedere che si possano esprimere democraticamente».

Antonio Satta ha poi auspicato un ritorno all’elezione diretta dei rappresentanti degli enti intermedi: «Per far questo, bisognerà però modificare la legge Del Rio. Sarà compito del Consiglio regionale indicare una soluzione».

Concluse le audizioni, la seduta della Commissione è proseguita in sede politica per un confronto tra maggioranza ed opposizione. Critico il consigliere dei progressisti Massimo Zedda: «Non è questo il momento più adatto per discutere una riforma così importante. Non abbiamo ancora superato l’emergenza Covid e c’è il rischio di una seconda ondata della pandemia. Caricare di incombenze e di adempimenti il sistema delle autonomie locali non mi sembra la scelta migliore». A Massimo Zedda hanno replicato i consiglieri di maggioranza Giorgio Oppi (Udc-Cambiamo) e Giovanni Satta (Psd’Az): «C’è una richiesta forte da parte dei territori sulla quale abbiamo preso un impegno che intendiamo rispettare».

Il presidente della Commissione Pierluigi Saiu ha ribadito la volontà di arrivare in tempi rapidi all’approvazione definitiva del Testo Unico, assicurando il massimo coinvolgimento delle popolazioni interessate: «Condivido la proposta di inserire una norma transitoria in legge che definisca i confini delle nuove circoscrizioni provinciali e conceda un tempo congruo ai Comuni per fare la propria scelta».

E’ stato confermato, intanto, il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti fissato per questo pomeriggio alle 16.00. Per il momento gli uffici del Servizio Commissioni ne hanno ricevuti circa 900, quasi tutti presentati dalla minoranza. I lavori della Commissione riprenderanno la prossima settimana.

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Tre interrogazioni rivolte al presidente della Regione Christian Solinas, all’assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio, Giuseppe Fasolino, e a quello dei Lavori pubblici Roberto Frongia, sono state presentate questa mattina dai consiglieri regionali Fabio Usai, Franco Mula, Nanni Lancioni, Piero Maieli, Giovanni Satta, Stefano Schirru, per chiedere delucidazioni sullo stato di attuazione, la rimodulazione ed il rifinanziamento della dote finanziaria e la governance, del Piano Sulcis, sottoscritto alla Grande Miniera di Serbariu il 13 novembre 2012, con la firma di un protocollo d’intesa fra la Regione Sardegna, ministero dello Sviluppo economico, ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ministero per la Coesione territoriale, provincia di Carbonia Iglesias e relativi Comuni, per rilanciare l’infrastrutturazione e l’economia del Sulcis Iglesiente, perseguendo anche nuovi modelli di sviluppo, dopo i drammatici anni della deindustrializzazione nel Polo industriale di Portovesme e la conseguente gravissima crisi economica e sociale.
Un ingente investimento di oltre 800 milioni di euro di fondi pubblici, suddivisi fra CIPE (grazie anche alla rimodulazione di fondi europei), Stato e Regione, che negli anni ha permesso l’introduzione della fiscalità di vantaggio, la sottoscrizione di contratti di programma in ambito industriale, l’avvio di progetti di infrastrutturazione e bonifica del territorio ed il finanziamento di nuove opportunità di sviluppo imprenditoriale negli ambiti turistico e agroalimentare.
Secondo l’on. Fabio Usai, primo firmatario delle interrogazioni, «inspiegabilmente dal 2019 nessun bando è stato più prorogato, ideato ed indetto e nemmeno si comprende bene come sia attualmente strutturata la governance che ne dovrebbe favorire l’attuazione».
«Fra gli obiettivi della nostra interrogazione c’è quello di comprendere come mai i progetti e bandi del Piano Sulcis abbiano subito se non un’interruzione quantomeno un rallentamento da un anno a questa partespiega Fabio Usai -. Alcuni dei bandi indirizzati ai settori turistico e agroalimentare, ossia quelli che in passato apparivano maggiormente promettenti sul piano economico e fortemente bisognosi di sostegno in questo momento, si sarebbero potuti prorogare per favorire la creazione di nuova imprenditorialità e il sostegno di quella esistente in questi settori. Non si capisce come mai questo non sia accaduto o perché non si provveda a idearne degli altri, vista anche l’opportunità garantita dalle risorse economiche non ancora spese rispetto alla dote finanziaria originale.»
Identico discorso per la fiscalità di vantaggio, che potrebbe essere ancora un valido strumento per agire sulla competitività delle imprese e per contribuire a lenire le diseconomie insite nel territorio.
«Anche sulla fiscalità di vantaggio – aggiunge Fabio Usai -, abbiamo chiesto lumi alla Giunta per capire quante delle risorse non spese rispetto alla iniziale dote di 124,5 milioni di euro potrebbero essere immediatamente recuperate e rimodulate a favore delle imprese potenzialmente beneficiarie. Ad esempio potrebbero esserci 6 milioni di euro utilizzabili per questo scopo fra le risorse recuperate fra i soggetti beneficiari che non avevano i requisiti per godere del bonus fiscale. Ma sarebbero anche altre le risorse che, tramite un provvedimento legislativo ad hoc, potrebbero essere destinate a tale uso. In ogni caso lo strumento della fiscalità di vantaggio meriterebbe di essere rifinanziato e potenziato per consentire al Sulcis Iglesiente, ancora oggi uno dei territori più poveri e sottosviluppati del Paese, di poter uscire dall’arretratezza economica e sociale in cui è piombato dopo anni di grave crisi.»
«Per rilanciare il “Piano Sulcis”conclude il consigliere regionale sardista -, è necessario ristabilire una “cabina di regia” funzionante e direttamente rispondente alle esigenze del territorio, con l’individuazione chiara dei soggetti che devono avere il ruolo di coordinare e stimolare la sua attuazione. Ma, soprattutto, va fatta chiarezza sulla governance di tutto il sistema per capire quali sono gli organismi deputati all’elaborazione ed all’avvio dei bandi e dei processi di finanziamento delle aziende e dei progetti tramite le linee di credito e gli strumenti previsti dalla legge.»

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I consiglieri regionali del Psd’Az Stefano Schirru, Franco Mula, Nanni Lancioni, Piero Maieli, Giovanni Satta e Fabio Usai hanno presentato una proposta di legge in Consiglio regionale relativa agli “Interventi urgenti a favore degli Enti Locali della Sardegna per il rilancio dei sistemi economici locali in crisi a seguito dell’emergenza Covid-19”.
La proposta è tesa a facilitare e stimolare le iniziative di rilancio dei sistemi economici e produttivi locali fortemente provati dagli effetti di serrata, di isolamento e distanziamento sociale che si sono resi necessari per contrastare l’emergenza sanitaria derivante dalla diffusione del virus Sars-CoV-2.
A tal fine, si intendono autorizzare gli enti locali della Regione Sardegna a svincolare le quote di avanzo vincolato derivanti da trasferimenti e contributi assegnati negli anni dalla Regione Autonoma della Sardegna in linea con le previsioni dell’art. 109 del D.L. 17 marzo 2020, n. 18.
Nella fattispecie trattasi di risorse derivanti da economie di spesa su interventi conclusi o già completamente finanziati le quali devono risultare libere da obbligazioni sottostanti già contratte.
In definitiva, i proponenti intendono consentire agli Enti locali della Sardegna di ridestinare gli avanzi di amministrazioni vincolati provenienti dal Piano Straordinario per l’Occupazione di cui alla L.R. 37/98 senza ulteriori formalità prevedendone l’utilizzo, in particolare, al sostegno alla ripresa del sistema produttivo locale, al recupero e incremento dei livelli occupazionali locali, ad interventi infrastrutturali materiali e immateriali comunali utili a creare il più velocemente possibile condizioni di ripresa economica. Ciò consentirà, ad esempio, di poter riattivare interventi finanziari a fondo perduto a favore delle PMI nella forma “de minimis” prevedendo sia il finanziamento di nuovi investimenti ma anche in parte per far fronte a costi d’esercizio (affitti, acquisto di merci, interventi di sanificazione, DPI per i dipendenti, tributi comunali, ecc.).
La proposta di legge disciplina le modalità di comunicazione semplificata della volontà dell’Ente di ricorrere alle possibilità offerte dalla presente legge prevedendo il semplice invio tramite posta elettronica certificata. In linea con le previsioni statali ciò consente agli enti di procedere all’utilizzo delle quote di avanzo svincolate, di ridestinarle e di promuoverne l’immediato impiego già in sede di approvazione dello schema di rendiconto di gestione per l’anno 2019 da parte della Giunta comunale, senza attendere l’approvazione da parte del Consiglio comunale.

 

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Sentito questa mattina in videoconferenza dalla commissione speciale Insularità, il professor Tommaso Edoardo Frosini, uno dei massimi costituzionalisti italiani, con solide radici in Sardegna, ha parlato apertamente delle «tre strade che si possono percorrere, senza che l’una escluda le altre, per arrivare al riconoscimento in Costituzione del principio dell’insularità della Sardegna».
Secondo lo studioso, chiamato dal presidente Michele Cossa a dare il suo contributo dopo una serie di articoli scientifici sulla Sardegna e sul Mezzogiorno italiano, il professor Tommaso Edoardo Frosini ha ricordato che «nel 2001 il legislatore costituzionale riformò il testo del 1948 eliminando il riferimento al principio di valorizzazione delle isole e del Mezzogiorno. Questo fatto ha creato una sorta di ferita: è come se il problema dell’insularità da venti anni non ci fosse più. E invece sappiamo bene che esiste e non soltanto nei trasporti interni e nei collegamenti esterni».
Per il professore le soluzioni potrebbero derivare «dal percorso in atto, ovvero la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, che con l’emergenza di questi mesi si è però fermata alla commissione Affari costituzionali del Senato. La seconda ipotesi percorribile è quella di una legge ordinaria, che riconosca alla Sardegna una serie di prerogative, soprattutto sui trasporti. Una legge che potrebbe richiamare il principio costituzionale spagnolo del cosiddetto “echo insular”, ossia il fattore insulare che fa della Sardegna un attore unico. Anche in questo caso sarebbe preferibile un percorso legislativo dal basso e popolare, per arrivare all’obiettivo. Una volta approvata, sarebbe più facile dare poi copertura costituzionale a questa legge».
La terza via teorizzata dal costituzionalista è invece incentrata sulla legislazione regionale: «Immagino un testo che, alla luce dello Statuto, rimarchi il principio dell’insularità e nel caso di conflitto di attribuzione sollevato dal Governo, sarà la Corte costituzionale ad occuparsi del problema. Potrebbe arrivare a una sentenza che riconosca l’insularità aprendo così la strada alla legislazione parlamentare».
In risposta alle domande poste dai consiglieri Giuseppe Meloni (Pd) e Antonello Peru (Udc) e Giovanni Satta (Psd’Az), il professor Tommaso Edoardo Frosini ha aggiunto: «Il rapporto con l’Europa è delicato e riguarda tutto il sistema insulare europeo. Non possiamo realisticamente sperare che sia la Ue, che agisce in modo lobbistico, a risolvere i problemi della Sardegna anche se ipotizzo la strada del ricorso alla Corte europea di Giustizia per arrivare al riconoscimento della insularità sarda. Allo stesso modo, però, potrebbe essere il presidente Solinas a chiedere un efficace pronunciamento sull’insularità alla Conferenza Stato Regioni».
Di Europa e legislatore europeo ha parlato anche Salvatore Cicu, più volte parlamentare italiano ed europeo, che ha ricordato una sua risoluzione del 2016 per il riconoscimento degli svantaggi geografici e materiali della Sardegna e di tutto il sistema insulare europeo. «Se non ora, quando sarà il momentoha detto Salvatore Cicudi consentire alla Sardegna di esprimere tutto il suo potenziale sociale ed economico? E il riconoscimento dell’insularità serve proprio a questo.»
Anche il presidente Michele Cossa ha riflettuto sul punto: come la pandemia in atto inciderà sulla battaglia popolare per il riconoscimento dell’insularità sarda. «Si apre per noi uno scenario inedito anche sotto questo profilo ha detto il presidente della Commissione ma riteniamo proprio per questo che ogni sforzo debba essere fatto, in tutte le sedi istituzionali, per riconoscere alla Sardegna la sua insularità e darle subito gli strumenti che servono per farla crescere in armonia con l’Europa».
Il presidente Michele Cossa ha espresso soddisfazione per i lavori della Commissione: «Siamo riusciti ad effettuare la seduta a distanza e il sistema ci ha consentito di partecipare come se fossimo tutti presenti mentre invece ogni commissario si è connesso dal proprio studio in totale sicurezza».

 

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Il Consiglio regionale ha approvato stamane il disegno di legge che stanzia 120 milioni per aiuti alle famiglie in difficoltà.

Il presidente Michele Pais ha aperto la seduta per la discussione dell’unico punto all’ordine del giorno: il disegno di legge della Giunta “Misure straordinarie urgenti a sostegno delle famiglie per fronteggiare l’emergenza economico-sociale derivante dalla pandemia SARS-CoV-2”.
Il documento, illustrato dal vicepresidente della commissione Sanità Daniele Cocco (Leu), stanzia 120 milioni di euro a favore di nuclei familiari che hanno subito un calo del reddito a causa del blocco delle attività economiche deciso dal Governo.
«Con questa legge consentiremo alle famiglie sarde in difficoltà di aver un reddito di almeno 800 euro al mese – ha sottolineato Daniele Cocco – era il minimo che potessimo fare in questo momento di grave difficoltà per tutti. Sono contento che lo si sia fatto con spirito unitario, tutti insieme abbiamo condiviso un percorso per dare ai sardi la possibilità di beneficiare di un reddito di emergenza sociale. Questo non basterà per risolvere tutti i problemi, ne siamo consapevoli, ma è un primo passo importante. Mi auguro che la Giunta, insieme alla Conferenza degli Enti Locali, riesca a trasferire immediatamente le risorse ai Comuni per essere poi distribuite ai beneficiari.»
L’assessore alla programmazione Giuseppe Fasolino ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla commissione Sanità e dalla Conferenza dei capigruppo: «E’ un risultato condiviso, frutto dell’impegno di tutti. Il Consiglio ha dimostrato che in queste emergenze non possono esserci divisioni politiche. Con questo provvedimento mettiamo in campo 120 milioni di euroha detto Giuseppe Fasolinose facessimo una proporzione con quanto messo in campo dal Governo capiremmo meglio quale sforzo stia facendo la Regione per sostenere le famiglie sarde. Come Giunta ci impegniamo a definire quanto prima i criteri per fare in modo che gli aiuti arrivino a tutti e nessuno sia escluso. Occorre dare un sostentamento dignitoso alle famiglie in questa fase emergenziale, poi bisognerà lavorare per il futuro e per capire come fare ripartire la nostra Regione».
Il presidente Michele Pais ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato.
Sull’ordine dei lavori ha chiesto di intervenire il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, che ha ricordato la scomparsa dell’ex assessore del comune di Cabras e ha rivolto un pensiero verso tutti gli altri deceduti a causa della pandemia Covid-19, soffermandosi in particolare sulla figura di Nabeel Khair, medico condotto a Tonara e storica guardia medica di Aritzo, di origine palestinese e già rappresentante della sua comunità in Europa.
Annalisa Mele (Lega) si è associata alle parole dell’on. Massimo Zedda e , a sua volta, ha voluto ricordare il sacrificio degli operatori della sanità, medici, infermieri e oss impegnati quotidianamente negli ospedali. «Un pensiero – ha aggiunto Mele – lo voglio rivolgere anche alla prima vittima del Coronavirus del paese di Cabras».
Giovanni Satta (Psd’Az) ha chiesto, in termini perentori, lo sblocco immediato dei pagamenti delle 90mila pratiche in arretrato di Argea, ponendo esplicitamente una questione di “fiducia” nei confronti dell’operato di alcuni esponenti della Giunta.
Il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Talanas, si è associato alla richiesta del consigliere del Psd’Az, Giovanni Satta, e nonostante l’invito rivolto ai consiglieri dal presidente Michele Pais, affinché gli interventi fossero incentrati soltanto sul disegno di legge iscritto all’ordine del giorno, il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, è intervenuto a sostegno della richiesta di Giovanni Satta ed ha affermato: «La fiducia del gruppo Lega nei confronti dell’operato dell’assessora dell’Agricoltura sta venendo meno».
Il consigliere di Leu, Eugenio Lai, ha quindi ricordato come le richieste formulate dai gruppi di maggioranza a proposito dei pagamenti per l’agricoltura siano le medesime che da tempo vengono esplicitate dalle forze dell’opposizione: «Su 90 milioni disponibili ne sono stati pagati soltanto 9 milioni».
Il presidente del Consiglio ha, dunque, comunicato all’Aula l’avvenuta consegna del testo finale del disegno di legge in discussione ed ha concesso la parola al capogruppo Psd’Az, Franco Mula, che ha domandato lumi sulla programmazione dei lavori consiliari nell’immediato futuro.
Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, intervenendo sempre sull’ordine dei lavori, ha invece criticato le dichiarazioni e l’atteggiamento dell’assessore della Sanità riguardo le «mancate risposte rese nel corso dell’audizione in commissione». Francesco Agus ha quindi chiesto l’intervento del presidente Michele Pais «affinché siano garantite le prerogative dei consiglieri regionali, soprattutto, per ciò che attiene gli atti del sindacato ispettivo»
Il presidente Michele Pais ha annunciato un emendamento all’art. 1. Il testo prevede che per il 2020, ai nuclei familiari i cui componenti siano lavoratori dipendenti o autonomi collegati ad aziende che abbiamo subito restrizioni a seguito dell’emergenza Covid-19 e non abbiano beneficiato di forme di integrazione salariale sia riconosciuta una indennità di 800 euro mensili. Con l’emendamento viene soppressa la parte della norma che escludeva dal beneficio i titolari di conti bancari con depositi superiori ai 10mila euro. Il relatore Daniele Cocco ha espresso parere favorevole.
A seguito di interlocuzioni fra i gruppi il presidente ha chiarito che il testo di riferimento è quello licenziato dalla commissione.
Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha proposto, con un emendamento orale, che la parte del testo riguardante l’ammontare dell’indennità sia corretta specificando che non si tratta di 800 euro ma di un importo “fino” ad 800 euro.
Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, dopo un confronto tecnico con gli uffici, ha fatto rilevare la necessità di inserire un altro “non”, legato in questo caso all’attività del beneficiario, che deve rientrare fra quelli impiegati in aziende “non” esclude dai provvedimenti di restrizione.
Il Consiglio ha approvato prima l’emendamento n.1 comprensivo dell’emendamento Ganau e subito dopo il testo definitivo dell’art. 1 che recepisce l’emendamento Mula.
A seguire sono stati approvati gli articoli 2 “Norma finanziaria” e 3 “Entrata in vigore” e le tabelle allegate.
La consigliera Elena Fancello ha proposto un emendamento orale per inserire fra i beneficiare anche i soci facenti parte di società di capitali.
Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, sull’ordine dei lavori, ha affermato che la modifica può essere inserita in sede di coordinamento tecnico del testo e può essere introdotta dalla Giunta.
Il Presidente ha precisato che la proposta va comunque formalizzata con un testo.
Il consigliere dei Progressisti Gianfranco Satta sempre sull’ordine dei lavori, ha osservato la contraddittorietà di un provvedimento dedicato alle famiglie che poi assegna 800 euro al componente di una società di capitali differente dal socio lavoratore, che ha un suo inquadramento.
Il presidente ha chiarito che il significato del testo va inteso in riferimento alle società senza ulteriori specificazioni.
Il Consiglio ha quindi approvato il testo definitivo della legge all’unanimità con 48 voti.
Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, ancora sull’ordine dei lavori, ha annunciato la presentazione di un testo mirato sulle imprese, sollecitando il presidente a convocare la commissione competente la settimana prossima per esaminarlo e sottoporlo all’Aula in tempi brevi.
Il presidente ha recepito la proposta ed ha chiuso la seduta, riconvocando il Consiglio a domicilio.

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«È quanto mai opportuno venire incontro alle richieste avanzate dai Sindaci che chiedono risorse da destinare, in modo rapido ed efficace, ai propri cittadini che versano in condizioni di disagio economico acuito dal persistere dello stato di emergenza determinato dal diffondersi del Covid-19.»

Il consigliere regionale del PSd’Az Fabio Usai ritorna oggi sulla proposta di concedere fondi straordinari in favore dei Comuni e svincolare le somme a residuo dei fondi REIS 2018-2019, per l’erogazione sotto forma di aiuti immediati ai cittadini in difficoltà.
«A tal proposito, due sono le soluzioni da adottare contemporaneamente e nel più breve tempo possibile aggiunge Fabio Usai -. La prima è quella che consenta di trasferire ai Comuni risorse immediatamente spendibili, mediante forme di sostegno ai cittadini per l’acquisto di beni di prima necessità. La seconda riguarda invece la giacenza nei bilanci dei Comuni dei residui di fondi REIS relativi alle annualità 2018-2019. Tali risorse, se svincolate, potrebbero costituire un ulteriore validissimo strumento per arginare le situazioni di disagio economico-sociale determinato dalla straordinaria situazione di emergenza, che sta affliggendo le fasce più deboli e bisognose della popolazione delle nostre comunità.»
«Questa proposta già girata informalmente al presidente della Giunta regionale che, a sua volta sta verificando in queste ore tutte le procedure necessarie per rendere utilizzabili queste risorse, consentirebbe l’approntamento di immediati interventi finalizzati a fronteggiare la crescente situazione di emergenza che, non è solo più sanitaria, ma anche economicaconclude il consigliere regionale sardista -. In questo un momento molto difficile per tutti, gli Enti e le Istituzioni devono collaborare fattivamente per imprimere una svolta decisiva in favore dei cittadini.»

La proposta dell’on. Fabio Usai è condivisa dai colleghi del gruppo sardista Franco Mula, Piero Maieli, Nanni Lancioni, Giovanni Satta e Stefano Schirru.

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Il consigliere regionale e capogruppo del PSd’Az, on. Franco Mula ed i consiglieri regionali del gruppo PSd’AZ Piero Maieli, Nanni Lancioni, Giovanni Satta, Stefano Schirru e Fabio Usai, a seguito della possibilità che si è paventata in queste ultime ore di vietare la conduzione hobbistica di orti, vigneti ed ortofrutticole in genere, hanno diffuso una nota nella quale ringraziano il presidente della Regione, Christian Solinas, il comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Antonio Casula, il direttore generale della Protezione civile, Antonio Belloi e l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, per la sensibilità dimostrata al fine di risolvere la situazione suesposta. L’attività che viene svolta nelle campagne, infatti, non è assolutamente in contrasto con il recente D.P.C.M. adottato il 22 ultimo scorso che consente le coltivazioni agricole; non solo, i terreni non possono essere abbandonati in quanto si determinerebbe una grave perdita per chi con costanza e passione svolge il proprio lavoro curando la terra ed impedendo che si creino situazioni di degrado. In più non verrebbero violate le disposizioni riguardanti l’obbligo della distanza sociale in quanto i lavoratori si recano singolarmente presso i propri terreni non determinando alcuna situazione di assembramento.

«Restiamo in attesa della nota ufficiale che a breve verrà comunicata dal Presidente della Regione al fine di fugare qualsiasi dubbio sull’argomento», concludono i consiglieri regionali del gruppo sardista.