22 December, 2024
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Ai confini tra “normalità” e follia con “La signora Savage” di John Patrick in cartellone sabato 7 aprile alle 20.45 al Teatro Centrale di Carbonia sotto le insegne del CeDAC per la Stagione di Prosa 2017-18 nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna: una commedia brillante nella mise en scène de La Clessidra Teatro con la regia Anna Pina Buttiglieri per un vivace affresco della società tra vizi e (rare) virtù.

Sotto i riflettori Valentina Aru, Omar Soddu, Davide Maringiò, Francesca Puddu, Giusy Tartaglione, Rita Garau, Simona Lisci, Stefania Altea, Marco Marras e Eleonora Aru che prestano volto e voce ai personaggi con i loro tratti surreali e grotteschi, tra i toni briosi e leggeri della pièce, impreziosita dalle scenografie di Giovanni Soddu, che offre interessanti spunti di riflessione su pregiudizi e i timori dei “benpensanti” da un lato,  e dall’altro sulla libertà della pazzia.

Il desiderio della protagonista – una ricca vedova – di offrire in beneficenza la cospicua eredità lasciatale dal marito preoccupa i figliastri, che per salvaguardare il patrimonio di famiglia dalle “stravaganze” della matrigna decidono di farla ricoverare in una casa di cura per persone affette da disagi psichici. La signora Savage scopre nel microcosmo degli “alienati” una sensibilità e un’umanità ormai rare e pur nella sua condizione paradossale trova insospettabili affinità con quegli sconosciuti bizzarri e perfino divertenti con la loro manie e la loro peculiare visione della realtà.

Nello spazio isolato e protetto della clinica, gli ospiti de “I Chiostri” hanno costruito una propria dimensione quasi fiabesca, in cui vivere con le proprie fantasie e i propri sogni, le proprie insicurezze e paure, al riparo dalla crudeltà del mondo che li ha rifiutati e respinti, emarginandoli perché non sufficientemente evoluto, e quindi non ancora in grado di accoglierli nella loro diversità. In una città segreta fuori dalle influenze e lontana dallo stress del quotidiano, queste fragili creature hanno saputo ritrovare un equilibrio e una serenità che probabilmente non reggerebbero al confronto con le regole e le abitudini dei cosiddetti “sani”.

La signora Savage è vittima di un perfido complotto da parte dei figli del defunto marito, che preferirebbero farla interdire pur di scongiurare il pericolo di vederla sperperare in generose donazioni quei beni e quei denari da loro agognati, e che forse davvero in quel generoso proposito intravedono un segno di decadenza mentale o un sintomo di pazzia. Rinchiusa nella casa di cura la donna medita sul modo di uscire da quella situazione ma contemporaneamente si guarda intorno e impara a conoscere i suoi compagni di viaggio in quella terra sconosciuta in cui ciascuno inventa, in un certo senso, la propria verità.

I comportamenti degli ospiti sfidano ogni logica, ma in effetti rispondono a delle norme interne che essi stessi si sono dati, secondo un rituale e dei significati ben noti, così che la nuova arrivata può avere la sensazione che davvero l’ordine delle cose sia stato sovvertito e come una novella Alice in un paese delle meraviglie attraversa la linea invisibile che separa vita e sogno. L’autore raffigura con simpatia e quasi con tenerezza quell’umanità prigioniera dei propri incubi, costretta a esistere nell’ombra, oltre il muro, che conserva una fanciullesca innocenza – ignara della malizia e in un certo senso al di là del bene e del male.

Scritta all’inizio degli Anni Cinquanta “La signora Savage” (The Curious Savage) dal drammaturgo e sceneggiatore americano John Patrick mette l’accento – con grazia – sulla dignità delle persone colpite da turbe psichiche e sulla lorocapacità d’insegnare – ai cosiddetti “sani” – un modo differente di guardare la realtà, facendo riscoprire – alla protagonista e agli spettatori – il senso della vita.

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Si terrà sabato 10 giugno, alle 21.00, al Teatro Centrale di Carbonia, il secondo appuntamento della rassegna teatrale “Tutti in scena” organizzata da “La Clessidra Teatro”, per la regia di Pina Buttiglieri.

Verrà messa in scena la commedia in due atti di Dory Cei “Ho sposato sette donne”. Aiuto regia di Giovanni Soddu, luci e direzione tecnica Music Factory.

Personaggi e interpreti.

Torquato: Giampaolo Sestu

Violina: Tiziana Bellu

Rumilda: Simona Lisci

Clarinetta: Elisabetta Vargiu

Corifea: Patrizia Sitzia

Ottina: Patrizia Melis

Vittorina: Giacinta Pinna

Semplicio: Stefania Altea

Nunzia: Giusy Tartaglione

Galletti: Carlo Usai

Alice: Roberta Silanos

Ida: Rita Garau

Isa: Anna Maria Garau

Iva: Nadia Pittoni

Donna Elvira/Dottoressa: Gabriella Divino

Ottaviano: Omar Soddu.

Torquato Satolli, un ricco industriale, dopo aver sposato Violina, una giovane fanciulla, si ritrova in casa, oltre alla moglie, anche tre cognate, la cameriera canterina e la suocera, che vanta un passato da cantante lirica, Rumilda. La loro casa diventa un “palcoscenico” sul quale irrompono i dipendenti dell’azienda e tre tenebrose titolari di un’impresa funebre, che gli complicano la vita.

“Ho sposato sette donne” è una commedia tutta italiana, scritta negli anni Settanta, divertente e maliziosa, ricca di equivoci, personaggi esilaranti, che regalerà tante risate.

Gli altri tre appuntamenti in calendario sono i seguenti:

Lunedì 26 giugno – I Menecni di Plauto

Domenica 2 luglio – Pagemaster di Todd Strasser

Sabato 8 luglio – La Signora Savage di John Patrick.