Parte domenica, con il voto anti-trivelle, la “primavera referendaria” di Rifondazione Comunista.
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Parte domenica, con il voto anti-trivelle, la “primavera referendaria” di Rifondazione Comunista.
Il partito di Paolo Ferrero, che ha aderito con convinzione al referendum contro le trivellazioni per la ricerca di idrocarburi, darà il proprio contributo alla raccolta di firme per altri undici referendum su scuola, ambiente, lavoro, beni comuni e legge elettorale.
Ad annunciarlo, i vertici del partito che questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa in Consiglio regionale.
«E’ necessaria una campagna di sensibilizzazione sui temi sociali – ha detto il consigliere regionale di Rifondazione comunista Alessandro Unali – per questo daremo il nostro appoggio ai comitati promotori.»
Di referendum come strumento per impedire un ulteriore restringimento degli spazi democratici ha parlato il segretario regionale di “Falce e Martello” Giovannino Deriu: «In questo momento storico i referendum sono decisivi per favorire la piena partecipazione democratica dei cittadini – ha affermato Deriu – serve però unità tra le forze politiche che si oppongono alle politiche neoliberiste europee e del governo Renzi».
La raccolta delle firme per gli undici referendum si concluderà il 9 luglio prossimo: «Serviranno 500mila firme – ha aggiunto Enrico Lai, componente della segreteria regionale di Rifondazione Comunista – il nostro obiettivo è ambizioso: cambiare le scelte di governance in materia di scuola, lavoro, ambiente. Allo stesso tempo puntiamo ad impedire che con la nuova legge elettorale i poteri siano concentrati nelle mani di pochi».
Questi nel dettaglio i temi su cui si concentrano gli undici referendum: la difesa della scuola pubblica, la salvaguardia dell’ambiente e dei beni comuni come l’acqua, la tutela dei diritti dei lavoratori e la nuova legge elettorale.
Sul fronte della scuola, i quesiti referendari riguardano i poteri del dirigente scolastico, il comitato di valutazione del merito, lo school bonus e l’alternanza scuola-lavoro. Ci sono poi i referendum per impedire il ricorso a future trivellazioni petrolifere sia in terra che in mare (anche oltre le 12 miglia) e per contrastare il piano nazionale sui nuovi inceneritori previsto dallo Sblocca Italia. Sull’acqua, vista l’impossibilità a proporre un referendum, i comitati promuoveranno una petizione per ribadire che la risorsa idrica è un bene pubblico, un diritto da inserire nella Costituzione. Sul lavoro, invece, i comitati chiedono una retromarcia sui licenziamenti facili e l’abuso dei voucher introdotti dal Job Act.
Sulle riforme, infine, i comitati promuoveranno, oltre ai quesiti contro il premio di maggioranza e i capilista previsti dalla nuova legge elettorale, anche una petizione contro l’Italicum.
«Occorre dare una risposta alla logica dell’uomo solo al comando – ha sottolineato il referente regionale per i referendum sociali Lorena Cordeddu – questi referendum propongono un modello alternativo. Vanno però spiegati ai cittadini: per questo organizzeremo banchetti informativi in tutto il territorio regionale per illustrare i contenuti dei quesiti e per invitare le persone a sottoscrivere i referendum presso gli uffici dei loro comuni di residenza.»