25 November, 2024
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Parte domenica, con il voto anti-trivelle, la “primavera referendaria” di Rifondazione Comunista.

Il partito di Paolo Ferrero, che ha aderito con convinzione al referendum contro le trivellazioni per la ricerca di idrocarburi, darà il proprio contributo alla raccolta di firme per altri undici referendum su scuola, ambiente, lavoro, beni comuni e legge elettorale.

Ad annunciarlo, i vertici del partito che questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa in Consiglio regionale.

«E’ necessaria una campagna di sensibilizzazione sui temi sociali – ha detto il consigliere regionale di Rifondazione comunista Alessandro Unali – per questo daremo il nostro appoggio ai comitati promotori.»

Di referendum come strumento per impedire un ulteriore restringimento degli spazi democratici ha parlato il segretario regionale di “Falce e Martello” Giovannino Deriu: «In questo momento storico i referendum sono decisivi per favorire la piena partecipazione democratica dei cittadini – ha affermato Deriu – serve però unità tra le forze politiche che si oppongono alle politiche neoliberiste europee e del governo Renzi».

La raccolta delle firme per gli undici referendum si concluderà il 9 luglio prossimo: «Serviranno 500mila firme – ha aggiunto Enrico Lai, componente della segreteria regionale di Rifondazione Comunista – il nostro obiettivo è ambizioso: cambiare le scelte di governance in materia di scuola, lavoro, ambiente. Allo stesso tempo puntiamo ad impedire che con la nuova legge elettorale i poteri siano concentrati nelle mani di pochi».

Questi nel dettaglio i temi su cui si concentrano gli undici referendum: la difesa della scuola pubblica, la salvaguardia dell’ambiente e dei beni comuni come l’acqua, la tutela dei diritti dei lavoratori e la nuova legge elettorale.

Sul fronte della scuola, i quesiti referendari riguardano i  poteri del dirigente scolastico, il comitato di valutazione del merito, lo school bonus e l’alternanza scuola-lavoro. Ci sono poi i referendum per impedire il ricorso a future trivellazioni petrolifere sia in terra che in mare (anche oltre le 12 miglia) e per contrastare il piano nazionale sui nuovi inceneritori previsto dallo Sblocca Italia. Sull’acqua, vista l’impossibilità a proporre un referendum, i comitati promuoveranno una petizione per ribadire che la risorsa idrica è un bene pubblico, un diritto da inserire nella Costituzione. Sul lavoro, invece, i comitati chiedono una retromarcia sui licenziamenti facili e l’abuso dei voucher introdotti dal Job Act.

Sulle riforme, infine, i comitati promuoveranno, oltre ai quesiti contro il premio di maggioranza e i capilista previsti dalla nuova legge elettorale, anche una petizione contro l’Italicum.

«Occorre dare una risposta alla logica dell’uomo solo al comando – ha sottolineato il referente regionale per i referendum sociali Lorena Cordeddu – questi referendum propongono un modello alternativo. Vanno però spiegati ai cittadini: per questo organizzeremo banchetti informativi in tutto il territorio regionale per illustrare i contenuti dei quesiti e per invitare le persone a sottoscrivere i referendum presso gli uffici dei loro comuni di residenza.»

  

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Il segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista, Giovannino Deriu, ha presentato oggi in una breve nota, la posizione del suo partito sul referendum in programma domenica 17 aprile. «Aldilà della durata delle trivellazioni già in atto – spiega Giovannino Deriu -, la valenza politica del voto referendario è davvero rilevante. E’ in gioco l’idea di sviluppo energetico, la tutela dell’ambiente, per un modello economico alternativo all’esistente. Tra la scelta di guardare al passato oppure andare avanti, noi non abbiamo dubbi.
Per contro, le deboli e inopportune argomentazioni di Pigliaru sulla materia fanno emergere una molteplice contraddizione: tra ruolo politico che egli ricopre e il diffuso sentimento popolare dei sardi; nella relazione tra poteri istituzionali; per il suo agire incoerente con i proclami di sovranità innovazione e discontinuità su cui, poco più di due anni fa, anche noi comunisti ci siamo spesi al grido di “cominciamo il domani”.»
«Noi ora pensiamo – conclude Giovannino Deriu – che con un grande successo referendario si possa rilanciare a gran voce il tema del nuovo modello di sviluppo per la Sardegna.»

Giovannino Deriu

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«I risultati delle analisi effettuate dalla ASL di Cagliari, trasmessi ieri 8 marzo agli Uffici degli assessorati regionali, che evidenziano una grave situazione di inquinamento dell’acqua utilizzata nei locali di Via San Simone, confermano quanto scellerata fosse la scelta di trasferire gli uffici dell’assessorato del lavoro nei locali di Via San Simone.» Lo scrive, in una nota, Giovannino Deriu, segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista.

«Si ribadiscono oggi le stesse perplessità, già espresse dal Partito della Rifondazione Comunista nella nota di giugno e dal consigliere regionale Alessandro Unali in un’interrogazione presentata all’attenzione del presidente Pigliaru e degli assessori Erriu e Mura. Nella stessa nota si evidenziava che l’edificio di Via XXVIII febbraio presentava caratteristiche di strategicità funzionale all’utenza che non trovavano riscontro in nessun’altra struttura in capo all’Amministrazione regionale nella città di Cagliari. Nella sostanza – conclude Giovannino Deriu -, si è abbandonata una prestigiosa e funzionale sede di proprietà, per poi dover ricorrere a locali in affitto che comportano onerosi contratti di locazione (circa 1 milione di euro all’anno) con durata incerta e indefinita.»

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Rifondazione Comunista interviene sul dramma dell’occupazione in Sardegna, sottolineando che sono stati realizzati pochi interventi di politiche attive costosi e inefficaci e che è necessario ricondurre le scelte a principi di etica e sobrietà.

«A fine dicembre – spiega il segretario regionale del PRC Giovannino Deriu – il presidente Pigliaru dichiarava “Creare lavoro è la cosa più importante. Il 2015 è stato l’anno della svolta, una svolta decisamente positiva. Nel 2016 dovremo fare ancora meglio” riferendosi, col suo solito fare propagandistico slegato dalla realtà, a dati sintetici su scala nazionale pubblicati dal Centro Studi Impresa Lavoro. Ancora oggi una gran confusione sui dati generata dai pasticci statistici del ministero del Lavoro con l’annuncio di agosto che annunciava 600mila nuove assunzioni a tempo indeterminato, poi dimezzate per errore statistico. La proliferazione disorientativa dei tre soggetti istituzionali (Istat, Ministero del Lavoro e Inps) che pubblicano i dati sul mercato del lavoro, genera confusione persino fra gli addetti ai lavori, e solo con future ricerche economotriche si stabiliranno i meriti relativi del jobsact e del contributo fiscale. Nell’attendere fiduciosi i dati veri da parte del Governo Renzi, certo è che la Sardegna continua a vivere una situazione drammatica con un tasso di disoccupazione del 18,6% e quella giovanile di oltre il 44% (ultimi dati annuali Istat pubblicati).

Tali dati sono drammatici nonostante gli interventi messi in campo dal governo nazionale e regionale, quali il Programma Garanzia Giovani, (54 milioni) la misura Flexicurity (circa 15,6 milioni) (tirocini e bonus occupazionali) rivolta ai fuoriusciti dagli ammortizzatori sociali (circa 4.000), il progetto Ico (6 milioni e 800mila) e l’ultimo progetto annunciato denominato Programma CRIS – Contratto di ricollocazione (circa 6 milioni), contemplato nel jobsact di Renzi ed anticipato dalla Regione Sardegna, rivolto a 2.700 lavoratori in mobilità in deroga.

Alcuni esempi di progetti che ci dimostrano che i soldi ci sono, ma sono utilizzati per attuare la solita politica dei bonus, degli incentivi, dei tirocini, della privatizzazione dei servizi, della formazione professionale che riproduce se stessa e che non produce lavoro vero. Progetti che umiliano e mortificano i lavoratori in mobilità in deroga che non percepiscono l’indennità da maggio 2014, ma che vengono ripetutamente orientati, formati e “profilati” da più soggetti pubblici e privati, senza prospettive concrete. A fronte, infatti di consulenti ed enti privati lautamente remunerati, eserciti di disoccupati sono vittime di continui progetti sperimentali di dubbia ricaduta. Giovani costretti ad emigrare – conclude Giovannino Deriu – e ultracinquantenni umiliati nella loro dignità di lavoratori e in continuo tirocinio formativo.»

Giovannino Deriu

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Non si placano i malumori nella componente più a sinistra della coalizione che governa la Regione Sardegna. Giovannino Deriu, segretario regionale del Partito della Rifondazione comunista, ha inviato una lettera aperta ai segretari della coalizione del CentroSinistra sardo. Di seguito il testo integrale.

«Rifondazione Comunista non partecipa all’incontro della coalizione convocato dal Segretario del PD della Sardegna. Il centrosinistra sul piano nazionale appartiene ormai al passato e il mio partito è impegnato nella costruzione di uno schieramento di sinistra alternativo alle politiche di austerità e del neoliberismo sostenute dalla sig.ra Merkel, da Draghi e da Renzi .

In Sardegna, in occasione delle ultime elezioni regionali, abbiamo concorso convintamente alla composizione di una coalizione sarda progressista e sovranista; ebbene, in questi primi due anni di legislatura, si è smarrito lo spirito originale e innovativo di quella esperienza che ha portato la nostra coalizione a vincere le elezioni e ad assumersi la responsabilità di governare la Sardegna. Non abbiamo mai nascosto la nostra delusione sul metodo e sulla sostanza in diversi aspetti dell’attività della Giunta Pigliaru. Abbiamo espresso invano le nostre critiche nei precedenti incontri di coalizione compresa la giornata di Sanluri nel mese di luglio, ma ora riteniamo poco utile continuare con incontri sporadici tra Segretari e senza la partecipazione del Presidente della Giunta regionale per affrontare compiutamente i nodi di una profonda verifica politica che non è più rinviabile.

Peraltro, in ragione di un centrosinistra che non esiste più in Italia e di una coalizione che non  procede in sinergia con la Giunta in Sardegna, non sussistono le condizioni per seguire una disciplina né tantomeno un vincolo di alleanza rispetto alle imminenti elezioni amministrative che riguardano importanti città della nostra isola. Rifondazione Comunista sosterrà i Sindaci e gli schieramenti solo sulla base della valutazione delle amministrazioni locali uscenti e della bontà dei programmi da proporre.»

Giovannino Deriu

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Il Partito della Rifondazione Comunista della Sardegna aderisce alla manifestazione indetta per sabato 31 ottobre dalla Tavola Sarda della Pace e al corteo di martedì 3 novembre presso il poligono di Teulada contro l’esercitazione “Trident juncture“.

«La partecipazione dei militanti comunisti alle due giornate di mobilitazione – dice il segretario regionale Giovannino Deriu – segna la continuità della storica lotta per la liberazione della Sardegna dall’inaccettabile occupazione militare. E’ ora necessario un salto di qualità nella rivendicazione di sovranità dei sardi per una terra di pace, sviluppo e lavoro. L’interlocuzione istituzionale tra Stato « Regione non sembra portare a uno sbocco concreto. L’iniziativa del Consiglio regionale e della Giunta non produce risultati apprezzabili. L’indignazione e la protesta dei sardi per le servitù militari sono ormai realtà di massa e le giornate del 31 ottobre e del 3 novembre possono promuovere una connessione tra la rivendicazione popolare e quella istituzionale, senza infingimenti e con una forza all’altezza della prepotenza e dell’arroganza della NATO e dello Stato italiano.»

“«Trident Juncture” è la più imponente esercitazione degli ultimi anni. Noi in Sardegna non vogliamo guerre e veleni; vogliamo pace e lavoro. Non esistono soluzioni di mediazione rispetto a questa sacrosanta rivendicazione – conclude Giovannino Deriu -: smantellare le basi e i poligoni, bonificare le aree, restituire i territori occupati alla Sardegna.»

Trident Juncture 1

Giunta regionale15

Durissima critica del coordinatore PdCI Antonello Barmina e del segretario PRC Giovannino Deriu, alla Giunta regionale, dopo i deludenti risultati delle ultime elezioni amministrative in Sardegna.

«Le ultime elezioni amministrative – scrivono in una nota Barmina e Deriu – hanno registrato un afflusso alle urne piuttosto deludente. I tassi di astensionismo sono elevati e costituiscono l’indice di una preoccupante disaffezione alla politica. Il Partito Democratico perde alcune città importanti come Nuoro, tradizionale roccaforte della sinistra.»

«Sinistra Sarda – concludono il coordinatore PdCI e il segretario PRC – ritiene che gli elettori abbiano in questo modo voluto punire la giunta regionale, incapace fino a questo momento di dare risposte concrete ai problemi che affliggono l’Isola, prima di tutto la drammatica situazione occupazionale. In questo contesto è necessario un radicale cambio di rotta che metta la questione sociale al centro della politica isolana.»

Sinistra Sarda è contraria al trasferimento degli uffici dell’assessorato regionale del Lavoro nei locali di Via San Simone. Il segretario regionale, Giovannino Deriu, stamane ha diffuso una nota nella quale Sinistra Sarda «esprime netta contrarietà all’intenzione dell’Amministrazione regionale di trasferire gli uffici dell’assessorato del Lavoro nei locali di Via San Simone. Ci pare una scelta scellerata che comporterebbe un ingiustificabile aggravio di costi per le casse della Regione. L’urgenza di procedere con importanti lavori di messa in sicurezza nell’attuale sede dell’Assessorato – aggiunge Deriu – non giustifica l’immediato e totale sgombero del palazzo di Via XXVIII febbraio. E’ possibile procedere con i lavori senza interruzione dell’attività negli uffici della storica sede. Persino in grandi ospedali vengono realizzate importanti opere di restauro e rifacimento degli impianti, piano per piano, senza che venga ravvisata da nessuno la necessità di uno sgombero integrale. Ma allo stato attuale, non soltanto non si ha notizia circa l’avvio di questi lavori, ma da troppo tempo non c’è traccia neppure dei lavori di manutenzione ordinaria da parte dell’Amministrazione.»

«L’edificio di Via XXVIII febbraio – sottolinea ancora Giovannino Deriu – presenta caratteristiche di strategicità funzionale all’utenza che non trovano riscontro in nessun’altra struttura in capo all’Amministrazione Regionale nella città di Cagliari; al contrario, i locali di Via San Simone, circoscritti nell’area di pertinenza di un centro commerciale, sono privi di aree parcheggio, posto che quelli esistenti sono a disposizione del supermercato. Gli stessi sono difficilmente raggiungibili per via pedonale (con un’elevata messa a rischio della rilevata utenza e del personale che non può utilizzare altri mezzi di trasporto), non sono serviti dai mezzi CTM che hanno fermate molto lontane dallo stabile e viaggiano solo in orari e con linee limitate. Abbandonare una prestigiosa e funzionale sede di proprietà per poi dover ricorrere a locali in affitto che comportano onerosi contratti di locazione con durata incerta e indefinita, contrasti palesemente i principi di economicità ed efficienza che la stessa Giunta regionale pareva aver adottato.»

«Sono queste le ragioni che ci inducono a chiedere che attorno a questa operazione venga fatta chiarezza e che la Regione operi nella massima trasparenza quando si tratta di utilizzo di risorse pubbliche nonché di organizzazione di uffici e servizi pubblici che abbiano al centro i diritti della collettività, non gli interessi di qualcuno. Rivolgiamo la richiesta di chiarezza e trasparenza al presidente Francesco Pigliaru, all’assessore competente Cristiano Erriu e all’assessora Virginia Mura direttamente interessata dal trasloco. Buon senso e ragionevolezza imporrebbero di sospendere ogni ulteriore atto volto a dare esecutività alle intenzioni dell’Amministrazione in ordine al trasferimento in oggetto. Riteniamo sia così possibile – conclude Giovannino Deriu – una valutazione più attenta rispetto all’economicità della dismissione dello stabile di Via XXVIII febbraio e in relazione allo spreco di denari pubblici per contratti di locazione sine die.»

Giovannino Deriu

Sinistra Sarda, in collaborazione con l’Altra Europa, ha organizzato per domani 22 aprile un incontro dibattito sul tema della Riforma degli Enti locali in Sardegna dal titolo “I Diritti delle Persone ed il protagonismo delle Comunità nell’ambito del riordino del sistema delle Autonomie Locali in Sardegna”, all’Hotel Quadrifoglio di Via Peretti, 10, a Cagliari. L’inizio è fissato alle 16.30.

All’incontro, coordinato dal segretario regionale di Rifondazione Comunista, Giovannino Deriu, parteciperanno i consiglieri regionali di Sinistra Sarda, Alessandro Unali e Fabrizio Anedda.

Dopo l’analisi giuridica curata dal docente di Istituzioni di Diritto Pubblico dell’Università di Sassari, Maurizio Cecchetti, seguiranno gli interventi dell’assessore regionale agli Enti locali, Cristiano Erriu, del consigliere regionale, Roberto Deriu, dell’assessore della Provincia di Sassari, Rosario Musmeci e del coordinatore regionale del PdCI, Antonello Barmina.

Seguirà un dibattito con gli Amministratori locali e cittadini.

I lavori si concluderanno con l’intervento di Francesco Agus, consigliere regionale e presidente della commissione Autonomia e Riforme.