22 December, 2024
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Da lunedì 25 a venerdì 29 marzo, il Palazzo Bellavista, sede del Consorzio AUSI, nell’ambito delle attività del dottorato Capacities Building for Global Health – Costruire Competenze per la Salute Globale, ospiterà il modulo di formazione intensivo in Metodologia della Ricerca Epidemiologica nella prospettiva One Health – Global Health.

Il corso di dottorato Capacities Building for Global Health, diretto dal prof. Mauro Giovanni Carta del Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica dell’Università di Cagliari, mira a formare professionisti della salute capace di produrre ricerca, supportare l’organizzazione dei servizi, condurre verifiche di qualità e disseminare competenze in funzione dei bisogni di salute delle comunità e del singolo individuo, in linea con le sfide poste dalla globalizzazione. In questa prospettiva, il corso vuole creare consapevolezza ed expertise sull’interfaccia tra economia, società, ambiente e sull’impatto che le diseguaglianze e le differenze di accesso implicano sulla salute.

 Il percorso produrrà professionalità non solo cliniche, ma anche tecniche e sociali. Temi specifici sono:

  •  la prevenzione / promozione della salute in ottica global health, ovvero competenze in metodologia della prevenzione ed epidemiologia, ma anche su strategie utili affinché tutti possano beneficiare delle azioni;
  • l’approccio one health; la salute dell’essere umano e degli ecosistemi che lo circondano sono interdipendenti.  L’espansione geo/demografica umana produce un avvicinamento dei differenti ecosistemi con sempre più frequenti malattie che operano salti di specie; anche i cambiamenti climatici, influenzano una maggiore trasmissione di patologie da vettori. L’approccio One Health vuole offrire competenze che permettano di affrontare situazioni come le pandemie o la resistenza agli antibiotici in una chiave strategica più complessa;
  •  la formazione in riabilitazione avrà come riferimento l’iniziativa OMS “Rehabilitation 2030: A Call for Action”. I bisogni di riabilitazione sono in aumento a causa del rapido invecchiamento della popolazione con conseguente crescita dei problemi di salute fisica e mentale. L’invecchiamento demografico delle zone rurali ha inoltre incrementato il bisogno in aree difficilmente raggiungibili. Si impone, perciò, una azione a lungo termine che prolunghi i tempi di autonomia, migliori la qualità della vita e la partecipazione alla società. L’esperto dovrà supportare il personale a distanza; contribuire alla risposta nelle emergenze sanitarie e integrare i percorsi riabilitativi con le altre reti. Sono strettamente legati a questi obiettivi anche la lotta allo stigma, l’introduzione di elementi sulla comunicazione che tengano conto della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e il ruolo attivo del cittadino utente. Queste competenze interfacceranno moduli specifici inerenti all’informazione sanitaria, la sanità nel ciclo di vita e l’active aging;
  •  altro elemento fondante sarà (in relazione anche al punto precedente) l’acquisizione di competenza circa il supporto tecnologico alla sanità di prossimità.

Ultimo, ma non meno importante, l’interfaccia tra salute per tutti e medicina di precisione, con l’acquisizione di tecniche di laboratorio.

Il dottorato costruisce percorsi “su misura” per specifiche professioni che si integrino con l’insieme dell’offerta e siano indirizzati agli obiettivi generali pur nella valorizzazione delle specifiche competenze.

Il percorso è costruito in collaborazione tra le Università di Cagliari, Ferrara, Salerno e Palermo.

L’Università di Cagliari è leader riconosciuta in campo nazionale nelle professioni sanitarie della riabilitazione “psy” e della prevenzione, e svolge un ruolo strategico nell’area mediterranea, anche attraverso il Prof. Mauro Giovanni Carta, direttore del corso di Dottorato, che, oltre ad essere presidente della Società Mediterranea di Salute Mentale e responsabile per il Mediterraneo del programma Quality Rights dell’OMS, ha gestito progetti della cooperazione europea (DG INPA) con il Libano (DG SANTE), con Istanbul e progetti della cooperazione italiana con la Tunisia.

L’Università di Salerno è capofila riconosciuta in ambito nazionale nelle nuove tecnologie per la medicina a distanza, mentre quella di Palermo nella medicina di precisione e quella di Ferrara nelle cure psicosomatiche.

«Nell’ambito del programma del dottorato, è stata attivata una collaborazione con il Comune di Iglesias, che ha come obiettivo quello di stimolare la ricerca e le buone pratiche per promuovere l’accessibilità delle amministrazioni locali da parte delle persone con disabilità. Il progetto ha ottenuto un finanziamento PNRR che consente che un percorso dottorale sia dedicato a questo argomento e portato avanti proprio nel Comune. La stessa ASL del Sulcis ha investito risorse umane per rafforzare questo programma», spiega il prof. Mauro Giovanni Carta.

La dottoranda che porterà avanti il proprio percorso dottorale in collaborazione con il comune di Iglesias è la dott.ssa Samantha Pinna, che parteciperà, insieme agli altri 7 dottorandi del corso alla settimana di formazione presso la sede del Consorzio AUSI: «Frequentare un dottorato di ricerca che mi permettesse di unire la mia passione per la ricerca e per i diritti umani e, allo stesso tempo, di utilizzare le competenze preziose che ho acquisito negli anni a livello nazionale ed internazionale in organizzazioni di rilievo quali l’Asian Development Bank e l’International Organization for Migration del sistema delle Nazioni Unite, era un sogno che è diventato realtà. Nelle mie diverse esperienze professionali, ho avuto modo di constatare quanto le persone più vulnerabili, tra cui quelle con disabilità, continuino ad essere esposte a forme di disuguaglianza e discriminazione in tutto il mondo e, proprio per questo, ho scelto di concentrare la mia ricerca sui livelli di implementazione dei principi della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, in primis quello di accessibilità, nelle amministrazioni locali per rilevare lo stato dell’arte a livello europeo ed identificare buone pratiche che possano essere adottate in contesti geografici diversi. Perché le amministrazioni locali? Credo che queste ultime, essendo il primo punto di riferimento istituzionale per i cittadini, possano esercitare un ruolo determinante nel garantire l’attuazione dei diritti e dei principi previsti dalla Convenzione attraverso l’adozione di politiche ed azioni “personalizzate” per i propri contesti territoriali e, pertanto, altamente efficaci ed esportabili, magari in forme “adattate”, in altre realtà», spiega la dott.ssa Samantha Pinna.

«Più in generale, il tema della salute globale è strettamente connesso con quelli della difesa dell’ambiente, centrali nell’azione del Consorzio Promozione Attività Universitarie Sulcis Iglesiente – AUSI, ed è inoltre in perfetta coerenza con il Progetto One Health Citizen Science – PNRR, che ha come leader in Sardegna il prof. Luigi Minerba, docente membro del consiglio del dottorato, nell’ambito del quale l’area ex mineraria è una delle aree target.»

Il programma:

  • Lunedì 25 marzo 2024

– Ore 10.00-11.00. Mauro Giovanni Carta Università di Cagliari, Direttore del dottorato “Capacities Building for Global Health”

Introduzione, benvenuto e saluti delle autorità.

– Ore 11- 13 Paolo Contu Università di Cagliari.

Definizioni e concetti di base One Health – Global Health.  L’importanza della ricerca Epidemiologica.

– Ore 13.00-15.00 Pausa

– Ore 15.00-18.00 Fabrizio Bianchi CNR Roma.

Gli studi ecologici. I community surveys, le misure di frequenza (lezione + esercitazione in gruppi).

  • Martedi 26 marzo 2024

– Ore 9-13. Peter K. Kurotschka, Università di Wurzburg Germania – Federico Meloni Università Europea del Mediterraneo.

Gli studi di Coorte (lezione + esercitazione in gruppi)

– Ore 13.00-15.00 Pausa

– Ore 15.00-18.00 Mauro Giovanni Carta – Federica Sancassiani, Università di Cagliari

Metodologia della Misura della Qualità delle Cure (lezione + esercitazione in gruppi).

  • Mercoledì 27 marzo 2024

– Ore 9.00-13.00 Michele Fornaro Columbia University e UNINA Federico II – Diego Primavera Università di Cagliari

Gli studi randomizzati controllati (lezione + esercitazione in gruppi).

– Ore 13.00-15.00 Pausa.

– Ore 15.00-18.00 Alessandra Perra – Giulia Cossu Università di Cagliari

Esercitazioni in gruppi su temi svolti.

  • Gioved’ 28 marzo 2024

– Ore 9.00-13.00 Fabrizio Bert Università di Torino – Mauro Giovanni Carta Università di Cagliari

Gli studi caso-controllo (lezione + esercitazione in gruppi)

– Ore 13.00-15.00 Pausa

– Ore 15.00-17.00 Massimo Tusconi Università di Cagliari

 Esercitazioni in gruppi su temi svolti

  • Venerd’ 29 Marzo 2024

– Ore 9-13 Antonello Preti Università di Torino – co-conduttrice Eleonora Prina OMS Collaborating Center Verona

Review Sistematiche e Meta Analisi (lezione + esercitazione in gruppi)

Tutor d’Aula Mauro Giovanni Carta, Federica Sancassiani, Giulia Cossu, Alessandra Perra, Diego Primavera

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La Geologia stratigrafica e regionale è stata il cuore del primo laboratorio tenutosi a Crozon (Francia) da dodici studenti del corso di laurea magistrale in Scienze e tecnologie geologiche dell’ateneo di Cagliari. Accompagnato dai docenti Alfredo Loi, Andrea Vacca e Stefano Andreucci, la missione del pool studiato i processi e gli ambienti macrotidali.

Team del futuro. Determinati e abili nel portare a casa un prezioso tesoretto scientifico e culturale. Gli studenti Somia Belkacemi, Paolo Coni, Alessandra Contu, Giulia Cossu, Roberto Cucca, Ahmed Daghbadj, Valentino Demurtas, Michela Ebau, Mohamed El Aammari, Francesco Putzolu, Nicola Sarria e Antonio Sessini hanno preso parte al viaggio tenutosi dall’8 al 13 giugno scorso. Tra le mete visitate e studiate, la piana del Mont Saint Michel, Morgat ed il Gador, il Grès Armoricano, le vulcaniti Hirnantiane di Lostmarc’h, la falesia della spiaggia di Postolonnec.

Il gruppo ha trascorso quattro giorni nella penisola di Crozon per studiare la stratigrafia e la geologia regionale del massiccio Armoricano. «Lo studio degli ambienti sedimentari macrotidali delle coste attuali della Bretagna e il loro riconoscimento nelle serie geologiche antiche è importante per l’interpretazione dei depositi geologici –  spiega il professor Loi che ha offerto il supporto didattico e scientifico con i colleghi dell’ateneo di Cagliari, Vacca e Andreucci, e con il professor Marie-Pierre Dabard (Università di Rennes) -. Studio da circa venticinque anni il massiccio Armoricano in collaborazione con i colleghi di Rennes e Brest, ho partecipato alla creazione della Riserva naturale e parco geologico di Crozon. In questo viaggio abbiamo visitato siti di straordinario interesse geologico e sedimentologico. In particolare – aggiunge Alfredo Loi – abbiamo studiato gli ambienti sedimentari litorali attuali di tipo macrotidale della Normandia e della Bretagna, dominati sia da moto ondoso sia dalla marea. Questi tipi di ambienti sedimentari sono comuni nelle successioni geologiche e il loro riconoscimento nelle serie fossili è fondamentale per le interpretazioni geologiche». L’osservazione di questi ambienti sedimentari è stata molto utile agli studenti di Cagliari: la dinamica di tipo macrotidale non è presente nei litorali della nostra regione.Durante il viaggio sono state visitate le più importanti successioni stratigrafiche paleozoiche del massiccio Armoricano. «Successioni che presentano una qualità di affioramento e una ricchezza di facies che le rendono uniche dal punto di vista didattico e scientifico. Peraltro, lo studio ha permesso agli studenti utili confronti con la Sardegna. Ciascuna giornata si è svolta – conclude il professor Loi – lungo i litorali sabbiosi e rocciosi, durante il periodo di bassa marea che permette un tempo di lavoro di circa sei ore». Durante la risalita della marea sono stati visitati affioramenti sopra il limite di alta marea. Ogni giorno, entro le ore 23.00, gli studenti hanno consegnato una relazione delle attività di campagna. Il giorno successivo, dopo la correzione da parte dei docenti, sono state affrontate le discussioni sui problemi riscontrati e gli approfondimenti necessari al chiarimento degli oggetti geologici visti in precedenza.

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“Salute mentale e salute pubblica: la crisi della medicina e le nuove prospettive agli albori del III millennio”: è il titolo del meeting che si terrà domani, lunedì 12 giugno, nell’Aula Magna Boscolo della Cittadella Universitaria di Monserrato. Il  meeting, organizzato dal Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica, è dedicato alla figura della ricercatrice sarda recentemente scomparsa Nereide Rudas.

Durante i lavori (a cui interverranno il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino, e il rettore dell’Ateneo cagliaritano, Maria Del Zompo) verrà affrontato il tema della crisi della medicina e della psichiatria mettendo a confronto la prospettiva della gente comune, degli utenti  e degli operatori. Ovvero ci si interrogherà su come la gente percepisca le cure mediche e psichiatriche e se sia possibile una diverso dialogo fra gli attori.

Si parla di “crisi” in relazione a fenomeni recenti quali,  per esempio, la messa in discussione dei vaccini da parte di una porzione non trascurabile della società e il caso stamina con le polemiche che questa vicenda ha comportato su cosa sia lecito erogare gratuitamente da parte di un sistema sanitario pubblico e su quali canoni debbano essere adottati per definire un trattamento efficace e sicuro. Questi fenomeni non solo pongono in discussione la pubblica accettazione del sapere medico e sembrano suggerire il bisogno di una visione meno restrittiva della medicina, più aperta a una visione olistica della sofferenza che tenga conto del malato nella sua complessità oltre che della malattia e a un ruolo attivo dell’utente nella gestione dei trattamenti, ma impongono anche la necessità di riflettere sulla informazione medica. 

La seduta della mattina vedrà alcuni interventi di assoluto rilievo nel panorama internazionale (con traduzione simultanea) insieme a quelli di alcuni ricercatori sardi (medici, storici e filosofi della scienza) che affronteranno il tema da prospettive multidisciplinari. La sessione sarà diretta dai tre organizzatori, docenti  del Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica, che si alterneranno (Ernesto D’Aloja, medico legale; Luigi Minerba, biostatisico ed epidemiologo; Mauro Giovanni Carta, medico traslazionalista e psichiatra) coadiuvati dal professor Mario Maj, psichiatra dell’Università Vanvitelli di Napoli, direttore della prestigiosa rivista World Psychiatry e già presidente della World Psychiatric Association. Sono previsti in questa sessione interventi di: Matthias Angermeyer (Gosim am Wagram, Austria) “Atteggiamenti pubblici verso la psichiatria e il trattamento psichiatrico all’inizio del XXI secolo”; Bruce Link (Columbia University, US) “Lo stigma come determinante non riconosciuto della salute della popolazione: ricerca e implicazioni politiche”; Mauro G. Carta (UNICA, I) “Il ruolo degli utenti e la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità: il progetto WHO-QualityRights”; Jo Phelan (UC Riverside, US) “La rivoluzione genetica e le credenze sulle differenze razziali essenziali: un backdoor all’eugenetica?”; Silvano Tagliagambe (Cagliari) “Quale strategia dell’informazione per la medicina del XXI secolo”; Bernardo Carpiniello (UNICA, I) “Recovery da gravi disturbi mentali: oltre la remissione dei sintomi e i trattamenti farmacologici”; Eugenia Tognotti (UNISS, Italia) “Il corpo femminile nella storia della medicina occidentale: concezioni, saperi, pratiche”.

La sessione pomeridiana presieduta da Maria Petronilla Penna e Fulvia Putzolu (rispettivamente Psicologa e Antropologa dell’Università di Cagliari) vedrà una serie di interventi che fotograferanno lo stato della ricerca biopsicosociale in Sardegna, in una ideale continuità con le ricerche iniziate da Nereide Rudas, con interventi di Federica Sancassiani e Gioia Mura (L’attività fisica nella terapia dei disturbi dell’umore); Alessandro Coni (L’esperienza del trekking nella riabilitazione del paziente grave); Giampaolo Pintor, Irene Maxia e Matteo Papoff (La psichiatria forense in Sardegna: stato e prospettive); Anna Pisano, Francesco Tuligi e Giulia Cossu (La valutazione dei servizi in salute mentale: l’esperienza di una ricerca valutativa in Sardegna); Antonello Preti (I rifugiati nell’area mediterranea un problema di sanità pubblica); Germano Orrù, Silvia D’Oca, Alessandra Perra, e Michela Atzeni (Lo studio dell’emigrazione sarda e il contributo ai disturbi dell’umore: contesto e temperamento; Alberto Bocchetta (il suicidio nel disturbo bipolare in Sardegna).