«Il giorno 11 luglio in mattinata apprendiamo, tramite le nostre Federazioni di categoria, di un invito a firma della dott.ssa Giuliana Campus, Direttore Generale della Asl del Sulcis Iglesiente, inerente la visita dell’assessore regionale dell’Igiene e Sanità, dott. Armando Bartolazzi, presso le strutture sanitarie di Iglesias e Carbonia. Ci rammarica dover prendere atto che le Confederazioni territoriali Cgil, Cisl e Uil non sono state inserite tra i destinatari dell’invito. In conseguenza di cio’ nella stessa mattinata, abbiamo provveduto ad inviare urgentemente una richiesta di incontro al fine di recuperare uno spazio di ascolto e un momento di condivisione, per stabilire la prima data utile all’avvio del confronto necessario ed indispensabile per gestire lo stato emergenziale in cui versa la sanità territoriale.»
E’ quanto scrivono, in una nota, i segretari di CGIL, CISL e UIL, Francesco Bardi, Antonello Saba e Andrea Lai.
«La dott.ssa Campus si rende indisponibile con un messaggio che riporta testualmente ”l’assessore verrà per un breve incontro con i Sindaci, organizzazioni sindacali aziendali e personale. Non è prevista altra partecipazione per domani perché i tempi sono stretti” – aggiungono -. Come OO.SS Confederali disapproviamo il metodo inappropriato che si continua a procrastinare, l’esclusione di chi rappresenta diritti e necessità collettive, la mancanza di attenzione nelle relazioni sindacali e una insensibilità e rigidità di base che impedisce di affrontare lucidamente anche le più piccole urgenze impreviste.»
«Diamo immediata disponibilità ad un incontro e chiediamo la tempestiva istituzione di “un tavolo territoriale di discussione per difendere il diritto alla salute e alle cure”. Diritto che in questo territorio non è più garantito», concludono Francesco Bardi, Antonello Saba e Andrea Lai.
«Questa donazione è solo la prima di una lunga serie – ha sottolineato Eleonora Galia, la mamma di Giulia nonché presidente dell’associazione -, abbiamo riempito i reparti pediatrici di giochi, attrezzature e colori perché questo era il desiderio di Giulia, vivere a colori.»
«E’ con profonda gratitudine che, come primo cittadino, accolgo questo bellissimo dono in nome di Giulia – ha sottolineato il sindaco di Iglesias Mauro Usai -, il Reparto di Pediatria del CTO è un’eccellenza del Presidio, grazie agli operatori sicuramente ma anche alle Associazioni che ci supportano costantemente.»
«Le attrezzature che riceviamo oggi sono particolarmente gradite – ha concluso la direttrice generale dell’Asl Sulcis iglesiente Giuliana Campus – un gesto che supporta la sanità pubblica in un momento così difficile. Gli ospedali sono luoghi di cura ma la qualità dell’assistenza deve sempre andare di pari passo con l’umanizzazione degli ambienti e la piena soddisfazione dei bisogni dell’individuo nella sua sfera psicofisica.»
Nuova gravissima emergenza al Sirai di Carbonia e al CTO di Iglesias. Il Direttore generale Giuliana Campus ha comunicato al direttore medico del presidio ospedaliero Sirai, al dirigente medico della Direzione medica del CTO e ai direttori di Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza, di Ortopedia e Traumatologia del Sirai e di Chirurgia Ortopedica del CTO, la sospensione temporanea dei ricoveri nell’Ortopedia e Traumatologia del Sirai di Carbonia e nella Chirurgia Ortopedica del CTO di Iglesias.
Di seguito la comunicazione integrale del Direttore generale Giuliana Campus.
«Con la presente si comunica che, a causa della grave carenza di personale medico presso l’U.O. Ortopedia e Traumatologia del P.O. Sirai e presso la SSD Chirurgia Ortopedica del P.O. CTO di Iglesias, saranno momentaneamente sospesi i ricoveri ordinari presso le suddette strutture, a decorrere dalla data odierna fino a nuove comunicazioni.
Saranno garantite, dal lunedì al sabato, le consulenze per il Pronto Soccorso e per le Unità Operative del P.O. Sirai e l’attività ambulatoriale solamente nel P.O. Sirai.
Si provvederà a inoltrare tempestiva comunicazione nel momento in cui verrà ripristinata la dotazione organica minima tale da poter garantire la ripresa dell’attività chirurgica ortopedica in urgenza.
Si invitano, infine, le Direzioni Mediche di Presidio a voler informare le Unità Operative Ospedaliere sulla decisione assunta.»
La salute della donna: garantire qualità, equità e appropriatezza dei servizi sanitari e sociali, è il tema al centro dell’incontro che si terrà l’8 marzo 2024 presso l’Antica Casa Fenu a Villamassargia, frutto della collaborazione tra la ASL Sulcis Iglesiente e il comune di Villamassargia con l’obiettivo di fare il punto sui bisogni assistenziali della donna con un focus sulla recente introduzione della partoanalgesia presso il CTO di Iglesias. Nel corso dell’incontro, moderato dalla giornalista Carmina Conte, l’artista Marta Dessì realizzerà un disegno sul tema.
Ore 16.00: Saluti istituzionali di Debora Porrà, sindaca del comune di Villamassargia e introduzione della dott.ssa Giuliana Campus, direttore generale ASL Sulcis
Ore 16.15 La partoanalgesia: un lavoro d’equipe
Dott. Ilario Serra – Ginecologo
Dott. Aldo Clemenza – Anestesista
Dott. Ciro Clemente – Pediatra
Dott.ssa Beatrice Frau – Ostetrica
Ore 16.45 – I Consultori: il luogo privilegiato per la Medicina di genere
Dott.ssa Eliana Marini – Ginecologo
Dott.ssa Katia Palmas – Psicologa
Ore 17.00 – Il volontariato per la medicina di genere
Luisella Colombano per ODV ‘Consultiamoci’
Ore 17.15 – Conclusioni – Dott.ssa Giuliana Campus
E’ stato inaugurato questa mattina il nuovo Centro Trasfusionale operativo presso l’Ospedale CTO di Iglesias (piano terra, corpo centrale) in
locali completamente rinnovati con macchinari e attrezzature all’avanguardia. Erano presenti, tra gli altri, la dottoressa Giuliana Campus, direttore generale della Asl Sulcis, e Mauro Usai, sindaco del comune di Iglesias.
Il Centro è composto da sala d’attesa, accettazione, ambulatorio medico, sala aferesi, sala visita donatori, sala donazione e area ristoro.
La struttura è destinata alle attività di donazione – circa 3.500 all’anno -, in particolare, dopo un’adeguata valutazione del donatore da parte del Medico, avviene la raccolta di sangue intero ed emocomponenti in aferesi (plasma e piastrine).
Il Centro è inoltre destinato alla medicina trasfusionale, alla gestione dei pazienti che necessitano di salassi terapeutici in aferesi e infusione di terapia marziale.
E’ disponibile presso il Centro anche l’unità mobile (autoemoteca) per la raccolta di sangue intero nei paesi del territorio del Sulcis Iglesiente in collaborazione con le associazioni di volontariato gestita dal personale del centro trasfusionale.
Si è tenuta questa mattina, nella sala conferenze della Asl di Carbonia, la presentazione del progetto sperimentale dal titolo “Vedo il mondo attraverso gli occhi di mamma e papà”, frutto della collaborazione tra il comune di Villamassargia e la ASL del Sulcis Iglesiente, in particolare con l’intervento dell’unità operativa di Neuropsichiatria infantile, per far emergere i bisogni educativi speciali.
L’iter, avviato oggi, giovedì 22 febbraio, si compone di tre aree di riferimento: scolastica, socio- assistenziale e sanitaria. La partenza del progetto, che coinvolge i piccoli del Nido per arrivare alla scuola dell’Infanzia e a quella primaria, con un focus sulle classi in uscita, intende far comprendere che l’attenzione è sul bambino che viene accompagnato alla risoluzione del problema dai genitori e dalle figure professionali specializzate sul campo.
«In un periodo delicato come quello dell’infanzia ci si propone di supportare le famiglie di Villamassargia nel percorso di analisi dei bisogni dei loro figli e nella predisposizione delle azioni di supporto e sostegno psicosociale e sanitario, un modo per accorciare i tempi d’attesa delle visite per le quali si aspetta anche un anno – ha esordito la sindaca di Villamassargia Debora Porrà -. Il progetto costruisce un ponte diretto tra famiglie e servizi socio-sanitari, realizzando una rete di cura che parte dalla prevenzione, in stretto coordinamento con la Asl Sulcis che ringraziamo.»
A livello sociale verrà effettuato un orientamento su diritti e opportunità come riconoscimento dell’invalidità civile, indennità di frequenza, predisposizione di progetti educativi da condividere in ambito scolastico per gli alunni BES, ai fini di un’adeguata inclusione.
«Dal punto di vista sanitario – ha messo in evidenza la direttrice dell’Asl Giuliana Campus – è fondamentale la presa in carico globale dei minori fragili o con bisogni speciali: la fase osservativa consente infatti di effettuare con maggiore celerità una valutazione diagnostica e di stabilire il corretto iter terapeutico in tempi ragionevoli, evitando il ricorso a servizi privati che comportano dei costi da sostenere.»
La difficoltà emotiva del minore, se riscontrata celermente, può essere curata con un’attività di prevenzione non riparativa. Ed è proprio con un intervento in ambito scolastico che si possono rilevare eventuali criticità.
Il programma inizia con cinque incontri dedicati alla scuola d’infanzia e alla primaria e quattro incontri da svolgersi presso l’asilo nido e verranno condotti da un tecnico comportamentale ABA certificato e da uno psicologo. Lo svantaggio dei piccoli può essere di tipo socioculturale oppure dipendenti dal contesto ambientale: si tratta di identificarli grazie alla valutazione da parte di figure professionali che lavorino con gli alunni. Le osservazioni dei professionisti possono infatti scaturire da attività laboratoriali e attività ludico-ricreative fatte con i bambini. A seguito di queste valutazioni, in una modalità di totale collaborazione con i genitori, si darà seguito, in base agli esiti, a una presa in carico del servizio UONPIA, Unità Operativa Neuropsichiatria Infantile della ASL Sulcis Iglesiente.
Da qui la sottoscrizione in data odierna da parte del comune di Villamassargia e dall’Asl di un “patto educativo” con le famiglie e in collaborazione con gli insegnanti, al fine di essere alleati e collaudare una precisa metodologia di lavoro.
Il nido comunale di Villamassargia e l’Istituto Comprensivo Meloni sono i primi ad aver aderito all’idea progettuale.
Il 19 gennaio la ASL Sulcis divulga una notizia apparentemente rivoluzionaria, il Direttore Generale definisce “estremamente importante dotare il territorio di servizi integrati che consentano di avere le migliori cure attraverso percorsi terapeutici condivisi”.
Inaugurazione con foto che passerà alla storia sul sito ASL Carbonia, entusiasmo alle stelle della dottoressa Giuliana Campus, del consigliere regionale, dell’oncologo ma anche del sindaco di Iglesias che apprezza l’iniziativa e prevede mobilità oncologica positiva da altri territori, se fosse un ciclista non scamperebbe all’antidoping.
Ma di cosa stiamo parlando? «Abbiamo – sentenzia il D.G. – potenziato il servizio oncologico, niente tagli al Sirai». Espressioni salomoniche per dispensare un po’ di valium a possibili campanilismi. In realtà, per il momento l’iniziativa si limita ad una accoglienza ambulatoriale settimanale (una mattina) per i pazienti oncologici del distretto di Iglesias, non si può certo condividere l’euforia sanitaria per una città abituata alle inaugurazioni, ai fuochi d’artificio a salve senza continuità.
La regione sarda con delibera di giunta N. 41/36 del 1.12.2023 Istituisce il Codice DO7: «Sospetto diagnostico di patologia neoplastica».
Recente ma opportuna esenzione, prevede un finanziamento per la ASL di Carbonia dedicato, di quasi 64.000 euro per il 2023 e tre volte tanto negli anni successivi. Apparentemente qualcosa si muove ma quali sono le priorità per i pazienti tumorali e le rispettive famiglie? Come possiamo raccontare il tempo dell’angoscia, dell’incertezza che cresce di giorno in giorno dal primo sospetto di tumore al momento della proposta terapeutica?
Il cancro è malattia globale, malattia della famiglia
La Malattia Tumorale è sofferenza globale, decolla con un manipolo di cellule atipiche per dilagare e acchiappare l’umanità complessiva del paziente, la famiglia, la cornice sociale del paziente. Che fare? Ma, soprattutto, come fare in fretta perché quel sospetto interrompe, annichilisce sogni, progetti, speranze, non di attesa sopportabile si tratta.
Come procede oggi il percorso diagnostico oncologico dopo il sospetto? La risposta del Servizio sanitario pubblico è lenta, troppo lenta, inadeguata ad accogliere la domanda pressante di un futuro senza certezze. Nella mia esperienza quotidiana non ricordo prime diagnosi arrivate dall’Oncologia del Sulcis, dai reparti ospedalieri certamente, spesso in occasione di ricoveri e accertamenti ma in genere la diagnosi origina nel territorio per valutazioni proposte dal medico di famiglia o pediatra, confermati da specialisti privati, come mai? Il Paziente non trovando pronta accoglienza nella ASL perché inaccettabili i tempi della sanità pubblica, sperimenta la prima ma non sarà l’ultima delusione, deve confrontarsi con la non rinviabile necessità di investire da un momento all’altro i suoi risparmi quando ci sono e comunque decolla il calvario non solo economico ma emotivo, esistenziale e comincia il nomadismo per la salvezza.
Gli uomini sono uguali difronte alla legge? spesso, non altrettanto davanti al cancro certamente “democratico” ma la diagnosi precoce e quindi l’esordio terapeutico vede privilegiato chi ha buone disponibilità economiche.
Registro tra i miei pazienti, oggi più del passato, una grossa percentuale di viaggi per diagnostica oncologica extraregionale (Lombardia, Veneto, Lazio) e regionale extra ASL, come del resto una significativa percentuale di malati tumorali (70%) che ricevono chemioterapie e follow-up si proiettano verso lidi distanti dal Sulcis. Esiste quindi una significativa mobilità passiva (transumanza di euro) oncologica per la nostra ASL a cui si sommano le spese individuali ingiuste, disumane e i disagi di centinaia di famiglie che incrociano solitudine e l’abbandono dalle istituzioni sanitarie.
Su bixinau
Ho assistito con autentica emozione a collette di quartieri e gruppi di Amici (Su Bixinau, oggi, che tristezza, meno vissuto e partecipato di un tempo) che pur di sostenere un malato oncologico si sono organizzati per garantire il viaggio della speranza, sostituendosi al sistema sanitario sempre più ostaggio dei famelici partiti politici per i quali la solidarietà è solo elettorale. Da tanto frequento le trincee della sofferenza e della malattia e quando partecipo a trasformazioni della “normalità”, sempre più orientata all’egoismo e al disinteresse sociale, in solidarietà mi chiedo dopo qualche brivido e non poca rabbia cosa si dovrebbe fare? La triste realtà richiede responsabilità e buon senso da parte di tutti.
Ho sperimentato l’ingiustizia che subiscono tutti i pazienti fragili normalmente invocati nelle campagne elettorali ma subito dopo “scordati e scaricati” per iniziative più clientelari e vantaggiose. Da anni i pazienti del Sulcis, oncologici e non, come della Sardegna, devono affrontare, benché esenti,spese dovute al dilettantismo della regione incapace di garantire i diritti contemplati nei LEA. Questi pazienti sono la “mission” del medico e del sindaco del paese, questi garantiscono il mio onorario mensile, quello dei sindaci e i suoi dottoressa Giuliana Campus (indicata secondo lo Spoil system) eppure io mi indigno e vergogno come tanti miei colleghi ma Lei e i sindaci?
Chiesi nel 2021, considerandoli sensibili alle vicende dei loro cittadini, al presidente dell’ANCI Emiliano Deiana e del CAL Andrea Soddu un impegno per rivendicare dalla regione il rimborso ai pazienti riconosciuti titolari di esenzioni le spese per terapie e accertamenti urgenti sostenuti personalmente ma ingiustamente. Nessuna risposta, il sindaco Mauro Usai si impegnò pubblicamente nel marzo 2022 davanti a buona parte del consiglio comunale, numerose associazioni e sindacati a sostenere l’iniziativa…non pervenuta. Per segnalare la mia personale delusione e sfiducia in quanti in quella foto inaugurativa le hanno garantito, silenzio ipocrita e simpatia le racconto un episodio eloquente di come Lei, il suo staff e la Giunta regionale siete distanti dalla realtà, contraddittori e inaffidabili.
Martedì 23 gennaio, alle ore 16,30, in ambulatorio incontro (chiamiamolo) Giovannino, mi consegna gli esami e accertamenti che aspettavamo, preparo la richiesta di visita oncologica con ben evidenziata l’esenzione D07, il paziente raggiunge il CUP dell’Ospedale Santa Barbara e dopo 35 minuti rientra in ambulatorio per aggiornarmi:
«Dottore al CUP mi hanno detto che l’esenzione D07 non esiste e che se volevo la visita potevo farla tra qualche mese ma non al CTO, al Policlinico di Monserrato, non intendo aspettare, mi suggerisca il nome di uno specialista privato.»
«Non sappia la tua sinistra quello che fa la destra.»
Epidemiologia oncologica Sulcis
Il distretto di Iglesias censiva secondo i dati presentati nel corso della Giornata del malato tumorale del 2011 (sarà mia premura farle arrivare le slide dell’iniziativa ) oltre 1.700 pazienti
Tumorali 4.000 nell’intero Sulcis, oggi per l’impennata dovuta all’invecchiamento arriviamo a 1.800 e 4.200, tra i miei pazienti il cancro è da alcuni anni la prima causa di morte, recentemente le diagnosi arrivano spesso dopo gravi ritardi o dopo importanti sforzi economici, francamente sentire Lei che dedicando una mattina alla settimana a questi malati fa invertire la rotta sgomenta, farebbe risparmiare la benzina a qualche famiglia per i 25 chilometri che separano Carbonia e ben figurare qualche politico di Iglesias, e poi?
Moltiplicare gli ambulatori senza rimodulare il metodo, garantire l’immediata diagnostica non produce vantaggi concreti ai pazienti. L’Oncologia negli Stati Uniti e Inghilterra da decenni propone un approccio differente, condivisibile e vantaggioso per i pazienti ma in Italia non è mai stato semplice accettare, handicap della nostra medicina, una variazione di rotta su convinzioni cristallizzate ma potenzialmente migliorabili.
Iglesias città dell’auto aiuto
Nel 2002 nasceva in città il primo gruppo di Auto Aiuto tra malati tumorali in Sardegna, ispirandosi al primo nato a Burlington nel 1974 e al Metodo Simonton. Si riconosce al paziente una innata energia, una potenzialità da mettere in gioco nei momenti di maggiore sconforto, tanta vitalità si può valorizzare sia nella fase diagnostico-terapeutica ma anche dopo e con l’Auto Aiuto trova la straordinaria opportunità di dare significato all’esperienza neoplastica.
Può la Medicina moderna quando tratta malattie globali come i tumori, l’alcolismo e il disagio mentale o le malattie demielinizzanti fare a meno della collaborazione preziosa e insostituibile dei Pazienti e delle loro famiglie impegnate nell’Auto Aiuto?
Sarebbe veramente utile la destinazione dei locali della ASL, nelle cittadine più popolate, dedicati ai pazienti per favorire l’incontro tra chi ha superato le difficoltà e coloro che le stanno affrontando, nascerebbe una alleanza terapeutica tra chi offre e chi riceve, i risultati sarebbero di grande aiuto ai medici di riferimento.
Dare senso alla vita
Il malato merita di essere valorizzato innanzitutto come Uomo, essenziale curare l’organo malato ma doveroso rinvigorire tutte le dimensioni sane che normalmente la Medicina sottovaluta, il primo oppositore alla neoplasia è la parte sana del paziente, da attivare senza rinvii. Chirurgia, Radioterapia, Chemioterapia da far decollare tempestivamente quando indicata ma immediato sostegno psicologico e Auto Aiuto in una visione olistica armonica. Simonton (Oncologo e Radioterapista) dimostrò che un supporto psicologico settimanale raddoppia la sopravvivenza del malato oncologico rispetto ai controlli. Iglesias dal settembre 2009 è Città dell’Auto Aiuto con delibera del Consiglio comunale, meriterebbe una rilettura, tra un evento e l’altro.
Un Servizio Oncologico Provinciale diventa riferimento solo se garantisce:
ACCOGLIENZA e ASCOLTO: Rapido nella diagnostica
CONDIVISIONE e SOLIDARIETA’: Empatia con la sofferenza
TERAPIA: quanto si possa realizzare in quel Territorio compresa di psicoterapia
SPERANZA nel FUTURO: certamente non facile da iniettare ma testimoniabile con L’Auto Aiuto
STRETTI e COSTANTI CONTATTI con il TERRITORIO
Un Servizio Oncologico Utile alla Comunità non si valorizza con numerose succursali ma deve essere UNICO, ORGANIZZATO, ACCESSIBILE in tempi rapidi con proposte e trattamenti immediatamente realizzabili. Tutto il resto sono chiacchiere, marchette politiche, battaglie campanilistiche, dannose al presente e futuro dei malati.
Chi vive lontano dalla prima linea è come il naufrago, parla senza sestante, propone senza avere ascoltato, annusato, visto, palpato e condiviso la realtà.
Le avanzo una proposta: accertamenti diagnostici gratuiti, garantiti rapidamente per tutti i pazienti con sospetta patologia tumorale prescrivibili dal medico di famiglia, ospedaliero, specialista Ambulatoriale che si assumono la responsabilità del sospetto diagnostico.
Non si offenda ma qualche visita in più al CTO secondo Lei cambia veramente questa storia?
Se i protagonisti dell’inaugurazione al CTO avessero un parente stretto con una sospetta neoplasia porterebbero la richiesta al CUP?
Giorgio Madeddu
Medico di famiglia Iglesias
E’ stato inaugurato questa mattina, presso il Presidio Ospedaliero CTO di Iglesias (piano terra), il nuovo ambulatorio oncologico alla presenza della Direzione Aziendale, della Direzione di Presidio e del personale medico e sanitario che opererà presso il servizio. Si tratta di un servizio integrativo e complementare di quello già operante all’ospedale Sirai di Carbonia, che consentirà di assicurare in tutto il territorio della Asl Sulcis, a tutti i pazienti, le stesse cure oncologiche degli altri presidi ospedalieri, sia sardi sia della Penisola.
Vediamo l’intervista realizzata con il direttore generale della Asl Sulcis, la dottoressa Giuliana Campus.