22 December, 2024
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Il 19 gennaio la ASL Sulcis divulga una notizia apparentemente rivoluzionaria, il Direttore Generale definisce “estremamente importante dotare il territorio di servizi integrati che consentano di avere le migliori cure attraverso percorsi terapeutici condivisi”.
Inaugurazione con foto che passerà alla storia sul sito ASL Carbonia, entusiasmo alle stelle della dottoressa Giuliana Campus, del consigliere regionale, dell’oncologo ma anche del sindaco di Iglesias che apprezza l’iniziativa e prevede mobilità oncologica positiva da altri territori, se fosse un ciclista non scamperebbe all’antidoping.
Ma di cosa stiamo parlando? «Abbiamosentenzia il D.G. potenziato il servizio oncologico, niente tagli al Sirai». Espressioni salomoniche per dispensare un po’ di valium a possibili campanilismi. In realtà, per il momento l’iniziativa si limita ad una accoglienza ambulatoriale settimanale (una mattina) per i pazienti oncologici del distretto di Iglesias, non si può certo condividere l’euforia sanitaria per una città abituata alle inaugurazioni, ai fuochi d’artificio a salve senza continuità.
La regione sarda con delibera di giunta N. 41/36 del 1.12.2023 Istituisce il Codice DO7: «Sospetto diagnostico di patologia neoplastica».

Recente ma opportuna esenzione, prevede un finanziamento per la ASL di Carbonia dedicato, di quasi 64.000 euro per il 2023 e tre volte tanto negli anni successivi. Apparentemente qualcosa si muove ma quali sono le priorità per i pazienti tumorali e le rispettive famiglie? Come possiamo raccontare il tempo dell’angoscia, dell’incertezza che cresce di giorno in giorno dal primo sospetto di tumore al momento della proposta terapeutica?

Il cancro è malattia globale, malattia della famiglia

La Malattia Tumorale è sofferenza globale, decolla con un manipolo di cellule atipiche per dilagare e acchiappare l’umanità complessiva del paziente, la famiglia, la cornice sociale del paziente. Che fare? Ma, soprattutto, come fare in fretta perché quel sospetto interrompe, annichilisce sogni, progetti, speranze, non di attesa sopportabile si tratta.

Come procede oggi il percorso diagnostico oncologico dopo il sospetto? La risposta del Servizio sanitario pubblico è lenta, troppo lenta, inadeguata ad accogliere la domanda pressante di un futuro senza certezze. Nella mia esperienza quotidiana non ricordo prime diagnosi arrivate dall’Oncologia del Sulcis, dai reparti ospedalieri certamente, spesso in occasione di ricoveri e accertamenti ma in genere la diagnosi origina nel territorio per valutazioni proposte dal medico di famiglia o pediatra, confermati da specialisti privati, come mai? Il Paziente non trovando pronta accoglienza nella ASL perché inaccettabili i tempi della sanità pubblica, sperimenta la prima ma non sarà l’ultima delusione, deve confrontarsi con la non rinviabile necessità di investire da un momento all’altro i suoi risparmi quando ci sono e comunque decolla il calvario non solo economico ma emotivo, esistenziale e comincia il nomadismo per la salvezza.
Gli uomini sono uguali difronte alla legge? spesso, non altrettanto davanti al cancro certamente “democratico” ma la diagnosi precoce e quindi l’esordio terapeutico vede privilegiato chi ha buone disponibilità economiche.
Registro tra i miei pazienti, oggi più del passato, una grossa percentuale di viaggi per diagnostica oncologica extraregionale (Lombardia, Veneto, Lazio) e regionale extra ASL, come del resto una significativa percentuale di malati tumorali (70%) che ricevono chemioterapie e follow-up si proiettano verso lidi distanti dal Sulcis. Esiste quindi una significativa mobilità passiva (transumanza di euro) oncologica per la nostra ASL a cui si sommano le spese individuali ingiuste, disumane e i disagi di centinaia di famiglie che incrociano solitudine e l’abbandono dalle istituzioni sanitarie.

Su bixinau

Ho assistito con autentica emozione a collette di quartieri e gruppi di Amici (Su Bixinau, oggi, che tristezza, meno vissuto e partecipato di un tempo) che pur di sostenere un malato oncologico si sono organizzati per garantire il viaggio della speranza, sostituendosi al sistema sanitario sempre più ostaggio dei famelici partiti politici per i quali la solidarietà è solo elettorale. Da tanto frequento le trincee della sofferenza e della malattia e quando partecipo a trasformazioni della “normalità”, sempre più orientata all’egoismo e al disinteresse sociale, in solidarietà mi chiedo dopo qualche brivido e non poca rabbia cosa si dovrebbe fare? La triste realtà richiede responsabilità e buon senso da parte di tutti.
Ho sperimentato l’ingiustizia che subiscono tutti i pazienti fragili normalmente invocati nelle campagne elettorali ma subito dopo “scordati e scaricati” per iniziative più clientelari e vantaggiose. Da anni i pazienti del Sulcis, oncologici e non, come della Sardegna, devono affrontare, benché esenti,spese dovute al dilettantismo della regione incapace di garantire i diritti contemplati nei LEA. Questi pazienti sono la “mission” del medico e del sindaco del paese, questi garantiscono il mio onorario mensile, quello dei sindaci e i suoi dottoressa Giuliana Campus (indicata secondo lo Spoil system) eppure io mi indigno e vergogno come tanti miei colleghi ma Lei e i sindaci?
Chiesi nel 2021, considerandoli sensibili alle vicende dei loro cittadini, al presidente dell’ANCI Emiliano Deiana e del CAL Andrea Soddu un impegno per rivendicare dalla regione il rimborso ai pazienti riconosciuti titolari di esenzioni le spese per terapie e accertamenti urgenti sostenuti personalmente ma ingiustamente. Nessuna risposta, il sindaco Mauro Usai si impegnò pubblicamente nel marzo 2022 davanti a buona parte del consiglio comunale, numerose associazioni e sindacati a sostenere l’iniziativa…non pervenuta. Per segnalare la mia personale delusione e sfiducia in quanti in quella foto inaugurativa le hanno garantito, silenzio ipocrita e simpatia le racconto un episodio eloquente di come Lei, il suo staff e la Giunta regionale siete distanti dalla realtà, contraddittori e inaffidabili.
Martedì 23 gennaio, alle ore 16,30, in ambulatorio incontro (chiamiamolo) Giovannino, mi consegna gli esami e accertamenti che aspettavamo, preparo la richiesta di visita oncologica con ben evidenziata l’esenzione D07, il paziente raggiunge il CUP dell’Ospedale Santa Barbara e dopo 35 minuti rientra in ambulatorio per aggiornarmi:
«Dottore al CUP mi hanno detto che l’esenzione D07 non esiste e che se volevo la visita potevo farla tra qualche mese ma non al CTO, al Policlinico di Monserrato, non intendo aspettare, mi suggerisca il nome di uno specialista privato.»

«Non sappia la tua sinistra quello che fa la destra.»

Epidemiologia oncologica Sulcis 

Il distretto di Iglesias censiva secondo i dati presentati nel corso della Giornata del malato tumorale del 2011 (sarà mia premura farle arrivare le slide dell’iniziativa ) oltre 1.700 pazienti
Tumorali 4.000 nell’intero Sulcis, oggi per l’impennata dovuta all’invecchiamento arriviamo a 1.800 e 4.200, tra i miei pazienti il cancro è da alcuni anni la prima causa di morte, recentemente le diagnosi arrivano spesso dopo gravi ritardi o dopo importanti sforzi economici, francamente sentire Lei che dedicando una mattina alla settimana a questi malati fa invertire la rotta sgomenta, farebbe risparmiare la benzina a qualche famiglia per i 25 chilometri che separano Carbonia e ben figurare qualche politico di Iglesias, e poi?
Moltiplicare gli ambulatori senza rimodulare il metodo, garantire l’immediata diagnostica non produce vantaggi concreti ai pazienti. L’Oncologia negli Stati Uniti e Inghilterra da decenni propone un approccio differente, condivisibile e vantaggioso per i pazienti ma in Italia non è mai stato semplice accettare, handicap della nostra medicina, una variazione di rotta su convinzioni cristallizzate ma potenzialmente migliorabili.

Iglesias città dell’auto aiuto

Nel 2002 nasceva in città il primo gruppo di Auto Aiuto tra malati tumorali in Sardegna, ispirandosi al primo nato a Burlington nel 1974 e al Metodo Simonton. Si riconosce al paziente una innata energia, una potenzialità da mettere in gioco nei momenti di maggiore sconforto, tanta vitalità si può valorizzare sia nella fase diagnostico-terapeutica ma anche dopo e con l’Auto Aiuto trova la straordinaria opportunità di dare significato all’esperienza neoplastica.
Può la Medicina moderna quando tratta malattie globali come i tumori, l’alcolismo e il disagio mentale o le malattie demielinizzanti fare a meno della collaborazione preziosa e insostituibile dei Pazienti e delle loro famiglie impegnate nell’Auto Aiuto?

Sarebbe veramente utile la destinazione dei locali della ASL, nelle cittadine più popolate, dedicati ai pazienti per favorire l’incontro tra chi ha superato le difficoltà e coloro che le stanno affrontando, nascerebbe una alleanza terapeutica tra chi offre e chi riceve, i risultati sarebbero di grande aiuto ai medici di riferimento.

Dare senso alla vita

Il malato merita di essere valorizzato innanzitutto come Uomo, essenziale curare l’organo malato ma doveroso rinvigorire tutte le dimensioni sane che normalmente la Medicina sottovaluta, il primo oppositore alla neoplasia è la parte sana del paziente, da attivare senza rinvii. Chirurgia, Radioterapia, Chemioterapia da far decollare tempestivamente quando indicata ma immediato sostegno psicologico e Auto Aiuto in una visione olistica armonica. Simonton (Oncologo e Radioterapista) dimostrò che un supporto psicologico settimanale raddoppia la sopravvivenza del malato oncologico rispetto ai controlli. Iglesias dal settembre 2009 è Città dell’Auto Aiuto con delibera del Consiglio comunale, meriterebbe una rilettura, tra un evento e l’altro.

Un Servizio Oncologico Provinciale diventa riferimento solo se garantisce:
ACCOGLIENZA e ASCOLTO: Rapido nella diagnostica
CONDIVISIONE e SOLIDARIETA’: Empatia con la sofferenza
TERAPIA: quanto si possa realizzare in quel Territorio compresa di psicoterapia
SPERANZA nel FUTURO: certamente non facile da iniettare ma testimoniabile con L’Auto Aiuto
STRETTI e COSTANTI CONTATTI con il TERRITORIO
Un Servizio Oncologico Utile alla Comunità non si valorizza con numerose succursali ma deve essere UNICO, ORGANIZZATO, ACCESSIBILE in tempi rapidi con proposte e trattamenti immediatamente realizzabili. Tutto il resto sono chiacchiere, marchette politiche, battaglie campanilistiche, dannose al presente e futuro dei malati.
Chi vive lontano dalla prima linea è come il naufrago, parla senza sestante, propone senza avere ascoltato, annusato, visto, palpato e condiviso la realtà.
Le avanzo una proposta: accertamenti diagnostici gratuiti, garantiti rapidamente per tutti i pazienti con sospetta patologia tumorale prescrivibili dal medico di famiglia, ospedaliero, specialista Ambulatoriale che si assumono la responsabilità del sospetto diagnostico.
Non si offenda ma qualche visita in più al CTO secondo Lei cambia veramente questa storia?
Se i protagonisti dell’inaugurazione al CTO avessero un parente stretto con una sospetta neoplasia porterebbero la richiesta al CUP?

Giorgio Madeddu
Medico di famiglia Iglesias

E’ stato inaugurato questa mattina, presso il Presidio Ospedaliero CTO di Iglesias (piano terra), il nuovo ambulatorio oncologico alla presenza della Direzione Aziendale, della Direzione di Presidio e del personale medico e sanitario che opererà presso il servizio. Si tratta di un servizio integrativo e complementare di quello già operante all’ospedale Sirai di Carbonia, che consentirà di assicurare in tutto il territorio della Asl Sulcis, a tutti i pazienti, le stesse cure oncologiche degli altri presidi ospedalieri, sia sardi sia della Penisola.

Vediamo l’intervista realizzata con il direttore generale della Asl Sulcis, la dottoressa Giuliana Campus.

Una petizione popolare per impedire la chiusura del reparto di Urologia dell’ospedale Sirai di Carbonia. E’ l’iniziativa assunta da un comitato spontaneo che oggi l’ha spedita tramite Pec, con alcune centinaia di firme di cittadini di Carbonia e non solo, all’assessore regionale della Sanità Carlo Doria, alla direttrice generale della ASL Sulcis dott.ssa Giuliana Campus e al direttore sanitario della stessa Azienda Sanitaria dott. Giuseppe Piras, con la ferma richiesta di «non privarci di questo Servizio».
Di seguito il testo integrale della petizione.
«Buongiorno a tutti… vi chiediamo una firma per scongiurare la chiusura del reparto di Urologia di Carbonia. La temporanea chiusura, senza una data di riapertura, con l’accorpamento alla Chirurgia, segna la fine di questo reparto ormai da anni vessato da ingiustificate e continue minacce di chiusura.
L’Urologia di Carbonia da anni è un punto di riferimento importantissimo per l’utenza di tutto il territorio gravemente interessata da patologie del tratto urinario spesso di carattere d’urgenza che necessitano di un tempestivo intervento, ma anche di carattere tumorale, per le quali non si può perdere tempo.
La decisione di chiudere è dettata dal fatto che da un giorno all’altro il reparto si è trovato sguarnito di 5 medici, tra cui il primario, che si sono licenziati perché vincitori di concorso in un’altra struttura.
Attualmente il reparto conta di 2 medici che da Aprile ad oggi hanno continuato a lavorare a pieno regime, non solo le utenze, ma anche interventi ordinari nonché attività ambulatoriale, biopsie, cistoscopie, litotrissie, riuscendo addirittura a smaltire le lunghe liste d’attesa.
La chiusura comporterebbe l’esodo degli utenti della zona verso altre strutture del Cagliaritano se non oltre creando disagi che graverebbero sui pazienti e la loro salute.
Tutto ciò ci ha convinto a portarvi a conoscenza di questo grave errore che si sta commettendo e quindi si chiede il vostro sostegno attraverso una vostra firma

L’Unità operativa di Medicina trasfusionale dell’ospedale Sirai di Carbonia patisce, al pari di altri reparti e servizi nella medesima struttura, una condizione di incertezza nella sua operatività, a causa delle gravi carenze negli organici; in particolare sul fronte medico. Per questo motivo, ieri mattina, una delegazione dei pazienti rappresentata dalla presidente dell’Associazione Thalassa Azione, Maria Antonina Sebis, e dalla portavoce dei pazienti “talassemici trasfusione dipendenti” del Sirai, Francesca Piras, ha incontrato la direttrice generale della Asl Sulcis Giuliana Campus. L’incontro è stato promosso dal consigliere regionale del territorio Fabio Usai.

«Alla direttrice Giuliana Campus abbiamo manifestato le nostre preoccupazioni in merito all’operatività del reparto e alla continuazione del servizio che coinvolge un numero importante di cittadini talassemici o comunque dipendenti da trasfusione in tutto il territorio – spiegano Maria Antonia Sebis e Francesca Piras -. Senza la costanza e la qualità delle cure erogate all’ospedale Sirai, proseguono le referenti dei pazienti, la prospettiva di vita di molte persone verrebbe messa a serio rischio.»

Le due rappresentanti hanno chiesto alla direttrice della Asl Sulcis interventi concreti, al fine di evitare il depotenziamento del servizio e, peggio ancora, la sua chiusura: «Alle nostre sollecitazioniMaria Antonia Sebis e Francesca Piras -, la dott.ssa Giuliana Campus ha risposto illustrandoci le azioni avviate dal suo ufficio per scongiurare ogni ipotesi di depotenziamento del servizio, tra cui lo scorrimento delle graduatorie per l’arruolamento di nuove figure mediche per l’applicazione dei protocolli terapeutici ai pazienti trasfusione dipendenti, e l’assunzione di specializzandi da utilizzare nell’ambito del servizio dedicato ai donatori di sangue all’interno del centro».

«In attesa che gli impegni presi dalla Direttrice generale siano tradotti in atti concreti, concludono le due referenti dei pazienti, manteniamo comunque un approccio fiducioso e positivo verso il futuroconcludono Maria Antonia Sebis e Francesca Piras . Ovviamente monitoreremo l’andamento del reparto e l’applicazione pratica degli impegni discussi oggi, senza minimamente abbassare la guardia.»

 

Le criticità insite nei reparti di Cardiologia e Traumatologia e l’emergenza presente nel reparto di Urologia in merito alla grave carenza di personale e all’ipotesi di accorpare quest’ultimo con quello di Chirurgia generale dell’ospedale Sirai di Carbonia, sono state al centro dell’incontro avuto stamane dal consigliere regionale Fabio Usai con la Direttrice generale della ASL 7 Giuliana Campus.

«Ho manifestato le forti preoccupazioni dei cittadini del nostro territorio alla Direttrice generale Giuliana Campus, in merito alle gravi criticità dei reparti di Cardiologia e Traumatologia e al paventato accoprpamento dei reparti di Urologia e Chirurgia nello stesso nosocomio ha detto Fabio Usai -. Una prospettiva, quest’ultima, assolutamente negativa e da scongiurare, in quanto minerebbe fortemente il servizio di Urologia e le prerogative di tanti pazienti che ogni giorno ricorrono alle cure di un reparto che nel tempo ha dimostrato di essere un’eccellenza.»

«A queste preoccupazioni la Direttrice generale ha replicato affermando di aver inviato una lettera urgente all’assessore regionale Carlo Doria, nella quale si chiede l’acquisizione di almeno 2 unità di personale medico specializzando in Urologia, attualmente assegnato all’azienda ospedaliera di Sassariha aggiunto Fabio Usai -. Pertanto, secondo quanto espresso dalla dott.ssa Giuliana Campus, per ora i due reparti non verranno accorpati e le attività continueranno normalmente. Questa iniziativa della Direttrice, per quanto presenti evidenti limiti ed elementi di criticità, è quantomeno un tentativo di uscire da una situazione critica ha concluso Fabio Usai -. In attesa di riscontri da parte della Regione continuerò a sollecitare soluzioni strutturali.»

A partire da lunedì 6 novembre 2023 l’attività dell’Unità Operativa di Urologia dell’ospedale Sirai di Carbonia verrà temporaneamente integrata nel reparto di Chirurgia Generale. La disposizione organizzativa è stata ufficializzata giovedì 2 novembre dal direttore medico Giovanna Gregu e dal direttore sanitario della Asl Sulcis Iglesiente Giuseppe Piras, ai due medici “superstiti” nel reparto di Urologia, Ignazio Flaviani e Riccardo Farci, dopo il trasferimento del primario Andrea Solinas e di altri quattro medici ad altre strutture ospedaliere della Sardegna, che sono stati pregati di prendere accordi com il responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Antonella Piredda, per l’organizzazione delle attività.

La decisione, nell’aria ormai da alcune settimane, ha provocato la durissima reazione del consigliere regionale Fabio Usai che ha prima presentato un’interrogazione urgente all’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, e poi inoltrato una richiesta di incontro urgente alla Direttrice generale Giuliana Campus, per affrontare la questione. «Considerata l’urgenza delle tematiche afferenti l’accorpamento dei reparti di Urologia e Chirurgia generale, alla luce anche delle conseguenze che tali decisioni stanno ingenerando o potranno ingenerare sui livelli qualitativi di assistenza sanitaria per i cittadini, ovvero alle ripercussioni sociali in ambito territorialeha detto Fabio Usai -, è necessario convocare immediatamente un tavolo di confronto con la dirigenza sanitaria del territorio. Pertanto, ho chiesto un incontro da tenersi il prossimo 6 novembre, nel quale ragionare su ogni iniziativa e azione utili a scongiurare il depotenziamento dei servizi.»

I 22 sindaci dei Comuni del Sulcis Iglesiente che non hanno partecipato alla conferenza socio sanitaria convocata dal direttore generale della ASL Sulcis Iglesiente, Giuliana Campus, e svoltasi venerdì 28 luglio nella sede dell’ARES Sardegna, a Cagliari (era presente solo Debora Porrà, sindaca del comune di Villamassargia), hanno chiesto allo stesso direttore generale della ASL Sulcis Iglesiente Giuliana Campus e al direttore generale di ARES Sardegna Annamaria Tommasella, una nuova convocazione della stessa conferenza socio sanitaria presso la sede della Direzione Generale Carbonia.

«La tematica è ritenuta particolarmente importante e sentita da parte di ognuno dei 22 Sindaci, rappresentanti di un territorio che continua a non avere una struttura adeguata a soddisfare le esigenze della sanità del luogo – si legge nella nota di richiesta di convocazione -. La scelta dell’ubicazione di un nuovo presidio ospedaliero è particolarmente delicata dovendo rispettare determinati requisiti nonché tener conto di un territorio esteso e frastagliato, che coinvolge circa 120.000 abitanti. La scelta è strategica e, pertanto, deve essere attentamente ponderata. Così come accade per qualsiasi altro territorio, quello del Sulcis Iglesiente ha necessità di essere preso in considerazione anche dal punto di vista dell’immagine e delle modalità di interazione da parte degli interlocutori Regionali di qualsivoglia natura.»

I 22 Sindaci (Laura Cappelli – Buggerru, Claudia Mura – Calasetta, Pietro Morittu – Carbonia, Stefano Rombi – Carloforte, Isangela Mascia – Domusnovas, Paolo Sanna – Fluminimaggiore, Andrea Pisanu – Giba, Pietro Cocco – Gonnesa, Mauro Usai – Iglesias, Gian Luca Pittoni – Masainas, Sasha Sais – Musei, Antonello Cani – Narcao, Romeo Ghilleri – Nuxis, Gianluigi Loru – Perdaxius, Mariano Cogotti – Piscinas, Ignazio Atzori – Portoscuso, Elvira Usai – San Giovanni Suergiu, Massimo Impera – Santadi, Ignazio Locci – Sant’Antioco, Maria Teresa Diana – Sant’Anna Arresi, Emanuele Pes – Tratalias, Marcellino Piras – Villaperuccio) hanno chiesto, pertanto, che la riunione relativa alla realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero territoriale nel Sulcis Iglesiente, abbia luogo nel territorio in cui esso dovrà essere costruito, anche alla luce delle molteplici richieste di presenza fisica dell’assessore di competenza e alla stessa è stato invitato a partecipare, presso la sede della Direzione ASL di Carbonia, l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria.

Una struttura in grado di ospitare 8 persone, affette da disturbi psichici, che stanno affrontando un percorso di reinserimento nel loro contesto sociale con l’ausilio di personale specializzato.
Sarà restituita al territorio lunedì 24 luglio 2023, alle ore 12.30, con una nuova inaugurazione, la Comunità di Fluminimaggiore “Il Girasole” in località Perd’e Fogu, dopo un lungo stop dovuto alla necessità di esecuzione di lavori di ristrutturazione: si tratta di una residenza terapeutica riabilitativa della ASL Sulcis destinata a persone adulte con disturbi psicopatologici di media intensità, gestita dalla cooperativa sociale CTR Onlus.
Nella struttura è presente un’equipe multidisciplinare formata da psichiatri, psicologi, educatori, infermieri e OSS.
In particolare i progetti riabilitativi prevedono:
•    sviluppo delle risorse e delle abilità del soggetto partendo dall’identificazione del bisogno;
•    prevenzione dell’isolamento con la creazione di momenti di socializzazione e nuovi legami oltre la cerchia familiare;
•    formulazione di progetti terapeutici abilitativi personalizzati, orientati all’autonomia personale con precisazione di responsabilità, modalità e tempi di verifica;
•    coinvolgimento attivo dei familiari nel percorso terapeutico-riabilitativo.

All’inaugurazione saranno presenti: il direttore generale ASL Sulcis Giuliana Campus, il direttore sanitario Giuseppe Piras, il direttore amministrativo Milena Pau, il referente del progetto dott. Maurizio Paulis, il sindaco di Fluminimaggiore Paolo Sanna,  i referenti e le équipes della CTR Onlus.

Nella foto di copertina la prima inaugurazione nel 2018

«Contrariamente a quanto riportato da una nota firmata dall’on. Orrù, il Direttore Generale della Asl Sulcis Iglesiente non ha inviato ai reparti del Sirai e Cto alcuna lettera relativa a problematiche relative al servizio di Anatomia Patologica. I prelievi destinati agli esami istologici infatti non hanno subito alcuna interruzione dato che alla convezione con la Asl di Cagliari è seguita quella con la Asl Medio Campidano senza alcuna soluzione di continuità. Qualsiasi altra informazione circolata è priva di fondamento.»

La direzione generale della Asl ha replicato così alla consigliera regionale Maria Laura Orrù, dopo quanto scritto dall’esponente politico in una nota stampa diffusa oggi.

«In nessun modo ai pazienti con gravi patologie sono stati negati ì prelievi per esami istologiciconclude la replica della direzione generale della Asl -. Si tratta di accuse molto gravi che non trovano riscontro. Spiace che vengano diffuse notizie che procurano allarmi infondati.»

Nella foto di copertina, il direttore generale Giuliana Campus

La consigliera regionale Carla Cuccu (Idea Sardegna) ha chiesto nuovamente alla Asl 7 la revoca della direttrice Giuliana Campus.
«La Direttrice, ha presentato per la seconda volta, un atto aziendale irricevibile poiché una chiara violazione della rete ospedaliera approvata dal Consiglio regionale, che ricordiamo è tutt’oggi in vigore! E’ ormai chiaro, come ho precedentemente comunicato alla stampa, alla commissione sanità, all’assessore della Sanità, Carlo Doria, ed al presidente Solinas, che l’intento è quello di declassare il CTO di Iglesias, sabotandolo dei servizi primari e rendendolo di fatto non funzionante per Iglesias e per i paesi limitrofi.  Questo porterà dei danni gravissimi in tutto il territorio dell’iglesiente, che verrà definitivamente privato dei livelli minimi dei servizi assistenzialidice Carla Cuccu -. Da poco ho visitato e mi sono interessata al Laboratorio Analisi, lavoro eccellente che rischia di essere oscurato ed inutilizzato a causa di una gestione senza alcun senso logico.»