17 July, 2024
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Il direttore generale Giuliana Campus ha dato il via libera con la delibera n. 324 di oggi 18 novembre 2022, all’Atto Aziendale della ASL Sulcis, il documento che delinea la nuova organizzazione e articolazione di governo dell’Azienda.

«Il documento, redatto secondo le linee guida regionali – si legge nella nota diffusa questo pomeriggio dalla Direzione aziendale -, ha previsto un iter di approvazione, un confronto serrato e proficuo al termine del quale si è tenuto conto delle puntuali osservazioni e integrazioni richieste dalla Conferenza sociosanitaria territoriale. Nel documento è descritta l’organizzazione dei servizi sanitari afferenti ai tre livelli assistenziali, rispettivamente dell’assistenza ospedaliera, dell’assistenza distrettuale e dell’assistenza collettiva e degli ambienti di vita e di lavoro. In particolare, sono indicati i Dipartimenti (che ritornano ad essere aziendali dopo la parentesi “interaziendale” prevista nel periodo ATS), le Strutture complesse e le Strutture semplici dipartimentali.»

«Nell’individuazione delle Strutture Complesse Ospedaliere si legge ancora nella nota si sono obbligatoriamente rispettati i numeri dell’attuale rete ospedaliera e dei posti letti indicati per l’Asl Sulcis. Il modello ospedaliero prevede degli asset strategici di intervento e di cambiamento organizzativo/ potenziamento clinico. Le maggiori novità riguardano le prospettive organizzative di collegamento tra ospedale e territorio e l’indispensabile integrazione tra assistenza sociale e sanitaria.»

«Di grande rilevanza nella riorganizzazione territoriale è l’istituzione delle Centrali operative territoriali (COT), e delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunitàconclude la nota della Direzione aziendale -. Sempre per la valorizzazione e il potenziamento della sanità nei piccoli Comuni è prevista l’attivazione della telemedicina e la predisposizione di un Piano territoriale dedicato ai pazienti anziani, fragili e disabili.»

Il direttore generale Giuliana Campus ha nominato con delibera n° 298 del 2 novembre 2022, il dottor Giuseppe Piras nuovo direttore sanitario della Asl n. 7 Sulcis. L’incarico avrà durata quinquennale e decorrerà dalla data di sottoscrizione del relativo contratto di diritto privato stipulato secondo lo schema previsto dalla normativa vigente.

Il dottor Giuseppe Piras è attualmente dirigente medico, referente responsabile della Struttura complessa Direzione Medica Presidio Ospedaliero “A. Cao” – ASL n. 8 Cagliari. L’incarico di direttore sanitario della Asl n. 7 Sulcis, dopo le dimissioni del dottor Giuseppe Pes, è ricoperto dallo scorso 7 settembre, da facente funzioni, dal dottor Andrea Solinas, Direttore della Struttura complessa di Urologia del Presidio Ospedaliero Sirai.

Con delibera n° 299 del 2 novembre 2022, la dottoressa Giuliana Campus ha nominato la dott.ssa Maria Milena Pau, quale Direttore Amministrativo della ASL n° 7 Sulcis, incarico già ricoperto nella veste di facente funzioni dal 1° gennaio 2022. Il suddetto incarico avrà durata quinquennale e decorrerà dalla data di sottoscrizione del relativo contratto di diritto privato stipulato secondo lo schema previsto dalla normativa vigente.

Giampaolo Cirronis

In occasione della Giornata mondiale della salute mentale è stato organizzato oggi pomeriggio un incontro nello spazio adiacente all’ospedale Sirai di Carbonia con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi legati a chi soffre di patologie psichiatriche e nel corso del quale sono state presentate le attività del Centro di Salute Mentale che svolge servizi ad hoc.

All’incontro ha preso parte l’assessore delle Politiche sociali Roberto Gibillini, su invito della referente del Centro di Salute Mentale di Carbonia, Gesuina Intilla.

«Vi è senza dubbio un prezioso lavoro di sinergia tra i nostri uffici ed il Centro ha sottolineato l’assessoreconsiderando che il Comune ha in carico alcune centinaia di persone che beneficiano dei progetti relativi alla legge 20/97.»

«Se l’assessorato delle Politiche socialiha aggiunto Roberto Gibillinivaluta la casistica dal punto di vista sociale, c’è poi tutta una analitica operazione a livello sanitario che di fatto indica i soggetti che hanno diritto ai contributi delle misure in essere. Il lavoro di collaborazione è quindi fondamentale.»

Le attività proposte dal Centro di Salute Mentale sono orientate alla prevenzione, cura e riabilitazione delle persone, grazie a un’equipe composta da tante professionalità, supportate anche dal mondo del volontariato.
All’incontro assai partecipato dai pazienti, in un clima di solidarietà e amicizia, hanno preso parte anche la direttrice generale della Asl 7 Giuliana Campus, il direttore sanitario Andrea Solinas, la psichiatra Giuliana Carta ed Anna Carla Loche, direttrice del reparto psichiatrico.

Gli orari del Centro sono: lunedì dalle ore 8.00 alle ore 20.00 e dal martedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.00. Per informazioni 0781 6683372.

Lettera aperta alla dottoressa Giuliana Campus, Direttrice Generale della ASL Sulcis.

Gentilissima Dottoressa Campus,
Il 2022 sanitario sulcitano si inaugura con la sua nomina alla direzione del nostro territorio, è preceduta dal suo percorso professionale, indubbiamente ammirevole. Lei arriva in un territorio martoriato da 15 anni di malgoverno sanitario (bipartisan), giunge al “Balla coi Lupi” sanitario ma, a differenza di Kevin Kostner che fu precettato, Lei sceglie di accettare l’incarico e raccogliere la sfida. Il Sulcis registrava al suo arrivo (oggi aumentata) angosciosa mobilità passiva verso altre aziende sanitarie, privato, e convenzionato; record olimpionico di specialisti in fuga verso altri lidi e pensionamenti anticipati di medici e infermieri mai registrati prima, in sintesi Fuga dal Sulcis (come Alcatraz). Medicina territoriale inesistente (l’ultimo ECG effettuato a domicilio per un mio Paziente risale a oltre 10 anni addietro perché manca una cardiolina del costo di 800/1.000 euro ma possiamo vantare le sale operatorie milionarie del CTO quasi inutilizzate); un territorio che invecchia con tanti invalidi e allettati ma la geriatra a disposizione è di sole 6 ore alla settimana per il Distretto di Iglesias con 45.000 Pazienti. Accertamenti diagnostici in loco: fantascienza. Parola d’ordine? Arrangiarsi. Devo riconoscerle coraggio, ma aveva le giuste coordinate dei bisogni del territorio e dei reali poteri che la regione Le concedeva? Se così non fosse: scelta incosciente.
Al sesto mese del suo mandato (1 luglio) rilascia un’intervista alla stampa regionale: «…posso garantire che a breve partirà un piano atto al rilancio del sistema sanitario territoriale.»  Ottime intenzioni e ancora: «…credo nel rilancio della Asl Sulcis, di quanta voglia abbia di migliorare le condizioni di una popolazione che, per motivi legati alla disoccupazione rimane penalizzata rispetto ad altre.»

La disoccupazione c’entra poco con la chiusura dei servizi semmai è in parte una conseguenza della carestia sanitaria, apprezzabile comunque la sua combattività ideale e la dichiarazione di solidarietà. Così conclude: «In questi 6 mesi ho conosciuto il territorio e me ne sono innamorata. Difenderò il diritto alla salute dei suoi abitanti».

Dottoressa, la stessa grinta con cui i suoi predecessori si sono presentati dal 2006 ad oggi, francamente spero di sbagliare ma le sue scelte recenti, probabilmente non per sua responsabilità diretta, feriscono con il bisturi il diritto alla salute della mia Comunità. Le propongo tre riflessioni su tre aspetti della medicina territoriale che a mio parere aspettavano risposte alternative a quelle da Lei operate.
1) Laboratorio Analisi della ASL: da tempo la comunità sperimentava difficoltà per accedere come un tempo al laboratorio ASL per esterni, quando Lei ha raggiunto “Balla coi Lupi” il laboratorio aveva già qualche problema, si licenziavano le richieste urgenti più 50 programmate. Il 25 luglio lei rimodula l’attività del laboratorio analisi per esterni alla sola urgenza e per i due ospedali (SIRAI e CTO) alle sole ore diurne, dopo le venti dai reparti ospedalieri e dai due Pronto Soccorso per gli accertamenti di laboratorio si parte per Cagliari, incredibile! Suppongo abbia valutato le conseguenze della scelta che sicuramente a malincuore ha dovuto effettuare ma soprattutto chi è stato penalizzato?
Conseguenze: aumento vertiginoso delle richieste “urgenti” orfane di diagnosi sostenibili, riduzione dei controlli periodici dei Pazienti cronici, mobilità passiva verso altre ASL, disagi e spese ingiuste sopportate da pazienti disabili e/o beneficiari di esenzioni dalle spese sanitarie. Siamo sicuri che non si potevano trovare alternative? Mi rendo conto, si è trovata tra incudine e martello ma si poteva agire in altro modo senza penalizzare i cittadini del Sulcis che garantiscono il mio e suo stipendio? Quelli che entrambi riteniamo speciali, i più fragili che da questa scelta sono stati indubbiamente i più esclusi.
Riflettiamo insieme:
A) la carenza dei tecnici di laboratorio è responsabilità della inadeguata programmazione di chi ha amministrato la sanità locale e regionale quindi anche di chi le ha conferito l’incarico, a loro va presentato il conto, non alla Comunità che subisce continuamente le conseguenze di tanto disinteresse e dilettantismo.
B) Nelle more delle assunzioni dei tecnici di laboratorio Lei poteva rivendicare con la regione l’adeguamento del budget dei laboratori convenzionati affinché i miei e suoi Pazienti non subissero spese ingiustificate. In alternativa poi poteva chiede alla regione colpevole del disagio i rimborsi delle spese sostenute dalle famiglie, proposta quest’ultima avanzata qualche mese addietro anche ai sindaci regionali e locali (Iglesias promise interesse non ancora pervenuto) ma l’audiometria ha confermato: ipoacusia grave.
C) Assunzione dei tecnici di laboratorio indispensabili reclutabili immediatamente dalla graduatoria pubblica del Policlinico di Monserrato, se l’ARES è matrigna si ribelli!
D) Ho incontrato il mese scorso dopo di Lei i tecnici di laboratorio recentemente pensionati, hanno dato la loro disponibilità, aspettavano una proposta: non pervenuta! coinvolgerli conoscendo la loro professionalità ed esperienza sarebbe stato supporto importantissimo.
Dottoressa Campus, in questa storia Lei ha fatto la fotografa di una criticità che pagano i più Fragili!
2) Medicina Generale: tutta la Sardegna, come noi del resto, registra la carenza di Medici di Famiglia attori importanti della sanità territoriale, condizione che ha prodotto disorientamento e sfiducia nel servizio sanitario da parte di migliaia di cittadini (Calasetta e Carbonia in particolare ma non solo). Anche in questa storia le responsabilità dell’indolenza regionale e territoriale la sconta la Comunità.
Secondo l’Accordo Collettivo Nazionale della Medicina Generale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 114 del 17 maggio 2022 si legge: art. 32 il rapporto ottimale dei M.G. è di 1 a mille abitanti residenti (rapporto ottimale confermato da oltre trent’anni). Art. 38 il medico di famiglia può acquisire un massimo di scelte pari a 1.500 unità. Eventuali deroghe possono essere autorizzate in relazione a particolari situazioni locali. La nostra ASL secondo i dati ISTAT del 2020 registra 120.000 Abitanti, se escludiamo i ragazzi in età pediatrica il rispetto del Rapporto Ottimale prevedeva 110 Accoglienze di Medici di Famiglia, al suo arrivo ne mancavano 30, chiaramente non per sua responsabilità. Dal Suo arrivo sono andati in pensione o hanno lasciato l’incarico una decina di Medici pertanto tutti i Colleghi di Medicina generale si sono trovati con il massimale superato. Le conseguenze? Sgomento per tanti Pazienti, senza i consueti riferimenti, transumanze per rinnovare ricettazioni e ottenere consulenze, accessi impropri ai due Pronto Soccorso.
Soluzione individuata?
Aumentare il massimale a 1.800 pazienti, è stata una scelta che personalmente rifiuto e mi preoccupa, mortifica la qualità dell’assistenza sanitaria territoriale, riduce i tempi di ascolto, visita e trattamento al singolo Paziente, un sovraccarico al Collega che forse per generosità tenta di tamponare responsabilità di quanti l’hanno preceduta e di una regione indolente, pantofolaia, distante.

Dottoressa Campus, innanzitutto, se si fosse accorta del “peccato originale”: rapporto ottimale disatteso e dell’art. 37 dell’ACN “Incarichi Provvisori”: «Qualora si determini una carenza di assistenza dovuta a mancanza di medici… L’Azienda può conferire un incarico provvisorio che…cessa con l’inserimento del medico titolare.» Probabilmente avrebbe operato diversamente, Le ricordo che esiste una graduatoria regionale per la medicina generale rinnovata annualmente con scadenza al 31 dicembre, potrebbe attingervi ancora. Il Distretto di Iglesias resiste ancora: 30 Medici di Famiglia (il rapporto ottimale ne prevede 42) viaggiano.

3) Covid-19: sarò franco, ho avvertito la sua assenza! Il primo quadrimestre del 2022 ha mostrato un lieve miglioramento tra i contagi ma da maggio ad oggi la tendenza si è invertita. Per tutto il 2022 ho, soffrendo, redatto certificazioni di quarantena, tanti di questi avevano purtroppo come protagonisti Operatori Sanitari, conseguentemente reparti ospedalieri e ambulatori sperimentavano criticità e riducevano la già precaria offerta alla comunità. Il 13 luglio registravo 68 Pazienti positivi ufficiali e gli stessi giorni a Iglesias e altri centri del Sulcis si organizzavano eventi che prevedevano pericolosi affollamenti sprezzanti del probabile contagio e successiva proiezione verso i Pazienti più fragili del territorio e gli ospedali. Probabilmente le sfuggiva che con l’avanzare della primavera e l’accantonamento di mascherine lievitavano le quarantene tra i dipendenti ASL
fino al 25 giugno quando 4 specialisti di Medicina Urgenza del Sirai incrociano il Covid-19, come conseguenza: chiusura del P.S. d’Iglesias. Le criticità comuni a tutte le realtà italiane tanto che Paolo Ficco, portavoce del Sindacato Medici Urgenza Emergenza, chiede al governo: «Ripristinare l’obbligo delle mascherine Ffp2 nei luoghi di assembramento».

In quelle stesse settimane, senza alcun intervento della ASL, si saltava, ballava e cantava rigorosamente assembrati senza alcuna protezione né distanziamento mentre continuava l’apprezzato impegno del centro Vaccinale. Non si ricordano suoi interventi ne preoccupazioni fino al 25 luglio quando causa Covid-19 si ufficializza la decapitazione del Laboratorio. Riconoscerà che si potesse offrire al territorio qualche suggerimento alla prudenza (la prevenzione onora la medicina) evitando che si moltiplicassero gli accessi ai servizi sanitari di Covid-19. Anche agosto non è trascorso senza contraccolpi virali, ha suscitato scalpore la contemporanea assenza di 6 anestesisti, ebbene Dottoressa Campus 3 in quarantena Covid-19. La nota del 30 settembre a firma del Direttore Sanitario riconosce oggi (in differita) un incremento dei contagi da Covid-19 e proroga l’obbligo di indossare i “dispositivi di protezione” in tutte le strutture sanitarie. Lei con il suo Staff avevate una responsabilità: ai primi incrementi epidemiologici potevate allertare il territorio e motivarlo alla prevenzione, rimandando qualsiasi iniziativa che prevedesse assembramenti, magari si poteva evitare qualche quarantena di medici, infermieri e ricoveri ospedalieri, magari avremmo fatto il nostro mestiere.
Quando riceviamo un incarico importante, se non esordiamo con richiesta di autonomia gestionale, applicata secondo scienza e coscienza, rischiamo di eseguire le indicazioni del manovratore, gli incarichi in sanità non possono che esercitarsi nell’interesse dei Cittadini, Malati e Disabili e, quando necessario, rispettosi della legge, vibrare qualche pugno sulla scrivania. La Solidarietà non si proclama, si Testimonia quotidianamente e quando serve è Intrepida.

Cordialmente,

Iglesias, 3 ottobre 2022

Giorgio Madeddu

Medico di Famiglia Iglesias

«In meno di un anno dalla nomina della direttrice generale della Asl del Sulcis Iglesiente, la situazione della sanità è drasticamente peggiorata e non sembra proprio che ci siano le condizioni per invertire la pericolosa rotta ormai presa dai vertici.»

La consigliera regionale di Idea Sardegna, Carla Cuccu, ha presentato una nuova interrogazione alla Giunta regionale e, contestualmente, ha inviato una lettera al presidente della Regione, Christian Solinas, contenente la richiesta di immediata sostituzione della direttrice generale della Asl Sulcis, la dottoressa Giuliana Campus. 

«In meno di un anno dalla nomina della direttrice generale della Asl del Sulcis, la situazione della sanità è drasticamente peggiorata e non sembra proprio che ci siano le condizioni per invertire la pericolosa rotta ormai presa dai vertici aziendali», spiega Carla Cuccu.

«Non vorremmo conclude Carla Cuccu che si voglia lasciare al suo posto l’attuale direttrice generale per portare avanti un disegno di progressiva distruzione della sanità pubblica del territorio a favore di quella privata.»

«Le dimissioni odierne del Direttore Sanitario della Asl Sulcis dr. Giuseppe Pes non sono una buona notizia. Me ne dispiace perché il momento è complicato di suo, perché seguirà un effetto domino dagli effetti indecifrabili, perché non abbiamo mai avuto occasione ufficiale, ufficiosa pubblica, privata di interloquire direttamente. Non ha potuto apprezzare quindi l’autorevolezza e la competenza dell’Ordine sui temi che impattavano ovviamente la sua Direzione Sanitaria. Un’occasione persa per la Asl e per tutti. Mi domando, e spero sia campata per aria, se siano i primi effetti dell’assenza del punto di riferimento e di riequilibrio che poteva rappresentare e certamente rappresentava politicamente nel territorio chi oggi non è più.»

Lo ha annunciato questa sera, in una breve nota, Graziano Lebiu, presidente dell’OPI Carbonia Iglesias.

Il dottor Giuseppe Pes, già direttore della Struttura Complessa di Cardiologia del Presidio Ospedaliero Unico di Area Omogenea di Carbonia, nominato dall’allora commissario straordinario dell’ATS Sardegna, Massimo Temussi, con delibera n. 549 del 9 luglio 2021, faceva parte della terna dirigenziale della Asl Sulcis, con il direttore generale Giuliana Campus ed il direttore amministrativo Maria Milena Pau. Le sue dimissioni arrivano in un momento assai difficile per la sanità del Sulcis Iglesiente, alle prese con un dimagrimento progressivo dei servizi ed emergenze continue determinate dalla gravissima carenza di medici che ha messo in crisi sia l’ospedale Sirai di Carbonia sia l’ospedale CTO di Iglesias, oltre alla sanità territoriale e a quella di base, con diverse migliaia di cittadini privi dei medici di famiglia.

Giampaolo Cirronis

 

Il Pronto Soccorso dell’ospedale Cto di Iglesias riaprirà il 22 agosto, con un’articolazione oraria dal lunedì al venerdì h24 fino alle 14.00 del venerdì.
Lo ha comunicato alcuni minuti fa la direzione della Asl Sulcis.
«Un risultato che, seppur parziale, restituisce al territorio un servizio fondamentale come è quello del primo soccorso. Un obiettivo raggiunto con uno sforzo straordinario organizzativo e strategico e che per essere efficace e duraturo dovrà essere consolidato con il reperimento di figure professionali dedicate in maniera esclusiva. La cronica carenza di medici dell’emergenza a livello regionale e nazionale è nota ed è stata la causa che ha determinato la chiusura delle scorse settimane.»
«Abbiamo lavorato per cercare di garantire quanto prima la riapertura del Punto di primo intervento e ora siamo riusciti a trovare una soluzione grazie all’ausilio di medici in affitto, turni in prestazione aggiuntiva e il ricorso a figure equipollenti da altri reparti. Questo non significa che abbiamo risolto l’emergenzaha sottolineato il Direttore generale dell’Asl Sulcis, Giuliana Campus -: la carenza di personale rimane, ed è su questo punto che stiamo lavorando per risolvere la situazione nel medio e lungo termine. Per garantire l’operatività degli ospedali del Sulcis c’è il massimo impegno da parte di tutti. Ringrazio l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, per il supporto ed il continuo confronto per l’individuazione delle soluzioni migliori da mettere in campo. C’è ancora molto lavoro da fare e la strada non è sicuramente in discesa, ma c’è la ferma volontà di restituire a Iglesias un presidio pienamente operativo.»

In questi giorni abbiamo assistito quasi ad una sfida a intestarsi la presunta vittoria costituita dalla (proclamata per i prossimi giorni) riapertura del Pronto Soccorso dell’ospedale CTO di Iglesias, dopo la manifestazione di giovedì scorso a Cagliari. Dopo le diverse prese di posizione politiche, sindacali e istituzionali su chi avrebbe propiziato meglio e di più tale riapertura, il sindaco Pietro Morittu mette in discussione parte delle soluzioni proposte per riaprire il Pronto Soccorso iglesiente, nello specifico quella di trasferire medici da altri fondamentali reparti come Chirurgia. Come a dire: se la soluzione adottata per riaprire il Pronto Soccorso di Iglesias è quella di depotenziare il servizio di Chirurgia a Carbonia, ci opporremo in ogni modo.
Ma che tale proposta rappresentasse una soluzione evidentemente fragile e, come nel gioco del mikado (dove se sposti una bacchetta, rischi di muoverne e farne cadere delle altre), persino potenzialmente pericolosa per il funzionamento di altre strutture complesse, era apparso chiaro fin da subito a tutti quelli che come noi seguono seriamente le questioni della sanità da tanti anni e di essa conoscono criticità e punti di forza.
Sia ben chiaro: la Direttrice generale Giuliana Campus senza possibilità nell’immediato di arruolare altri medici specialistici, non è che avesse chissà quali altre soluzioni da proporre se non quella di trasferire personale da un reparto all’altro e di aspettare l’assunzione o l’affitto di altri professionisti sanitari.
Ma anche quest’ultima opportunità, quella dei “medici in affitto” (i quali dovrebbero entrare in servizio dal prossimo 13 agosto, il cui utilizzo è stato ufficialmente determinato il 27 luglio scorso, abbastanza prima della manifestazione cagliaritana) non è esente da rischi o pericoli.
Intanto, perché parliamo di personale sanitario non specializzato nella branca dell’emergenza-urgenza. E che perciò si occuperà unicamente di assistere, visitare e curare i codici bianchi e verdi, lavorando in autonomia. Ciò significa anche che questi medici potranno incidere solo su una percentuale minoritaria di pazienti tra quelli che accederanno ed affolleranno il Pronto Soccorso.
E se, ammettiamo il caso, tali pazienti durante la permanenza e visita, nella struttura dovessero passare da un codice all’altro, ossia aggravarsi, cosa accadrebbe? Chi gestirebbe e come l’emergenza?
Inoltre: chi coordinerà le operazioni tra i medici in affitto e quelli della struttura, visto che gli ambienti utilizzati saranno gli stessi?
Insomma, le incognite sono tante, così come (visti gli ordini di servizio per il trasferimento di altri medici) i rischi di depotenziamento di altri servizi, rispetto ai quali ovviamente ci opporremo con forza e ogni strumento a nostra disposizione.
La verità, dobbiamo dircela tutta per essere credibili e non perdere di vista la realtà, è che non ci sono soluzioni veloci ed infallibili: in assenza di nuove assunzioni di medici specializzati per far fronte alle carenze di organico, l’equilibrio ricercato per la riapertura del Pronto Soccorso del CTO, così come quello di altri reparti nei due ospedali del territorio, resta altamente precario.

E anche in caso di riapertura stabile del servizio di emergenza-urgenza a Iglesias, va chiarito senza timore di smentita, che non ci sarà la garanzia totale sulla qualità delle prestazioni erogate. Perciò, non ci siamo arruolati e non ci arruoliamo tra le fila di chi improvvidamente festeggia una mezza soluzione, perché siamo consapevoli che la battaglia per una sanità migliore e a dimensione dei bisogni dei cittadini del nostro territorio, dopo anni e anni di politiche sbagliate e scarsamente lungimiranti, è ancora lunga.

Gruppo Politico Carbonia Avanti

«Il Pronto soccorso del Cto di Iglesias riaprirà il 13 agosto con l’impiego dei “medici in affitto”, ma se i numeri dei medici lo consentiranno l’apertura potrà essere anticipata.»

Lo ha assicurato la direttrice generale della Asl Sulcis, Giuliana Campus, al termine del lungo incontro, promosso dal presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, dalla Commissione Salute, presieduta da Antonio Mundula (FdI) e dai capigruppo, con i 23 sindaci del Sulcis Iglesiente e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil.

La dottoressa Giuliana Campus ha anche richiesto l’invio di un ordine di servizio a cinque medici del reparto di Chirurgia, affinché dall’8 agosto si mettano a disposizione della direttrice del Pronto soccorso della Asl 7, Viviana Lantini.

Al termine della riunione è stato assunto l’impegno di organizzare per martedì un altro incontro con i sindaci, l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, i vertici della Asl Sulcis e dell’Assessorato, per definire le modalità della riapertura del Pronto soccorso di Iglesias. Questo risultato è arrivato dopo ore di discussioni, grazie alla mediazione del presidente del Consiglio, del presidente della Commissione e dei consiglieri regionali, in particolare Michele Ennas (Lega), Piero Comandini (Pd), Francesco Agus (Progressisti) e Carla Cuccu (Misto – Idea Sardegna).

«Quando ho saputo della manifestazione, non ho avuto alcun dubbio sulla necessità di audire i sindaci», ha detto Michele Pais che ha auspicato una rapida soluzione della grave situazione in cui si trovano oltre al Sulcis, anche altri territori della Sardegna per la carenza dei medici.

Il presidente della Commissione Salute, Antonio Mundula, ha ricordato che l’assessore Mario Nieddu ha formulato esplicite richieste al ministero della Salute per poter affrontare con misure straordinarie il grave stato di emergenza sanitaria in cui versa tutta la Sardegna.

La consigliera regionale Carla Cuccu ha affermato, in una nota diffusa questa sera, che la riapertura dell’ospedale Cto di Iglesias è frutto della mobilitazione del territorio.

 

 

Il 4 agosto 2022 è destinato ad entrare nei libri di storia del Sulcis Iglesiente. Cagliari stamane è stata invasa da centinaia di persone provenienti da tutto il Sulcis Iglesiente che hanno aderito alla mobilitazione organizzata dalle segreterie territoriali CGIL, CISL e UIL, per rivendicare il diritto alla salute, messo pesantemente in discussione da un degrado del sistema sanitario regionale pubblico che sembra non conoscere limiti.

Con le rappresentanze sindacali, in via Roma, davanti all’assessorato regionale della Sanità, c’erano 25 sindaci, i 23 dei Comuni della Asl Sulcis, ai quali si sono aggiunti i sindaci dei Comuni di Siliqua e Teulada, che sebbene ricadano nella Asl cagliaritana, storicamente fanno parte del Sulcis Iglesiente. Presenti anche il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana ed i consiglieri regionali Fabio Usai (PSd’Az) e Carla Cuccu (Idea Sardegna). C’erano i rappresentanti di diverse associazioni e tanti cittadini che sono stanchi, ormai pressoché sfiniti, nell’attesa di una Sanità pubblica quantomeno dignitosa.

Nell’aria, si avvertiva un’assenza “dolorosa”, quella dell’on. Giorgio Oppi, scomparso il 26 luglio scorso, che conosceva quell’assessorato più di ogni altro, perché è stata la sua seconda casa, unitamente al Palazzo del Consiglio regionale, per alcuni decenni…

Il sit-in dei manifestanti è durato un paio d’ore, nell’attesa vana che una delegazione di sindacalisti e di sindaci venisse ricevuta all’interno del Palazzo, dove evidentemente non c’era l’assessore della Sanità Mario Nieddu ad attenderli, nonostante la manifestazione fosse stata annunciata da oltre una settimana.

I manifestanti, ad un certo punto, hanno deciso di spostarsi, direzione Palazzo del Consiglio regionale, in corteo, per alcune centinaia di metri, sotto il puntuale controllo delle forze dell’ordine che non hanno avuto problemi, perché la manifestazione si è svolta nel completo rispetto delle regole, ancorché, com’era inevitabile, assai rumorosa.

Lungo la via Roma, i numerosi turisti presenti hanno chiesto le ragioni della protesta ed una volta che le hanno ricevute, si sono aggiunti ai numerosi operatori dell’informazione nel documentare la stessa con i loro smartphone, divenuti ormai da tempo eccellenti macchine fotografiche.

Giunto davanti al Palazzo del Consiglio regionale, il corteo si è fatto ancora più acceso, nell’attesa, anche qui, che una delegazione di sindacalisti e sindaci venisse ricevuta all’interno del Palazzo, dove peraltro era in corso una riunione della Commissione Salute, con l’audizione, tra le altre, del direttore generale della Asl Sulcis, la dottoressa Giuliana Campus.

L’attesa è stata lunga ed assai rumorosa. In un primo momento sono giunte notizie, non confermate, che riportavano la disponibilità della Commissione a ricevere solo una delegazione sindacale e non i sindaci e, a quel punto, la protesta si è fatta ancora più chiassosa. Alcuni sindaci, tra loro il primo cittadino di Iglesias, Mauro Usai, hanno espresso considerazioni molto pesanti ed hanno annunciato che non avrebbero lasciato il Palazzo fino a che non fossero stati ricevuti in Commissione Salute.

Tra i manifestanti sono arrivati prima i consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle Desirè Manca e Roberto Li Gioi, che si sono impegnati a sostenere le legittime rivendicazioni dei Sindaci e quindi a portare in Commissione la loro richiesta d’incontro ed è poi arrivato anche il presidente del Consiglio regionale Michele Pais che, in un clima divenuto via via sempre più acceso, ha assicurato che i sindaci sarebbero stati ricevuti in Commissione insieme alla delegazione sindacale.

L’attesa si è prolungata ancora e tra i manifestanti è arrivato anche il consigliere regionale della Lega Michele Ennas che, come il collega di partito Michele Pais, s’è impegnato per far sì che in Commissione venissero ricevute sia la delegazione sindacale sia quella dei sindaci.

A quel punto, quando ormai era ora di pranzo, i sindaci sono stati invitati ad entrare nel Palazzo dall’ingresso di fronte a via Roma.

Allegate le interviste registrate durante la manifestazione con i sindaci di Iglesias Mauro Usai, di Carbonia Pietro Morittu, di Fluminimaggiore Marco Corrias, e con il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana.

In un articolo a parte, i risultati emersi dalla lunga audizione in Commissione, terminata nel tardo pomeriggio, dopo circa quattro ore.

Giampaolo Cirronis