22 December, 2024
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Il consigliere comunale del gruppo di maggioranza “Carbonia Avanti”, Gianluca Arru, questa mattina ha incontrato la Direttrice Generale della ASL Sulcis, Giuliana Campus, dopo le recenti prese di posizione del consigliere in merito alle criticità sorte nel Pronto Soccorso dell’ospedale Sirai e più in generale nelle strutture ospedaliere del territorio.
«Alla dottoressa Giuliana Campusha detto il consigliere Gianluca Arru -, ho ribadito la richiesta di intervento per la risoluzione dei problemi di organico insiti nel Pronto Soccorso dell’ospedale Sirai, e in generale su quelli inerenti tutti gli altri reparti del nosocomio cittadino. Nello specifico ho chiesto delucidazioni in merito al ripristino della funzionalità del reparto di medicina precedentemente chiuso per via del covid, e quali interventi la dirigenza sanitaria intenda mettendo in campo per affrontare l’annosa questione delle interminabili liste d’attesa.»
«Ai quesiti posti, già precedentemente oggetto di nostre sollecitazioni pubbliche, ha aggiunto l’esponente politico di Carbonia Avanti, la Direttrice Generale ha risposto con attenzione, illustrando le azioni messe in campo dalla Regione e dall’ARES per il bando dei concorsi e lo scorrimento delle graduatorie per l’assunzione di nuovo personale. Ovviamenteha aggiunto il consigliere -, alle dichiarazioni dovranno necessariamente seguire i fatti, poiché la situazione degli ospedali territoriali è insostenibile. E anche l’iniezione sporadica di nuovo personale può essere utile a tamponare le situazioni di emergenza, ma non a ripristinare strutturalmente l’operatività dei reparti che oggi, come il Pronto Soccorso, vedono messa in discussione la propria funzionalità con gravi disagi per i cittadini.»
«Ringrazio la dottoressa Giuliana Campus per la disponibilità dimostrata e l’impegno preso a rivederci prossimamente per valutare, in corso d’opera, gli interventi previsti, con l’applicazione della nuova riforma, per il potenziamento dell’offerta sanitaria territoriale e la risoluzione delle numerose criticità negli ospedali del territorio», ha concluso il consigliere comunale Gianluca Arru.

E’ ufficiale l’apertura del reparto Covid al quarto piano dell’ospedale Sirai di Carbonia. Lo ha comunicato oggi la dottoressa Giovanna Gregu, direttore del POU ASL Sulcis, ai direttori delle UU.OO. dei PP.OO. ASL Sulcis e, per conoscenza, al direttore generale dottoressa Giuliana Campus e al direttore sanitario dottor Giuseppe Pes.

«Si comunica alle SS.LL. che dal 25/01/2022, è stato aperto il reparto Covid, su disposizione della Direzione Generale, situato al 4° piano del P.O. Sirai, per far fronte ai numerosi ricoveri dei pazienti positivi che giungono presso il ns. nosocomio.

Il reparto è costituito da 16 posti letto, peraltro già occupati. Attualmente si sta provvedendo al completamento di alcuni aspetti organizzativi.

Si evidenzia che il personale in dotazione è sufficiente a garantire la presenza di un medico per turno in zona Covid, pertanto si confida nella più ampia collaborazione di tutto il personale del presidio.»

Il reparto Covid che in un primo momento, ad inizio pandemia, la Giunta regionale programmò di realizzare al CTO di Iglesias, trovando la ferma opposizione del sindaco di Iglesias e dell’intera classe politica iglesiente che portò all’individuazione del Centro Covid all’ospedale Santa Barbara, mai nato, è stato dunque creato all’ospedale Sirai di Carbonia, per «far fronte all’emergenza dei numerosi ricoveri dei pazienti positivi». L’emergenza, come è ben noto, dura ormai da quasi due anni.

Ricostruiamo i passaggi che si sono susseguiti dai primi giorni di marzo 2020.

L’11 marzo 2020 la Giunta regionale approvò il “Piano strategico per l’attivazione progressiva di strutture di area critica” predisposto dal Governatore, Christian Solinas, in risposta all’emergenza Covid-19. Per far fronte alle necessità che avrebbero potuto presentarsi, il Piano prevedeva una progressiva riorganizzazione dei presidi sanitari dell’Isola, individuando le strutture ospedaliere, comprese quelle private, dedicate alla cura dei pazienti contagiati da Covid-19 e le strutture dove sarebbe stata garantita l’assistenza a tutti gli altri pazienti.

Il Piano prevedeva la realizzazione di 33 posti letto Covid al Cto di Iglesias e individuava l’ospedale Sirai di Carbonia tra le strutture di supporto per la cura ai pazienti non affetti dal Coronavirus. La scelta del Cto venne contestata dalla comunità locale e la sede del Centro venne spostata all’ospedale Santa Barbara.

Il 6 giugno 2020 la Giunta regionale approvò in via preliminare il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera in emergenza Covid-19, così come previsto dal decreto legge licenziato dal Governo il 19 maggio 2020.

Per l’incremento delle terapie intensive e subintensive, il piano individuava diverse strutture su tutto il territorio e, in via prioritaria, i presidi ospedalieri dell’Isola già predisposti nell’emergenza alla gestione dei casi Covid-19 (Santissima Trinità di Cagliari, San Francesco di Nuoro e cliniche San Pietro dell’Aou di Sassari), venivano integrati con gli ospedali San Martino di Oristano e Santa Barbara di Iglesias.

«In caso di emergenza – spiegò l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, in riferimento al caso specifico del Santa Barbara la struttura consentirebbe la gestione dei pazienti affetti da Coronavirus mantenendo libero il vicino Cto e potrebbe, se necessario, fornire supporto al Santissima Trinità.»

Al Santa Barbara nulla è mai stato fatto e, in piena emergenza Covid-19, i pazienti positivi sono stati parcheggiati a più riprese nei Pronto Soccorso del Sirai e del Cto, in attesa della disponibilità di posti letto al Santissima Trinità di Cagliari. 

Ora, a distanza di oltre un anno e mezzo, il reparto Covid della ASL Sulcis vede la luce non, come previsto, all’ospedale Santa Barbara di Iglesias, ma al quarto piano dell’ospedale Sirai di Carbonia.

Giampaolo Cirronis

Il Consiglio comunale di Carbonia ha affrontato ieri le gravi emergenze del servizio sanitario pubblico in città e nel territorio, acuitesi ulteriormente da quando è esplosa la pandemia da Coronavirus, ormai nella lontana primavera di due anni fa. La riunione, svoltasi in modalità mista, in presenza e in videoconferenza, ha visto la partecipazione del neo direttore generale della ASSL Giuliana Campus, del neo direttore sanitario Giuseppe Pes e dei consiglieri regionali Fabio Usai e Michele Ennas.

I lavori si sono aperti con un’ampia e dettagliata relazione del sindaco, Pietro Morittu, sulle numerose emergenze, con la richiesta di ripristino dei servizi, secondo quanto prevede un ospedale DEA di primo livello qual è il Sirai di Carbonia e con un riferimento più ampio all’intera gamma dei servizi sanitari territoriali.

Sono seguiti gli interventi dei consiglieri, uno per gruppo, come concordato preventivamente, dai quali sono emerse le varie problematiche e le richieste ai vertici della ASSL e alla Regione Sardegna.

La dottoressa Giuliana Campus, da alcune settimane ai vertici della ASSL, ha spiegato, tra l’altro, che la decisione di allestire il Centro Covid al quarto piano dell’ospedale Sirai è stata determinata da una situazione di emergenza. Anche il dottor Giuseppe Pes ha ribadito che la decisione che tanto preoccupa di destinare il reparto di Medicina alla gestione dei pazienti Covid è assolutamente temporanea ed obbligata dalla presenza di un cluster di pazienti Covid con ben 14 positivi su 30 pazienti ricoverati, che non ha consentito di valutare soluzioni alternative, quale potrebbe essere il Centro nato per la cura degli infettivi negli anni ‘90 – valutazione che ha sorpreso non poco, considerato che l’emergenza Covid, purtroppo, è presente da quasi due anni -, ed ha rassicurato sul futuro del reparto di Medicina del Sirai, che non è assolutamente in discussione.

Sono poi intervenuti i consiglieri regionali Fabio Usai e Michele Ennas. che da parte loro hanno assicurato il massimo impegno per dare risposte alle forti e legittime richieste che arrivano dalla città di Carbonia e dal territorio del Sulcis Iglesiente.

Giampaolo Cirronis

A Carbonia è in fase di allestimento un secondo hub vaccinale che entrerà in funzione agli inizi del prossimo mese di febbraio. Darà risposte alla crescente necessità di vaccinazioni, con una capacità di somministrazioni doppia rispetto a quello in servizio in via Puglie.

Lo ha detto questo pomeriggio il sindaco di Carbonia Pietro Morittu, nella relazione introduttiva alla seduta del Consiglio comunale organizzata per l’esame delle problematiche del servizio sanitario pubblico a Carbonia e nel territorio, alla quale, in videoconferenza, hanno partecipato anche il neo direttore generale della Assl Carbonia Giuliana Campus, il neo direttore sanitario della stessa Azienda socio sanitaria Giuseppe Pes ed i consiglieri regionali Fabio Usai del Partito Sardo d’Azione e Michele Ennas della Lega.

La crescita continua dei casi di positività al Covid-19 ha fatto emergere l’inadeguatezza dell’hub vaccinale per il soddisfacimento della crescente richiesta di vaccini e questo secondo hub dovrebbe dare le risposte attese, per evitare il dirottamento verso altri hub della provincia del Sud Sardegna e della Città Metropolitana di Cagliari e, soprattutto, una sensibile contrazione dei tempi di attesa per i prenotati che attualmente arrivano anche a 45-60 giorni.

L’esame delle problematiche del Sistema Sanitario territoriale è l’unico punto all’ordine del giorno della seduta del Consiglio comunale di Carbonia, convocata dal presidente Federico Fantinel per lunedì 24 gennaio, alle 15.30.

Sono stati invitati a partecipare il direttore della Asl n. 7 dott.ssa Giuliana Campus e i consiglieri regionali Michele Ennas, Giorgio Oppi e Fabio Usai.

La seduta per i componenti del consiglio comunale e per gli invitati è in modalità mista. È stata quindi data possibilità di poter partecipare anche in videoconferenza, in ottemperanza alle misure anti-Covid.

L’accesso alla sala Polifunzionale avverrà previo controllo della Certificazione verde Covid-19 (green pass) e della temperatura corporea.

È inoltre obbligatoria l’osservanza delle seguenti misure: sanificazione frequente delle mani, uso della mascherina e distanziamento interpersonale di almeno un metro.

E’ di 400 prime dosi somministrate il bilancio della giornata vaccinale svoltasi ieri al centro di via Puglie, a Carbonia, dedicata esclusivamente ai bambini tra i 5 e gli 11 anni.

Erano presenti il sindaco Pietro Morittu e gli assessori Antonietta Melas, Roberto Gibillini e Katia Puddu, e la direttrice della Asl n. 7 Giuliana Campus, i quali hanno spiegato che «a causa dell’aggravarsi della situazione dei contagi, pur non potendoci essere le condizioni per fare animazione e giochi, come si era precedentemente prospettato per intrattenere i piccoli e rendere il momento della vaccinazione più leggero e gioioso, il centro è stato reso accogliente e familiare con palloncini colorati e con musica per i bambini».

«Senza la sinergia con la Asl n. 7 e senza medici, pediatri, personale sanitario e del 118, Polizia locale e l’aiuto delle associazioni di volontariato di Protezione civile – ha sottolineato il sindaco Pietro Morittul’organizzazione e la riuscita di questa giornata non sarebbe stata possibile.»

L’Amministrazione comunale, insieme all’Asl n. 7, ha ringraziato tutti i genitori ed i loro bimbi che si sono resi protagonisti di questo momento, ricevendo l’attestato di coraggio a ricordo della giornata.

Nuove criticità di Anestesisti e Rianimatori al Cto di Iglesias? A porre l’interrogativo, dopo soli 20 giorni dalla tregua sancita alla vigilia di Natale dall’accordo sugli incentivi agli anestesisti rimasti in organico, è Graziano Lebiu, presidente dell’OPI, Ordine delle Professioni Infermieristiche, di Carbonia Iglesias, che si è rivolto direttamente al nuovo direttore generale, Giuliana Campus, per sapere qual è la situazione della dotazione organica di medici anestesisti e rianimatori.

Di seguito, la lettera integrale.

Gentile Direttrice, abbiamo contezza del persistere di complicazioni organizzative per la carenza di Medici Anestesisti e Rianimatori del presidio CTO di Iglesias.

Le chiediamo di conoscere se corrisponda al vero che sono del tutto intatte e sussistenti le difficoltà a mantenere accettabile la dotazione organica dei medici anestesisti e rianimatori o se, piuttosto, continueranno ad essere garantiti i servizi che ruotano intorno al Blocco Operatorio e alla Terapia Intensiva e alle altre strutture complesse presso il CTO di Iglesias dove prestano le loro preziose professionalità tutti i sanitari dell’anestesia.

Se fosse confermato il persistere di inconvenienti per una serie ben nota e specifica di motivi e, più in generale, per una inefficace programmazione dell’organizzazione del servizio con esiti che impattano negativamente sul lavoro anche di altri professionisti sanitari di altre Strutture Complesse, sui diritti dei cittadini, sull’immagine complessiva di Asl Sulcis, sulla funzionalità dei PP.OO. di Iglesias e Carbonia, saremmo di fronte ad un quadro complessivo più grave di quello di dicembre 2021, non superato con la revoca di una disposizione di servizio che al primo banco prova, e nel brevissimo periodo, sta dimostrando quanto testi e impegni assunti siano una risultante evanescente.

Gli stake holders della sanità pubblica non potevano certo illudersi che si fosse “disinnescata” la sospensione del blocco dell’attività chirurgica (peraltro già da tempo fortemente limitata) con una soluzione che soluzione non era.

La esortiamo a valutare di porre in essere tutte le azioni adeguate per superare le gravi difficoltà di accesso alle cure in ambito ospedaliero e territoriale di chi vive e lavora nel Sulcis Iglesiente e per tutelare e favorire qualità del lavoro degli infermieri che quest’Ordine rappresenta, difficoltà che si riflettono inevitabilmente sulla qualità della risposta assistenziale e di prevenzione, che legittimamente i cittadini attendono e che non sempre è possibile garantire.

L’Ordine si propone proattivamente di continuare a mantenere alta l’attenzione e la vigilanza sul futuro della Sanità nel Sulcis Iglesiente e di non arretrare di fronte a qualsiasi compromissione del diritto alla salute pubblica o di interruzione di servizi pubblici essenziali.

Cordialmente

Per il Consiglio Direttivo, Firmato il presidente dell’Ordine Graziano Lebiu

La Giunta Solinas ha nominato i direttori generali che da gennaio guideranno le aziende sanitarie nel nuovo assetto definito dalla legge regionale numero 24 del 2020, mettendo così fine alla gestione commissariale necessaria per l’attuazione del processo di riforma del sistema sanitario della Sardegna.

Alla guida dell’Ares, l’Azienda regionale della salute che assumerà alcune delle funzioni centralizzate dell’Ats, come la gestione del personale e della committenza, la Giunta ha indicato Annamaria Tomasella, mentre per quanto riguarda le otto Aziende socio-sanitarie locali i manager nominati dall’esecutivo sardo sono: Flavio Sensi (Asl 1, Sassari); Marcello Acciaro (Asl 2, Gallura); Paolo Cannas (Asl 3, Nuoro); Luigi Cugia (Asl 4, Ogliastra); Angelo Maria Serusi (Asl 5, Oristano); Giorgio Carboni (Asl 6, Medio Campidano); Giuliana Campus (Asl 7, Sulcis); Marcello Tidore (Asl 8, Cagliari). Alla direzione delle aziende ospedaliero-universitarie: Antonio Lorenzo Spano all’Aou Sassari e Chiara Seazzu all’Aou Cagliari. Per l’Azienda regionale dell’emergenza e urgenza della Sardegna la nomina è quella di Simonetta Cinzia Bettelini, mentre al vertice dell’Azienda di rilevanza nazionale e alta specializzazione (Arnas) G. Brotzu il nome è quello di Agnese Foddis.

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E’ stato inaugurato oggi, a Selargius, il primo Centro regionale di avviamento allo sport paralimpico. Un capannone completamente ristrutturato si trasforma in palestra funzionale paralimpica. Artefice di questa innovativa pensata è la società guida nello sport per persone con disabilità che dopo 38 anni di incessante attività ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti confermandosi punto di riferimento importante sia a livello regionale, sia a livello nazionale.

La Sardegna Sport (Sa.Spo) di Cagliari è un rinomato caposaldo per chi voglia fare movimento, opportunità che a molte persone ha permesso di rendere la propria esistenza decisamente ricca di stimoli sia in ottica relazionale, sia per il miglioramento delle prestazioni fisiche. E non a caso vanta il maggior numero di risultati agonistici a livello regionale. Attenta alle nuove tendenze si è sempre saputa reinventare. Attualmente tra tecnici e tesserati conta circa 150 persone.

IL CONTRIBUTO DI FONDAZIONE VODAFONE ITALIA

La struttura appena inaugurata sorge presso l’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Selargius, ed è stata realizzata grazie anche al contributo di Fondazione Vodafone Italia che, attraverso il bando OSO (Ogni Sport Oltre), ha sostenuto il progetto “Sport e non solo”.

«Fondazione Vodafone Italia è impegnata nel fornire supporto concreto alle persone con disabilità che vogliono praticare sport e allo stesso tempo sostenere attivamente le associazioni sul territorio». Parole di Maria Piccolo, Consigliere di Fondazione Vodafone Italia che poi approfondisce ulteriormente: «Il centro inaugurato oggi, coniuga l’esperienza di un’associazione molto radicata nella comunità locale con il recupero di una struttura architettonica, rappresentando un importante traguardo verso la crescita di una società inclusiva ed aperta alle diversità, affinché lo sport sia a pieno un diritto di tutti. Lo sport è infatti uno straordinario strumento di socializzazione e di inclusione – prosegue Maria Piccolo – in grado di superare ostacoli e pregiudizi apparentemente invincibili, per questo Fondazione Vodafone ha lanciato due anni fa OSO ognisportoltre.it diventato un punto di riferimento per lo sport paralimpico in Italia».

IN GIRO PER LO STABILE

All’interno, un ampio salone da allenamento diventa idoneo alla pratica di sport vari: pallacanestro, calcetto, calcio balilla, tennistavolo, ginnastica. Ci sarà anche l’opportunità di cimentarsi con la boccia paralimpica, attività che si presta tantissimo alle disabilità più serie come la tetraparesi spastica, atetosi, atassia e distrofia.

Nello spazio antistante trova la sua perfetta destinazione un’area pesi, con attrezzature all’avanguardia da usufruirne comodamente. I carrozzati, per esempio, possono accedervi restando sul proprio veicolo, senza fastidiosi trasbordi.

Inoltre, trovano la loro degna ubicazione anche gli uffici amministrativi ed i bagni dotati di docce.

Nelle strutture adiacenti funzionano impianti gestiti da altre realtà sportive, aspetto che può favorire una produttiva interazione.

L’intento della Sa.Spo è infatti di rendere fruibile il centro a tutti gli abitanti della città metropolitana di Cagliari, compresi anche i non disabili.

GLI INTERVENTI DI LISCI, PORRU, SANNA

Il messaggio di propensione alle pari opportunità sportive è stato lanciato nel corso della conferenza stampa tenutasi dopo il taglio del nastro affidato al presidente Luciano Lisci.

«E’ nostra intenzione – ha sottolineato il rappresentante legale della Sa.Spo. – creare un polo che possa servire da avviamento e da avvicinamento sia alla pratica di abilità sportiva promozionale, sia a quella di alto livello, cercando di sviluppare il maggior numero di discipline sportive. Puntiamo sul lavoro sinergico e sussidiario in sintonia con le municipalità dell’Area Metropolitana, anche nell’ottica di ausilio alle politiche sociali. Rafforzeremo la collaborazione con l’Unità Spinale di Cagliari, estendendola ai vari centri di riabilitazione specializzate nelle varie tipologie di disabilità. Penso alle lesioni di carattere traumatologico e cerebrale che hanno bisogno di un supporto importante sotto il profilo della riabilitazione attraverso la pratica dell’attività sportiva.»

Gran anfitrione della mattinata è stato Sandrino Porru, che della Sa.Spo ha scritto parecchie pagine di storia. Ma è a Selargius anche in rappresentanza del Comitato Italiano Paralimpico di cui è vicepresidente nazionale. «Nel portare i saluti del presidente Luca Pancalli – ha illustrato Porru – vorrei ricordare che lo sport integrato in casa CIP è visto con grande orgoglio, non a caso tutte le federazioni olimpiche sono state coinvolte in questo percorso di inclusione, dove il paralimpismo rappresenta in modo esemplare il concetto di sport per tutti». Sandrino Porru si sofferma su un’altra potenzialità della struttura appena inaugurata: «Si farà in modo che il CASP (Centro di Avviamento allo Sport Paralimpico) si configuri anche come mero centro di aggregazione, tale da facilitare in modo importante anche i percorsi a favore delle disabilità intellettivo relazionali. Con il supporto dei Salesiani potrebbe diventare un’area protetta, trasformabile in cittadella della solidarietà dove lo stare bene insieme costituisce un’invitante finalità. E, a quel punto, è possibile costruire un percorso virtuoso, e per chi vuole anche spirituale, rivolto alle famiglie in cerca di luoghi sereni dove approfondire le relazioni e beneficiare di particolari orientamenti».

Cresciuta sportivamente nella Sa.Spo, con la quale ha condiviso i suoi successi nazionali ed internazionali, la presidente del CIP Sardegna Cristina Sanna non ha presenziato all’incontro a causa dell’influenza, ma i suoi toni rimangono ottimistici e gioiosi. «Si è posto l’accento sullo sport e non solo per crescere insieme – ha detto – con l’importante fine di valorizzare le abilità di ciascuno di noi. Nell’ambito del mio mandato, ripeto sempre che le persone con disabilità dedite allo sport godono di una situazione di benessere nettamente superiore e abbisognano dell’assistenza medica di base in misure nettamente minori rispetto ad una persona con disabilità che non fa attività sportiva. La mia vita non sarebbe stata la stessa senza lo sport».

Nel congedarsi da tutti gli ospiti presenti in via Don Bosco, Sandrino Porru ha infine evidenziato i suoi desideri legati a questa opportunità: «Mi aspetto una crescita importante delle persone con disabilità che si avvicinano allo sport, anche numerica. Non tanto nel dedicarsi alle pratiche d’alto livello quanto soprattutto nell’utilizzare l’abilità sportiva come momento divertente e ricreativo. L’obiettivo del Comitato Italiano Paralimpico è di attrarne il maggiore numero possibile affinché pratichino delle attività ludico-motorie: ne gioverebbe notevolmente anche sotto l’aspetto psicologico e relazionale».

ALTRE VOCI DA VIA DON BOSCO

Prima la proiezione di documenti filmati e slide che ricordano quanto è stato importante il contributo della Sa.Spo nei suoi lustri di esistenza. In rassegna sono passati anche gli allora giovincelli Sandrino Porru e Carmelo Addaris, padri fondatori della blasonata società, che hanno contribuito ad arricchire la bacheca dei trofei con tanti successi e presenze alle paralimpiadi. Cristina Sanna è stata ricordata per le sue prodezze nell’atletica, come del resto gli attuali campioni Mattia Cardia e Chiara Statzu o la nuotatrice Francesca Secci che ha avuto anche esperienze in due recenti paralimpiadi.

Poi Sandrino Porru ha ceduto la parola ai rappresentanti delle istituzioni civili, religiose e sportive.

Come padroni di casa i salesiani hanno avuto un ruolo fondamentale. Don Gianni Sirca ha parlato in rappresentanza di una delle 90 ispettori e distribuite in ben 134 nazioni. «Anche se la nostra comunità la lasciato Selargius da cinque anni – ha sottolineato -l’Istituto continua a rinnovarsi con opportunità importanti come questa realtà della Sa.Spo».

Ma negli edifici dell’opera salesiana selargina convivono tante altre realtà come il Centro Formazione Professionale, l’Oratorio, la Parrocchia di San Giovanni Bosco gestita dai Padri Oblati, i ragazzi della Casa Famiglia del centro Diurno, il Centro Sportivo Futura Sales, il Centro Scolastico, la Scuola di Danza Balletto Mediterraneo, il gruppo Anfass, la Residenza Sanitaria Famiglia. E poi accoglie continuamente gruppi di aggiornamento, che approfondiscono tematiche religiose, sportive e culturali.

«La diversità è una ricchezza da condividere perché conoscersi a vicenda aiuta a superare le incomprensioni e ad aprire l’animo umano – continua don Gianni Sirca – e con l’inclusione si allarga la sensibilità. Spero che lo slogan “Lo sport e non solo per crescere insieme” possa realizzarsi all’interno dell’associazione, ma anche nelle altre realtà ospitate in questi spazi.»

Un breve saluto lo formula anche il viceparroco di San Giovanni Bosco Padre Stefano Messina: «Siamo felici di questa vicinanza e siamo a vostra disposizione con una palestra particolare, quella dei muscoli dello spirito».

L’apparato politico dell’area metropolitana è intervenuto con diversi rappresentanti. Si sono visti i primi cittadini di Monserrato e Quartucciu, rispettivamente Tomaso Locci e Pietro Pisu e poi il vicesindaco di Quartu Riccardo Saldì. Ma a rappresentarli tutti, compresi gli assenti, ci ha pensato il sindaco di Selargius Pier Luigi Concu: «Siamo orgogliosi di voi che aiutate a rendere autonome le persone con disabilità; grazie allo sport hanno la possibilità di viaggiare e di sviluppare nuovi rapporti umani».

Dal comune di Cagliari giunge la testimonianza dell’assessore allo sport Paolo Spano che in casa Sa.Spo ha trascorso quindici anni di vita facendo l’istruttore di equitazione. «Per le nuove generazioni lo sport diventa ancor più importante perché oltre ad amplificare le capacità relazionali, acquisiscono maggiori stimoli nel rispettare le strutture pubbliche».

Si congratula di questa nuova realtà Donatella Olla dell’Ufficio garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza della città metropolitana. «L’esempio della Sa.Spo descrive bene il passaggio dalla teoria alla pratica».

Nel suo intervento Antonello Tanda (Assessorato regionale sanità) esprime il suo sentimento di gratitudine per l’impegno e l’entusiasmo dei fautori: «Ammiro questo lavoro perché le persone, grazie al recupero fisico, possono raggiungere una condizione di autonomia».

Sul fronte sportivo era presente Antonio Pinna del CONI Regionale e il vicepresidente del CIP Sardegna Simone Carrucciu. Quest’ultimo, dopo aver salutato i presenti anche a nome di Cristina Sanna si è complimentato con la Sa.Spo per l’enorme apporto nello scrivere la storia del movimento paralimpico in Sardegna. «A me più che di disabilità piace parlare di abilità – ha sottolineato – perché tutti noi, nessuno escluso, ha delle peculiarità inimitabili che contribuiscono a dare valore aggiunto allo sport. L’attività della Sa.Spo abbraccia circa il trenta per cento di tutte le discipline paralimpiche esistenti: un ottimo risultato che spero migliori ulteriormente, magari con l’incremento anche di figure specializzate nell’insegnamento di nuove discipline». Poi ha sottolineato come sia essenziale che il CIP continui a stringere rapporti proficui con Unità Spinale di Cagliari ed il Centro di riabilitazione Santa Maria Bambina di Oristano: «Rappresentano dei percorsi alternativi all’approccio agonistico professionale, a cui dobbiamo dare continuità».

E non potevano mancare i responsabili delle due strutture riabilitative esistenti in Sardegna: «All’unità Spinale di Cagliari si praticano attività sportive per dare dei nuovi percorsi di vita ai pazienti – dice Giuliana Campusnell’ottica di una rinascita che consenta ai nostri pazienti di mettersi in gioco e divertirsi».

«Anche noi vogliamo diventare un punto di riferimento per lo sport – interviene Tomas Doreche deve diventare un piacevole appuntamento quotidiano per i nostri degenti».

Importante sarà il contributo da parte dell’Università di Cagliari. Marco Monticone, coordinatore del Corso di laurea magistrale in attività fisica ha portato i saluti del Rettore Maria Del Zompo e si è dichiarato disponibile nel dare sostegno alla Sa.Spo.

Il suo collega Nicola Melis, referente per l’inclusione e la disabilità per il Dipartimento di scienze politiche e sociali (SPOL) ha invece abbracciato la tesi di Simone Carrucciu: «Finiamola di parlare di disabilità, ognuno ha le proprie abilità, e questo concetto va sicuramente spiegato agli studenti, ma soprattutto al personale docente e non docente dell’Università».

In sala era presente anche la funzionaria dell’Inail Adamina Barbone e la rappresentante dell’azienda PMG Italia, Valentina Ferri, che si occupa di mobilità sostenibile.

 

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Al Teatro delle Saline gli ultimi 3 saggi/spettacoli della rassegna Actor Giovane 2019 che vedono in scena gli allievi della Scuola d’Arte Drammatica di Cagliari.

Sabato 29 giugno, alle 21.00, la regista Elisabetta Podda porta in scena gli Aspiranti Attori con lo spettacolo “Metamorphosis”, ambientazione contemporanea dei quattro miti esplorati, Fetonte, Narciso, Medusa, Orfeo ed Euridice. Con la tecnica del racconto a cornice, cerca di rispettare la narrazione ovidiana in cui si passa da una storia all’altra e la narrazione si sviluppa trasformandosi in continuazione; dove gli uomini sono in balìa degli eventi in un mondo governato da leggi mutevoli tra apparenze ingannevoli e realtà effettiva.

Venerdì 5 luglio, alle 21.00, sarà la volta di “The Actor’s Work” messo in scena dagli allievi del Corso Erasmu, corso creato in collaborazione con l’Associazione Studentesca ESN. Lo spettacolo, sempre della regista e insegnante Elisabetta Podda, mostrerà come si diventa attori, come si supera la paura del pubblico, quali sono le difficoltà che si devono superare per poter affrontare il palcoscenico. Attraverso un percorso che coinvolge la voce e il corpo, gli spettatori avranno la possibilità di vedere come il lavoro dell’attore sia sostanzialmente quello di creare emozioni.

Domenica 7 luglio, alle 21.00, si conclude la rassegna con “E così sia!” degli allievi del Progetto Teatro e disabilità guidati dalla regista e insegnante Marta Proietti Orzella. Una serie di monologhi brevi, scene e atti unici che trattano in modo irriverente il tema scottante della fede. Il progetto nasce nel 2014 da una sfida: portare il teatro nel reparto dell’Unità Spinale dell’Ospedale Marino di Cagliari (diretto dal Primario Giuliana Campus), coinvolgendo pazienti ricoverati, pazienti dimessi e personale (principalmente fisioterapisti) dello stesso reparto. L’obiettivo è dimostrare che il teatro può fare davvero tanto: sul palcoscenico la disabilità scompare.