22 November, 2024
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Un pacifista di Carloforte, Antonello Repetto, 61 anni, aderente all’associazione Pax Christi, si è autodenunciato con due lettere inviate al prefetto e al questore di Cagliari, Giuliana Perrotta e Danilo Gagliardi, nelle quali informa che, «per quanto riguarda la fabbrica di bombe di Domusnovas, potrei attuare delle azioni di sabotaggio nonviolente».

«Considerato che il Governo italiano – aggiunge Antonello Repetto – sta violando la legge n. 185 del 1990, infatti in base a quella norma non si possono vendere armi alle nazioni in guerra!»

«L’Arabia usa queste bombe, ci sono le prove, anche e soprattutto contro civili inermi! La mia coscienza di Cristiano – conclude Antonello Repetto – mi impone di farlo! In pratica mi autodenuncio.»

 

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L’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, ha proposto oggi la stipula di un protocollo d’intesa tra Regione e Liantza per rafforzare la rete
degli operatori dell’immigrazione in Sardegna, nel corso del convegno conclusivo del progetto, “L’altra faccia dell’immigrazione”, svoltosi a Cagliari, al quale è intervenuto in collegamento via Skype anche l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, insieme a rappresentanti istituzionali, esperti e operatori impegnati nel settore.
«Credo che il progetto Liantza che si chiude, vada in realtà considerato solo l’inizio di un percorso comune – ha detto l’assessore Mura -. Propongo di stipulare un Protocollo d’Intesa con la rete che è stata costituita in Sardegna: è una realtà preziosa per la Consulta regionale per l’Immigrazione, l’organo istituzionale che si occupa dell’integrazione dei migranti, che per certi versi ancora più difficile della prima accoglienza. Lavorando insieme potremo limitare la frammentarietà della progettazione e della spesa delle risorse finanziarie, che non sono poche». Dall’esponente della Giunta anche una “comunicazione di servizio” attesa dai tanti mediatori culturali presenti e salutata da un applauso della platea: «A novembre uscirà il bando per queste figure, che verranno inserite nell’Agenzia regionale del Lavoro».
«Il 15 ottobre – ha detto l’assessore della Sanità Luigi Arru – sono state presentate a Bruxelles le buone pratiche attive in Europa, e due regioni italiane, una era la Toscana, l’altra la Sardegna, sono state citate come modelli. Siamo riusciti a gestire gli sbarchi con grande umanità e professionalità. I medici sardi hanno garantito assistenza immediata in porto, ambulatori di strada per i migranti, centri di orientamento per servizi sanitari. Dopo il grande lavoro sulla prima accoglienza, ora dobbiamo farne uno altrettanto importante sull’integrazione. Liantza vuol dire rete e per l’integrazione serve proprio questo: lavorare insieme. Se riusciamo a dare una risposta di civiltà, contrastiamo il razzismo.»
Finanziato dall’assessorato regionale del Lavoro con risorse del Fondo sociale europeo 2007-2013, il progetto da quando ha preso avvio, ad aprile 2014, ha messo a confronto sul territorio operatori, istituzioni, rappresentanze degli immigrati. “Liantza” (“legame” in sardo) ha realizzato 171 incontri in tutte le province sarde, ha prodotto 52 schede progetto ed elaborato 12 protocolli d’intesa. Un percorso partito dal basso e fondato sull’ascolto per costruire, concretamente, una nuova politica dell’immigrazione.
Il convegno è stato aperto dai saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda e dal Prefetto della provincia di Cagliari Giuliana Perrotta. Sono poi intervenuti Mario Argentero (Direttore del progetto Liantza), Riccardo Rosas (Assessorato del Lavoro), Stefania Congia (Ministero del Lavoro) e Mauro Carta (ricercatore Iares). Ha chiuso i lavori la Tavola rotonda sul tema “Quali politiche migratorie europee, nazionali e locali tra diritti di cittadinanza, necessità di accoglienza e complessità sociali” con gli interventi, oltre che degli assessori Mura e Arru, del sottosegretario del ministero degli Interni con delega all’immigrazione Domenico Manzione, del deputato Khalid Chaouki, relatore della proposta di legge di riforma della cittadinanza, e di don Marco Lai, direttore della Caritas Sardegna. L’europarlamentare ed ex ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge ha partecipato con un videomessaggio al dibattito, arricchito anche dalle testimonianze di alcuni immigrati integratisi in Sardegna. I lavori sono stati coordinati dal giornalista Nicola Scano.

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A Iglesias si acuisce lo scontro tra il gruppo Cas@ Iglesias e la maggioranza di centrosinistra che sostiene la Giunta Gariazzo. Dopo l’ultima riunione del Consiglio comunale, il capogruppo Valentina Pistis ha presentato un esposto al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta.

«Siamo al cospetto di un presidente del Consiglio comunale e di una Giunta antidemocratici – scrive Valentina Pistis -. Con il loro comportamento, fuori dalle righe e la norma, tentano di mettermi il bavaglio. Durante i lavori del consiglio comunale del 16 settembre mi hanno impedito di intervenire sull’ordine dei lavori. Nonostante il segretario comunale lo avesse invitato a tutelare i diritti e le prerogative dei consiglieri, il Presidente, con un atto di arroganza mi ha impedito di intervenire. Anche per questo motivo – aggiunge Valentina Pistis –, ho deciso di rivolgermi al Prefetto di Cagliari, al quale chiederò un incontro.»

Valentina Pistis ha denunciato al prefetto «la violazione del diritto delle minoranze da parte del presidente del Consiglio comunale di Iglesias, il quale, durante la seduta dell’ultimo Consiglio, datato 16.09.2015, mi ha impedito di intervenire sull’ordine dei lavori così come previsto dal regolamento. Ciò, nonostante il segretario comunale avesse invitato il Presidente a tutelare i diritti e le prerogative dei consiglieri. Tale comportamento ostruzionistico, anche da parte di taluni uffici, si ripete da molti mesi. Pertanto – sottolinea ancora il capogruppo di Cas@ Iglesias.-, considerato che il presidente del Consiglio comunale è titolare di un munus pubblico, ossia di un ufficio cui sono ascritti poteri funzionalizzati, che, proprio in quanto tali, devono essere utilizzati non per conseguire fini propri, ma garantire diritti e prerogative di terzi, la cui violazione costituisce indice rivelatore di comportamento censurabile, con la presente Le chiedo di prendere ogni opportuna determinazione. Le chiedo, altresì – conclude Valentina Pistis -, un’audizione al fine di consegnarLe la registrazione e la documentazione».

Valentina Pistis 4 copia

 

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I quattro consiglieri di opposizione del comune di Giba, Roberto Zanda, Giacinto Granella, Learco Fois e Mario Camboni, hanno chiesto al Prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, e al segretario comunale di Giba un parere sulla legittimità del provvedimento di nomina della Giunta comunale del 10 giugno scorso e su tutte le conseguenze pregiudizievoli che possono derivare dalla stessa, in relazione al rispetto delle quote di genere, previste dall’articolo 46 del Testo Unico sugli Enti Locali.

Nella nota inviata al prefetto e al segretario comunale, i quattro consiglieri di opposizione sottolineano che l’articolo 46 comma 2 del Decreto Legislativo n. 267/2000 statuisce nitidamente che «il sindaco e il presidente della provincia nominano, nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi, i componenti della giunta, tra cui un vicesindaco e un vicepresidente, e ne danno comunicazione al consiglio nella prima seduta successiva alla elezione».

«In seno alla maggioranza del Consiglio comunale di Giba siede un consigliere di sesso femminile al quale non è stato domandato di ricoprire la carica di assessore», aggiungono Zanda, Granella, Fois e Camboni che, dopo aver riportato sentenze analoghe, sottolineano che «sussistono seri e fondati motivi per ritenere palesemente illegittimo il provvedimento di nomina della Giunta Comunale; ad oggi, non risulta essere stato posto rimedio alla lamentata illegittimità del provvedimento di nomina dell’organo di governo comunale; l’emanazione, successiva alla nomina della Giunta illegittima, della Legge Regionale del 19.6.2015, n. 16, non può porre rimedio all’illegittimità dell’organo di governo comunale quantomeno per il periodo in cui lo stesso è rimasto privo di almeno un assessore di sesso femminile; non solo la minoranza comunale, ma anche la maggioranza e la popolazione tutta ha un interesse concreto a conoscere le conseguenze negative che potrebbero derivare dalla illegittimità del predetto provvedimento di nomina; e, infine, che è di tutta evidenza che il sindaco non ha garantito la presenza di entrambi i sessi in seno alla giunta comunale, in palese violazione dell’art. 46, comma 2 del TUEL e delle disposizioni di legge richiamate».

Municipio Giba copia

Stamane è riesplosa la protesta dei lavoratori ex Alcoa che rivendicano un intervento forte della Giunta regionale per un’accelerazione della trattativa per la cessione dello stabilimento da Alcoa a Glencore.

Una delegazione di lavoratori ha raggiunto il capoluogo regionale, dove dopo un breve passaggio davanti al Palazzo di viale Trento e al Palazzo del Consiglio regionale in via Roma, hanno deciso di trasferirsi in piazza Palazzo, attivando un presidio davanti alla prefettura ed hanno chiesto un incontro con il nuovo prefetto, Giuliana Perrotta.

Il problema principale da risolvere resta sempre lo stesso: le tariffe energetiche. Il 31 luglio era atteso il pronunciamento dell’Unione europea che però ha preso ulteriormente tempo, altri 60 giorni, prima di pronunciarsi sulla richiesta presentata dal Governo italiano per il riconoscimento delle agevolazioni sul prezzo, condizione irrinunciabile per la conclusione della trattativa in corso con Glencore.

Alcoa ingresso

 

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Si è conclusa nella tarda mattinata la “missione” a Cagliari di una delegazione di rappresentanti politici, sindacali e cittadini di Iglesias, “a difesa del CTO e della sanità iglesiente”. All’origine della protesta, come è noto, vi è un’aperta contestazione del progetto di riorganizzazione delle attività degli ospedali aziendali, con particolare riferimento alla decisione di prorogare, anche per il mese di agosto, l’ubicazione dell’U.O.C. di ginecologia e ostetricia presso il presidio ospedaliero Sirai, dopo che il commissario straordinario Antonio Onnis aveva annunciato al Consiglio comunale di Iglesias, il trasferimento all’ospedale Santa Barbara.

La delegazione ha consegnato due documenti, contenenti le rivendicazioni. Nel primo, indirizzato al presidente della Regione, Francesco Pigliaru; all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru; al direttore generale dell’assessorato della Sanità, Giuseppe Maria Sechi; al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta; e al sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo, si legge che «gli impegni presi dal commissario Onnis in Consiglio comunale a Iglesias, non sono stati rispettati. Chiediamo, ancora una volta, che non venga cancellato alcun servizio o trasferito alcun reparto, in attesa della conclusione dei lavori del CTO e della riorganizzazione sanitaria locale».

«Chiediamo inoltre il rientro immediato del reparto di Ostetricia e Ginecologia dal Sirai di Carbonia al Santa Barbara di Iglesias e il ripristino degli altri servizi drasticamente ridimensionati secondo il Piano estivo predisposto dal dott. Onnis – si legge ancora nel documento -. Qualora le suddette istanze non venissero accolte, chiediamo la proclamazione dello sciopero generale dell’intera città di Iglesias.»

Con il secondo documento, inviato al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru; all’assessore della Sanità, Luigi Arru; al direttore generale dell’assessorato della Sanità, Giuseppe Maria Sechi; e, infine, al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, viene chiesto un incontro.

«A seguito della riorganizzazione sanitaria che viene attuata nel territorio del Sulcis Iglesiente da parte del commissario straordinario dottor Antonio Onnis e che attualmente penalizza la città di Iglesias e gran parte del territorio di pertinenza della Asl n° 7 di Carbonia Iglesias – si legge nel documento – si richiede un incontro con il sindaco di Iglesias, i capigruppo del Consiglio comunale di Iglesias, i Sindacati confederali e le associazioni, al fine di ascoltare le problematiche che tali scelte stanno provocando alla sanità territoriale, già troppe volte depauperata di servizi e prestazioni alla popolazione.»

La richiesta di incontro è firmata dal sindaco, Emilio Gariazzo; dai capigruppo di “Il Tuo segno per Gariazzo”, Pietro Serio; di Cas@ Iglesias, Valentina Pistis; di Forza Italia, Luigi Biggio; del Partito Democratico, Francesco Melis; di Sinistra Ecologia Libertà, Franco Tocco; del PDCI, Alberto Cacciarru; e, infine, dal segretario cittadino del Partito Democratico, Ubaldo Scanu.

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CTO Iglesias copia

Ospedale Santa Barbara

E’ stato firmato questa mattina l’accordo per l’apertura a Capoterra della Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), tra l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru e il prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta. «La Regione Sardegna – ha detto l’assessore della Sanità – è tra le prime in Italia ad aver attivato la struttura residenziale psichiatrica alternativa all’Opg, come previsto dalla legge 81/14».
Con questo accordo l’assessorato e la Prefettura si impegnano a mettere in atto le misure di sicurezza all’interno della struttura, per il benessere dei pazienti e degli operatori, e allo stesso tempo per garantire la sorveglianza all’esterno. La Regione ha scelto come sede per la Rems il polo della Rsa già esistente di Capoterra. La struttura è affidata al Dipartimento di Salute mentale della Asl 6 di Sanluri. “Grazie a questo passaggio – ha commentato l’assessore Arru – si dà la possibilità alle persone internate negli Opg della penisola di rientrare in Sardegna per iniziare percorsi di cura nella comunità di Capoterra. Il progetto della Rems non ha solo una valenza terapeutica ma rappresenta un cambiamento culturale di grande portata».
La Rems sarà uno dei nodi della rete assistenziale che è costituita da centri di salute mentale, comunità terapeutiche e psichiatria forense. Per raggiungere questo obiettivo l’assessorato ha collaborato con la magistratura, il dipartimento di amministrazione penitenziaria e gli ordini degli avvocati.
All’interno della Rems sarà assicurata agli ospiti protezione e sicurezza, e verranno attivati processi di cambiamento attraverso percorsi partecipativi alle attività della residenza. «Uno degli obiettivi principali – ha aggiunto Arru – è migliorare la qualità della vita, ridurre i tratti patologici della personalità e portare queste persone a sviluppare capacità individuali e personalità autonoma».
I pazienti saranno impegnati in attività psico-educazionali e di psicoterapia individuale e di gruppo, interventi riabilitativi quali musicoterapia, arte terapia, attività manuali e sportive.