22 November, 2024
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Nel rispetto delle disposizioni del Commissario straordinario del “G. Brotzu” per l’emergenza COVID-19, sono sospese tutte le attività ordinarie (prelievi e visite) svolte presso il Day Hospital del Centro trapianti di fegato e pancreas al 7° piano, il Day Hospital del Centro trapianti di cuore al sottopiano e gli ambulatori del Centro trapianti di rene al 9° piano.

Queste le indicazioni specifiche per i pazienti seguiti dai diversi Centri trapianti:

TRAPIANTATI DI FEGATO E PANCREAS

La dott.ssa Laura Mameli e la dott.sa Vincenza Congias comunicano che il Day Hospital è chiuso e saranno presenti solo medici e infermieri secondo specifici piani turno: sarà loro cura stabilire quali siano i pazienti urgenti che dovranno essere seguiti anche in questo periodo con visite e prelievi.

Noi ricordiamo, inoltre, che:

– la nostra associazione ha messo a disposizione del Centro trapianti un cellulare con il numero 392 91 91 846, al quale risponde, dalle ore 09.00 alle 13.00, un medico del Day Hospital;

– la nostra Giusy Melis non può essere presente in ospedale, ma può comunque essere contattata al numero 392 90 99 472 ed è, a sua volta, in contatto con i medici e gli infermieri, oltre che con gli ambulatori di riferimento e con lo studio Casciu, fintanto che resterà aperto.

TRAPIANTATI DI CUORE

Il dott. Marco Corda della Cardiologia comunica che:

– l’ambulatorio del D.H. è chiuso fino al 31 marzo 2020: sarà cura dei medici della Struttura verificare quali sono i pazienti per cui erano in programma visite e prelievi nel mese di marzo che potranno essere differiti ad altra data e quali, invece, potranno essere visitati perché ritenuti urgenti. I pazienti saranno chiamati individualmente dal personale della Struttura;

i rapporti con il Day Hospital della Cardiologia dovranno avvenire solo per telefono al numero 070 539 755 o al numero del Reparto 070 539 510.

TRAPIANTATI DI RENE

L’ambulatorio del Centro trapianti di rene comunica che l’ambulatorio è chiuso fino al 31 marzo 2020: saranno i medici della Medicina del trapianto renale a verificare quali sono i pazienti per cui è possibile differire visite e prelievi e quelli che potranno essere visitati in quanto urgenti. I pazienti saranno contattati telefonicamente dal personale dell’ambulatorio. Per qualsiasi esigenza i contatti attivi sono la casella e-mail txrene.ca@tiscali.it ed il numero telefonico 070 539 497

Giuseppe Argiolas

Presidente associazione PROMETEO AITF ODV

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«In ottemperanza a quanto disposto dal Commissario straordinario del “G. Brotzu” come contrasto al Corona Virus, sono sospese tutte le attività ordinarie di prelievi e visite di controllo dei trapiantati che sono seguiti nel Day Hospital del 7° piano della Chirurgia generale.»

Ne dà comunicazione, con una nota, Giuseppe Argiolas, presidente dell’associazione Prometeo AITF ODV.

«Nessun trapiantato può entrare al “G. Brotzu” con decisione autonoma, sarà cura dei medici del Day Hospital stabilire quali siano, invece, i pazienti URGENTI che potranno essere seguiti anche in questo periodo con visite e prelievi – aggiunge Giuseppe Argiolas -. Ribadiamo, quindi, che il Day Hospital è chiuso al pubblico e saranno presenti, secondo specifici piani turno, solo medici e infermieri che risponderanno ai trapiantati al telefono.»

«Vi comunichiamo, inoltre, che dal 10 marzo, per motivi di sicurezza, non potrà più essere fisicamente presente al Day Hospital la nostra volontaria Giusy Melis, che può comunque essere contattata al numero 392 90 99 472. Giusy è comunque costantemente in contatto con i medici e gli infermieri nonché con gli ambulatori di riferimento e con lo studio Casciu – conclude Giuseppe Argiolas -. Ricordiamo, infine, che la Prometeo AITF ODV ha messo a disposizione del Day Hospital un cellulare con il numero 392 91 91 846, al quale risponde, dalle ore 9.00 alle 13.00, un medico del Day Hospital.»

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Prosegue l’attività di sensibilizzazione nelle scuole sarde della Prometeo AITF ODV: sabato sarà la volta dell’Istituto tecnico-industriale “G. Marconi” di Cagliari. A partire dalle ore 11.30 circa, un gruppo di trapiantati dell’associazione ed alcuni operatori sanitari dell’ospedale “G. Brotzu” di Cagliari e del Centro regionale trapianti (CRT) dialogheranno con studenti e docenti per spiegare quali malattie possono rendere necessario un trapianto, come avviene il processo che dalla donazione porta a questo intervento e perché si dice che “il trapianto è vita”, con il conseguente auspicio che le donazioni, anche da vivente, siano più numerose.

Secondo i dati dell’Indice del Dono 2019, elaborati dal Centro nazionale trapianti (CNT), Cagliari è la città più “generosa” d’Italia (più precisamente il Comune più generoso tra quelli con oltre 50mila abitanti): è, infatti, positivo il 79 per cento delle dichiarazioni di volontà registrate presso l’Ufficio anagrafe. Come rilevato dal presidente della Prometeo Giuseppe Argiolas, però, i dati dell’Indice del Dono non raccontano quante persone non hanno espresso la propria volontà perché non hanno avuto modo di maturare una scelta prima che fosse loro prospettata quest’opportunità. Incontri come quello al Marconi, dunque, sono organizzati proprio pensando a loro e a chi ha deciso di dire “no” all’eventuale donazione perché poco informato o condizionato da pregiudizi: tutti i cittadini devono, invece, essere messi in grado di maturare una scelta consapevole.

Anche questa iniziativa è inclusa nel progetto dell’associazione “Sardegna – Un dono per la vita 2019”, cofinanziato dalla Fondazione di Sardegna e dalla Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato del Lavoro (L.R. n. 13/1991, art. 72).

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I rapporti intensi fra Sardegna e Belarus in particolare nel settore dell’istruzione e della formazione, hanno visto dall’8 al 12 ottobre un focus specialistico dedicato all’istruzione inclusiva in occasione del soggiorno a Cagliari di una qualificata delegazione bielorussa e grazie all’ottimo lavoro svolto dal S.I.A. (Servizi Per l’Inclusione e l’Apprendimento) dell’Università di Cagliari che coordina il “Sardinian-Belarus Working Group on Inclusion” al quale aderiscono enti ed istituzioni pubbliche e private dei due territori.

Ai lavori e alle visite conoscitive hanno preso parte specialisti e partner progettuali dell’Associazione Cittadini del Mondo Onlus, tra i quali Nina Viktarouskaya, Direttore del Centro regionale di Minsk per la correzione e lo sviluppo della formazione e della riabilitazione, Volha Salauyova e Elena Falevitch del dipartimento di supporto scientifico e metodologico dell’istruzione secondaria generale nelle istituzioni dell’istruzione professionale, Alena Lemekh, del Dipartimento di pedagogia speciale dell’Istituto di educazione inclusiva dell'”Università bielorussa statale pedagogica Maxim Tank”, i rappresentanti dell’Università  Statale Bielorussa di Arte e Cultura Alinа Korbut rettore, Yulia Halkowskaya, preside della Facoltà Politiche informazione e Safiya Paulava, docente. Presente anche Veronica Yaroshevich, referente del Centro Italo-Bielorusso di Cooperazione e Istruzione “Sardegna” con sede a Minsk che fornisce sostegno logistico alle attività di cooperazione in territorio bielorusso. Alle iniziative hanno preso parte anche gli operatori dell’Associazione Cittadini del Mondo Onlus ed il console onorario della Repubblica Belarus Giuseppe Carboni.

La rete di specialisti sardi e bielorussi ha partecipato al II “University Meeting on Inclusion” ospitato nel Polo San Giorgio della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari coordinato da Donatella Petretto delegato rettorale per il supporto agli studenti con disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento ed altri Bisogni Educativi speciali dell’Università degli Studi di Cagliari e al quale hanno portato i loro contributo anche Giuseppe Argiolas, docente Scuola Secondaria e del Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno, Laura Raimonda Mura, coordinatrice del SIA, Università degli Studi di Cagliari, Silvia Vinci, Funzionario Tecnico Psicologo del SIA, Università degli Studi di Cagliari, Gian Pietro Carrogu, Pedagogista SIA, Università degli Studi di Cagliari, Luca Gaviano, psicologo SIA, Università degli Studi di Cagliari, Gabriele Sorba, laureato in Psicologia, Università degli Studi di Cagliari

Una seconda giornata di lavori è stata organizzata  in collaborazione con l.I.S. “Bacaredda-Atzeni” guidato dal dirigente Pier Paolo Porcu, che ha accolto per una intera giornata di lavoro e confronto la delegazione proveniente dalla Bielorussia, mettendo a confronto due diversi modelli scolastici il cui denominatore comune è l’inclusione e il diritto allo studio degli alunni con Disabilità, D.S.A. e B.E.S. e dove ancora è stato prezioso il contributo di Giuseppe Argiolas del Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno per dare importanti strumenti di analisi al gruppo di lavoro sardo-bielorusso.

Una delle realtà più importanti non solo a livello sardo, ma nazionale rappresentata dallo IERFOP presieduta dal dott. Roberto Pili (Istituto Europeo Ricerca Formazione Orientamento Professionale di eccellenza per disabili) ha aperto le sue porte per una visita approfondita alle sue strutture che hanno trovato un grande interesse e apprezzamento da parte degli specialisti bielorussi, e per l’occasione è nata anche una proposta operativa finalizzata a portare metodiche e capacità professionali IERFOP dentro la realtà formativa bielorussa dedicate alle persone svantaggiate.

Altro momento di particolare interesse sono stati gli incontri con la diaspora così da mettere a confronto le esperienze di istruzione inclusiva vissute in via diretta o indiretta in patria e nella nuova realtà di residenza in Sardegna, così da confrontare non solo gli aspetti puramente tecnici ma anche quelli di approccio socio-culturale che possono influenzare le politiche inclusive in atto nei due territori.

Il “Sardinian-Belarus Working Group on Inclusion” rientra fra le attività progettuali promosse dall’Associazione Cittadini del Mondo nell’ambito dei programmi di cooperazione internazionale sostenuti dalla LR 19/96. Nell’ambito delle attività del gruppo di lavoro previste nel prossimo futuro sia in territorio bielorusso sia in Sardegna, si lavorerà per dare un respiro ancora più ampio alla collaborazione nelle politiche di “Inclusione” e allargare ulteriormente la rete di organizzazioni aderenti.

 

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Stanze più accoglienti, con bagno in camera in un reparto completamente ristrutturato. Sono i nuovi locali che la struttura complessa di Chirurgia generale del Santissima Annunziata andrà a occupare a breve, al secondo piano dell’ospedale di via Enrico De Nicola.

A presentarli questo pomeriggio sono stati il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso, il direttore sanitario aziendale Nicolò Orrù, il direttore amministrativo Lorenzo Pescini quindi il direttore della Chirurgia generale Pietro Niolu, il direttore della direzione medica di presidio Bruno Contu. All’incontro erano presenti, inoltre, Pier Paolo Terragni delegato del rettore, direttore dipartimento emergenza-urgenza, Giuseppe Passiu direttore della Patologia medica, Giuseppe Argiolas per la Clinica medica, Franco Bandiera della struttura complessa di Medicina interna, Pina Brocchi direttore del dipartimento Professioni sanitarie e Roberto Manca responsabile dell’Ufficio tecnico.

Un totale di 750 metri quadrati per 23 posti letto suddivisi in 4 stanze quadruple, 2 stanze triple e una singola, tutte dotate di bagno per disabili. A queste si aggiungono una sala per le medicazioni, una per i medici e una per la caposala.

I lavori, realizzati dalla ditta Campesi di Olbia, hanno avuto un costo di 500mila euro. Sono state realizzate opere di adeguamento edile e impiantistico, con la realizzazione di nuovi impianti di gas medicale, elettrico e idrico-sanitario quindi ancora di condizionamento e per la sicurezza antincendio.

Le opere sono state realizzate in circa sei mesi e hanno tenuto conto della presenza di reparti di degenza adiacenti, come la Cardiochirurgia, evitando interferenze e disservizi.

Il trasferimento qui della Chirurgia generale, adesso ospitata al quarto piano del Santissima Annunziata, consentirà, intanto, di mettere a disposizione dell’utenza stanze con maggior comfort. Inoltre, una volta riqualificati gli spazi che la Chirurgia generale lascerà liberi al quarto piano, lo spostamento permetterà all’Azienda ospedaliero universitaria di trasferire all’interno dell’ospedale di via De Nicola le strutture di Clinica medica e Patologia medica che si trovano nei vecchi locali della palazzina di viale San Pietro.

Il progetto della direzione, inoltre, prevede lo spostamento dei locali dedicati a spogliatoi al secondo sotto-piano dell’ospedale di via De Nicola, con la realizzazione di percorsi protetti e l’installazione di videocamere di sorveglianza.

L’obiettivo, una volta conclusi i lavori, è la creazione di un dipartimento medico (al quarto piano è presente, infatti, la struttura di Medicina) che vedrà in posizioni vicine unità operative tra loro complementari. Questo consentirà di organizzare al meglio le guardie mediche e le attività del personale infermieristico. Avvicinare le due strutture a vocazione internistica, inoltre, consentirà all’azienda di risparmiare sui costi del trasporto sanitario.

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La sesta commissione (Sanità-politiche sociali) presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) ha proseguito il suo ciclo di audizioni sulle diverse realtà che operano nel sistema sanitario regionale esaminando le problematiche legate ai pazienti trapiantati ed ai malati di Alzheimer esposte dalle associazioni di riferimento.

Per Giuseppe Argiolas dell’associazione Prometeo (nata per tutelare i trapiantati di fegato e pancreas ed ora in corso di trasformazione per rappresentare tutti i trapiantati) «in Sardegna stanno emergendo alcuni dati molto preoccupanti, dal calo delle donazioni alla crescita delle liste di attesa, dalla riduzione del 50% degli interventi all’aumento della mortalità; una situazione complessiva che deve spingere le istituzioni a dare una risposta ai tanti sardi che soffrono e, purtroppo, muoiono per la mancanza di organi».

Giuseppe Argiolas ha poi suggerito di introdurre nel sistema sanitario regionale una sorta di principio di territorialità della cura. «I pazienti provenienti da varie zone della Sardegna – ha osservato – sono costretti a recarsi presso il centro regionale trapianti dell’ospedale Brotzu a Cagliari sostenendo il disagio ed il costo di inutili trasferte, mentre con una migliore organizzazione potrebbero fare gli stessi esami in strutture più vicine alla loro residenza; anche, ad esempio, per interventi nel cavo orale che ora possono essere effettuati solo nel capoluogo di Regione».

Dall’associazione trapiantanti è arrivato inoltre un appello per il completamento dell’organico del Day Hospital di Cagliari, ancora privo del direttore, e soprattutto l’invito ad una più larga diffusione della cultura della donazione. Fra le proposte illustrate alla commissione l’istituzione di una Giornata del donatore, l’avvio di una campagna di informazione nelle scuole e la creazione di una anagrafe del donatore, iniziativa cui hanno aderito appena una decina di comuni dell’Isola. «Molti cittadini – ha concluso Argiolas – non rispondono neppure alla domanda sulla loro disponibilità a donare gli organi ma, quelli che lo fanno si pronunciano nella stragrande maggioranza per il Si; c’è un vuoto di conoscenza e di informazione che bisogna colmare e non può essere un compito lasciato solo alle Associazioni”.

Successivamente è stata la volta dell’Associazione pazienti di Alzheimer che, attraverso il dr. Paolo Putzu, ha sottolineato la complessità della malattia sotto il profilo cognitivo, comportamentale e funzionale, con forti ricadute negative della condizione del paziente nell’ambito familiare. «In Sardegna non esistono dati aggiornati – ha proseguito – ma secondo una stima realistica le persone affette dal morbo di Alzheimer dovrebbero essere circa 15.000 che vengono seguite dal sistema pubblico e privato (le residenze sanitarie assistite) in modo disorganico e senza un indirizzo unitario».

«Una carenza presente anche a livello nazionale – ha aggiunto Putzu – che è stata colmata solo l’anno scorso con la predisposizione da parte della conferenza Stato-Regioni di un piano nazionale contro la demenza che fissa le linee-guida per una azione più incisiva contro l’Alzheimer mentre, in Consiglio regionale, esistono due proposte di legge (ed un testo unificato) che si occupano della materia; una buona base di partenza per affrontare questo problema su basi nuove.»

Paolo Putzu, infine, si è soffermato sulla situazione dei pazienti geriatrici, sottolineando che l’unica divisione attiva in Sardegna è quella di Cagliari mentre presso altre strutture della Regione si assiste ad un progressivo ridimensionamento dei reparti. «I dati demografici ci dicono invece – ha spiegato – che la sanità pubblica deve intervenire a fondo su questo settore, innanzitutto con il rilancio della prevenzione e poi con azioni mirate, anche di supporto alle famiglie, per contenere l’insorgere della non autosufficienza; questo consentirebbe di aumentare la qualità di vita delle persone e di ridurre i costi».

Maurizio Calamida e Giuseppe Casti 2 Asl 7 - Comune di Carbonia 2

Questa mattina, alle ore 11.30, presso la Direzione Generale della Asl 7 in via Dalmazia 83, a Carbonia, al termine di una conferenza stampa, il direttore generale della Asl 7, Maurizio Calamida, e il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, hanno sottoscritto il protocollo d’intesa “Una firma per la vita”, finalizzato alla promozione, informazione e raccolta delle volontà sulla donazione degli organi.

Hanno partecipato il vice sindaco di Carbonia, Maria Marongiu; i componenti della commissione Sanità del comune di Carbonia; il coordinatore per i trapianti e prelievi d’organo della Asl 7, Leonardo Tola; il responsabile del centro regionale trapianti, Carlo Carcassi; il dirigente medico dello stesso centro, Roberto Littera; la responsabile dell’Aido di Carbonia, Maria Mereu; e, infine, il presidente dell’associazione Prometeo, Giuseppe Argiolas.

Con il protocollo d’intesa, Asl 7 e comune di Carbonia si impegnano a promuovere l’informazione e a raccogliere la volontà espressa dai singoli cittadini residenti nel comune di Carbonia in merito alla donazione di organi e tessuti a fini di trapianto; il comune di Carbonia potrà attuare forme di informazione attraverso il proprio sito telematico istituzionale, anche mediante un collegamento al sito istituzionale della Asl 7; quali responsabili dell’esecuzione del protocollo sono stati indicati rispettivamente il dirigente Affari Generali del comune di Carbonia e per la Asl 7 il coordinatore locale trapianti.

«E’ uno strumento che ha un significato molto importante», ha dichiarato il direttore generale Maurizio Calamida. «Non è solo l’impegno di due amministrazioni, ma qualcosa di concreto che agirà a livello di sensibilizzazione e sarà operativo da subito. Quest’anno nella nostra Azienda Sanitaria sono state effettuate due donazioni di organi.»

Per il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti il protocollo d’intesa «rappresenta una grande opportunità per i cittadini. Abbiamo già realizzato diverse iniziative in collaborazione con la ASL, ad esempio quelle per sensibilizzare la popolazione a donare il sangue». Giuseppe Casti ha ringraziato il vice sindaco Maria Marongiu e la Commissione comunale alle Politiche sociali, presieduta da Orlando Meloni, per l’impegno profuso in questa iniziativa.

Soddisfazione è stata espressa anche dal responsabile del Centro Regionale Trapianti Carlo Carcassi: «Con questa procedura si libera il familiare, nel momento peggiore, dall’incombenza di decidere quali sarebbero state le volontà del congiunto. A questo proposito, è giusto ricordare che la Sardegna è una delle regioni con il più basso indice di opposizioni al prelievo d’organi».

«In Italia – ha spiegato Leonardo Tola, coordinatore per i trapianti e prelievi d’organo della Asl 7 – oggi sono oltre 9.000 i pazienti in attesa di un organo per poter sottoporsi ad un trapianto, 236 di questi sono bambini. In Sardegna la lista d’attesa vede presenti 85 pazienti per il trapianto di rene, 12 per il trapianto di fegato e 5 per il trapianto di cuore. Dall’inizio dell’anno, nell’Isola sono stati effettuati 20 trapianti di rene, 18 trapianti di fegato e 4 trapianti di cuore.»

«Noi proseguiamo con la nostra opera di informazione nelle scuole – ha detto Giuseppe Argiolas, presidente dell’associazione Prometeo -. Siamo entusiasti di questa intesa fra ASL e Comune, e ci auguriamo che tanti altri comuni seguano questa strada.»

Questa mattina, alle ore 11.30, presso la Direzione Generale della Asl 7 in via Dalmazia 83, a Carbonia, è in programma una conferenza stampa nel corso della quale la Asl 7 e il Comune di Carbonia sottoscriveranno il protocollo d’intesa “Una firma per la vita”, finalizzato alla promozione, informazione e raccolta delle volontà sulla donazione degli organi.

Saranno presenti il direttore generale della Asl 7, Maurizio Calamida; il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti; il vice sindaco, Maria Marongiu; i componenti della commissione Sanità del comune di Carbonia; il coordinatore per i trapianti e prelievi d’organo della Asl 7, Leonardo Tola; il responsabile del centro regionale trapianti, Carlo Carcassi; il dirigente medico dello stesso centro, Roberto Littera; la responsabile dell’Aido di Carbonia, Maria Mereu; e, infine, il presidente dell’associazione Prometeo, Giuseppe Argiolas.Centro direzionale ASL 7