6 May, 2025
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La Chiesa è in lutto per la morte di Benedetto XVI. Dopo una lunga malattia e grande sofferenza è tornato alla casa del Padre all’età di 95 anni. Il messaggio dell’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi.

Il dolore per la morte dell’amato Benedetto XVI si accompagna all’ammirazione per la sua straordinaria figura di teologo, pastore, uomo di Dio e della Chiesa. È con gratitudine che lo accompagniamo all’incontro ultimo e lo raccomandiamo alla misericordia di Dio. Abbiamo imparato molto, e per molto continueremo a farlo, dalle sue parole e dai gesti della sua vita.

La rinuncia al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, in quell’indimenticabile 13 febbraio 2013, a causa dell’“incapacità di amministrare bene il ministero” affidato, resta un atto eccezionale, animato esclusivamente dall’amore alla Chiesa, che “significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi”. Benedetto XVI stesso ha detto la certezza che “la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto”. Una volta dimessosi, Benedetto XVI ha deciso di continuare – come ebbe modo di dire – “ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre” (Ultima Udienza Generale di Papa Benedetto XVI, 27 febbraio 2013).

Benedetto XVI ha testimoniato il sentimento della fede di fronte alla morte, scrivendo, in termini commossi, pochi mesi addietro: “Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato (Paraclito). In vista dell’ora del giudizio mi diviene così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte” (Lettera circa il rapporto sugli abusi nell’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga, 6 febbraio 2022).

A noi, qui a Cagliari, il 7 settembre 2008, in occasione del centenario della proclamazione della Madonna di Bonaria quale Patrona Massima della Sardegna, Benedetto XVI si diceva ammirato dalla “commovente manifestazione della fede” che anima il nostro popolo. Rivolgendosi alla Nostra Signora, diceva che “Mai resterà deluso chi si affida a Nostra Signora di Bonaria, Madre misericordiosa e potente. Maria, Regina della Pace e Stella della speranza, intercedi per noi”.

Toccanti e puntuali le parole rivolte da papa Ratzinger ai giovani in piazza Yenne. “È una grande gioia per me incontrarvi, al termine di questo breve ma intenso soggiorno nella vostra bella Isola. (…) Vi saluto con affetto, cari ragazzi e ragazze: voi costituite il futuro pieno di speranza di questa Regione, nonostante le difficoltà che conosciamo tutti”.

Adesso preghiamo per lui, chiedendo alla Vergine Madre di accoglierlo nel regno dove tutto è pace, di permettergli di immergersi “nell’oceano dell’infinito amore, nel quale il tempo – il prima e il dopo – non esiste più, … nella vastità dell’essere”, dove “siamo semplicemente sopraffatti dalla gioia” (Encicl. Spe Salvi, 30 novembre, n. 12).

Nelle Sante Messe di oggi e domani non manchino nelle Chiese di Cagliari le preghiere in suffragio di Benedetto XVI, secondo le indicazioni che pervengono dalla CEI e dalla diocesi.

Con affetto e in comunione.

+ Giuseppe Baturi

Fonte foto di copertina di Benedetto XVI http://www.vatican.va

Don Salvatore Benizzi ha lasciato, dopo 40 anni, la guida della Pastorale, Sociale e del Lavoro, della Diocesi di Iglesias, gli subentra don Antonio Mura.

La Cancelleria vescovile nel primo pomeriggio di ieri ha reso noto che in data 1° ottobre mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo della diocesi di Iglesias, accogliendo la rinuncia presentata dal reverendo don Salvatore Benizzi dall’Ufficio diocesano per i problemi sociali, il lavoro, giustizia e pace e la salvaguardia del creato e da vicario episcopale per tale ambito pastorale, ha nominato il reverendo canonico Antonio Mura, nuovo direttore del medesimo Ufficio per un quinquennio.

Ieri mattina don Salvatore Benizzi ha ripercorso oltre 40 anni di impegno pastorale, sociale e del lavoro, per il territorio della diocesi di Iglesias. Hanno accompagnato don Salvatore in questo percorso di rivisitazione e di riflessione dell’impegno pastorale, il neo cardinale mons. Arrigo Miglio, già vescovo di Iglesias ed arcivescovo di Cagliari, e l’attuale vescovo della diocesi mons. Giovanni Paolo Zedda. L’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi, annunciato alla vigilia, non ha potuto presenziare ma ha inviato un lungo messaggio che è stato lo stesso Salvatore Benizzi a leggere ai presenti che hanno gremito la nuova ed ospitale sala dell’oratorio della parrocchia San Pio X. Era presente anche mons. Walter Erbì, recentemente ordinato vescovo di Nepi e nunzio apostolico in Liberia e Sierra Leone.

 

 

Hanno risposto all’invito in tanti, dai sindaci di diversi Comuni della Diocesi, amministratori, lavoratori, sindacalisti, volontari, protagonisti del presente e del passato. Tutti insieme, dopo il saluto del parroco di San Pio X, don Giorgio Fois, e l’intervento del vescovo mons. Giovanni Paolo Zedda, hanno ricostruito 40 anni delle vicende di un territorio che, purtroppo, conserva tanti dei problemi, in molti casi non solo irrisolti ma divenuti anche assai più critici, che caratterizzarono l’inizio del percorso di Salvatore Benizzi. Uno dei momenti più significativi ed indimenticabili è stato e resta la visita di Papa Giovanni Paolo II a Iglesias, nel 1985, ricordata con il messaggio che rivolse al Pontefice allora un lavoratore, riproposto integralmente.

Giampaolo Cirronis

 

Sabato 1 ottobre, presso l’oratorio San Pio X, a Iglesias, dalle ore 9.00, “Don Salvatore Benizzi ripercorre gli oltre 40 anni di impegno pastorale, sociale e del lavoro per il territorio”. Presenzieranno all’incontro, il cardinale Arrigo Miglio, l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi ed il vescovo di Iglesias Giovanni Paolo Zedda, nonché lavoratori, sindacalisti, amministratori, volontari, protagonisti delle vertenze del territorio nel presente e nel passato.

Lo scorso 25 luglio, festa di San Giacomo apostolo, il vescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Giuseppe Baturi, ha istituito con proprio decreto la Consulta diocesana per la Pastorale sociale e del Lavoro, promulgandone contestualmente lo Statuto.

«Alla base della nascita della Consulta ha spiegato l’arcivescovo di Cagliari c’è la volontà di applicare il metodo sinodale, caratterizzato dal confronto e dall’incontro, all’intera azione Pastorale diocesana. Nello specifico questa scelta mira innanzitutto a riaffermare il valore sociale della fede e dell’incontro con Cristo, esprimendo una riqualificazione della vita delle persone e della società. Il neo-costituito organismo diocesano nasce sulla scorta di una profonda lettura del panorama socio-politico attuale, con il tentativo di trovare soluzioni e nuove strade da percorrere, assieme alle varie componenti coinvolte, per costruire fatti buoni, rilanciare la qualità della convivenza sociale e della dignità del lavoro, da sempre priorità umana e cristiana. Istituire la Consultaha concluso monsignor Giuseppe Baturiè inoltre un modo per scongiurare il rischio del rifugiarsi nel vissuto del proprio privato.»

Il nuovo organismo diocesano, il cui organigramma è in fase di costituzione, è presieduto dallo stesso Arcivescovo, mentre il segretario è il diacono Ignazio Boi, anche direttore dell’Ufficio competente. Ne sono membri, oltre che gli assistenti di associazioni e organismi ecclesiali impegnati nell’ambito del lavoro e del sociale, gli animatori di comunità del progetto Policoro, rappresentanti di sindacati, associazioni imprenditoriali e di categoria, enti e organizzazioni di volontariato e del terzo settore, gruppi, movimenti e rappresentanti di Uffici e servizi diocesani connessi alla Pastorale sociale e del Lavoro.

«La decisione dell’Arcivescovoha affermato il diacono Ignazio Boiè particolarmente significante in un momento così delicato per la vita politica, il mondo del lavoro e la realtà sociale. Se da un lato rappresenta il riconoscimento del lungo cammino compiuto dalla Chiesa di Cagliari fin dagli anni dell’episcopato di monsignor Ottorino Pietro Alberti, con l’appassionata direzione di monsignor Vasco Paradisi, al tempo stesso costituisce la richiesta di un rinnovato e partecipato impegno. L’atto – prosegue – rappresenta un chiaro segnale degli orientamenti espressi dal vescovo Baturi fin dal suo insediamento, ovvero favorire un ampio coinvolgimento e una corresponsabilità diffusa nella costruzione di una comunità attenta, capace di interagire e soprattutto di tessere relazioni virtuose tra le persone.»

Parte da San Giovanni Suergiu il progetto “Salva un bambino, costruisci il futuro”, un’azione di servizio portata avanti dalla sezione Sulcis della Fidapa BPW Italy con la quale si vuole salvaguardare la salute dei bambini attraverso la formazione del personale scolastico sulle manovre disostruttive delle vie aeree, gesti in grado di salvare la vita dei piccoli quando in maniera del tutto involontaria ingeriscono o inalano corpi estranei che impediscono la respirazione in forma parziale o totale. Il club sulcitano donerà un corso di formazione gratuito dedicato a queste pratiche salvavita ai docenti e al personale ATA dell’Istituto Comprensivo “G. Marconi” di San Giovanni Suergiu, comprendente i cicli dell’Infanzia, della Primaria e della secondaria.

«La finalità spiega Eloise Carboni, socia della Fidapa e relatrice del progetto è quella di consentire che più personale scolastico, tra docenti e collaboratori, sia adeguatamente formato e pronto ad intervenire in caso di necessità, anche in virtù del fatto che è operativo il servizio mensa. Ricordiamo, infatti, che il soffocamento da corpo estraneo rappresenta un problema rilevante di salute pubblica.»

«E’ una delle principali cause di morte nei bambini di età inferiore ai 3 annipuntualizza Maria Chiara Basciu, fondatrice e past president della Fidapa, dentista e componente della Commissione Pari Opportunità della Regionema la quota di incidenti rimane elevata fino ai 14 anni. Viene stimato che in Europa, ogni anno, 500 bambini muoiano soffocati. In Italia è stato osservato negli ultimi 10 anni un trend stabile, con circa mille ospedalizzazioni all’anno e 50 decessi. Perché per 50 bimbi che perdono la vita ce ne sono migliaia che non arrivano al decesso, ma a causa dell’inalazione di un corpo estraneo devono subire ricoveri o manovre mediche invasive.»

Per la Fidapa del Sulcis «l’indispensabile immediatezza di intervento richiesta in simili casi deve necessariamente trovare riscontro nella preparazione di coloro che sono impegnati ad accudire bambini, specialmente in tenera età, durante la somministrazione di alimenti e bevande. Indiscutibile quindi che tale esigenza diventi operativa nelle varie tipologie di contesti e luoghi dove insegnanti ed educatori devono saper gestire una circostanza tanto complessa come il sintomo di soffocamento».

E’ stato presentato recentemente a Cagliari da Maria Chiara Basciu ed Eloise Carboni, alla presenza dell’arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Baturi, che ha mostrato grande apprezzamento per la meritoria attività di volontariato portata avanti dalla Fidapa sulcitana, il corso sarà tenuto dall’Istituto di formazione Insignia, accreditato presso la Regione Sardegna, e calendarizzato, in base alle esigenze lavorative del personale coinvolto, in orari extrascolastici affinché l’adesione sia la più ampia possibile.

Si tratta di un primo passo, affinché questa importante missione possa arrivare in tutte le Scuole del territorio ed entro il prossimo anno in tutta l’Isola.

Domenica 26 settembre è stato sciolto il voto a Santa Greca. Decimomannu anche quest’anno si è ritrovato all’appuntamento annuale nel festeggiare la Santa, protettrice non solo della cittadina ma della Sardegna intera che si è ritrovata vicina e in preghiera.
Alla presenza delle autorità, l’arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Baturi ha officiato il rito religioso.
In una piazza gremita, rispettosa delle norme anti-Covid, la popolazione ha assistito al rito religioso con estrema partecipazione e con preghiere.
Nella sua omelia, mons. Giuseppe Baturi ha posto l’accento sul momento particolare che si sta attraversando, ancora alle prese con il Covid-19.
L’arcivescovo di Cagliari ha rivolto un pensiero alla comunità ed alla Sardegna intera, che sovrastata dalla pandemia ha pagato un prezzo altissimo in termini di perdite di vittime umane.
Un pensiero profondo che non deve lasciar sfuggire il significato della vita e allo stesso tempo rinsaldare con l’impegno di tutti verso gli ultimi e oggi ” Giornata Mondiale del Rifugiato” ricorda che l’aiuto verso il prossimo deve superare le differenze religiose e, soprattutto, offrire la solidarietà con atti concreti.
Nel concludere la sua omelia, mons. Giuseppe Baturi, ha rilanciato una nuova vita di fraternità ed impegno nel nome di Santa Greca.
Armando Cusa

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Le modalità con le quali è stata gestita l’emergenza da Coronavirus ed il relativo impatto sulla vita e sulle attività ordinarie della Chiesa, alcune questioni riguardanti il Seminario Regionale e la Facoltà Teologica della Sardegna, la riassegnazione delle deleghe vescovili ed alcune scelte pastorali per il prossimo futuro, sono state affrontate dalla Conferenza Episcopale Sarda nel corso della riunione tenuta martedì 19 e mercoledì 20 maggio, la prima dopo tre mesi d’interruzione determinata dall’emergenza Coronavirus.

«Nella sua relazione introduttiva, il presidente S.E. Monsignor Antonello Mura, ha fatto una breve sintesi sui mesi appena trascorsi di forzata quarantena e conseguente interruzione dei sacramenti e delle altre attività pastoralisi legge in una nota del segretario Sebastiano Sanguinetti -. I sacerdoti, insieme ai catechisti, hanno saputo mettere in campo fantasia e uso intelligente dei social sia per la diffusione delle celebrazioni a porte chiuse, sia per mantenere vivo il rapporto educativo con il mondo dei ragazzi e con il servizio della parola agi adulti. Anche la Sardegna, sebbene con numeri ridotti ma pur sempre devastanti, ha pagato il suo prezzo di contagi e di vite umane e continuerà a pagare a caro prezzo le conseguenze devastanti sull’economia e sul versante della produzione e del lavoro. Aspetti, che i Vescovi affrontano con particolare attenzione e preoccupazione insieme alle proprie comunità. In questo tempo di chiusura e di restrizioni delle attività, ha avuto per contro uno straordinario slancio l’azione della Caritas in tutte le Diocesi sarde in termini di interventi e di prossimità con le fasce più povere della società. Si può dire che alla mancanza del culto si è risposto con un surplus di sostegno a persone e famiglie, grazie anche alla straordinaria generosità di enti, esercizi commerciali, produttori e singoli cittadini. E se i temi economici e delle nuove povertà hanno avuto e avranno la necessaria preminenza, non meno delicata e determinante, per i Vescovi, è la questione educativa dei fanciulli e dei ragazzi. Sarà cura della Chiesa sarda, in accordo con le Autorità competenti, predisporre appositi protocolli sanitari per far vivere in sicurezza progetti e iniziative estive rivolte ai ragazzi.»
«Sono state individuate due iniziative per dare risalto a questo periodo di passaggio a una lenta ripresa delle attività istituzionali della Chiesaaggiunge la nota -. Martedì 2 giugno, alle ore 11.00, nella Basilica di Bonaria tutti i Vescovi della Conferenza Episcopale Sarda concelebreranno una Santa Messa (trasmessa in diretta dall’emittente Videolina) per affidare alla Patrona Massima della Sardegna l’intero popolo sardo in questo momento di grande sofferenza. La celebrazione sarà anche l’occasione per un Messaggio unitario di incoraggiamento e di fiducia che i Vescovi rivolgeranno a tutta l’Isola. I Vescovi, ancora, a nome delle rispettive diocesi, hanno deciso di destinare la somma di € 30.000,00 al centro di accoglienza “Il Gabbiano” della Comunità Padre Monti ad Oristano, come gesto di attenzione al mondo della disabilità e per dotarlo di adeguati presidi sanitari.»

Altro tema affrontato è stato il protocollo d’intesa tra la RAS e la CES siglato nel 2016, e riconfermato nelle sue linee generali, con qualche ritocco, nell’incontro che si è tenuto tra la CES ed il presidente Solinas lo scorso mese di dicembre. Tre i tavoli di lavoro attorno a cui si snoda la collaborazione, che si avvale anche di finanziamenti delle due parti: patrimonio e beni culturali ecclesiastici; inclusione sociale e sanità; formazione professionale, istruzione, lavoro.
Procedendo all’attribuzione delle deleghe vescovili per i diversi ambiti pastorali della ragione ecclesiastica, è risultato il seguente organigramma.
– Monsignor Antonello Mura: Comunicazioni sociali e Insegnamento della Religione Cattolica.
– Monsignor Giuseppe Baturi: Dottrina delle Fede, Annuncio e Catechesi; Pastorale sociale e del lavoro; Osservatorio Giuridico Regionale.
– Monsignor Roberto Carboni: Evangelizzazione dei Popoli e Cooperazione tra le Chiese; Tutela dei minori.
– Monsignor Gian Franco Saba: Cultura, Educazione, Scuola e Università; Ecumenismo e dialogo interreligioso.
– Monsignor Sebastiano Sanguinetti: Liturgia e lingua sarda nella liturgia; Beni Culturali ed Edilizia di Culto; delegato per l’attuazione del protocollo d’Intesa RAS-CES
– Monsignor Giovanni Paolo Zedda: Caritas; Migranti; Pastorale della salute; Progetto Policoro.
– Monsignor Mauro Maria Morfino: Clero e vita consacrata, Commissione presbiterale Regionale, CISM e USMI.
– Monsignor Corrado Melis: Apostolato dei laici; Pastorale giovanile e vocazionale; Pastorale familiare.
– Monsignor Arrigo Miglio: Sovvenire al sostegno economico alla Chiesa.
– Monsignor Ignazio Sanna: Pastorale del turismo.
– Monsignor Mosè Marcia, affiancherà Monsignor Melis con delega per la Pastorale Familiare.

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Conseguente all’emergenza da pandemia, si stanno mostrando i primi segnali di una crisi sociale che rischia di compromettere la sicurezza di vita di larghe fasce della popolazione e di far cadere nell’indigenza la parte più debole della nostra società. La Chiesa è provocata dalla presente situazione a esprimere nel modo più ampio la sua missione di annuncio della Parola di Dio, di preghiera e di servizio della carità. Abbiamo più volte affermato di sentire una responsabilità enorme di prossimità al Paese, mettendo in opera, come ha detto il Papa, la “creatività dell’amore”.
Per tale ragione, l’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, ha costituito il “Fondo Diocesano di Solidarietà – Emergenza 2020”, con lo scopo di contribuire a far fronte alle conseguenze economiche e sociali provocate dalla crisi sanitaria, sostenendo le persone e famiglie in situazioni di povertà o di necessità, gli enti e associazioni che operano al superamento dell’emergenza, enti ecclesiastici in situazioni di difficoltà, a partire dalle parrocchie.
Alla dotazione del Fondo contribuiscono anzitutto le somme destinate dall’Arcidiocesi dalla Conferenza Episcopale Italiana per far fronte alle conseguenze sanitarie, economiche e sociali provocate dal Covid-19. Si tratta di risorse prelevate dalla quota dell’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa Cattolica. Il Fondo è aperto a singoli, parrocchie, istituzioni, associazioni, organismi di ogni genere. Tutti sono invitati a versare liberamente il proprio dono nel Fondo, esprimendo in modo concreto valori di gratuità, solidarietà e condivisione. All’incremento del Fondo partecipano a titolo particolare i sacerdoti diocesani che, uniti fra loro e solleciti del bene di tutta la diocesi, sono chiamati ad usare i beni materiali per venire «in generoso soccorso delle necessità materiali della diocesi, secondo le disposizioni del Vescovo e in misura delle loro possibilità» (CD 28).
Attraverso il Fondo Diocesano di Solidarietà il richiamo alla fraternità diventa concreto, così come l’invito a «portate i pesi gli uni degli altri» (Gal 6, 2). La possibile sproporzione tra le nostre possibilità d’aiuto e la smisuratezza del bisogno non può scoraggiarci. Il cristiano «sa che Dio è amore (cfr 1 Gv 4, 8) e si rende presente proprio nei momenti in cui nient’altro viene fatto fuorché amare» (Deus caritas est, n. 31c).
Ulteriori informazioni e modulistica sul sito della diocesi di Cagliari: www.chiesadicagliari.it

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Si è concluso pochi minuti fa il rito religioso officiato dall’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi, nella chiesa di Pula, in onore di Sant’Efisio.
Durante il trasferimento del Santo da Cagliari a Pula, nel tempo del Coronavirus, un numero assai limitato di devoti ha potuto accompagnare il viaggio, una presenza che ha ancora di più il senso della devozione del popolo sardo che si è stretto anche oggi in preghiera intorno al Santo Protettore della Sardegna.
Nella sua omelia, mons. Giuseppe Baturi non ha mancato di implorare il Santo, affinché possa intervenire per scacciare il Coronavirus e per proteggere tutti, troppe morti e lutti hanno devastato la Sardegna e l’Italia intera.
«Siamo certiha proseguito mons. Giuseppe Baturi – che Sant’Efisio sia al nostro fianco e che interverrà per liberare la Sardegna intera da questo virus, perché tutti abbiamo bisogno di riprendere la nostra vita e, soprattutto, abbiamo bisogno che l’aspetto socio-economico riprenda il suo corso naturale e che la politica e le istituzioni riescano a venire incontro alle esigenze di una societàha concluso l’arcivescovo di Cagliariche chiede a gran voce un aiuto, necessario e immediato, che non può essere procrastinato nel tempo.»
Armando Cusa

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L’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi, è intervenuto stamane, in Consiglio regionale, nel dibattito su Sa Die de Sa Sardigna. Nell’intervista che alleghiamo, mons. Giuseppe Baturi si sofferma anche sulle problematiche legate all’emergenza Coronavirus e sulla posizione critica espressa dalla DEI sulle disposizioni per la “Fase 2” con tenute nell’ultimo DPCM.