[bing_translator]
Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di regolamento n. 4 (Cocco Pietro e più) “Modifiche al regolamento di attuazione della legge regionale 23 dicembre 2005, n. 23 (Sistema integrato dei servizi alla persona). Trasformazione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, approvato con decreto del Presidente della Regione n. 3 del 2008”.
La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la proposta di modifica, sottoscritta da tutti i capigruppo, del regolamento di attuazione della legge regionale 23/2005 (Sistema integrato dei servizi alla persona). La proposta, a seguito dell’approvazione della legge regionale 32/2015 (Disposizioni in materia di sanità pubblica. Prime misure per la copertura delle perdite pregresse), prevede che “le funzioni, il patrimonio ed il personale delle Ipab che svolgevano prevalentemente servizi socio-sanitari siano trasferite alle Asl competenti per territorio, scorporandone l’attività sociale che, con relative funzioni e personale, sarà invece ricollocata presso i Comuni”.
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha protestato perché la terza commissione ha lavorato senza i consiglieri di minoranza e la seduta, a suo giudizio, non è valida anche perché si è svolta in un orario che si è sovrapposto a quello del Consiglio.
Il presidente Ganau ha ricordato che il lavoro della commissione (l’unica ad aver lavorato per poter avviare il percorso della finanziaria) si è limitato all’esame delle cosiddette “norme intruse” ed ha chiarito che si è trattato di un equivoco.
Il consigliere Alberto Randazzo di Forza Italia ha osservato che a suo avviso manca il numero legale.
Il presidente ha riposto che i lavori possono proseguire.
Aprendo la discussione sul provvedimento all’esame del Consiglio, il consigliere Luigi Lotto (Pd) ha ripercorso il contenuto delle questioni all’attenzione dell’Aula, cioè «la completa attuazione della legge dopo l’approvazione della legge 32/2015 e la considerazione della situazione di difficoltà in cui versano i lavoratori delle strutture; per risolvere questa complessa vicenda maggioranza ed opposizione hanno formulato due proposte sostanzialmente identiche e quindi è opportuno oggi arrivare ad una soluzione definitiva con la condivisione di tutti i capigruppo, perché altrimenti i tempi si allungherebbero a dopo la finanziaria».
Il consigliere Marco Tedde di Forza Italia ha confessato di aver temuto a lungo «per le sorti di questo regolamento ed anche ieri quando è mancato il numero legale; il consigliere Lotto ha ragione, bisogna evitare un inutile allungamento dei tempi e dare attuazione alla legge 32 votata dal Consiglio, che va a sanare una situazione incancrenita, con 200 lavoratori (oltre l’indotto) che attendono risposte ed hanno 6 mensilità arretrate». La fondazione San Giovanni Battista deve assolutamente essere salvata e non ci sono alternative, ha concluso Tedde, «ed il regolamento ha lo scopo di prevenire ed evitare ulteriori battute d’arresto».
Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) ha affermato, a differenza di Tedde, «che è utile riflettere sulle scelte che si fanno tenendo presente l’interesse dei lavoratori ma anche il pubblico interesse». La natura di questa Ipab, ha ricordato, «è sempre stata ibrida ed ora non può continuare a svolgere servizi perché la sua condizione patrimoniale non lo consente, è impraticabile sciogliere una Ipab trasferendo beni e personale su un comune unico e quindi non resta che ricollocare le sue attività nell’ambito della Asl del territorio; prediamo atto del fatto che regolamentiamo meglio questo contesto e chiediamo all’assessorato di gestire queste attività in modo che non si producano difficoltà simili a quelle del passato».
Il consigliere Salvatore Demontis, dopo aver ribadito la sua convinzione che «la pubblica amministrazione non deve essere un polmone occupazionale» ha assicurato che non è questo il caso, perché la legge obbliga a sottoporre tutte le Ipab ad un processo di trasformazione. Alcune soluzioni prospettate non erano sostenibili, ha continuato Demontis, «a cominciare dalla trasformazione in Asp perché sarebbe stato necessario istituire nuove specialità, incrementare il personale ed adeguare le strutture; non resta dunque che l’estinzione e le modifiche apportate al regolamento intervengono proprio su questo, trasferendo funzioni e personale alla Asl». Infine, ha concluso Demontis, «va ringraziato l’assessorato ha trovato una buona soluzione nel senso che si utilizzano fondi nazionali per la soppressione dell’Ibap per circa 3 milioni annui, andando a costituire una disponibilità complessiva di 16 milioni di euro».
L’assessore delle Sanità Luigi Arru, a nome della Giunta, ha ricordato la complessità della vicenda del San Giovanni Battista di Ploaghe, dove la stessa analisi del commissario ha evidenziato la presenza sia di criticità che prospettive all’interno dello sviluppo delle cosiddette “cure intermedie”. La riforma, ha sostenuto, «dovrebbe trovare nuovo impulso anche in questa modifica del regolamento, che consente la collocazione del personale presso la Asl e non presso il comune, in considerazione sia della natura delle prestazioni sono socio sanitari che della presenza di pazienti dell’ex ospedale psichiatrico». L’assessorato, ha aggiunto Arru, «ha fatto una valutazione attenta del piano industriale che dovrà inserirsi nelle attività della Asl e nell’ottica del nuovo modello gestionale previsto dalla riforma, con attenzione ai costi ed allo sviluppo delle cure intermedie, ancora in oggi accentrate in modo del tutto improprio sulla rete ospedaliera».
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha chiesto il voto segreto sul passaggio ad articoli, che il Consiglio ha comunque approvato con 31 voti favorevoli e 10 contrari. Subito dopo l’Aula ha approvato anche i 3 articoli del provvedimento.
Prima del voto finale, intervenendo per dichiarazione di voto, il consigliere di Forza Italia Marco Tedde ha espresso parere favorevole, sottolineando la positiva conclusione «di un lavoro iniziato ad avvio legislatura mettendo in campo tutti gli strumenti necessari e dialogando costruttivamente con i colleghi della maggioranza; ora siamo arrivati all’obiettivo superando la situazione insostenibile di 200 dipendenti da 6 mesi senza stipendio».
Voto favorevole anche da parte dell’Udc che, con Peppino Pinna, ha ricordato che «finalmente si mette fine all’annoso problema del S. Giovanni Battista e soprattutto alla difficilissima situazione dei lavoratori e dei creditori».
Per il gruppo di Sdl Anna Maria Busia si è espressa invece in modo contrario. E’un pasticcio legislativo, ha detto, «aggravato dal fatto che non si capiscono cifre e dati finanziari di questa operazione sbagliata, né si conosce quanto del nuovo gettito fiscale andrà a finire al San Giovanni Battista e non ad altri lavoratori della Sardegna». Bisognava rispettare il percorso previsto per la trasformazione dell’Ipab in Asp, ha detto, «ed inserire il nuovo soggetto nel quadro della riprogrammazione dell’assistenza sanitaria, invece si è voluto procedere in maniera nefasta, contro tutte le disposizioni normative in materia, ribadisco il mio “no” ad una decisione scellerata che aumenta la spesa sanitaria, dopo aver aumentato le entrate attraverso le tasse».
Per il Pd Salvatore Demontis, favorevole, ha ribadito che «l’assessore ha individuato una soluzione corretta e sostenibile, il ricorso a finanziamenti nazionali per la soppressione dell’Ipab è l’unica strada percorribile, oltre che inattaccabile da ogni punto di vista».
Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru, favorevole, ha messo l’accento sul fatto che «si chiude un percorso iniziato da tempo con lavoratori, sindacati e politica, un percorso che dimostra che quando c’è unità le soluzioni si trovano e a questa soluzione hanno creduto assessore, maggioranza ed opposizione, per salvare una struttura che fornisce 400 prestazioni giornaliere ad alta professionalità in un territorio sofferente». Chiediamo ancora all’assessore, ha concluso Peru, «un ulteriore sforzo per assicurare ai lavoratori che da sei mesi non percepiscono stipendio il pagamento delle spettanze maturate».
A nome del Pd la consigliera Rossella Pinna ha annunciato un voto favorevole sofferto ma ponderato «che chiude una vicenda complessa durata oltre 10 anni con un provvedimento cui hanno lavorato con determinazione Giunta e Consiglio». E’vero che la struttura, ha affermato, «si doveva mettere in sicurezza molto tempo fa ma non c’erano soluzioni percorribili, così come non ce ne sono state per quella di “Guspini per la vita”, chiusa nell’indifferenza generale nella precedente legislatura, determinando una sofferenza notevole per il territorio; ora voto a favore perché certe sciagure non si ripetano, ricordando però che ora mettere mano alla riapertura del centro riabilitazione di Guspini».
Il consigliere di Cps Antonio Gaia ha annunciato invece la sua astensione, pur ringraziando l’assessore per l’impegno profuso e condividendo i problemi dei dipendenti della struttura. Però, ha osservato, «i problemi vanno risolti secondo la legge e non contro, con questo provvedimento stiamo decretando il passaggio di aliquote consistenti di personale alla pubblica amministrazione senza concorso, creando fra l’altro un precedente gravissimo condivisibile sul piano politico ma sbagliato sul piano legislativo».
Il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha annunciato il voto contrario del gruppo, «non sul merito del provvedimento perché riaffermiamo la solidarietà ai lavoratori del S. Giovanni Battista ed altri nella medesima situazione, ma per l’iter compiuto che secondo noi non è completo e corretto; non conosciamo i numeri di questa operazione di accorpamento e non sappiamo nulla del piano industriale e per questo avevamo chiesto altri approfondimenti». Ora ci chiediamo e chiediamo ai sardi, ha continuato Desini, «se dopo aumento della tasse queste risorse incideranno sui risparmi della spesa sanitaria e se è giusto trasferire i lavoratori, senza concorso, da un istituto privato alla pubblica amministrazione;voteremo contro perché vogliamo tutelare gli interessi generali della collettività e non provocare un precedente che provocherà altri problemi nel futuro».
Il consigliere del Pd Luigi Lotto, favorevole, ha ringraziato i colleghi della maggioranza e dell’opposizione per aver deciso di metterci la faccia e portare in porto questo provvedimento ed ha poi esteso il ringraziamento anche alla Giunta all’assessore ed agli uffici che hanno costruito il percorso. Stiamo chiudendo l’ultima Ipab della Sardegna, ha osservato, «dopo le altre che avevamo sistemato proprio con la legge regionale 23/2005 e siamo andati più volte a Ploaghe a dare solidarietà ai lavoratori dicendo che bisognava andare oltre; oggi dobbiamo fare una scelta consapevole, coerente con le norme dello Stato e della Regione».
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, contrario, ha parlato di un «papocchio realizzato, non per la condizione dei lavoratori ma perché non si tratta di una risposta seria, dato che quattro anni fa la struttura ha ricevuto ben 25 milioni ma nessuno ci ha detto come sono stati spesi, ed ora arriva anche il passaggio del personale alla Asl». Le fughe in avanti, ha protestato Dedoni, «non agevolano la soluzione dei problemi e ricordo ai consiglieri regionali che se non c’è voto contrario si paga anche il solido perchè l’astensione non basta; abbiamo fatto una cosa non chiara senza prospettive di sviluppo e crescita ed una operazione di politica clientelare, andando anche a danno di privati che non hanno mai vissuto alle spalle della Regione».
Il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda (Prc) ha fatto un parallelismo tra la situazione discussa ieri in Consiglio, vertenza Alcoa, e il caso del San Giovanni Battista di Ploaghe. L’esponente della maggioranza ha preannunciato voto favorevole sul provvedimento: «Per dare fiducia all’assessore della Sanità sull’efficacia del nuovo piano industriale della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe».
Il capogruppo di Daniele Cocco (Sel) ha annunciato voto a favore ed ha ricordato al drammatica situazione degli operatori e delle loro famiglie, nonché l’assenza di certezze nel percepire le retribuzioni. «Davanti a questi lavoratori – ha concluso l’esponente della maggioranza – abbiamo assunto impegni che oggi onoriamo dando una soluzione definitiva a un problema decennale».
Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha ricordato che il regolamento in via di approvazione è frutto di una sintesi tra due proposte, una della maggioranza e una della opposizione, è dà soluzione ad una situazione non più sostenibile per i lavoratori del San Giovanni Battista. L’esponente della minoranza ha inoltre spiegato che i 25 milioni di euro stanziati dalla precedente Giunta, sono serviti per risanare il debito contributivo della fondazione e non potevano dunque risolvere i problemi di funzionamento e gestione della struttura di Ploaghe. «Votiamo a favore – ha concluso Pittalis – perché oggi gi si dà un assetto definitivo al San Giovanni Battista e lo facciamo convintamente perché ricociamo alla struttura importanza e ruolo strategico».
Posto in votazione il testo finale del regolamento è stato approvato con 34 sì 10 no e 3 astenuti.