17 November, 2024
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Il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, ha scritto una lettera al commissario straordinario della ASL 7, Antonio Onnis, per chiedere che il progetto per la “riqualificazione della cura a domicilio dei pazienti in area critica con il coinvolgimento dei caregiver e degli assistenti alla persona” sia ridefinito sulla base delle indicazioni della Regione.

Il comune di Carbonia ha ricevuto una nota con cui la Regione comunica che, entro il 30 gennaio 2016, la ASL avrebbe dovuto concludere la fase di reclutamento dei pazienti da coinvolgere nella sperimentazione. Entro i 10 giorni successivi devono essere inviati alla Regione i progetti sperimentali, predisposti congiuntamente dal Comune, dalla ASL e dalla persona interessata o da un suo familiare.

«Ad oggi non è pervenuta al nostro Comune – scrive Giuseppe Casti – alcuna comunicazione in merito da parte della ASL e questo potrebbe comportare un rallentamento nella tempistica. Vi sono, inoltre, elementi di difformità nella attuazione del progetto tra quanto previsto dalla Regione e quanto comunicato dalla ASL ai destinatari del progetto. La Regione, infatti prevede che il reclutamento degli infermieri coinvolti avvenga presso “le unità di rianimazione che hanno in carico il paziente”, mentre nella comunicazione della ASL si parla genericamente di “personale infermieristico esperto”.»

Giuseppe Casti fa notare ancora che «il progetto prevede che il team di rianimazione valuti il livello di conoscenze acquisite e relative autonomie nella gestione sicura del paziente critico, mentre la ASL intende affidare tale valutazione al “team di infermieri esperti”. Per la Regione, nella 4ª fase del progetto, caregiver e assistenti familiari devono procedere in autonomia, sostenuti dall’intervento dell’infermiere di rianimazione per 3 volte la settimana, con il coordinamento del coordinatore infermieristico della rianimazione di riferimento. La ASL prevede, invece, che “fino alla data definita il caregiver e gli assistenti familiari individuati, procederanno in autonomia sostenuti dall’intervento dell’infermiere esperto. Il coordinamento di tale processo assistenziale sarà a carico del coordinatore infermieristico esperto di area critica che, qualora ne ravveda la necessità, si raccorderà con la U.O. di riferimento e/o con la rianimazione”. Emergono, dunque, sostanziali differenze nella realizzazione del progetto, tali da poter pregiudicare gravemente la sua efficacia, nonché limitare in modo significativo la partecipazione di pazienti e familiari.»

Per questo motivo, il sindaco di Carbonia chiede di prevedere «una ridefinizione del progetto in linea con le indicazioni date dalla Regione, in modo da garantire una sperimentazione qualitativamente efficace, che possa portare  ad un reale miglioramento nella cura e assistenza a persone e famiglie già così duramente provate».

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Il dottor Giorgio Madeddu, presidente dell’associazione Amici della Vita Sulcis, ha scritto oggi una lettera aperta a Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia, dopo il suo intervento sulla destinazione del Punto nascite della Asl 7 di Carbonia.

Sindaco Casti,

dopo aver preso atto delle Sue dichiarazioni sul Punto nascite del Sulcis, ritengo di doverle proporre alcune riflessioni sicuro della Sua attenzione, saggezza politica e competenza amministrativa. Arriviamo subito al cuore della riflessione, Lei sostiene che «Punto nascite e presidio di emergenza devono convivere nello stesso ospedale», l’affermazione ribadita in più occasioni se estrapolata dalla realtà della nostra Comunità sembrerebbe sostenibile ma un Uomo saggio come Lei non può avere trascurato alcuni aspetti, non trascurabili. Il suo amore per Carbonia è paragonabile al nostro per il Sulcis, le sue aspirazioni per le prossime elezioni sono identiche alle nostre per il futuro di una Comunità disorientata, sconfitta e senza speranze se i politici come Lei non cominciano a sognare in grande, scordarsi delle prossime elezioni e tracciare il solco per le prossime generazioni, i suoi e i nostri figli. La sua squadra e, probabilmente, i suoi concittadini, ogni mattina le ricordano che nascere a 25 chilometri da Carbonia è umiliazione insopportabile, che senza tentennamenti i muscoli vanno gagliardamente esposti ma, siamo di fronte a sfida tra culturisti o condivisione tra amministratori animati del bene e interesse del Sulcis? Le sue opinioni esprimono il sentimento dei 2/3 del Sulcis pertanto se riunissimo i sindaci Lei sarebbe, senza combattere nell’arena, il gladiatore che vince a tavolino ma pensi per un attimo di rappresentare non una parte ma il futuro di tutti, potrebbe, forse, trasformarsi nel portavoce di un territorio.

Caro Giuseppe, rifletti,

il Dipartimento Pediatrico che da anni, prima, molto prima di saperti sindaco di Carbonia noi sognavamo anche per Te per il Sulcis e per la Sardegna sud occidentale prevedeva l’accorpamento di tutte le risorse (Punto nascite, Chirurgia Pediatrica, Pediatria, Neonatologia, Radiologia e Cardiologia Pediatrica, Terapia intensiva, Neuropsichiatria Pediatrica) al CTO di Iglesias ma fidati non per il campanilismo che talvolta traspare dal tuo sguardo e dalle impulsive affermazioni da partigiano. La sanità è competizione nell’Amore per la malattia, la sofferenza e la Vita Debole, non può trasformarsi in un braccio di ferro tra Carbonia e Iglesias. Insieme, presi per mano, siamo chiamati a trovare soluzioni in sanità come negli altri settori della desolante realtà territoriale sperando affranchino le nostre genti, dalla rassegnazione, non impermalirti, che la politica ha seminato, ed esplosivamente la trasformino in protagonista. La battaglia di Carbonia sul punto nascite sarebbe condivisibile se decidessimo di trasferire tutti i servizi dedicati al Bambino al Sirai e realizzare a Carbonia il “Dipartimento Pediatrico” se invece, la grinta Tua e del tuo partito si limita al punto nascita devo francamente dichiararti la nostra delusione, la più tenace contrarietà e insinuare il sospetto che sei interessato alle prossime elezioni e molto meno al futuro del Sulcis.

La franchezza spalanca le porte del rispetto e della condivisione.

Giorgio Madeddu

Iglesias, 6 febbraio 2016

AMICI della VITA Sulcis

Gruppi di Auto Aiuto per Alcol Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo

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Non si placano le polemiche sulla riorganizzazione della rete ospedaliera approvata dalla Giunta regionale e prossima all’esame del Consiglio regionale.

Il sindaco Giuseppe Casti ha inviato ai rappresentanti istituzionali della Regione e della ASL, alla Conferenza Socio Sanitaria e ai Comuni del distretto di Carbonia una lettera per fare chiarezza sulle sorti del Punto Nascita nel Sulcis Iglesiente.

La lettera prende spunto dalla ipotesi che vorrebbe la separazione in due plessi differenti del Punto Nascita e del Presidio di emergenza. Il parto, che statisticamente comporta una percentuale del 5% di rischio non preventivabile, è un evento molto delicato con possibilità di rischio che richiedono interventi d’urgenza immediati e non rinviabili. Già questo basta a far comprendere che l’ipotesi che vorrebbe il Punto Nascita e il Presidio di emergenza – urgenza prendere due strade diverse, a discapito della sicurezza e della salute delle donne e dei bambini, è molto grave e non condivisibile.

Per fare ulteriore chiarezza, il sindaco di Carbonia ricorda che il programma di riorganizzazione della rete ospedaliera della Regione Sardegna individua l’Ospedale Sirai di Carbonia  come Presidio di I livello, deputato alle emergenze e urgenze, dotato di servizi attinenti a tutte quelle specialità che lo rendono in grado di affrontare in maniera sicura ed efficace, eventuali complicazioni che si possono presentare in diverse situazioni, compreso il momento del parto.

Lo stesso Commissario straordinario della Asl 7, Antonio Onnis, nel  Piano per la riorganizzazione e riqualificazione dei Servizi Sanitari (art. 9 comma 5 legge regionale n. 23 del 17/11/2014), prevede la «riunificazione dei due Punti nascita in un unico punto da ubicarsi, preferibilmente e per esigenze di sicurezza, presso lo stabilimento deputato alla gestione delle emergenze».

Nella convinzione che l’esigenza di sicurezza e tutela dei cittadini debba prevalere su qualunque altra considerazione, l’Amministrazione comunale di Carbonia conferma la netta contrarietà ad un’eventuale separazione del Punto Nascita dal Presidio di emergenza e chiede, con forza, decisioni e atti conseguenti.

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A Carbonia sono iniziati i lavori per la realizzazione della strada di accesso all’Istituto IPIA “Emanuela Loi” di via Dalmazia.

I nuovi lavori, per 200.000 euro, prevedono: la realizzazione del sottofondo stradale e la sua bitumazione; la messa in sicurezza dell’ingresso-uscita della Scuola attraverso un efficiente raccordo con le strade circostanti; la realizzazione di nuovi marciapiedi e il prolungamento di quelli esistenti, adiacenti alla Scuola Don Milani; l’abbattimento delle barriere architettoniche e interventi per regolare il deflusso dell’acqua piovana.

«Andando incontro alle richieste degli studenti – spiega il sindaco, Giuseppe Casti – con questo intervento miglioriamo l’accesso alla scuola e la sicurezza di ragazzi, insegnanti e personale scolastico. L’intervento nell’Istituto Emanuela Loi è uno dei tanti lavori che hanno interessato gli edifici negli ultimi anni e che conferma l’attenzione della nostra Amministrazione per la formazione e il futuro delle nuove generazioni.»

Lavori Ipia Carbonia

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La rivolta ha un unico volto: l’uomo e la donna del Sulcis rivendicano la propria dignità attraverso un’identità persa!

Il sole la fa da padrone suoi volti ormai stanchi di chi, stamane alle nove, era già in fermento per organizzare una spedizione verso un «modo più equo di stare al mondo».

Osservo le persone che ancora sono presenti in piazza, sono quasi le tredici, un gruppetto di giovani è seduto per terra in cerchio, uno poco più in là chiacchiera, tre stan sopra il tetto del vecchio dopolavoro e con un megafono continuano a dire qualche parola inerente alla manifestazione che volge al termine… scatto delle foto e poi mi fermo a parlare con loro.

Sono esausti, desiderosi di rientrare a casa, ma decidono di rilasciarmi un’intervista… eccola, e a voi il compito di tirare le somme di un momento decisivo per «la rivendicazione della propria dignità attraverso un’identità persa».

Maurizio Sanna arriva da San Giovanni Suergiu, è il rappresentante dei giovani che, nel 2008, hanno dato vita ad un comitato spontaneo, formato dai figli della crisi, da ex rappresentanti d’istituto. Maurizio è diplomato al Liceo Artistico di Iglesias, ma non ha ancora trovato un lavoro. Mi presenta Ivan Sais, un ex studente di Villamassargia. I due mostrano un carattere ed un approccio molto diversi tra loro: Maurizio sembra pacato mentre Ivan appare come più adirato, anche lui è disoccupato, nonostante si sia diplomato, hanno entrambi circa 28 anni e sono lì a chiedere quel qualcosa di negato a tanti giovani in Italia, a tanti ragazzi in Sardegna ma, in particolar modo a tanti uomini e donne del Sulcis Iglesiente, la provincia più povera del nostro tanto amato Stivale.

Ivan forse, a suo dire, diventerà il “pensionato delle lotte del territorio”… ed io sorridendo aggiungo: «In fondo è giusto che ci siano nuove facce, nuovi volti che combattano uniti in un fronte comune per il raggiungimento dello stesso obiettivo», e anche Ivano e Maurizio ne sono convinti.

Poi continuano a raccontare… stamane chiassosi e determinati, avevano una voglia tremenda di portare a casa “i fatti”, sono preoccupati per il loro futuro, si vergognano di appartenere alla provincia più povera d’Italia, sono pronti a tutto pur di raggiungere la meta, perché i loro genitori ed ancora prima i loro nonni in questo ci hanno creduto, ora soffrono insieme ai loro figli e ai loro nipoti. A Maurizio ed Ivan e non solo a loro, bensì a tutti i nostri giovani, non interessa una politica che esiste già, loro vogliono, pretendono e gridano a gran voce il volere una politica nuova, per il rilancio del territorio stretto ormai in un sepolcro.

Si avvicina Daniele Corrias, è stanco, stremato, ma si ferma ugualmente con noi… è il rappresentante d’istituto della scuola superiore IPIA di Carbonia.

«Stamane, quando sono arrivato ero “un po’ così…”, ora sono un pochino più speranzoso, più fiducioso… certo avrei voluto vedere in piazza più disoccupati, più alunni…più artigiani e magari anche più commercianti, spero che tutti possano comprendere l’importanza della protesta ed unirsi al più presto alla battaglia».

Cosa avete chiesto al sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti?

Semplicemente di unirsi a noi…

E cosa si è rivelato propenso a fare, «per voi e con voi?»

Ci ha ascoltato e si è messo subito all’opera per produrre, insieme ad un gruppo di rappresentanti, un documento da indirizzare all’attenzione del governatore Francesco Pigliaru e del presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Alla vostra attenzione rimetto integralmente il testo del volantino distribuito in occasione della manifestazione…

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Che altro dire se non fate sentire le vostre voci… non lasciamoci morire senza neanche provare a combattere ma… una cosa, anzi alcune non dobbiamo dimenticare: tenere i toni pacati, non mostrarsi aggressivi, non ricorrere alla forza, non far della giusta protesta un modo per passare dalla ragione al torto. Non insultare, chi forse non compie appieno il proprio dovere, ma invitarlo a riflettere per raggiungere insieme la giusta meta… non lanciare accuse o ingiurie ma ragionare e trovare una soluzione oggi per noi tutti e domani per i nostri bambini e le nostre bambine… il futuro del territorio forgiamolo insieme… UNITI NELLA LOTTA.

Nadia Pische

nadiapische@tiscali.it

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Seconda giornata della mobilitazione generale popolare, ieri mattina, a Carbonia e Iglesias. A Carbonia i manifestanti, lavoratori, disoccupati, artigiani, commercianti e studenti, hanno occupato il Municipio e la Torre Civica; a Iglesias hanno occupato la sede del Comune.

A Carbonia, al termine di un breve corteo, i manifestanti, hanno chiesto e ottenuto un incontro con il sindaco, Giuseppe Casti, svoltosi in un clima carico di tensione, per le rimostranze verso il sindaco e in generale le Istituzioni.

Al termine, è stato deciso di convocare per mercoledì 10 febbraio alle ore 16.00, presso l’Aula consiliare del comune di Carbonia di piazza Roma, un incontro con i rappresentanti della mobilitazione, al fine di condividere azioni e  strumenti per la ripresa economica del territorio.

A Iglesias, il sindaco Emilio Gariazzo ha ricevuto i rappresentanti del Comitato promotore della mobilitazione e nel corso dell’incontro è stata condivisa la necessità, come già valutato con il sindaco di Carbonia, di favorire un serrato confronto istituzionale e con le parti sociali del territorio, al fine di comporre un tavolo di confronto che possa facilitare tutti gli interventi, sia quelli già in atto sia quelli da programmare, secondo una strategia di sviluppo sostenibile complessivo.

I consiglieri di minoranza Valentina Pistis, Gianmarco Eltrudis e Andrea Pilurzu hanno chiesto la convocazione del Consiglio comunale sui temi della mobilitazione generale popolare iniziata ieri e proseguita oggi.

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, accogliendo le richieste dei sindaci, ha convocato i primi cittadini del Sulcis Iglesiente e i sindacati per discutere delle problematiche relative alle vertenze ancora aperte. Lo stato di avanzamento del Piano Sulcis, illustrato nei giorni scorsi dal coordinatore Salvatore Cherchi e con una dote di 620 milioni di euro, è un fatto positivo e molto importante per il territorio e i suoi abitanti. A oggi restano ancora aperte vertenze importanti come quella dell’Alcoa, dell’Eurallumina e dell’ex Ila alle cui risoluzioni è legato il futuro di migliaia di lavoratori. Come rimarcato da tempo dagli stessi sindaci, è necessario predisporre un cronoprogramma per affrontare i diversi argomenti.

Per questo motivo, e mettendo al bando qualsiasi tipo di eventuale e ipotetico spirito campanilistico, come rappresentanti delle due città capoluogo rimarchiamo la necessità di istituire immediatamente un tavolo permanente di lavoro.

Giuseppe Casti sindaco di Carbonia e presidente Consiglio autonomie locali

Emilio Gariazzo sindaco di Iglesias

Giuseppe Casti, Maria Marongiu ed Emilio Gariazzo

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di regolamento n. 4 (Cocco Pietro e più) “Modifiche al regolamento di attuazione della legge regionale 23 dicembre 2005, n. 23 (Sistema integrato dei servizi alla persona). Trasformazione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, approvato con decreto del Presidente della Regione n. 3 del 2008”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la proposta di modifica, sottoscritta da tutti i capigruppo, del regolamento di attuazione della legge regionale 23/2005 (Sistema integrato dei servizi alla persona). La proposta, a seguito dell’approvazione della legge regionale 32/2015 (Disposizioni in materia di sanità pubblica. Prime misure per la copertura delle perdite pregresse), prevede che “le funzioni, il patrimonio ed il personale delle Ipab che svolgevano prevalentemente servizi socio-sanitari siano trasferite alle Asl competenti per territorio, scorporandone l’attività sociale che, con relative funzioni e personale, sarà invece ricollocata presso i Comuni”.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha protestato perché la terza commissione ha lavorato senza i consiglieri di minoranza e la seduta, a suo giudizio, non è valida anche perché si è svolta in un orario che si è sovrapposto a quello del Consiglio.

Il presidente Ganau ha ricordato che il lavoro della commissione (l’unica ad aver lavorato per poter avviare il percorso della finanziaria) si è limitato all’esame delle cosiddette “norme intruse” ed ha chiarito che si è trattato di un equivoco.

Il consigliere Alberto Randazzo di Forza Italia ha osservato che a suo avviso manca il numero legale.

Il presidente ha riposto che i lavori possono proseguire.

Aprendo la discussione sul provvedimento all’esame del Consiglio, il consigliere Luigi Lotto (Pd) ha ripercorso il contenuto delle questioni all’attenzione dell’Aula, cioè «la completa attuazione della legge dopo l’approvazione della legge 32/2015 e la considerazione della situazione di difficoltà in cui versano i lavoratori delle strutture; per risolvere questa complessa vicenda maggioranza ed opposizione hanno formulato due proposte sostanzialmente identiche e quindi è opportuno oggi arrivare ad una soluzione definitiva con la condivisione di tutti i capigruppo, perché altrimenti i tempi si allungherebbero a dopo la finanziaria».

Il consigliere Marco Tedde di Forza Italia ha confessato di aver temuto a lungo «per le sorti di questo regolamento ed anche ieri quando è mancato il numero legale; il consigliere Lotto ha ragione, bisogna evitare un inutile allungamento dei tempi e dare attuazione alla legge 32 votata dal Consiglio, che va a sanare una situazione incancrenita, con 200 lavoratori (oltre l’indotto) che attendono risposte ed hanno 6 mensilità arretrate». La fondazione San Giovanni Battista deve assolutamente essere salvata e non ci sono alternative, ha concluso Tedde, «ed il regolamento ha lo scopo di prevenire ed evitare ulteriori battute d’arresto».

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) ha affermato, a differenza di Tedde, «che è utile riflettere sulle scelte che si fanno tenendo presente l’interesse dei lavoratori ma anche il pubblico interesse». La natura di questa Ipab, ha ricordato, «è sempre stata ibrida ed ora non può continuare a svolgere servizi perché la sua condizione patrimoniale non lo consente, è impraticabile sciogliere una Ipab trasferendo beni e personale su un comune unico e quindi non resta che ricollocare le sue attività nell’ambito della Asl del territorio; prediamo atto del fatto che regolamentiamo meglio questo contesto e chiediamo all’assessorato di gestire queste attività in modo che non si producano difficoltà simili a quelle del passato».

Il consigliere Salvatore Demontis, dopo aver ribadito la sua convinzione che «la pubblica amministrazione non deve essere un polmone occupazionale» ha assicurato che non è questo il caso, perché la legge obbliga a sottoporre tutte le Ipab ad un processo di trasformazione. Alcune soluzioni prospettate non erano sostenibili, ha continuato Demontis, «a cominciare dalla trasformazione in Asp perché sarebbe stato necessario istituire nuove specialità, incrementare il personale ed adeguare le strutture; non resta dunque che l’estinzione e le modifiche apportate al regolamento intervengono proprio su questo, trasferendo funzioni e personale alla Asl». Infine, ha concluso Demontis, «va ringraziato l’assessorato ha trovato una buona soluzione nel senso che si utilizzano fondi nazionali per la soppressione dell’Ibap per circa 3 milioni annui, andando a costituire una disponibilità complessiva di 16 milioni di euro».

L’assessore delle Sanità Luigi Arru, a nome della Giunta, ha ricordato la complessità della vicenda del San Giovanni Battista di Ploaghe, dove la stessa analisi del commissario ha evidenziato la presenza sia di criticità che prospettive all’interno dello sviluppo delle cosiddette “cure intermedie”. La riforma, ha sostenuto, «dovrebbe trovare nuovo impulso anche in questa modifica del regolamento, che consente la collocazione del personale presso la Asl e non presso il comune, in considerazione sia della natura delle prestazioni sono socio sanitari che della presenza di pazienti dell’ex ospedale psichiatrico». L’assessorato, ha aggiunto Arru, «ha fatto una valutazione attenta del piano industriale che dovrà inserirsi nelle attività della Asl e nell’ottica del nuovo modello gestionale previsto dalla riforma, con attenzione ai costi ed allo sviluppo delle cure intermedie, ancora in oggi accentrate in modo del tutto improprio sulla rete ospedaliera».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha chiesto il voto segreto sul passaggio ad articoli, che il Consiglio ha comunque approvato con 31 voti favorevoli e 10 contrari. Subito dopo l’Aula ha approvato anche i 3 articoli del provvedimento.

Prima del voto finale, intervenendo per dichiarazione di voto, il consigliere di Forza Italia Marco Tedde ha espresso parere favorevole, sottolineando la positiva conclusione «di un lavoro iniziato ad avvio legislatura mettendo in campo tutti gli strumenti necessari e dialogando costruttivamente con i colleghi della maggioranza; ora siamo arrivati all’obiettivo superando la situazione insostenibile di 200 dipendenti da 6 mesi senza stipendio».

Voto favorevole anche da parte dell’Udc che, con Peppino Pinna, ha ricordato che «finalmente si mette fine all’annoso problema del S. Giovanni Battista e soprattutto alla difficilissima situazione dei lavoratori e dei creditori».

Per il gruppo di Sdl Anna Maria Busia si è espressa invece in modo contrario. E’un pasticcio legislativo, ha detto, «aggravato dal fatto che non si capiscono cifre e dati finanziari di questa operazione sbagliata, né si conosce quanto del nuovo gettito fiscale andrà a finire al San Giovanni Battista e non ad altri lavoratori della Sardegna». Bisognava rispettare il percorso previsto per la trasformazione dell’Ipab in Asp, ha detto, «ed inserire il nuovo soggetto nel quadro della riprogrammazione dell’assistenza sanitaria, invece si è voluto procedere in maniera nefasta, contro tutte le disposizioni normative in materia, ribadisco il mio “no” ad una decisione scellerata che aumenta la spesa sanitaria, dopo aver aumentato le entrate attraverso le tasse».

Per il Pd Salvatore Demontis, favorevole, ha ribadito che «l’assessore ha individuato una soluzione corretta e sostenibile, il ricorso a finanziamenti nazionali per la soppressione dell’Ipab è l’unica strada percorribile, oltre che inattaccabile da ogni punto di vista».

Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru, favorevole, ha messo l’accento sul fatto che «si chiude un percorso iniziato da tempo con lavoratori, sindacati e politica, un percorso che dimostra che quando c’è unità le soluzioni si trovano e a questa soluzione hanno creduto assessore, maggioranza ed opposizione, per salvare una struttura che fornisce 400 prestazioni giornaliere ad alta professionalità in un territorio sofferente». Chiediamo ancora all’assessore, ha concluso Peru, «un ulteriore sforzo per assicurare ai lavoratori che da sei mesi non percepiscono stipendio il pagamento delle spettanze maturate».

A nome del Pd la consigliera Rossella Pinna ha annunciato un voto favorevole sofferto ma ponderato «che chiude una vicenda complessa durata oltre 10 anni con un provvedimento cui hanno lavorato con determinazione Giunta e Consiglio». E’vero che la struttura, ha affermato, «si doveva mettere in sicurezza molto tempo fa ma non c’erano soluzioni percorribili, così come non ce ne sono state per quella di “Guspini per la vita”, chiusa nell’indifferenza generale nella precedente legislatura, determinando una sofferenza notevole per il territorio; ora voto a favore perché certe sciagure non si ripetano, ricordando però che ora mettere mano alla riapertura del centro riabilitazione di Guspini».

Il consigliere di Cps Antonio Gaia ha annunciato invece la sua astensione, pur ringraziando l’assessore per l’impegno profuso e condividendo i problemi dei dipendenti della struttura. Però, ha osservato, «i problemi vanno risolti secondo la legge e non contro, con questo provvedimento stiamo decretando il passaggio di aliquote consistenti di personale alla pubblica amministrazione senza concorso, creando fra l’altro un precedente gravissimo condivisibile sul piano politico ma sbagliato sul piano legislativo».

Il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha annunciato il voto contrario del gruppo, «non sul merito del provvedimento perché riaffermiamo la solidarietà ai lavoratori del S. Giovanni Battista ed altri nella medesima situazione, ma per l’iter compiuto che secondo noi non è completo e corretto; non conosciamo i numeri di questa operazione di accorpamento e non sappiamo nulla del piano industriale e per questo avevamo chiesto altri approfondimenti». Ora ci chiediamo e chiediamo ai sardi, ha continuato Desini, «se dopo aumento della tasse queste risorse incideranno sui risparmi della spesa sanitaria e se è giusto trasferire i lavoratori, senza concorso, da un istituto privato alla pubblica amministrazione;voteremo contro perché vogliamo tutelare gli interessi generali della collettività e non provocare un precedente che provocherà altri problemi nel futuro».

Il consigliere del Pd Luigi Lotto, favorevole, ha ringraziato i colleghi della maggioranza e dell’opposizione per aver deciso di metterci la faccia e portare in porto questo provvedimento ed ha poi esteso il ringraziamento anche alla Giunta all’assessore ed agli uffici che hanno costruito il percorso. Stiamo chiudendo l’ultima Ipab della Sardegna, ha osservato, «dopo le altre che avevamo sistemato proprio con la legge regionale 23/2005 e siamo andati più volte a Ploaghe a dare solidarietà ai lavoratori dicendo che bisognava andare oltre; oggi dobbiamo fare una scelta consapevole, coerente con le norme dello Stato e della Regione».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, contrario, ha parlato di un «papocchio realizzato, non per la condizione dei lavoratori ma perché non si tratta di una risposta seria, dato che quattro anni fa la struttura ha ricevuto ben 25 milioni ma nessuno ci ha detto come sono stati spesi, ed ora arriva anche il passaggio del personale alla Asl». Le fughe in avanti, ha protestato Dedoni, «non agevolano la soluzione dei problemi e ricordo ai consiglieri regionali che se non c’è voto contrario si paga anche il solido perchè l’astensione non basta; abbiamo fatto una cosa non chiara senza prospettive di sviluppo e crescita ed una operazione di politica clientelare, andando anche a danno di privati che non hanno mai vissuto alle spalle della Regione».

Il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda (Prc) ha fatto un parallelismo tra la situazione discussa ieri in Consiglio, vertenza Alcoa, e il caso del San Giovanni Battista di Ploaghe. L’esponente della maggioranza ha preannunciato voto favorevole sul provvedimento: «Per dare fiducia all’assessore della Sanità sull’efficacia del nuovo piano industriale della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe».

Il capogruppo di Daniele Cocco (Sel) ha annunciato voto a favore ed ha ricordato al drammatica situazione degli operatori e delle loro famiglie, nonché l’assenza di certezze nel percepire le retribuzioni. «Davanti a questi lavoratori – ha concluso l’esponente della maggioranza – abbiamo assunto impegni che oggi onoriamo dando una soluzione definitiva a un problema decennale».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha ricordato che il regolamento in via di approvazione è frutto di una sintesi tra due proposte, una della maggioranza e una della opposizione, è dà soluzione ad una situazione non più sostenibile per i lavoratori del San Giovanni Battista. L’esponente della minoranza ha inoltre spiegato che i 25 milioni di euro stanziati dalla precedente Giunta, sono serviti per risanare il debito contributivo della fondazione e non potevano dunque risolvere i problemi di funzionamento e gestione della struttura di Ploaghe. «Votiamo a favore – ha concluso Pittalis – perché oggi gi si dà un assetto definitivo al San Giovanni Battista e lo facciamo convintamente perché ricociamo alla struttura importanza e ruolo strategico».

Posto in votazione il testo finale del regolamento è stato approvato con 34 sì 10 no e 3 astenuti.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

 

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Il Consiglio delle Autonomie Locali, presieduto dal sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, si riunirà mercoledì 3 febbraio, alle 11.00, presso la sala Giunta comunale di Oristano, per discutere il bilancio triennale 2016/2018, esprimere il parere sul disegno di legge della manovra finanziaria regionale 2016/2018 e per l’esame della relazione del Comitato istituzionale d’ambito sul primo anno di attività.

Giuseppe Casti 1